E’ doppio il nuovo numero di MicroMega in edicola da oggi. E’ dedicato a L’inganno della Sindone e contiene un vero e proprio dossier sul telo esposto a Torino, con interventi e articoli sull’argomento di Piergiorgio Odifreddi, Mauro Pesce, Luigi Garlaschelli, Antonio Lombatti, Paolo Cozzo, Andrea Nicolotti, Gaetano Ciccone, Gian Marco Rinaldi, Giuseppe Platone, Stefano Milani e Alessandro Robecchi.
Si ricorda inoltre che domani la cosiddetta “seconda Sindone”, realizzata dal prof. Garlaschelli con il contributo di UAAR e Cicap, sarà presentata a Bologna a cura del locale circolo UAAR.
Su “MicroMega” numero speciale sulla Sindone
26 commenti
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Forse me lo compro…
Per me non vi è nessun problema a organizzare questi incontri e fare delle copie della sindone, ma a condizione poi che si faccia fare un confronto tra “originale” e “copia” da un equipe esterna alle 2 “fazioni”, sì da valutarne ipotesi e tesi.
Quella “originale” è già stata studiata e analizzata da anni, ora tocca alla “copia” ricevere lo stesso tipo di analisi scientifica, e vedere se veramente è possibile fare “cloni”.
SOLO QUESTO E’ MODO SERIO DI FARE VERIFICHE, il resto è demagogia e chiacchiere.
Chi è disposto a chiedere e pretendere tale confronto e poi, una volta realizzato, trare le scientifiche deduzioni ?
Non hai capito niente riguardo la sindone del CICAP. O non vuoi capire…
In tutti e due i casi quel che dici risulta senza significato.
La sindone “copia” non è il prodotto di una fazione, ma un vero e proprio esperimento scientifico, riproducibile in qualsiasi laboratorio attrezzato, mentre la patacca “originale” ha nascosto le verità scientifiche (ad esempio che è stata prodotta nel XVI secolo) con argomenti esclusivamente religiosi.
Confronto terminato
prodotta nel XVI secolo?
cioè nel 1500?
qui c’è odor di patacca, o almeno confusione in cronologia.
se le analisi le fa qualche esperto cattolico, verrà fuori che è autentica anche la seconda…
Sledge,
probabilmente la sindone di Torino, quando fu prodotta nel XIV secolo, se fosse stata sottoposta ad un esame scientifico del livello che oggi è possibile, avrebbe fatto ridere ancor più che quella del Cicap. Quella del Cicap vuol mostrare un procedimento, non vuole ingannare nessuno come invece era l’intento di chi ha prodotto quella di Torino. Forse tra mille anni la sindone del Cicap sarà venerata nella più grande cattedrale della Terra del Fuoco, dove nel frattempo si sarà trasferita la chiesa cattolica, e quella di Torino sarà considerata un falso…
In riferimento all’articolo del 5/10/2009 de La Repubblica, “Sindone – è un falso medievale. Ecco la prova” c’è da stupirsi per le affermazioni prive di rigore scientifico ivi riportate. Ogni tanto qualche persona in cerca di notorietà ottiene spazio nei media dichiarando di avere riprodotto la Sindone o una parte di essa, ma quando si approfondisce il discorso “casca il palco”. È infatti possibile riprodurre alcune fattezze macroscopiche della Sindone, ma è assai più difficile riprodurre le caratteristiche microscopiche dell’immagine corporea ivi impressa. Nessuno, nemmeno con lo stato dell’arte delle tecnologie attuali, è stato sinora capace di riprodurre tutte insieme tali caratteristiche estremamente particolari. Anche un articolo a nome di 24 studiosi pubblicato su Internet (www.shroud.com/pdfs/doclist.pdf ) riporta l’impossibilità attuale di riprodurre tutte le fattezze della Reliquia più importante della Cristianità.
In particolare nell’articolo in questione, il Dr. Garlaschelli non dice nulla riguardo la profondità di colorazione, che è molto sottile (un quinto di millesimo di millimetro) nel caso dell’immagine Sindonica ed è praticamente impossibile riprodurre tale profondità tramite le sostanze chimiche utilizzate dal Dr. Garlaschelli.
Se tuttavia il Dr. Garlaschelli avesse effettivamente trovato il modo di riprodurre qualcosa di simile alla Sindone, egli avrebbe dovuto sottoporre al vaglio della comunità scientifica i suoi risultati prima di esporli ad un pubblico impossibilitato ad eseguire verifiche dettagliate di laboratorio, ad esempio analisi microscopichiche che toglierebbero ogni dubbio riguardo la profondità submicrometrica della colorazione.
Il sottoscritto ha lanciato pubblicamente a “Porta a Porta” una sfida scientifica dichiarando che la Sindone non è riproducibile e sarebbe stato pronto a cambiare parere appena qualcuno gli avesse dato modo di studiare campioni similsindonici da analizzare con gli strumenti adatti.
L’ENEA di Frascati da anni sta studiando come sia possibile riprodurre alcune caratteristiche dell’immagine corporea ed ha ottenuto risultati incoraggianti utilizzando laser eccimeri (G. Baldacchini et al. articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica statunitense Applied Optics il 18-3-2008), ma la strada è lunga prima di potere ottenere qualcosa di uguale all’immagine corporea della Sindone.
Il sommo Edoardo ci spieghi come sia possibile che sia rappresentata sul telo l’impronta plantare con le gambe non piegate a 90 gradi. Il sommo Edoardo si stenda e metta la mani sui genitali. Verifichi poi se i gomiti toccano terra. Il sommo Edoardo spieghi poi perché i lunghi capelli della figura corrono paralleli al viso e non cadono verso il retro del cranio, come dovrebbero in una persona stesa. Il sommo Edoardo verifichi se è possibile riprodurre un rivolo di sangue su un tessuto. Il sommo Edoardo, che cadaveri ne deve aver visti pochi, spieghi come mai la figura abbia un’insolita compostezza e simmetria (tenuto conto anche del supplizio subito), come se fosse dipinta: si era messo in posa per la foto sindonica?
Il sommo Edoardo ci spieghi poi se Gesù a 33 anni aveva barba e capelli bianchi(tenuto conto della presunta negatività dell’immagine)? Erano i pensieri?
E il colpo di lancia genera solo quel taglietto che si vede sul telo? O piuttosto uno pneumotorace che incurva in avanti la colonna vertebrale? Gli addetti alla sepoltura devono avere passato dei brutti quarti d’ora per sistemare il cadavere nella perfetta (ma piena di errori) figura rappresentata nella sindone.
Ma basta…..
Ovviamente niente che non possa essere risolto con un miracolo….
Il problema affrontato (e forse risolto) da Garlaschelli e dalla sua equipe, non è stato tanto fare un clone della sindone, come se questa fosse stata un originale da copiare; la sindone di Torino non è che una delle tante reliquie sfornate dai centri di produzione mediorientali( Costantinopoli, Gerusalemme) che hanno iniziato questa lucrosa attività fin dal IV secolo, sotto la spinta della bigottissima madre di Costantino, Elena, coi suoi continui viaggi alla ricerca appunto di reliquie.
Si doveva solo sfatare, una volta per tutte, il mantra ossessivo dei media, che quando non sanno che dire, incolpano la scienza di essere incapace di capire o di fare cose che, fra l’altro non sono certo ritenute fondamentali per il vero scienziato, occupato in genere a studiare i fatti e non le elucubrazuioni delle religioni e dei loro credenti.
Premesso che il telo di Torino è medioevale e presenta caratteristiche particolari, dovute al modo con cui fu prodotto e non certo a scelte precise del fabbricatore originale, si voleva fare un prodotto dello stesso tipo, usando tecniche conosciute nel periodo preso in considerazione ( 1200-1300) e che avesse le stesse caratteristiche riscontrabili nella sindone torinese.
Non ha senso, quindi, ribadisco, parlare di clone, come se ci fosse un originale da rifare tale e quale.
Un recente servizio di History Channel ha mostrato un gran numero di studi eseguiti sulla sindone nel corso degli ultimi vent’anni. Tra questi l’analisi su un campione di tessuto che in precedenza datava, al carbonio 14, intorno al 1600, e che alla luce di una seconda analisi daterebbe 1° secolo. Il motivo sarebbe la scoperta dell’interposizione di elementi di cotone usati nel 17° secolo per “riparare” il lino, usurato, del 1° secolo. Tutto ciò potrebbe ridatare la sindone, ma naturalmente non ci dà alcun elemento per definirne l’autenticità riguardo alla persona che forse ne era stata avvolta. Comunque, anche in questo caso, “gli esami non finiscono mai” soprattutto quando servono a portare pubblicità……..e denaro……..
Non credo proprio che sia stata fatta un’altra analisi al C14 sulla sindone; si sarebbe dovuto prelevare un altro campione, cosa che non mi risulta.
Se nei corridoi vaticani fossero convinti dell’autenticità della sindone, la ccar avrebbe tutto l’interesse a far analizzare seriamente il lenzuolo e non v’è dubbio che si tratterebbe della reliquia più importante dell’intera cristianità.
Così non è.
La chiesa non si è mai pronunciata sull’autenticità della sindone, precisando anzi che “il valore dell’immagine è preminente rispetto all’eventuale valore di reperto storico” (cardinale Ballestrero) e lasciando da un lato ai fanatici le teorizzazioni e, dall’altro, ai propri economi lo sfruttamento degli incassi.
A ragion veduta.
Ma nei corridoi vaticani sono più atei dell’UAAR… l’importante è che il volgo creda, ma loro del Vaticano sanno benissimo che è tutta una favola.
Ricordo a scanso di equivoci che per la CCAR stessa le reliquie non hanno nessun bisogno di essere autentiche (in senso scientifico, cioe’ per davvero) per essere ‘autentiche’ (in senso religioso, cioe’ per finta).
La fede profonda non e’ forse “Credere in qualcosa pur sapendo che non e’ vero”?
Non e’ forse resistere a qualunque prova contraria,per quanto completa e inoppugnabile
possa essere ?
Da non confondersi assolutamente con la credulita,beninteso !
Quella e’ credere in una qualsiasi delle altre religioni!
Immagini a confronto.
Tipica iconografia di Gesù (metallaro, piacente e affascinante, stimmate sulla mano destra ma niente cicatrici in testa):
http://img192.imageshack.us/img192/772/pompeobatoni983269.jpg
Volto sulla sindone:
http://www.bibbiablog.com/wp-content/uploads/sindone1.jpg
Un uomo mediorientale, dalla pelle olivastra e dal naso pronunciato di 2000 anni fa:
http://farm4.static.flickr.com/3257/2615058925_d6a9d06050_o.jpg
Ma perché spendere soldi per la ricerca per dimostrare a quei poveri mentecatti che quello straccio è solo uno straccio?
Se loro ci vedono il loro dio, cavoli loro.
La CCAR non ha mai neppure fatto una pubblica discussione sull’autenticità dei Vangeli e sulle sue contraddizioni, il fedele è tale soprattutto se pensa poco.
22/4/2010
COMUNICATO STAMPA del Circolo UAAR di Bologna
Presentazione della Seconda Sindone – sabato 24 aprile, ore 18, Sala Conferenze del Baraccano, via S.Stefano 119, Bologna
Luigi Garlaschelli, professore di Chimica Organica all’Università di Pavia, raccogliendo la sfida di chi sostiene la non riproducibilità della Sacra Sindone, ha realizzato con metodi disponibili nel 1300 un telo del tutto simile a quello conservato a Torino.
Dopo Genova, Livorno, Treviso, Torino, la Seconda Sindone verrà presentata a Bologna sabato 24 aprile, alle ore 18, nella sala conferenze del Baraccano (via S.Stefano 119).
“La Seconda Sindone, ricerca di archeologia sperimentale finanziata dall’UAAR, vuole mostrare che per un artista del 1300 non era poi così difficile realizzare ciò che da 700 anni viene venerato come il Sacro Lenzuolo” commenta Roberto Grendene, coordinatore del Circolo UAAR di Bologna, che aggiunge: “una sorta di clausola di salvaguardia per il sacro fa sì che nel nostro Paese presunti miracoli trovino spazio mediatico smaccatamente accondiscendente, ingenti finanziamenti, libertà di manovra all’interno di una scuola che dovrebbe invece formare lo spirito critico”.
Alla presentazione della Seconda Sindone interverrà anche Guido Armellini, presidente della Chiesa Metodista di Bologna, che esporrà i contrasti tra la venerazione della Sindone la comprensione della fede cristiana, indipendentemente dalle considerazioni scientifiche che ne dimostrino il carattere artificiale. “Se anche fosse il lenzuolo che ha avvolto Gesù”, dichiara Armellini, “venerare quel telo sarebbe un atto dal nostro punto di vista fuorviante ed estraneo allo spirito del messaggio biblico”.
Sabato 24 aprile – ore 18
Sala conferenze del Baraccano – via S.Stefano 119 – Bologna
LA SECONDA SINDONE
il falso moderno del falso medioevale?
Conferenza del prof. Luigi Garlaschelli
docente di chimica organica, Università di Pavia
intervengono
Roberto Grendene coordinatore del Circolo UAAR di Bologna
Guido Armellini presidente della Chiesa Metodista di Bologna
Ingresso libero
http://bologna.uaar.it/2010/04/sabato-24-aprile-la-seconda-sindone-il-falso-moderno-del-falso-medioevale/
Precedenti “ostensioni” della Seconda Sindone:
3/10/2010 Teatro “Pietro d’Abano”, Abano Terme
16/11/2009 Sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale, Genova
29/1/2010 Auditorium “L. Stefanini”, Treviso
10/4/2010 Fortezza Vecchia, “Primavera della Scienza” del Comune di Livorno
22/4/2010 Istituto Avogadro, Torino
Peccato. 🙁
Abbiamo un tavolino informativo UAAR con annessa una petizione popolare per via Darwin nella mia citta’, Altrimenti avrei anche potuto venire a vedere la Sindone, vista la vicinanza.
Ciao Roberto 😉
Scusate l’ignoranza, può darsi che io dica sciocchezze perché non ho mai approfondito la questione sindone, ma non ho capito una cosa: se anche si dimostrasse che è autentica, cioè che risale a qualche decennio dopo cristo, perché l’immagine dovrebbe essere proprio quella di Gesù (ammesso che questi sia esistito)? Non c’erano altri cadaveri avvolti in lenzuola in quegli anni? Non c’era altra gente morta in modo simile?
“Non c’erano altri cadaveri avvolti in lenzuola in quegli anni? Non c’era altra gente morta in modo simile?”
non con la corona di spine, i chiodi, il costato trafitto nel punto giusto. se fosse autentica sarebbe una conferma archeologica della passione. e fin qua potremmo anche dire ok, esisteva un gesu e lo hanno effettivamente flagellato e inchiodato come nel racconto. il problema e’ che i sindonologi non si fermano neanche qua: c’e chi sostiene che l’impronta della sindone puo essere prodotta solo da una intensa radiazione emessa dal cadavere durante la resurrezione!
e’ stata trovata solo una sindone risalente al primo secolo, quella di akeldama, ed e’ completamente diversa da quella di torino. ovviamente i sindonologi la interpretano come una conferma dell’autenticita di quella di torino.
Poggiando un telo su un corpo,e specialmente su un viso sporco,o sudato,non si ottiene mai una immagine per cosi dire piatta.Del viso per esempio si ottengono due parti che poi una volta messe su un piano,non risultano mai come nella sindone.Il falsario della sindone ha poggiato il telo su un sottofondo piatto.E un esperimento che tutti possono fare!!
scusate ma io vorrei capire ,perche in rai si parla di storia,specialmente del impero romano,cè solo nerone,non ho mai visto un documentario su teodosio1 è 2 e gli mperatori bizantini,del medioevo solo speculazione artistica,ma documentari sul medievo sociale è umano,non nè ho mai visti,al estero specialmente in europa,la loro storia viene dissezionata dalla preistoria ad oggi,specialmente nella tematica,argomenti storici
Questa diatriba sull’età e autenticità della sindone mi sembra poco interessante ed anche la sua riproduzione (a parte la curiosità “tecnica” sul tipo di lavoro) abbastanza inutile.
E’ significativo, e per me scoraggiante, il gran bisogno di credenze di tante persone, in evidente ricerca di senso e conforto da parte di “icone” varie. Analogamente i fedeli non si lasciano distogliere dal correre a S. Giovanni rotondo dal ragionevole discorso sull’artificiosità le stimmate di padre Pio…..