Croazia: alternativa religiosa all’ora di religione di tipo confessionale

Il programma didattico approvato dal Ministero alla pubblica istruzione croato e relativo all’anno scolastico 2010/2011 prevede l’introduzione dell’ora di religione come alternativa all’insegnamento di tipo confessionale della religione cattolica. Il sociologo e teologo don Ivan Grubisic, non nuovo a prese di posizione sgradite alla gerarchia (cfr. Ultimissima del 18 settembre 2009) ha manifestato a NoviList la propria contrarietà a questa decisione in quanto le scuole pubbliche, secondo lui, non sono adatte all’insegnamento di materie legate a temi di questo tipo. Grubisic infatti afferma che le scuole pubbliche andrebbero esonerate “dalla religione e da qualsiasi tipo di cultura religiosa”. “Si tratta di una materia scolastica che rappresenterebbe un’alternativa all’ora cattolica di tipo confessionale. Se proprio si vuole parlare di insegnamento religioso all’interno delle scuole pubbliche, sarebbe più opportuno introdurre una materia quale la sociologia delle religioni. Il termine ‘religione’ è molto ampio, e in questo caso non risulta chiaro chi e cosa insegnerà nell’ambito di questa nuova materia. Infatti, molti riconosceranno il cristianesimo come unica religione, altri invece si riconosceranno nell’islam. Trovo semplicemente imbarazzante il fatto che non si parli di etica, mentre dall’altra parte si introduce sempre più la componente religiosa nell’istruzione primaria. Un fatto come questo impedisce ai bambini di integrarsi pienamente nella società. Le religioni sono costituite da paradigmi dove prevalgono le verità emesse da autorità dogmatiche, ovvero le verità dichiarate come tali da leader religiosi ed ecclesiastici, i quali a loro volta sostengono di rappresentare a pien diritto la sovranita della propria divinità. Inoltre, queste persone hanno l’appoggio delle istituzioni statali pur non essendo integrate nei corsi avviati dalla civiltà contemporanea. Il problema principale è che in questo caso non si parla di religioni come cultura, bensì di dottrine e di ideologie. Ne consegue che da una parte si ha una componente contemporanea, umanistica e al passo con la civiltà moderna, mentre dall’altra vi è presente il paradigma delle cosiddette verità emanate dalle istituzioni religiose, dove la gente viene vista soltanto come moneta per la congrua e la raccolta dell’elemosina». Don Grubisic ha concluso il suo intervento sostenendo che l’introduzione della nuova materia scolastica porterà soltanto ulteriore confusione e un approccio sbagliato nei confronti della religione, aumentando così il livello di “cattiva istruzione nelle scuole pubbliche”.

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9 commenti

Roberto Grendene

“Se proprio si vuole parlare di insegnamento religioso all’interno delle scuole pubbliche, sarebbe più opportuno introdurre una materia quale la sociologia delle religioni”

1) e’ da evidenziare il “se proprio si vuole”
2) non basterebbe trattare l’argomento religioni e concezioni del mondo nelle gia’ presenti materie di storia, geografia, filosofia, o eventualmente sociologia?

luca t.

Concordo pienamente: mi sembra che sbaglino anche tutti quelli che propongono “storia delle religioni” come alternativa all’ora confessionale.
Le religioni come fenomeno storico-sociale si studiano nell’ambito della Storia, e come pensiero teologico-filosofico si trattano nell’ambito degli studi di Filosofia (vedi per esempio il pensiero di Tommaso d’Aquino).
Se a qualcuno interessano proprio i profili mitologici e liturgici di una religione credo possa studiarseli da solo, lasciando alla scuola pubblica il tempo per insegnamenti un pò più utili (tipo storia del pensiero scientifico).

Maurizio_ds

Nella scuola pubblica si potrebbe al massimo insegnare storia delle religioni.

moreno03

Concordo. La religione come fatto culturale, viene già appresa di riflesso dalle altre discipline e dal fatto che uno vive nella società.

nullità

pensare a queste parole in italia…
è come essere naufragati e dover raggiungere un isolotto in lontananza, con la sola forza delle braccia e la corrente contraria.

Third Eye

A me pare invece un esempio da non seguire, direi, visto che si aumentano i costi e per chi vuole c’è già la possibilità di farsi indottrinare dagli stregoni di riferimento…

nullità

intendevo più che altro le parole che riconoscono nell’insegnamento di una materia che serve solo a far degli studenti “moneta per la congrua e la raccolta dell’elemosina”

il modello può essere errato, ma riconoscere che l’indottrinamento in una scuola pubblica ha ben altri scopi che la formazione di una persona, è una cosa tanto scontata quanto misconosciuta in paesi come il nostro.

Paul Manoni

!Se proprio si vuole parlare di insegnamento religioso all’interno delle scuole pubbliche, sarebbe più opportuno introdurre una materia quale la sociologia delle religioni.”

…Ma anche no! 😉
Propendo al massimo per un ora di “Storia delle religioni”, ma sono piu’ che convinto che tocca alle Chiese, alle Moschee, alle sinagoghe ed ai templi vari, istruire, chi veramente lo voglia, sul fatto religioso. A scuola si dovrebbe insegnare a ragionare, sviluppare un proprio spirio critico e non certo l’irrazionalita’ propria delle favolette confessionali.

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