L’identità italiana? Poco cattolica

Demos & Pi ha realizzato per Repubblica un sondaggio sull’identità nazionale a 150 anni dall’Unità. Una domanda verteva sulla caratteristica che distingue gli italiani rispetto agli altri popoli: l’8,7% del campione ha risposto “la tradizione cattolica”, una percentuale inferiore a “l’attaccamento alla famiglia”, “l’arte di arrangiarsi”, “la creatività”, “il patrimonio artistico”. Sette anni fa coloro che, di fronte alla stessa domanda, risposero “la tradizione cattolica” furono il 10,3%. Per contro, il 19,4% del campione indica “la legge sul divorzio” quale avvenimento che più ha contribuito a modernizzare il paese, subito dopo “la ricostruzione degli anni ’50-’60” e “lo statuto dei lavoratori”.

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43 commenti

Kaworu

non che sia una grande novità…

l’italiano è soprattutto superstizioso, e la religione è la sua superstizione “principale”.

inoltre è anche politeista, dato che il culto dei santi in italia non ha nulla da invidiare a quello delle divinità dell’olimpo.

la chiesa e/o il cattolicesimo sono comodi paraventi per chi non fa parte delle categorie di cui sopra (ma anche loro, volendo) per darsi un’aura di rispettabilità e per potersi ritenere migliore di altri, e sulla base di questa supposta superiorità, farsi forte e (credere di) difendere il proprio orticello, dimentico del fatto che molte altre persone non lo calcolano minimanete e che oltretutto vorrebbero vivere con pari diritti, a parità di doveri.

stefanogio

Sono perfettamente d’accordo sul carattere politeista della religione cattolica, ma le divinità dell’olimpo mi stanno molto più simpatiche.

libero

Erano più coerenti, avevano anche Mercurio, dio dei mercanti e dei … ladri.

laverdure

Anche a me sono molto piu’ simpatiche:basti pensare alla loro assoluta mancanza
di pregiudizi sul sesso.
Ricordate le avventure galanti di Giove,il grande boss in persona,con Leda e con
Callisto?
Un dio che si concede queste distrazioni evitando di sfogare le sue frustrazioni scagliando piaghe e diluvi a profusione e’ infinitamente piu’ simpatico di quello
cristiano!

Bruno Gualerzi

Per me l’essere ateo viene prima di ogni altra identità… le quali pertanto o sfumano o vengono proprio rigettate. Nella misura in cui mi sento erede dell’illuminismo, ne adotto anche il cosmopolitismo… che vivo come tale anche senza muovermi da casa beneficiando della rete informatica.
Per quanto riguarda l”italianità’, ormai mi ci identifico quasi esclusivamente per la lingua. E se fossi più giovane forse nemmeno per quella.

Sergio

Dunque dai più valore alla struttura (lo scheletro) che alle contingenze. Ma se le contingenze fossero quelle che più ci qualificano (individualizzano) e perciò almeno altrettanto importanti delle strutture.
Il cosmopolitismo mi sembra tenda ad azzerare le differenze (trascurabili) insistendo sulle strutture.
Tu ti sei innamorato della struttura di tua moglie (scheletro, sistema osseo, linfatico, sanguigno , ecc.) o non piuttosto delle qualità trascurabili (colore degli occhi e dei capelli, timbro di voce, qualche difetto o vezzo ecc.).
La vita è un processo di differenziazione e individuazione: sono anche le piccole cose che fanno la differenza.
Trascurare le differenze per insistere sulle strutture significa che siamo tutti fungibili (uno vale l’altro). Non so se ciò «aiuta».
Il razionalismo spinto e anche certo illuminismo tendono ad appiattire e ad annullare le differenze. Non so, non credo (che ciò sia bene).
Ciao

Bruno Gualerzi

Replica interlocutoria (poi verrà il resto).
L’essere ateo non lo considero certo una ‘struttura’ (o, per dirlo secondo la vecchia vulgata marxista, una sovrastruttura), ma un’identità forte, che mi fa considerare le altre (le altre identità possibili) in sua funzione. Non è quindi questione di cose piccole o grandi che non intendo certo non prendere in considerazione e viverle nelle loro specificità, ci mancherebbe, ma coerentemente inserirle – quando sono determinanti per definire un’identità – in questa prospettiva.
In quanto al ‘razionalismo spinto’, all”italianità’, e ad altre cose… a più tardi.

Bruno Gualerzi

Seconda parte.
Sul ‘razionalismo spinto’.
Sono d’accordo cn te… anzi ti dirò che il solo termine razionalismo, col suo ‘ismo’, mi convince poco. Preferisco razionalità, ragionevolezza, semplicemente ragione (un vecchio adagio recita: “il razionalismo sta alla ragione come la polmonite sta ai polmoni”). Naturalmente possono poi essere considerati pur sempre come sinonimi. Per come l’intendo io in ogni caso (ne ho scritto in un posto non molto tempo fa) la razionalità non solo non appiattisce niente, ma al contrario aiuta ad arricchire ogni esperienza dando la possibilità di vederne i tanti possibili aspetti. Vederli e viverli, non certo analizzarli come se non mi riguardassero. Per questo c’è l’uso scientifico. strumentale, della ragione, ovviamente altrettanto importante.

Su illuminismo e cosmopolitiismo.
Anche qui non intendo certo rifarmi alla scolastica contrapposizione tra illuminismo (ragione) e romanticismo (sentimento). Per non farla troppo lunga, pensa a Leopardi.
E il cosmopolitismo significa sentirsi, come suol dirsi, ‘cittadino del mondo’ prima ancora che – senza per questo escluderlo o negarlo – cittadino di una nazione. Anzi, significa vivere la propria nazionalità evitanto che si traduca in nazionalismo… una tra le principali cause delle guerre del secolo scorso. O, per restare all’oggi in Italia, della ‘cultura’ leghista.

Sull”itaianità’.
In breve. La situazione italiana, da quasi tutti i punti di vista, è caratterizzata da un involuzione tale tendente a ricreare un regime clerico-fascista, che induce proprio a contrapporvi in modo radicale, in questo caso come unico antidoto, il cosmopolitismo. Almeno nella forma dell’europeismo. Per quanto nche qui…
Ora come ora mi, dicevo, mi sento italiano tra italiani quasi esclusivamente per la lingua.

Infine l’ateismo.
Ne ho già parlato in precedenza e qui intendo solo integrare il discorso. Essendo sempre più convinto di “ateismo o barbarie” per le tante ragioni più volte richiamate, non vedo perchè l’essere atei non debba costituire per me l’identità prioritaria su tutte le altre.

Poi ci sarebbe la riflessione ‘filosofica’ da fare sul concetto stesso di identità, proprio come concetto. L’ho fatto in altra sede.

Ciao.

Third Eye

Curioso, per me l’essere ateo è, se vogliamo, “accessorio” alla mia identità, tanto lo sento naturale…

Sarebbe come se dicessi che ne fa parte il respirare dal naso o il camminare su due gambe…

Bruno Gualerzi

Perchè ‘curioso’? L’ateismo, per fortuna, può essere vissuto in tanti modi non avendo nè dogmi nè ortodossie da rispettare. Quindi certamente anche come lo vivi tu.

marcusprometheus

Male, secondo me.
Perfino per il 66,7 per cento degli elettori della lega l’Unita’ d’Italia, e quindi presumo anche l’italianita’, e’ un valore positivo o molto positivo.

libero

Identità poco cattolica, che si dimentica del cattolicesimo ogni giorno che passa.

fab

L'”avvenimento” che rende moderno il mondo è l’istruzione. Da lì discendono divorzio, statuto dei lavoratori, boom economico, cura delle malattie (compresa la religione) e così via.
Quello che distingue gli italiani dagli altri è la scarsa istruzione.

Federico Tonizzo

@fab
Condivido!
E’ proprio per questo che i vari governi, ma in particolare quello attuale, “tagliano” il più possibile i fondi per l’istruzione (oltre che quelli per la ricerca e la sanità pubblica).

MicheleB.

Gli italiani, feccia assoluta del genere umano, fralle altre cose brutte sono anche dei grandissimi ipocriti: tant’è che del ritratto che fanno di sè nel sondaggio di Demos, rimane ben poco una volta recatisi alle urne e quell’8,7% lievita ipertroficamente.

puric

la caratteristica che distingue gli italiani:

mancanza totale di senso della responsabilità

Flavio

E il bisogno atavico di essere guidati da un ducetto qualsiasi…

puric

… e dunque di non dover mai rispondere delle proprie azioni né pagarne le conseguenze

robby

gli italiani non anno nessun pudore a non capire è non volere la verita storica del italia(non solo artistica e folcroristica).che la storia di questo paese sè fosse raccontata allora ,l italianita. sarebbe unica .gli italiani la maggior parte non a combatuto ,per valori tipo,liberta uguaglianza,laicita,verita storica,sono un amalgana di dialetti uniti per costruire una posizione definita da gente non italiana 160 anniììì

puric

c’era: rincogl.onimento collettivo davanti a undici defic.enti in mutande che tirano calci a un pallone

Fabio

Questo funziona anche per altri paesi, come minimo per alcuni paesi sudamericani,
che il catenaccio non sanno neppure cosa sia!

Flavio

Devo dire che anche “l’attaccamento alla famiglia” e “l’arte di arrangiarsi” sono abbastanza deprimenti come risposte. Attenzione perche’ il clero sa bene come dirottare l’attaccamento alla “Famiglia” verso le proprie istanze.

Kaworu

deprimenti?

fan proprio cascare le braccia…

ma d’altra parte non pochi ci vedono come un popolo di furbetti arraffoni

Federico Tonizzo

@Kavoru
Ma d’altro canto ci vedono anche come dei poveri scemi che quando un politico grida che vuole il crocifisso nelle aule grugniscono (o belano) in coro “Sì! Sì!”

Kaworu

si diciamo che la nostra immagine non ha tratto un grande vantaggio dai nostri governanti. anzi…

la cosa che veramente mi deprime è che agli italiani stessi sembra non importare granchè.

Near

La famiglia penso sia una cosa a cui tengono tutte le culture, tranne alcuni rari casi. Sbagliano i cattolici a volerla monipolizzare come fosse un loro copyright e a volerne imporre la propria visione, che non ha nulla a che vedere con quella di una famiglia civile e moderna, dove tutti devono avere pari dignità.

puric

credo che la famiglia sia uno dei motivi per cui la società italiana è così arretrata: siccome c’è comunque la famiglia che tampona qualsiasi carenza sociale dello stato, la classe politica è sempre stata giustificata a interessarsi poco dello stato sociale.
Questo ha portato al fatto che oggi, di fronte ad una crisi occupazionale gravissima, lo stato possa nuovamente defilarsi, tanto le giovani coppie possono comunque contare sull’aiuto dei genitori. E questo porta anche al fatto che siano gli anziani ad avere più potere, anche nella sfera privata, frenando qualsiasi innovazione e portando i giovani a percepirsi come una componente sociale priva di valore

Near

Io la vedo così.

Se facciamo realmente parte di un occidente definito da molti la culla del diritto e della civiltà moderna, non si dovrebbe porre troppo l’accento su ciò che ci differenzia dagli altri stati, ma di più so ciò che ci unisce.

Io, personalmente, conscio del fatto che indubbiamente in Italia esiste un importante patrimonio storico – artistico e ci aggiungerei anche scientifico (Keplero, Galilei e altri), non mi sento diverso dagli altri europei o superiore a loro, anzi, penso che abbiamo molto da imparare dalle altre culture e che quella cattolica di certo non è la superiore.

Naturalista

Keplero non era italiano… quello è il nome italianizzato di un tedesco. Non rubiamo le intelligenze altrui. 😉

laverdure

Una caratteristica degli italiani che ha stupito spesso gli stranieri e’ la loro ammirazione per
i furbi o presunti tali,e la loro incapacita di rendersi conto che i furbi per definizione
vivono alle spalle dei fessi, e che i fessi sono loro stessi.
Basti ricordare quello che recentemente scrisse un editorialista di Le Monde commentando
l’uscita del film “Il divo”:
“Da noi un politico simile non potrebbe esistere!”
Parole sante!
(Notare bene che i politici francesi commettono porcherie come gli altri,ma il fatto di doverle fare di nascosto,pena grossi guai,e’ un freno notevole!)

Odino

C’è una sola cosa che accomuna la stragrande maggioranza degli italiani: l’ignavia politica e civile.

nullità

aggiungiamo pure l’ipocrisia, va…

ma anche la superstizione. ci sono in giro persone che odiano il pretame ma corrono da loro non appena la loro fende sente che si ha bisogno di un sacramento (bat

POPPER

Sono italiano ed europeo, non sono cristiano e meno che mai cattolico, sarei molto felice se gli italiani dicessero sempre e coraggiosamente come la pensano apertamente della ccar.

le Monde attacca Bondi il censore, e a Cannes han visto Draqulia con molto piacere, i produttori probabilmente lo faranno vedere anche in Italia, alla faccia del ministro.

Il governo Berlusconi è diventato una barzelletta ormai ed è già questo che sputtana l’Italia all’estero, altro che Gomorra o Draquilia, poi a Saviano qualche giorno fa han conferito la cittadinanza onoraria di Milano con maggioranza al consiglio comunale, mentre poi si vede quel povero adoratore di Berlusca, “Emilio fido” attaccare Saviano in modo volgare attraverso una TV Mediaset; se non sono questi berlusconiani a sputanare l’Italia all’estero chi è che lo farebbe meglio di loro? Ma ci aggiungerei Bitonci e altri come lui di bassa lega.

Paul Manoni

Un’altro sondaggio da aggiungere agli altri, molti, che evidenziano una CCAR arrancante nel cuore degli italiani. 85% di cattolici sulla carta…Nella realta’ le cose sono ben diverse.

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