La sentenza della Corte Costituzionale sul matrimonio omosessuale (cfr. Ultimissima del 14 aprile) ha, come prevedibile, dato vita a numerosi reazioni. Le interpretazioni da darle sembrano però divergere non poco. Il circolo di cultura omosessuale Mario Mieli parla di “mezza vittoria epocale”, perché, se è vero che la Corte ha stabilito che la legislazione attuale (Costituzione e Codice civile) è riferita a coppie di sesso diverso, è anche vero che “i giudici affermano che il Parlamento deve regolamentare le unioni gay in quanto anche l’ unione omosessuale va annoverata tra le formazioni sociali finalizzate “a consentire e favorire il libero sviluppo della persona nella vita di relazione, nel contesto di una valorizzazione del modello pluralistico”” (con riferimento all’art. 2 della Costituzione). Secondo l’interpretazione datane da Avvenire, invece, “la risposta della Corte è netta ed inequivocabile: le tesi delle coppie gay non hanno nessun fondamento nella Costituzione”.
Si riporta qui integralmente il controverso passaggio della sentenza
L’art. 2 Cost. dispone che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Orbene, per formazione sociale deve intendersi ogni forma di comunità, semplice o complessa, idonea a consentire e favorire il libero sviluppo della persona nella vita di relazione, nel contesto di una valorizzazione del modello pluralistico. In tale nozione è da annoverare anche l’unione omosessuale, intesa come stabile convivenza tra due persone dello stesso sesso, cui spetta il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia, ottenendone – nei tempi, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge – il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri.
Si deve escludere, tuttavia, che l’aspirazione a tale riconoscimento – che necessariamente postula una disciplina di carattere generale, finalizzata a regolare diritti e doveri dei componenti della coppia – possa essere realizzata soltanto attraverso una equiparazione delle unioni omosessuali al matrimonio. È sufficiente l’esame, anche non esaustivo, delle legislazioni dei Paesi che finora hanno riconosciuto le unioni suddette per verificare la diversità delle scelte operate.
Ne deriva, dunque, che, nell’ambito applicativo dell’art. 2 Cost., spetta al Parlamento, nell’esercizio della sua piena discrezionalità, individuare le forme di garanzia e di riconoscimento per le unioni suddette, restando riservata alla Corte costituzionale la possibilità d’intervenire a tutela di specifiche situazioni (come è avvenuto per le convivenze more uxorio: sentenze n. 559 del 1989 e n. 404 del 1988). Può accadere, infatti, che, in relazione ad ipotesi particolari, sia riscontrabile la necessità di un trattamento omogeneo tra la condizione della coppia coniugata e quella della coppia omosessuale, trattamento che questa Corte può garantire con il controllo di ragionevolezza.
“i giudici affermano che il Parlamento deve regolamentare le unioni gay”
Allora stiamo freschi: quegli scaldapoltrone non sono stati nemmeno in grado di fare i DICO, figuriamoci le unioni omosessuali…
Purtroppo non siamo più nel periodo di massima modernità del nostro paese, quello dei referendum sul divorzio e l’aborto.
abbiamo bisogno di un ricambio tra i radicali, ormai gli storici battaglieri degli anni dei referendum ormai sono troppo vecchi e quelli nuovi non sono all’altezza dei loro predecessori(vedi capezzone).
ai gay italiani dico solo una cosa: siete spacciati. Se è il parlamento italiano a decidere l’ultima parola fate prima a rassegnarvi. Sorry!
Forse i G.L.B.T. (Gay-lesbo-bisexual-trans) dovrebbero considerare altre ipotesi, come il ricorso all’Europa e la creazione di una formazione che manca: Unione Laica Italiana, dove dovrebbero confluire tutte le formazioni laiche e per i diritti civili, il principio sempre valido è che l’unione fa la forza.
È una cosa a cui ho pensato anche io, ma con le attuali leggi elettorali creare un partito simile riuscirebbe solo a dividere i voti delle persone che vogliono uno stato laico e parità di diritti per gay & c. Vedi il caso Bresso e Cota in Piemonte, dove gli abitanti della Val Susa votando per il partito che più si opponeva alla TAV hanno fatto vincere la coalizione che più vi è favorevole.
Con leggi elettorali a doppio turno questa sarebbe una cosa buona e giusta (soprattutto se si riesce a convincere 90% di gay e lesbiche e almeno il 30% degli atei a votare, si potrebbe superare il 5% e rendersi decisivi in almeno alcuni casi). Ma con la legge attuale bisogna allearsi con qualcuno (realisticamente il centro sinistra, visti i programmi) subito ed alle politiche si finirebbe solo per essere uno dei tanti micropartiti che non superano la soglia di sbarramento del 5% rendendo di fatto nulli i voti dei suoi elettori.
Il gioco è truccato, non si può vincere. E nemmeno pareggiare.
Disclaimer: non sono socio UAAR, solo un simpatizzante, e parlo ovviamente solo a titolo personale. So che l’UAAR è indipendente da qualsiasi partito politico e penso che sia un’ottima cosa.
libero scrive:
16 aprile 2010 alle 17:31
E magari davanti a quella sigla ci puoi anche mettere: “Cultura” .
perché, se è vero che la Corte ha stabilito che la legislazione attuale (Costituzione e Codice civile) è riferita a coppie di sesso diverso….
Ma non è affatto vero! dove è scritto di grazia?
si legga ad es sul sito dei costituzionalisti italiani alla voce matrimonio omosessuale che
la ricostruzione storica del significato che il costituente attribuiva all’aggettivo “naturale” non poneva la diversità del sesso come presupposto della coppia sposata
“Anche l’art. 29, comma 1, Cost. entra in gioco: non come ostacolo
giuridico da superare, semmai come «ulteriore stimolo ad ammettere il
matrimonio omosessuale» (Corte d’Appello di Firenze). Dell’invocata
disposizione costituzionale, infatti, i giudici a quibus mettono a valore la
formulazione neutrale, la sua genealogia ricostruita attraverso una lettura
non banalizzata dei lavori in Assemblea Costituente; ne declinano
l’attributo «naturale» in senso fenomenico e non giusnaturalistico,
valorizzandone la funzione giuridica di limite alle ingerenze dello Stato
legislatore nell’autonomia familiare. Così riletto, si arriva ad escludere che
rientri nelle finalità dell’art. 29 Cost. la tutela di un modello familiare
tradizionale, peraltro da tempo oggetto di inarrestabile trasformazione nei
costumi sociali e nella stessa disciplina legislativa, anche sulla spinta di
“storiche” sentenze della Corte costituzionale (come tutti gli atti di
promovimento argomentano).
Il passaggio della sentenza riportato un po’ mi rallegra. Mi spiego meglio.
Avevo letto su un giornale che la Corte aveve escluso il matrimonio perché a dir loro i costituenti, anche se non lo aveva detto esplicitamente, intendevano il matrimonio come unione tra un uomo e una donna. Ma, avendo adesso letto la sentenza, non credo sia così.
La Corte ha detto che “si deve escludere che l’aspirazione a tale riconoscimento possa essere realizzata SOLTANTO attraverso una equiparazione delle unioni omosessuali al matrimonio”. Si possono fare le unioni civili, ma ANCHE il matrimonio, se il Parlamento decide in tal senso.
Detto tutto ciò, che mi conforta in via di principio, sono d’accordo sia con Hellspirit che con c.j.: siamo spacciati.
infatti in via di principio è ok….
se un giorno riuscissimo ad essere maggioranza…. non avremmo contro una sentenza di incostituzionalità
campa cavallo….
http://www.associazionedeicostituzionalisti.it/appuntamenti/2010/1sem/cx/100226_roma.pdf
Interessante, grazie per il link. Una delle cose che dicono è che forse sarebbe stato più sicuro fare ricorso non sostenendo che la legge attuale sul matrimonio è incostituzionale nel vietare matrimoni gay, ma bensì proponendo che già li ammette interpretandola alla luce delle mutate sensibilità sociali.
In altre parole sostenere che il matrimonio gay già esiste in Italia e vedere che ne pensa la Corte Costituzionale.
Potrebbe essere una buona idea per il prossimo ricorso.
In generale a me piacerebbe di più se si arrivasse al traguardo con una sentenza invece che con un intervento legislativo, perché così sarebbe chiaro che sposarsi è un diritto fondamentale, indipendentemente da quello che ne pensa la maggioranza dei parlamentari e degli elettori.
Posso fare una domanda agli omosessuali che frequentano il sito dell’Uaar?
Anch’io sono gay, ma abito all’estero dal 2004. La domanda è la seguente: Cosa vi spinge a rimanere in un paese che continua a discriminarvi, ad essere l’unico stato dell’intera europa occidentale a disprezzare le persone GLBT, a non garantire alcun tipo di legge, norma, regola, disciplina, nulla di nulla? Non è passata nemmeno la legge anti-omofobia, perché continuate a dare le vostre tasse ad una nazione che vi disprezza? Non intendo assolutamente creare una polemica, è solo per sapere la vostra opinione e farmi un’idea e capire se davvero il buon cibo italiano e l’ottimo clima valga la pena di farsi continuamente maltrattare. Saluti xXx
una volta finito di studiare, conto di andarmene a costruire altrove la mia vita.
non c’è niente a dir la verità che mi trattenga qui.
tanto meno il clima o il cibo, preferisco di gran lunga il freddo, la pioggia, il vento, rispetto al clima mediterraneo e altri tipi di cucina ;=)
@ Kaworu
Se te ne vai fai bene e hai il mio appoggio, per me la vita è troppo breve per buttarla via combattendo contro l’impossibile. Altri hanno detto che se non si rimane non cambieranno mai le cose. Sono d’accordo con la seconda parte di questa affermazione: Non cambieranno mai le cose. Gli omosessuali in italia potrebbero ottenere qualcosa solo se la chiesa fosse d’accordo, ma sappiamo tutti che la chiesa si opporrà sempre e in Italia è la chiesa che comanda. Io quando abitavo in Italia ero troppo infelice. Oggi sto cosi’ bene che nemmeno potete immaginare. A volte ho degli incubi quando dormo: di essere costretto a tornare in Italia, pensate un po’…
Non sono un vigliacco perché se tutti ma proprio tutti atei omosessuali agnostici gay razionalisti lesbiche laici transessuali tutti tutti tutti avessero fatto numero e si fossero realmente battuti quando abitavo ancora in Italia contro la chiesa per l’assoluta mancanza di laicità e vera democrazia senz’altro sarei restato anch’io a combattere. Ma ho notato che c’è lassismo, debolezza, frammentazioni, spesso nemmeno i gay e le lesbiche riescono a mettersi d’accordo e creano associazioni separate (!!!) cioè assurdo… i cattolici omofobi sono compatti, uniti e tanti, davvero tanti. Come si fa? Io ho fatto la scelta coraggiosa, ho incontrato innumerevoli difficoltà quando mi sono trasferito all’estero, ma ce l’ho fatta e sono fiero di me e della mia scelta. Oggi guardo all’Italia con rabbia, tristezza e abbattimento. Ma in alcuni casi devo dare ragione proprio a chi mi discrimina. Ho letto l’articolo riportato su gaywave http://www.gaywave.it/articolo/per-raiuno-gli-omosessuali-sono-destinati-all-infelicita/10877/ e sai una cosa? E’ vero, gli omosessuali in Italia sono destinati ad essere infelici. Tra pestaggi omofobia diritti negati assenza di leggi anti-omofobia e politici ottusi ignoranti e razzisti… i gay italiani sono fot-tuti.
La mia risposta e’ che mi ero trasferito, ma la crisi ha colpito altrove peggio che in Italia e per ora sono dovuto tornare. Ma rispetto e ammiro l’abnegazione dei gay che restano e lottano. Detesto invece i gay che scientemente difendono l’operato di governi e chiesa.
Perchè Rosa Parks e rimasta in USA a lottare per il diritto di sedere davanti sull’autobus invece di emigrare in paesi dove già si poteva fare? Perchè se tutti scappano, nulla cambia.
Hai ragione, ma Rosa Parks, dopo il suo gesto di non alzarsi per far sedere un bianco, fu sostenuta da tutti i neri dell’Alabama e da Martin Luther King.
Qui invece gli omosessuali non mi sembrano molto solidali tra di loro. Quando quei due ragazzi stavano facendo lo sciopero della fame, dov’erano tutti gli omosessuali italiani?
ho perso tempo fa questo idealismo. purtroppo.
straquoto painkiller
Nello scontro tra me e i gonnelloni, sono loro che se ne devono andare, io ho tutto il diritto di rimanere qua e starci bene!
Concordo Painkiller. 😉
Restare e combattere per vedere riconosciuti i propri diritti e allo stesso tempo, cambiare in meglio la società.
Sbagliato andarsene per i motivi da voi citati…Eccezione se mai per coloro che si trasferiscono all’estero, in cerca di collocamento nel proprio settore di lavoro. Non e’ una novità in Italia, la fuga di cervelli…E se ne conoscono ampliamente le motivazioni, che nulla hanno a che vedre con il riconoscimento dei matrimoni tra omosessuali.
Ragazzi, ci vuole ottimismo! 😉
non me ne voglio andare SOLO per la faccenda matrimonio, chiaramente.
la spinta prevalente è quella del lavoro. oltre al fatto che effettivamente io preferisco per mille motivi altri paesi (belgio per esempio) in cui nel tempo mi sono trovata meglio sotto molti aspetti.
se poi trovo anche più diritti, tanto meglio, di certo non vado in arabia saudita.
Casi della vita.
Io ho fatto la tesi all’estero, in germania, e tanto avrei voluto continuare lì il mio dottorato. Ma dato il mio curioso percorso accademico (laurea in informatica, dottorato in psicologia psicodinamica) ho dovuto un po’ adattarmi, e mi sono trovato a Lecce (cdove comunque mi trovo bene). La distanza da bologna è più o meno quella della germania, è la direzione a essere diversa 😉
Per il futuro non dispero, intendo comunque andarmene all’estero. E non solo perchè sono gay (cosa che, almeno per quanto mi riguarda, non desta alcun problema a chi mi circonda) ma perché assisto a un costante, tristissimo e irrefrenabile imbarbarimento della cultura civica di questo paese. Non vivo più bene in italia non in quanto gay, ma in quanto persona civile in cerca di civiltà.
Io ho trovato un commento “del settore” su questo sito di notizie giuridiche:
http://www.studiocataldi.it/news_giuridiche_asp/news_giuridica_8323.asp
Per quanto la sentenza mi risulti in generale indigesta, mi sembra notevole che riconoscano la natura evolutiva delle norme costituzionali. Insomma visto il clima avrebbero potuto dare interpretazioni molto piu’ fondamentaliste della definizione di famiglia.
E’ vero che la Corte si pronuncia su leggi approvate, e il Parlamento italiano non approvera’ MAI l’uguaglianza delle coppie gay (se la CCAR non sparisce a causa degli scandali). Ma per gli stessi motivi mi aspetterei anche una bocciatura di una legge preclusiva per i diritti delle coppie gay.
Avrebbero potuto dare un’interpretazione del codice civile riguardo al matrimonio, questa sarebbe stata una vittoria piena.
Secondo me hanno torto tutti è due:
hanno torto le organizzazioni omosessuale perché non si tratta di una “mezza vittoria epocale”, primo perché non obbliga affatto il Parlamento a legiferare in merito, tant’è che prima che ricomincino a parlare di PACS o DICO passerà un bel bezzo; secondo perché in altri passaggi mi pare che la sentenza ponga già dei limiti costituzionali all’accesso delle coppie omosessuale allo statuto matrimoniale, basta vedere che lo lega indissolubilmente alla concezione di matrimonio con cui i costituenti avevano steso la Costituzione.
dall’altro ha torto marcio Avvenire per invece la corte da un riconoscimento costituzionale alle coppie gay in quanto “formazioni sociali ove si svolge la sua personalità” anche se non attraverso il contratto matrimoniale, ma attraverso altre forme di contratti minori, che sono ancora da definire.
Tuttavia non capisco come la Corte costituzionale abbaia potuto mettere in contrasto due concetti così disomogenei come la “coppia coniugata” e la “coppia omosessuale” il primo è di natura giuridica e quindi semmai il suo naturale antagonista è la “coppia di fatto”, il secondo è dato da una stato di fatto (la diversità o l’uguaglianza dei sessi) il cui antagonista logico è la “coppia eterosessuale”. Quindi analizzando con la logica la sentenza ne viene fuori un quadro schizofrenico per la palese disomogeneità degli aspetti.
A mio avviso c’è comunque un’apertura importante, che non va sottovalutata soprattutto alla luce dell’attuale clima politico sociale, laddove si cita il “controllo di ragionevolezza”, mediante il quale la Corte, con sentenze “additive” potrà riconoscere determinati diritti (anche) alle coppie gay.
Va da sé che non ci si poteva attendere (sempre a causa del contesto politico e sociale) una sentenza “interpretativa di accoglimento”.
ma quelli che scrivono su Avvenire sanno leggere?
secondo me non bisogna introdurre nuove forme di unione paramatrimoniale, ma estendere il matrimonio già esistente anche alle coppie omosessuali e caso mai cambiarne la disciplina per renderlo più moderno, ma niente riconoscimenti alle coppie non sposate, perché se due persone scelgono di non formalizzare la propria unione non possono poi pretendere di avere i diritti che discendono da questa formalizzazione…a parte il fatto che io non capisco, dal punto di vista pratico, cosa cambia, adesso, dal punto di vista pratico, per una coppia eterosessuale, tra convivenza senza matrimonio (civile) e convivenza fondata sul matrimonio civile, non capisco perché convivere stabilmente e magari anche con figli, senza essere giuridicamente uniti in matrimonio sia più moderno o più libertario…(a parte il fatto che ci si separa senza formalità, ma se intervengono tutele giuridiche, anche la separazione di una coppia di fatto non sarà più così facile)…
“Si deve escludere, tuttavia, che l’aspirazione a tale riconoscimento – che necessariamente postula una disciplina di carattere generale, finalizzata a regolare diritti e doveri dei componenti della coppia – possa essere realizzata soltanto attraverso una equiparazione delle unioni omosessuali al matrimonio. È sufficiente l’esame, anche non esaustivo, delle legislazioni dei Paesi che finora hanno riconosciuto le unioni suddette per verificare la diversità delle scelte operate.”
Vi rendete conto dell’idiozia?
1) non si argomenta minimamente il perche’ non si possa risolvere il problema con l’equiparazione ma semplicemente lo si postula
2) chi ha mai detto che il problema si debba risolvere SOLAMENTE con l’equiparazione?
3) che straca@@o c’entrano le legislazioni degli altri paesi per stabilire la legittimità secondo la costituzione italiota?
Ricorso alla CEDU subito!
la sentenza è pessima
basta leggere la Costituzione.
“La Repubblica RICONOSCE i diritti della FAMIGLIA come società naturale fondata sul matrimonio”.
Questi diritti sono della FAMIGLIA NON DEI SINGOLI.
due omosessuali che vivono insieme non saranno mai famiglia.
Lo Stato repubblicano si limita a RICONOSCERE i diritti legittimi di una realtà naturale, la FAMIGLIA cioè la VITA COMUNE DI UN UOMO E UNA DONNA con eventuale prole, che precede l’esistenza dello Stato stesso (qualunque Stato).
eh? che stai a dì? allora due eterosessuali sterili non possono formare una famiglia? non possono adottare figli?
non c’è proprio scritto che la famiglia è composta da un uomo e una donna più prole.
Ma proprio per niente. Dove sta scritto “uomo e donna” nella Costituzione? Mi spiace per il tuo concetto di “naturale”, ma per il resto del mondo pensante una coppia gay e’ perfettamente “naturale”. Anche l’argomento della prole e’ ridicolo, visto che sono famiglie sia coppie sterili che coppie gay con figli. Quindi la tua interpretazione dell’articolo e’ completamente assurda.
Quindi, un nonno e un nipote NON sono una famiglia, in quanto NON possono sposarsi.
Un cugino e uno zio NON sono una famiglia, in quanto NON possono sposarsi.
OK.
Quando morirà tua zia zitella – ricca – NON ereditare: NON era parte della tua famiglia.
Secondo le teorie del Mandis di turno, gli adottivi, non essendo geneticamente prole legittima, gli illegittimi, essendo nati fuori dal matrimonio, NON SONO PARTE DELLA FAMIGLIA.
Dio, dio, ma perchè i cattolici NON SONO CRISTIANI?
Tutto ciò che esiste in natura e nell’universo è naturale, non sono mai riuscito a capire le espressioni “innaturale” e “contro natura”.
Chi stabilisce che una cosa è “contro natura”?
chissà perchè sapevo che avrei trovato questo tipo di obiezioni….
certo in un sito di razionalisti c’è da aspettarsi di meglio…
CICCIO: se leggi bene, ho scritto “con EVENTUALE prole” (quindi c’è famiglia anche senza figli)
FLAVIO: infatti, in altro commento ho scritto che per togliere ogni dubbio si dovrebbe cambiara la Cost.ne e scrivere chiaramente che il matrimonio è solo tra un uomo e una donna (che è quello che intendevano senza dubbio i Padri Costituenti, solo l odavano per scontato). nel mondo una coppia gay non è affato naturale, è solo un parto delle ideologie. Per una coppia uomo-donna la sterilità è una disfunzione/patologia, invece per una “coppia” di sesso uguale la sterilità è una caratteristica intrinseca (due uomini o due donne sono per natura incapaci di procreare), la “coppia” omosessuale NASCE STERILE.
ti faccio notare che la Costituzione usando il termine MATRI-MONIO cita indirettamente la parola MADRE che richiama chiaramente la DONNA (che si unisce a forma la famiglia con l’UOMO).
LACRIMEeSANGUE: la Costituzione parla di famiglie che vanno a formarsi, parla del nucleo fondamentale che INIZIA ad essere famiglia: UN UOMO + UNA DONNA.
i figli adottivi non c’entrano nulla col tema in discussione, se uno viene adottato è a tutti gli effetti figlio.
un nonno (o zio) e un nipote fan parte della famiglia in senso ampio, però i due sposi SONO UNA FAMIGLIA (e torniamo al punto di partenza, alla cellula fondamentale della società). involontariamente hai quasi detto una cosa giusta: due uomini o due donne NON POTRANNO MAI diventare NONNI/E.
“matri-monio” e il resto della fuffa: obiezioni prevedibilissime da cattolico col cervello foderato di ostie, chi sei un discepolo di Buttiglione? Lascio perdere, perche’ e’ inutile ragionare con chi parte da principi infondati.
Giovanni Mandis risponde:
venerdì 16 aprile 2010 alle 23:32
Quindi il tuo ragionamento casca da solo anche senza una spinta da fuori.
Flavio risponde:
sabato 17 aprile 2010 alle 0:19
Quindi ammetti che la costituzione non da ragione ai bigotti.
Mi citi l’articolo della costituzione che parla di uomo+donna? O anche questo è qualcosa che lavorerete per aggiungere nella prossima costituzione che vi scriverete apposta?
Non c’è scritto che la famiglia sia composta da una donna e da un uomo. O lo è solo nella mente di quelli che credono nella resurezione della carne, nell’immacolata concezione, nei miracoli e nella santità di padre pio.
primo: la sterilità non è una patologia o una disfunzione, è una condizione fisiologica della persona, ci sono persone che, pur essendo perfettamente sane, nascono sterili, altre che si fanno rendere sterili con un intervento chirurgico e non per questo sono patologiche o disfunzionali (salvo che rispetto all’obiettivo continuazione della specie) , quindi queste persone anche se di sesso diverso, se si accopiano, non dovrebbero formare una “famiglia naturale”, perché intrinsecamente inidonee alla prolificazione e dunque il loro matrimonio dovrebbe essere considerato incostituzionale (pensa al matrimonio di un uomo e di una donna che si sono volontariamente fatti sterilizzare o al matrimonio in cui uno dei coniugi ha subito un intervento di modificazione del sesso somatico).
secondo la famiglia naturale per la specie umana è la famiglia prodotta dalla cultura umana nei vari tempi e luoghi, infatti, se per natura intendi il comportamento di tutte le specie viventi, allora, si può dire che in natura non esiste nulla di coincidente con la famiglia umana che, con tutta evidenza, è prodotto della cultura e quindi come tale è destinata a variare nel corso della storia ed è intrinsecamente “artificiale”.
terzo io non credo che con l’espressione famiglia naturale i costituenti volessero precisare che la famiglia è costituita esclusivamente da un uomo e da una donna, altrimenti lo avrebbero espresso in maniera più chiara, ma all’epoca non ci sarebbe neppure stato il bisogno di una simile precisazione, considerato che di matrimoni omosessuali non si era mai parlato. io credo che abbiano usato l’aggettivo naturale per sottolineare la preesistenza della famiglia agli istituti del diritto positivo, quasi a voler dire che lo stato non può sopprimere la famiglia, non si può sostituire alla famiglia nelle sue funzioni. ma certo estendere il matrimonio anche agli omosessuali non implica la soppressione della la famiglia eterosessuale, né l’usurpazione delle sue funzioni da parte di qualche organismo statuale.
Flavio, perdonami, ma la “fuffa” sono le tue risposte prive di senso. Le parole usate nella Cost.ne hanno un significato ben preciso che oggi qualcuno vorrebbe alterare.
Alessandro, il mio ragionamento non casca perchè, che arrivino figli o no, una (nuova) famiglia inizia ad essere quando un uomo e una donna mettono in comune le proprie vite.
Quanto alla tua domanda indiretta
“Quindi ammetti che la costituzione non da ragione ai bigotti.”
rispondo: non lo ammetto, per me non ci sarebbe bisogno di specificare nulla perchè è ovvio, come lo era per i Padri Costituenti che la famiglia è la vita comune di un uomo e una donna (inzialmente). Comunque la Cost.ne ne parla indirettamente utilizzando la parola matri-monio e parlando della tutela dei figli (sempre eventuali), figli che nascono da un padre e da una madre e che le coppie formate da persone dello stesso sesso sono impossibilitate ad avere.
Quindi il cambiare la Cost.ne è solo un estremo rimedio ad una estrema strumentalizzazione e deformazione della stessa.
Candy Fruit, la sterilità non è la condizione naturale dell’essere umano, è una disfunzione (una malattia che non mette in pericolo la vita individuale, ma che può causare sofferenze morali) ; le persone sterili e le coppie sterili sono l’eccezione per quanto riguarda le coppie uomo-donna;
le coppie di persone dello stesso sesso invece sono STERILI DI NORMA E SENZA ECCEZIONE ALCUNA.
“terzo io non credo che con l’espressione famiglia naturale i costituenti volessero precisare che la famiglia è costituita esclusivamente da un uomo e da una donna, altrimenti lo avrebbero espresso in maniera più chiara, ma all’epoca non ci sarebbe neppure stato il bisogno di una simile precisazione,”
per i Costituenti non c’era bisogno di precisare nulla perchè è sempre stata una ovvietà il fatto che la famiglia sia composta inizialmente da un uomo e da una donna.
toccherebbe a voi dimostrare, cercando nella documentazione che ha preceduto la redazione finale della Carta Cost.le, che i Costituenti non davano per scontato che la famiglia fosse uomo+donna. ma la vedo difficile.
toh Mandis, quindi ammetti che esiste famiglia anche senza prole? una coppia omosessuale sposata allora forma una famiglia, anche se non ha figli.
Non capisco che problema ti crea concedere loro dei diritti, mica vanno ad intaccare i tuoi. Sei liberissimo di costruirti la tua famiglia eterosessuale, così come la mia, nessuno te lo vieterà riconoscendo le unioni omo.
In ogni caso la costituzione, lo ripeto un altra volta, non parla proprio di uomo e donna, ma di matrimonio, senza specificare i sessi.
Ciccio, probabilmente non mi sono spiegato bene io…
non lo ammetto, come non lo ammette la Costituzione italiana.
c’è famiglia anche senza figli, ma SOLO se formata da un uomo e una donna.
avevo inserito un’articolata risposta a tutti (flavio, alessandro s., candy fruit), ma non la vedo pubblicata. pazienza.
chissà perchè, fiscalmente, esistono la “famiglia nucleare” e la “famiglia anagrafica”, che possono coincidere oppure no! La prima può essere composta anche da Uno/a, la seconda può essere composta da coniugi+figli+suocere+zii+nonni+cognati..(perchè no anche gatti,cani etc)…purchè abbiano la stessa residenza. Allora di che “famiglia” si parla? come si vede già adesso l’ordinamento, di fatto, ne prevede più di una. Poi se una legge concederà l’agibilità al negozio matrimoniale a due persone dello stesso sesso ecco allora che la “famiglia” (nucleare) citata nell’art.2 della Costituzione comprenderà anche i coniugi omosessuali con tanto di diritti conseguenti.
ma vi mettete anche a discutere con quell’essere becero di mandis?
suvvia, l’omofobia non è razionale, e lui è omofobico.
oltre che, poverino, con evidenti complessi di inferiorità se ha bisogno di una legge che lo mette al di sopra di altre persone per salvaguardargli l’autostima.
Il bello è che all’obiezione “le coppie omosessuali esistono in natura in praticamente tutte le specie viventi”, la sua risposta è “le coppie omosessuali NON sono naturali”.
Lo spieghi ai delfini, ai cani, ai gatti, alle scimmie, ecc che non sono naturali. 😆
Anzi vorrei che andasse a spiegarlo di persona a questi due: http://2.bp.blogspot.com/_396oTE2xrUg/SO5zy06KW-I/AAAAAAAALe4/3F4YZav8dck/s400/LeoniGay.jpg
😆
ma sai, sono dei rivolta frittate da record.
quando gli fa comodo, bisogna rifarsi alla natura.
quando non gli fa comodo “non siamo animali”.
l’omosessualità è naturale, idem le coppie omosessuali che tra le altre cose allevano alla perfezione i cuccioli “ottenuti” in vari modi.
ma va, quello è un fotomontaggio commissionato da qualche lobby omosessuale oppure è tutto un complotto massonico-relativista-giudaico-libertino-marziano
ho già spiegato che “naturali” significa non “ciò che esiste in natura”, ma “conforme alla (propria) natura”.
per gli animali sessuati uomo incluso, benchè animale “sui generis”, è conforme alla propria natura l’unione tra individui di sesso diverso.
gli animali sono guidati se non dominati dagli istinti, mentre l’uomo è in grado di dominarli e di non esserne schiavo, anzi è tanto più uomo quanto più li domina e ne è padrone. tutto questo tramite la ragione che voi tanto esaltate (a parole, in realtà mi pare che preferiate un uomo schiavo delle sue pulsioni).
per gli animali sessuati è conforme alla propria natura l’unione fra individui di sesso diverso? quindi gli uomini, i leoni, le tigri, le scimmie, i cani etc…che si accoppiano tra individui di sesso uguale non sono conformi alla propria natura? e quale altra natura potrebbero avere come propria se non quella che si manifesta nei loro comportamenti spontanei ed istintivi?
Candy lascia stare per lui conforme alla propria natua=conforme a quello che dice la ccar.
Sul fatto poi che gli animali siano “schiavi dei loro istinti” sta solo dimostrando di non sapere una cicca di animali. Gatte che allattano cagnolini, cagne che allattano leoncini…. cani che si erano persi, avevano trovato una nuova casa e invece di risistemarsi nella comodità hanno fatto migliaia di chilometri per trovare la prima famiglia.
Poi per lui le repressione degli istinti naturale è cosa buona…. quando la psicolgia ci spiega molto bene quanto male faccia alla psiche. Il famigerato “arco isterico” dell’epoca vittoriana è solo uno degli infiniti esempi che mi vengono in mente.