Pakistan: monitorati dal governo siti “anti-islamici”

Il governo pachistano ha ordinato alla locale autorità delle telecomunicazioni il monitoraggio di molti siti, tra cui i più importanti come Yahoo, Youtube, MSN, Bing, Amazon, Google, e la la chiusura di altri per “contenuti anti-islamici”. La decisione è stata presa dal governo dopo il pronunciamento dell’Alta Corte di Lahore, a seguito della denuncia da parte di un abitante di Bahawalpur, che aveva promosso una petizione.Il giudice Mazhar Iqbal ha infatti chiesto al governo di bloccare i siti che contengono “materiale contro i principi fondamentali dell’islam e della sua predicazione”. Tutto è partito dalla diffusione sul web della competizione Draw Muhammad Day (Ultimissima del 20 maggio), che ha portato inizialmente il Pakistan a bloccare FaceBook per un paio di settimane e poi ad estendere i controlli sul web.

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7 commenti

faber

Le recenti vicissitudini del Pakistan dovrebbero farci riflettere sul ruolo geo-politico di una nazione che la propaganda ci presentò come un “nostro” alleato nella lotta al terrorismo islamico e ai talebani in Afghanistan, ma che in realtà si è rivelato una vipera ben più velenosa di quest’ultimo. La guerra in Afghanistan sarebbe già conclusa se ci fosse stato un reale impegno del governo e delle autorità tribali pakistane, così come sarebbe stata minata fortemente l’egemonia politico-culturale del fondamentalismo islamico. Il Pakistan invece ha deciso di ritagliarsi in questo modo il ruolo di nazione leader nello scacchiere centro-asiatico, facendo del supporto alle milizie islamiche il punto cruciale per farsi largo tra l’egemonia cinese e sopratutto indiana che avanzano. Quello è uno scenario da osservare molto attentamente in futuro perchè sarà fonte di tensioni che cresceranno di pari passo al peso economico dell’India.

Gérard

Un articolo di questo tenore è apparso alcune settimane fa su una grande rivista francese in merito al Pakistan con titolo : ” Un islamismo nucleare ( Iran ) che ne nasconde un altro (Pakistan )” .
Personalmente mi sono accorto che le popolazioni pakistane sono più propense al fanatismo religioso che quelle iraniane .

Andrea

Concordo. D’altronde la demonizzazione dell’Afghanistan serviva da copertura per motivazioni economiche. Non essendoci gli stessi interessi verso il Pakistan, questo viene sottostimato e ignorato.

faber

Concordo. Il tessuto sociale iraniano è molto differente da quello pakistano. In Pakistan esistono intere regioni governate completamente da logiche e pratiche tribali al contrario dell’Iran in cui il processo di urbanizzazione è già ad uno stadio più avanzato seppure ancora ci sia molto da fare. Sinceramente non credo che il Pakistan sia sottostimanto o ignorato, nè che ci siano meno interessi economici. Questo è vero per i media e di conseguenza per l’opinione pubblica occidentale ma non per le autorità. Semplicemente si è scelto per il Pakistan una politica differente rispetto a quella contro l’Afghanistan, una politica basata sul compromesso piuttosto che sullo scontro. Questa scelta è stata dettata a mio parere da diversi motivi, che ovviamente esulano da problemi religiosi: innanzitutto non è praticabile un intervento militare in Pakistan (non dimentichiamo che si tratta di una potenza atomica); inoltre non escludo che la presenza di un Pakistan forte militarmente ed economicamente non sia vista negativamente da Washington o dall’Europa. Le economie asiatiche in crescita spaventano tutti e se l’egemonia politica di Pechino si è fermata all’estremo oriente (anche se è in forte crescita in Africa) lo si deve principalmente all’inaccessibilità delle nazioni centro-asiatiche, strette tra la morsa di Mosca e delle tensioni medio-orientali che foraggiano il fanatismo islamico. Le ragioni geo-politiche trovano nelle religioni uno straordinario strumento non solo di soggiogazione, ma di vero e proprio pilotaggio delle vicende di interi popoli. Uno o più attentati suicidi così come dei raid aerei possono essere utilissimi in alcuni casi per stabilizzare o mettere in crisi un governo anche dall’altra parte del mondo!!!

Stefano Bottoni

La libertà di informazione è la base di ogni vera democrazia e il terrore di ogni dittatura.
Purtroppo non bisogna andare troppo distanti per rendersene conto.
In effetti, basta non varcare il confine vaticaliano.

Gérard

Non si deve dimenticare che l’Iran è un vecchio paese, il quale alla differenza degli vicini musulmani, ha una storia (gloriosa!) ante musulmana .
Un attacco nucleare sull’ Iran verrebbe un popolo mobilizato più per motivi nazionalisti che per motivi religiosi . Al contrario del Pakistan che fu uno stato creato da Jinnah per le popolazione musulmane del sub-continente indiano, la mobilitazione in caso di attacco sarebbe per motivo religioso ( e fanatico…).

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