Qual è l’opinione corrente dei sacerdoti cattolici nei confronti dell’omosessualità? Se l’è chiesto L’Unità, che ha dedicato ieri due pagine alla questione, con tanto di ‘inchiesta sul campo’ nei confessionali. On line è disponibile l’articolo di Ilaria Donatio, Omosessualità, i ricatti della fede dietro la grata del confessionale, da cui emerge una certa difficoltà a comprendere un fenomeno, sempre esistito, di cui però soltanto recentemente si comincia seriamente a parlare.
Omosessualità e confessione
39 commenti
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Evvai di trenino in sacrestia … pé pé, pé pé pé pé …
Battuta che neanche il bagaglino…
Confessione mia a 14 anni-
IO: “Padre ho commesso atti impuri!”
IL PRETE: “Da solo o in compagnia?”
IO: “In compagnia? Magari!”
E adesso, passati 20 anni, rispondi sempre allo stesso modo.
Prega di più figliolo, prega di più e sii forte! La vita a venire ti compenserà per le tue sofferenze.
Ma quali sofferenze? Quelli sì che erano bei tempi, e poi magari fossero passati solo 20 anni
Impudico!
una certa difficoltà?….
se si parte dal preconcetto che omosessualità è Male cosa vuoi che riescano a capire….
Forse dovresti leggere l’articolo. E’ interessante perché rivela che i preti di base hanno opinioni molto diverse fra loro e rispetto alla gerarchia.
Allora potrebbero prendere in mano il telefono e avvertire la gerarchia di come funziona il mondo reale.
Soprattutto Bertone che visto precedenti, non ha ancora capito una mazza di cos’e’ l’omosessualità.
La norma resta il pensiero colpevolizzante e giusto l’ultimo, non a caso straniero e critico dei papaveri della sua azienda, si muove concretamente fuori dal coro…
Perché “non a caso straniero”? Lo sanno tutti che l’Africa è l’ultima speranza della chiesa cattolica (soprattutto della sua ala reazionaria), e che a dispetto della teologia della liberazione l’America Latina è invasa da altri prelati più che conservatori.
Se l’ultimo la pensa diversamente è perché – lo dice lui stesso – è omosessuale.
@ Ulv
Guarda, non è così scontato. I peggiori omofobi che ho conosciuto erano omosessuali velati.
Trovare un prete gay dichiarato e “emancipato” è un fenomeno naturale raro come i burst di raggi gamma.
@Ernesto
I peggiori nemici degli atei sono infatti gli atei velati.
Quelli non dichiarati ed emancipati che hanno intimamente paura di se stessi:
“Protect me from what I want”…
Ernesto, hai ragione, tanto che pensavo di aggiungere un commento per specificare che essere omosessuali non è garanzia di apertura mentale. In effetti, il motivo principale delle mie parole era di far notare come non ci fosse correlazione alcuna tra l’essere stranieri e l’assumere posizione critiche verso il Vaticano. E, se correlazione c’è, sottolineare che essa è negativa.
Confessarsi? E perchè? E perchè confessare ciò che NON E’ PECCATO?
Stai scherzando? Lo sanno tutti che ESSERE omosessuale è peccato allo stesso livello di uccidere.
Per la scala di valori della chiesa ovviamente :p
Invio un link in merito, anche se datato mi sembra utile:
http://repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/12/21/ansia-di-sentirsi-normali.html
Qual è l’opinione corrente dei sacerdoti cattolici nei confronti dell’omosessualità?
Semplice: INVIDIA.
“Perché questi dannati gay hanno il diritto di essere liberamente cio’ che sono e noi non possiamo fare sesso con nessuno, non ci possiamo sposare e addirittura non possiamo toccare i bambini??”
Dovrebbe essere loro vietato cio’ che viene vietato a noi. per cui ci opporremo sempre ai gay come la chiesa si oppone sempre alla sessualità di noi preti, qualunque essa sia-
Non pretendo di saperne molto sull’omosessualità, ma come tutti ho una mia opinione. E secondo me l’unico sacerdote che ha l’atteggiamento giusto è don Franco Barbero http://it.wikipedia.org/wiki/Franco_Barbero. Non per niente è stato ridotto allo stato laicale, ma questo non gli ha fatto nè caldo nè freddo.
Ho qualche perplessità sulla metodologia di indagine: mi sembra che spacciarsi per cattolica e confessarsi per poi rivelare quello che le è stato detto non sia il massimo della correttezza. Non so ma mi mette a disagio questo modo di porsi, anche perché ciò che emerge è quello che sostanzialmente è la solita arretratissima posizione ufficiale della CCAR sulla omossessualità. Essere omosessuale e cattolico, oggi come oggi, è volersi fare del male da soli.
ESATTO!
Accetto qualsiasi tipo di diversità, ma vista la reticenza del clero in materia, la discriminazione concreta degli omosessuali, la loro esortazione (non esplicita) alla violenza psicologica e materiale nei confronti di essi e le pressioni in parlamento per non far approvare le leggi che andrebbero a tutelare i loro diritti, continuo a ritenere che essere omosessuali ed allo stesso tempo credenti in questa chiesa e’ sbagliato a prescindere.
l’ho letto ieri e per me come articolo rispecchia la confusione stessa dei preti davanti all’amosessualità che non è una malattia.
L’ignoranza prevenuta da parte della chiesa nel trattare l’omosessualità dovrebbe convincere gli amici Gay a non confidare nell’assoluzione dei peccati per mezzo dei sacramenti, ma rimanere sereni davanti alla propria situazione del tutto normale perchè non si ravvisa alcun sintomo di malattia o sindromi del genere, anzi è più lo scrupolo introspettivo inutile e dannoso che la ccar procura alla psicologia di questi fedeli che il loro stesso diverso orientamento sessuale, il quale deve essere psicologicamente sereno e disinvolto.
ma ripeto, l’articolo è fatto molto bene!
Credo che i sacerdoti siano i più vicini a capire i problemi degli omosex.
caro Libero, è inquietante la tua analisi, ma dubito che i preti abbiano le idee chiare sul diritto naturale in tutti i suoi aspetti e generi, tendono invece a confondere l’anima con il complemento oggetto, da riempire di catechesi, di dichiarazioni e smentite, di moniti e anatemi, eccc….ecc…. Loro i sudditi li usano per…., li riempiono di…., li ossessionano, eccc…eccc. li riempiono di probelamatiche esistenziali.
Veramente io intendevo un’altra cosa …. affinità.
scusa Libero, allora non ho capito quel che volevi dire, pensavo più che tutto al confessionale e alle solite ricette che si sentono dare dai preti questi gay credenti.
La chiesa si s. Giovanni Bosco al tuscolano è quella dove io -quando ero credente- andavo a confessarmi (il “peccato”, ero ragazzino, era sempre lo stesso: onanismo); beh, una volta un prete è uscito dal confessionale e ‘indossando’ la sua maschera più sorridente mi ha portato nel suo ufficio (per proseguire proprio là la confessione… chissà perché) per intontirmi di parole e carezze, stamparmi un poco usuale bacio sulla faccia e invitarmi calorosamente a tornare da lui per raccontargli tutto per filo e per segno. Naturalmente non mi ha più visto, ma ricordo ancora benissimo come si chiama, mi pare abbia fatto pure carriera, un paio di anni fa ho letto il suo nome sul giornale.
Mi tocca condividere l’opinione di chi parla di invidia del prete…
Eppoi fatemi dire che chi ha fatto l’inchiesta è femmina; nei confronti dell’omosessualità femminile i preti (di ogni ordine e grado) sono più compassionevoli che con quella maschile, per il semplice motivo che non comporta l’atto della penetrazione, che è vista evidentemente come il massimo abominio. Sembra squallido (e lo è, il modo in cui riducono l’amore e l’affettività a un puro e semplice fatto ‘anatomico’) ma è proprio così, per loro il sesso è solo penetrazione. Se poi si parla di quella anale, apriti cielo!
Mi piacerebbe leggere a riguardo qualche dichiarazione di Vendola che secondo alcuni sarebbe il futuro del PD
Ma perché la Chiesa (e in genere le religioni) è tanto ossessionata dal sesso? Pensate: si fa solo così, solo dopo il matrimonio, solo per procreare, solo con un partner etero; i preti invece non devono farlo, le suore nemmeno perché sono sposate con Gesù (cos’è, un harem?!). E ancora: lui sopra, lei sotto, niente posizioni strane, vietato godere, vietati gli anticoncenzionali e i rapporti orali, anali, il petting…
Ma cosa gliene f%&tte alla Chiesa di cosa fa la gente a letto? Provo a indovinare: il controllo dell’istinto umano parte dall’atto fra i più naturali che abbiamo: il sesso, appunto. Infatti, l’istinto umano, lasciato libero a sé stesso, prenderebbe in seria considerazione l’idea di non dare retta a quattro prelati ultraottantenni che pretendono di spiegarci chi ha creato l’universo e come dobbiamo comportarci per non offenderlo…
In questo modo sfruttando un meccanismo assolutamente naturale ed inevitabile crea un senso di colpa ed una sudditanza psicologica nei confronti di chi, la chiesa, si propone di poterti liberare da tale spiacevole sensazione e ti accetta come peccatore. In tal modo sarai un suddito più mansueto e controllabile.
E’ un sistema usato in passato e anche nel presente dalle dittature per incanalare l’aggressività di ritorno.
Poi quelli che predicano questi comportamenti fanno il contrari, ma di nascosto, il gusto del peccato proibito, è più intrigante.
non credo che i preti abbiano opinioni così diverse sull’argomento. esistono eccezioni, ovviamente, come l’articolo dimostra, ma qualsiasi discorso sulla sessualità che possa fare un prete è inevitabilmente pregiudicato dalla fondamentale impreparazione della chiesa sull’argomento, un’ignoranza coltivata e sancita dal sistema di dogmi e pregiudizi di origine paolina. per cambiare musica, dovrebbero scardinare questo impianto e ripensare tutto da zero. Un nuovo concilio, un nuovo catechismo, che tenga conto per una volta dei fatti. Nel frattempo, farebbero solo bene a starsene zitti. Purtroppo è la cosa che gli riesce più difficile.
Se tutti seguissero le alte norme bibliche che la chiesa cattolica custodisce e insegna con autorità vivremmo in un mondo più felice e sano, senza tradimenti e divorzi e conseguenti problemi e rimorsi e se la sessualità verrebbe vissuta sotto lo sguardo di Dio sarebbe tutto diverso, la chiesa cattolica non è contraria al sesso ma vuole che esso sia vissuto in conformità alla scrittura ebraiche(antico testamento) e in luce del nuovo testamento, il sesso non è un piacere come molti dicono ma deve essere vissuto come dono di Dio che proietta la coppia , uomo e donna verso il dono totale del proprio corpo a Dio, per questo motivo la chiesa cattolica è assolutamente contraria al sesso disordinato, non per uno sterile moralismo! E infatti anche all’ interno del matrimonio è corretto mantenere un atteggiamento sempre moderato e sano nei rapporti intimi e nella vita sentimentale.
Mi pare che l’atteggiamento della Chiesa nei confronti degli omosessuali sia simile a quello che essa ha nei confronti degli eterosessuali. Mi spiego: per i cattolici, l’unico scopo lecito dei rapporti sessuali è produrre bambini, all’interno del matrimonio. Tutte le altre forme di rapporto sessuale sono peccaminose: il fai da te, i rapporti fuori dal matrimonio, persino i rapporti nel matrimonio sono peccato se i coniugi escludono la possibilità di avere figli. Due persone dello stesso sesso non hanno rapporti per avere figli, quindi è peccato. Il ragionamento fila.
Quindi non ci vedo una demonizzazione degli omosessuali, ci vedo una demonizzazione di chiunque abbia rapporti sessuali a fini non riproduttivi, quindi anche della gran parte degli eterosessuali.
Sembra che ogni prete contattato abbia espresso una propria versione circa la “gravità” del caso esposto. C’è scarsa coerenza, da parte di chi dovrebbe rappresentare un’intera religione in ambito localissimo. Mi metto nei panni di un adolescente, nato in un paesino di provincia ed allevato da cattolico, che si scopre gay -sbalordito e disorientato- proprio sul nascere delle prime “sperimentazioni” erotiche; va dal parroco a chiedere più spiegazioni che perdono: chi trova? Che parroco sarà? Che impatto avrà? E’ una roulette russa!