Cambiano le regole della processione, la ‘ndrangheta spara

A Sant’Onofrio, in provincia di Vibo Valentia, gli affiliati ai clan locali della ‘ndrangheta erano soliti avere l’onore di portare a spalla le statue durante la tradizionale processione pasquale. Nuove regole impartite dal vescovo di Mileto, mons. Luigi Renzo, hanno portato a riservare tale compito a fedeli non discussi. Le cosche non l’avrebbero presa bene, e alcuni colpi di pistola sono stati sparati sabato sera contro l’abitazione di Michele Virdò, priore della confraternita del Santissimo Rosario, che organizza il rito, poi annullato. Il consiglio comunale di Sant’Onofrio è stato sciolto l’anno scorso per infiltrazioni della criminalità organizzata.
AGGIORNAMENTO DELL’8 APRILE. In seguito a un accordo concluso in Procura, la processione avrà luogo domenica 11 aprile.

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21 commenti

Stefano Grassino

A quei tempi erano dei dilettanti, poi sono arrivati i professionisti. Anche i fedeli si sono evoluti come il giuoco del pallone.

«Tutt’a un tratto, mentre San Rocco se andava tranquillamente per la sua strada, sotto il baldacchino, coi cani al guinzaglio, e un gran numero di ceri accesi tutt’intorno, e la banda, la processione, la calca dei devoti, accadde un parapiglia, un fuggi fuggi, una casa del diavolo: preti che scappavano colle sottane per aria, trombe e clarinetti sulla faccia, donne che strillavano, il sangue a rigagnoli, e le legnate che piovevano come pere fradicie fin sotto il naso di San Rocco benedetto. Accorsero il pretore, il sindaco, i carabinieri; le ossa rotte furono portate all’ospedale, i più riottosi andarono a dormire in prigione, il santo tornò in chiesa a corsa piuttosto che a passo di processione; e la festa finì come le commedie di Pulcinella.
Tutto ciò per l’invidia di que’ del quartiere di San Pasquale. Quell’anno i devoti di San Rocco avevano speso gli occhi della testa per far le cose in grande. Era venuta la banda della città, si erano sparati più di duemila mortaretti… La qual cosa doveva fare maledettamente il solletico a quei di San Pasquale, sicché uno di costoro alla fine perse la pazienza, e si diede a urlare, pallido come un morto: – Viva San Pasquale! – Allora s’erano messe le legnate …
Giovanni Verga, “Guerra di santi”.

gigi

quoto in toto…
questi sparano ca…ate, quegli altri pallottole….
in teoria le seconde sono piu pericolose delle prime, pero queste penetrano piu a fondo e lavorano piu di fino, altro che le dum dum….
salam aleikum
gigi

andrea

comincia con l andarci tu a nanna che domani mattina presto devi dire messa…

Simone

Stefano Grassino? No, lui no Andrea, hai sbagliato persona, forse sei nuovo del sito e non lo conosci. Il commento di Stefano era ironico. 😉

andrea

mi scuso allora! ^^ pensavo fosse uno dei troll che passano di tanto in tanto

crebs

Non ho letto da nessuna parte questa banale considerazione.
Negli anni passati, allora, la chiesa è stata complice dei mafiosi?!?!?
O anche stavolta dicono “Non sapevamo”

Roberto Grendene

per avere credibilità, e solidarietà, sarebbe doveroso che ammettessero di aver fatto grossi errori negli anni precedenti, e di volere ora dare una svolta, uscirne.

Io sono pronto a cogliere il segnale di svolta.

LS

questo è niente in confronto a quello che succede per la festa di sant’agata a catania
(5 febbraio).
viva sant’agata !!!

Tommaso

GPII andò in visita pastorale in Sicilia, mi pare agli inizi degli anni 80.

Un noto mafioso CHIESE ED OTTENNE di guidare la macchina che trasportava il Papa!!

Non ce lo dimentichiamo.

Inoltre, questa “presa di coscienza” non sarà forse stata ispirata dal clima “poco
favorevole” che in questi giorni la chiesa deve respirare ????

Saranno cattivi pensieri……però !!!!!

Nathan

Meglio tardi che mai!
Francamente non mi sembra il caso di dare addosso alla Chiesa, una volta tanto che mostra di volersi liberare da vergognose commistioni con la criminalità, che ovviamente ci sono state in passato.
Purtroppo sono iniziative personali di qualche vescovo e parroco , che pure rischia di brutto, poiche i mafiosi, per quanto devoti ai santi, non si ritrarrebbero dall’ammazzare anche preti o addirittura vescovi che dessero loro troppo fastidio, come è pure successo. Ricordiamoci che il vescovo Bregantini è stato trasferito da Locri, ufficiosamente per salvargli la pelle, forse per evitare uno scontro aperto con le cosche. Comunque godeva della simpatia e dell’appoggio unanime di tutti i calabresi onesti, credenti o atei che fossero.

laverdure

“Francamente non mi sembra il caso di dare addosso alla Chiesa, una volta tanto che mostra di volersi liberare da vergognose commistioni con la criminalità, che ovviamente ci sono state in passato.”

No caro Nathan,le commistioni ci sono state e continuano ad esserci anche adesso,e
i motivi di dare addosso alla Chiesa pure.
Questi fatti non dimostrano nessuna svolta nella politica della Chiesa,nel migliore dei casi
dimostrano che al suo interno ci sono personaggi che non hanno sacrificato del tutto
coscienza e buonsenso alla “fede” (o al quieto vivere) e hanno il coraggio di agire,pur
sapendo che questo non gli fruttera certo una beatificazione.
L’alternativa,tut’altro che improbabile,e’ che vista l’aria di bufera che si addensa da tempo su di se,la Curia abbia tentato di alleggerirla con qualche gesto propagandistico
in fondo poco costoso,ma che la controparte non ha gradito.

Kaworu

hai detto bene, sono iniziative personali.

come un impiegato della philip morris che nel tempo libero fa campagne antifumo.

cartman666

vabbe’ per la festa di s.agata a catania, tra i devoti e’ strapieno di mafiosi, Report comunque ha fatto un servizio molto illuminante che qui non e’ stato gradito molto.

MicheleB.

Era l’ora che qualche vescovo prendesse posizioni -scomodamente civili- contro le mafie: di solito, a parte qualche pretucolo reietto e dileggiato, il clero marcia dimolto volentieri a fianco delle mafie, come di qualsiasi altro potere.

ateismo

Conosco bene l’ “affruntata” (è il nome dialettale della processione in questione): cresciuto da quelle parti da piccolo sono stato abituato – mio malgrado – a conoscere manifestazioni di questo tipo e a guardarle sempre con rigoroso spirito buonistico. Nessuno, credetemi, mi aveva mai detto che piccolissimo dettaglio “gli affiliati ai clan locali della ‘ndrangheta erano soliti avere l’onore di portare a spalla le statue dei santi”. E’ una brutta cosa, per usare un eufemismo, non so davvero cosa aggiungere…

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