Libano, manifestazione a favore della laicità

Più di duemila persone hanno marciato oggi a Beirut chiedendo laicità, racconta la BBC. La manifestazione, organizzata dal movimento Laique Pride, ha chiesto che si ponga fine al sistema istituzionale del paese, basato su una ferrea divisione confessionale degli incarichi di governo. Anche la legislazione è stata presa di mira, poiché i diritti civili dei cittadini libanesi variano in base alla confessione religiosa di appartenenza.

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20 commenti

Tino

Ma io non invidierei tanto il Libano, purtroppo lì la laicità vorrebbe dire uno stato a maggioranza sciita_hezbollah teleguidato dall’Iran. E le leggi che ne uscirebbero fuori non credo sarebbero molto laiche.

Alessandro S.

Tino risponde:
domenica 25 aprile 2010 alle 21:55

Ma io non invidierei tanto il Libano, purtroppo lì la laicità vorrebbe dire uno stato a maggioranza sciita_hezbollah teleguidato dall’Iran. E le leggi che ne uscirebbero fuori non credo sarebbero molto laiche.

Scusa? Cosa ci vedi di filo-hezbollah e poco laico nel chiedere “che si ponga fine al sistema istituzionale del paese, basato su una ferrea divisione confessionale degli incarichi di governo” e che si cessi la pratica di tarare i “diritti civili dei cittadini libanesi […] in base alla confessione religiosa di appartenenza”?

Tino

Alessandro è una discussione che ti stai creando tu, perché io non ho detto che l’iniziativa sia per principio sbagliata o poco laica, ma gli effetti sarebbero peggiori di quello che è il Libano oggi. In Libano come in molti paesi arabi se ci fossero elezioni libere sarebbero gli integralisti musulmani a vincerle. Nel caso del Libano la paura di molti laici (sia musulmani sunniti o cristiani) è il peso demografico degli sciiti la cui natalità è tripla rispetto alla loro. Insomma io non vorrei essere in quella situazione tra l’incudine e il martello. Se poi voi considerate che la situazione libanese è migliore dell’Italia non so che dirvi.

Alessandro S.

Tino risponde:
lunedì 26 aprile 2010 alle 1:53

Alessandro è una discussione che ti stai creando tu, perché io non ho detto che l’iniziativa sia per principio sbagliata o poco laica,

E io non ti ho accusato di aver detto che l’iniziativa sia per principio sbagliata o poco laica.

Se poi voi considerate che la situazione libanese è migliore dell’Italia non so che dirvi.

Voi chi? Non io. Io ho chiesto che cosa ci vedi di filo-hezbollah nelle richieste di laicità di cui la notizia in esame.

Tino

Domanda senza senso perché non ho mai detto che questo gruppo che richiede laicià sia filo-hezbollah

dysphoria_noctis

d’altronde, quando si confina con Palestina, Israele e Siria e si ha una debolezza istituzionale (ed oserei aggiungere militare) cronica, la laicità diventa molto difficile da raggiungere…

lacrime e sangue

Nello stranamente gradevole libro di Gad Lerner – che trovo persona antipaticissima – “Scintille” si parla anche del Libano.

Purtroppo è una polveriera: per età – son tutti vecchi – i capi delle fazioni religiose sono prossimi al “pensionamento” definitivo ed eterno.

Il sottobosco violento e fanatico è tenuto sotto controllo solo da questi tirannelli. Gli ultimi attentati sono infatti dovuti al tentativo dei giovani filo-siriani di destabilizzare lo Stato.

La Siria infatti ha intenzione di fagocitare il Libano.

Tino

Ormai il Libano multireligioso si sta avviando alla fine, l’immigrazione cristiana che continua dall’inizio del secolo (USA, BRASILE, FRANCIA) sta aumentando. Una legislazione elettorale laica vorrebbe dire una maggioranza ad hezbollah… No sinceramente non li invidio proprio i cari libanesi nonostante il loro paese abbia dato tante speranze nella possibilità di un mondo arabo diverso e tanti intellettuali laici.

Alessandro S.

Tino scrive:
25 aprile 2010 alle 21:59

l’immigrazione cristiana che continua dall’inizio del secolo (USA, BRASILE, FRANCIA) sta aumentando

Volevi forse scrivere di emigrazione dal Libano verso l’Europa e le americhe?

Magar, bieco illuminista,

Liberare le istituzioni libanesi dal settarismo comunitario sarebbe uno splendido risultato – sia pure con i rischi di benefici elettorali per Hezbollah, almeno nell’immediato. Non credo che sia attuabile nel breve termine.

Tino

Uno splendido risultato se si vive in Europa, io di vivere sotto un governo Hezbollah non ne avrei per nulla voglia.

crebs

Riesco perfettamente a capire che vivere sotto un governo Hezbollah non sia (secondo il mio modo di pensare) nè piacevole nè laico.
Quello che non riesco bene a capire è una altra cosa: noi, come italiani fino ad una certa data e come occidentali fino ad oggi, siamo andati a fare una guerra in Irak per “esportare la democrazia”.
Se però la democrazia dà risultati che non ci piacciono, questa non va più bene.
Non sto polemizzando e ribadisco quanto scrivo nella prima frase.

Al solito, la responsabilità totale è delle religioni.
Lo stato deve essere laico, tutti i cittadini – cristiani, musulmani, ebrei, buddisti, atei, pastafariani – devono avere stessi diritti e doveri.
Non è una utopia; ci sono stati periodi storici in cui le religioni convivevano senza problemi, ma certo non si può arrivare a questa banale verità se i diritti civili dei cittadini (libanesi in questo caso) variano in base alla confessione religiosa di appartenenza

Tino

Che io sappia gli italiani non sono andati a fare la guerra in Iraq nel senso che sono andati quando la guerra è stata già fatta. Sì stai polemizzando perché qui si tratta di Libano è il discorso è completamente diverso. E poi io non ho detto quello che devono fare i libanesi, ho detto che al 99% l’adozione di un regime elettorale non confessionale darebbe una maggioranza agli Hezbollah. Punto.

Paul Manoni

Qualsiasi manifestazione a favore della laicità delle istituzioni, di qualsiasi paese, e’ cosa buona e giusta. 😉

Gérard

Il problema del Libanon è che, come tanti paesi del Medio Oriente ( oppure Africa ) è un paese creato dalle potenze coloniali Francia e Inghilterra . Inizialmente faceva parte dell’entita siriana e, per motivi veri o populistici, quest’ultima non ha mai rinunciato a riprendere questo lambo di territorio . Le potenze coloniali sono state aiutate dagli cristiani, anche perchè erano gli unici ad avere coscienza del concetto di stato ( per i altri lo stato non esisteva : c’era soltanto la ” Umma” islamica ) La laicita essendo un concetto occidentale, penso che gli unici che hanno partecipato a questa manifestazione saranno stati i cristiani e poi elementi di origine musulmana ma atei .

Painkiller

Gerard io non direi che per i mussulmani esistesse il concetto di ummah come preponderante. Infatti era divisi (e lo sono ancora oggi) fra settarismi e tribalismi.
Oltre alla grande divisione sciiti\sunniti devi contare le divisioni farsi\arabi, più la costellazione di gruppi minoritari perseguitati (yazidi, drusi, ecc). Cristiani locali aiutarono le potenze coloniali non per senso dello stato (non ne avevano visto che si scannavano fra loro come i musulmani), ma perchè pensavano fosse un’occasione di prendere il potere e imporre la loro religione.
Io direi che a questa manifestazione siano andati tanto cristiani, quanto musulmani e atei semplicemente stufi di vivere in una dittatura di stampo nazista.

Tino

Mammma mia, dittatura di stampo nazista….
Il libano è considerato il cabaret del medio-oriente per le sue trasmissioni televisive. Tengo a precisare che una produttrice franco-libanese musulmana sciita – sposata con un cristiano – sarkozysta sino all’osso – favorevole all’adozione gay, Perihane Cochin produce nellla televisione libanese i programmi francesi adattati al contesto. Purtroppo la maggior parte degli spiriti liberi e laici se ne vanno siano essi cristiani o musulmani.

maxalber

OT (ma non tanto):

Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, Sentenza 23 febbraio 2010, Affaire Ahmet Arslan et autres c. Turquie. Violation de l’article 9 CEDU. Criminal conviction for wearing religious attire in public: violation of art. 9 ECHR

L’importanza del principio di laicità per il sistema democratico turco può giustificare i limiti previsti dalla legge all’esposizione di simboli religiosi nello spazio pubblico. Tuttavia, una simile limitazione non risulta convincente quando vieta a singoli cittadini di portare indumenti religiosi, anche in luogo pubblico, facoltà che deriva dal diritto di libertà religiosa ex art. 9 CEDU. Nel caso di specie, i ricorrenti (appartenenti al gruppo religioso denominato Aczimendi tarikatÿ) si stavano recando ad una cerimonia religiosa indossando un costume tradizionale (tunica, cappello e bastone); processati per aver violato le norme antiterrorismo, si erano presentati in tribunale indossando i medesimi simboli religiosi, questa volta al di fuori di un contesto cultuale, e condannati. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha ritenuto non giustificata la restrizione dell’espressione religiosa dei ricorrenti, poiché si trattava di semplici cittadini che indossavano simboli religiosi, e non tanto di un esposizione di simboli religiosi nelle istituzioni pubbliche, caso, quest’ultimo, nel quale la laicità può prevalere sul diritto di manifestare la propria religione. I ricorrenti, inoltre, non stavano agendo da funzionari pubblici, né hanno rappresentato una minaccia per l’ordine pubblico, né hanno compiuto atti di proselitismo esercitando pressioni sui passanti.

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