Traendo spunto dal caso di Shirley Chaplin, un’infermiera allontanata dall’ospedale dove lavorava per essersi rifiutata di non portare una croce al collo, sei importanti vescovi anglicani, tra i quali l’ex arcivescovo di Canterbury George Carey, hanno scritto una lettera al Sunday Times per lamentare che, nel Regno Unito, “i diritti religiosi della comunità cristiana sono trattati con mancanza di rispetto. Siamo profondamente preoccupati per l’apparente discriminazione mostrata contro i cristiani e invitiamo il governo a porre rimedio a questa grave evoluzione”. I sei ritengono che “i maggiori partiti debbano affrontare la questione nel corso delle prossime elezioni politiche”.
A oggi 26 vescovi anglicani siedono alla Camera dei Lord: tra di essi lo stesso Carey.
Sei vescovi anglicani denunciano: “nel nostro paese cristiani discriminati”
57 commenti
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Per quanto ho letto sul caso Chaplin, io le do ragione. E’ ridicolo garantire la possibilita’ alle infermiere musulmane di portare il velo ma proibire la croce. O tutti o nessuno, un’istituzione laica non puo’ stare a fare teologia sugli obblighi specifici di ogni religione.
Io concordo in linea di massima con te.
Oltretutto vedo dei forti impedimenti materiali, nella gestione del servizio infermieristico, sia nel caso di velo, sia nel caso di catenina con croce al collo.
Concordo,hanno fatto una cazata ad allontanarla dall’ospedale!
Non conosco i dettagli di tutte queste discriminazioni, quindi nell’attesa di leggere la lettera citata sarò superficiale.
Capisco al muro di un luogo pubblico, ma perché mai negare l’esposizione di simboli religiosi sulla persona o su oggetti e beni privati? Non oltrepassiamo il limite, per carità. Per fortuna sono sicuro che siamo quasi tutti d’accordo.
Nessuno può negare a nessuno il diritto di mettersi al collo
quello che vuole………………..anche la sveglia !!!!!!!!!!!
🙂 🙂 🙂
Nessuno può negarti questo diritto, tranne che sul posto di lavoro. Nel momento in cui eserciti una funzione devi attenerti alle direttive (se contemplate) anche in materia di abbigliamento. Se vuoi portare la croce al collo la tieni SOTTO alla divisa! Se sono in ospedale non voglio vedere infermieri/e con croci, veli, sveglie, svastiche, nasocchiali di Groucho Marx, sciarpe dell’inter o qualsiasi altra scempiaggine che una qualsiasi fissazione mistico-religiosa possa imporre ai propri adepti. Un infermiere è e deve essere soltanto un infermiere, quando smonta si cambia, si veste come crede e si vive la sua vita.
Sei vescovi anglicani denunciano: “nel nostro paese cristiani discriminati”
A oggi 26 vescovi anglicani siedono alla Camera dei Lord: tra di essi lo stesso Carey.
la notizia e’ questa.
poi si puo’ discutere se in un lavoro a contatto con il pubblico e in divisa sia ammissibile portare simboli di appartenenza ideologica
infatti loro stessi hanno usato l’espressione “apparente discriminazione”….questo mi fa riflettere
Mi sa che è un errore di traduzione:
“apparent discrimination” significa, in realtà, “evidente discriminazione”.
io una volta in ospedale ho indossato una maglietta con la scritta “ateismo e libertà”. da allora si possono indossare solo magiette bianche
Il rifiuto della croce è probabilmente un rifiuto verso il mondo Cattolico Apostolico Romano di cui la religione Anglicana fa parte. Le “croci dei protestanti” sono molto meno discriminate in UK secondo me. L’arcivescovo Carvey dovrebbe distinguere il suo mondo da quello dei protestanti quando parla di discriminazione verso i Cristiani.
* Carey 🙂
Beh, se sono “anglicani” non sono “romani”, eh…
“Il rifiuto della croce è probabilmente un rifiuto verso il mondo Cattolico Apostolico Romano di cui la religione Anglicana fa parte.”
Studiare un po’ di storia no, eh? Mai sentito parlare di Enrico VIII?
avete ragione. Sorry!
I vescovi se la tirano e fanno i “piangina”, come da copione, inventandosi una fantomatica situazione di “discriminazione verso i cristiani” nel Regno Unito.
Però in effetti negare ad un’infermiera del NHS il diritto di portare addosso un simbolo (non invasivo) della propria fede mi pare una forma di autoritarismo gratuito.
Beh se non sbaglio mentre i tribunali islamici vanno a gonfie vele nel Regno Unito non mi risulta ci siano tribunali cristiani (ma poi posso sbagliare)
Questo è un caso davvero singolare. In linea di massima sarei per la libertà di addobbarsi come si vuole. E che sarà poi mai una crocetta, mica le infermiere portano i crocioni vistosi e ostentati dei Bagnasco e Ruini. D’altra parte molti pazienti non sono cristiani e nemmeno credenti e ai musulmani la vista della croce fa venire l’orticaria. Ad altri pazienti invece può essere di conforto essere curati da una cristiana. Ma considerato il numero sempre maggiore di non cristiani forse le cliniche dovrebbero discutere della questione. Però una crocettina fra le zinne potrebbe andare secondo me.
Non riesco più a sopportare queste esternazioni:i cristiani ce l’hanno come tara genetica, modus vivendi e azione politica quella di lamentarsi e gridare alla discriminazione, alla persecuzione e al martirio; han cominciato da lì (“semen est sanguis christianorum” prevedeva acutamente Tertulliano) e non hanno mai smesso, sempre più bravi a voltare le frittate e a proporsi quali vittime ogni volta che ne combinano una; anche adesso non è la chiesa che è marcia fino al midollo, sono gli atei e i comunisti cattivi che la diffamano ingiustamente. Ciò detto ad operatori in servizio in strutture pubbliche vieterei qualsivoglia ammenicolo con riferimento religioso, dalla crocetta al velo islamico.
Mi hai tolto la fatica… di dire le stesse cose.
Pienamente d’accordo
Non sono d’accordo, piccola croce, stella di davide, e piccolo corano al collo discreti ok. Velo poco vistoso o kippah ebraica non saprei visto che le infermiere hanno spesso portato il velo anche se questo non ricopriva il collo. Assolutamente vietati niqab e burka.
Bravo Compagno Bruno……….
approvo
no all’esposizione di simboli religiosi o politici per nessuno che lavori a contatto con il pubblico.
Durante il tempo di lavoro e sul posto di lavoro penso si debba fare solo ciò per cui si è pagati. Ostentare simboli religiosi non solo può non far parte del compito nel servizio pubblico, ma in una società laica può essere offensivo della pluralità delle fedi. Quanto poi a far la vittima, questo è caratteristico del cristiano a cominciare dal suo mitico fondatore: se non diventa vittima, non può risorgere. Ogni cristiano agogna di morire come Cristo per poter risorgere come lui e con lui. E per riuscire nell’intento si comporta da irrazionale provocatore ad ogni costo…. Se non sei con lui, sei contro di lui: così ha detto il suo saggio fondatore. Infatti, come si può diventare vittima senza un immolatore? La vittima è pura invenzione religiosa primitiva….
Ma basta sti preti! Si puo’ andare a lavorare con un distintivo di un partito politico in vista? No, e allora no anche alla croce. Chi la vuole indossare, lo faccia in modo che non si veda, tanto non dovrebbe essere una cosa “spirituale”?
si può andare a INSEGNARE IN UNA SCUOLA PUBBLICA con ‘L’Unità’ o (per i più discreti) con ‘La Repubblica’ sottobraccio?
Per capire quello che votano alcuni, basta che aprano bocca e diano fiato, risparmiando anche sul costo del giornale.
Oh, non ti preoccupare. Accade ben di peggio.
All’Università di Cagliari imperversa un sedicente “professore” di geografia – geografia!! – che IMPONE ai suoi studenti di studiare sui SUOI libri e basta.
Libri così infarciti di cattolicismo retrivo e bugiardo che non si capisce se siano trattati di geografia moderna oppure di storia scritta dal Minculpop nel 1935, con leggi razziali e tutto il resto.
Quindi…….
sì Kurt, si può andare a scuola ad insegnare con l’unità, la repubblica, il corriere e anche libero o il giornale sottobraccio, non c’è alcun problema. A patto, ovviamente, che l’insegnante sia imparziale e obbiettivo nel trasmettere le conoscenze ai suoi studenti.
Poi possono esserci momenti di confronto su temi di attualità o temi trattati nel corso di studi in gli studenti ed insegnanti possono discutere e portare le proprie idee, qualsiasi esse siano. Io ho trovato il confrontarmi con persone adulte e con idee anche diverse dalle mie molto costruttivo.
Saluti.
“A oggi 26 vescovi anglicani siedono alla Camera dei Lord: tra di essi lo stesso Carey”
E allora?
A tutt’oggi, a comincire dal vescovo di roma fino all’ultimo curato di campagna non “siedono”, anche se non fisicamente, in ogni amministrazione pubblica italiana? Imperversano dal senato fino all’ultima mensa dell’ultimo asilo nido per non parlare degli ospedali. Però non fanno politica eh, questo no.
Non capisco il legame con i vescovi anglicani, non hanno denunciato le discriminazioni dei cristiani in Italia ma nel regno unito. Se si accetta il velo negli ospedali come fanno gli inglesi non vedo perché si dovrebbe vietare la croce.
in tal senso l’unico esempio da seguire è quello della Francia dove dal 1905 una legge vieta di esibire in pubblico QUALSIVOGLIA SIMBOLO RELIGIOSO così nessuno viene discriminato.
Perché i musulmani non si toccano… hanno la lebbra!
Scherzi a parte, nei paesi anglosassoni c’é l’ idea consolidata ma non esprimibile che i musulmani siano antropologicamente inferiori quindi hanno diritto a pene meno severe e ovviamente a portare tutti i simboli religiosi che vogliono. Di questo passo un giorno avranno il diritto di dire in qualche scuola pubblica che l’ uomo é stato plasmato dal fango, nella totale indifferenza della societá.
cioè tutti vengono discriminati tranne atei e agnostici
“A oggi 26 vescovi anglicani siedono alla Camera dei Lord: tra di essi lo stesso Carey”
“E allora?”
Allora è molto meno ambigua la posizione dei vescovi anglicani (formalmente il capo della chiesa anglicana è anche capo di uno stato di cui fanno parte integrante) che non quella della ccar… alla quale sta benissimo così. Da un lato la CEI interviene pesantemente sulle vicende italiane senza per altro esserne vincolata… così da poter mettersi in vendita al miglior offerente diventando l’oggetto del desiderio di destra, centro e sinistra.
Quale posizione potrebbe essere per lei più vantaggiosa?
Quello che i vescovi, in questo caso anglicani, sembrano dimenticare, è che le prescrizioni e i divieti della società laica e secolare non hanno praticamente mai il carattere assoluto di quelli religiosi. Sono sempre relativi, ma si sa che oggi le autorità ecclesiastiche sembrano apprezzare sempre meno i vantaggi di questo fatto…
Se fosse sempre proibito a tutti di portare il velo, o la croce, si potrebbe parlare di discriminazione. Ma non è così. I divieti sono sempre relativi a situazione e circostanze determinati. D’altra parte, in una società liberale, le singole istituzioni (scuole, ospedali, società sportive ecc.) sono appunto libere di stabilire delle regole che valgono al loro interno, e non, ovviamente, fuori. Impedirgli di farlo sarebbe altrettanto illiberale che permettergli di imporre regole fuori dal loro ambito di competenza.
Non sono d’accordo. Il punto dell stato liberale è, per l’appunto, EVITARE che le organizzazioni e i corpi sociali si diano regole da sè. Lo Stato non è nè l’unica autorità nè la più forte, e non può permettersi di essere neutrale. In questo caso, poi, una “singola istituzione” detta regole valide verso chi ci lavora (sai che libera scelta; trasportiamo l’esempio in fabbrica, vuoi?). La questione delle confessioni è irrilevante, e anch’io trovo preoccupante che si concedano diritti a gruppi, etnie, confessioni, professioni, etc. invece che al singolo individuo. E’ proprio questo il punto. C’è un motivo valido (efficienza sul lavoro, impaccio, igiene, etc.) che valga proibire ad una PERSONA di scegliere cosa mettere e cosa esprimere? Se c’è, tiralo fuori, voglio sentirlo.
p.s.: sì, i preti fanno chiagn’e fotti. Sono senza vergogna, ma nel caso specifico non importa.
Credo che se in un ambiente di lavoro si debba usare una divisa, ci si debba attenere ad essa; inoltre è auspicabile che in un mondo civile, la divisa in questione sia la più laica ed al di sopra delle parti possibile.
Immagina un giudice con il piercing sulla lingua o sul naso per esempio.
Credo che per la questione in oggetto sia corretto che in taluni ambienti di lavoro siano del tutto esclusi simboli di qualunque genere (compresi quelli religiosi ma non solo quelli).
A me ad esempio incuterebbe un certo timore se accompagnassi per un grave incidente mio figlio al pronto soccorso, e lì mi si presentasse come medico una persona che manifestasse tramite ciondoli o quant’altro di appartenere alla religione dei testimoni di geova, i quali notoriamente sono del tutto contrari alla trasfusione di sangue.
Allo stesso modo mi recherebbe non poca sfiducia accompagnare qualcuno per una interruzione di gravidanza dove mi si para davanti come medico un appartenente alla religione cattolica, peggio se mai individuabile negli opud dei o quant’altro.
Con tutto ciò, è ovvio che l’abito non faccia il monaco, ma la neutralità più totale, credo sia sempre il meglio per tutti.
Ciao a tutti
Beh, ma qui non stiamo parlando di giudici (che in Italia non possono nemmeno iscriversi ai partiti politici) o di agenti in divisa, stiamo parlando di personale sanitario, che nel vestiario non ha vincoli se non quelli posti dalle condizioni igienico-sanitarie.
Pretendere la totale neutralità (esteriore) dei dipendenti pubblici, non solo dello stato, mi pare eccessivo, mi sa di “culto dello stato”.
Si può benissimo seguire una dottrina religiosa in privato e fare il proprio dovere sul posto di lavoro, non credo che si debbano nascondere le proprie idee per paura dei pregiudizi dell’utenza.
Andrea scusa ma esageri ci sono medici cattolici che consigliano e praticano le interruzioni di gravidanza, quelli dell’opus dei credo siano tutti obiettori. Una donna che vuole interrompere la gravidanza non va a caso nell’ospedale dal primo che capita. Io vado dal medico migliore sia esso cattolico, ateo o musulmano. Ovvio che poi nel pronto soccorso dove non si può scegliere bisogna sorvegliare che non si infiltrino integralisti religiosi.
Beh, in questo caso le “singole istituzioni” sono parte dello Stato, quindi il conflitto tra “interno” e “esterno” di tali istituzioni non c’è, lo Stato è il legittimo sorvegliante di quanto accade nel NHS.
Gli ospedali pubblici, le scuole pubbliche, etc., si possono dare regole interne? Beh, ovviamente sì, però purché non limitino gratuitamente la libertà individuale.
…si pero’ scrivete con i piedi, cioè… avete iniziato l’articolo con LA PRIMA PAROLA COMPLETAMENTE SBAGLIATA…
traenso invece di traenDo… Ma non rileggete cio’ che scrivete e che poi pubblicate e che viene letto da decine di migliaia di persone???
L’errore è ridicolo, nella tastiera la s sta vicino alla d. Se aveste letto il vostro stesso articolo ve ne sareste accorti. MOLTO MALE!
Almeno i cattolici, pur essendo degli invasati, rileggono cio’ che scrivono…
ERRATA CORRIGE PLEASE
… Almeno i cattolici, pur essendo degli invasati, rileggono cio’ che scrivono… ..
Leggessero almeno la bibbia, così abbandonerebbero la loro religione.
Ciao a tutti
hai ragione l’errore c’e’
ma “MOLTO MALE” mi sembra esagerato
magari invece di andare fuori tema con questi commenti (tuo e poi i miei) se l’utilita’ e’ portare uina correzione di un refuso, si puo’ segnalare la cosa a ultimissime@uaar.it
Accidenti, a te basta trovare un errore di battitura per scatenare tutto questa reazione? Se vuoi posso prepararti una camomilla :-)… Comunque ho corretto l’errore, grazie della segnalazione.
…veramente non pensavo di “suonare” cosi’ bacchettone, vabbé fa nulla, pero’ rileggete i vostri articoli.
…a me mi ma pero’ è piu’ meglio dell’incontrario se potrei lo facessi… ciaoooo 🙂
Sul luogo di lavoro aperto al pubblico ed in presenza del pubblico non si devono usare simboli che possano far presumere idee politico-religiose, poi fuori si fa quello che si vuole.
Luogo pubblico o privato ognuno deve avere diritto di portare al collo quel che vuole, se questo non inficia la sicurezza sul posto di lavoro; certo che se l’infermiera pretendeva di portare un crocifisso da 12kg oppure penzolante (il che può rappresentare un mezzo di diffusione per i batteri e altri patogeni) allora hanno fatto bene a vietarglielo
Hanno visto come funziona in Italia e voglino applicare il modello-Italia…
Dimenticandosi che gli inglesi non sono gli italiani e li bastoneranno…
Un giudice con il piercing al naso o alla lingua? Magari!!
Sarebbe un felice segno del fatto che l’italia abbandoni l’oscurantismo e il perbenismo che vogliono tutti vestiti secondo un canone di pseudo-moralità cattotalebana.
All’estero è normale vedere bancari e manager coi dred e i piercing, perchè conta quello che fai… non la tua omologazione verso l’assenza di personalità.
A me frega poco se il medico\infermiere è cattolico, ateo, ebreo, marziano o quant’altro. Se fà bene il suo lavoro tanto mi basta.
Quanto alla news in questione: il collo fà parte del corpo e col proprio corpo ognuno ci fà quel che vuole: ciondoli, piercing o tatuaggi. Vietare all’infermiera la croce è LIBERTICIDA quanto la censura dell’ateobus. Infondo anche quello imponeva un messaggio “religioso” in un luogo pubblico.
@ hexengut
Caro mio, come volevasi dimostrare, la miglior difesa è l’attacco. Se un vigile urbano a Roma ferma un sacerdote in auto, contestandogli di essere passato con il rosso, questi è capace di rispondergli che a Milano ne passano a decine ogni minuto. Sono personalmente arrivato alla conclusione che con certe categorie, esiste solo un barbiere, un Francese di nome Maximilienne che può risolvere con una sfumatura leggermente alta, simili problematiche.
poveri cattolici, mi sto mettendo a piangere!
Che ironia della sorte, un vescovo che sta ad un ruolo di comando che dice che i cristiani sono discriminati…e con questo, ho detto una banalità.
@ciccio
perfettamente d’accordo con te, spero anche tu sarai d’accordo che è ridicolo impedire a un’infermiera di portare una croce al collo
Mettiamogliela sulla schiena!
Se sul lavoro (un qualsiasi lavoro) bisogna portare una divisa, allora l’esposizione di simboli ideologici non può essere consentita. Per chi lavora per un’istituzione pubblica, la divisa rappresenta quella stessa istituzione, che come tale deve essere laica, cioé neutra, nei confronti dei cittadini. Se l’infermiera vuole portare un crocifisso, se lo mette sotto la divisa senza ostentarlo pubblicamente, e questo vale per poliziotti, vigili urbani, pompieri, eccetera, per cristiani, musulmani, testimoni di geova, hare krisnha, monaci buddisti, eccetera.