La Corte suprema del Bangladesh ripristina la laicità dello Stato

L’articolo 12 della prima costituzione del Bangladesh, indipendente dal 1971, stabiliva che uno dei principi fondamentali dello stato asiatico era la sua laicità. Nel 1979 il dittatore militare Gen Ziaur Rehman modificò quell’articolo, sostituendo la laicità con il principio “dell’assoluta fede nell’onnipotente Allah”. Nei giorni scorsi la Corte suprema del Bangladesh ha abrogato quelle modifiche, ripristinando inoltre il bando per ogni organizzazione politica basata su principi religiosi.

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27 commenti

Mario

E così anche il Bangladesh ci ha superato in tema di laicità… avanti il prossimo, noi rimarremo indietro giusto per qualche altro decennio 🙁

Comunque, mi chiedo se questo processo di laicità in Bangladesh sia stato portato avanti da una sorta di UAAR bengalese (per chi non lo sapesse, il termine “bengalese” indica ciò è relativo al Bangladesh).

Anonymous

Per la precisione “bengalese” è l’aggettivo relativo ai Bengalesi e alla loro terra, il Bengala, oggi diviso in Bengala Occidentale (Stato federato indiano a maggioranza indù) e Bangladesh (Stato indipendente a maggioranza islamica). L’aggettivo specifico per “Bangladesh” è “bangladeshi”.

Mario

@ Anonymous

Ciao Anonymous, anch’io sapevo che la regione geografica del Bengala è divisa tra India e Bangladesh, ma il termine “bangladeshi” non l’ho mai sentito, se non, forse, nella lingua inglese (ma non ne sono sicuro). Dato che dove vive mia madre c’è una comunità di persone originarie del Bangladesh, e che parlando di loro (e con loro) il termine “bengalese” sia stato l’unico aggettivo riguardante il loro Paese d’origine che io abbia sentito, ero convinto che il termine da usare in questi casi fosse “bengalese”. Tu sei sicuro che il termine “bangladeshi” esista, nella lingua italiana? Ho dei dubbi in proposito, anche perchè se tale termine esistesse, il suo singolare dovrebbe essere “bangladesho” (o “bangladescio”), che suona un po’ male; per non parlare della forma femminile: la parola bangladesha (o “bangladescia”) mi suona veramente cacofonica, ed è strano per una lingua dai suoni “delicati” quale è quella italiana.

Fri

fatta un po’ di ricerca su internet secondo me ha ragione Mario. Bangladeshi è un termine inglese che in italiano non esiste. Considerando che il 98% della popolazione del Bangladesh è di etnia bengalese credo che non sia un errore utilizzare questo termini (anche se forse non è del tutto politically correct…)

Giulio69

E’ un buon segnale, ma non esageriamo. Anche noi sulla carta siamo un paese laico.

ΔΙΩRAMA

“Bando per ogni organizzazione politica basata su principi religiosi”… è una norma estranea alla Costituzione o sbaglio?
Io la riterrei implicita, ma non sono costituzionalista. :3

Alessandro S.

Giulio69 scrive:
5 agosto 2010 alle 16:36

E’ un buon segnale, ma non esageriamo. Anche noi sulla carta siamo un paese laico.

Io credo che oggi, avessimo noi nella nostra costituzione un richiamo esplicito all’ “assoluta fede nell’onnipotente dio degli eserciti di Israele (e del vaticano)”, ci potremmo scordare il ritorno alla laicità.

POPPER

Queste sono notizie laiche di tutto rispetto, congratulazioni, Onorevole Corte Superema del Bangladesh, questa decisione è una pietra miliare nella sua storia.

Adesso la politica non dovrà più essere più in mano a religiosi o a fondamentalisti, la gente inizi a partecipare a queste nuove disposizioni costituzionali, libera anche di non credere o di credere ma senza l’obbligo di farlo pesare in politica, dicamo che sarà una sua fede privata, niente che possa interessare gli altri cittadini di cui in politica si gestisce la cosa pubblica.

bismarck

Queste notizie rendono ancor più desolante la situazione italiana.

laverdure

Tutto questo e’ notevole soprattutto se si pensa che e’ difficile che i movimenti integralisti
locali non abbiano cercato di esercitare pressioni,vale a dire minacce di rappresaglie
sanguinose,per impedire tale decisione.
Se necessario sarebbero senz’altro stati disposti a ricorrere anche all’arma del denaro:grazie ai loro sponsor ,come Iran e Arabia Saudita ,non gliene manca di certo.
Ce la vedete la nostra Corte Costituzionale affrontare un duplice attacco del genere ?
O magari la Cassazione,forgiata alla scuola di Corrado Carnevale ?

Roberto Grendene

il Bangladesh ci supera in laicità, visto che no abbiamo l’art.7 della Costituzione

il “bando per ogni organizzazione politica basata su principi religiosi”, pero’, mi sembra eccessivo: le organizzazione politiche sono orientate ideologicamente, e la religione e’ una ideologia.
Il bando dovrebbe essere per le ideologie che confliggono con certi principi fondamentali, scritti nella costituzione stessa

POPPER

credo che sia così anche per altre realtà laiche nel mondo alle prese con le pretese delle religioni di dettare legge in politica.

Marco

Ottima notizia! La religione in quanto tale non dovrebbe mai e poi mai formare le fondamenta di uno stato che dovrebbe, invece, garantire tutti fornendo un substrato di neutralità che garantisca tutti senza che nessuno sia svantaggiato su base di discriminanti di ogni genere, men che mai di tipo religioso.

Alessandro S.

Ovviamente a voler fare del Bangladesh uno stato confessionale era stato un dittatore, tanto per smentire la natura mentale dei religiosi più… ricchi di “fede”!

Red Passion

Maledetto vaticano, ci ha reso meno laici persino del Bangladesh!

POPPER

Eh, si Red Passion, il vaticano è un bastone tra le ruote nel nostro sistema istituzionale, sempre li ad interferire in modo omofobo e condannare norme laiche.

Anche io sono un po’ in …zato a volte oer questo motivo.

Paul Manoni

Bene, ottimo direi… 😉
Con il bando per ogni organizzazione politica basata su principi religiosi, i bengalesi si sono assicurati un futuro quantomeno equo, neutrale e laico.

Magar, bieco illuminista,

Assolutamente ottima l’abolizione del principio fideistico introdotto nel 1979, e l’affermazione della laicità dello stato nella Costituzione. Tra l’altro il provvedimento approvato può portare a processi contro la passata dittatura militare.

Arbitrario e superfluo il bando ai partiti “di ispirazione religiosa” (se è veramente formulato in questi termini): se è impossibile creare leggi anti-laiche, che violino la libertà di coscienza del cittadino e gli impongano una “visione del mondo di stato”, allora l’ispirazione ideologica dei singoli partiti non è materia di interesse pubblico. Ispirarsi a Maometto, a Gesù, a Talete di Mileto, a Pitagora, a Giordano Bruno o al Grande Cocomero è un fatto degli “ispirati”, e dei loro elettori, se lo stato è costituzionalmente laico.

Gerard

C’e una differenza madornale fra il Pakistano e il Bangla Desh ( prima un solo e unico stato ) in merito al fatto religioso . In Pakistan non potevo affermarmi non religioso, in Bangla Desh si….

busta

Cacchio, superati dal Bangladesh. Con tutto il rispetto… ma che cacchio!

Otzi

Finchè l’Italia avrà nel suo seno il divin covo della teocrazia vaticana che le mura leonine deliminano e non limitano, non sarà mai un paese veramente laico e libero. In una sua lettera aveva espresso un simile pensiero anche Alcide De Gasperi scrivendo che col Vaticano, l’Italia non potrà non essere che un paese confessionale…
Ciò che più è contro l’Italia – a mio modo di pensare – sono proprio quei cittadini italiani che diventano cardinali in effettivo servizio alla corte dell’Infallibile Assoluto. Nonchè il Presidente della CEI. Tuttavia neppure questa è una verità assoluta. E ciò induce razionalmente a speranza per un migliore avvenire del bel Paese.

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