A
On. Silvio Berlusconi, presidente del Popolo della Libertà
On. Pier Luigi Bersani, segretario del Partito Democratico
Angelo Bonelli, presidente della Federazione dei Verdi
On. Umberto Bossi, segretario della Lega Nord
On. Lorenzo Cesa, segretario dell’UDC
On. Antonio Di Pietro, presidente dell’Italia dei Valori
Paolo Ferrero e Oliviero Diliberto, Federazione della Sinistra
Beppe Grillo, Movimento Cinque Stelle
Clemente Mastella, Popolari Udeur
Riccardo Nencini, segretario del PSI
On. Francesco Rutelli, presidente dell’Alleanza per l’Italia
Mario Staderini, segretario dei Radicali Italiani
Francesco Storace, segretario de La Destra
Nichi Vendola, coordinatore di Sinistra Ecologia e Libertà
Gentili signori,
l’UAAR ha da anni avviato, direttamente o attraverso i propri soci, numerose iniziative giuridiche per la neutralità confessionale degli edifici pubblici: privi cioè di simboli che possano ricordare qualunque comunità religiosa. Il risultato più importante scaturito da tale impegno è la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo emanata lo scorso novembre, che si è espressa contro l’esposizione di crocifissi nelle aule scolastiche.
Anche per quelli presenti nei seggi elettorali sono stati comunque ottenuti significativi risultati. La sentenza della Corte di Cassazione dell’1 marzo 2000 ha stabilito che le norme dell’epoca fascista che imponevano il crocifisso sono di fatto decadute in quanto fondate sul «principio della religione cattolica come sola religione dello stato», superato dalle modifiche concordatarie del 1984; mentre la Corte d’Appello di Perugia, il 10 aprile 2006, ha evidenziato «l’opportunità che la sala destinata alle elezioni sia uno spazio assolutamente neutrale, privo quindi di simboli che possano, in qualsiasi modo, anche indirettamente e/o involontariamente, creare suggestioni o influenzare l’elettore».
Nonostante la giurisprudenza si sia espressa contro la loro presenza, crocifissi sono ancora presenti in numero cospicuo all’interno dei seggi elettorali. Per questo motivo l’UAAR, da qualche anno a questa parte, invita i cittadini a compiere un piccolo gesto civico, chiedendo loro, laddove trovino un crocifisso affisso nei seggi elettorali, di chiederne la rimozione. Il riscontro è molto buono: il numero di elettori che chiede il rispetto di un supremo principio costituzionale è in costante crescita, tanto che anche i mezzi di informazione registrano sempre più frequentemente tale fenomeno.
Tuttavia, negli ultimi anni si è anche assistito sia a un progressivo imbarbarimento del dibattito politico sul crocifisso, spesso trasformato in simbolo identitario, sia alla crescita della virulenza delle reazioni alla richiesta di togliere il simbolo cattolico dai seggi.
Nell’ultima tornata elettorale hanno purtroppo avuto luogo episodi molto gravi. Diversi elettori che hanno segnalato alla nostra associazione, per esempio, di aver subito pressioni fisiche, di aver subito le attenzioni della polizia, dei carabinieri o della Digos, di non aver potuto votare, di essere stati additati dai componenti del seggio agli elettori in coda quali «sabotatori» del processo di voto.
La gravità degli episodi non risiede soltanto nella negazione della giurisprudenza esistente (le rare volte in cui chi è presente all’interno del seggio ne è a conoscenza): è stato purtroppo negato anche il diritto alla verbalizzazione, un obbligo di legge che pur dovrebbe essere ben presente ai componenti del seggio. La situazione è dunque tale per cui vengono negati diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione a cittadini che rivendicano l’applicazione di un supremo principio costituzionale, e che per questo motivo vengono trattati come eversori. Della questione abbiamo provveduto a informare il ministero dell’interno e la magistratura.
Negli ultimi anni, da destra a sinistra, i partiti italiani si sono sempre più appiattiti sulle posizioni ecclesiastiche: per quanto non ci faccia piacere, tale comportamento è ovviamente legittimo. Meno legittimo, a nostro avviso, è invece avere dirigenti che soffiano sul fuoco; o rappresentanti di lista, da destra a sinistra, che osteggiano, o addirittura intervengono attivamente per criminalizzare cittadini che chiedono la mera applicazione dei principi costituzionali di un paese che si reputa democratico e civile.
Da parte nostra non c’è invece alcuna intenzione di soffiare sul fuoco: prima di scrivervi abbiamo atteso che finisse il periodo di dibattito post-elettorale, anche in considerazione del fatto che le prossime importanti consultazioni avranno luogo soltanto tra tre anni. Il tema è importante, e dunque meritevole di un’approfondita riflessione. Per questo motivo saremmo lieti, e tanti cittadini lo sarebbero come noi, di conoscere la vostra opinione in merito sia sulla presenza dei crocifissi all’interno dei seggi, sia sui fatti accaduti, sia sull’atteggiamento che dovrebbero tenere i vostri rappresentanti di lista.
Cordiali saluti
Raffaele Carcano
segretario nazionale UAAR
siete naturalmente invitati a chiedere una risposta al rappresentante del vostro partito (per chi ne ha uno) o quello che ritenete piu’ indicato (se anche in questo caso ne trovate uno…)
Sarebbe bello poter dire a un candidato “ti daro’ la mia preferenza sulla scheda perche’ sei laico” e invece…
Bravi ! Andava fatto qualsiasi possa essere l’effetto ! Utile oggi e a futura memoria.
Una domanda: questa lettera è stata spedita per conoscenza anche alla stampa?
Giusta la domanda di Stefano Grassino e vivissimi complimenti per l’iniziativa. Sono curioso di leggere le risposte, nella speranza che arrivino, ovviamente e augurandovi che siano risposte educate e civili.
Mi accodo ai complimenti per questa e tutte le lodevoli iniziative dell UAAR.
Chiedere è lecito, rispondere è educazione.
Speriamo bene.
Io l’ho chiesto direttamente al direttore dell’ ufficio elettorale di Gorizia quando sono andato a controllare se erano state verbalizzate le mie rimostranze (lo erano nonostante il presidente minacciasse di non farlo). Mi ha risposto che l’ufficio lasciava discrezionalità al presidente ed ai componenti del seggio e quindi, visto che il presidente del mio seggio è sempre lo stesso da una vita, il crocefisso ci sarà ancora.
Una curiosità: cosa avrebbe pensato il buon berlusca se gli fosse stato fatto notare che un partito, che non è il suo, ha la croce nel suo simbolo e che quindi, nei seggi, la presenza del crocefisso è una pubblicità più o meno indiretta a quel partito? Ricordate la rimozione del disegno di un bambino perchè era rappresentato l’arcobaleno?
Non è che il crocefisso potrebbe “creare suggestioni e/o influenzare l’elettore”? Secondo me, in italia, siamo ancora al livello che nel seggio dio ti vede!
come mai la stampa cosiddetta indipendnete non da notizia di questa iniziativa e parla slo della iniziativa di letta e nessuna notizia delle iniziativa sui laici??
è stata informata???
e perchè non si prende una iniziativa simile per contrastare il ricorso del ministro Letta contro il ricorso alla corte dei diritti dell’uomo???
Se esistesse una stampa o tv veramente indipendente, libri come “Vaticano S.p.A.” o “La Questua” avrebbero un eco tale che i veri interessi statali/vaticani sarebbero sempre e comunque nella testa di tutti. Poi bisognoerebbe vedere se questo basterebbe a mettere del sale in zucca agli italioti.
Forse finchè c’è il calcio non c’è speranza.
Nel seggio dove ho votato le ultime tre volte (a Torino) non c’era alcun crocifisso. Ho guardato bene: secondo me quel presidente di seggio lo aveva rimosso.
Testimonianza diretta: il crocifisso è stato rimosso dai locali che sarebbero stati sede di seggio prima di consegnarli a chi doveva allestire i seggi stessi. Ovviamente, nessuno tra i presidenti di seggio si è preso la briga di rimetterli (magari l’assenza non è neppure stata notata). E’ mia convinta opinione che, in caso di assenza preventiva del pervasivo arredo, cioè non facendolo trovare sul posto, la questione neppure si porrebbe.
Bravo Raffaele!
E’ proprio questo tipo di cose che deve fare il coordinatore nazionale dell’UAAR.
Trasformiamola in una “lettera aperta” e mandiamola per conoscenza ai giornali e alle confessioni
religiose piu’ importanti.
saluti.
Mi associo al pensiero di quelli che mi hanno preceduto, la lettera dovrebbe poter avere rilievo anche a livello stampa.
Mi congratulo comunque per l’iniziativa.
Ottima iniziativa. Inoltre farà anche da precedente fra qualche anno quando ci si troverà di nuovo in periodo elettorale. Come sottolineato nel comunicato, si è evitato di sollevare un polverone durante le elezioni.
Così fra qualche anno non potranno dire: “Non è il momento per queste considerazioni”
Lo stesso Berlusconi disse: “Se in Italia cammini per 300 metri in qualsiasi direzione, trovi una chiesa: comprova della tradizione cattolica”.
Lo stesso ragionamento potrebbe essere a supporto del fumo in luoghi pubblici.
Ciò che dice Berlusconi, però, non corrisponde al vero. Si trova in media una chiesa ogni 934 metri. Questo comprova che solo un terzo del crocifisso può essere esposto ai seggi.
Quello che ha detto il nano bastardo sembra proprio voler dire: “Fate e dite quel che volete, tanto è così lo stesso”.
Non sono del partito di Berlusconi. Dargli del “nano bastardo” però la dice
lunga sul livello di “equilibrio” di alcuni simpatizzanti UARR. E finitela una
volta per sempre sulla questione crocifisso si, crocifisso no. Non se ne può
più. Ma avete paura di restare ipnotizzati da un simbolo che nn vuol dire nulla
(secondo voi). E basta…..
Tanto per divagare sul ragionamento del nanetto P2ista di Arcore.
Se in italia camminando per 300 metri in qualsiasi direzione schiacci una mer** è comprova che la fortuna esiste?
Spero non l’abbiate scritta su carta ruvida, temo che di primo acchito la risposta dei baciapile in indirizzo sarà alquanto volgare.
Mi auguro sia stata scritta su carta vetrata del n° 3.
“le prossime importanti consultazioni avranno luogo soltanto tra tre anni”?
Intendevate che le prossime importanti consultazioni sono PREVISTE aver luogo tra tre anni, giusto?
Col vento che tira…
Perché non inoltrare la lettera o informare dell’iniziativa anche gli organi di informazione?
Crocifissi nei seggi, lettera Uaar ai partiti italiani:
1. Imediato utilizzo della lettera da parte dei politici italiani: sottobicchiere
2. Ulteriore utilizzo della lettera da parte dei politici italiani: aeroplanino di carta
3. Utilizzo finale della lettera da parte dei politici italiani: pallottola per fare canestro nel cestino dei rifiuti
…imMediato… …la emme è stata cestinata piu’ velocemente della vostra lettera…
E’ una lettera completa e molto chiara, ci rappresenta tutti, mentre invece il governo non pare proprio che ci rapresenti in modo laico in nessun luogo interno all’Italia e estero, vedi i ricorsi contro la CEDU sui crocifissi, nemmeno a Trasburgo il governo ci rappresenta in modo laico.
Si potrebbe inviare la lettera (ottima da tutti i punti di vista), certamente ai vari giornali, ma a ‘Il fatto quotidiano’ corredata dalla richiesta esplicita di pubblicarla in quanto lo si ritiene una delle poche voci libere da vincoli partitici e – almeno così sembra – anche da sudditanze ideologiche?
Lo dico perchè non sono ancora così sicuro che quel giornale presenti le caratteritiche suddette… e la pubblicazione o meno potrebbe essere un banco di prova.
OTTIMO! 😉
Diffondere, diffondere, diffondere!
E’ un po’ anche il mio slogan. 🙂
Lorenzo, calcola che ho praticamente aperto una pagina Facebook, esclusivamente per diffondere, rilanciare e condividere, notizie, link, vignette satiriche e quant’altro inerente all’ateismo e ai temi cari all’Associazione.
Inderisco il tutto.Lo invio agli amici e ai miei contatti.Questi riprendono i miei link.Li ridiffondono ai loro contatti.Fino all’infinito! 😉
…Così da poter dare risalto e diffusione a certe notizie, che altrimenti resterebbero “oscurate”.
Consiglio a tutti di procedere in questo senso… 😉
Ciao
Queste iniziative, con il tempo e la perseveranza, possono diventare una spina nel fianco dei finti laici e dei partiti che fingono di rappresentare.
A me, francamente, approfittare del momento elettorale per porre questioni estranee al processo di voto, che possono infastidire i presenti, e prolungare le code al seggio, mi pare un’azione tutto sommato fuori luogo, quasi “violenta”, nel senso che impone una discussione indesiderata a persone che sono lì per tutt’altre questioni. Reazioni a volte scomposte non possono pertanto stupire più di tanto.
Andrea, esprimendo un’opinione personale potresti definirla “questione di importanza relativa” (magari mi troveresti pure d’accordo) ma sicuramente non “questione estranea al processo di voto”, tanto che l’esibizione di qualsivoglia cosa in sede di seggio è sottoposta a norme piuttosto precise. Anche altre questioni di importanza assai relativa (a mio modo di vedere) sono regolarmente al centro dell’attenzione, tipo il divieto di entrare nella cabina elettorale con un cellulare (capirai! potrei fotografare me stesso mentre voto!), eppure nessuno si lamenta per le procedure penose che comportano, quasi che l’elettore sia un pericoloso elemento da “tenere d’occhio” e passare al setaccio.