Malawi, liberata la coppia omosessuale

Steven Monjeza e Tiwonge Chimbalanga, recentemente condannati a quattordici anni di carcere da un tribunale del Malawi per aver celebrato una cerimonia di partenariato omosessuale (cfr. Ultimissima del 20 maggio), sono stati liberati. Hanno dunque avuto successo le pressioni internazionali sul presidente Bingu wa Mutharika, che dopo un incontro con il segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon, ha dichiarato: “questi ragazzi hanno commesso un crimine contro la nostra cultura, la nostra religione e le nostre leggi. Tuttavia, in quanto capo dello Stato posso graziarli e quindi farli rilasciare senza condizioni”.
AGGIORNAMENTO DEL 9 GIUGNO. Immediatamente dopo la liberazione la coppia si è divisa.

Archiviato in: Generale

12 commenti

dysphoria_noctis

che poi le “loro leggi” sarebbero quelle dell’Inghilterra coloniale… ergo, come al solito, si usa il discorso coloniale come e quando fa più comodo, in base al contesto dato.

A***

In Malawi li hanno rilasciati senza torcere loro un capello, magari se vengono a Roma due bei calci li prendono. Se escono dal Coming Out.
Se viene loro in mente di andare al Mucca, rischiano di vedersi esplodere una bomba sotto i piedi.
Siamo comunque felici che ci siano alcuni stati in cui il raziocinio, ogni tanto, vince.

nullità

hanno confermato il reato
e hanno fatto piovere una grazia dall’alto.

atteggiamenti da chi vuole mostrarsi intransigente ma anche magnanimo. ma soprattutto da chi vuole mascherare il fatto che le pressioni hanno sortito un effetto maggiore, probabilmente qualcosa si muove nell’opinione pubblica in malawi.

Paul Manoni

Sono felice per loro. 😉
…Aspetto una legge contro l’omofobia in Italia!
Dobbiamo mica chiederla a Ban Ki-moon?!?!!?

Sai

“questi ragazzi hanno commesso un crimine contro la nostra cultura, la nostra religione e le nostre leggi”
La loro cultura e le loro leggi si basano comunque sulla loro religione.
Ah verrà il giorno in cui le religioni verranno vietate per legge!

nullità

io invece spero in un giorno in cui la religione apparirà agli uomini per quello che è.

il giorno in cui parleremo di quando eravamo religiosi allo stesso modo con cui oggi parliamo dei greci che veneravano zeus o dei primitivi che veneravano i fenomeni naturali.

Flavio

Spero scappino in un paese civile (sconsiglio l’Italia, dove vieni aggredito in quanto immigrato e in quanto gay).

POPPER

I miei complimenti, sig.r Segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon, doveva proprio intervenire lei per farglielo capire a ste fondamentalisti, ma credo che più si va avanti più si renderà conto che molte di queste situazioni intollerabili, dal punto di vista della Dichiarazione Universale dei Diritti, dovrà affrontarle con più polso e risolutezza.

Ora all’ONU c’è bisogno, caro Segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon, di una risoluzione contro “ogni discriminazione” e va chiesto a tutti di essere realisti e aperti al futuro in cui le società dovranno convivere con nuove realtà personali insopprimibili e imprescindibili, fino ad ora soppresse, perseguitate o discriminate.

Le chiedo cortesemente di interessarsi della nostra situazione in Italia, dove la carenza di leggi adeguate e severe contro l’omofobia lascia spazio e avvalla messaggi omofobi e istigazione alla violenza sostenuti dalla mentalità cattolica, la quale Lei sa già essersi espressa contro la depenalizzazione del reato di omosessualità nel mondo.

Grazie per il suo intervento, un suo sincero amico uarrino.

MicheleB.

Vorrei si notasse la differenza tra un paese come il Malawi, con la sua storia di tragedie post coloniali, dittatura e potente ingerenza missionaria, che grazia quei due in barba ad una propria legge punitiva, ed un paese come l’Italia, senza scuse nè attenuanti, dove l’omofabia (anche violenta) è praticata di fatto sia dai privati che dalle istituzioni, senza peraltro esser mai stata condannata.
Considerando le posizioni storiche e geopolitiche di partenza, molta Africa è assai più evoluta di noi.

Commenti chiusi.