La prima somministrazione non sperimentale di una pillola RU486 ha avuto luogo oggi presso il policlinico di Bari. Il trattamento è stato avviato in regime di ricovero ordinario su una donna di 25 anni.
AGGIORNAMENTO. La donna, che si è dichiarata cattolica, ha lasciato l’ospedale in serata firmando per interrompere la degenza e tornarsene a casa.
RU486: la prima volta a Bari
59 commenti
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Mi chiedo perchè questa debba essere una notizia…
È la conclusione di una vicenda che ha fatto tanto discutere e che aveva a che fare con la laicità nelle istituzioni. Eri al bar?
Secondo me e’ solo l’inizio….
Non è che non l’ho sentita, è che non dovrebbe essere una notizia…
Trattamento?
E qual’è la patologia?
La gravidanza?
Bene! Diremo ai bambini che nasceranno che sono causa di una patologia della loro madre?
O che potevano esserlo, in taluni casi?
Volete fare veramente ciò di cui vi vantate:
usare la Ragione con la “R” maiuscola?
forse non hai ben presente che cosa comporta a livello psichico (ma volendo, pure fisico. mica va sempre tutto come nei cartoni disney) per una donna l’essere costretta a portare a termine una gravidanza non voluta.
felice di sapere che il vento fischia tra le tue orecchie.
Secondo quanto pubblicato dai giornali la donna avrebbe seriamente rischiato la propria salute se avesse proseguito la gravidanza.
L’aborto era dunque l’unica, certo soffertissima, possibilità.
Se ha potuto praticarlo senza dover ricorrere a un intervento così invasivo, tanto meglio.
Ma tant’è, ci sono persone che a questi pur semplici ragionamenti non arrivano.
Se prima di scrivere a vanvera ti fossi documentato, sapresti che nel caso in questione, portare avanti la gravidanza avrebbe comportato un grosso rischio per la vita della madre… quindi, utilizzando la R, evitiamo sempre di dare giudizi sui comportamenti degli altri!
anch’io quando ho letto questo articolo sul giornale ho pensato la stessa cosa e cioè che in un paese normale questo fatto non sarebbe una notizia, priva di qualsiasi interesse scientifico e sanitario.
Infatti; in un paese normale.
e quanti mesi aveva il bambino?
bisogna essere sotto alle sette settimane per poter utilizzare la RU-486.
quindi non c’era nessun bambino.
Hai sbagliato a postare qui, la notizia del bambino violentato dal Vescovo norvegese era due post precedenti, e comunque non mi sembra che l’età veniva detta.
Ciao a tutti
Quale bambino?
Infatti. Quale bambino?
La “prima”… hanno già detto che si tratta della centronovantesima e passa solo in Puglia quando è iniziata la sperimentazione
la prima non sperimentale.
L’ho capito, ma voglio semplicemente dire che non c’è nulla di tanto eclatante da meritare una notizia
no certo, ma qui in burund… ops, in italia certe cose purtroppo sono “fantascienza che si realizza”.
Ma guarda se uno deve rallegrarsi per queste cose… Grazie alla chiesa.
Appunto!Tutt Europa ci ride dietro.In Francia è in uso da 22 anni!!!!!!!!
Al Tg il ginecologo del Policlinico di Bari oggi ha detto che fintanto che era in via sperimentale era somministrata in day hospital,ma da oggi in poi c’è il ricovero obbligatorio.
Nessuno può trattenere un paziente in ospedale contro la sua volontà.
Non appena le donne capiranno che basta firmare un modulo per uscire, il ricovero diventerà solo un ricordo burocratico.
@AndreA
Credo che nessuno si rallegri per un aborto, la soddisfazione è dovuta alla possibilità che la donna ha di poter decidere se portare o no a termine la sua gravidanza.
Uno stato dovrebbe fornire tutti gli strumenti (economici, culturali ) per agevolare la scelta della maternità, fatto questo, la donna e solo ed esclusivamente lei, deve decidere se portarla a termine oppure no, nei modi meno invasivi e traumatici anche dal punto di vista pscicologico.
La maggior parte dei cattotalebani è convinta che la politica proibizionista di stampo cattolico riduca gli abortii terapeutici. Questo è profondamente sbagliato. Basta volgere lo sguardo ia paesi dell’europa civilizzata (nord europa): più laicità, più cultura, più educazione sessuale e meno ingerenze da parte degli stregoni d’oltre tevere, riducono gli aborti (se sbaglio correggetemi) e traumi a donne sempre più colpevolizzate da talebani italici.
Secondo me gli interessa di più mantenere il business degli aborti clandestini fatti negli studi e nelle cliniche private di sedicenti obiettori di coscienza.
“La maggior parte dei cattotalebani è convinta che la politica proibizionista di stampo cattolico riduca gli abortii terapeutici”
Secondo me la maggior parte dei cattotalebani è azionista delle famose cliniche private di cui sopra
Concordo su tutto tranne su quel “più cultura” che è solo un fantasma, la tipica idealizzazione degli europei del Sud nei confronti di quelli del Nord.
Più libertà, certamente, ma cultura davvero pochina…
“Più libertà, certamente, ma cultura davvero pochina…”
Beh, dopotutto cultura é anche questo: libertà.
Fidati, non è tutto oro quello che luccica…
Certo, avere più libertà di scelta aiuta sempre.
un farmaco in uso in altri paesi d’europa da più di 20 anni è stato oggetto di una sceneggiata di proporzioni galattiche in un stato piccolo piccolo. bah
Che tristezza, vero Daniela? Spero solo che le foto di quei quattro gatti di manifestanti davanti all’ospedale di Bari, pubblicate su “Repubblica” non vengano viste all’estero.
ma scandaloso il Tg5…in sequenza
1) notizia sulla prima interruzione con RU486 della ragazza di Bari
2) notizia sull’abbandono di un bimbo che è poi morto
3) notizia sulle ruote nei conventi
questo non è un diktat del Vaticano ..nooooo è casuale
si può vederlo come un “se la donna avesse usato la pillola (quella normale, quella del giorno dopo o pure questa), quel bambino non sarebbe stato abbandonato, quindi non ci sarebbe bisogno di strumenti medievali come la ruota nel convento” 😉
ovvio che il messaggio che si voleva far passare non era questo
@ moreno83
“…non c’è nulla di tanto eclatante da meritare una notizia”
Dopo tutto l’ostruzionismo che c’é stato e continua ad esserci delle gerarchie ecclesiastiche e dei politici loro asserviti (ultimi nell’ordine i neoeletti governatori leghisti in Lombardia e Veneto) non ti pare che la cosa meriti una (buona) notizia?
Ghasp-arri, in merito ha detto che “troppa gente parla per ignoranza delle procedure della Ru486 o per essere alla moda”…
Ghasp-arri eh, mica il due di picche!
Dici niente.
La Puglia dimostra di essere più evoluta del Veneto, almeno nella RU486, ma è tutta politica.
OT: Chi si vuole fare 4 risate consiglio “Porta a Porta” che sprecherà i nostri soldi in un servizio veramente utile alla comunità…..”Il Diavolo Per Mestiere”
No ti prego, fammi vedere la Santa Messa su rai uno ma vespa noooooo!!!!!!!
Odifreddi va bene che sei in minoranza ma puoi anche essere un pò più aggressivo…
vai con il sondaggio….
Il dott.Nicola Blasi, della prima clinica ostetrica del Policlinico: ‘dopo la somministrazione dell’Ru486 – ha spiegato il medico – e’ libera di farlo, mette una firma e va via. Noi non la possiamo trattenere. Deve pero’ tornare dopo 48 ore per la somministrazione del medicinale per completare il ciclo terapeutico’
Questo è il giusto rispetto del medico e costituzionale verso la donna che fa richiesta della pillola, non l’aggredirla verbalmente con il dirle “assassina”. Si deve rispetto a chi ne fa richiesta e non trattenerla più del dovuto in ospedale contro la sua volontà in nome dei valori cristiani, come in nome di una religione di stato che non è Costituzionale ed è allo stesso tempo violazione dei diritti umani non negoziabili.
Adesso la CEDU ha dichiarato la legge 40 sulla fecondazione assistita una violazione dei dirtti umani, ci si aspetta una valanga di ricorsi contro la legge e già le associazioni interessate sono in fila per fare ricorso.
La vedo grigia per il governo clerico-fascista e i neoleletti catto-talebani, ma solo di facciata.
“Adesso la CEDU ha dichiarato la legge 40 sulla fecondazione assistita una violazione dei dirtti umani”
Bene, era ora…
BARI – Una bottiglietta d’acqua appena aperta. Tre pillole appena buttate giù. Sara è una donna sicura: non la tradiscono gli sguardi tristi che scambia con suo marito, che è voluto stare tutto il tempo con lei. Non la tradisce il viso stanco, le mani che si accavallano. Rimane sicura per tutto il tempo, jeans, camicia bianca e un maglioncino blu dove si appoggiano capelli rossi ordinati. Come ordinate sono le sue parole. Sara ha appena assunto la prima Ru486 commercializzata in Italia.
Come mai è arrivata a questa decisione?
“Non avevo alternative, avrei messo a rischio la mia vita. Non posso portare a termine la gravidanza, poco fa ho subito un intervento all’utero e già una volta ho perso un figlio al quinto mese per un aborto spontaneo. So cosa vuol dire, non è facile rinunciare alla maternità”.
Ha già avuto altri figli?
“Sì, sono madre e questo rende tutto più doloroso. Se avessi potuto avrei tenuto anche questo bambino, ma proprio non posso. Avere un figlio è comunque una esperienza bellissima che auguro a tutte le donne. Abortire, a prescindere dalle motivazione, è la cosa più difficile che abbia mai fatto”.
Perché ha scelto la pillola abortiva?
“Ne avevo sentito parlare, ma ero poco informata. Poi quando mi sono ritrovata a vivere questa situazione sulla mia pelle, ho iniziato ad indagare e tramite alcune conoscenze sono arrivata a Bari e alla clinica del dottor Nicola Blasi”.
Ha scelto subito la Ru486?
“Sì. Sarei stata disposta ad andare ovunque, con mio marito saremmo arrivati in Francia pur di non tornare in sala operatoria. Non volevo i ferri, non volevo l’anestesia”.
E’ spaventata?
“No, non ho paura, la pillola non mi spaventa, l’aborto chirurgico invece sì. Ho scelto il metodo meno invasivo e problematico per me. Davvero sono molto serena, così almeno non sono costretta ad ulteriori sofferenze”.
Sa che la legge prevede il ricovero per la somministrazione della pillola?
“Sì, ma una donna può firmare e lasciare l’ospedale. Io non voglio essere ricoverata, ho preso le tre pillole e vado via. Ritornerò a distanza di 48 ore in clinica. Non capisco perché se rilasciano una donna subito dopo l’aborto chirurgico, chi prende la Ru non può andare via. Perché bloccarla in ospedale per tre giorni? Non ha senso”.
Ha sentito tutte le polemiche a questo proposito?
“Sì le ho sentite. Ogni donna deve decidere per la sua vita, poi ognuno è libero di avere opinioni differenti. La chiesa e la politica dovrebbero tacere, soprattutto gli uomini. Vorrei che una gravidanza potesse capitare a loro, così ci penserebbero meglio prima di parlare”.
Immaginava tanto clamore in questa giornata?
“Sinceramente no, non me lo aspettavo, è capitato che le mie settimane di gestazione coincidessero con questo momento, ma se lo avessi saputo in anticipo, non sarei venuta qui. Decidere di interrompere una gravidanza, in un momento in cui è sempre più difficile avere figli, è una scelta difficile e combattuta”.
E’ cattolica?
“Sì, sono cattolica. Ma non sento che, per questo mio gesto, il Signore mi vorrà meno bene”.
Non capisco perché nell’ intervista non le abbiano posto una semplice ulteriore domanda: dal momento che lei è cattolica, come mai ha avuto rapporti sessuali pur sapendo di non poter avere figli?
Ernesta cara, se i cattolici si facessero una seria analisi comportamentamentale, assumendosi il coraggio della coerenza (non pretendo al 100% e neanche al 70%) di battezzati ne resterebbero ben pochi……………..
Perché ha fatto quel che le ha fatto comodo, a prescindere dai dettati vaticani.
Come tutti i cattolici, a partire dai preti.
il cattolicesimo è per gli italiani (e non solo), una religione à la carte.
così come dal menu scegli i piatti che ti piacciono, stessa cosa vale per il cattolicesimo.
purtroppo essendo di solito pesantemente ignoranti riguardo la loro stessa religione (vorrei tanto sapere quanti italiani leggono o hanno letto la bibbia, dato che in questo paese di libri se ne leggono già molto pochi…), non sanno nemmeno di compiere dei peccati “mortali” o comunque di essere in palese contraddizione.
malafede o una caterva di meccanismi di difesa? a volte me lo domando.
malafede sicuramente, penso che tutti sappiano che la chiesa ha il pallino del sesso finalizzato esclusivamente alla procreazione, bisognerebbe allora indagare se la signora ha contravvenuto solo a questo articolo, oppure se ha peccato anche nell’utilizzare un anticoncezionale che poi ha fallito il suo compito. Vabbè non voglio infierire sulla signora che sicuramente non avrà vissuto a cuor leggero la sua IVG
“Non capisco perché nell’ intervista non le abbiano posto una semplice ulteriore domanda: dal momento che lei è cattolica, come mai ha avuto rapporti sessuali pur sapendo di non poter avere figli?”
forse perché anche i cattolici hanno impulsi e bisogni affettivo-sessuali? forse perché la donna in questione non ha un temperamento ascetico?
in questo caso neanche a dire che si sarebbe potuta sottoporre a legatura delle tube, sempre che gliela concedessero (perché molti ospedali proprio per via dei principi cattolici non la praticano) in quanto mi pare di capire che sia una donna terrorizzata dall’idea di subire ulteriori interventi chirurgici.
ma che domanda e’? magari avra’ usato un contraccettivo che ha fallito….
Ho mandato a LaStampa questa lettera,
che finora non è stata pubblicata
Leggo oggi la lettera di chi usa l’aborto
come se fosse un anticoncezionale.
Tutti parlano di anginare il fenomeno,
ma mai nessuno di prevenirlo.
Sarebbe come dicutere della liceità
di un farmaco contro i malanni,
scordando di indossare un cappotto
in gennaio.
Quanto ad educazione sassuale, avevo
studiato scienze al Liceo Classico, e mi
sono stati descitti tutti gli apparati di
cui siamo fatti, escluso, ovviamente,
il riproduttivo.
E, si badi bene, avevamo circa 18 anni.
Non esiste pubblicità agli anticoncezionali,
o ad altri metodi per evitare la formazione
di embrioni indesiderati,
Se non vogliamo turbare i bambini, che sia
fatta dalla RAI dopo le 22.
Sottoscrivo, se l’aborto non è una cosa bella, e non lo è, perchè quando mettono un distributore di preservativi in un liceo si grida allo scandalo? Perchè si evita accuratamente di fare prevenzione attraverso l’informazione sulle pratiche anticoncezionali?
Perchè il raziocinio non é certo di casa in italietta.
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/04/08/news/ru486_intervista-3188787/
quanto ci vorrà prima che venga emessa una circolare, un decreto, una bolla papale che impone il TSO alle donne che cercan di uscire dall’ospedale firmando dopo aver assunto la Ru486???
temo che tra una settimana o poco più se ne usciranno con una porcata del genere…
Kaworu
“il cattolicesimo è per gli italiani (e non solo), una religione à la carte…”
Una delle migliori definizioni del cattolicesimo che abbia mai letto. 🙂
Ma la cosa più interessante da chiedersi, in tutto questo, è perché mai una che ha appena abortito (e che ha anche scelto di esporsi pubblicamente con il racconto di aver abortito) debba tenerci tanto a mette subito le mani avanti per precisare di essere cattolica.
Capisco che non sia esclusivamente farina del suo sacco e che il giornalista squalo possa averci messo del suo, ma perché non eludere quella domanda? Che motivo c’era di mettere in evidenza quel punto?
Io francamente, al posto suo, avrei risposto: “Le mie convinzioni religiose sono una cosa privata, e non hanno niente a che fare con la notizia di oggi”, punto e finita lì.
Invece no, è considerato opportuno dichararsi cattolici, anche quando si sta rivendicando il diritto a fare una scelta fortemente condannata dalla chiesa. Ma che razza di sottinteso ha, una cosa del genere, secondo voi?
– una rivendicazione di indipendenza e di elasticità come cattolica?
(sul genere: “guardate, sono cattolica ma sono anche disposta ad accettare l’aborto, quindi non non è poi così vero che noi cattolici siamo tutti bigotti e incapaci di pensare con la nostra testa, esistono anche cattolici che non obbediscono ciecamente ai preti!”…)
– oppure, peggio ancora, una ricerca di legittimazione morale in genere, per giustificarsi socialmente dell’ “aver fatto qualcosa di brutto”?
(del tipo: “sì, è vero, ho abortito, ma mica per quello penserete che io sia una poco di buono: sono cattolica, quindi è la prova che sono una brava persona!”)
Quale delle due è più deprimente?…
Lisa
Penso che il sottinteso sia il primo dei due, ma non mi pare affatto deprimente. Anzi, sapere che ci sono cattolici (vale l’autodichiarazione) che non seguono gli astrusi diktat delle gerarchie ecclesistiche mi pare un piccolo segnale di normalità in un paese anomalo.
L’unico rischio è che parecchi cattolici “adulti” siano tali solo quando i vescovi limitano la libertà a loro, ma non quando limitano quella altrui. Vedi la differenza tra referendum sull’aborto e referendum sulla procreazione assistita: quando sono in gioco “solo” i diritti di una minoranza, aumenta la tendenza a seguire i consigli di santamadrechiesa… 🙁
Tecnicamente si chiama “fare i fr*ci cl q*lo degli altri”, non è una novità…
Lisa
Questo dimostra che le prime a cedere alla pillola-demonio sono proprio le donne cattoliche.
Per noi non è certo una sorpresa.
Secondo me, per rispondere alla tua domanda,
la donna in questione ha risposto alla domanda del giornalista per dire:
“guardate, sono cattolica ma sono anche disposta ad accettare l’aborto, quindi non non è poi così vero che noi cattolici siamo tutti bigotti e incapaci di pensare con la nostra testa, esistono anche cattolici che non obbediscono ciecamente ai preti!”
Ma anche:”Avrei voluto portare avanti la gravidanza -ho già due figli- ma non ho potuto per motivi di salute”.
Soltanto che adesso, povera lei, mi aspetto una scomunica da parte dei seguaci di prada perchè si sa, l’anonimato in questi casi dura molto poco e la chiesa ha mille tentacoli.
Scrivi:
Tecnicamente si chiama “fare i fr*ci cl q*lo degli altri”
Vero.Verissimo. E’ lo sport nazionale.
-Sebbene colorita e poco chic, questa frase di ricucciana memoria mi fa sempre molto ridere-
“AGGIORNAMENTO. La donna, che si è dichiarata cattolica, ha lasciato l’ospedale in serata firmando per interrompere la degenza e tornarsene a casa.”
Come volevasi dimostrare…