Al catechismo nonostante il ‘no’ del padre: il caso finisce in tribunale

Un bambino di quasi nove anni non battezzato, i genitori separati, un regime di affido condiviso. La madre decide di propria iniziativa, con il consenso di un sacerdote, di iscrivere il figlio al catechismo; il padre dice ‘no’, perché la legge sull’affido condiviso prevede che le scelte educative debbano essere condivise. Il bambino continua tuttavia a frequentare il catechismo, e il padre, socio dell’associazione FigliPerSempre Onlus, decide di avviare un’iniziativa legale. Il caso è stato discusso presso il Tribunale di Milano nei giorni scorsi.

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106 commenti

Flavio

Diranno che il catechismo e’ parte di una educazione sana e decorosa: bibbia e moschetto… siamo li’.

POPPER

Il padre ha ragione legalmente, la madre doveva rispettare la legge sull’affido condiviso, non aggiungo altro, vedremo se il tribunale fa rispettare la legge o la interpreta teologicamente.

Third Eye

Io la butto su scelta di civiltà e che studiava solo storia dei popoli nella bibbia, il catechismo non implica indottrinamento, blablabla…

andrea

intanto si è potuto vedere ciò che vi inventate voi.Ogni scusa sembra essere buona per attaccare la Chiesa.

Murdega

Andrea non riesci a vedere il tutto in termini di discussione per
affrontare il problema ?.
Ma per voi la soluzione è a senso unico o inferno o paradiso.

FSMosconi

Sai andrea, hai perso un’occasione importante, ma davvero importante, direi essenziale, unica; con la quale avresti ottenuto un rispetto molto maggiore di quello che si deve ad una persona comune in cirsostanze comuni, quasi da eroe, condottiero, alfiere… sai quel’era quest’occasione? Quella di starti zitto!!

Massimo

@ Croce di Sant’Andrea

C’è un concetto essenziale che stenta terribilmente a farsi strada nell’encefalo dei monoteisti/monotesisti (vi voglio accomunare agli altri, va’… così, per ripartire le responsabilità: il carico è meno oneroso). La/-e chiesa/-e (se stanno, appunto, in chiesa) non possono essere attaccate e non rischiano di esserlo. Esattamente (o quasi) come non DOVREBBE rischiare di essere attaccato da un prete l’avvocato che NON stabilisca il proprio studio legale sull’altare o il macellaio che NON lo usi come bancone su cui piazzare quarti di bue.
È una cosa facile facile… Se non ci si intende su questo, il resto diventa molto complicato. “Il cortile dei gentili” ha un recinto. Se la segnaletica è chiara, bene in vista e definita in base a regole condivise (in questo caso, per esempio, la legge), chi la trasgredisce non dovrebbe essere richiamato ad altro che alla lettura. Se quanto recita il cartello continua ad essere arduo da decrittare, servono solo tre cose: 1) un paio di occhiali; 2) un paio di occhiali; 3) un paio di occhiali (possibilmente buoni e con lenti non deformanti). C’est ça!

POPPER

è un tema delicato, c’è di mezzo un figlio che ha tutto il diritto di vivere un’infanzia in accordo con i valori più condivisibili che ci siano anche tra genitori separati, difficile però, lo ammetto.

Subito la ccar ne approfitta però, l’avvoltoio in sottana nera pronto a precipitarsi sulle sue sue prede più fragili psicologicamente.

annina

Io spererei anche che se il bambino è d’accordo il padre non si opponga comunque!

crebs

Fossi il giudice, considerando che la scelta educativa non è condivisa fra i genitori, che quando le scelte erano condivise il bambino non era stato battezzato, che non esiste alcun motivo di urgenza o necessità (sarebbe diverso se uno dei due genitori non volesse mandarlo a scuola), io deciderei che il bambino deciderà con la sua testa quando diventerà maggiorenne e, obbligatoriamente per impedire indebite pressioni, non prima.
Mi sembrerebbe una decisione logica e razionale.
Non ho capito cosa c’entra il consenso del prete.

Massimo

“Non ho capito cosa c’entra il consenso del prete.”

Come “non è chiaro”?… È chiarissimo! Il prete si fa chiamare “padre”, no?
Magari, poi, dovrebbe passargli anche un po’ di companatico da accompagnare all’ostia come opportuna integrazione alimentare. Fatto questo, può perfino spedirlo in seminario e buttare la chiave (oltre tutto, sento dire che sono a corto di vocazioni e, con la crisi che c’è, chissà che non gli convenga…)

fab

Ovviamente bisogna chiedere al bambino. Non si capisce chi altri possa avere autorità su qualcosa del genere.
L’obiezione che il bambino non può ancora capire bene è nulla: in religione, il suo parere vale quello di chiunque altro.

Massimo

Curioso. Per “imporre” qualcosa (tipo il battesimo, per esempio), il consenso del neonato urlante non è considerato troppo essenziale. Per “non imporre” qualcosa (per esempio la restrittiva e colpevolizzante religione cattolica) ci si domanda se il bambino accetti la “non costrizione”… Ma lasciare che la pianta cresca florida e tranquilla dandole qualche chance di scegliere come (o, anche, “se”) espandersi a piacimento, no? Io, lo stimolerei a scegliere quando potrà farlo. Se da grande preferirà discriminare gli altri, considerarli “infedeli”, anteporre la bibbia (letta o non letta) al codice penale e civile, sarà libero di farlo al momento opportuno (e non credo che, in Italia, avrà troppe difficoltà…)

moreno03

Penso che il padre faccia male a dare un no prevenuto al catechismo, avrebbe dovuto credere al figlio se voleva andarci e nel caso difendere questo suo volere, altrimenti è soltanto l’ennesima bega tra genitori separati che usano come pretesto i figli.

Third Eye

Non so bene l’età mentale del figlio, ma di solito a nove anni non decidi granché: al massimo ti adatti alle aspettative parentali o ambientali…

nightshade90

credo anch’io che avrebbe dovuto chiedere (anche se non so se l’ha fatto,diamogli il beneficio del dubbio).
comunque dal punto di vista puramente giuridico ha ragione lui.

quale sarebbe la reazione se tua moglie manda tuo figlio ad una riunione di scientology? penso che se le cose fossero state in questo modo tutti i credenti cattolici si sarebbero schierati dalla parte del padre, senza neppure porre la questione del “chiedere al figlio”. almeno noi siano abbastanza aperti dal permettere al figlio di scegliere. purchè sia lui e non la madre a scegliere.

Diocleziano

Il ragazzo è troppo piccolo per decidere, la sua scelta rispecchierebbe probabilmente quella della madre, con la quale, se ho ben capito, vive. La madre non ha sentito il dovere di chiedere l’opinione del padre del ragazzo, ma quella del prete sì.

unico

non c’è scritto che ha chiesto l’opinione del prete… ma il consenso.. c’è differenza

Annarosa

Perché lasciare il proprio figlio nella ignoranza religiosa? Mi chiedo perché allora sia costretto a frequentare tutti gli studi di ogni ordine e grado. Ma la cultura non riguarda anche le radici cristiani dei popoli? Che cosa si fa per contrastare l’idea di Dio!!!! La chiusura mentale non ha regole.

CosmoGioia un Giorno

si chiede a un figlio se vuole giocare a calcio, oppure a pallacanestro, oppure a hockey, oppure pattinaggio artistico etc etc..; “non” gli si chiede se vuole essere cattolico, ebreo, buddista, etc etc…
Se proprio gli si vuole concedere la possibilità di infilarsi tra le mani di questi corvi, almeno che si tenti di spiegargli che esistono varie possibilità. Mi sembra comunque una follia lasciare al figlio la libertà di scegliere se farsi lobotomizzare a vita. Sono scelte da fare in età adulta, quando la mente è sufficientemente matura per fare critica.
Insegnare ad un figlio a ragionare con la propria testa è l’unico tipo di indottrinamento che consiglierei.

Sandro

Una coppia con divergenze ideologiche così marcate è normale che si divida.
Al di là della questione catechismo, peccato per i figli, che come al solito sono quelli che ci rimettono di più.

Kaworu

sarebbe interessante se a catechismo il bambino apprendesse che i suoi sono due peccatori non meritevoli della comunione con dio in quanto divorziati. vorrei star lì a sentire le domande che farebbe alla madre e le conseguenti risposte.

Mirko

pensavo piu o meno la stessa cosa in effetti…
…che donna dalla doppia morale!

crebs

@mirko

Non posso essere d’accordo su questa parte (doppia morale)
Non sappiamo i motivi della separazione e mi sembrerebbe meglio non esprimere giudizi, anche se potresti (è una delle possibilità) avere ragione.

Kira

Sarebbe anche interessante sapere cosa gli verrà detto a proposito di lui stesso che non è battezzato…

Davide Pupparo

Nonostante il padre abbia ragione legalmente, credo che agire per vie legali non sia stata una buona idea. In questo modo, il bambino si sentirà (comprensibilmente) attaccato dal padre, e ciò non farà altro che peggiorare i rapporti. Stesso discorso vale per la madre, che ha agito in modo sconsiderato, consapevole del fatto che avrebbe messo il bambino al centro di una contesa. Avrebbero dovuto entrambi attendere che il bambino arrivasse ad un’età tale da poter scegliere e quindi decidere cosa fare. Spesso questi casi finiscono così, cioè con i bambini che sono coloro che pagano il prezzo maggiore.

Fritz!

Agire per vie legali é l’unica scelta che é rimasta al padre, di fronte al radicalismo della madre, che se ne é fregata del suo parere.

Fri

Anche io ho pensato la stessa cosa. Però visto che il padre mi sembra piu ragionevole della madre, la quale vuole imporre la sua volontà anche contro la legge, penso che il padre avrebbe dovuto lasciare che il bambino frequentasse il catechismo e approfittarne per smontare pezzo per pezzo le favole che il prete gli racconta. Con dolcezza e attenzione vista la giovane età del ragazzo, ma con fermezza. In questo modo forse avrebbe rinsaldato il legame col figlio e, magari, dato una lezione alla madre e al prete impiccione.

Davide Pupparo

Quoto. La mia paura è che in questo modo il padre ottenga l’effetto contrario di quello che vuole. Ho seguito almeno 2 casi simili da vicino, e l’idea che mi sono fatto è che agire in questo modo non porta mai a dei frutti. Purtroppo, anche quando si ha ragione come nel caso del padre in questione, agendo come ha fatto lui si finisce per passare dalla parte del torto agli occhi del bambino, che è chiaramente troppo giovane per capire le eventuali ragioni del padre.

Daniele

forse così avrebbe fatto meglio, ma non mi pare una buona cosa lasciar fare in barba alle leggi di uno stato democratico. La legge vale anche per la madre, oppure può fare quello che vuole?

Maurizio_ds

Agire per le vie legali era l’unica possibilità, il padre ha fatto bene.

The best emmia

Quello che mi dà enormemente fastidio è l’assoluta sconsideratezza del prete nel mettere il becco contribuendo a creare la situazione attuale. Avrebbe potuto dire “ma no dai, altrimenti si creeranno contrasti e sarà il bambino a soffrirne”. E invece no, costoro fanno uncicamente i loro porci interessi, schiacciando tutti con l’arroganza di chi vive col potere in mano e la ragione in tasca.

Sono d’accordo con Popper. L’unico termine che li possa definire è AVVOLTOI, con il dovuto rispetto per il rapace.

Giorgio Villella

Leggo:
“Sto parlando di una coppia separata IN REGIME DI AFFIDO CONDIVISO , a suo tempo sposata solo civilmente, il cui figlio -oggi di quasi 9 anni- non fu battezzato.
L’anno scorso la madre decise, senza acquisire il parere del padre, di fargli frequentare il corso di catechismo”.

Se la coppia si è sposata solo civilmente e quando è nato il bambino non è stato battezzato, vuol dire che i patti condivisi dai due genitori, fin che sono andati d’accordo, erano di non crescere il figlio educandolo alla religione cattolica.

“Interessante vedere fino a che punto abbia valore la legge sull’affido condiviso che dispone l’accordo sulle decisioni di maggior importanza”.

Se i giudici seguiranno le leggi e la ragionevolezza, il padre vincerà la causa.
Ma il problema rimane; cosa succede se il bambino è ormai cattolico?
Io ho avuto un problena, meno grave, ma analogo, con la scuola elementare del mio primogenito, nato nel 1965; all’epoca l’Italia aveva la religione di stato e alle elementari non c’era l’ora di religione (o, se c’era, mio figlio era esonerato), ma la legge diceva che scopo e coronamneto di tutto l’insegnamento era l’educazione religiosa degli alunni per cui mi sono trovato che le poesie, i dettati, la storia che si facevano in classe erano tutte apologia della religione di stato.

Ho dovuto educare preventivamente mio figlio con molta attenzione.
Gli ho parlato a lungo dei fossili, dei fossili di dinosauri, di cui si è appassionato moltissimo, tanto che i libri sui dinosauri sono stasti per anni i suoi preferiti; ha letto che si sono estinti molto prima che apparisse l’uomo e a quel punto ho fatto un cenno su quanto ridicola sia l’ipotesi che qualche dio avesse fatto il nostro pianeta per l’uomo, e avesse popolato la terra di esseri tanto inutili all’uomo come i dinosauri.
Gli ho parlato delle mucche da latte e di quelle da carne, ottenuta dagli allevatori, selezionando le varie mucche; dei cani da caccia, di quelli da difesa, di quelli da compagnia, sempre ottenuti dagli allevatori per selezione. Solo dopo ho parlato di Darwin: si è convinto subito.

Gli ho anche detto che non si sa e non si capisce come mai esista l’universo; ma che dire che lo ha fatto dio non è una risposta soddisfacente; dio chi l’ha fatto?

Gli ho parlato del maremoto di Messina, dei primi anni del secolo, in cui erano morti decine di migliaia di bambini. Anche i maremoti, oltre ai virus delle peggiori malattie, li ha fatti dio, il dio onnipotente, giusto e buono.

A questo punto l’Uaar dovrebbe cercare di mettersi in contatto col padre del bambino e offrirgli un sostegno morale ed eventualmente economico per la causa, sopratutto se perderà in prima istanza e dovesse ricorrere in appello.

Poi il padre potrebbe accompagnare il figlio, nei prossimi anni, a un nostro campo estivo:
http://www.uaar.it/uaar/campoestivo/
oppure ai corsi della “Università popolare dell’età della ragione”, che pensiamo di fare con lo stesso spirito: i genitori accompagnano i figli ai nostri corsi (sabato pomeriggio o domenica mattina) e se ne vanno a spasso, o assitono in silenzio alle lezioni, mentre i ragazzini discutono tra loro di educazione civica, di approccio scientifico o fideistico ai grandi perché della vita, ecc.

lucio

bravo vilella un ottimo e previdente indottrinamento.

e questa frase dimostra tutte le tue contraddizioni:

-Gli ho parlato del maremoto di Messina, dei primi anni del secolo, in cui erano morti decine di migliaia di bambini. Anche i maremoti, oltre ai virus delle peggiori malattie, li ha fatti dio, il dio onnipotente, giusto e buono.-

Deciditi: o dio c’è o non c’è!

The best emmia

“per cui mi sono trovato che le poesie, i dettati, la storia che si facevano in classe erano tutte apologia della religione di stato”

Questo è successo anche a me, ma a cavallo fra gli anni 80 e 90 e quindi in aggiunta all’IRC, tenuto dai maestri ordinari e quindi anche con questo stratagemma fatto passare come “parte di ciò che va saputo”, per chiamarlo in qualche modo.
Poi avevamo anche la preghiera drammatizzata a inizio lezioni.

E anche per me è venuta in soccorso la scienza, precisamente l’enciclopedia “Astronomia Video”, uscita grossomodo 20 anni fa. Lì mi resi conto che la creazione era tutta una favola. E che la realtà era molto più bella e avvincente.

nightshade90

@lucio
credo che il senso del suo discorse fosse: “se dio ci fosse, allora tutte queste cose le ha fatte lui”.

Massimo

@lucio

C’è un fronte su cui ai fideisti non deve essere data tregua: quello della lingua.

Ogni termine che abbia a che fare con la repressione (fisica, mentale, psicologica, umana e morale), con la limitazione della libertà dell’individuo, con la mortificazione della voglia di vivere, con la castrazione spirituale (magari solo quella!), con il disprezzo della vita come opportunità di crescita e di maturazione (propria e dei propri simili) è MUTUATO dal gergo religioso. Fuori dall’uso confessionale, è, in altre parole, un “prestito fuori contesto”, un “ospite staniero”.

Tu ne citi uno: “INDOTTRINAMENTO”. Ci sarebbe dunque l'”originale” – giusto (l'”indottrinamento” DOCG: quello della “dottrina” che ti ficcano in testa a forza… “a dottrina”) e il “derivato” – sbagliato (l’invito a prendere in considerazione l’ipotesi che quella scatola ossea posta sul collo contenga qualcosa di utile ad elaborare pensieri e opinioni).

L’elenco dei “traslati con specializzazione impropria” (tutt’altro che completo), prevede però anche (cito in ordine sparso):

PERSECUZIONE;
ASSOLUTISMO;
FONDAMENTALISMO;
INTOLLERANZA;
ERESIA;
CACCIA ALLE STREGHE;
GHETTO;
AUTO DA FE’;
ABIURA;
POGROM;
INFEDELE;
PREDICA/PREDICOZZO;
SCOMUNICA;
APOSTASIA;
BESTEMMIA ecc. ecc. ecc. ecc. (17 secoli di “eccetera”, nel caso specifico: dall'”Editto di INtolleranza” di Costantino ai tempi di Sodano, Sepe, Bertone & Co.).

Solo chi è stato MOLTO BEN INDOTTRINATO (nel senso DOCG, marchio registrato) può (fingere di) scordarsene…

stefanogio

Ma se non è stato battezzato perchè viene mandato a catechismo?

Cesare b

Probabilmente in quel caso il catechismo prepara a ricevere sia il Battesimo, sia la Prima Comunone. Il caso non e’ raro.
Sul merito posso dire – per casi che conosco bene – che i bigotti autoritari sono i piu’ efficaci istigatori dei propri figli al sistema d’idee opposto a quello che vorrebbero imporre. Vale per i credenti come per gli atei.
Saluti.

nightshade90

vero, ma se tua moglie mandasse tuo figlio senza chiedertelo (anzi, fregandose della tua opinione contraria) ad un corso organizzato da scientology per indottrinare i bambini, tu ti sentiresti bigotto a intentare causa per impedirglielo? a me pare che l’unica bigotta autoritaria sia la moglie, che prende decisioni in sprezzante sfregio del fatto che tali decisioni vanno prese insieme.

Domenico

Mi ricordo quando andavo io al catechismo: per nostra fortuna non c’era il prete ma un paio di catechiste zitellone furiose da sbeffeggiare in ogni modo.
Morale della favola: ne combinavamo di tutti i colori, accendevamo e spegnevamo le luci, scappavamo nel giardino del prete per rubare le arance e i mandarini, le bibbie volavano dalla finestra come colombe. Poi venivamo definitivamente allontanati salvo ripresentarci la settimana successiva e combinare sempre le stesse cose. Ah, l’eterno ritorno!

Busarasca

Sono il famoso papà!! Sì, quello dell’articolo: sposato in Comune, con una donna non credente, il cui figlio quando ha gridato al perito del Tribunale VOGLIO ANDARE CON PAPA’ non è stato preso sul serio da nessuno perchè fino a dodici anni la parola del minore non vale. E così a vivere con la mamma per l’80% del tempo (spesso non rispettato).
Comunque state tranquilli che il bambino -con cui ho un rapporto straordinario- è consapevole di tutto: a catechismo ci va solo perchè il nonno lo porta, non perchè ci voglia andare lui (preferirebbe la chitarra e il calcio!). Per me l’oratorio lo può frequentare tranquillamente ma nessun corso: nè di catechismo cattolico nè di ateismo nè d buddhismo. Siamo in uno Stato non confessionale. Chiedo solo la sospensiva fino alla sua maturità, fino a quando potrà scegliere con chi vivere, per esempio. Anche perchè queste scelte devono essere concordate tra i genitori.

Dalila

Hai tutta la mia solidarietà e trovo cio’ che scrivi (e con coraggio porti avanti) estremamente ragionevole se paragonato a chi con rassegnazione si piega alla dittatura della maggioranza, soprattutto quando si parla di educazione, idee, opinioni.

POPPER

Caro Busarasca, lei ha un otimo ragionamento laico, la sua situazione è delicata e merita almeno da parte nostra un commento rispettoso e pacato.

La sospensiva è possibile dal punto di vista legale:

Le leggi sull’affidamento dei figli in caso di separazione variano da Stato in Stato, tuttavia è possibile identificare un’insieme di principi comuni a tutte le giurisdizioni. L’obbiettivo primario è, per tutti, quello di garantire la soluzione migliore nell’interesse del minore, tenendo in considerazione un ampio margine di fattori, quali per esempio: il volere dei genitori e dei figli, il rapporto che il minore intrattiene con ognuno dei genitori e con i fratelli, il contesto familiare in cui è inserito, il benessere fisico e mentale dei genitori.

Questi come lei sa meglio di me, sono gli obiettivi secondo la legge, ma esistono aspettative proprie dei genitori che sono imprescindibili, secondo me, e che la legge non può eludere a priori, i figli sono vostri non dello Stato, anche se fosse laico al 100%, solo che la legge è entrata anche in questi ambiti per una carenza di condivisibilità della mentalità, in questioni di educazione dei figli, tra i due genitori separati, lei laico, sua moglie invece religiosa a quanto lei fa capire.

la legge dell’8 febbraio 2006, n. 54, ha capovolto, sul piano normativo, la precedente legge in materia di affido di minori, allo scopo di garantire ad entrambi i genitori di contribuire in modo ugualitario alla cura, alla custodia, al mantenimento e all’istruzione dei figli sulla base del principio di bigenitorialità. L’obbiettivo di tale riforma doveva essere quello di garantire il reale interesse del minore e dei suoi genitori attraverso la custodia condivisa, tuttavia, la giurisprudenza è ricca di casi in cui la normativa vigente non è stata applicata dal giudice competente.

Una domanda, sign.r Busarasca, lei teme qualche contraccolpo?

POPPER

aggiungo: Caro sig.r Busarasca, ho letto il suo caso anche su http://www.adiantum.it/public/889-tribunale-di-milano–il-catechismo-forzato-e-l´affido-condiviso—di-v.-vezzetti.asp

premetto.
Si sa che dal 2009 la Chiesa Cattolica Apostolica Romana non cecepisce più adeguamenti alle leggi Italiane, quindi, si è posta ad oltranza nei confronti delle leggi laiche del nostro Stato e spesso invita molti nei nostri concittadini a fare obiezioni di cocienza contro le leggi italiane che non si confanno con la morale cattolica, quindi di fatto, il vaticano è non sono irrispettoso verso le leggi italiane ma anche promuove atteggiamenti eversivi e sovversivi in chi è cardinale, vescovo, prete e fedele.

Concludo.
La ccar, nella persona del prete in questione, doveva chiedere alla madre alcune informazioni basilari sul bambino e sulla sua famiglia, invece che ammeterlo immediatamente al catechismo, la madre non poteva byapasare la legge sull’affido condiviso, il prete meno che mai.

Diocleziano

Non sarebbe il caso, per esempio, che in occasione di corsi di indottrinamento religioso sia rilasciato, ai genitori, un documento di consenso informato circa le possibili conseguenze sulla personalità del minore? In mancanza della firma di uno dei genitori non si può procedere all’idottrinamento.

POPPER

Ho trovato, sig.r Busarasca, su questa bagina web il testo della lettera che il prete le ha mandato; Lei conferma che sia vero quel che è ripotato dal sito?

http://www.adiantum.it/public/362-la-chiesa-apre-alla-bigenitorialit%C3%A0—–di-v.-vezzetti,-c.-marchi-e-e.-emanuele.asp

riporto qui brevemente la lettera.
Il problema, però, viene risolto dal sacerdote stesso che spedisce al padre lettera raccomandata AR, inviata anche per conoscenza alla Diocesi, in cui afferma testualmente:

“non era per me chiaro che l´affido fosse condiviso e che lei non fosse consapevole che l´iscrizione comportasse l´adesione ai sacramenti (mi sembra di capire che lei era già a conoscenza da tempo del fatto che suo figlio frequenta il catechismo), di fatto è consuetudine che chi partecipa al cammino poi approda ai sacramenti… -omissis- . Ora che lei mi ha messo a conoscenza della situazione prendo atto della sua volontà. Da questo momento è chiaro che il bimbo non può ricevere i sacramenti senza l´esplicita volontà di entrambi i genitori. Vi invito dunque a indagare con discrezione la volontà del ragazzo.Voi che lo conoscete meglio di me potete valutare la sua posizione, sia per il desiderio di ricevere i sacramenti, sia per continuare il cammino di catechismo (che potrebbe continuare non più vincolato dalla ricezione dei sacramenti”.

Sa una cosa? La lettera del prete non mi convince affatto, perchè risulta che lei ha protestato proprio quando ha scoperto questo “catechismo forzato” unilateralmente;
Questo atteggiamento del prete è virtuale e non realista, gira la frittata a modo suo ritenendo silenzio-consenso una sua momentanea assenza, ma lui non poteva non sapere che l’ammissione al catechismo è stato un illecito verso la legge dell’affido condiviso; il fatto che la Chiesa Cattolica si sia aperta alla bigenitorialità non vuol dire niente per la legge Italiana, la quale non deve essere confessionalista, quindi, al momento vige ancora la prassi del clero ad ammettere al catechismo i figli di separati anche solo da parte di un genitore, questa è la vera morale eversiva, a mio parere, del clero, oltre che non averle detto la verità sui canoni di ammissione e conseguentemente di accostamento ai sacramenti

In linea di principio, se il bambino non è battezzato non può essere sottoposto al trinunale ecclesiastico per esprimere la sua volontà, ma se continua con il catechismo, solo per il fatto di aver 9 anni, risulta esserlo, anche se non battezzato. Il prete questo non glie l’ha detto? Sono molto cavillosi i tribunali eclesiastici, troppo contorti per i miei gusti, ma pestano spesso i piedi per essere considerati al pari dei nostri tribunali.

Ci sono tantissimi fedeli che non conosco davvero il catechismo e che in casi come i suoi, vengono interpellati giuridicamente dalla chiesa cattolica perchè vi sono delle convenzioni con lo Stato che pare lo obblighino a considerare l’individuo non come libero di scegliere ma come pecora da allevamento, come un cittadino su due binari, uno rispettoso della Costituzione e uno obbediente ai comandi del papa, il quale può anche contestare la Costituzione e smettere di recepire le leggi italiane (dal 2009).

Busarasca

Ha ragione lei: il prete poi, di persona, mi disse che dell’affido condiviso se ne faceva un baffo e che avrebbe accettato il bambino a catechismo anche se era stato reso edotto dell’affido condiviso e della mia contrarietà. Mi disse che lui, pur potendo battezzarlo contro il mio parere una volta ultimato il percorso confessionale, non l’avrebbe fatto. Lui non se la sentiva. Però nella parrocchia esistono altri due preti che potrebbero farlo e non si sa come la possano pensare. Di qui il ricorso giudiziario per bloccare il percorso. Le conversioni forzate so che avvengono ancora nei Paesi meno sviluppati. Spero che mio figlio non diventi il primo caso italiano del secolo.

Dalila

Burasaca, non mi pare che un sacerdote possa battezzare un bambino contro il volere dei genitori.
Il prete ha, in poche parole, raccontato l’ennesima menzogna.
Inoltre le conversioni forzate, oltre a d appartenere a popoli non ancora civilizzati, hanno ben poco di autentico…e non ne vedo il reale interesse a parte avere un nome in più su un registro.

Felipe-bis

Alla trasmissione Forum ci fu un caso del genere, un annetto fa, che però riguardava il battesimo e non il catechismo: il giudice Santi Licheri diede ragione alla madre, perché un bambino non battezzato poteva subire delle ‘discriminazioni’ rispetto agli altri battezzati.
Mi pare che il caso fu citato anche nelle Ultimissime, nel caso qualcuno potrebbe inserire un link alla notizia?

nightshade90

a me quasto sarebbe parso un motivo in più per non battezzarlo: tenerlo lontano dalle cattive compagnie. io non vorrei mnai che mio figlio frequentasse persone che dicriminano gli altri a seconda se si è battezzati o meno.

Busarasca

Premesso che su questo tema sono disposto ad arrivare fino in Cassazione, faccio presente che un’ora alla settimana per venti o trenta settimane (perchè poi di questo si parla: dell’ora di catechismo, non del fatto di frequentare l’oratorio, a meno che il prete decida di rifiutare la pecorella smarrita) non può logicamente comportare nè difficoltà di socializzazione nè problemi discriminatori di alcun tipo.
In un quartiere ad alta densità di extracomunitari il frequentare o meno il catechismo non è decisivo.
Certo il timore è che in primo grado il collegio possa non pensarla così: il presidente ha esordito facendomi presente che per un bambino è meglio andare in oratorio che stare su facebook o giocare alla play station… no comment.

Giovanni

Che italietta bigotta e credulona! Siamo nel 2010 e si indottrinano ancora i bambini/ragazzini con quelle sciocchezze senza fondamento. Poi ci lamentiamo che in questo paese retrogrado non si fa scienza. E te credo!

POPPER

caro Giovanni, quel che hai detto nel 2010 lo dirai ancora fra qualche anno, purtroppo la stupidità sbarca il lunario e se la cava ancora alla grande, finchè certa gente non si libera dall’ignoranza su se stessa e dalla superstizione, perchè ormai la religione cattolica si è ridotta a scaramanzia nei confronti dell’uso dela ragione, per esempio, se qualcuno pensa con la propria testa e prende le distanze dalla ccar, questo è considerato come lo zampino del diavolo, quindi, fanno le corna.

Soqquadro

Quando l’iscrizione ad una confessione religiosa in età infantile avviene per tribunale significa che siamo proprio alla frutta

Andrea

“con il consenso di un sacerdote”

Cos’è, adesso in caso di divorzio i sacerdoti diventano padri putativi?

Soqquadro

Ma non sarebbe più logico, in caso di non accordo tra i genitori, sospendere tutto finchè l’interessato non è abbastanza grande da decidere autonomamente? Il battesimo può avvenire a qualunque età, quindi, in casi come questi, che fretta c’è? E l’iscrizione ad una comunità religiosa non dovrebbe avvenire con il consenso di ENTRAMBI i genitori? Non c’è un vizio di forma nell’iscrizione di questo bimbo al catechismo, che il prete quindi non avrebbe dovuto avallare?
Vada come vada, il bimbo è troppo piccolo per avere un’opinione religiosa sua, si sentirà cmq preso in mezzo tra due fuochi, cioè “quello che pensa papà” e “quello che pensa mamma”… nel corso di un divorzio, quando è il momento in cui dovrebbe essere lasciato in pace… Soprattutto tra l’altro nel corso dell’uso del metodo del “fatto compiuto”, se proprio si doveva andare in tribunale per questa decisione, almeno “prima” e non “durante”.
A questo punto il giudice potrebbe: decidere di lasciare il bambino a catechismo perchè “è già iscritto, avrà legato con gli altri bambini e potrebbe risentire a troncare così l’attività” (magari il “fatto compiuto” è stato usato proprio facendo questo calcolo), oppure potrebbe far cessare la catechesi del bambino perchè illegittima, e cmq con il rischio di cui sopra possibile nella concretezza. Ovviamente il bambino potrebbe sentirsi in dovere di dire di fronte alla madre che gli dispiacerebbe non finire il catechismo (è piccolo) e in contemporanea di dire di fronte al papà che è contento di non andare più (è sempre piccolo), quello che sarà il suo vero pensiero non lo sapremo, e non lo saprà nemmeno lui (è sempre piccolo e troppo sotto pressione). Di certo, soffrirà, dibattutto tra l’affetto e il desiderio di non dispiacere nessuno dei suoi due genitori, come tutti i bambini in questi casi assurdi…
Questo “fatto compiuto” è stata un’autentica porcheria…

Mi resta la domanda sul perchè una non credente che non ha battezzato il bambino, lo iscriva alla catechesi 8 anni dopo…. altra folgorazione sulla via di Damasco, o cosa?

POPPER

Da un punto di vista legale, la strada percorribile sarebbe quella d´interrompere il percorso attraverso un ricorso 709 ter cpc. Si arresterebbe così il cammino capace di condurre il bimbo alla ricezione del Sacramento. Se la madre proseguisse nel condurre il bambino alla catechesi contrariamente a un´ipotetica ordinanza del giudice, sarebbe passibile di procedimento penale secondo quanto previsto dall´art. 388 cp (inottemperanza dolosa al provvedimento del giudice) e il sacerdote, persistendo nell´accoglienza pur se edotto della illiceità della condotta, sarebbe persino passibile di concorso nel medesimo reato.

Cesare b

Bene … Bene. Si arresti pure per vie legali il cammino capace di condurre il bimbo alla ricezione del Sacramento. Gli si spieghi che egli NON DEVE essere battezzato e NON PUO’ fare la Prima Comunione perche’ IL PADRE, MINACCIANDO ALLA MAMMA LA LEGGE PENALE, VIETA ED IMPONE … Vedremo i risultati.
Saluti.

Busarasca

Il bambino sa benissimo che sta andando a catechismo (portato dai nonni, molto cattolici, e non dalla madre che non lo è mai stata) contro il volere di uno dei genitori che chiede solo la sospensiva in modo da consentirgli una decisione consapevole da adulto. Cattolica, buddhista, protestante, agnostica, atea ecc.
Sa pure che, come in altre occasioni in cui ho dovuto adire le vie legali penali per poterlo frequentare (la signora ha due condanne penali in primo grado perchè eludeva il mio diritto di visita: le assicuro che nei tribunali italiani è difficilissimo che la mamma venga condannata), questa è stata l’extrema ratio per non vedere il suo papà cancellato come genitore: a spendere tempo e soldi in Tribunale non ci va volentieri nessuno.
Mi spiace deludere infine le sue aspettative ma tra me e il bimbo c’è un ottimo legame. Non inferiore a quello che ha con la madre. Sorry!!

nightshade90

il bambino non vuole andare a catechismo, il padre rispetta la sua volontà.
e comunque sempre meglio della mamma che lo COSTRINGE ad andare a catechismo in MODO ILLEGALE e FREGANDOSENE DELLA VOLONTA’ DELL’ALTRO GENITORE

Diocleziano

Bravo cesare b, non perdi mai l’occasione per mostrare la tua deformità morale…
bisogna compatirlo.

Soqquadro

Non può farlo ADESSO. Da adulto farà quello che in coscienza deciderà. E’ un concetto così difficile?
(A me piacerebbe sapere quali sarebbero i catto-commenti se i due genitori fossero di religioni diverse e se ognuno dei due volesse i SUOI “sacramenti” per il ragazzino)

firestarter

i risultati sono sotto gli occhi di tutti: un numero cospicuo di persone grazie all’indottrinamento sapiente e mirato continuano a professare la propria appartenenza ad una associazione criminale come la CCAR. Quando un genitore tenta di sottrarre il figlio a tale sorte arrivano i tromboni ad invocare la tradizione e le radici culturali.

parliamoci chiaro: ma quale bambino/a vuole andare a catechismo, che è una delle attività più insulse tuttora in uso? Bisogna crescere ed indottrinarsi a dovere per apprezzare tale noiosa inutilità

MicheleB.

Questi sono guai generati dall’uso di allevare i figli come adepti, invece che come persone. Le scelte religiose andrebero fatte almeno durante l’adolescenza. Se a catechismo -o simili- ci si andasse a 16/17 anni, ci sarebbe meno indottrinamento e forzature; ed anche meno fedeli.

POPPER

quoto, anche perchè a quell’età certe cose i ragazzi non se le bevono tanto volentieri.

Cesare b

@Busarasca. “Mi spiace deludere infine le sue aspettative ma tra me e il bimbo c’è un ottimo legame. Non inferiore a quello che ha con la madre.”
Non si tratta di metter male tra Lei e Suo figlio, ma di suscitare in lui il desiderio di cio’ che Lei per ora gli vieta (e che non puo’, ne’ vorrebbe, vietargli per sempre). Il mio “vedremo i risultati” si riferiva a quella “decisione consapevole da adulto” che anche Lei, ovviamente, prevede: potrebbe darsi che fosse diversa dalle Sue aspettative, e magari che andasse nella direzione sperata dai pii nonni … Non si sa mai.
Ossequi.

ruggero romani

questo atteggiamento dei cattolici è molto curioso: io sapevo che l’autorità genitoriale,soprattutto quella paterna,è istituita da dio.invece in questo caso i preti violano un’istituzione di diritto divino.

FSMosconi

” “Mi spiace deludere infine le sue aspettative ma tra me e il bimbo c’è un ottimo legame. Non inferiore a quello che ha con la madre.”
Non si tratta di metter male tra Lei e Suo figlio, ma di suscitare in lui il desiderio di cio’ che Lei per ora gli vieta (e che non puo’, ne’ vorrebbe, vietargli per sempre).”

Forse non hai letto bene le sue parole: non glie lo vuole negare, ma piuttosto lasciarlo crescere fino all’età in cui potrà fare una scelta consapevole, al dilà del fatto che potrebbe diventare budditsa, taoista, scintoista, islamico o cattolico (o almeno così mi sembra d’aver capito… ho detto giusto Busarasca?)…

“Il mio “vedremo i risultati” si riferiva a quella “decisione consapevole da adulto” che anche Lei, ovviamente, prevede: potrebbe darsi che fosse diversa dalle Sue aspettative, e magari che andasse nella direzione sperata dai pii nonni … Non si sa mai.”

Come voui, idea tua

“Ossequi.”

Ma che faccio, ora commento anche il saluto?! 😀

Soqquadro

Cesareb, tu mandi i tuoi figli alla scuola domenicale valdese, o ad un corso talmudico, o ad ascoltare l’imam della tua città? E perchè no? Mi risponderai: “ma io non sono valdese, non sono ebreo e non sono musulmano”. Ottimo, il signore di questo articolo darà la stessa risposta. Il tuo figliolo maggiorenne potrà andare poi alla scuola domenicale, al corso talmudico o dall’imam più vicino se lo riterrà opportuno. Come il ragazzino in questione potrà farlo, una volta diventato grande. Perchè quando riguarda il cattolicesimo dovrebbe essere diverso?

firestarter

non possono capire: il principio di farsi i c loro è troppo astratto per gli indottrinati/ori.

CosmoGioia un Giorno

anche se la strada perseguita da adulto fosse diversa da quella attesa dal padre, penso che al massimo potrebbe dispiacersene. Non penso che lo porterebbe a catechismo a forza, cosa che invece viene fatta regolarmente con i bambini. Vergogna trovo questo modo di fare egoistico, dittatoriale, ignorante, puerile, moralmente criminale. L’indottrinamento è la madre di tutti gli oppressori e ci vuole una bella faccia tosta per ritenere che sia giusto questo status dei fatti.

Dalila

“Non si tratta di metter male tra Lei e Suo figlio, ma di suscitare in lui il desiderio di cio’ che Lei per ora gli vieta”

Stiamo parlando di iniziazione al sesso libero? 😀

robby

gli ossequi sono propio fuori luogo,s cesare b,voglio vede tutti cattolici se gli islamici costringono a convertire i loro figli,e tutta questa guerra di religione dura sempre,…lo cesare b che il cobra non è serpente ,ma un bigotto strisciante,che accondiscenza e mielosa retorica,poiche non puo sbranare l osso.guardi il l odore esce dalla tastiera,attraverso il suo commento l arte di far finta di essere comprensivi è equi e bonoriamente paternali brilla nella loro inconsistenza..v

brendan

Possibile che tu non abbia mai nulla da dire sulle idee ma solo giudizi (e insulti) sulle persone?
Poi magari se rileggi quello che scrivi…

robby

ascolta tu i veri insulti non li conosci,qui tutti conoscono la tua finta accondiscendenza e finta sociovolezza che vuoi dimostrare,mi ricordo quando tentasti di difendere il prete che attacco il mc donald.a volte l irrisione e piu efficace delo scontro logico,perche?io non voglio il tuo apprezamento,è ti trovo fuori luogo.qui non capisco perche i trolliani come voi riusciate a deridere qui,ma non vi accontentate di accuciarvi nei vostri siti,dove intendete la vostra logica.è venite invece qui è pretendete di convincere,che qui sono tutti pazzi,quando siete voi ,che con la vostra eterna presenza,confermate che solo qui siete liberi di attaccare,e non sprecare la vostra semplice indignazione nei vostri siti di riferimento,dunque se non ti piace ascoltare me ,vai a beverly hills che fanno la nuova serie,è non ti offendere brendan..grazie popper

robby

allora perche la caar se fosse onesta non celebra il rito della cresima ,che per liturgia doveva essere la riconferma battesimale,della scelta, che il bambino doveva fare dopo i 18,è invece la fanno ad 10 e pure prima…..tanto per entrare nel merito delle idee,che per certi troll è uno spreco metterle sul tavolo.puntini puntini brendan.

POPPER

Roby ha ragione, Cesare b è un catto troll ossequioso verso la ccar, mi da il voltastomaco per come tratta le persone in nome del suo sio e del suo papa.

brendan

Busarasca

solo la sospensiva in modo da consentirgli una decisione consapevole da adulto

Non voglio entrare nella questione formulando giudizi sui protagonisti, esprimo solo un’idea, diciamo così, generica.
Non credo possa esistere una posizione neutra sulla religione (come su altre cose). Anche la sua in realtà non è neutra. Se dice al figlio, ci penserai quando sarai grande, in realtà gli sta dicendo che la cosa è di importanza pressochè nulla: sulle cose importanti credo che lei comunque gli indichi il suo modo di vederle. Non ci vedo niente di male nel dire al proprio figlio: in base alla mia esperienza si può vivere bene anche senza Dio, senza i sacramenti, senza sacerdoti, ecc.
Ma pensare di posporre la questione fino ai 16-18 anni mi pare illusione: a quell’ età ci arriverà comunque con un’idea. Quest’idea probabilmente non sarà stata influenzata da chi ha parlato meglio quanto da chi, tra le persone che suo figlio avrà incontrato, sarà stato più coerente tra pensiero e azione.

firestarter

bisogna smetterla di vergognarsi di definire la religione per quello che è: un modo superato di darsi delle risposte. Interessante certamente per capire da dove veniamo (culturalmente), ma non degna di trattamento di favore (i credenti piangono offesi se gli disegni il profeta schizofrenico epilettico o se gli prendi per il c lo stregone bianco ed il segretario particolare georgE).

purtroppo sottovalutiamo spesso i bambini, e proiettiamo su di loro i nostri bisogni e le nostre paure.

Painkiller

Che cavolate immani dici. Io ho avuto dai miei genitori la stessa possibilità che questo padre vuol dare al figlio.
Mio padre è ebreo, mia madre luterana. Nessun battesimo o bat mitzvà o altro. Nessun corso in chiesa o sinagoga.
In compenso mi è sempre stato dato libero accesso a tutti i testi sacri e\o teologici che ho voluto quando ho voluto.
Infatti penso di essere fra i pochi in Italia ad aver letto antico testamento (canonici e apocrifi), talmud, sephir yetzirah, nuovo testamento (canonici e apocrivi), padri della chiesa e varia teologia cristiana, Q’ran, Hadit, Bagdhavita, Testi zoroatriani, ecc, ecc.
Certo che mi hanno detto quello che pensavano in campo religioso, ma sempre dandomela come opinione e fede personale non come verità assoluta.

Evidentemente la levatura intellettuale e morale di ebrei e luterani e di ben altra caratura, rispetto a quella di chi se non costringi tuo figlio a farsi i vari corsi di lavaggio cervello allora non sei un buon genitore.

tonii

Chissà perché i cattolici ci tengono tanto a portarsi attorno alle sottane i bambini e non aspettano la maggiore età per “educarli”? La depravazione morale del clero è evidente.

POPPER

1 2 3 prova, è tutta la sera che non riesco a postare qualcosa, se anche domani sarà così, scriverò agli amministratori.

Massimo

Onestamente, non comprendo la scarsissima fiducia che cattolici e affini ripongono nell’Altissimo… Ritengono forse che l’Onnipotente, Padre di tutte le cose, che si è fatto uomo (questo, forse, è meglio in minuscolo… per farsi capire meglio) per la Redenzione di nostri peccati (mi confondo sempre con le maiuscole… di sicuro non riguardano avverbi e aggettivi – dev’essere un po’ come in tedesco…), non sia in grado di convincere adeguatemente la mente di un adulto offrendogli il Dono della Grazia? Davvero pensano, i vili increduli peccatori, che Dio ce la faccia solo coi lattanti da plagiare? In Verità Vi (no: “vi”… qui sarebbe da lettera commerciale) dico: voi siete blasfemi! Non è forse l’Altissimo, Superlativissimo fra i Superlativi (ma anche Parecchio di Più Assai) il più alto dei Retori? Anatema!

Soqquadro

Mi è capitato di discutere con alcuni, dopo averli sentiti dire la frase “io lo battezzo, comunico ecc. ecc. , poi da grande farà quello che vuole” (ma va’???) . Alla mia domanda “ma se tanto deciderà cmq ‘da grande’, perchè non gli spieghi fino a quando ‘é grande’ e poi farà direttamente quello che vuole? (cioè si battezzerà, ecc. ecc.)” Risposta piena di onestà “eh, ma guarda che poi da grandi non lo fanno mica più”
Ehhhhhhh….. Stessa risposta che ho sentito dare in merito all’opposizione all’adozione alle coppie gay “per il bene dei bambini”, quando ho chiesto “tutto questo parlare del bene dei bambini, ma ne avessi visto uno che si è preso il disturbo di andare a chiedere ad uno che ha provato l’esperienza dell’orfanotrofio cosa ne pensa”. Risposta altrettanto colma di sincerità “Ma cosa c’entra, è ovvio che andrebbe a vivere con due gay/lesbiche piuttosto che stare in orfanotrofio senza famiglia”. Ehhh…
Beh, finchè chi si preoccupa dei diritti dei bambini lo fa negandoli nella stessa frase, è ovvio che avremo generazioni di playstation-dipendenti, bulli di quartiere e tossicomani prepuberi.

Busarasca

Mi pare evidente che non esistono bambini atei, buddhisti, cattolici ecc. ma solo figli di atei, figli di buddhisti , figli di cattolici. La religione è un’imposizione sui bambini in presenza di un accordo fra i genitori e di un comune progetto educativo. Se questo accordo non c’è più? Vale ancora la vecchia regola della religione di Stato? Prevale la religione prevalente nella popolazione anche se lo Stato è aconfessionale? In Francia una situazone come questa non inizierebbe neanche, visto che si tratta di Stato che ha diviso seriamente Stato e Chiesa da molto tempo. Spero che l’Italia non si riveli epigona di paesi come Iran o Afghanistan dove sicuramente il bambino verrebbe orientato a forza dal tribunale islamico verso la scelta confessionale a discapito di quella attendista volta ad aspettare le autonome decisioni del minore.

FSMosconi

“eh, ma guarda che poi da grandi non lo fanno mica più”

Ma chissà perchè?… 😀

Mario 47

Io e mia moglie (d’accordo e non separati) non abbiamo battezzato le nostre due figlie.

Quando la prima – a 6-7 anni ha detto che i suoi compagni andavano a catechismo in parrocchia le abbiamo suggerito di provare, senza peraltro nascondere la nostra posizione relativamente alla divinità di gesù etc.

C’è andata 2 o 3 volte e poi ha smesso per disinteresse e non condivisione delle favole che raccontavano.

mario

NB

Per entrambe le figlie il non essere battezzate vivendo in un quartiere “bene” di Padova non è stato indolore: ostracismo indotto da genitori di compagni di elementari, sensi di colpa (prospettiva dell’inferno) causati da un maestro, peraltro ottimo sotto altri aspetti. Pochi anni dopo gli stesse compagni invidiavano loro la libertà da tutta la precettologia cattolica (messe, esercizi spirituali, etc.).

brendan

Busarasca

La religione è un’imposizione sui bambini in presenza di un accordo fra i genitori e di un comune progetto educativo

Anche l’assenza di religione è tale, vedi Mario 47. Il non farlo venire a contatto con una religione è anch’esso un progetto educativo (e anch’esso non condiviso). Che differenza c’è tra il mandarlo a catechismo e poi da grande deciderà e il non mandarlo e poi da grande deciderà? Nessuna.

Mario 47

La mia decisione di non battezzare le figlie deriva – almeno in parte – dal fatto di avere avuto genitori colti, non praticanti e probabilmente non credenti (di sicuro mio padre) che hanno obbligato me e mio fratello fino all’università ad andare a messa tutte le domeniche.

Questo ha generato in me fino ad una certa età angoscia perchè era chiaro che sarebbero andati all’inferno, quando mi sono reso conto che l’inferno probabilmente non esisteva la reazione è stata di delusione per il loro comportamento incoerente.

In Italia – uno dei pochi paesi ricchi con religione praticamente unica – non si può parlare di non farli venire a contatto con una religione; si deve decidere se darli in pasto all’indottrinamento cattolico – non temperato da altri influssi analoghi – quando ancora non sono in grado di elaborare criticamente tale imprinting, oppure di presentare il credere ad una religione piuttosto che un’altra o a nessuna come alternative di eguale livello.

Considero la tua frase finale

“Che differenza c’è tra il mandarlo a catechismo e poi da grande deciderà e il non mandarlo e poi da grande deciderà? Nessuna.”

o di una superficialità colossale oppure assolutamente in malafede.

mario

NB

Quando l’IRC sarà sostituito da un insegnamento delle religioni fatto da persone non di parte ed il condizionamente ad una religione in particolare verrà fatto su persone in grado di elaborare cio che gli viene proposto, sarò più d’accordo con quanto sostieni.

brendan

Francamente non ho capito, o forse non mi hai capito.
Un paio di coppie mie amiche non ha fatto battezzare i figli, non li manda a catechismo, non seguono l’ora di religione e non hanno problemi con nessuno.
Nel tuo caso tu e tua moglie avete scelto coscientemente di tenere lontani i figli dalla religione (cattolica). E’ perfettamente legittimo, non ho niente da dire. Avete fatto una scelta educativa, voi siete i genitori, sta a voi decidere.
Nel caso di cui si parla qua c’è un genitore che sta costringendo il bambino ad andare al catechismo e uno che vorrebbe ‘attendere’. Il primo fa male, ma è mia opinione che anche ‘attendere’ sia una scelta educativa e non sia affatto una posizione neutra.

Soqquadro

Il catechismo è procrastinabile. Ossia, nulla cambia se fatto a 8 anni o a 18. L’inverso non è possibile. La sospensione fino alla maggiore età è la possibilità di procrastinare un atto (o di non farlo), quello che viene già fatto, invece è già fatto.
(Che differenza c’è tra circoncidere un neonato e non circonciderlo?)

Soqquadro

Cmq nessuno dei pro-catechesi presenti mi ha ancora risposto alle domanda di un po’ di commenti sopra: se i due genitori fossero di religione diversa ed ognuno dei due volesse far prendere i “sacramenti” del proprio culto al bambino contro il volere dell’altro?

Mario 47

Ad un catechismo fatto a 18 anni andrebbero in pochissimi e non resterebbe praticamente nessuno.
In realtà in Italia l’indottrinamento comincia – come la storia di Babbo Natale – comincia e 2 – 3 anni.

Solo che se un figlio a 9 – 10 anni crede ancora Babbo Natale i genitori si preoccupano e gli fanno capire che è una favola.

mario

alfio

Il giudice dovrebbe disporre una sentenza Salomonica: cioè far dividere in due il bambino dalla testa in giu.

Mario 47

errata corrige

In realtà in Italia l’indottrinamento comincia – come la storia di Babbo Natale – a 2 – 3 anni.

Soqquadro

Appunto, Mario 47, che è quello che mi hanno risposto taaaanti cattolici “per la libertà individuale di scelta adulta”: fanno i sacramenti ai piccoli perchè temono che da grandi usino quella libertà per non farli. (La mia curiosità sulle confessioni diverse rimane, eh)

Busarasca

Interessante la posizione di Brendan: è imposizione sia l’indottrinamento di una sola religione che l’assenza d’indottrinamento. Il non far conoscere uguale al far conoscere una posizione di parte. Molto discutibile, in linea generale. Nel caso particolare la posizione di Brendan è errata in modo radicale: mio figlio frequenta già religione a scuola: il corso è a carattere conoscitivo generale senza connotati specifici di indottrinamento.
Parlare solo quando si conoscono i fatti è una buona regola, caro Brendan.

Mario 47

“il corso è a carattere conoscitivo generale senza connotati specifici di indottrinamento.”

Questa è una fortuna di cui gode tuo figlio e i suoi compagni; non è l’impostazione generale dell’IRC (insegnamento religione cattolica).

Sta di fatto che l’influenza dell’IRC dalla scuola media in poi è praticamente nulla (salvo i costi a carico dello stato).

mario

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