Il suo caso aveva costituito lo spunto per una lettera con cui sei vescovi anglicani hanno denunciato le discriminazioni di cui sarebbero vittima i cristiani nel Regno Unito (cfr. Ultimissima del 28 marzo). Ma Shirley Chaplin, l’infermiera allontanata dall’ospedale dove lavorava per essersi rifiutata di non portare un crocifisso al collo, non ce l’ha fatta comunque: il tribunale, riporta la BBC, ha infatti dato ragione all’ospedale. Il codice interno del nosocomio vieta al personale impegnato in prima linea con i pazienti di indossare qualunque tipo di oggetto che possa essere afferrato, collane comprese. La direzione dell’ospedale ha proposto all’infermiera un compromesso, consentendole di indossare il crocifisso all’interno di un risvolto dell’uniforme o in una tasca, ma la donna si è rifiutata sostenendo che sarebbe stato “irrispettoso” per la sua fede, e avrebbe inutilmente controproposto di portare una catena più corta. Chaplin ha commentato la notizia sostenendo che la legge “non sembra essere dalla parte del cristianesimo”.
GB, crocifisso: sconfitta in tribunale per l’infermiera cristiana
82 commenti
Commenti chiusi.
Ok, la volta scorsa l’infermiera mi sembrava ragionevole, ma ora penso sia fuori di testa. Portare la collana sotto l’uniforme mi sembra il minimo, se vuol fare la suora puo’ prendere i voti.
Se un dio c’è la vede lo stesso, anche sotto la maglietta…
ma quale regola cristiano/cattolica obbliga a portare la catena?
Kaworu cara: è la RELIGIONE che impone le catene. La religione è schiavitù.
Caro Ulv: La religione non é schiavitù, anzi. La Verità (Dio) ti farà libero.
Informati, studia, approfondisci, verifica, analizza e se poi dopo un percorso di ricerca approfondita forse qulche dubbio in meno sull’esistenza di Dio ti pervarrà
magari ti convertirai. Auguri. E non fermarti sulla solita retorica che Voi dite sui cattolici (non ragioniamo perché lo fa il Papa per noi, imponiamo le nostre idee, siamo schiavizzatori etc etc.etc.etc.)…le solite balle no?
Vabbé, Beppe63, restiamo sulla notizia.
Beppe63 risponde:
mercoledì 7 aprile 2010 alle 23:39
Si, libero di metterti a 90° davanti alle gerarchie vaticane. La religione di rende libero, libero di essere incorporato alla Chiesa e di non appartenere più a te stesso e perciò chiamato ad essere «obbediente» e «sottomesso» ai capi della Chiesa (secondo il canone 96 del Codice di diritto canonico).
Hai un concetto molto contorto di libertà.
@ Beppe63
“le solite balle no?”
No.
Siete voi liberi di amare persone del vostro stesso sesso, anche se questa fosse la vostra naturalissima inclinazione? No. Siete voi liberi di praticare, lasciar praticare o tollerare l’aborto qualora sia una soluzione preferibile alle altre disponibili? No. Siete voi liberi di informarvi, studiare, approfondire – tutte cose che mi consigli di fare!! – la teoria evoluzionistica e di abbracciarla qualora la troviate più convincente del creazionismo? No. Siete voi liberi di praticare il sesso al di fuori del matrimonio o per scopi diversi dala procreazione, pur convinti che le conseguenze di tali atti proprio non danneggerebbero nessuno? No. Siete voi liberi di leggere la bibbia e trarne insegnamenti diversi da quelli indicati (spesso ipocritamente) dalle gerarchie vaticane? No. Siete voi, infine, liberi di non credere in dio, tanto quanto io lo sono, se volessi, di credere in dio? No.
Come vedi, la libertà non è un concetto infinitamente elastico. E mi pare ovvio che la mia non è retorica. Voi siete obbligati a pensare ciò che pensa il papa, indipendentemente dal contenuto del pensiero. Voi imponete le vostre idee, e i fatti degli ultimi anni in tema di omosessualità, aborto e contraccettivi lo dimostrano. Il semplice negarlo non cambia questi fatti. E’ nelle vostre abitudini inventarvi qualcosa (dio) e poi crederci, ma l’invenzione della vostra libertà non vi rende più liberi.
Caro Beppe63 forse ti sfugge il fatto che la maggior parte delle persone che scrivono su questo blog hanno gia’ studiato, approfondito, verificato, analizzato, spesso per anni e spesso piu’ dei cattolici. Se siamo atei, se scriviamo su questo blog e’ proprio perche’ dopo un percorso di ricerca approfondita non c’e’ rimasto alcun dubbio sulla non esistenza di Dio.
Per certuni sarebbe meglio tirarla… la catena 😉
Se c’è una motivazione pratica (la necessità che il personale non indossi oggetti “afferrabili”), allora giustifico il divieto.
L’infermiera ha asserito che la legge “non sembra essere dalla parte del cristianesimo”: beh, lo è stata per millenni, adesso la musica (almeno in Gran Bretagna) è cambiata.
Che poi “dalla parte di” non è incompatibile con la legge “di tutti”?
fiertel91 risponde:
giovedì 8 aprile 2010 alle 0:31
Ma infatti la legge non deve essere dalla parte di qualcuno o qualcosa. Deve essere neutrale e imparziale. Chissà perché i religiosi urlano contro il complotto persecutorio ogni volta che non gli concedono il privilegio di essere esentati dal rispettare le leggi civiche cui ogni altro cittadino è obbligato?
Sono d’accordo con Alessandro pero non capisco perchè in Gran-Britannia sia vietato maialini salva-guadagni nelle banche per rispetto verso gli musulmani
Perchè un Sikh viene autorizzato a guidare il motorino senza casco
Perchè il porto dello hijab viene autorizzato nelle scuole pubbliche
Anche se la trovo giusta, mi sembra un po incoerente la facenda
Mi ricordo che in Francia, bambino, un maestro della scuola dell’obbligo venne rimettere sotto la sua maglia una collana col crocefisso ad un allievo . Nessuna ” mamma” ne prete ci ha trovato da ridire .
Già mi vedo quello che succederebbe se un soldato decidesse di portare la croce al collo fuori dall’uniforme… Lì manco si OSA pensare di fare i cristiani d’assalto.
I soldati Greci portavano sull’elmo la famosa “coda di cavallo” della stessa lunghezza del quadrupede. Era però scomoda perchè nel movimento si impigliava nella spada o potevi essere afferrato e trascinato in terra. Gli Antichi Romani, i più grandi maestri in fatto di razionalità, la trasformarono in una spazzola: rimase il simbolo ma senza dare alcun fastidio. Un soldato con la catenella ed il crocifisso, potrebbe trovarsi impigliata la canna del mitra con questi e finire nei guai. Questo è il principio con cui il tribunale Inglese ha giustamente accettato il licenziamento dell’infermiera. Adesso la società Inglese dovrebbe interrogarsi sulle effettive capacità intellettive dei sei vescovi e di tutti coloro che hanno condiviso le loro tesi.
Stefano Grassino risponde:
mercoledì 7 aprile 2010 alle 18:38
Non ci giurerei. Come tutte le generalizzazioni, è falsa sotto diversi punti di vista. Cosa ci vedi di razionale nella religione pagana, nella verginità delle vestali, nei misteri dei riti propiziatori, degli oracoli, nella mitologia pagana ecc.?
potrebbe tatuarla in fronte o sulla mano. già che ci penso le discoteche mi pare usino un inchiostro che viene via dopo un po’, si potrebbe usare qualcosa di simile ma che duri di più per quando si prende l’Eucarestia.
Pensavo anche io al tatuaggio.
Oppure al marchio a fuoco.
Certo vuoi mettere il crocifisso tra un paio di tette che in un taschino… (Se qualcuno si offende per quello che ho scritto… beh… ma è proprio quello che vuole la signorina nell’articolo)
A proposito, Nemo, la sai la storia di quel cardinale di Roma che vide una signora con un crocifisso su una prosperosa scollatura e disse “signora, bella la croce ma ancor più bello il calvario”? 😀 A volte anche i preti hanno il senso dell’umorismo.
🙂 🙂
OT
Grandioso!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Che questa corte sia rimasta l’ultima speranza dell’Italia? O il governo farà ricorso anche questa volta? Quando l’alleanza Italia- Vaticano riuscirà a debellare o a infiltrarsi in questa Corte? L’Italia denuncerà la Dichiarazione dei diritti dell’uomo?
http://canali.kataweb.it/salute/2010/04/07/pronti-i-ricorsi-contro-la-legge-40-non-si-puo-vietare-leterologa/
Aspettiamoci nuove crociate contro la Corte europea,,,
Le istituzioni europee, quando non infiltrate di italiani clericali e mafiosi, restano la nostra unica speranza.
Questi sono sempre arroganti e presuntuosi perchè per loro tutto è una una buona scusa per potersi imporre. Per lei non sarebbe cambiato nulla tenerlo in tasca o sotto il vestito, ma essa voleva che si vedesse dimentica che il suo stesso libro le vieta di ostentare (Matteo 6.2) ma si sa per loro il libro è solo il dito dietro al quale vogliono nascondere le loro porcherie e poi si definscono cristiani, fanno come era stato profetizzato :
Ma essi non ascoltarono, né porsero orecchio, ma si misero a camminare nei consigli della caparbietà del loro cattivo cuore, così che andarono indietro e non avanti” (Geremia 7.24)
Se per caso un paziente l’avesse affettata per la catena e fatta cadere, magari avrebbe pure fatto causa all’ospedale per infortunio avuto sul posto di lavoro imputandogli di non aver preso tutte le precauzione del caso (chessò magari amputare chirurgicamente tutte le mani dei degenti) per evitare un infortunio facilmente prevedibile.
Se è vero quanto riportato dalla BBC questa signora è un’integralista per niente ragionevole e quindi la sentenza è giusta.
Brutta figura dei vescovi anglicani che hanno perso un’altra occasione per tacere.
Ma il velo in uk le infermiere lo possono portare?
Se sì la sentenza è scorretta; dovrebbero vietare anche quello.
Questo non lo so ma, secondo me dovrebbe essere proibito, mi pare la cosa piu’ logica.
non vedo perchè possano portare un ricettacolo di germi. anche la cravatta per i medici maschi è se non vietata quantomeno sconsigliata (anche dal semplice buon senso)
Kaworu risponde:
mercoledì 7 aprile 2010 alle 23:15
Anche i chirurghi quando operano si coprono il capo.
Perché il velo sarebbe “un ricettacolo di germi” e le camicie e i pantaloni no?
perchè il velo “svolazza”, così come svolazzerebbe una cravatta.
difatti non trovo igienico nemmeno il velo delle suore cattoliche negli ospedali, se fanno le infermiere.
le cuffiette sono monouso e sterili, un pezzo di tessuno che se la viaggia per qualche giorno quando non settimane, no.
Kaworu risponde:
giovedì 8 aprile 2010 alle 15:46
No, è fissato intorno al capo e ai capelli.
Infatti ci sono i fermacravatte.
Qui siamo nella valutazione soggettiva. Stai implicando che le suore cattoliche si cambiano e che si lavano il velo meno di frequente di quanto si vambino o lavino le camicie o le gonne o le calze o i camici.
Per restare nell’oggettivo si dovrebbe citare una ricerca che spieghi perché e come il velo sulla testa sia più esposto ad agenti batterici o inquinanti degli altri capi di abbigliamento regolarmente usati negli ospedali.
Quindi per te il velo è da proibire negli ospedali perché ritieni che chi lo indossa non lo cambi e non lo lavi che dopo settimane d’uso.
Ma la stessa cosa si può dire delle camicie, dei camici, dei pantaloni ecc. ecc. Perché sospetti tanto quel preciso capo d’abbigliamento? Io ci vedo solo il partito preso.
Con la piccola differenza Alessandro che sarebbe un bel problema andare in giro senza pantaloni, mentre per quanto riguardo il velo, beh non penso che una suora senza il velo si senta mancare l’ossigeno. Non è indispensabile, quindi se si può eliminare in ospedale un ricettacolo di germi lo si fa. La suorina il velo poi lo potrà portare tutto il resto della giornata dove più gli pare, in chiesa al supermercato al gabinetto, non è un problema, ma in ospedale la priorità è la sicurezza e l’igene, non la religione. Per il resto la suora potrà stare tranquilla, non gli chiederò mai di andare in giro anche senza gonna… bleah… mi si è fermata la digestione.. 🙂
Simone risponde:
giovedì 8 aprile 2010 alle 21:40
Al contrario, non solo non è un ricettacolo di germi, ma evita la caduta di capelli, di polvere, di forfora ecc. dalla testa e quindi espleta la stessa funzione della cuffia che i chirurghi devono usare (e anche i rivenditori di generi alimentari sfusi).
Il problema religioso lo stanno innalzando proprio gli antireligiosi, e non a favore, ma a scapito della migliore pratica sanitaria e igienica.
alec scrive:
7 aprile 2010 alle 20:43
Non infrange il divieto di non «indossare qualunque tipo di oggetto che possa essere afferrato, collane comprese».
Un conto è una cuffia (o una camice) STERILIZZATA che si indossa perchè forfora e capelli non cadano nelle ferite aperte. Un conto è una velo che nella migliore delle ipotesi è stato lavato la sera prima (vorrai dargli il tempo di asciugare) indossato tutto il giorno sia dentro che fuori l’ospedale ed è stato a contatto tutto il giorno con sudore, sebo cutaneo, inquinamento, polvere, ecc.
Oltretutto il velo può essere tranquillamente afferrato.
E’ vero che il velo può essere tranquillamente afferrato (anche se con conseguenze forse diverse dalle collane: il velo si scioglie o sfila forse più facilmente, mentre l’afferrare una catena comporta la possibilità di strangolamento o d’atterramento di chi la indossa). Detto questo, nulla vieta che un velo islamico possa essere sterilizzato tanto quanto il vestiario di un chirurgo. Basterebbe consentire l’utilizzo di veli non personali, ma in dotazione alla struttura sanitaria e sottoposti alle stesse misure di profilassi di camici e mascherine.
Painkiller risponde:
giovedì 8 aprile 2010 alle 10:24
Rileggi la motivazione della proibizione: il punto non è l’igiene, ma la possibilità di essere afferrato o di impigliarsi. Se le cuffie e i camici possono essere sterilizzati, perché non lo possono essere i veli per la testa?
Come pure il camice e la cuffia. Il camice e la cuffia possono essere cambiati durante la giornata? Ma anche il velo. Altro arrampicamento sugli specchi?
Come anche la camicia, il camice, i capelli ecc.
Dai, su, dimmi qualcosa di razionale e che non puzzi di preconcetto antireligioso.
Sarei curioso di sapere quale sarebbe stato il pronunciamento del tribunale se la questione avesse riguardato un velo islamico. Nonostante anche quello si possa senza dubbio “afferrare” sono abbastanza certo che una scappatoia la si sarebbe trovata, giacché diversamente sarebbe scoppiato un putiferio, con annesse accuse (c r e t i n e) di r a z z i s m o.
#Aldo# scrive:
7 aprile 2010 alle 20:48
E si possono afferrare anche le camicie e i capelli. Tutti a torso nudo e rasati, quindi.
Il punto, in questo caso, non è questo. Il punto è che le motivazioni valide per una sentenza devono essere valide anche per tutti gli altri casi dello stesso tipo, se no si può ragionevolmente ritenere di trovarsi fronte all’arbitrio più totale. Se QUELL’oggetto non può essere indossato perché afferrabile, io vorrei sapere se anche ALTRI oggetti altrettanto afferrabili possono o non possono essere indossati nell’ospedale in questione. Se emergesse una contraddizione (e, ripeto, vista l’incazzosità degli islamici credo proprio che emergerebbe) sarebbe evidente che la legge non è uguale per tutti, ammesso che lo sia mai stata. Anche il fatto che anche i camici possano essere afferrati, strattonati, ritorti, usati per strozzare o soffocare contribuisce a instillare il sospetto che la scelta del tribunale possa essere stata dettata da qualche ragione diversa da quella dichiarata — quale? C’è qualcosa di strano, in questa storia.
infatti tendenzialmente chi lavora in ospedale i capelli li porta raccolti.
una camicia comunque è diversa da qualcosa che sta intorno al collo e che strappandosi o stringendosi può ferire anche gravemente una persona. ma anche degli orecchini eh, a strapparli non si sente bene.
non capisco dove vuoi arrivare…
Vuole arrivare a sostenere quello che ha già sostenuto più volte su questo sito, assieme ad altri che la pensano come lui: che l’islam è una religione privilegiata, che noi dell’UAAR siamo tanto cattivi con i cattolici ma non ci attentiamo a prendercela con i musulmani, etc.
Io e Alessandro S. abbiamo tentato, poco più sopra, di spiegare la ratio del provvedimento, individuando possibili motivazioni di una (ipotetica!) eccezione riconosciuta per il velo islamico. Ma #Aldo# preferisce rispondere buttandola sulla discriminazione pro-islamici.
Ulv, se vuoi possiamo girare la questione e parlare anche del velo delle suore. A me piacerebbe che ogni tanto si mettessero da parte gli schieramenti protocalcistici e si provasse ad affrontare le cose con raziocinante distacco.
#Aldo# risponde:
giovedì 8 aprile 2010 alle 20:16
Smettila di far finta di non capire. Non ce ne frega niente del velo delle suore o delle musulmane in questo dibattito. Non è in proibizione di un tale velo che si è pronunciato il giudice inglese della notizia. Il pronunciamento è contro l’ostentazione di un crocifisso appeso ad una catenella al collo per ragioni che non hanno a che vedere con la religione, ma con il regolamento interno ospedaliero motivato da ragioni di sicurezza.
No, no, Alessandro, ho capito benissimo. Te lo dico da ateo: comincio a credere che chi paventa un’azione combinata contro la chiesa cattolica possa non avere tutti i torti — prese di posizione unidirezionali iniziano ad essere un po’ tantine. Intendiamoci, non è che mi spiaccia vedere la chiesa cattolica alle corde, ma non vorrei che la sua caduta portasse all’emersione di qualcosa di ancor peggiore. Se questo ti inquieta mi spiace, ma il dubbio prescinde dal tuo dispiacere.
Caro #Aldo#, sarò molto breve. L’affrontare le cose con raziociante distacco è quello che pensavo di aver fatto (e ne sono ancora convinto, se per questo…). Ho cercato di interpretare la ratio completamente pratica del regolamento ospedaliero e l’ho applicata ai due casi del velo islamico e del crocefisso. Con risultati diversi. E ho pure messo dei dubitativi, per sollecitare un confronto! Purtroppo il confronto non è arrivato. Non ti sei degnato di rispondermi nel merito, sostendendo perché il velo dovrebbe essere considerato oggetto improprio o, viceversa, il crocefisso dovrebbe essere ammesso, magari a certe condizioni. No, ti sei limitato a insinuare il pregiudizio ideologico del tuo interlocutore. Facile in questo modo prestare il fianco ad attacchi dello stesso tipo!
Insomma, ho letto spesso commenti, da parte tua, sulla falsariga di quelli postati qui. E ogni volta ipotizzavi attacchi discriminatori ai cristiani e la crescita del pericolo di un totalitarismo islamico. In entrambi i casi fai ciò senza motivare adeguatamente le tue posizioni. Capirai bene che, in tali circostanze, quello pieno di pregiudizi sembri essere tu. Ciao.
Avrebbe fatto bene ad accettare il compromesso con l’azienda, invece il puntarsi ostinatamente per questioni di principio cristiano gli ha fatto perdere la santa causa ma non la faranno santa ugualmente, anzi, diranno: ecco un’altra fedele che si immola per noi, contenta lei!
I Vescovi anglicani, avanti di questo passo, non saranno più credibili agli occhi degli inglesi, e poi si sono superate le 12000 firme per impedire al papa di pesare inutilmente sulle tasche dei cittadini inglesi con la sua visita inopportuna (forse sono anche più di 13000 le firme).
Cara infermiera Chaplin, sono le vostre leggi divine e quelle del vaticano che contrastano con le varie Costituzioni laiche Europee, quindi sono eversive e minano alla radice il rispetto per i diritti umani che il vostro B16 non ha sottoscritto all’ONU, come non ha voluto la depenalizzazione del reato di omnosessualità, cioè, volendo che si contioui a perseguitarla e torturarla.
Non è la legge contro il cristianesimo, ma sono i più fondamentalisti catto-talebbani ad essere illiberalmente eversivi e pericolosi per la democrazia, il suo caso, cara infermiera ne è un esempio, anche se al momento non risulta proprio armata di crocifisso per darlo in testa ai giudici, ma se potesse senza subirne le conseguenze, lo farebbe, ne sono certo perchè l’avete nel sangue infettato dal fanatismo incoraggiato dalla ccar, anche se poi vi manda sul fronte e ne prende anche le diostanze se voi fedeli arrivaste ad essere violenti.
Ma non è una questione di principio cristiano, ma personale, perché comunque la maggior parte dei credenti che conosco non portano alcuna croce addosso, come se fosse un amuleto magico. Diciamo è più una questione di superstizione privata.
che semola
mi sembra come quel giudice che si rifiutava di fare il suo lavoro nelle aule col crocifisso, anche se NON C’ERA il crocifisso! (ghettizzazione…)
caro fritz, quel giudice si chiama Luigi Tosti ed è improprio il paragone che hai fatto con la Chaplin, perchè la stessa Cassazione gli ha dato ragione e non era la sua una battaglia religiosa ma laica, come giustamente il giudice inglese ha dato torto all’infermiera per una questione di rispetto della legge.
tu fritz non riesci a fare paragoni più intelligenti?
per esempio, perchè non paragoni allora il fanatismo della Chaplin con il ricorso del governo Italiano contro la CEDU sui crocifissi? Non ci hai pensato?
si tratta in entrambi i casi di persone che non hanno paura a esporsi a figure di mer.. per motivi ideologici!
Devo anche dire che MENO MALE che un pagliaccio come il tosti non faccia processi…
purtroppo però una giullare come quella tipa continuerà a fare l’infermiera, magari da un’altra parte.
Caro fritz, ti richiamo, per favore, al rispetto del giudice Tosti, Grazie!
Ricordate: don’t feed the troll!
mah! non mi sembra che sia un regolamento particolarmente anticristiano, come vuol far credere qualche gonnellone e quest’infermiera.
Se il regolamento dell’ospedale vieta di portare al collo oggetti afferrabili, per ragioni pratiche immagino, uno non porta la collanina, non ce ne sono di storie.
Hai ragione Ciccio, questa infermiera ha interpretato la sentenza del giudice come una violazione dei dirtti dei cristiani, più che ragionare sui pericoli che si corre nell’avere al collo tali simbili religiosi (di morte=crocifisso).
POPPER risponde:
giovedì 8 aprile 2010 alle 1:09
Che poi portare il crocifisso al collo non è in’ingiunzione della dottrina cristiana.
E’ un discorso assurdo.
@ fritz
Beppe.. posa il fiasco.
Che orribile manipolazione voler far credere che sia una sentenza contro la religione, se su quella catenella ci fosse stato un qualunque ciondolo invece del crocifisso (o anche nessun ciondolo) le sarebbe stato comunque chiesto di rimuoverla.
in realtà qui si rimarca che il crocifisso non è una buona ragione per scavalcare le norme.
in pratica se si fosse tatuata il crocifisso in fronte nessuno le avrebbe detto niente. poteva fare così.
può sempre cucirla al camice o tatuarsela in fronte.
Irrispettoso tenerlo in tasca? Permalosetto quell’uomo dalle braccia spalancate…
Zago scrive:
8 aprile 2010 alle 9:18
Un vero cristiano, ossia un verace compartecipe della sofferenza del cristo crocefisso, se lo farebbe marchiare sulla fronte a fuoco!
Che lagna. Ma una spilletta a forma di croce sul collettino dell’uniforme, no? Troppo facile? Meglio continuare a fare la vittima e creare l’ennesimo caso di “attacco” al cristianesimo, anche quando è evidente che il problema non è la croce ma la catenina a cui è appesa! E sono andati in tribunale??
I miei figli sono tutti sotto i 10 anni, e quando litigano lo fanno per ragioni più serie.
@ Alessandro S.
Non ci giurerei. Come tutte le generalizzazioni, è falsa sotto diversi punti di vista. Cosa ci vedi di razionale nella religione pagana, nella verginità delle vestali, nei misteri dei riti propiziatori, degli oracoli, nella mitologia pagana ecc.?
Alessandro, abbi pazienza e non ti offendere ma tu non puoi giudicare senza avere il senzo della cronologia degli avvenimenti. Primo, si parla comunque e sempre di secoli e secoli addietro e secondo se conoscessi il pensiero in toto dell’Antica Roma, sapresti che davanti ad ogni scoperta, a differenza del cristianesimo, questa non solo non veniva demonizzata ma si cercava di comprenderla, e se ritenuta valida, di adattarla alle esigenze dell’impero. Lo chiami poco? Il mondo Anglosassone si è evoluto grazie a questa mentalità: io ho il potere tu l’intelligenza. Lavora per me che ti pago quello che vuoi. In Inghilterra Galileo, non avrebbe rischiato il rogo e neanche nell’antica Roma se avesse mostrato loro un cannocchiale e gli avesse spiegato il funzionamento. vedere le stelle ed un esercito nemico a distanza? Avrebbero continuato a credere agli dei ma a lui avrebbero fatto un monumento.
Quoto ogni parola.
@AlessandroS
Scusa stai scherzando? Un ospedale dovrebbe buttare via soldi per oggetti del tutto inutili come i burqa sterili? Non solo non servono ma penzolando possono finire DENTRO alle ferite in camera operatoria, il fatto che NON siano aderenti inoltri li predispone a facilitare il contatto con lo sporco, ecc.
Io non credo che un’ospedale debba fare concessioni alle proprie regole sanitarie solo per fare dare retta alle paturnie religiose di qualcuno.
Cos’è la prossima il turbante sterile usa e getta a spese dell’ospedale per i Sik? Il pugnale rituale sterile per i seguaci del Vodoo?
Le regole di un ospedale devono avere in mente solo un obbiettivo: garantire la massima sicurezza al paziente. Sprecare soldi per seguire le paturnie di qualche dipendente in fatto di religione significa sottrarre quei fondi alle cure dei pazienti.
La cattolica vuole il crocicchio al collo in barba alle regole? Se ne vada a lavorare altrove
La mussulmana vuole il suo tendone da circo in testa? Se ne vada a lavorare altrove
Ecc
Ecc
Ti prego non mi citare gli ospedali dei paesi mussulmani con le infermiere burqate\velate…. visto che appena hanno2 soldi da quei paesi vengono in Europa o USA a farsi curare.
@Emi
Ai cristiani piace sentirsi vittime del mondo cattivo e ritenendosi esseri superiori pensano che per loro le regole del mondo civile non valgano per loro….
Painkiller scrive:
8 aprile 2010 alle 17:03
@AlessandroS
Scusa stai scherzando? Un ospedale dovrebbe buttare via soldi per oggetti del tutto inutili come i burqa sterili?
Dove l’ho scritto?
Non volano via neanche nelle più violente tempeste nel deserto. E, al contrario di quello che scrivi, contribuiscono a trattenere la sporcizia che può cadere dalla testa sui pazienti, e quindi sono tanto utili quanto le cuffiette che indossano i chirurghi e persino i venditori di generli alimentari sfusi.
Infatti SONO aderenti!
E per questo il velo sulla testa dovrebbe non solo non essere proibito, ma dovrebbe essere obbligatorio per tutto il personale ospedaliero.
Tralascio volontariamente tutto il veleno sputato con irrazionale vituperio contro qualcosa per te puzzi di religioso. Rilassati.
Aderente e igenico? Ma ne hai mai visto uno o devi solo difendere a spada tratta l’islam?
Aderentissimo, igenico e ben fissato (chador): http://mayarooz.com/f/PROJECTS/Enlarge/chador_enlarge.jpg
In questa versione (niqab): http://www.salaficlothing.com/images/chador_head.JPG
Quest’altra poi (burqa): http://danedegenhardt.files.wordpress.com/2009/03/burqa_afghanistan_01.jpg
Questo (hijab) è il tipo di velo più aderente: http://indyeahforever.files.wordpress.com/2009/07/hijab.jpg
Tu ritieni che quanto riportato qui sopra si più igenico di questo? http://www.sicopchirurgia.it/user/documents/image/workshop_Reggio_Calabria.jpg
Prima di accusare di fanatismo chi parla conoscendo il soggetto fatti almeno una ricerca in google per capire come sono fatti gli oggetti di cui parli. Le parti inferiori PENDONO evidentemente finendo dentro a pentole e fornelli (numerosissime le morti per incidente domestico di questo tipo in MO) figurati dentro ad una ferita. Per volar via durante le tempeste del deserto volano eccome…. come tutti i copricapi (ma hai mai visto uno di questi cosi dal vivo?).
NOn sò se ti rendi conto che il tuo terzomondismo pro islamico a tutti costi ti porta a dire delle vere e proprie bestialità.
Per cortesia fà finta di informarti prima di parlare e renditi conto di quanto sia IRRAZIONALE negare l’evidenza (il velo è aderente!) quando ci sono milioni di prove documentarie del contrario…. basta guardarsi in giro per strada per rendersi conto della cosa.
Francamente per me non è una questione religiosa, non può importarmi di meno se il medico\infermiera crede in X o in Y, ma che indossi un’abbigliamento non idoneo ad una camera sterile mi interessa eccome. Il velo non è aderente e può finire nelle ferite (anche lo Hijab), inoltre può tranquillamente finire a contatto con superfici sporche (con maggiori probabilità rispetto ad una cuffietta). In più, lo ripeto, o l’ospedale paga alle mussulmane il velo usa & getta da usare solo in camera operatoria oppure facciamo entrare in sala sterile qualcuno che indossa abiti non sterili.
Tralascio volontariamente tutto il veleno sputato con irrazionale vituperio contro qualcosa che per te puzzi di critica razionale alla religione, specialmente se contro quella musulmana.
questo caso dimostra una volta di più che i cristiani si tendono letteralmente a credersi al di sopra di ogni legge e in quanto tali sono potenzialmente pericolosi per l’ordinata e pacifica convivenza sociale, anche se non tutti arrivano a questi estremi, non si può mai sapere se e quando ci arriveranno.
volevo ovviamente scrivere “tendono a credersi”
Quindi il cruccio di questa tizia NON è portare al collo un simbolo religioso… è farlo vedere.
Si faccia un tatuaggio 😆
Chaplin ha commentato la notizia sostenendo che la legge “non sembra essere dalla parte del cristianesimo”.
qualcuno gli ha spiegato che lavora in un ospedale e non in una chiesa?
dan scrive:
8 aprile 2010 alle 19:52
Ma soprattutto gli dovrebbero spiegare che vive in uno stato democratico laico e non in una teocrazia confessionalista.
Per fortuna almeno la legge inglese non è dalla parte del cristianesimo nè di nessun’altra religione.
Appunto Riccardo, non dovrebbe lo stato inglese essere laico?
“Chaplin ha commentato la notizia sostenendo che la legge “non sembra essere dalla parte del cristianesimo”.”
E dove sta scritto che la legge deve essere dalla parte del cristianesimo? Ma siamo matti?!