Da una decina di giorni è in corso di distribuzione il numero 3/2010 de L’Ateo, il bimestrale dell’UAAR. Il fascicolo è dedicato agli animali e contiene contributi e articoli di Accorti, Turchetto, Mainardi, Sagnibene, Caputo, Martinelli, Borchi, Lorenzi, D’Alpa, Danesi, Ricciardi, Dessolis, Boscarino.
Nuovo numero de “L’Ateo”
16 commenti
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L’ho ricevuto la settimana scorsa (è il primo numero che mi sia arrivato, visto che mi sono iscritto solo di recente)
Devo dire che certi toni sono esageratamente animalisti: l’idea di fondo, di per se condivisibile, è la critica all’antropocentrismo, ma la direzione presa da certi interventi è quella sbagliata. Anzichè mettere in dubbio la dignità umana, sulla base dei soli 6000 anni di “storia” della civiltà contro i 200.000 della specie Homo sapiens, si preferisce estenderla agli animali, dimenticando la lezione di Darwin sulla spietata indifferenza della natura.
Personalmente ritengo invece che chiunque debba provare, se non ad altri, almeno a se stesso, di meritare la dignità che certi pretendono avere per diritto di nascita (persone che celebrano le conquiste della nostra specie, ma che non sanno nemmeno dimostrare i teoremi di Talete)
Innanzitutto benvenuto tra noi. Dopodichè dimmi una cosa: ti riferisci ar trota?
Magari! Ci troveremmo in una situazione molto migliore se mi dovessi riferire ad una persona in particolare. Invece questi semianalfabeti sono la netta maggioranza, nel nostro paese per non dire in tutto il globo.
Mi risulta ci sia un solo teorema di Talete, la cui dimostrabilità non mi pare manco così fondamentale rispetto ad altre conquiste…
Medioproporzionalità di un cateto tra ipotenusa e sua proiezione su di essa, e medioproporzionalità dell’altezza tra le 2 proiezioni dei cateti. Dovrebbero essere 2 teoremi distinti, ma poichè hanno dimostrazioni molto simili può darsi che vengano considerati assieme.
Li ho scelti proprio perchè sono facilmente dimostrabili, e bisognia essere veramente degli incapaci per non riuscirci
sono al mio secondo numero de l’Ateo. Trovo che sia una rivista inutile.
Io l’ho ricevuto ualche giorno fa ed è sempre interessante leggerlo, ognuno vi può trovare dversi spunti per la proprie riflessione e anche è divertente. Viva l’Ateo. Grazie UAAR.
L’importanza di essere scimmiette:
perché atei e animalisti sono amici per la pelle
di Dario Martinelli, pag. 13
…
Un saluto a tutte le scimmiette….e anche una banana !!!!
ti piacerebbe, vero? 😆
Al posto del giornale l’Ateo, che non so quanti leggano interamente o parzialmente, io farei un bollettino e con il risparmio fare pubblicità per far conoscere l’associazione.
Un articolo su un giornale nazionale o locale importante, vale più di una annata di l’Ateo.
La “lezione di Darwin sulla spietata indifferenza della natura” non è una lezione di etica, ma di scienza naturale. Quest’ultima si occupa di come è la realtà , la prima si occupa di come dovrebbe essere. La vecchia distinzione tra descrizione e prescrizione. Se non si capisce la differenza si finisce diritti nello specismo e nel darwinismo sociale.
L’ultimo numero de L’Ateo è uno dei migliori che abbia mai letto perché contiene interventi che non hanno paura di mettere in discussione il tabu’ dello specismo, ugualmente diffuso tra i cattotalebani e gli atei.
@ Brachigobio
Tu confondi, come già ti si è fatto notare, lezione scientifica con discorso etico. Quella tua considerazione sul “diritto alla dignità” non come diritto di nascita bensì acquisito è del tutto arbitraria ed inconsistente: innanzitutto, tramite quali canoni e categorie è possibile stabilire chi è degno di dignità e chi no? Soprattutto, il discorso sull’antropocentrismo (alias specismo), è un discorso razionale che tiene conto di fattori oggettivi: gli animali non umani sono dotati della capacità di soffrire, oltre che di avere un’esistenza qualitativamente degna di nota (per via della loro spiccata vita emotiva e relazionale). E’ immorale agire deliberatamente a danno degli animali non umani (ed umani) per le ragioni sopracitate, dove per “deliberate” si intende anche il loro allevamento a scopo alimentare (non trattandosi di una necessità ma di un’abitudine). Se qualcuno ancora crede che gli animali non umani “non siano poi così complessi”, invito ad informarsi sui risultati di recenti ricerche di zooantropologia (soprattutto di Jane Goodall) circa la trasmissione dei tratti culturali e il pensiero divergente all’interno dei gruppi di individui non umani.
Premetto che ancora non ho avuto modo di leggere il numero dell’Ateo in questione, ma a giudicare dai toni credo si possa ben sperare.
Senza offesa ma…. QUANTA IPORCRISIA.
Le piante sono vive quanto gli animali, ci sono tonnellate di studi sulle loro percezioni, sui loro sistemi di comunicazione, ecc. Solo che non avendo occhioni teneroni stillanti lacrime non fanno pena a nessuno. Come direbbe qualcuno specismo puro!!!
L’homo sapiens è un onnivoro. Così come lo sono lo scimpanzè bonobo (98,5% dei geni in comune con noi e praticamente tutti i primati superiore.
Cosa facciamo sterminiamo tutti gli onnivori perchè “seguono abitudini sbagliate e non necessità”?
Capirei un discorso SERIO su sistemi maggiormente naturali di allevamento e coltivazione… ma sentire concionare di specismo, in barba a qualsiasi nozione scientifica, non sò se mi fà ridere o piangere.
In natura TUTTO il regno animale si ciba di altri esseri viventi che hanno la loro sensibilità, ecc. Il punto non è tanto ciò che l’uomo mangia, ma come gestisce la produzione del proprio cibo. Se il sistema è innaturale e “torturante” non cambia molto che la vittima sia un pollo agli steroidi o una fragola da 3 kg….. il punto è che si applicano metodi che danneggiano TUTTE le parti in causa dall’animale o pianta a chi alla fine se ne nutre.
Concordo con Artemio: quello che intendevo dire, è che non esiste in natura alcun fondamento dell’etica, la quale deve per forza essere una convenzione arbitraria tra esseri razionali. La nostra specie ha ottenuto tale conquista solo negli ultimi 6000 anni, quindi gli argomenti specisti sono confutati dai restanti 194.000 (giorno più, giorno meno), senza bisognio di scomodare il resto della biosfera.
E’ discutibile che l’etica debba essere arbitraria (IMHO assolutamente no), ma il fatto che nasca dalla convenzione tra esseri razionali non esclude minimamente (anzi) che possa applicarsi anche a soggetti non razionali, come alcuni umani e molti non umani. Non per nulla si tutelano i bambini e gli handicappati e si considera la crudeltà verso di essi perfino peggiore di quella verso persone adulte normali perché sono generalmente piu’ deboli, proprio come lo sono gli animali non umani.
Per favore, non costringermi a dire come la penso sui bambini… ti basti sapere che ero sul punto di fondare l'”Associazione Erode contro la tutela dell’infanzia”, e non saprei dire fino a che punto fossi ironico.