Stresa: impone velo alla convivente, allontanato

Un cittadino marocchino residente a Stresa imponeva alla sua convivente di uscire col velo, le impediva di telefonare e attuava un vero e proprio stalking nei suoi confronti, indispettito dal suo atteggiamento troppo emancipato.
Il gip di Verbania è intervenuto e ha quindi disposto l’allontanamento dell’uomo dalla casa dove i due abitavano.

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35 commenti

Ratio

Se poi lo avessero allontanato dall’Italia sarebbe stato anche meglio.

#Aldo#

Concordo. E se fosse stato solo il primo di una luuuuuunga fila sarebbe stato un ulteriore passo avanti. Una fila di qualche milionata di persone, per esempio. «Lo spettacolo è finito, avviarsi verso l’uscita, prego!»

CosmoGioia un Giorno

ecco quello che si dice “fare di tutta l’erba un fascio”…non trovo apprezzabili questi commenti. Comunque, finché è una posizione solo tua

#Aldo#

Cosmo, la mia osservazione non era certo un “fare d’ogni erba un fascio”, ma il semplice desiderio di ripristinare una condizione che è stata stupidamente svenduta dalle nostre dirigenze a partire da una decina d’anni fa. Non ho assolutamente inteso dire che milionate di persone si comporterebbero come ‘sto signore, però non mi sento in dovere di essere ospitale a oltranza.

CosmoGioioso un Giorno

Vabbè io non ho una visione così “di confine” tra i paesi: “naturalisticamente” parlando, la terra sulla quale posiamo le nostre natiche non è più nostra di quanto non sia loro. Quindi vediamo di non cacciarli indiscriminatamente e magari teniamoci quelli che non combinano guai. Le responsabilità di tutta la criminalità che stiamo vivendo è più della politica che non è in grado di tenere in carcere i criminali o rispedirli a casa. Il ripristino della situazione penso che te lo puoi scordare; ormai sembrerebbe un dato di fatto che l’europa debba diventare più colorita. Tu fossi nato nel deserto saresti venuto pure tu in europa ti pare?

CosmoGioioso un Giorno

io ho risposto ma non mi passano il commento…boh

Magar, bieco illuminista,

Perché, scaricarlo – libero come un fringuello, a quel punto – alle donne marocchine è una soluzione? Sì, certo, in termini di mors tua, vita mea. La prossima volta che un delinquente commetterà un crimine nella mia città, proporrò di rifilarlo alla città vicina…

Meglio che lo stalker stia qui, tenuto d’occhio dalle forze dell’ordine che già lo conoscono.

Anacleto

Un timido segnale di speranza. Forse è l’ inizio della fine del multiculturalismo (nella sua forma ideologizzata: ‘ogni cultura, ogni stile di vita, ogni valore va considerato egualmente valido e rispettabile e va accettato e agevolato’)

Wishnet

Mi sembra un’ottima cosa. Segno anche che non servono leggi ad hoc sull’abbigliamento: lasciamole all’Iran.

Roberto Grendene

questo caso mostra e’ possibile ribellarsi e uscire da una sorta di stato di schiavitu’ imposta dal compagno/padre/parente padrone: a quali costi? dopo quanta violenza, anche psicologica subita?

da qui a dire che tutti gli altrii casi si risolvano cosi’ ce ne corre, per me

Marco

Speriamo che decisioni simili diventino sempre più frequenti!

Io ero Sai

Bene, ma questo non cancella quello che ha fatto passare alla donna.
Qualche mese di carcere prima dell’allontanamento non gli avrebbe fatto male!

Barbara

Per una che ricorre al magistrato chissà quante ce ne sono che restano sottomesse, vuoi venire in Italia? Sappi che qui il burqa non si può portare, se non sei d’accordo resti al tuo paese.

Stefano Grassino

L’amaro che mi resta in bocca è che deve essere sempre la magistratura a muoversi. Dove sono quei signori con uno stipendio da 15.000 euro e la pensione d’oro dopo due anni da deputati, predisposti a fare le leggi? Rivolgersi ad un giudice può voler dire ritorsioni da parte del condannato, specialmente se si parla di un’invasato religioso. Con una legge e con le forze di polizia che agiscono al posto della vittima, quest’ultima sarebbe non sarebbe esposta alle ire del suo carneficie.

Wishnet

Perchè, se uno costringe una donna a portare il burqa nel suo paese allora va bene? Credevo che il punto fosse eliminare l’oppressione, non lasciarla fuori dal confine.

Barbara

No, non va bene, ma se vuoi salvare il mondo accomodati, io intanto mi preoccupo che non portino l’oppressione anche qua. Il mondo lo salveremo dopo.

Magar, bieco illuminista,

Per lottare contro gli abusi familiari e domestici, la strada principe – per quanto dura e psicologicamente difficile – è invece proprio quella della denuncia alla magistratura e alle forze dell’ordine da parte della vittima. L’unica che dia solidità all’accusa di volontà di maltrattamento.
Lo stato deve impegnarsi per supportare le donne che denunciano i loro aguzzini, e far passare il messaggio che ribellarsi è possibile.

Il problema non è regolamentare l’abbigliamento individuale (come non lo è sindacare la scelta di una donna di sposare un uomo dal passato violento), è creare una struttura che aiuti le cittadine a liberarsi da una condizione di oppressione domestica.

Barbara

Avanti di questo passo il burqa verrà socialmente accettato, avete visto la presentazione della squadra di rugby femminile a Cortina d’Ampezzo di non ricordo quale stato arabo con la tenuta a sottana a viso scoperto? Noi siamo veramente libere, giochiamo anche a rugby… Il burqa è segno di libertà! E domineranno sempre più i principi religiosi, come non ce ne fossero già troppi dei nostri.

Magar, bieco illuminista,

Ciò che viene “socialmente accettato” o meno è materia per campagne di pubblicità-progresso, o di messaggi educativi lanciati dalle istituzioni, non per divieti e limitazioni alla libertà individuale. Il bavaglio non è un’opzione contro le idee sgradevoli.

P.S. Un velo che lascia scoperto il volto non è il burqa, ad essere precisi. E assomiglia molto a quello delle suore.

Barbara

Quale bavaglio?! Proprio perché assomiglia a quello delle suore.

Paul Manoni

Scusate ma il GIP di Verbania, come e’ venuto a conoscenza dei fatti riguardanti la coppia?

Non si capisce bene se a seguito di denuncia della donna o altro…La notizia andrebbe correlata da link o approfondimenti vari.

Rocco Pier Luigi

La notizia e’ stata pubblicata su “La Stampa” nella cronaca locale e non aggiunge dettaglia quanto pubblicato qui. E’ stata anche ripresa su un giornale web locale (Verbania News) e in un commento alla notizia e’ stata segnalata l’esistenza di un paio di numeri verdi antiviolenza che da due anni collaborano strettamente con i Carabinieri (e che di recente stanno stringendo accordi anche con la polizia di Stato). Per cui penso che la segnalazione sia partita da li’ (in aggiunta alla notizia, ma non strettamente collegate all’Uaar altri tre uomini hanno ricevuto ordinanze di allontanamento)

Paul Manoni

Grazie 1000 per l’info. 😉
Volevo magari sapere, chi materialmente avesse composto i numeri verdi(La donna? Vicini di casa? Conoscenti? Familiari?)…Cioe’, come ha fatto un reato che avviene prevalentemente in ambito domestico o quantomeno privato, a venire a galla e materializzarsi sotto forma di denuncia sulla scrivania del GIP.
…Vabbe’, fa niente. Era solo curiosita’ mia personale. Importante e’ che il marocchino sia stato allontanato! 😉
Ciao

Dalila

Indispettito da un’atteggiamento troppo occidentale?
E’ lui che è venuto sua sponte in Europa o è la donna andata a vivere in un paese islamico?
E anche se fosse il contrario?

L’ho detto e lo ripeto, non credo che certi atteggiamenti tipici delle giovani donne islamiche siano frutto di una scelta del tutto incondizionata, ancora poche sono le coraggiose a ribellarsi.

faber

Noto con tristezza che puntualmente i dibattiti circa il fondamentalismo islamico si traducano in dibattiti sull’immigrazione! Questo significa non capire due cose: numero 1 che non necessariamente immigrazione clandestina=fondamentalismo islamico. numero 2 che l’unica via per combattere il fenomeno del fondamentalismo “importato” è creare nella società gli anticorpi contro queste manifestazioni barbare (non me ne vogliano gli antichi celti);questi anticorpi si chiamano laicità dello stato e della società, costruzione di una coscienza critica nei confronti delle religioni e delle superstizioni, scuole realmente laiche che sappiano accogliere le nuove generazioni (anche figli di immigrati/e) e istruirle al rispetto dei principi di civiltà e laicità. Costruirsi intorno una trincea e ragionare per cui “se ne vadano a fare al paese loro queste cose” significa innanzitutto che ciò che sta a cuore non è il principio di ateismo e laicità quanto il benessere personale e poi essere miopi e non vedere l’impossibilità di sostenere una situazione di questo tipo in un mondo in cui i confini cominciano ad essere sempre più sottili.

#Aldo#

Sarà, ma io nel mio benessere personale non riesco a vederci niente di sconveniente, per cui ci terrei proprio a tutelarlo. Se serve (e serve) anche “inspessendo” a dovere quei confini.

Mario

@ Faber

Assolutamente d’accordo con te, Faber, hai capito al volo qual è il piano sul quale porre la questione. Sei stato lucido nella tua analisi, a differenza di altri commentatori di questa ultimissima; e mi spiace dirlo, ma in questa pagina ho visto qualche commento che si avvicina pericolosamente ad idee discriminatorie e ghettizzanti (ho evitato di usare la parola “razziste” per via dell’inflazionamento a cui è soggetto tale termine, inflazionamento dovuto ad un uso improprio o quantomeno non pertinente che spesso viene fatto).

Giorgio77

Perchè dover per forza prendere in considerazione la religione? Trattandosi di stalking va perseguito come tale e basta, tanto che quelli che hanno questi atteggiamenti appartengono alle religioni più disparate ma anche a nessuna religione e molti di loro sono italianissimi.

Paul Manoni

“Un cittadino marocchino”
Mussulmano, quindi religioso.

“imponeva alla sua convivente di uscire col velo”
Riprova della fede islamica + imposizione di un simbolo pressocche’ religioso.

“indispettito dal suo atteggiamento troppo emancipato”
L’emancipazione femminile, non va’ molto d’accordo con i principi della religione islamica (Se non addirittura con i principi di quasi tutte le religioni monoteistiche!), quindi:
Cultura islamica anitfemminista + discriminazione e sottomissione delle donne + desiderio di limitare le liberta’ individuali.

Come puoi non prendere in considerazione che il fatto ed il reato di stalking, non abbiano una radice di tipo religioso?!?!
Concordo sul fatto che in alcuni casi, gli italiani si comportano pure peggio, per mentalita’ retrograda e cultura maschilista…Ma quei casi, non vengono ripresi da Ulitmissime, e li puoi leggere nelle pagine di cronaca dei normali quotidiani cartacei e web. 😉

Paul Manoni

@Giorgio77

Scusami, il commento qui sopra era una risposta al tuo post di ieri alle 15.57…

Giorgio77

Forse bisognerebbe cercare di mantenere proprio un atteggiamento distaccato dalle religioni, senza coinvolgimenti che possono essere emotivi ai quali ci portano le religioni stesse, nel senso che comunque un comportamento violento rimane tale a prescindere dalle cause, forse l’introduzione del reato di stalking è positivo anche in questo senso, perchè vietare di telefonare o assillare di telefonate una persona è una forma di violenza a prescindere dalle motivazioni, mentre una certa politica populista tende a cercare sempre la causa di queste violenze in una determinata religione o ideologia o filosofia se non addirittura in una determinata razza, insomma sarà vero che in molti casi la causa è la religione ma in altrettanti casi la causa è completamente diversa, quindi per essere breve molti islamici non sono più violenti di tanti connazionali.

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