Omosessualità: dal sito ultracattolico Pontifex attacchi a Mara Carfagna

Ha definito il Gay Pride romano “una manifestazione gioiosa, serena e partecipata”, e per questo motivo il ministro per le pari opporunità Mara Carfagna è stata oggetto di numerosi attacchi da parte del mondo cattolico. A portarli è stato ancora una volta il gruppo di vescovi emeriti intervistati dal sito ultratradizionalista Pontifex. Secondo mons. Giovanni Battista Pichierri è inammissibile che un ministro “tolleri e avalli una manifestazione nella quale si prenda a male parole il Papa, capo del cattolicesimo, ma anche capo di uno stato estero, non sta bene e il Ministro ha sbagliato veramente”. Mons. Giuseppe Agostino, dopo aver definito Carfagna “una ragazzina”, sostiene, dato lo Stato non consente la costituzione di associazioni di ladri e di rapinatori, che “anche quelle dei gay non andrebbero permesse e tutelate”. Lo Stato non ha il diritto di tutelare associazioni che siano in contrasto con la legge naturale”. Mons. Serafino Sprovieri ricorda invece che gli omosessuali non entreranno nel Regno dei Cieli, perché i loro atti “sono una cosa abominevole, indegna e perversa”, e nei loro cortei si assiste ” al tripudio dell’aberrazione, al trionfo della anormalità e della volgarità”: “la società è diventata una cloaca a cielo aperto”. Mons. Antonio Vacca, dopo aver detto di nutrire “molte perplessità sulla legittimità di sfilate come quella, che forse, visto il repertorio ormai solito, sarebbe opportuno vietare o trasferire in altre parti”, afferma che “i Gay Pride, dove si autocelebra l’anormalità e alcune forme di patologia gravi, sonono frutto delle seduzioni e tentazioni del demonio il quale non dorme mai e sta sempre in agguato, pronto a colpire”.
Gli attacchi omofobi pubblicati su Pontifex non sono soltanto farina del sacco dei vescovi emeriti. Don Marcello Stanzione scrive che “la Ragione afferma che l’omosessualità praticata se venisse canonizzata al pari dell’eterosessualità comporterebbe una rivoluzione nei costumi estremamente dannosa per il bene della collettività sociale”. Padre Ernesto Maria Caro, citando il Catechismo, definisce l’omosessualità “una malattia o grave disturbo o meglio ancora disordine mentale che colpisce tanto l’uomo, che la donna nel cercare la propria soddisfazione con persone del medesimo sesso”. Lo psichiatra e criminologo Francesco Bruno sostiene che “l’omosessualità non appartiene alla sfera della normalità: è una patologia difesa da lobbies potenti”: tollerandola, c’è il rischio che “la gente si confonda e non capisca più cosa è il bene e che cosa è il male”. Il responsabile del sito, Bruno Volpe, definisce Carfagna “ormai pronta alla tessera dell’Arcigay”, preda di un “delirio sempre più travolgente”, e auspica una “cacciata a calci (simbolici) nel delicato sederino del ministro che in due giorni ha avallato insulti al Papa ed ora si premette di dettare legge ai proprietari di case”. Infine, Carlo di Pietro, redattore del sito, riepiloga le condanne contro l’omosessualità pronunciate dai Padri e dai Dottori della Chiesa: ancora più dure, in effetti, di quanto sostengono oggi i vescovi emeriti.

Archiviato in: Generale, Notizie