Polonia, il garante della privacy alle prese con le prime richieste di sbattezzo

Dopo solo un mese di campagna su internet e intensa attività di ricerca, wystap.pl, il portale polacco gestito dal noto attivista laico Maciej Psyk (cfr. Ultimissima del 19 giugno), ha rivelato informazioni nascoste al pubblico da anni e si è già mosso sulla possibilità di far applicare la legge polacca sulla privacy anche alle organizzazioni religiose, andando più avanti di qualsiasi giudice, governo o membro del Parlamento.
“È quasi una terra vergine, hic sunt leones”, ci scherza sopra, “ma mi ritrovo alla testa di un piccolo gruppo di cittadini polacchi che non vuole vedere il diritto canonico prevalere sulla Costituzione polacca. E l’unico modo per farlo è difendere la Costituzione direttamente in tribunale. La maggior parte degli altri modi, come il ritiro della sottoscrizione del Concordato, è nelle mani dei politici, del governo e del presidente polacco. Ed è per questo che, dopo attenta valutazione, ho scelto questo argomento per cominciare a dare battaglia all’imperante Chiesa cattolica”.
Psyk ha scoperto che il 15 maggio 2001, nella Pontificia Accademia di Teologia a Cracovia (ora Università Pontificia – l’unica fuori Roma) c’è stato un “simposio scientifico” a cui parteciparono Ewa Kulesza, allora ispettore generale per la protezione dei dati (l’equivalente del garante italiano), il vescovo Tadeusz Pieronek, già segretario generale della Conferenza episcopale polacca, importanti personaggi del Consiglio per le questioni legali dell’episcopato polacco e un ospite speciale proveniente dal Vaticano, Juan Ignacio Arrieta, sacerdote dell’Opus Dei e ora segretario del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi. Kulesza intervenne sul tema La Protezione dei dati personali e la libertà di coscienza nel diritto polacco, affermando che, in quanto organo dello Stato, l’ispettore generale non ha competenze sui dati della Chiesa a causa del Concordato polacco dal 1993. “È stato davvero scioccante scoprire questa cosa, perché la legge e il suo giuramento le imponevano di proteggere e difendere la tutela dei dati personali, mentre quello che stava facendo era esattamente il contrario. Fu lei la prima a invocare il Concordato come una scusa per non fare nulla con i dati detenuti dalla Chiesa cattolica. Una tesi che non è ancora stata messa alla prova in tribunale”, commenta Maciej Psyk.
Ancora più importante è stato l’intervento di Juan Arrieta, sul tema Conferenze episcopali nazionali e leggi sulla privacy e protezione dei dati, di cui si conoscono i particolari perché gli atti del congresso furono poi raccolti in un libro e pubblicati. Arrieta, senza fare alcun riferimento alla teologia, espresse il proprio disappunto per il fatto che ben poche conferenze episcopali avessero combattuto la direttiva europea 95/46/CE, da cui discendono le leggi nazionali sulla privacy. La situazione era particolarmente grave, sostenne Arrieta, dopo l’adozione dell’articolo 8 della Carta europea dei diritti fondamentali. I primi a darsi da fare furono i vescovi austriaci, poi quelli tedeschi, ma con risultati insufficienti. Fortunatamente, la corretta posizione della Chiesa fu sviluppata dai vescovi italiani, in collaborazione con il Vaticano: quella del decreto del 20 ottobre 1999 era “una soluzione modello”, disse Arrieta, “che i vescovi polacchi devono attentamente studiare e adottare”.  La sua opinione era che il canone 220 è un’arma efficace contro la normativa nazionale sulle protezione dei dati, perché la Chiesa può costruirci sopra la tesi che la materia è interna alla Chiesa stessa: può inoltre essere la base per una parallela legislazione interna, simile se non copiata dalla legislazione civile. In tal modo la Chiesa può complicare ulteriormente la gestione della questione appellandosi alla corte suprema di ogni Stato, dichiarando che lo Stato vuole sconfinare in materie religiose, riservate alla Chiesa. “Era un piano diabolico, molto preciso, esposto in presenza dell’ispettore generale. Il suo machiavellismo è inimmaginabile”, commenta Psyk, che sulla vicenda ha scritto un articolo sul suo portale. In Italia il piano fu scardinato dall’iniziativa giuridica UAAR, e dal decreto del Tribunale di Padova che, già il 29 maggio 2000, su ricorso del primo sbattezzato ufficiale d’Italia, Luciano Franceschetti, già segretario UAAR, stabilì che “è lo Stato che si riserva il potere di verificare se sussistano i presupposti per escludere il proprio intervento con riguardo agli atti dell’autorità ecclesiastica”.
Nel frattempo, Psyk ha scritto anche al nuovo presidente del Pontificio consiglio per i testi legislativi (la risposta in italiano del presidente, mons. Francesco Coccopalmerio, è stata a sua volta pubblicata su wystap.pl). Sul quotidiano nazionale Dziennik, un canonista di Varsavia, Marcin Krzemiński, ha inoltre fatto un altro commento che Psyk ritiene “bizzarro”. Ha infatti suggerito che, per evitare l’applicabilità della legge sulla privacy alla Chiesa cattolica, la Conferenza episcopale polacca dovrebbe utilizzare l’articolo 27 del Concordato del 1993, che recita: “Le questioni che richiedono soluzioni nuove o supplementari saranno regolate mediante nuovi accordi tra le parti contraenti o da intese tra il Governo della Repubblica di Polonia e la Conferenza episcopale della Polonia, previa autorizzazione della Santa Sede”. “L’idea è scioccante”, commenta Psyk. “Non c’è nemmeno la volontà di tentare di vincere in sede giuridica. La soluzione proposta consiste invece nell’eliminare un elemento di indipendenza del nostro paese. Un tentativo analogo portato avanti con il governo slovacco nel 2006 è già fallito: il tentativo di concluderne uno con il governo polacco potrevve provocare una protesta della Commissione europea e finire allo stesso modo. Un portavoce dell’ispettore Generale, Małgorzata Kałużyńska-Jasak, ha a sua volta detto a Dziennik che “la legge della privacy deve essere applicabile in ciò che non è già disciplinato dalla legge canonica”. Psyk l’ha pubblicamente accusata di tradimento della Polonia e della Costituzione polacca.
Diversi polacchi, che hanno deciso di utilizzare il modulo scaricabile da wystap.pl, lamentando la mancata risposta del parroco hanno ora fatto ricorso al nuovo ispettore generale, che ha prestato giuramento tre giorni fa davanti al parlamento. Lo scontro rischia di diventare veramente caldo.

19 commenti

Paul Manoni

Sostenere le iniziative dell’amico Psyk, almeno mediaticamente, e’ quasi un dovere per l’UAAR. 😉
Per tutti coloro che nel prossimo futuro (Magari il 25 Ottobre, per la giornata dello sbattezzo!) vorranno procedere alla loro apostasia ufficiale dalla CCAR, ricordo il sito:
http://sbattezzati.it/ 😉
Registratevi!!

Alessandro S.

In sostanza hanno dichiarato guerra allo stato laico in nome del confessionalismo. Hanno certificato la prevaricazione del potere papale su quello repubblicano.

hexengut

viva Psyk che mi resuscita la simpatia per i polacchi, perduta dal 1978!

Southsun

Roba da pazzi (cioè, da cattolici).

Non hanno scuse ed è caduto anche l’ultimo velo: i gonnelloni pizzi e sottane vogliono IMPORRE il diritto canonico a TUTTI, facendo carta straccia del diritto statale.

FORZA SIGNORI MIEI. Stavolta avranno tanto filo da torcere che si taglieranno le dita.

Contro l’Unione Europea – che di solito gli vota CONTRO – i bigottacci hanno tutte le armi spuntate. Avanti così fino alla vittoria.

Per inciso, un’ottima legge sarebbe quella che RENDA NULLI i battesimi ai fini dell’appartenenza a una confessione religiosa fino ai 18 anni. In questo modo si scardina una volta per sempre la furbata della Chiesa di contare nelle sue file anche chi non può dire e fare nulla, come neonati, infanti e adolescenti.

A 18 anni, chi vuole riaffermare la sua appartenenza alla Chiesa lo fa in piena libertà e in piena consapevolezza iscrivendosi al registro dei battezzati, eventualmente con una cerimonia.

Et voilà, finalmente statistiche sul VERO numero dei cattolici finalmente CORRETTE e VERITIERE.

Marco

Sono perfettamente d’accordo, è veramente una furberia degna di nota il fatto che chi nasce deve essere battezzato (altrimenti vieni visto male dalla società, vero?) e quindi entra di diritto nelle file cattoliche e relative statistiche.

Ratio

Sono d’accordo anch’io, un’ottima idea che dovrebbe essere recepita dalla legislazione europea.

MissXD

Sono d’accordo…. perchè un partito politico non può iscrivere i neonati dei suoi sostenitori e dire loro che anche da grandi non possono andarsene, pena conseguenze legali più che giuste, e invece il partito CCAR è più uguale degli altri e può fare quel cavolo che gli pare? Il un paese libero quale in teoria dovremmo essere, uno a 18 anni deve poter scegliere se un signore in gonnella può dire a nome suo che il sesso è il demonio, l’aborto è un omicidio, gli omosessuali sono dei deviati e via farneticando!!

ATEONONTROPPO

E bravo GIovanni Paolo II!!!!! Le hai sbagliate tutte. Dai soldi sporchi a Solidarnosc, a quando Bush se ne fotteva delle tue preghiere mondiali contro la guerra in Irak, al tuo sostegno dell’europa unita. Fra 30 anni i polacchi non sapranno neanche di aver avuto un papa, solo qualche vecchietta mezza rincitrullita in chiesa di mattina presto. Gli USA costruiranno altre 10 basi militari con i missili patriot puntati su mosca, avranno 150 canali televisivi, le giovani abortiranno senza problemi, i gay si sposeranno e adotteranno bimbi, ci sarà libertà sessuale a gogo e potranno decidere se farsi uccidere in ospedale quando saranno malati.

pinco pallino qualsiasi

A quanto pare questo Psyk è uno che non c’ha una mazza da fare.

bismarck

Probabilmente anche la Pontificia Accademia di Teologia a Cracovia, Ewa Kulesza, il vescovo Tadeusz Pieronek, importanti personaggi del Consiglio per le questioni legali dell’episcopato polacco e Juan Ignacio Arrieta non avevano una mazza da fare allora…

fab

Hanno tanto da fare quelli che passano il tempo a discettare sulla peccaminosità dei profilattici.

Daniela

bravissimo ……..bisogna appoggiarlo e sostenerlo magari anche consigliarlo nel limite delle diverse leggi che bisogna far rispettare

Andrea Glorioso

Forse non ho letto bene (ma ho riletto due volte..) ma non capisco bene il legame tra lo sbattezzo, la protezione dei dati personali/privacy e le relazioni giurisdizionali stato/chiesta.. qualcuno mi aiuta a capire?

Flaviana

Polacchi gente tosta! Gli daranno filo da torcere, se si svegliano, tanto piu’ di noi

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