Il sottosegretario alla salute, la cattolica Eugenia Roccella, ha presentato oggi il suo Libro Bianco sugli stati vegetativi e di minima coscienza, realizzato insieme ad alcune associazioni, in gran parte cattoliche. Nel testo si perora l’abbandono di terminologie quali “persistente” o “permanente”, e si evidenzia come gran parte delle associazioni ritengano “che alimentazione e idratazione siano “atti dovuti”, indipendentemente dalle modalità con cui vengono somministrate”. Secondo il documento “la persona in stato vegetativo è potenzialmente in grado di manifestare emozioni semplici e può accadere che […] riesca a stabilire, seppur in forma minima e quasi impercettibile, un contatto con l’ambiente e/o le persone intorno”: “utilizzare la mancanza di coscienza per definire lo stato vegetativo è riduttivo, per il semplice motivo che non siamo in grado valutare se la coscienza sia presente o no in una persona, e tantomeno di misurarla”.
Nell’occasione sono state anche diffusi dati che mostrerebbero come il 50-75% dei pazienti in stato vegetativo post traumatico recuperi poi l’attività di coscienza. L’associazione cattolica Scienza&Vita ha accolto con favore la pubblicazione del testo.
Roccella presenta Libro bianco sugli stati vegetativi
52 commenti
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Manca l’opinione (Anche preventiva) dei pazienti in stato vegetativo. Andiamo a vedere se Roccella ha lasciato un testamento dispositivo?
…oh: “L’associazione cattolica Scienza&Vita ha accolto con favore la pubblicazione del testo”. C’è da non crederci! Siamo ridotti male…! Sarebbe stato molto più originale se avesse contestato qualcosa, no? Uff…
“50-75% dei pazienti in stato vegetativo post traumatico recuperi poi l’attività di coscienza” il dato è credibile ma dipende sempre dalla variabile tempo! se non sbaglio dopo i tre anni non risultano persone che mostrino segni di “ritorno” dallo stato vegetativo persistente.
Su tutto il resto ci vorrebbe un bel [citazione necessaria] perché non si capisce da quali studi salti fuori che le persone in stato vegetativo manifestino emozioni e percepiscano l’ambiente esterno, a parte il fatto che se fosse vero significherebbe per molti vivere un autentico inferno in terra: essere imprigionati in un corpo che non risponde ed essere impossibilitati a comunicare con l’esterno.
Secondo la mia opinione (non sono medico e potrei sbagliare di grosso) si gioca con il significato delle parole e con il significato dei termini medici.
C’è un caso, per intenderci, scientificamente supportato, di ritorno dallo stato vegetativo.
Un paziente belga che, dopo 23 anni in stato vegetativo, si scopre essere pienamente cosciente grazie a una nuova valutazione neurologica ha fatto il giro del mondo.
Il primo a pubblicarne la storia è stato Der Spiegel, ma ne hanno parlato il New York Times e numerosi giornali italiani ( cito solo La Stampa e Repubblica).
Su le Scienze sono andato a leggere l’articolo sul caso (lo consiglio caldamente a tutti)
http://ovadia-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/11/25/il-risveglio-dal-coma-e-le-tavolette-dei-medium/
e sono rimasto basito.
Leggete l’articolo (è breve e leggibile anche da non esperti) e vi renderete conto che non si può essere sicuri, discutendo di questi temi, che l’interlocutore dia alle parole lo stesso nostro significato.
Fra l’altro l’autrice dell’articolo aveva promesso aggiornamenti che io non ho visto.
In definitiva, secondo il mio modo di pensare e dopo aver letto quell’articolo, dire che l’80% dei pazienti in stato vegetativo post traumatico recuperi poi l’attività di coscienza NON HA ALCUN SIGNIFICATO se non viene specificato cosa e come recupera realmente.
E questo per me è solo il prologo della discussione; ma se i dati preliminari sono taroccati (non nei numeri, ma nel significato delle parole) la discussione diventa senza senso.
Sono d’accordo soprattutto con le tue 7 righe conclusive.
Avevo letto qualcosa sul blog Bioetica, però se non sbaglio si trattava più di un caso di errata diagnosi: nel senso che il paziente non era veramente in stato vegetativo persistente, ma di minima coscienza o qualcos’altro di simile.
E poi lasciava qualche dubbio anche la miracolistica legata al caso: del paziente che con la mano mossa da altro addetto, scriveva pensieri complessi e perfettamente corretti dal punti di vista sintattico
@crebs
Condivido in pieno quello che hai scritto. Non ha alcun senso né scientifico né clinico parlare in modo generico di “stati vegetativi”, magari confondeno surrettiziamente il coma con la locked-in syndrome od altre condizioni neurofisiopatologiche affini. C’è molta confusione in questo campo, e la bioetica cattolica ci marcia, eccome se ci marcia!
@Moreno83
“del paziente che con la mano mossa da altro addetto, scriveva pensieri complessi”
Si tratta di nient’altro che “Comunicazione facilitata”,una procedura che anni fa
genero’ enormi speranze nei genitori di bambini autistici,che sembravano essere
semplicemente “imprigionati” nel loro corpo e desiderosi di uscirne per comunicare
tramite la tastiera del computer col semplice aiuto di un “facilitatore”.
Alcuni test semplicissimi,suggeriti dall’impareggiabile James Randi,dimostrarono la
triste verita:usando due cuffie per il bambino e il facilitatore,e ponendo ai due due
domande differenti,la risposta battuta era sempre in tono con la domanda posta al
facilitatore.
E in molti casi quest’ultimo era in perfetta buona fede:si trattava del noto
fenomeno dell’autoinganno della “scrittura automatica” delle sedute spiritiche.
Il contributo del bambino alla risposta era assolutamente nullo.
Cosi come certamente quel disgraziato,dopo 23 anni di coma, avra ormai delle
risposte puramete elementari agli stimoli ambientali,che i suoi familiari,nel
loro comprensibile stato d’animo,interpretano in modo ingannevole,grazie forse
anche alla malafede di qualche “esperto”,magari ispirato dalla fede!
La Roccella dogmstizza tutto, religione e scienza, e poi entra in contraddizione dicendo.
“utilizzare la mancanza di coscienza per definire lo stato vegetativo è riduttivo, per il semplice motivo che non siamo in grado valutare se la coscienza sia presente o no in una persona, e tantomeno di misurarla”.
Se non sei in grado di valutare la coscienza e tantomeno misurarla, che cosa stai ad abbandonare le terminologie “persistenti e permanenti” così in modo assoluto?
Ma come si fa a chiamare razionale e rispettosa della dignità-libertà del paziente una divulgazione del genere e pubblicarla proprio su una rivista che di scientifico ha solo il nome? é pazzesco!
è però coerentemente cattotalebano.
“il 50-75% dei pazienti in stato vegetativo post traumatico recuperi poi l’attività di coscienza. ”
bisogna anche capire che tipo di attività di coscienza sia. Sbattere gli occhi e deglutire se imboccati per me non è sufficiente.
““la persona in stato vegetativo è potenzialmente in grado di manifestare emozioni semplici”
anche i calamari manifestano emozioni semplici!
“e può accadere che […] riesca a stabilire, seppur in forma minima e quasi impercettibile, un contatto con l’ambiente e/o le persone intorno”
minima e impercettibile? ma che senso ha?
““che alimentazione e idratazione siano “atti dovuti”, indipendentemente dalle modalità con cui vengono somministrate”
perfettamente d’accordo, se uno DESIDERA essere alimentato e idratato.
“utilizzare la mancanza di coscienza per definire lo stato vegetativo è riduttivo, per il semplice motivo che non siamo in grado valutare se la coscienza sia presente o no in una persona, e tantomeno di misurarla”
se sono senza coscienza sono già morta (non potrebbe voler forse dire che dio ha deciso che era giunta la mia ora?)
se ho ancora coscienza e non posso muovermi, parlare, interagire con il mondo esterno è come condannarmi all’ergastolo senza che io abbia commesso nessuna colpa
Ma ci lasciassero scegliere? ma che glie frega se mi faccio staccare la macchina dell’alimentazione o no, mica obbligo nessuno ad agire come me!
Non cambia una virgola nonostante le palesi omissioni e le forzature della Roccella.
Se un uomo, non desidera spegnersi lentamente, rimanere attaccato ai macchinari, essere di peso alla famiglia, mani estranee sul suo corpo, ecc, ecc. DEVE essere libero di dichiarare preventivamente le sue intenzioni di fine vita, su apposito testamento biologico.
Se desidero morire con dignita’, non vedo a cosa servano, i richiami e le precisazioni della Roccella e di Scienza&Vita.
Il fine ultimo della vita e’ vivere, non esistere!
Che tutti questi burattini tacciano, una volta per tutte!
c’è qualcosa che mi sfugge.. Se la roccella vuole restare in stato vegetativo per tutti i suoi anni a venire c’è qualcuno che glielo impedisce? Se si, sono pronto a contrastarlo con ogni mezzo…
@ Fri: “e può accadere che […] riesca a stabilire, seppur in forma minima e quasi impercettibile, un contatto con l’ambiente e/o le persone intorno”
minima e impercettibile? ma che senso ha?
Significa: “Anche se non avete il minimo indizio che ci sia, c’è. Abbiate fede.”
L’importante è non cadere nella trappola della ‘dimostrazione scientifica’ delle rispettive posizioni. In casi come questo – e come in altri analoghi’ – l’unico criterio valido è il criterio etico, che a sua volta rimanda al tipo di valore che si intende dare alla vita umana. E in considerazione di ciò, in uno stato laico una legislazione ha senso solo se finalizzata alla difesa della libera scelta… in caso contrario (a mio parare il più probabile, anche per difficoltà oggettive, sul piano del diritto, oltre che naturalmente per il radicalismo cattolico) meglio nessuna legislazione.
No,e’ importante anche la dimostrazione scientifica,a condizione che sia fatta
rispettando appunto le regole di un esperimento scientifico,senza le mistificazioni
tipiche ad esempio delle pseudo dimostrazioni di fenomeni “paranormali”.
Applicando tali regole alla pretesa “comunicazione facilitata” ne fu dimostrata la
totale infondatezza anni fa.
Ma un ateo razionalista come può prescindere dalla dimostrazione scientifica? A mio parere aete il dogma della scienza quando secondo voi è contro la religione se scalfisce le vostre certezze nò.
e’?
@ Enrico
Leggi attentamente e vedrai quanto fuori luogo sia la tua replica. Qui – almeno da parte mia, perchè per altro quasi tutti gli amici atei intervenuti non concordano – non si nega la dimostrazione scientifica, ma la si ritiene inutile se usata contro chi, come certi credenti (la maggioranza), non si fa certo ‘intimidire’ dall’evidenza.
Se mai siete voi che denunciate le pretese della scienza di spiegare tutto, salvo poi usarla come prova inoppugnabile, definitiva, per legittimare i vari miracoli. Che sono tali – voi dite – perchè ‘scientificamente inspiegabili’.
La chiesa non denuncia la scienza la ama e la protegge, certo che criticare l’evoluzionismo che si basa non su formule matematiche ma su osservazioni discutibili è un’altra cosa.
Bruno, questa volta io sono d’accordo con te. Sono anni che penso che la scienza non abbia nessuna possibilità contro l’ottusità cieca di certi credenti. E il mister Enrico qui lo dimostra chiaramente.
http://malvinodue.blogspot.com/2010/06/la-coscienza.html
Non si può escludere la presenza di una qualche forma di coscienza nel soggetto in stato vegetativo persistente: non si può esserne sicuri, ma nemmeno la si può escludere, a questo arriva la “commissione Roccella”. Resta inteso che invece si possa escludere del tutto nel soggetto sano che decida di non voler vegetare, nel caso.
Sembra evidente che quando una scienza come la medicina si piega alle ideologie e/o agli interessi economici (vedi questo link http://www.zeusnews.com/news.php?cod=12526) l’unico risultato che viene ottenuto è la perdita di credibilità della medicina stessa.
…H1N1 DOCET! 😉
Nel testo si perora l’abbandono di terminologie quali “persistente” o “permanente”, e si evidenzia come gran parte delle associazioni ritengano “che alimentazione e idratazione siano “atti dovuti”, indipendentemente dalle modalità con cui vengono somministrate”. ecc. ecc.
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La questione così com’è espressa è fuorviante perchè il problema si risolve solo nel lasciare decidere al paziente quale tipo di cura egli vuole che gli sia praticata o non praticata.
La questione non è cosa deve fare o non fare il medico. La questione è sapere cosa il paziente vuole o non vuole che gli si faccia. L’ultima decisione deve essere quella del rispetto della volontà del paziente e in caso di sua incapacità del suo tutore. E’ solo lui ad essere proprietario del corpo, neanche lo Stato. Tutto il resto è fuffa per ingarbugliare e far discutere sul nulla. E’ lo stesso principio dell’aborto, solo la madre è proprietaria del suo corpo e decide anche di eliminare il suo feto e nessuno può farci nulla neanche lo Stato.
La Roccella e i suoi amichetti ideologicizzati possono dire quello che vogliono, ma non pensino di utilizzare le loro speculazioni per condizionare l’iter della legge sul fine vita: quello che conta, in questo caso, è solo e solamente la volontà della persona-cittadino, che deve poter essere espressa liberamente -e, nel caso, rispettata- quando è cosciente e consapevole. E’ una questone di libertà individuali, le teorie scientifiche sono secondarie.
ma non pensino di utilizzare le loro speculazioni per condizionare …
e invece non solo lo pensano, ma lo fanno pure! e c’è pure chi li sta a sentire!!!
Bruno Gualerzi scrive:
8 giugno 2010 alle 9:07
L’importante è non cadere nella trappola della ‘dimostrazione scientifiça’ delle rispettive posizioni. …
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Non sono d’accordo (a meno che io non abbia equivocato su che cosa tu intenda per dimostrazione scientifiça).
Come animali razionali che non basano le loro scelte etiche sui dogmi, dobbiamo farlo sulla base delle conoscenze. Mentre LORO si basano su pregiudizi ideologici.
Il fulcro del problema degli stati vegetativi sta nella definizione di TERAPEUTICA (o non terapeutica) riferita alla nutrizione artificiale (e già l’aggettivo artificiale dovrebbe togliere i dubbi!).
Per dare sostegno scientifiço a questo concetto rimando alle Linee Guida SINPE per la Nutrizione Artificiale Ospedaliera (La SINPE è la Società Italiana di Nutrizione Artificiale e Metabolismo).
http://www.sinpe.it/Linee_guida_sinpe_na_ospedaliera.pdf
Si tratta di un documento di 171 pagine che esordisce così:
Razionale.
La nutrizione artificiale (NA) è una procedura terapeutica mediante la quale è possibile soddisfare integralmente i fabbisogni nutrizionali di pazienti altrimenti non in grado di alimentarsi sufficientemente per la via naturale.
Col che, la frase di Roccella:
*… gran parte delle associazioni ritengano “che alimentazione e idratazione siano “atti dovuti”, indipendentemente dalle modalità con cui vengono somministrate”…*
mostra la sua ideologica vacuità.
Ma la mostra A RAGION VEDUTA e sostenuta da evidenze scientifiçhe.
concordo.
bisogna colpire su tutti i fronti, non basta concentrarsi su quello che si ritiene più importante, perchè l’opinione pubblica tiene conto di queste cose.
l’opinione pubblica soprattutto ha ancora fiducia nella scienza quando questa è nominata (e non utilizzata) per rafforzare (e non dimostrare) cose già conosciute.
infatti non molte persone in italia sanno distinguere un sondaggio condotto bene da uno condotto male, una ricerca affetta da selection bias da una più realistica, l’uso del “nome scienza” dall’uso della Scienza.
dei cassintegrati se ne sbattono, di chi perde il lavoro se ne fregano, della gente con parenti malati di alzaimer se ne infischiano, si occupano solo di ‘sti vegetali. ma andassero a buttarsi sotto il primo treno
La solita confusione inconcludente. E’ vero che gran parte degli stati vegetativi recuperano, ma quasi tutti subito.
Sarebbe più utile fissare criteri scientifici per l’esame e la valutazione dello stato del paziente tramite i mezzi moderni come l’elettroencefalografia (giunta ad uno stato di perfezione altissimo) e le metodiche di neuroimmagine (PET,ecc.), applicate con constanza a tutti i pazienti in questione, raccolte in database e confrontate per ottenere dati omogenei.
Detto grossolanamente, state tranquilli che al di là di un certo grado di danno cerebrale non recupera propio nessuno, o se recupera qualcosa…vi lascio immaginare.
Inoltre la volontà del paziente non viene mai contemplata: a qualcuno non può star bene di vivere in un certo modo, anche se cosciente.
Ricordiamoci che in molte culture non certo barbare è diritto dell’individuo suicidarsi quando ritiene che la sua vita sia giunta ad un punto di non ritorno.
La pregiudiziale è solo religiosa, non razionale.
I cattolici fanno ossessivamente pesare i loro valori morali strumentalizzando la scienza per eludere a propri l’aspetto etico della libertà del paziente, mentre invece non mi pare che da parte nostra vi sia stata alcuna pressione ossessiva sulla scienza per determinare gli aspetti più imprescindibili della salute del paziente.
Bisogna dirlo: esistono delle differenze inconciliabili tra la visione della vita da parte dei cattolici come la Roccella e la nostra visione della vita, tra l’etica imprescindibile che rispetta la volontà e la libertà dell’individuo (indivisibile in se stesso) e la morale imposta come legge naturale della vita, cioè, imporre una visone unilaterale religiosa.
Il cattolico arriva a dirmi: sei libero di pensarla come vuoi ma la maggioranza in parlamento rappresenta i valori cattolici imprescindibili. Quindi con questo la Roccella vorrebe farmi intendere che la mia libertà e volontà non sono importanti e che io posso essere anche considerato suicida o omicida in base alla sua visione della vita che guarda caso per lei rappresenta la maggioranza, quindi, in palese violazione della Costituzione sulle libertà individuali, perchè la maggioranza non può eludere la Costituzione, altrimenti sarebbe una dittatura.
Ma che faccia tosta questa Roccella, abusa della scienza tentando di produrre asserzioni particolari da esplorazioni scientifiche neurologiche, così da avvallare per induzione la propria asserzione generale che per lei è chiamata visione cristiano-cattolica della vita fin dal concepimento (quando è avvenuto il concepimento?).
Dal momento che loro credono nell’anima (anche se l’ha trattano come complemento oggetto), astraggono a priori una fantomatica minima coscienza (che nemmeno loro sanno definire) che in stato vegetativo oltre un certo periodo limite non esiste più, non è recuperabile. Semmai si potrà discutere sul periodo limite e per me è anche fin troppo lungo quello attuale, ed è già una tortura tenerli in vita.
@ maxalber
“Non sono d’accordo (a meno che io non abbia equivocato su che cosa tu intenda per dimostrazione scientifiça).
Come animali razionali che non basano le loro scelte etiche sui dogmi, dobbiamo farlo sulla base delle conoscenze. Mentre LORO si basano su pregiudizi ideologici.”
In effetti dovevo chiarire un punto. Non ritengo certo che il supporto scientifico non abbia alcun valore… ma non in una circostanza in cui la contrapposizioni finisscono fatalmente, per la posizione sostenuta da una delle parti, (LORO), per assumere carattere ‘ideologico’. Tu puoi portare a sostegno della tua posizione tutte le conferme scientifiche possibili, ma quando dall’altra parte hai chi in ultima analisi si rimette alla fede, data la complessità della materia… da un lato troverà sempre da ribattere anche sul piano scientifico (pseudo), ma poi il vero punto di forza sarà sempre cosituito dal ‘ricatto’ ideologico.
Per gente che è disposta a difendere a spada tratta l’embrione, figuriamoci se recede di fronte ad una qualche parvenza di vita, vegetativa o meno che sia.
@ nullità
Proprio per quanto sostenuto replicando a maxalber, l’opinione pubblica sarà anche sensibile alle ‘dimostrazioni scientifiche’, ma se non ha le basi per distinguere – come non credo che abbia, proprio per quanto da te posto in evidenza – tra ricerche serie e ricerche fasulle, alla fine finirà sempre per prevalere la premessa ideologica. Almeno per la maggioranza dell’opinione pubblica, la quale a mio parere va sollecitata prima di tutto ‘dimostrando’, appunto, quanto siano preconcette le posizioni fideistiche.
e sono davvero molto preconcette le posizioni fideistiche, al punto che se noi le contestassimo direbbero che violiamo il loro diritto d culto, mentre se loro violano la nostra dignità, libertà e volontà è solo per amore della vita fin dal suo concepimento.
Davvero molto laici e democratici questi cattolici che pretendono di affermare che il crocifisso e la tortura di fine vita sono valori imprescindibili e patrimonio della cultura e storia dell’Italia, e guarda caso è anche vero, storicamente la croce e la tortura sono state anche patrimonio giuridico clerico-fascista.
Beh, ma Bruno,
LORO cercano di contrabbandare la loro posizione ideologica ammantandola e sostenendola come se fosse scientifçamente fondata.
Perlomeno sputtaniamoli e costringiamoli ad affermare senza ipocrisie (sì, quando mai senza ipocrisie quelli là, vabbè) che la loro posizione è dogmaticamente ideologica.
Ogni volta che quella suora mancata della roccella (o qualche suo co-dogmatico) compare in TV, sostiene che il motivo per cui lo stato vegetativo va preservato e mantenuto è che l’alimentazione è NATURALE e soprattutto (pag. 16 del loro libro *bianco* sporco di cattiveria e menzogna) che “alimentazione e idratazione sono atti DOVUTI”.
L’unico modo per contrastare questa folle affermazione è il richiamo all’art. 32 della Costituzione che loro cercano di svuotare sostenendo però una posizione pseudoscientifiça.
Ecco perchè insisto sul fatto che la nostra posizione va argomentata e sostenuta documentalmente, cioè scientifiçamente.
senza alcun dubbio hai ragione, maxalber, ma fermo restando quel che ha detto Bruno, l’etica, il rispetto per la tua libertà e volontà imprescindibili e costituzionalmente inviolabili, ma nei fatti abbiamo a che fare con dei burocrati della morale cattolica che cavillano su tutto, costituzione, scienza, libertà, insomma, tutto ciò che ci esclude a priori come individui iberi di non credere.
“LORO cercano di contrabbandare la loro posizione ideologica ammantandola e
sostenendola come se fosse scientifçamente fondata.”
Questo, a mio parere, è il limite della convinzione che si possa mettere alle corde chi rimette tutto alla fede con ‘dimostrazioni’ scientifiche. Non voglio uscire troppo dall’argomento, ma – tanto per citare l’esempio classico – non è che dopo Galileo la chiesa sia andata particolarmente in crisi, così come dopo ogni scoperta scientifica in grado di smentire le ‘verità’ religiose, la mentalità religiosa per questo è regredita. Qualche aggiustamento, magari anche qualche ammissione e qualche richiesta di scuse il più ‘postume’ possibile… poi tutto come prima. Non bisogna sempre giudicare dal nostro punto di vista, o riferendoci a strati sociali già contrassegnati dalla secolarizzazione: nuovi pascoli per il gregge esistono ancora, e come!
E’ vero che, per non perdere troppo il treno della storia, i vari papi – questo in particolare in quanto teologo – si sforzano di fondare anche razionalmente i loro dogmi… ma per smentirli su questo piano occorrerebbe ci fosse nella stragrande maggioranza del popolo fedele una propensione per il razionale che, anche se ci fosse, difficilmente sarebbe in grado di cogliere le assurdità teologiche (ci cascano perfino scienziati e filosofi…).
Per tornare al tema, ribadisco quanto espresso sopra: la ‘dimostrazione scientifica’ (che comunque è necessaria, non vorrei essere frainteso) può fare presa su chi, oltre ad avere la cultura scientifica necessaria per giudicare con cognizione di causa, è già disponibile a recepire queste dimostrazioni… ma si può dire lo stesso per la massa dei credenti? Che lo siano per convinzione o per opportunismo.
Comunque – per tornare un’ultima volta al tema – di fronte ai problemi che pone la questione è mio parere che sia meglio puntare sul buon sensp delle persone e, soprattutto, sulle esperienze dirette dei drammi che si può dire ogni famiglia ha vissuto con qualche persona cara. Puntare sull’umano contro il disumano.
I politici che si definiscono cattolici (perchè la stragrande maggioranza delle persone che si dichiarano cattoliche la pensa in manieta totalmente diversa) sono semplicemente proni alla prepotente volontà vaticana per meramente conservare la cadreghina e tutti i soldi che ne derivano. La Roccella e la Gelmini ne sono esempi perfetti (riguardo la Binetti, temo che invece lei ci creda sul serio).
Esistono in effetti casi di persone dichiarate in stato vegetativo che si sono riprese, ma dopo brevissimo tempo.
Prendiamo il fin troppo dibattuto caso di Eluana Englaro.
Il padre ha parlato chiaro.
Subito dopo l’incidente, sperava che si risvegliasse e tornasse vitale come prima.
Poi cominciò a sperare che semplicemente si risvegliasse.
Poi sarebbe stato contento se semplicemente avesse aperto gli occhi e avesse potuto comunicare, anche con qualche mezzo artificiale.
Poi si sarebbe accontentato se semplicemente avesse potuto aprire gli occhi.
Dopo anni di visite tutte con lo stesso triste responso (anni, non mesi o settimane), decise di iniziare il suo cammino per far rispettare la volontà che Eluana stessa aveva espresso chiaramente prima dell’incidente, dunque quando era totalmente in grado di intendere e di volere.
E passarono altri anni di tormento e gogne mediatiche. Certo, la stragrande maggioranza delle persone era (ed è tutt’ora) a fianco del signor Beppino Englaro.
Ma bastano pochi elementi come la Roccella per creare orribili tormenti a persone che vogliono soltanto una cosa elementare: che la propria volontà venga rispettata.
Libero arbitrio? GIAMMAI!!!
Al di la delle questioni lessicali (persistente, permanente ecc.) la domanda a cui rispondere è molto semplice: se io malato e cosciente posso rifiutare QUALSIASI terapia, perché questa mia volontà non può essere espressa preventivamente e/o delegata ad un mio tutore di fiducia?
Cerchiamo di riassumere tutto in soldoni:la Chiesa,( e non solo la nostra)fa dell’assistenza
ai bisognosi,sofferenti,derelitti ecc la sua ragion d’essere “ufficiale”,in nome della quale munge soldi e potere ovunque da duemila anni.
Ed e’ chiarissimo il motivo per cui per tutto il tempo si e’ opposta a cio che tutto cio’ che poteva ridurre queta ragion d’essere:lo sviluppo della scienza e tecnologia,con relativa diffusione di benessere,e della medicina in particolare.
Se nel medioevo e rinascimento l’unica medicina decente era praticata da ebrei e arabi non
e’ certo un caso.
Alcuni teologi hanno persino sostenuto l’utilita delle avversita perche senza di esse non sarebbe possibile praticare l’altruismo!
In psichiatria c’e’ un termine ben preciso per questo:la “sindrome di Munchausen per procura”,una perversione che spinge a danneggiare volontariamente il prossimo (nascosta
mente)per poter ricoprire il ruolo del buo samaritano apertamente.
Alcuni arrivano a farlo probabilmente senza ammettere la verita nemmeno con se stessi:
Madre Teresa ne e’ certamente un esempio perfetto .
Non vi pare che la questione degli stati vegetativi non sia l’ennesimo aspetto di questo
millenario e poco edificante comportamento di Santa Madre Chiesa?
Qualche anno fa ad un funerale di un conoscente morto di tumore al fegato ero rimasto colpito negativamente quando il prete nell’omelia aveva parlato postivamente della “sofferenza che nobilita l’uomo”. Mi ero dimenticato di questa assurda visione del mondo, ma evidentemente è sulla sofferenza che prospera questa religione.
Da medico devo dire che questo Libro Bianco è quanto di più ideologico e scientificamente scorretto potessero scrivere i fondamentalisti cattolici italiani.
Cito solo tre cose:
1) l’ alimentazione e l’ idratazione con sondino nasogastrico E’ un atto medico ( mica si va dal barbiere per farselo mettere! );
2 ) ” non siamo in grado di valutare se la coscienza sia presente o no…” ( e allora , che cacchio parli ? ) ;
3) lo stato vegetativo, postraumatico o no, è per definizione assenza di coscienza altrimenti si chiamerebbe in altro modo.
@Paolo P.
Bisognerebbe fare attenzione a non cadere nei trabocchetti tesi dalla bioetica cattolica. Sulle condizioni neurofisiopatologiche associate a lesioni, reversibili od irreversibili, delle strutture neuronali troncoencefaliche (coma, locked-in syndrome ecc) le cose da chiarire in sede scientifica e clinica effettivamente sono ancora molte: un esempio per tutti, qual è il vero ruolo del reticular activating system nella patogenesi del coma? I medici cattolici sono abilissimi nello sfruttare questa “incertezza” scientifica, e si sentono legittimati a proporre a tutta la società i loro precetti intrisi di dogmatismo e disprezzo della dignità dell’uomo. Come venirne a capo? La risposta mi sembra di un’ovvietà persino banale: ogni uomo è padrone unico della propria vita e spetta solo a lui decidere il momento e le modalità in cui questa deve avere fine. Insomma, dobbiamo lottare, come medici laici, per avere una normativa giuridica decente in ordine al testamento biologico.
“I medici cattolici sono abilissimi nello sfruttare questa “incertezza” scientifica, e si sentono legittimati a proporre a tutta la società i loro precetti intrisi di dogmatismo e disprezzo della dignità dell’uomo. ”
Premesso che non sono un medico e francamente di “reticular activating system” non ne conosco un fico secco, vorrei farvi notare che nel momento in cui ci troviamo di fronte ad un’incertezza scientifica, non e’ per niente detto, che un’altra pseudo soluzione (Di solito quella che propongono loro!), sia da prendere per buona. Sostanzialmente concordo con te sul fatto che questi soggetti, si infilano in ogni angolo buio della scienza, per propagandare le loro fantasie e i loro dogmi.
Si ripropone sostanzialmente la differenza tra religione, che procede diretta, sparata e certa con le sue risposte di comodo, non dimostrate e dimostrabili, e scienza, che invece va avanti piano piano, piena di giustificatissimi dubbi, che vengono analizzati, vagliati e solo dopo aver ottenuto prove e verita’, e’ capace di esprimersi ed offrire progresso e sviluppo all’essere umano.
Chi l’ha vinta poi la gara, la lepre o la tartaruga!?!? 😉
beh, devo ammettere che la Roccella è l’esempio lampante che la vita può continuare normalmente anche con l’encefalogramma piatto…
😀
Perchè, secondo te ha qualcosa su cui farlo?
Le posizioni della Roccella sempre più prone alle indicazioni della chiesa fanno ancora più paura se confrontate con i testi proaborto che scrisse anni fa, come pasionaria femminista.
Dio ci salvi sempre da se stesso e dai suoi ciechi capopopolo
<>
Il che mi pare un tantinello insensato, mettiamo che uno subisce danni a tutto il cervello tranne le parti che controllano gli organi vitali, in tal caso cosa è?
Mi stupisce soprattutto che quando si scagliano contro l’aborto parlano de “il rispetto della vita dal suo concepimento alla morte naturale” senza rendersi conto che tenere in vita un essere umano ridotto a vegetale tanto naturale non è.
Lo scopo ?
Far credere che in Italia il Vaticano è ancora influente, se poi si stacca discretamente la spina non gliene importa niente.
Il Vaticano fa politica con le sembianze di una religione.
Influente sui politici, non sugli italiani, tanto meno i giovani.
La soluzione del problema basata sulla “libera scelta” e’ estremamente parziale: non avverra’ mai che tutti possano fare testamento biologico (essendone per principio esclusi i minori e gli incapaci) e difficilmante avverra’ che tutti (o quasi) coloro che possono effettivamente lo facciano. E allora vi chiedo: secondo voi deve prevalere il favor vitae (con la sola eccezione di coloro che da maggiorenni e capaci abbiano espresso in forma certa la loro contarieta’ a determinate cure in determinate circostanze), oppure deve prevalere una sorta di “favor bonae vitae”, per il quale qualcuno decide che qualcun altro stara’ meglio se muore (magari con la sola eccezione di chi da maggiorenne e capace abbia espresso in forma certa desiderio contrario)?
Saluti.