Perché no, ci siamo detti? Perché non proporre ai soci e simpatizzanti UAAR dei concorsi accessibili dai nostri siti per invogliarli, non solo alla partecipazione, ma anche alla riflessione sui temi dell’ateismo e dell’agnosticismo?
Sì, ci è sembrata una buona idea.
Eccoli allora:
Un concorso di poesia scientifica
Terza edizione, in veste tutta rinnovata, dedicato a Charles Darwin, per scrivere in versi, nella musica delle lettere, l’approccio al mondo oggettivo con tutte le contraddizioni, le paure, le riflessioni e la razionalità del caso.
Le precedenti edizioni hanno prodotto davvero risultati eccellenti, poesie importanti, coinvolgenti, a dimostrazione che l’arte, la “musica” dicevamo, non ha necessariamente bisogno dell’ultraterreno per esprimersi adeguatamente con sensibilità e umanità.
Manda le tue poesie, saranno lette da una prestigiosa giuria che deciderà quali premiare e quali menzionare in occasione del Darwin Day veneziano di febbraio 2011.
Verrà anche prodotta una raccolta, in rara edizione, di tutte le poesie inviate.
Per le informazioni su come inviare le poesie, i premi e il regolamento, vai su
www.uaar.it/uaar/concorsopoesia
dove sarà possibile anche leggere e scaricare i file con le poesie dei precedenti concorsi.
Un concorso di fotografia
Tutto nuovo, on line, dal titolo esplicativo “Liberi di non credere”. Per esprimere con le immagini la visione atea e agnostica del mondo. Possono essere inviate immagini che rappresentano superstizioni, discriminazioni, violenze e ingerenze delle religioni in ambito sociale, ambientale e scientifico, ma non solo.
A occhi aperti sulla vita, per cogliere gli attimi in cui si palesa un concetto, un pensiero.
La sfida di saper materializzare, attraverso uno scatto, un’immagine, cosa si intende per libertà dalle imposizioni.
Poi ci saranno le foto pubblicate e votate on line, la valutazione di una giuria, i premi, il possibile uso delle immagini negli eventi UAAR, ma soprattutto un piacere, e un sorriso di soddisfazione per essersi misurati con sé stessi e con la coerenza dei propri pensieri.
Per il vedere le foto, votare, leggere il regolamento e partecipare al concorso, vai su
www.uaar.it/uaar/concorsofoto
Questa iniziativa mi piace, e spiego perché.
Finora la UAAR si è battuta su iniziative
puremente negative, per contrastare quelle
della CCAR.
Va bene, ma non basta.
Dovremmo opporre qualcosa di alternativo,
per esempio (non vorrei essere frainteso),
un “culto” della Natura, come nostra origine,
quella cui (almeno per ora!) dobbiamo tutto
o quasi.
Se guardiamo i meravigliosi meccanismi del
corpo umano, che, in maniera finora inspioegata,
ci fanno vivere 80 anni, verrebbe da inchinarsi a
qualcuno o qualcosa, meritevole di ciò.
Certamente è un qualcosa, ovverosia il cozzare
casuale di atomi, che, come scoperse Democrito,
ha fatto il nostro mondo. Chi ha precisato meglio
la cosa è stato Darwin, con la scoperta della sele-
zione naturale.
Quel che sto per dire può valere solo per questi
tempi: visto il progresso del XX secolo, tra 100
anni sarà tutto diverso.
Ma allora, visto che noi viviamo adesso, perchè
non festeggiare gli equinozi, fine dei rigori inver-
nali e delle calure estive?
Perché non riportare il 25 dicembre alla festa
“Solis invicti”?
Perché non cambiare nome alla domenica
(dies dominica = giorno del Signore, in
cui i cristiani lo ritengono risorto), in
soledì (dies solis = giorno del sole dei pagani)?
In inglese e tedesco è rimasta la vecchia
denominazione.
Oggi ci fanno festeggiare l'”Immacolata”, tra
l’altro non citata nei Vangeli, ma dal genio di
Pio IX (che l’ha scoperta dopo 18 secoli!),
quello che vietava le ferrovie, e confinava gli
Ebrei in un ghetto).
E, si badi, feste simili non sono solo celebrate
tra i cattolici, ma imposte a tutti gli Italiani.
Chiediamo di festeggiare la pubblicazione
dei libri di Newton e Darwin, veri padri della
nostra civiltà.
Parliamo delle nostre radici greco-romane,
con un apporto arabo scientifico e matematico,
se vogliamo che la piantino con le loro eterne
“radici giudaico-cristiane”.
Certamente ci sono stati ebrei grandissimi,
come Freud e Einstein, ma non mi sembra che
si siano ispirati alla Bibbia.
Proponiamo qualcosa di nostro, invece di limitarci
a rifiutare quel che fanno loro.
Segnalero’ quello sulla fotografia, ad un socio del nostro circolo con la passione in tal senso! 😉
Ottima iniziativa comunque….
“Colpisce piu’ un immagine, che 1000 parole” 😉
“Ferisce piu’ la penna che la spada” 😉
http://img88.imageshack.us/img88/6188/liberidinoncredere.jpg
Un’idea è quella di mostrare dei filmati pro-UAAR in TV sistemate nei gazebo UAAR, oggi la gente legge poco i volantini, però guarda le foto e i filmati.
Approvo al 100 % quanto scrive Giovanni Bosticco.
Penso che in Ticino vada un pò meglio che in Italia, ma anche qui si fa tuttora fatica a far sparire dai luoghi pubblici i simboli reigiosi. L’influenza vaticana è difficile da sradicare.
Ricoverato in due ospedali ho scritto ai Direttori dissentendo sui piccoli moderni crocefissi, senza l’inchiodato, appesi in tutte le camere solo del primo.
Avevo pure menzionato che invece di una cappella ecumenica, nel primo e una cattolica nel secondo, sarebbe stato preferibile, a favore di tutti, un locale neutro di meditazione con bellissime e stupende foto della natura. La natura che merita, quella si, tutta la nostra ammirazione. Gli ospedali sono luoghi pubblici ai quali tutti hanno accesso e tutti indistintamente devono poter avere la possibilità di appartarsi, anche solo per leggere o pensare, in un luogo tranquillo, ma privo di qualsiasi simbolo.
Che merito hanno mai i religiosi cristiani, rispetto ad altri religiosi ma soprattutto agli atei, per dedicar solo a loro in esclusiva una cappella? Loro sono forse cittadini di serie A e gli atei di serie B?
Anche qui i cattolici, purtroppo, non si stancano di ribattere il chiodo delle famose origini ebraico-cristiane peccando anche di presunzione. Anni fa in occasione di una visita del papa in Ticino, il vescovo di turno diede il benvenuto per la visita a nome di tutti i Ticinesi. Invece di dire: i cattolici Ticinesi….. Quest’arroganza e questa ipocrisia fanno arrabbiare gli atei, o che dir si voglia i liberi pensatori, che condannano e dissentono da tali teatrali e falsi atteggiamenti.