Intervistato da L’Osservatore Romano, il cardinale e presidente della Cei Angelo Bagnasco ricorda il pensatore cattolico Antonio Rosmini e lo prende come punto di riferimento culturale della Chiesa italiana. Rosmini, di cui alcuni scritti all’epoca furono messi all’Indice e che venne dichiarato beato nel 2007, “ha voluto creare un sistema filosofico completo sul filo di san Tommaso [d’Aquino], quindi sul filo della tradizione della Chiesa, in dialogo con il mondo moderno” in cui si “privilegia l’aspetto della soggettività”.
Sul federalismo, propugnato anche da Rosmini, Bagnasco afferma che “è una ricchezza se costituisce l’unità; se invece disgrega e allontana, allora non diventa più un valore ma un disvalore”. Il presidente della Cei critica inoltre “certe forme culturali dominanti che si respirano attraverso i mezzi di comunicazione, attraverso modelli di comportamento”, che causano crisi di valori e “toccano e possono toccare tutti: credenti e non credenti, cattolici e non”. “Questo clima di possibile contaminazione” continua Bagnasco “potrebbe impoverire strada facendo la fede, ma soprattutto il comportamento degli stessi cristiani”.
La politica non ha tardato a commentare positivamente le parole del prelato. Da segnalare il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli che dice: “sul federalismo il Cardinal Bagnasco può stare tranquillo: la riforma che noi proponiamo e che stiamo realizzando è quella di un federalismo che storicamente ha unito quello che era diviso o ha impedito, attraverso la valorizzazione delle diversitá, della responsabilitá e della trasparenza, ineludibili processi di disgregazione”. Calderoli ricorda che già “abbiamo portato e illustrato allo stesso Cardinal Bagnasco la legge delega sul federalismo fiscale” e assicura che “alla ripresa dei lavori chiederemo un nuovo incontro con lo stesso Presidente della Cei per presentare i decreti delegati di attuazione della legge delega”.
Anche il presidente della Regione Veneto Luca Zaia interviene, sostenendo che “il federalismo di matrice cattolica è stato la vera scommessa perduta di questo Paese, che soltanto settant’anni dopo l’unità d’Italia riusciva a convincere anche i cattolici che quel tipo di unità era utile per tutti. Cosa che, naturalmente, si dimostrò non del tutto vera”.
Card. Bagnasco su Rosmini: “Federalismo non disgreghi”
53 commenti
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ma se il crocifisso, come simbolo, non aggrega ma allontana alcuni cittadini da altri, diventa anch’esso un disvalore?
no finche resta quotato bene in banca.
Calderoli-Bagnasco. Sarà questa l’Italia post berlusconiana?
Intanto, nella verde provincia veneta, i seguaci del nano e i legaioli litigano su madonne del rosario (o del colera) e miss padania.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/08/20/il-pdl-contro-miss-padania-la-lega-nord-sbotta-allora-si-facciano-miss-berlusca-alleanza-a-rischio/51734/
qual è il problema. basta iscrivere al concorso pure la madonna.
Jane K, facendo lo sforzo di riandare ai suoi ricordi liceali, dovrebbe farsi venire in mente che a salvare la disperata situazione sanitaria di Milano durante la peste del 1630 furono i cappuccini del tipo fra Cristoforo, guidati da Michele Pozzobonelli e Felice Casati, che portavano alla cintura la corona del rosario e confidavano nell’aiuto della Madonna; per questo avevano il coraggio di esporsi al contagio. Sfido! Pensavano che non si vive solo una volta, ma due; una di qua, in questa valle di lacrime, e una nell’aldilà, dove ogni lacrima sarà asciugata. Sarà un caso, ma anche oggi quando uno non ci vede più per la fame da chi va? dai frati. ( Vedasi a Milano mensa OSF presso il convento francescano di viale Piave ).
pensa un po, che durante quella peste quegli stessi frati e preti avevano l’abitudine di organizzare ad ogni nuovo focolaio processioni con l’intera città per invocare l’aiuto e la protezione divine, peccato che una processione pubblica fosse anche il modo migliore per diffondere ulteriormente la peste.
mi sà che la loro cieca fiducia nella protezione di dio in tale crisi abbia fatto molti ma molti più morti di quanti ne abbiano salvati i vari frà cristoforo. quanto ai cardinali, rileggiti meglio i documenti su tale periodo: i frati avranno fatto pure i volontari, ma i ricchi ecclesiastici che hanno messo a rischio la loro salute si contano sulle dita di una mano, e quelli che hanno fatto anche solo un mìnimo sacrificio per aiutare i malati non sono molti di più.
quanto a quello che succede oggi, chi non ci vede più dalla fame và da qualsiasi mensa senza badare se gestita da frati o da volontari, e quelle dei volontari laici sono pure molte di più. senza contare che in teoria l’8×1000 servirebbe proprio per finanziare questa carità (che dovrebbe essere il lavoro e lo scopo principale della chiesa), invece guardacaso solo il 17% di tali fondi và in carità. facile farsi belli con i soldi donati da altri, su cui per di più si fà una cresta del 83%. sarà per questo che le organizzazzioni di volontariato laiche, pur non ricevendo manco un decimo dei i fondi che riceve la chiesa, hanno la stessa diffusione e la stessa importanza di quelle religiose?
Di Calderoli non lo so, ma di Bagnasco senz’altro, purtroppo!
Florenskij: ha mai messo il naso nei bilanci della fondazione e dell’associazione OSF?
L’importante è che litighino.
Beh, se non fosse che poi a farne le spese sono sempre i cittadini comuni, sarebbe davvero una goduria.
A parer mio, i cittadini ne fanno le spese di più quando vanno d’amore e d’accordo. Il litigio logora e riduce le risorse, magari anche di poco, ma le riduce. Vale sempre l’aureo motto “Divide et impera”.
Non c’è niente di più disgregante che la religione. O sei dentro, o finisci all’inferno. Il federalismo non è poi cosi radicale…
Ogni regione rivendica le sue tradizioni: la lombardia la polenta, la sicilia gli spaghetti al nero di seppia, la romagna la piadina, la puglia le orecchiette con le cime di rape, etc etc etc
Quanto sono ridicoli, tutti attorno al loro personalissimo desco con il crocefisso appeso al collo in bellavista! Vedrete che tra qualche decennio ognuno rivendicherà le tradizioni della propria strada. In Puglia per esempio, le province di Le-Br-Ta, vogliono creare una nuova regione, l cd “regione salento” (naturalmente con la regia e la benedizione di santa romana chiesa). Non c’è nulla di più disgregante e distruttivo della tradizione (dal latino “tradere” ovvero TRADIMENTO, INGANNO). I cornacchioni neri sanno benissimo che più questo paese si divide, più possono controllare il territorio e sono proprio loro che operano dietro le quinte, manovrando i burattini come Calderoli&c.
Beh, Alfonso, almeno le tradizioni gastronomiche regionali lasciamele ( il tuo elenco mi ha fatto venire l’acquolina in bocca); non è poi necessario legarle ai crocifissi e alla chiesa, anzi nei simposi in genere ci si dà ad altro che a preghiere e geremiadi.
A parte la gastronomia, hai perfettamente ragione, le tradizioni dividono.
Mi viene in mente il titolo di un libro di Jacques Maritain:”Dividere per unire” ( scritto credo negli anni ’30 non certo per compiacere Bossi, che non era ancora nato . Parto da alcuni esempi: a partire da Goethe ( e forse anche da prima ) i Tedeschi, gotici e romantici, si sono sentiti sempre attratti dalla classicità e dal pittoresco di Roma e di Napoli ( “Conosci il paese dove fioriscono i limoni? ). Alla fine dell’800 un editore tedesco tentò di accaparrarsi il meglio della produzione canzonettistica napoletana, confidando evidentemente in un facile smercio nel suo paese. Viceversa i pensatori meridionali come Croce hanno molto amato la cultura tedesca. Hemingway, americano e di sinistra, amava la “hispanidad” e, vivente Franco, bazzicava plazas de toros e ferias de San Firmin. Andando in Alto Adige e superando il Brennero gli Italiani vogliono vedersi intorno l’ambiente e l’oggettistica tirolese. Da tutto il mondo si andava a Parigi per la sua “pariginità”… Milano non è una meta turisticamente esaltante, anche perchè il carattere ambrosiano è quasi evaporato ( chi dice più “el panetùn, el Domm, el barbùn, el Ghisa, te saludi”? ). Le tradizioni conferiscono identità, creando fenomeni di attrazione per polarità ( positivo / negativo ; come maschile / femminile ). In molti casi si può dire che l’altro interessa appunto in quanto altro. Ovviamente uno spirito superiore sa contemperare le differenze, pur salde, in una sintesi superiore e direi aristocratica. Uno spirito meschino invece trae occasione dalla rivalutazione delle radici per fare gretto campanilismo. I celoduristi sono capaci di una sintesi superiore? Mah!
bagnasco è company,sentono che la lega prima o poi li tradira,è appena il federalismo si attuera,allora cambieranno i privilegi.forse?per parecchie opere è strutture della caar,non ci sara piu la bambagia di prima..ma chi a detto che la caar non faceva politica?-
‘Tradizioni’ da una parte, ‘radici’ dall’altra… chi riuscirà più a uscire di casa?
Ma secondo voi Bagnasco si è veramente letto qualcosa di Rosmini? E anche Zaia???
Tirare fuori un filosofo che si è marginalmente occupato di federalismo e che è morto 155 (!) anni fa per farne un apostolo del federalismo stesso supera i limiti del grottesco.
Almeno tirassero fuori, che so, Gioberti o Cattaneo, magari ci sarebbe qualche nesso in piú con il tema.
Arricchito l’elenco delle bestemmie: ‘Dio Po’!
in realtà è una contrazione per…
“Calderoli ricorda che già “abbiamo portato e illustrato allo stesso Cardinal Bagnasco la legge delega sul federalismo fiscale””
Oltre al parlamento, alla corte costituzionale e al presidente della repubblica esiste nella costituzione materiale una sorta di terza camera legislativa ??????????!!!!!!!!!
I padano-cattolici della era post-celtica non avvertono un certo senso di amarezza nell’idea che il papato può interferire in materia di ordinamento dello stato italiano non prevista nel concordato?
Ahi ahi ahi Brenno, se sapessi cosa fanno i tuoi eredi……………….. 🙂
Ora devono creare il filo di Arianna e poi siamo apposto.Avanti con le ipocrisie e i falsi “dogmi”
La mia reazione all’intervento di Bagnasco è stata: ma è mai possibile che la Chiesa intervenga ormai ogni giorno su qualsiasi questione e che i politici, di destra e sinistra, assicurino subito la Chiesa che rispetteranno i suoi desideri (o come diceva Silvio: “compiaceranno” sua Santità e la Chiesa)? Non so chi fa più schifo: i preti ficcanaso in tutte le questioni o i politici striscianti.
Io vivo in un paese dove i preti e le Chiese non si vedono e non si sentono MAI (o al massimo un paio di volte all’anno che bastano e avanzano: di più nessuno gradirebbe, nemmeno i cristicoli).
Quando al federalismo disgregante: Bossi e la sua Padania non vogliono più foraggiare i parassiti italici. Se potessero attuerebbero la secessione, ipotesi ora accantonata. E perché no? Perché gli operosi devono mantenere gli incapaci? La Chiesa non vede di buon occhio la secessione (addio otto per mille e tanti altri privilegi). La Padania si era data inizialmente una connotazione pagana che non poteva piacere alla Chiesa. Ora anche i Padani rientrano all’ovile e patteggiano con la Chiesa. Chi ha l’asso o la scala reale in mano: Bossi o Bagnasco? Bossi si è già fatto fregare: chi scende a patti con la Chiesa (vedi d’Alema, Vendola, Napolitano, Amato e compagnia bella) non può che prenderlo in quel posto e ben gli sta. Altro che federalismo: la Chiesa vuole l’Italia unita per meglio tosarla.
“Perché gli operosi devono mantenere gli incapaci?”
Scusa Sergio, ma non ti suona vagamente razzista? Potrei anche accettare in linea teorica un’affermazione del genere. ma almeno da intendere in senso trasversale…
In quanto a Bossi, ammesso che non lo fosse anche prima, non ha impiegato molto a mettersi in linea – nonostante le sparate folkloristiche – con la logica del potere… e non credo affatto che, come dici tu, ‘si sia fatto fregare’. Intanto porta via voti (e seggi in parlamento e posti ben remunerati negli enti locali… con un posto anche per il figlio, tanto per non ‘mantenere i fannulloni’!) a destra e a sinistra. In quanto al federalismo (che nessuno in realtà sa bene cosa sarà)… intanto serve per riempirsi la bocca (e il resto). Poi si vedrà.
E dàlli col razzismo! Bastaaaaaa! (ma non me la prendo, anzi sono divertito). Unicuique suum, c’era una volta nella testata dell’Osservatore romano. Gli incapaci, gli inetti, i fannulloni una volta soccombevano o tiravano a campare in qualche modo. Grazie al cristianesimo e all’evoluzione dello spirito umano e dei costumi anche costoro vivono oggi decentemente (istruzione e sanità gratuita, assegni vari, cassa integrazione, non so quante altre assicurazioni sociali).
Ma c’è un ma. Non siamo nel paese di Cuccagna o nel regno dell’abbondanza predetto da Marx (il comunismo). Se lo fossimo non staremmo qui a discutere, ma penseremmo solo a mangiare (pancia mia fatti capanna) e a divertirci (pensa ai bonobos!). Le risorse sono sempre scarse e ognuno cerca di ritagliarsene una bella fetta. E quelli che sgobbano (per es. i Padani) sono scocciati di dover sempre dividere cristianamente i frutti del loro lavoro con chi sta solo a guardare. Che c’entra il razzismo?
Quanto a Bossi, sì penso anch’io che nonostante il colpetto sia sempre un furbo. Sicuramente non è credente, anche se dice di esserlo per “compiacere” Bagnasco e la Chiesa. Però, come ho detto, chi comincia a frequentare i preti per ingraziarseli e credendo di potersene servire fa secondo me male i conti. Questi preti ne sanno una più del diavolo.
Mmm, ma qualcosa di simile al razzismo c’entra eccome: quando penso io ai fannulloni, non mi vengono in mente intere popolazioni, bensì gli ereditieri, quelli che campano soltanto con gli interessi in banca.
I “parassiti italici” sono quelli, identificabili per nome e cognome.
“Perché gli operosi devono mantenere gli incapaci?” Per lo stesso motivo per cui non si riesce nemmeno a concepire un provvedimento di ovvia giustizia, come sarebbe quello di rendere proporzionale la tassazione sui redditi e progressiva quella sulle rendite, mentre in questo mondo a rovescio è esattamente l’inverso.
Oh se c’entra il razzismo.
bravo sergio,ottima delucidazione….
Quando si tratta di razzismo bisogna dirlo e ribadirlo anche 1000 volte se è necessario, ma poi non ho capito, chi sarebbero le persone più capaci, i leghisti? Cioè si vorrebbe teorizzare che i leghisti sono mediamente più capaci di altre persone, e questo non sarebbe razzismo? Per quanto riguarda il clero e la lega poi secondo me quest’ultima è tutta una scenata, in realtà vanno a braccetto da anni in un progetto comune e alla Chiesa fa molto più comodo il federalismo che l’unità proprio perchè in questo modo i signorotti locali potranno fare le loro leggi clericali e filocattoliche in modo autonomo e indipendente, senza interferenze dello stato laico.
“Bossi e la sua Padania non vogliono più foraggiare i parassiti italici. Se potessero attuerebbero la secessione, ipotesi ora accantonata. E perché no? Perché gli operosi devono mantenere gli incapaci?” hai affermato;
“Potrei anche accettare in linea teorica un’affermazione del genere. ma almeno da intendere in senso trasversale…” ho premesso alla mia replica.
Non vuoi che si parli di razzismo? Benissimo, allora spiegami a chi e cosa ti riferisci quando parli di ‘secessione’ se non separazione del nord padano dal resto d’Italia (sud soprattutto), definendo ‘operosi’ i primi e ‘fannulloni’ i secondi.
Caro Sergio, chiamalo come vuoi, ma io non so ricorrere ad altro termine quando si generalizza in questo modo acritico. E anche se così fosse (‘buoni’ in padania, ‘parassiti’ nel resto d’Italia) davvero pensi che i leghisti (non i ‘padani’, sia ben charo, ma i leghisti) abbiano qualcosa da insegnare agli altri?
E se tu ti riconosci – tradimento dei tanti buoni propositi a parte… non per caso – nelle istanze leghiste, scusa di nuovo, ma il termine razzismo è tutt’altro che evocato fuori luogo!
E francamente non capisco cosa c’entri Marx.
Dici che anche in Austria una Salerno-Reggio Calabria dopo trent’anni non sarebbe ancora finita? Spiegamelo con tutto quello che vuoi ma facciamola finita col razzismo, buono per tutte le occasioni. Personalmente mi spiace solo che ormai anche tutto il Nord sia colluso, e se non sempre a livello legale, almeno a livello culturale. Ah, tra l’altro ho proprio sentito oggi che le pensioni d’invalidità sono aumentate del 38% dal 2007 ad oggi, diffamazione comunista? Gli italiani hanno subito qualche mutazione genetica che abbia loro causato malformazioni? Troppi incidenti sul lavoro? O con più probabilità è la solita antica usanza?
“Spiegamelo con tutto quello che vuoi ma facciamola finita col razzismo, buono per tutte le occasioni.”
Non per tutto le occasioni, ma quando mi si ricalcano le istanze della lega… l’occasione è più che buona.
E poi, visto che si dimostra tanta insofferenza per questo termine, permettete che anch’io dimostri insofferenza di fronte alla diffusissima moda di sparare tutte le più becere tesi razziste con la premessa d’obbligo: “Io non sono razzista!”.
I leghisti, e chi la pensa come loro, lo sono, e come se lo sono! Altrimenti trovatemi un altro termine per definire la loro politica.
Tentativo di spiegazione. Per razzismo s’intende (o s’intendeva) la convinzione di una superiorità della propria razza o gruppo etnico su di altre razze e gruppi da cui derivava anche il disprezzo e a volte anche la persecuzione di tali razze e gruppi ritenuti inferiori.
Credo che questa sia la definizione classica di razzismo.
Qui nessuno si ritiene superiore a qualcun altro e pensa di poterlo trattare come un cane (a dir la verità il mio cane lo tratto coi fiocchi).
Qui ormai mi sembra che si dia del razzista a chiunque manifesti una certa insofferenza o antipatia per qualcuno.
I leghisti o i Padani vogliono andarsene per i fatti loro perché si sentono sfruttati? Embè, che vadano pure. L’autodeterminazioni dei popoli o gruppi è riconosciuta, vedi il Kosovo. Ma di nuovo, che c’entra il razzismo.
Perché vogliamo impedire ai Padani di godersi i loro soldi? Perché i loro sghei ci piacciono e ci fanno comodo?
L’unità d’Italia poteva sembrare il massimo a Mazzini, ma oggi? L’unità piace tanto alla Chiesa, sappiamo perché (a lei interessa il bene comune. Seeee…).
“Qui nessuno si ritiene superiore a qualcun altro e pensa di poterlo trattare come un cane (a dir la verità il mio cane lo tratto coi fiocchi)”
Se per ‘qui’ intendi la Svizzera forse (e sottolineo ‘forse’ perchè del razzismo svizzero ho fatto – sia pure anni fa – esperienza diretta) quanto dici può essere vero… ma se per ‘qui’ intendi la padania ti garantisco che basta sentir parlare certa gente (e ‘qui’ si sente, e come se si sente!) viene la pelle d’oca. Ancora una volta: cosa si deve dire e fare perchè si possa parlare di razzismo?
“Perché vogliamo impedire ai Padani di godersi i loro soldi? Perché i loro sghei ci piacciono e ci fanno comodo?”
Era il caso di arrivare fino a questo punto? Scusa Sergio, ma neanche Berlusconi, pur pensando in questi termini, userebbe un simile liguaggio.
Bagnasco farebbe meglio tacere, ipocrita com’è. Che dialoghi con il “celtico” Calderoli, visto che in coppia si trovano bene.
Credo sia un fidanzamento di interesse, alla prima occasione mostrerà le crepe.
Infatti aspetto la risposta “concreta” della Lega… 😉
L’ultima volta che la CCAR aveva criticato l’atteggiamento della Lega, nei confronti degli immigrati, qualcuna di quelle verdi camiciuole, aveva invitato il Vaticano ad accogliere sul suo suolo, tutti coloro che sarebbero sbarcati in Italia!
Be’, dài Bruno, non esagerare: adesso sarei persino peggio di Berlusconi che mai userebbe il linguaggio (immagino osceno o blasfemo) da me usato. Dài, potrei sfidarti a duello, ma conoscendoti un po’ non mi arrabbio nemmeno.
Miglio era un cretino? Non credo. Eppure era la “mente” di Bossi (poi Bossi a mandato affà anche Miglio). Però la posizione di Miglio era tutto sommato comprensibile e direi accettabile, persino secondo il vangelo: ognuno ha diritto al frutto del suo lavoro. Partiamo di qua. Non dubito, o non dispero, di poterci intendere.
“Und der Meister spricht zu allen: Euer Werk hat mir gefallen!” (Schubert, La bella mugnaia).
Ho capito la frase di Schubert, ma una traduzione non guasterebbe, mica tutti conoscono il tedesco.
Hai ragione. Non l’ho tradotta perché non si sarebbe capita lo stesso. Era una strizzatina d’occhio a Bruno a cui l’avevo già scritta in privato.
Bagnasco è preoccupato che il federalismo disgreghi.
Che cosa intende per disgregazione Bagnasco, l’Italia o il potere del Vaticano sull’Italia ?
Bagnasco sa bene che nonostante i propositi pro-crocifisso, la Lega è stata a lungo su posizioni anti-cattoliche, nel senso di anti-ingerenza della chiesa nella politica e Bagnasco teme che una volta ottenuto il federalismo la Lega possa ridurre le interferenze della CCAR nelle zone di più alta influenza verde e si tratta delle regioni più ricche ….
E non solo…….
hanno paura che qualcuno gli rompi il giocattolino dell’immigrazione dove lucrano a gogo
Se si leggono i dati sulle entrate e le uscite delle regioni (dare e ricevere) si comprende come ci sia del giustificato disagio a sostenere la solidarietà se non si razionalizzazno gli sprechi e l’evasione fiscale, presenti ovunque, ma con un picco elevato nelle regioni del Sud, che molto ricevono in solidarietà.
http://www.siciliainformazioni.com/giornale/politica/26278/federalismo-fiscale-solo-sette-regioni-italiane-entrate-superano-uscite.htm
Agli amici che non vogliono sentir parlare di razzismo.
Come definirebbero questa dichiarazione di Bossi (in realtà di suo padre, ma non credo che la sconfessi) fresca fresca di stasera?
“I democristiani – ha detto Bossi – sono quelli che hanno rovinato il nord. Mio padre mi diceva sempre che sarebbe servito uno che dal nord andasse al sud a strozzare tutti quei delinquenti”.
Folklore, si dirà… ma questo signore – oltre che ministro della Repubblica – è il duce indiscusso della lega, colui che viene ascoltato dal suo ‘popolo’ come un oracolo.
Per me la frase di Bossi padre che hai riportato è una boutade da non prendere troppo sul serio: non scomoderei il razzismo.
Vedo che insisti sempre col razzismo, termine che ha ormai sostituito l’antifascismo (i rossi non parlano più di antifascismo, hanno scoperto la xenofobia e il razzismo di cui si riempiono la bocca per sentirsi moralmente superiori: loro evidentemente non sono razzisti e xenofobi).
Ho riportato sopra una definizione di razzismo che mi sembra giusta (ma forse non completa: adesso c’è chi parla anche di “razzismo identitario”. Un gruppo “chiuso” – può essere anche un Paese – sarebbe per questo atteggiamento di chiusura ed esclusione – che cosa? Ma è chiaro, razzista!). Che bello poter dire a qualcuno con grande sdegno: sei uno sporco razzista (e perciò inferiore a me moralmente – ma questo ritenersi superiore a qualcuno, anche solo moralmente, non è a sua volta vagamente razzista?).
La Chiesa e i rossi vogliono che l’Italia accolga tutti i diseredati del mondo che bussano alle sue porte, che anzi entrano senza bussare (è loro diritto!). Io non sono d’accordo – sono miliardi quelli che bussano o vogliono entrare – e secondo te, il Manifesto, i rossi, la Chiesa – sarei ovviamente un razzista (ma non me la prendo – grande è la confusione sotto il cielo, diceva il grande Mao). Anche i filosofi dicono fesserie (prendi Heidegger, per es., ma anche Severino e Cacciari).
Questo blog non è il luogo più adatto per discorsi lunghi e raffinati. Gli interventi sono spesso umorali, sopra le righe, eccessivi, anche di cattivo gusto. Non è il luogo adatto per sottilizzare.
P.S. La Chiesa ha condannato il comunismo perché ateo, ma è sostanzialmente comunista. La prima comunità cristiana di Gerusalemme era comunista, mettevano tutto in comune (ma col tempo ad Anania e sua moglie ciò non piaceva più… perciò Pietro li fece morire stecchiti…). La Chiesa insiste sempre sul bene comune, cioè sulla condivisione, e si arroga ovviamente il diritto di organizzare la distribuzione o redistribuzione dei beni. Giovanni Paolo ha contribuito all’abbattimento del regime comunista-stalinista in Polonia, ma poi aveva la nostalgia del … comunismo (il comunismo e la Madonna erano per lui la soluzione ai problemi dell’uomo).
la Chiesa è comunista quanto io sono un camionista albino del minnesota.
Chi plagia i poveri per derubarli e dare ai ricchi (cioè il Vaticano, maggiore potenza economica e politica al mondo) a mio avviso non ha molto a che vedere con l’ideale marxista che diceva “Da ciascuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo le sue necessità”.
Loro sanno solo prendere prendere prendere e raccontare frottole per farsi passare per generosi, ma sono generosi solo con se stessi.
“Questo blog non è il luogo più adatto per discorsi lunghi e raffinati. Gli interventi sono spesso umorali, sopra le righe, eccessivi, anche di cattivo gusto. Non è il luogo adatto per sottilizzare.”
E va bene. Però, di fronte alla tua osservazione (“Per me la frase di Bossi padre che hai riportato è una boutade da non prendere troppo sul serio: non scomoderei il razzismo.”), non ho potuto fare a meno di sbrigliare la fantasia e immaginare quanto segue.
Mettiamo per ipotesi – ovviamente inimmaginabile… ma così, tanto per fare accademia – che Bossi una mattina si svegliasse e si sentisse razzista: cosa avrebbe potuto dire per manifestare il suo nuovo stato d’animo? Parlare di “uno del nord che andasse al sud a strozzare tutti quei delinquenti”? Sicuramente no, troppo facilmente scambiabile per una boutade che nessuno avrebbe preso sul serio… se non qualche ‘rosso’ talmente livoroso da sfogare tutto il suo odio verso la brava gente che lavora. No, ci voleva qualcosa di più forte, di fronte alla quale non sarebbe stato possibile essere frainteso. Ma cosa? Non sapeva proprio escogitare qualche espressione che non lasaciasse dubbi…
Poi si ricordò di un suo amico – un tale Borghezio – che prima ancora di lui pare si fosse scoperto razzista, e… ecco lui sì che ci sapeva fare trovando anche le parole giuste! Per esempio, quando girò con un deodorante a purificare le carrozze di un treno frequentate abusivamente da luridi extra-comunitari, o forse da terroni (che differenza fa?), e quando si mise a parlare di mussulmani (o terroni, in fondo cosa cambia?) da rispedire al lolro paese a calci in c.lo. Ecco, sì, imitarlo avrebbe significato finalmente essere considerato un vero razzista…
Però poi riflettè e pensò che in fondo quei gesti e quelle parole potevano pur sempre essere interpretati come i gesti e le parole di un burlone in vena di scherzi innocui… tanto è vero che questo suo amico fu poi mandato dalla laboriosa gente padana a rappresentare l’Italia (cioè la Padania) nel parlamento europeo.
Niente da fare, essere considerati razzisti (xenofobi, ecc.) al giorno d’oggi è veramente difficile, anzi impossibile se nemmeno certe frasi e certi atti sono ormai ritenuti tali.
Fu così che il nostro si rassegnò a ripetere le solite innocue frasette difficili da prendere sul serio, accontentandosi tutt’al più di alzare il dito medio in pubblico nonostante sapesse che quel gesto sarebbe stato interpretato come un saluto amichevole. Tutt’al più un pò ironico.
Sergio, o non sei da molto sul blog, o fai un discorso un po’ sonb: di interventi lunghi e raffinati ce ne sono stati, anche se, devo ammettere, a volte sono proprio le notizie postate a produrre interventi che tu giudichi eccessivi, visto l’enormità di alcune dichiarazioni di alti(?) prelati, che fanno venire letteralmente il sangue agli occhi di noi poveri atei (o agnostici) della cui sensibilità comunque pare non debba interessare a nessuno in Italia.
Comunque, puoi sempre provare tu a rialzare il livello de blog.
ma forse qualcuno non capisce che anche un meridionale (o terrone per altri) può essere un ateo o un agnostico.
“La servitù, in molti casi, non è una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi.” (Indro Montanelli).
Con espressioni più eleganti e argomenti meno rudi la Lega potrebbe acquisire più consensi al Nord e anche al Centro, specialmente in materia di federalismo, ovviamente solidale, però lo scopo della Lega è anche quello di mantenere ai vertici un certo gruppo di persone, che con un dialogo più intelligente e diplomatico non potrebbero restare alla guida del partito, venendo affiancati e poi superati da altri leader.
“il federalismo di matrice cattolica è stato la vera scommessa perduta di questo Paese, che soltanto settant’anni dopo l’unità d’Italia riusciva a convincere anche i cattolici che quel tipo di unità era utile per tutti. Cosa che, naturalmente, si dimostrò non del tutto vera”.
1) Traduzione inizio frase: “Il neoguelfismo di Vincenzo Gioberti è proprio quello che ci vuole: anche noi ci siamo un po’ rotti i tomini alle erbe alpestri di tutto questo gran parlare di dio Po e di ampolle – che, oltre tutto, è roba da terroncelli di pianura. Visto che in fondo rende, molto meglio una bella baciata di pile all’antica – come ho già ampiamente dimostrato, fresco d’insediamento alla regione, insieme al mio amico Cota, in merito alla questione delle pillole per non far nascere i nostri piccoli Obelix. Insomma, alle soglie del centocinquantenario dall’occupaz…, pardon: dall’Unità d’Italia, per tagliare la testa al toro e alle polemiche non c’è che da rispolverare un progetto attualissimo: il federalismo pontificio sotto la Guida del Santo Padre – senza Imperatore, vabbè… ma non si può avere tutto il Medioevo che si vorrebbe sotto casa, accanto al manganellatore condominiale di turno…”;
2) Traduzione fine frase (“Cosa che, naturalmente, si dimostrò non del tutto vera”): “Hai visto che figata? Parlo anche un fluente ‘pretesco’. E poi dicono che siamo provinciali e non sappiamo le lingue!” – “se e solo se”, “non si può non”, “non è che non si possa proprio dire che…ecc.”