Germania, la battaglia del prof. Zapp

Quattro anni fa il Pontificio Consiglio per i testi legislativi sostenne che la semplice richiesta di abbandonare la Chiesa cattolica non era sufficiente per comprovare la volontà di apostatare da parte del richiedente: la presa di posizione provocò un immediato allungamento dei tempi per lo sbattezzo (cfr. Ultimissima del 23 aprile 2007). Ora, in Germania, il cattolico Hartmut Zapp, professore in pensione, ha preso sul serio quel pronunciamento, e ha chiesto di continuare a essere considerato cattolico nonostante si sia ‘sbattezzato’, abbia cioè formalizzato l’uscita dalla Chiesa per non pagare più la tassa ecclesiastica  che grava automaticamente su ogni fedele. Il tribunale amministrativo gli ha dato ragione, la corte d’appello del Baden-Wuerttemberg la scorsa settimana gli ha dato invece torto, sostenendo che la questione è tutta interna alla Chiesa. Il prof. Zapp pensa ora di rivolgersi a un tribunale ecclesiastico: “la Chiesa dovrebbe finanziarsi grazie alle offerte volontarie dei fedeli, non attraverso un’imposta di culto riscossa dallo Stato”.

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49 commenti

pincopallino

Ma io non ho capito, questo professore vorrebbe continuare a dare soldi alla chiesa cattolica non essendo più cattolico?? o vuole dimostrare l’incongruenza della legge? O vuole essere cattolico senza pagare i soldi alla chiesa? In ogni caso la Germania ha un sistema migliore del nostro 8 per mille….

Giorgio

Opps! Domando scusa, aveva già risposto Carcano (v. sotto).

POPPER

Ma che cavolo vuol fare ste prof? se è uscito dalla ccar di che deve preoccuparsi? mica lo stato gli fa pagare la tassa sulla fede. Sono quei casi che si commentano da sé.

Raffaele Carcano

E’ il contrario, vuole restare nella CCAR senza pagare le relative tasse.

Stefano Bottoni

Esatto, vuole la botte piena e la moglie ubriaca. Comodo, no?

Rasputin

Io direi invece che è una mossa astuta: si deve poter essere cattolici anche senza dover pagare. Il concetto in sé mi pare corretto.

Sergio

“Ha formalizzato l’uscita dalla Chiesa per non pagare più le relative tasse.”

Ma vuole lo stesso essere considerato cattolico. In effetti non si può parlare in questo caso di vero e proprio “sbattezzo” (bisognerebbe però vedere come ha formulato la sua domanda per non pagare le tasse). Insomma, non vuol pagare le tasse, ma vuole essere considerato lo stesso cattolico. Direi che è un mezzo matto. In effetti un fedele ha l’obbligo, morale e legale (vincolante), di sostenere la sua chiesa: se non lo fa non vedo come possa considerarsi ancora membro della chiesa.

Quanto alle tasse: è sufficiente indicare nella dichiarazione dei redditi che non si desidera versare la tassa di culto (Kirchensteuer) per non pagarla (in effetti la tassa è molto salata). Basta questo. Non è necessario lo “sbattezzo”. In pratica però chi non è più solidale con la sua chiesa si è sbattezzato.
Purtroppo anche in Germania, come in Italia, è lo Stato che raccatta soldi (in più gratuitamente) per la Chiesa. La Chiesa non osa riscuotere i soldi direttamente e per suo conto dai fedeli: è un lavoro un po’ sporco o ambiguo che preferisce delegare allo Stato. Molto comodo. E più redditizio.

Magar, bieco illuminista,

L’errore sta nella legge che vincola il fedele al pagamento: ha ragione Zapp, ognuno dovrebbe essere libero di scegliere se dare soldi o meno alle organizzazioni nelle cui idee filosofiche di fondo dichiara di riconoscersi. Senza essere costretto a fare un mezzo atto di apostasia ogni volta che sia – ad esempio – in dissenso con la gestione dell’organizzazione.

Manlio Padovan

Leggendo m’è parso di essere tornato ai tempi in cui si discuteva animosamente e con determinazione del sesso degli angeli, o dell’anima nei gemelli omozigoti.

Congo

Se ho ben capito, in Germania essere cattolico e pagare quella tassa è un tuttuno.
Il professore si è sbattezzato solo per non essere più negli elenchi di chi deve pagare quella tassa, ma vorrebbe continuare ad essere considerato cattolico.
La sua battaglia è solo contro l’obbligo di quel pagamento, e basta.
Ma la strada che ha intrapreso mi pare assurda.
Avrebbe dovuto chiedere di creare un registro apposito per chi paga quella tassa e il cattolico che non volesse pagare verrebbe tolto SOLO da quel registro.
Adesso invece sta creando una totale confusione.

Tino

A quanto mi risulta la Stefi Graff si è dichiarata atea per non pagare le tasse e non ha avuto problemi, forse era protestante?

Otto Permille

Se in Italia si adottasse questo metodo per cui chi si dichiara cattolico riceve una bolletta da pagare a beneficio della chiesa (come la bolletta della luce), avremmo un impressionante uragano di sbattezzi.

Bruno Rapallo, apostata e ateo

..a proposito di “sbattezzi”, il buon Luca si sta dando molto da fare: sul suo blog http://sbattezzati.it/ il contatore degli “sbattezzati” é già arrivato quasi a 300 e i relativi documenti pubblicati sono già quasi 100; sono molto sorpreso del ritmo di crescita in così pochi giorni (più di un anno fa, quando gli inviai il mio attestato della Curia genovese, eravamo appena in 7-8)

Rothko61

Qualcuno sa dire quale sia la situazione nei Paesi europei sul finanziamento alle confessioni religiose? Onestamente, io ignoravo che in Germania ci fosse la tassa sulla fede. Pensavo fossimo gli unici a doverci sobbarcare l’8xmille.
In Francia? Austria? Spagna? La UAAR dispone dei dati?

Billy Belial

Lì paghi una tassa ad una confessione se ne fai parte, qui invece anche se ne sei estraneo, se l’Italia adottasse il metodo tedesco si scoprirebbe atea ed anticlericale nel giro di una notte

Rothko61

Sono d’accordo (tant’è che devolvo l’8xmille ai Valdesi perché costretto).
Mi chiedevo solo se fosse stato fatto uno studio comparato tra i vari Paesi. Per mia cultura personale.

Roberto Grendene

l’enorme differenza tra sistema italiano e tedesco in tema di tassa di religione e’ che in Italia si versano i soldi dello stato, in Germania versi soldi tuoi (in pratica in Germania lo stato e’ come un datore di lavoro che su tua richiesta ti trattiene dalla busta paga l’iscrizione al sindacato)

Claudio Diagora

A me sembra che il signor Zapp sia invece molto coerente: vuole essere cristiano e decidere personalmente se e quando dare denaro alla chiesa. Il senso della frase finale dell’ “ultimissima” è molto chiaro. Niente elenchi, niente tassa, solo donazioni.

Cartman666

professor zapp,(non tanto esimio) tutti noi contribuenti italiani saremmo felici che ci fosse in italia un modo di finanziare la chiesa uguale alla germania. Sei cattolico? Mantieniti la tua chiesa, paga e non rompere.

Sergio

Non so se sei cattolico. Comunque la faccenda è questa: la Chiesa è un club (se il termine ti pare inappropriato o persino offensivo diciamo allora associazione, organizzazione ecc.). Per sopravvivere il club (o associazione o organizzazione) ha bisogno di soldi: per questo i soci sono tenuti a versare una quota annua. Che di solito si versa anche con piacere: si sostiene un ente che a sua volta sostiene te (ti dà un’identità, ti fa sentire qualcuno, a volte ti aiuta anche materialmente).

Adesso mi sembra paradossale che uno non voglia versare la quota sociale (in questo caso la tassa di culto), ma voglia lo stesso far parte del club (e quindi pretendere prestazioni e servizi dal club, in questo caso battesimo cresima matrimonio relgioso estrema unzione e servizio funebre). Se non vuoi versare la quota si vede che non credi troppo nel club. E allora chiamati fuori, santo cielo!

enrico matacena

Ho abitato in Germania ho moglie tedesca e conosco il problema : è solo una questine di quattrini. In Italia l’ 8 x 1000 lo si paga comunque , in Germania NO. Molta gente addirittura esce dala chiesa per non pagare le tasse alla chiesa (le Kirkensteuer) ma vi lascia moglie e figli per poter usufruire di servizi quali matrimoni ion chiesa , funerale ecc.
Il prof . in questine è solo un pò spilorcio, enon è affatto matto.

antoniadess

al di là della questione se è giusto o no che lo Stato si faccia carico di riscuotere al posto delle chiese, è bene non dare per scontato l’altra differenza sostanziale: l’8 per mille italiano viene tolto all’erario dello Stato, cioè all’irpef che tutti i contribuenti versano, volenti o nolenti; l’8% tedesco lo versa IN PIÙ il singolo contribuente alla chiesa di appartenenza dichiarata, l’erario statale non viene intaccato per niente; qui oltre un miliardo di euro viene sottratto ai servizi pubblici, lì nemmeno un centesimo, non mi sembra un dettaglio irrilevante 🙁

antoniadess

al di là della questione se è giusto o no che lo Stato si faccia carico di riscuotere al posto delle chiese, è bene non dare per scontato l’altra differenza sostanziale: l’8 per mille italiano viene tolto all’erario dello Stato, cioè all’irpef che tutti i contribuenti versano, volenti o nolenti; l’8% tedesco lo versa IN PIÙ il singolo contribuente alla chiesa di appartenenza dichiarata, l’erario statale non viene intaccato per niente; qui oltre un miliardo di euro viene sottratto ai servizi pubblici, lì nemmeno un centesimo, non mi sembra un dettaglio irrilevante. 🙁

Ratio

Secondo me questo signore non ha torto, si sente cristiano cattolico ma rifiuta di versare un contributo obbligatorio alla sua chiesa. Ha ragione da vendere a dire che la chiesa deve mantenersi unicamente con offerte volontarie.
Forse anche questo fatto è una conseguenza degli scandali che vengono alla luce.

Paul Manoni

Il Professore tutti i torti non li ha. 😉
Il problema e’ che la sua chiesa, in Germania risulta essere cosi’ ghiotta da aggrapparsi con le unghie e coi denti ai suoi soldi. Situazione e legislazione tedesca comunque encomiabile, rispetto a quello che si vede da queste parti con il sistema dell’8×1000 coatto. 😉

Roberto Grendene

Catechismo, 1269: “il battezzato e’ chiamato … ad essere « obbediente » e « sottomesso » ai capi della Chiesa”

quindi se i capi della chiesa alla quale vuole appartenere e ai quali e’ tenuto ad obbedire dicono che deve versare una percentuale del suo reddito per essere dei loro, o versa o non fa parte di quella organizzazione

puo’ pagare e tentare dall’intero di cambiare la regola: ma voler star dentro e non obbedire alla regola sono posizioni poco conciliabili

nessuno gli impedisce di professarsi cristiano, ma perche’ anche cattolico?

Magar, bieco illuminista,

Mi pare che ognuno debba essere libero di autodefinirsi come gli pare, senza per questo essere automaticamente costretto (dalla legge dello stato) a versare un contributo ad una certa organizzazione.

C’è poi da dire che Zapp voleva inoltre essere considerato “cattolico” dalla stessa CCAR, con tanto di ammissione ai sacramenti, etc. etc.: ma, come giustamente ha rilevato la corte d’appello, la questione è tutta interna a quell’organizzazione.

Sono i guai derivanti dal considerare le chiese come “enti di diritto pubblico”, abilitati a “tassare” il cittadino.

Roberto Grendene

l’autodeterminazione e’ da garantire, ci mancherebbe

ma e’ anche questione di logica: io non mi posso definire iscritto (esempio) ad un sindacato se non verso la quota annuale

posso naturalmente esserne simpatizzante e dire che “il sindacato dovrebbe finanziarsi grazie alle offerte volontarie di coloro che vogliono appartenervi, non attraverso un’imposta sindacale riscossa dal datore di lavoro”

Magar, bieco illuminista,

Ho l’impressione che il concetto tedesco di Kirchenaustritt sia più forte della semplice “non adesione” ad un’organizzazione, quale può essere un sindacato o una chiesa.
La legge del Baden-Württemberg del 1978, ad esempio, riconosce esplicitamente il diritto a “uscire da una comunità religiosa” (http://www.kirchenaustritt.de/bw/#kirchenaustrittsgesetz), il che può suonare eccessivo alle orecchie di un cattolico dissidente. Per fare un paragone, sarebbe come se, per non pagare una quota all’UAAR, io dovessi dichiarare di voler “uscire dalla comunità degli atei razionalisti”.

Adesione ad una organizzazione specifica e dichiarazione di appartenenza ad una comunità (religiosa o filosofica) dovrebbero essere separate, dal punto di vista dello stato.

libero

Soldi !
Va e da ai poveri …..
Ma come si fa a credere ai businessmen della religione.

RobertoV

In Germania ed Austria è forte la chiesa alternativa “Noi siamo chiesa” che comunque si muove in ambito cattolico. Quindi c’è gente che continua a considerarsi cattolica, ma non si riconosce nella chiesa ufficiale e sono favorevoli ad una riforma della chiesa. Per esempio in Austria il 66% (2009) è ufficialmente cattolico, ma nei sondaggi circa il 75% si dichiara cattolico. C’è poi anche il discorso della convenienza economica, visto che la tassa non è bassa e la chiesa può procedere contro di te se non paghi (a meno che tu non sia ufficialmente uscito dalla chiesa): per esempio alla mia nonna austriaca quando è morta dopo lunga malattia sono stati pignorati i mobili perchè le ultime rate non erano state pagate.

Bruno Rapallo, apostata e ateo

…ma veramente dei sedicenti cristiani hanno fatto questo a una povera morta e ai loro eredi ?? Che delinquenti, luride sanguisughe, squallidi avvoltoi schifosi..!!

Ratio

Ma poveri animali! 🙂 Un po’ di rispetto! 🙂 perché questi immeritati paragoni con i preti? Tutti gli animali sono funzionali alla vita sulla terra.
I preti non lo sono.
🙂 🙂 🙂

Painkiller

“per esempio alla mia nonna austriaca quando è morta dopo lunga malattia sono stati pignorati i mobili perchè le ultime rate non erano state pagate.”

Alla faccia dell’amore cristiano che tanto sbandierano!!!
Una donna muore dopo lunga malattia e invece di confortare la famiglia pignori loro i mobili!!!

Alien

Ho vissuto parecchi anni in Germania, e la cosa funziona così (per gli stranieri residenti): nella registrazione anagrafica (all’anagrafe del comune, non nella lista della curia) si deve dichiarare la religione di appartenenza. Se non si appartiene a nessuna religione, si barra l’opzione “nessuna religione”; se si è cattolici, si barra l’opzione “religione cattolica”.

Nel primo caso, nella dichiarazione dei redditi non si paga la tassa per la chiesa (se ricordo bene si tratta del 3%), e l’anagrafe comunica alla chiesa che il soggetto non ha più diritto ad alcuna prestazione religiosa (tipo estrema unzione, ecc). La chiesa normalmente si fa viva presso l’interessato per cercare di convincerlo che perde dei benefici (ti arriva il prete in casa, tipo Testimoni di Geova). Se si è lavoratori dipendenti, si deve comunicare la cosa al datore di lavoro, che non opera le trattenute del caso dalla busta paga.

Nel secondo caso, si paga nella dichiarazione dei redditi (quando si rivece a casa la cartella delle tasse, con i calcoli e i conguagli eventuali, normalmente dopo due settimane al massimo (!). Se si è lavoratori dipendenti, di nuovo, si comunica la cosa al datore di lavoro, che opera le trattenute del caso (il tutto poi viene saldato con la cartella come negli altri casi).

Ora, a metà strada tra questi casi, ce ne sono due piuttosto interessanti. Il primo caso è quello del non cattolico che per errore (pensando a una specie di statistica) dichiara nel modulo all’anagrafe “religione cattolica” e poi si accorge che deve pagare una schioppettata di soldi. Il poverino quindi dice al datore di lavoro “nessuna religione” e non paga in quanto non si ritiene effettivamente cattolico. Dopo un po’ di tempo (è successo) il fisco, agendo per conto della chiesa, se ne accorge e richiede i pagamenti arretrati con interessi e (credo) multa, in quanto trattasi di cattolico dichiaratosi tale che però evade la tassa. In questo caso credo che sia comunque sufficiente dimostrare la propria buona fede e il tribunale fiscale accetti tessere di associazioni tipo UAAR e evidenze similari che mostrino che l’interessato non è effettivamente cattolico come dichiarato all’anagrafe.

Il secondo caso, simmetrico, è quello del cattolico verace che non vuole pagare, e qui sta il contenzioso di cui la notizia in questo thread.

Per quanto riguarda i Tedeschi, invece, non gli stranieri, credo (ma non conosco i dettagli) che la dichiarazione anagrafica sia sostituita dal certificato di battesimo, che però, può essere cancellato al compimento dei 18 anni, quando il cittadino ha il diritto di dichiarare che esce dalla religione cattolica.

Kaworu

a me sembra più che giusto che ogni seguace paghi per la sua religione.

se facessero così anche qui, avremmo tipo cento cattolici su tutta la penisola.

enrico mini

Dov’è scritto nel vangelo che uno che è cristiano deve mettere mano al portafoglio per ingrassare i mercanti del tempio?
Dev’essermi sfuggito.

Stefano Bottoni

Nel vangelo non sta scritto da nessuna parte, questo è vero. Ora, prova ad andarlo a spiegare a lorsignori monsignori nonchè politici sottomessi…

MicheleB.

A me sembra un buon sistema, quello tedesco; se un credente non vuol dare più del suddetto 3%, può sempre rifiutare elargizioni di altro tipo. Sempre meglio che da noi, dove ogni contribuente si trova a donare l’obolo dell’8 per 1000, interamente o parzialmente.

Magar, bieco illuminista,

Meglio che da noi, è facile.
L’essenza della protesta di Zapp però era sull’impossibilità di scindere dichiarazione di “cattolicità” (un fatto che dovrebbe essere puramente privato e spirituale) e obbligo di sovvenzionare la CCAR.

Anche se non tocca i non-credenti, mi pare comunque una ragionevole domanda di laicità.
Mi pare molto brutto che una professione di fede venga registrata dallo stato e abbia effetti civili.

Vinicio

a quanto pare, ogni qualvolta si parla di religione, la mente umana defice ……..

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