La Corte di Strasburgo: gli stati non sono obbligati a riconoscere i matrimoni omosessuali

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha respinto ieri un ricorso presentato contro lo stato austriaco da due omosessuali, Horst Michael Schalk e Johann Franz Kopf, ai quali era stato negato il diritto di sposarsi. Secondo la sentenza, approvata con quattro voti favorevoli e tre contrari, la Convenzione europea dei diritti dell’uomo non obbliga gli stati che l’hanno sottoscritta a riconoscere il matrimonio alle coppie omosessuali.

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59 commenti

kuja

quando non si combatte per i diritti degli altri si finisce con perdere i propri, questo fa pensare molto pensare, dovrebbe far pensare i religiosi che si accaniscono nel mettere paletti medievali in un mondo che gira dalla parte dove loro non vogliono guardare, la UE fa il gattino invece di regolamentarizzare uno status civile che fa? a discrezione degli stati, e la cosa si tramuta in, cattofascisti che si impuntano sovvenzionati allegramente da mamma chiesa e affini

FedeB

Che tristezza…
Propongo uno sciopero fiscale a tutti i gay, cosa che mi sembra anche giusta visto che paghiamo le stesse tasse di tutti ma non abbiamo gli stessi diritti.

Dalila

Credo che la tua idea (affatto banale) sarebbe da applicare a tutti coloro che non si vedono riconosciuti dei diritti fondamentali…le categorie sarebbero davvero molte e forse sarebbe il solo modo di far cambiare le cose: colpirli al cuore-portafoglio.

Stefano Bottoni

Purtroppo lo sciopero fiscale un dipendente non ha nessuna possibilità di farlo, mentre un libero professionista lo fa il più possibile anche se non discriminato.
E non chiamatemi qualunquista: la mia ex-moglie era del popolo delle partite IVA, e ho visto con i miei occhi le porcate che combinano con i commercialisti.
Perchè non l’ho denunciata? Perchè all’epoca la amavo…

Rasputin

Stanno preparando il terreno per quando sarà resa nota la sentenza definitiva sui crocifissi.

Bruno Gualerzi

Temo tu abbia ragione. Vorrà dire che, sia per i matrimoni omosessuali che, eventualmente, per i crocifissi, si dovrà procedere senza lo scudo europeo. Una garanzia in meno e uno stimolo in più? Forse…

Eresiarca

Sai che ho pensato la stessa cosa? Se ne sparano una così grande sugli omosessuali figurati sui crocefissi…ahi ahi comincio a disperare sulla sentenza del 30…non che ci sperassi granché già prima ovviamente…

sabre03

Una mano lava l’altra e tutte e due lavano la faccia: della serie fate vobis

a meno che nella sentenza non si obblighino gli stati menbri a disciplinare ex novo tutte le unioni di fatto senza distinzione di sesso. La disciplina sul matrimonio di ciascun stato menbro è senz’altro molto vecchia e certamente mirata sul binomio uomo/donna mentre i diritti da riconoscere costituiscono una categoria aperta.
Ma non mi sembra che si intimi all’Austria di aggiornare alcunché.
Una occasione mancata….. perderemo anche sul crocifisso; difficile che si abbia di nuovo la commissione giusta
http://www.kultunderground.org/archivio.asp?art=1963

Emanuela

Sì ma sposarsi non dovrebbe essere un diritto di ogni individuo??

Giovanni Mandis

No Emanuela, sposarsi è un diritto per la coppia (formata da un uomo e da una donna) non per l’individuo.

FedeB

Qualsiasi azione che non danneggi la libertà altrui è un diritto, che rientra nel diritto alla libertà di ogni individuo.
Senza contare che in uno stato di diritto la responsabilità e l’applicazione dei diritti/doveri è individuale e non si applica a gruppi di persone come fosse un soggetto a sè.
Il matrimonio civile è a tutti gli effetti un contratto fra due persone dal quale scaturiscono diritti/doveri reciproci, la situazione attuale limita la scelta della persona con la quale stipulare questo contratto, di conseguenza limita la mia libertà.

firestarter

fermi tutti e ascolate quel cretino di mandis, ossessionato dall’omosessualita’ a causa del suo c.o chiacchierato

FSMosconi

@Giovanni Mandis

“No Emanuela, sposarsi è un diritto per la coppia (formata da un uomo e da una donna)”

definizione di coppia: Nell’accezione più comune indica un insieme di due oggetti o persone che si trovano in una qualche stretta relazione; in sociologia, indica l’insieme di due partner.

Da
http://it.wikipedia.org/wiki/Coppia

Come vedi nessun riferimento alla sola coppia “maschio-femmina”, che sia un’idea solo tua?

Kaworu

giovanni, risolvi i problemi con la tua sessualità dato che gli unici thread che ti attraggono sono questi.

POPPER

Si, dovrebbe esserlo, cara Emanuela, e come al solito Giov M è anacronistico e pedante; perchè non va ad adulare Tornielli? che rompi balle! Neppure un angolo del suo cervello riesce a produrre una porpria opinione ragionevole, deve sempre copiare dal programa catechetico come se fosse un pc programmabile o un vdieo-registratore o un pappagallo del papa.

I diritti del singolo sono inalienabili e non negoziabili, non soggetti al voto di minoranza o di maggioranza; la vita di coppia è un raporto di Amore e di rispetto dei reciproci diritti individuali, a prescindere che si sia scelto il matrimonio civile o religioso o semplicemente convivente.

Secondo me nel matrimonio lgt vi sono gli stessi diritti individuali che lo stato deve ericonoscere come li riconosce nella vita di coppia etero; e che è ste discriminazioni se non una palese mancanza di rispetto da parte dello stato verso i suoi stessi cittadini ai sensi della Costituzione?

Lasciare agli stati di decidere autonomamente vuol dire che non si sono esaminati le incoerenze e le contraddizioni che vi sono tra principi costituzionali e le carenze attuali da parte delle istituzioni più rappresentative, oltre al fatto che i diritti individuali non devono essere negoziati dal parlamento o dal governo, ma difesi proprio ai sensi della Costituzione.

Vi è quindi di nuovo uno statu quo, in Italia la Corte costituzionale ha lasciato al parlamento la questione dei matrimoni gay, ciò, a mio parere è in contraddizione con la Costituzione stessa.

prego GM di non rispondermi, per me è un catto-troll clerico-fascista, io sono antifascista, anticlericale, anti catto-troll.

Soqquadro

Ma sul trattato c’è scritto che la disciplina del matrimonio è comunque indipendente in ogni Paese (il concetto è quello, ora non l’ho sottomano). E’ un “è giusto, ma anche si può non fare”, penso che sia stata scritta già dall’inizio proprio in questi termini, almeno, la conclusione di questa sentenza è quello che è venuto in mente a me appena ho letto l’articolo del Trattato.

antoniotre82

Assurdo. A questo punto il caos giuridico ha la strada spianata e ogni diritto da assoluto diventa relativo a piacimento. Riponevo fiducia nella giurisdizione europea, ma se questo rimarrà l’orientamento della Corte credo che questa mia fiducia non potrà che trasformarsi in speranza vana.

Flavio

Occasione mancata. Si migliorera’ in futuro, anche se temo sia la pietra tombale sopra ogni speranza in Italia. Pero’ resta il fatto che la carta dei diritti proibisce le discriminazioni: bisognera’ lavorare su questo.

andrea

Provo ad andare controcorrente.
Il problema non é, a mio parere, il matrimonio omosessuale, o la difesa dell’identitá sessuale, ma molto piú semplicemente la difesa dei diritti della persona.

Mi spiego.
Vivo in Danimarca, paese che in tutte le statistiche é (giustamente) citato tra paesi che riconoscono le coppie omosessuali ma non hanno l’istituto del matrimonio per gli omosessuali.

Quello che le statistiche non dicono, é che qui non c’é bisogno del matrimonio tra persone dello stesso sesso. E se andiamo a guardare bene, nemmeno il matrimonio tra persone di sesso differente é uguale a quello in altri stati.

Qui, la cosa piú tutelata in assoluto é la persona, come singolo.
É quindi ammesso che una persona possa tranquillamente decidere chi debba starle vicino in caso di malattia, chi debba decidere per lui in caso di incoscenza o simili, eccetera.
Escludendo, allo stesso modo, chi vuole. Siano essi famigliari, genitori ed anche il parthner, se vuole.
Perché la cosa piú importante é la volontá della persona, in quanto tale e non in quanto “marito di-“, “moglie di-“, “figlio di-“.

Allo stesso modo non esistono agevolazioni per “famiglie”, ma solo per “persone bisognose”, “genitori di figli”, e non “famiglia del bambino”, eccetera.

Al limite, da queste parti si potrebbe perfino arrivare a dire che il matrimonio é un concetto superato, e non si andrebbe nemmeno tanto lontano.

Capisco che, vivendo in un paese come l’Italia, dove la propria volontá non conta assolutamente nulla, non si puó scegliere il rappresentante della propria persona perché viene imposto qualcuno (nell’ordine: il prete, il medico, i genitori – anche se non si hanno rapporti con loro da anni – ed il marito – anche se si é separati), “la famiglia” é un’entitá superiore a qualsiasi cosa…
Capisco che vivendo in un inferno simile, la decisione della Corte sia assolutamente sbagliata.

Ed in un contesto simile (comune a diversi stati, per quanto sempre meno “invadente”), anch’io sono d’accordo nel dire che la decisione é errata.
Ma in linea generale, invece, credo sia una decisione corretta, se supportata da una serie di altre norme.
E non é utopia, ma esattamente come funziona qui.

Beatrice

Non è del tutto vero che i diritti appartengano alle persone.
Ci sono dei trattati internazionali che parlano di famiglia (ad es. la convenzione di Vienna sulle immunità dei diplomatici, e il trattato di Cotonou fra l’Unione europea e paesi in Africa, Caraibi e nel Pacifico) dove si erogano dei diritti ai membri della famiglia.
Ad es. se una coppia danese va a fare un lavoro pagato da un fondo europeo di sviluppo (quindi con un contributo del bilancio pubblico della Danimarca) il coniuge del lavoratore espatriato ha il diritto di ottenere un permesso di soggiorno nel paese in via di sviluppo, mentre se una coppia è omosessuale e non è sposata, l’articolo non scatta e il paese in via di sviluppo può negare il permesso di soggiorno, (come potrebbe anche darlo lo stesso, ma allora fa una cortesia non coperta dai trattati).
Con la soluzione spagnola, cioè matrimonio uguale per eterosessuali e omosessuali, in tutti i trattati internazionali firmati dalla Spagna, il punto dove si dice “e il coniuge” si applica a chi è sposato in Spagna.
Se un lavoro in un paese in via di sviluppo che ha firmato un trattato è pagato da soldi pubblici danesi, e si danno permessi di soggiorno ad un tipo di coniuge sì e un altro tipo di coniuge no, mi sembra che ci sia una discriminazione.

FedeB

Infatti, il matrimonio civile come “contratto” ha una forza di diritto nazionale e internazione molto alta, come si suol dire “carta canta”…

enrico69

@ andrea

Anche a me piacerebbe vivere in un paese come la Danimarca. Invece mi tocca vivere in quello che i tedeschi molto amabilmente chiamano “lo stivale fetido dell’Europa”. Per quanto riguarda la sentenza della Corte di Strasburgo, francamente non so che dire. Con la recente crisi greca l’Europa ha dovuto prendere consapevolezza in modo drammatico di tutta la sua debolezza politica e finanziaria, e non è detto che l’euro prima o poi non venga tolto dalla circolazione, spazzato via da tutte le contraddizioni che sono alla base della sua istituzione. Ora, c’è un solo modo per tenere unita questa povera Europa così vacillante e malferma: accontentare il più possibile tutte le nazioni che la compongono. Tra le nazioni europee, purtroppo, ci sono anche l’Italia e la Polonia, ovvero la patria di Bossi e la patria di padre Rydzyk: nel digitare questi nomi sulla tastiera del mio computer, all’improvviso sento nell’aria un certo odore, e puoi stare certo che non è Christian Dior Parfum. Ti prego, bacia per me il suolo danese.

marcoboh

ma almeno i matrimoni celebrati in un paese che li ammette, dovranno essere riconosciuti in tutti gli altri? questo è un punto secondario ma importante.
quanto allo sciopero fiscale, come omosessuale potrei essere d’accordo, però la questione è se è ammissibile lo sciopero fiscale in sé.

FedeB

Mi pare uno dei pochi strumenti non violenti che abbia un certo impatto reale.
Nel mio caso sarebbe però difficile da attuare, in quanto lavoratore dipendente le cui trattenute vengo effettuate direttamente in busta paga… (PS e sono pure costretto a dare l’8 per mille a qualche religione/stato).

“ma almeno i matrimoni celebrati in un paese che li ammette, dovranno essere riconosciuti in tutti gli altri?”
Questo è un punto importante da sapere, nel caso bastarebbe andare in Spagna per vedersi riconosciuti i diritti in Italia, un non-sense ma meglio ni niente…

marcoboh

ma in spagna a me italiano e al mio compagno italiano mica ci fanno sposare… solo se uno dei due fosse spagnolo, allora sì. ma anche in quel caso, in italia si rimane celibi. che paese escrementizio il nostro!

Flavio

Ma infatti lo sciopero fiscale e’ qualcosa che agitano i professionisti contro i governi o la Rai.
Sarebbe quasi piu’ opportuno fare uno sciopero come lo hanno fatto gli stranieri il 1 marzo: perche’ come gay siamo stranieri in patria.
E una battuta ma anche no: vorrei vedere Carfagna & Co se per una settimana non venissero vestiti, truccati, pettinati, fotografati dai gay che considerano cittadini di serie Z…

anna

mannaggia alla corte… brutto segno in vista dell’appello sul crocifisso! bleah!

Barbara

Mi chiedo come funzioni l’elezione dei membri della Corte europea, quali poteri vi agiscono dietro non troppo pubblicizzati? Comunque sì, una sentenza è una sentenza, va accettata anche se non la condividi. Bisognerà darsi da fare in ogni Stato. Chissà perché invece le regole economiche devono valere per tutti…

c.d.

Ho letto un po la sentenza, anche per me e’ sbagliata ed un’occasione persa, si cerca come al solito di discriminare un matrimonio “vero” da uno omosessuale citando legislazioni gia di per se discriminatorie, il solito cane che si morde la coda.

Ma bisogna anche tener conto che in Austria la costituzione prevede esplicitamente il matrimonio solo per coppie di sesso opposto, e che proprio per questo hanno appena approvato una legge per le unioni civili esclusivamente omosessuali che a giudizio della corte europea concede praticamente gli stessi diritti del matrimonio tranne l’adozione, per la quale i tempi a quanto pare non sono ancora maturi: serve ancora tanta informazione.

Questa stessa corte potrebbe tranquillamente concedere a dei ricorrenti italiani cospicui risarcimenti dallo stato per non avere ancora previsto nulla di alternativo per gli omosessuali, che sono discriminati oltre ogni ragionevole dubbio, e continuo a sperare che non si rimangeranno vigliaccamente la sentenza sui crocefissi.

Barbara

Mi pare che qualche Membro sia cambiato da allora, potrei anche sbagliarmi. Comunque la vedo dura per il crocifisso.

Mario

Maledizione, questa è una pessima notizia. Ciò che mi fa essere meno pessimista per il futuro sono 2 elementi:

1) credo (spero) che a questo punto sia comunque possibile presentare un ricorso contro questa sentenza;
2) suddetta sentenza è arrivata con 4 voti favorevoli e 3 contrari, quindi con uno scarto minimo: ciò significa che, con un po’ di fortuna, la/e prossima/e volta/e potrebbe andare meglio.

Comunque sia, fino a quando gli Stati e/o la Corte Europea non riconosceranno questo inviolabile diritto, sarà bene protestare contro tale iniqua discriminazione, e lo strumento dello sciopero fiscale paventato da alcuni è un’idea più che giusta, in quanto va a colpire proprio nel punto che più interessa ai governanti, siccome nel sistema capitalista dove viviamo tutto si regge sul denaro. Ovviamente, qualora dovessero essere portate avanti queste iniziative (cosa non molto facile, penso che se ne rendano conto tutti), è bene farlo in maniera seria ed organizzata, perchè a farlo da soli non si ottiene nulla, se non di finire in galera sotto l’onta del titolo di evasore fiscale.
A Marcoboh, che chiede se lo sciopero fiscale sia “ammissibile in sè”, rispondo: a livello morale, sì, perchè quando sei cittadino di uno Stato e ti viene negato un diritto che gli altri hanno, a quel punto hai ragione a protestare e ad esigere che tale diritto ti venga assegnato; a livello legale, no, ma del resto non erano tecnicamente legali nemmeno le lotte di Nelson Mandela e del suo partito, l’African National Congress, contro l’apartheid del governo razzista sudafricano.

andrea

Beatrice, ovviamente hai ragione…
…ma…
Non ti sei accorta che stai parlando di un diritto acquisito in un paese estero?
Un permesso di soggiorno in un paese africano non é una norma danese…
Ed una norma internazionale non é una norma danese.

Detto questo, é assolutamente corretto dire che ci sono differenze, ed in realtá ci sono anche all’interno della Danimarca.
Ad esempio io e la mia compagna, in quanto cittadini italiani (e non danesi), non abbiamo automaticamente il permesso di soggiorno in DK, se uno dei due non lavora.

Ma anche queste sono norme internazionali, e non danesi.

Non sto dicendo che sia necessariamente ingiusta una cosa o l’altra, ma sono assolutamente convinto del fatto che anche le norme internazionali abbiano dei limiti, e che vadano cambiati in senso di tutela della persona e non della “famiglia”.
Si supererebbero in un colpo solo un sacco di situazioni a volte al limite del ridicolo, proprio dettate dalle norme internazionali (come ad esempio la tutela dei figli, ed il loro diritti in un paese terzo).
a_

Tino

Il permesso di soggiorno per i cittadini della UE è una norma europea non internazionale.

Flavio

Uhm, pare proprio di si’! Allora confindo in un fraintendimento sulla sentenza!!!

nicolar007

io quello che non mi spiego,e’,perche’3 hanno votato a favore e 4 contro.perche’?

fiertel91

Forse così univoca la decisione non era. Quindi per colpa della formazione di un singolo ora saranno discriminati in milioni.

nicolar007

scusate,unb’altra questione:ma non si puo dire che l’europa ha bocciato questo ricorso!si dovrebbe dire che l’ha bocciato al 60 per cento?

Paul Manoni

8 magari si sarebbero espressi, 4 a favore e 4 contro, non arrivando a nulla di concreto. I numeri dispari, facilitano le cose.

Magar, bieco illuminista,

Appunto, in democrazia la parità paralizza tutto. Se dalle elezioni non esce una maggioranza parlamentare, ad esempio, tocca ritornare alle urne.

Maurizio_ds

Ho letto i documenti e l’impressione è che la sentenza non sembra così negativa. Il riconoscimento del diritto di esistenza delle coppie omosessuali mi sembra affermato, l’unico punto realmente controverso riguarda il lasciare alle legislazioni nazionali la “facoltà” di intervenire: forse la Corte non ha voluto, in prima battuta, imporre qualcosa ai singoli stati, preferendo vedere come si evolve la situazione e, in caso di nuovi ricorsi, stabilire qualche disposizione più forte.

Emanuela

Be’ io cmq penso che i ricorsi andranno aumentando, perchè sono aumentati anche i paesi in cui i matrimoni omosessuali sono riconosciuti. Mi sa che la Corte si vedrà sommersa dai ricorsi… 😉

Felipe-bis

In effetti la Cedu, secondo l’associazione Radicale Certi Diritti, ha stabilito dei principi importanti; riporto l’intero comunicato:

“Comunicato Stampa dell’Associazione Radicale Certi Diritti:

Ieri, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha pronunciato la sentenza nel caso di Schalk e Kopf c. Austria. La Corte ha riconosciuto “la rapida evoluzione di atteggiamenti sociali nei confronti delle coppie dello stesso sesso in molti Stati membri e un numero considerevole di Stati hanno legiferato per il riconoscimento legale”.

La Corte, nella sentenza, afferma che “una coppia convivente dello stesso sesso che vive in un partenariato stabile, rientra nel concetto di ‘vita di famiglia’, così come per il rapporto di una coppia di sesso diverso nella stessa situazione”, avvalorando la tesi del Prof. Robert Wintemute intervenuto presso la Corte per conto di ILGA-Europe.

Ciò rappresenta un cambiamento rilevante per la Corte: è la prima volta infatti che la Corte europea dei Diritti Umani si riferisce alle unioni tra persone dello stesso sesso come famiglie richiamandosi all’articolo 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare) della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.

La Corte ha anche fatto un importante riferimento alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e ha sottolineato che l’articolo 9, relativo al diritto di sposarsi, non fa riferimento a uomini e donne. La Corte ha poi detto che “il diritto al matrimonio sancito dall’articolo 12 [della convenzione] non deve essere in alcun modo considerato limitatamente al matrimonio tra due persone di sesso opposto”.

L’Associazione Radicale Certi Diritti considera molto importanti le decisioni della Corte Europea, poiché rafforzano le iniziative giurisdizionali che ben presto verranno avviate – in collaborazione con Rete Lenford – Avvocatura LGBT e con il “Comitato Sì lo voglio” per continuare le iniziative di Affermazione Civile che ad Aprile hanno portato alla sentenza della Corte Costituzionale 138/2010.

La sentenza di Strasburgo ha però anche sostenuto che l’Austria non ha violato l’articolo 12 (diritto al matrimonio) non permettendo a una coppia dello stesso sesso di sposarsi. Tre dei sette giudici erano del parere che vi sia stata una violazione dell’articolo 14 (divieto di discriminazione) in combinato disposto con l’articolo 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare) e che l’Austria aveva l’obbligo di introdurre un partnership legge immatricolati prima del 1 gennaio 2010.

Così come la Corte costituzionale italiana, la Corte Europea dei diritti dell’uomo si è mostrata timida di fronte al tema del diritto al matrimonio, lasciando libero campo all’iniziativa legislativa nazionale e – così facendo – aprendo la strada ad una serie di problemi e contraddizioni in tema di libera circolazione e di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge”.”
http://www.certidiritti.it/tutte-le-notizie/785-corte-europea-diritti-delluomo-coppia-gay-e-famiglia.html

Soqquadro

Al ragazzo residente in Spagna che ha scritto sopra… mi risulta che anche due stranieri omosessuali possano sposarsi in Spagna, purchè abbiano la residenza in un comune spagnolo. Il problema semmai potrebbe sorgere dal consolato italiano, che potrebbe rifiutarsi di consegnarvi il certificato di “stato libero” perchè volete celebrare un matrimonio gay, inesistente in Italia (so che è successo), ma anche lì, al limite rivolgendovi ad un tribunale potete richiedere al Consolato il vostro certificato individuale (la trascrizione ovviamente non avverrà mai, perchè in Italia è considerata contraria all’ordine pubblico, ma almeno in Spagna siete a posto, e se non avete intenzione di tornare, una volta presa la cittadinanza, potrete dimenticarvi di questo brutto posto)

#Aldo#

Non me ne intendo, quindi mi chiedo… non è possibile “simulare” gli effetti d’un matrimonio con un contratto qualsiasi, mettendo nero su bianco gli impegni che si intende assumersi reciprocamente? In definitiva, rimossi gli aspetti religiosi, che altro è un matrimonio se non un contratto “standard”?

Flavio

No, perche’ in assenza di coniuge riconosciuto dalla legge, la famiglia (genitori, fratelli, ecc) passa davanti al partner in tutto quello che la legge ritiene “legittimo”. Direi in primis eredita’, ma probabilmente anche contratti di alloggio, assicurazioni, degenza in ospedale ecc.

bright77

Cosi quando(speriamo) non renderanno obbligatorio il crocifisso i cattolibani non potranno accusare la corte di essere una riserva del laicismo e deel’anticattolicesimo(che da democratico non capisco come si possa non esserlo)

Andrea

a) la Convenzione Europea stabilisce esplicitamente che il diritto di famiglia è riservato alla potestà dei singoli stati;

b) i bambini hanno bisogno di una famiglia formata da un uomo e una donna;

c) l’omosessualità è una scelta di vita che dovrebbe restare nel privato e non dovrebbe influire sulla libertà degli stati di regolare la vita sociale.

Flavio

a) la Convenzione Europea stabilisce esplicitamente che il diritto di famiglia è riservato alla potestà dei singoli stati;

a/bis) Art 21 Conv.Eur. È vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, […] o le tendenze sessuali.

b) i bambini hanno bisogno di una famiglia formata da persone amorevoli e solidali;

c) l’eterosessualità è una scelta di vita che dovrebbe restare nel privato e non dovrebbe influire sulla libertà degli stati di regolare la vita sociale.

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