Croci sulle vette

Lucio Panozzo*

Lucio Panozzo

Et erit in novissimis diebus: erit mons domus Domini praeparatus in vertice montium et sublimis super colles; et fluent ad eum populi“.
“Accadrà nei giorni a venire che il monte della casa del Signore sarà stabilito in cima ai monti e si innalzerà al di sopra delle colline; e tutte le genti vi accorreranno”.
(Isaia 2, 2 – Michea 4, 1)

Sul n. 4/2009 de L’Ateo 2009 pubblicai l’articolo intitolato Le montagne sono vicinissime al cielo, dove sta dio. L’articolo verteva sull’annoso problema della presenza di simboli sacri in montagna.
In seguito volli fare degli “esperimenti” e presentai lo stesso articolo al Manifesto, che non lo pubblicò (!). Provai con MicroMega, che lo pubblicò in forma un po’ ridotta per motivi di spazio sul periodico on line il 27 gennaio 2010.
L’esperimento finale riguardava il CAI (era lì che volevo arrivare!), sodalizio alpinistico al quale aderisco come socio fin dagli anni ’70. Sapevo benissimo che non sarebbe stato pubblicato, ma volli provare ugualmente, anche per verificare i miei (più che) sospetti di atteggiamento “diopatriafamiglia e gesugiuseppemaria” che sempre hanno contraddistinto questa importante associazione. Non sto qui a riferire in quale modo fui trattato da quei democristiani e preti falsi che sono. Dico solo che i miei solleciti caddero in un silenzio glaciale. Il presidente generale, da me interpellato, non si fece vivo, rispose solo dopo qualche mese e altri solleciti. Mi rispose che lui era per la libertà di stampa, che avrebbe sollecitato il direttore della rivista e così e cosà e bla bla bla. Quando seppi che dopo poco tempo c’erano state le elezioni ed era stato sostituito, capii anche il motivo di tirarla per le lunghe per liberarsi del problema. Ci fu, a dir vero, una pagina della rivista dedicata al tema, ma ovviamente ci avevano scritto quelli che volevano loro, e ri-ovviamente anche imbeccati da loro.
Aggiungo due osservazioni: mie lettere su altri argomenti (per es. l’orso), non avevano trovato difficoltà di sorta ed erano state pubblicate; l’articolo sulle croci prendeva spunto da una lettera di un prete contrario ai simboli religiosi in montagna, pubblicata sul bollettino un mese prima (pentimento postumo per aver permesso che si affrontasse l’argomento?).
Il motivo per cui ho voluto portare a conoscenza l’UAAR di questa avventura è molto semplice: penso che l’iscrizione al nostro sodalizio sia incompatibile con l’iscrizione al CAI. Forte del mio sbattezzo avvenuto nel 2009, mi sono “sbattezzato” anche dal CAI, rassegnando le dimissioni nelle mani del presidente generale (che ha fatto anche un tentativo di farmele ritirare), e consiglio i soci UAAR di fare altrettanto. Non ci meritano.
Con l’ultima occhiata che ho dato alla tessera prima di affidarla al fuoco purificatore (confesso, con un nodo alla gola) ho riletto il famoso motto di Guido Rey che campeggia sul frontespizio: “Io credetti e credo la lotta coll’Alpe utile come il lavoro, nobile come un’arte, bella come una fede”. E non mi sono per niente pentito.

* Nato a Vicenza nel 1945. Pensionato, no studi, no titoli, autodidatta. Socio del circolo UAAR di Vicenza.

NB: le opinioni espresse in questa sezione non riflettono necessariamente le posizioni dell’associazione.

47 commenti

Felipe-bis

Solidarietà. Anch’io amo la montagna, ma la si può amare e frequentare anche senza avere la tessera di qualche club in tasca.

hexengut

concordo ma capisco che cosa significhi per un vecchio iscritto rinunciare alla tessera del cai

Congo

Per dare un giudizio ponderato penso sia necessario leggere l’articolo in questione. Dove lo si può rintracciare?

Daniele

lo dice lui stesso:

Sul n. 4/2009 de L’Ateo 2009 pubblicai l’articolo intitolato Le montagne sono vicinissime al cielo, dove sta dio.

lucio panozzo

X CONGO

se mi mandi il tuo indirizzo di posta elettronica, ti invio i testi. Farlo qui è un po’ difficoltoso per chi non smanetta abilmente la tecnologia informatica.
luciopanozzo.camparo@tele2.it

sabre03

croci in montagna e PPio nelle limpide acque delle isole Tremiti……
ecco il cattolicesimo: occupare, occupare, occupare, occupare, occupare i posti di tutti, finanche tutto l’universo, pur di dare testimonianza di sé;
ma vaf.

Kaworu

io ci vedo delle interessanti analogie con i cani che marcano il proprio territorio.

Kaworu

i cani non sono incontinenti, anzi, utilizzano le loro produzioni in maniera mirata 😉

maschi e (meno) femmine 😉

bradipo

quindi mettere croci ovunque, senza parsimonia, è anche contro natura! Abominio! 😀

Nathan

I simboli religiosi in montagna sono di tipo diverso e nel corso dei tempi hanno adempito a diverse funzioni. Per esempio esistono molte croci a quote che segnano il limite dei pascoli: esse erano un “cippo confinario” tra il territorio delle streghe e degli spiriti malvagi e il territorio frequentato dagli animali domestici e dall’uomo, che volevano essere protetti e tenere lontani i cattivi spiriti nei territori a loro riservati, nelle quote “inutili”. Si osservano inoltre crocifissi, madonnine e capitelli di Sant AntonioAbate (quello del porcello) lungo i sentieri che portavano alle malghe, generalmente a meta percorso o in posizioni adatte a scandire ed alleviare la fatica dell’ascensione, che allora erA UNA DuRA NECESSITà LAVORATIVA, per portare le bestie al pascolo, non una attività ricreativa.
Le croci sulle cime dei monti sono un fenomeno più recente, sopravvenuto con la nascita dell’alpinismo e del turismo di montagna, nella II matà dell’1800. Molte sono dovute all’attivismo di preti alpinisti, abili ad organizzare e dirigere gruppi giovanili. Ad un certo punto si è pure scatenata una competizione tra valli e paesi vicini, ed è sembrato che ogni montagna, ogni cima minimamente importante doveva avere la sua brava croce, con la scatoletta metallica del registro di vetta ai suoi piedi.
Capisco che a menti atee la cosa possa dare fastidio, ma mi sembra sia saggio evitare atteggiamenti iconoclasti. Se uno va a fare trekking in Nepal vedra stupe, nastri di preghiera e vari simboli induisti o buddisti. Cosi sulle nostre Alpi incontrerà i vari manufatti sopramenzionati che richiamano alla religione cristiana, storicamente presente da secoli. Una campagna per l’eliminazione di questi simboli è proprio la cosa più urgente e necessaria per ristabilire un minimo di decente laicità in Italia?Vogliamo fare come i talibani a Bamian?

Congo

@Nathan, la penso come te.
Le croci nelle scuole e nelle aule dei tribunali sono una sconfitta per uno Stato che si ispira a principi laici, ma le croci sulle vette hanno tutto un altro significato e personalmente non mi infastidiscono, ma raccontano qualcosa della nostra storia. Ora, il nostro passato, può piacere o non piacere, ma non per questo penso debba essere obbligatoriamente cancellato.
Altrimenti, per lo stesso principio, andrebbero distrutti per sempre tutti i templi romani e greci, le piramidi e la sfinge, i templi di Ankhor e così via, testimonianze idolatre di religioni fasulle.

Comunque, volevo prima leggere l’articolo per capire cosa vi era scritto.

nightshade90

i templi e le sfingi sono stati costruiti in modo legale e regolare, sono luoghi di culto e monumenti. la stragrande maggioranza delle croci sui monti sono abusive: non sono monumenti, sono solo un modo per marcare il territorio

nightshade90

inoltre capisco le croci regolari che ci sono già, ma perchè dare permessi e sovvenzioni per costruire nuove croci sulle vette? forse che darebbero le stesse sovvenzioni se fossero dei mussulmani a richiederle per innalzare mezzelune sulle vette? o ebrei per innalzare le stelle di davide? la cosa mi pare lievemente confessionale, nonchè una grave deturpazione della montagna fatta per motivi futili

nightshade90

grazie. ovviamente non avrei nulla da ridire se
1 si ottenesse un permesso scritto per costruirle
2 per ottenere il permesso la cosa dovesse prima essere vagliata da una commissione che ne guidica l’impatto paesaggistico
3 cristiani, mussulmani, scientologisti, comunisti e qualsiasi religione/ideologia dotata di simboli fossero trattati allo stesso identico modo modo (cioè che chi ha dato il permesso alla croce cristiana dia ilo pemesso allo stesso modo a chi vul metere croci di david, falci e martelli o bandiere straniere senza discriminazioni)
4 che non ci fossero contributi da parte dello stato per porre questi simboli (a meno che il simbolo non sia la bandiera italiana o un qualsiasi simbolo dello stato, quello è l’unico caso giustificato per la cosa)

Felipe-bis

Fosse solo per tradizione, storia e cultura, ok, ma il guaio è che continuano a piantare croci ovunque, tutt’ora. Non ce ne sono già abbastanza?
Per la cronaca, io non toglierei solo le croci, ma anche i tralicci dell’alta tensione (che si possono interrare, salvo eccezioni) e i resuduati dei vecchi impianti di risalita non più utilizzati e lasciati lì ad arrugginire. Tutta roba che deturpa il paesaggio e non serve a una mazza.
Tornando alle croci: non è che bisogna per forza innalzare simboli ovunque, forse che la fede ha bisogno di questo? Per chi crede, la natura stessa non è la più grande manifestazione del creatore? Dobbiamo per forza sporcare pure il creato?

http://laici.forumcommunity.net/?t=35672838

Alòessandro

Per quanto riguarda le croci, sono d’accordo, mentre per i tralicci, pur essendo d’accordo faccio notare che interrare i cavi dell’alta tensione (alternata) comporta un’elevata dispersione per cui più di pochi chilometrinon è possibile realizzare un collegamento interrato. inoltre l’aria è uno dei migliori isolanti. Sarebbe possibile con la tensione continua ma solo per elevate lunghezze dovendo trasformare da alternata a continua e poi da continua ad alternata con le relative perdite. Per esempio i cavi sottomarini che collegano la sardegna all’italia e quelli che collegano la scandinavia all’europa continentale sono in corrente continua.

fab

Sono d’accordo. Personalmente, la croce in cima a una vetta non mi ha mai fatto l’effetto di un simbolo religioso, ma soltanto di un segno di raggiungimento.

stefano f.

la pubblicità è l’anima del commercio hehheehehe le religioni lo sanno bene.

moreno03

Basta fare un movimento simile a quello per la “Liberazione dei Nanetti da giardino”, con lo scopo di liberare le vette dagli orpelli che le deturpano.

Ozymandias

Per fortuna la montagna è dio di se stessa. Chiede solo rispetto, assolutamente non preghiere. Comunque alle preghiere non si degnerebbe di rispondere mentre in un battibaleno è in grado di ricordarci (nella maniera più definitiva) quanto siamo insignificanti.
Mi è piaciuta la riflessione di Nathan, la differenza la fa però la nuova corsa alle croci con sovvenzioni regionali e ricorso a mezzi militari per portare manufatti iconici sulle vette che ancora non sono toccate.
Questo mi ricorda più un cane che alza la gamba per segnare il territorio.
E chi paga?

Diocleziano

Posso capire le croci e le immagini sui sentieri costruite nelle epoche passate, quando nelle valli le popolazioni erano… “monotematiche” in fatto di religione. Ma l’esibizionismo del giorno d’oggi mi fa pensare che queste croci siano messe “contro” qualcuno.

Gigetto il miscredente

-” l’articolo sulle croci prendeva spunto da una lettera di un prete contrario ai simboli religiosi in montagna ” – Un barlume di speranza. Ogni tanto qualche prete accettabile lo si riesce a trovare!

Io sono per lasciare le croci e capitelli vari che già ci sono in giro per le ragioni sopra ben esposte da chi mi ha preceduto. Invece assoluto divieto per chiunque di issare nuovi simboli, di qualsiasi tipo. La montagna va rispettata e con essa la natura che la esprime. Se vi interessa la stella di david, mezzaluna o il segno ” + ” (più denaro…nel senso di addizione, che altro ?? 🙂 ) esistono le sinagoghe, chiese, templi. Riunitevi colà !

bradipo

sono d’accordo e anch’io sono per “essere contrari alle nuove, e aspettare che le vecchie cadano da sole”…
Ma in qualche modo una linea va tracciata (o rimarcata, viste le orecchie da mercante e la recidività di certe istituzioni), anche per sottolineare che non è vera la teoria per cui “i simboli religiosi rappresentano l’unione in uno Stato” che distorce il senso di quel vivi e lascia vivere tipico dei laici, trasformando in assenso il silenzio adottato per quieto vivere.

svan

concordo nel merito con chi si è impegnato per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema delle croci.

ma boicottare tutte le associazioni che la pensano altrimenti mi pare inutile e forse dannoso per la causa stessa.

Wakko Warner

Hai proposte migliori? Questa gente capisce solo quando il problema intacca il loro portafogli.

orasio tubero

Sui principali forum di montagna, Planetmountain e Fuorivia, la questione delle croci sulle vette è stata trattata spesso. Tra opposti estremismi prevale la posizione razionale: lasciare i monumenti storici, togliere gli eccessi, evitare nuovi impianti. La motivazione è soprattutto ecologica e culturale. Così come si lasciano le testimonianze belliche, si possono lasciare le croci storiche, ma solo quelle.
C’è poi chi si dedica alla distruzione sistematica delle croci o al sabotaggio degli impianti di illuminazione.
Il CAI, come tutte le grandi associazioni italiane, riflette l’animo farisaico dell’italiano medio: mai irritare i preti.

sabre03

Ehm, permettetemi una considerazione a c.zzo
La storia di qua, la storia di là…..
ma la storia non si è mica conclusa! Noi siamo nella storia, noi facciamo la storia ecc ecc
E allora mettiamo un bel simbolo ateo su tutte le montagne a segnare il riscatto di una parte del popolo italiano che si è rotto i coglion.i! Pisc.iamo anche noi! Fra 50 anni potremo dire che la storia…. la tradizione…. e/o altre menate di pura idiozia.
NO? e perchè NO? perchè il cattolico si ed io no? e qui si scopre….. l’altarino.

annina

Le croci in cima alle montagne penso abbiano bisogno di manutenzione. Non credo sia l’8 per mille a finanziarle ma comunque anche se fosse se gli Italiani si stufano delle croci sulle montagne prima o poi crolleranno…date tempo al tempo! Oppure, rassegnatevi, all’idea che alla gente sta bene così. Se qualcuno si carica sulle spalle un sacco di cemento e va a darci una risistemata vuol dire che ci tiene così come chi fa restaurare le croci ai crocevia… evidentemente (purtroppo) il popolo montanaro ci tiene a queste cose.

sabre03

ma perchè mai dovremmo rassegnarci, avendo noi ragioni da vendere?

annina

Ma al sig. Panozzo danno fastidio le croci o il fatto che il Cai non ha ritenuto di dover pubblicare un articolo che andava contro una vecchia tradizione montanara? Se ci avete fatto caso in moltissimi sentieri di montagna ci sono capitelli, croci, madonnine; ci sono anche case intere dipinte con S.Cristoforo, S.Uberto…. insomma i montanari sono ( o erano, almeno) dei baciapile non da poco: perchè non prendersela anche con questi segni onnipresenti molto più facilmente visibili che le croci sulle vette! Infatti mentre non tutti scalano le montagne fino in vetta, tutti quelli che vanno in montagna incontrano croci, santi, ecc. a ogni incrocio, svolta o paesello…

lucio panozzo

Annina cara, il problema non è per me la mancata pubblicazione dell’articolo, cosa vuoi che me ne freghi, ma il comportamento da democristiani tenuto dai caiini, scodinzolanti sempre al papa e al re. Volevo solo proporre un argomento di discussione in una delle sedi deputate, e mi sembrava che il bollettino del CAI fosse consono all’argomento. Ma le persone che lo “reggono” non sono ancora mature per la democrazia.
lpc

annina

Caro Panozzo c’è anche gente che non si rassegna a non scrivere cose interessanti per tutti! Senza voler essere offensiva ma, probabilmente, quello che lei chiama “scodinzolanti al papa e al re” hanno semplicemente ritenuto che la maggior parte degli iscritti al Cai non sarebbe stata interessata al suo articolo, non crede?

Otto Permille

Per fortuna la luna è ancora intonsa e pura. Ma c’è il rischio che nel prossimo viaggio venga imbarcato qualche prete per piantare una croce anche là

lucio panozzo

otto x mille, tu scherzi, ma la chiesa fa sul serio. Ricordi che circa dieci anni fa un monsignore si mise in testa di portare una croce astile al polo nord (ma chi pagò le spese???). Ovviamente quello che desiderano quelle persone lì viene immancabilmente esaudito, e il prete ebbe il suo elicottero, con il quale, in compagnia di Mike Bongiorno (che tempra di uomo devoto!!!) si recò al polo (ovviamente il viaggio avvenne in aereo fino all’ultimo avanposto della civiltà), e Mike poté gettare dall’alto la croce astile. Si chiama occupazione del territorio, che magari tra mille anni faranno valere. Cosa vuoi che sia dare un crocifisso ad un cosmonauta e farlo portare sulla luna? Io sono convinto che l’abbiano già fatto.
Finisco: una delle ultime dichiarazioni dell’idio… Bush fu: “Lo spazio è nostro”.
Noi ci scherziamo su, ma LORO fanno sul serio.
Ciao. lpc

marilena maffioletti

il manifesto non ha pubblicato l’articolo? Forse bisogna insistere perchè mi sembra strano un tale comportamento.

libero

No a nuove croci e lasciamo stare quelle che già ci sono, mi sembra equilibrato, o no ?

#Aldo#

Mi dan fastidio le croci sui crinali tanto quanto i tralicci dell’Enel (o di qualsiasi altro ente), i ripetitori telefonici e quelli delle emittenti tv. Penso di poter generalizzare dicendo che mi infastidisce vedere manufatti ovunque. La presenza umana e i segni che lascia hanno una loro dignità, ma quando diventano pervasivi si fanno molesti. Un detto non tanto diffuso ma quanto mai efficace recita: «Ho sempre amato il mio prossimo… finché era poco». Ne ho fatto il mio motto personale.

Danx

Come dire: l’Italia è tutta cattolica e allora alziamo le croci.
E a chi non sta bene? Posso capire ergere croci nei pressi di famose basiliche, case di “santi” e così via, ma ci sono anche in posti dove non ci sono i famosi “sentieri dei pellegrini”.
All’estero fanno come da noi?
Perchè non mettere su certi monti, cioè quelli slegati dal trekking religioso, dei bei mappamondi per parlare di unità e non di divisione che crea la religione?

Alberto Magliano

Anch’io, socio UAAR di Milano, sono un alpinista come l’autore di questo bell’intervento sulle croci in vetta alle nostre montagne. Ho condiviso, qualche anno fa, gli obiettivi della campagna “Scrocifiggiamo le Alpi” lanciata dalla guida alpina Jacopo Merizzi di Sondrio, procedendo personalmente a qualche intervento… iconoclasta, quando le circostanze lo consentivano. Purtroppo la situazione non è affatto cambiata , anzi i simboli di morte si stanno moltiplicando. Al di là del diritto di ciascuno di noi di farne spazzatura quando possibile, che fare? Giusto non iscriversi più al CAI, una delle tante vergogne associative nazionali, magari aderendo al CAF (Club alpino francese) come ho fatto io per mantenere i benefici legati al possesso della tessera (c’è reciprocità tra i club alpini europei). In secondo luogo, suggerirei di provare a superare la sensazione di fastidio data dai simboli religiosi affidandoci al piacere provocato in noi dall’incomparabile bellezza e grandiosità delle montagne, dalla gioia tutta umana e terrena della conquista della vetta e dalla atea consapevolezza che sopra di noi, quando siamo in cima, c’è solo l’Universo, di cui siamo uno dei prodotti e probabilmente non il più nobile. Scusate l’autocitazione, ma dopo aver raggiunto qualche anno fa la cima dell’Everest, scrissi nel mio diario: “Lassù il cosiddetto Dio del cielo non l’ho trovato. Ho visto invece degli uomini distrutti, come me, dalla fatica ma felici per il trionfo sui propri limiti e sulle proprie paure, con in più la gioia di vedere, specchiata nel volto dei compagni, l’immagine di se stessi.”

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