A Claudy, in Irlanda del Nord, nel 1972 nove persone morirono (tra di esse anche una bambina) e trenta rimasero ferite in seguito a un attacco terroristico dell’IRA, compiuto utilizzando tre autobombe. E’ stato ora reso noto che nell’organizzazione della strage era pesantemente implicato un sacerdote cattolico, padre James Chesney, poi deceduto nel 1980. A quanto sembra la polizia nordirlandese era al corrente del coinvolgimento del prete, ma non fece nulla: attese invece che il sacerdote fosse trasferito in una parrocchia della Repubblica d’Irlanda. Si suppone, scrive il Daily Mail, che lo spostamento sia stato il frutto di accordi presi tra il governo inglese e le gerarchie ecclesiastiche, in particolar modo il cardinale William Conway, per mettere a tacere lo scandalo. L’attuale primate d’Irlanda, il cardinale Sean Brady, ha negato ogni accusa.
Irlanda del Nord, sacerdote sospettato per una strage del 1972
24 commenti
Commenti chiusi.
[…] l’articolo integrale: Irlanda del Nord, sacerdote sospettato per una strage del 1972 Potrebbero interessarti anche i seguenti articoli:Irlanda del Nord, sacerdote sospettato per una […]
Certo che a quei livelli si cade sempre in piedi.
perche’ nessun giornale riporta la notizia?
le gerarchie invece di negare ci spieghino…sono proprio un’illusa a sperare in cio’!
Perché i terroristi sono soltanto i musulmani e le Brigate rosse; i cristiani sono teneroni per definizione, no?
@ Fab
In linea generale, sicuramente concordo con la tua affermazione.
Però nel caso specifico dell’Irlanda del Nord, c’è da dire che i facenti parte della fazione additata come “terroristi” avevano più di una ragione, soltanto che, come al solito, sono sempre i vincitori ad etichettare i nemici meno forti con appellativi infamanti, e mai viceversa.
Naturalmente hai ragione; va però notato che ogni religione può essere una sovrastruttura forte e utile per motivare la violenza, qualunque sia la struttura alla base di una lotta. Fallo passare al TG1, ‘sto concetto…
“Sono state uccise più persone in nome di dio che per qualsiasi altro motivo” (George Carlin).
Questi nove spariranno nel calderone delle stragi religiose.
Terrorista è chi “colpisce intenzionalmente ed indiscriminatamente civili per creare terrore in una popolazione”.
Senza arzigogolamento.
Bella questa cosa cmq delle implicazioni del prete che viene resa pubblica 30 anni dopo la morte del colpevole.
@ Soqquadro
“Terrorista è chi “colpisce intenzionalmente ed indiscriminatamente civili per creare terrore in una popolazione”.”
E su questo concetto ci intendiamo a meraviglia. Ma bisogna vedere com’è che una persona decide di arrivare ad usare metodi terroristici, se lo fa per hobby oppure perchè vive in una situazione -umanamente parlando- praticamente senza via d’uscita. E non scordiamoci la massima forma di terrorismo, quella più grave ma anche più obliterata dai media, in quanto più scomoda: il terrorismo di Stato.
Non ci sono giustificazioni di alcun genere al terrorismo. Nemmeno le situazioni senza via d’uscita. Se da innocente, vivi una situazione umanamente insostenibile, vai a massacrare altri innocenti, uguali a te? Non ha senso.
@ Soqquadro
Parlando (o meglio, scrivendo) da dietro un monitor mentre si conduce una vita non perfetta ma quantomeno benestante, è facile discettare riguardo verità assolute e comportamenti da condannare… ma queste cose che adesso dici a me, dovresti andare a dirle a chi ha raccolto i cadaveri ancòra caldi dei propri genitori, figli, fratelli o amici da sotto le macerie della propria casa distrutta da una bomba, dopodichè torna qui a dirmi che ti hanno risposto.
Specifico, qualora ce ne fosse bisogno, che questo ragionamento è universale: vale per ogni persona esistente sulla faccia della Terra, senza distinguo etnici, religiosi o politici.
E chiarisco una cosa: io dico ciò non perchè ritenga giusto ammazzare dei civili considerati “nemici”, ma perchè, da essere umano dotato di un minimo di empatia, posso immaginare come ci si senta in certe situazioni, di fronte al dolore, all’impotenza ed alla rabbia che lacerano il cuore ed annebbiano la mente.
Diciamo che queste “giustificazioni” fanno parte della propaganda di un movimento terrorista, per attirarsi simpatie. Un movimento terrorista disprezza l’uomo e userà la propaganda, il giustificazionismo ed il pietismo ai massimi livelli esattamente come un regime totalitario (che guarda caso è quello che si instaura quando vince un movimento terrorista). Non siamo abbastanza razionalisti per non farci fregare?
@ Soqquadro
Nel tuo commento ripeti il termine “giustificare” come se fosse una litania, ma ti sfugge un dettaglio fondamentale: io non ho parlato di giustificare, ma di COMPRENDERE (lo metto in maiuscolo così non ti sfugge). La differenza dei due termini è solare: comprendere non significa giustificare.
Mario questa tua frase:
“Ma bisogna vedere com’è che una persona decide di arrivare ad usare metodi terroristici, se lo fa per hobby oppure perchè vive in una situazione -umanamente parlando- praticamente senza via d’uscita.”
Ha molto di giustificazione. Se mi dici che ho inteso male, però, meglio, sinceramente.
Chi vive in una situazione umanamente insostenibile, vuole che che questa cosa finisca, non massacrare altri innocenti.
Paradossalmente, anche in mezzo ad una guerra. Per inciso, ho parlato con chi il terrorismo l’ha vissuto, come con chi ricorda la guerra.
@ Soqquadro
La prova che la mia frase da te citata non fosse una giustificazione delle pratiche terroristiche la puoi evincere da un’altra mia frase, inserita nel messaggio immediatamente sottostante proprio per non dare adito a sgraditi e sgradevoli equivoci: “Chiarisco una cosa: io dico ciò non perchè ritenga giusto ammazzare dei civili considerati “nemici”, […]”.
Se, al contrario, avessi voluto giustificare quelle pratiche, avrei detto senza mezzi termini: “Chi subisce un’ingiustizia è libero di farsi giustizia da solo come meglio crede, viva la legge del taglione!”… perciò, se non l’ho fatto, significa che quello NON è il mio pensiero.
Semplicemente, volevo aprire una riflessione che portasse ad indagare sulle cause che portano le persone a compiere certe scelte, perchè penso sia ovvio a tutti che c’è differenza tra chi ammazza la gente per il solo, infame gusto di farlo, e chi invece reagisce con la violenza perchè si trova di fronte ad una situazione di sofferenza e di ingiustizia diventata insostenibile, situazione quale ad esempio può essere quella di una madre che vede il proprio bambino stuprato e che per il dolore causato da quell’esperienza decide di ammazzare il pedofilo di suo figlio con le proprie mani dopo che il suddetto pedofilo aveva evitato di andare in galera per via della bravura dei suoi avvocati profumatamente pagati.
Tu dici che “chi vive in una situazione umanamente insostenibile, vuole che questa cosa finisca, non massacrare altri innocenti”, e fondamentalmente è vero! Ma la realtà è composta di vari elementi che si mischiano tra di loro e che creano milioni di situazioni diverse, dove anche il più piccolo dettaglio (Paese, etnia, religione, idea politica, istruzione, qualità della vita) può cambiare lo svolgimento delle cose, sia a livello di esperienza personale che di esperienza collettiva (intesa come cammino intrapreso da un intero popolo). Per cui, in certi contesti di scontro, non c’è da stupirsi di vedere gente disperata che ricorre al terrorismo perchè non sa più cosa fare per avere una minima speranza di riscattarsi e di costruirsi un futuro meno squallido del presente e del passato (e anche qui sottolineo che personalmente comprendo, umanamente parlando, questi sentimenti, pur senza giustificare come accettabili certe azioni che ne derivano). Quel che voglio dire, sic et simpliciter, è che non bisogna fermarsi a guardare le cose che non vanno e puntare il dito su di esse così, soltanto per hobby, bensì bisogna indagare dietro i fenomeni del vivere umano reputati non positivi, quali ad esempio il terrorismo, per capire da cosa derivano, per capire dove è insito il torto iniziale dal quale è scaturita la situazione negativa, ed in base a questo porre rimedio. Volendo fare un paragone con la medicina, si tratta di curare la causa della malattia, e non semplicemente il sintomo. In questo modo, si ha anche una visione più piena e più completa della realtà, e si risolvono i problemi in maniera più giusta ed anche più lungimirante.
p.s.= al contrario di te, io con chi il terrorismo lo ha vissuto non ci ho (ancora?) parlato, fermandomi a fare ricerche personali sul tema (ricerche di apprezzabile successo, devo dire), ma spero di poterlo fare un giorno, e spero di farlo non per brama voyeuristica, ma per la speranza di capirne di più della realtà che ci circonda, anche quella meno felice, ed aggiungere così questo tassello alle mie esperienze di vita.
Mario, se una persona ricorre al terrorismo nella speranza di riscattarsi è perchè è stata indottrinata al falso. Considera una cosa: i movimenti terroristici hanno dei capi supremi che opprimono chiunque sia assoggettato al loro controllo, a partire dai loro stessi adepti. Quindi diciamo che spesso le situazioni che appaiono “senza via di uscita” sono spesso appoggiate e peggiorate dai capi-banda in particolare, che ovviamente sfruttano il tutto a loro vantaggio (non necessariamente personale, ma quantomeno della fede, partito, ideologia che propugnano). Non metto in dubbio che chi viene riempito di balle, magari dalla più tenera infanzia, se le beva e poi si afilii poi a detti movimenti, ma sempre lì siamo, lo ha fatto a causa di: sfruttamento dall’alto di reali problemi, indottrinamento (vero e proprio lavaggio del cervello) basato sulle bugie. Aggiungendo anche che chi prova a protestare viene ucciso. Sgominare il terrorismo infatti vuol dire prima di tutto salvare il singolo che arriverebbe ad affiliarsi, “volontariamente” o a forza.
Per inciso, la situazione della Camorra a Napoli è molto simile: se fin da bambino nasci in un contesto degradato, dove è “il boss” che domina e l’unica via che conosci per uscire da detto contesto che fai? Probabilmente diventi un camorrista. O almeno un omertoso, perchè se protesti, ti sparano.
Gli unici terroristi in irlanda sono gli inglese che per anni ci hanno ucciso. A loro nn importavano chi uccidevano, donne, donne incinta, bimbi erevamo tutti un target.
La camorra e l’IRA nn hanno niente a che vedere uno con l’altro! Ma che dici???? L’IRA lotta per la libertà di un popolo che da oltre 800 anni sono stati sottomessi dagli inglese. La camorra è sporco, vogliono soldi e potere. Noi una lotta onorosa l’abbiamo, la libertà dell’irlanda e gli irlandese!
L’amore (cattolico) vince sempre… 😉
E’ una battuta, ovvio.
Non e’ vero che la stampa italiana non abbia riferito questa notizia: “Avvenire” di oggi la riportava, citando anche il commento del Cardinale Brady: “Se c’erano prove sufficienti per accusarlo (il Chesney) doveva allora essere arrestato e interrogato come chiunque altro”.
La figura del Cardinale non va esente da critiche, ma stavolta la ha detta giusta.
Ad arrestare il Chesney avrebbe dovuto essere La Royal Ulster Constabulary, unionista per definizione, nemica istituzionale dell’ IRA, e composta da uomini non so quanto benevolenti, in cuor loro, verso i cattolici in generale.
Se il Chesney fu lasciato andare in esilio, o non si aveva il minimo elemento per accusarlo, oppure il Governo britannico ritenne che la Chiesa Cattolica irlandese, nel suo complesso, potesse recare un positivo contributo a risolvere la situazione dell’ Ulster. Non dimentichiamo, infatti, che gia’ nel 1969 Papa Paolo VI aveva esortato alla pace, posizione, poi, fermamente ribadita da Giovanni Paolo II nel 1979 nella stessa Irlanda, e certamente non smentita tra l’uno e l’altro appello.
Dunque chi ritiene che in quel caso sia avvenuto qualcosa che non andava bene, dovrebbe prendersela con il Governo inglese dell’epoca.
Ma forse non sbaglierebbe neppure se rivolgesse qualche critica anche a quelli che sono venuti dopo e a quelli che lo avevano preceduto per come e’ stata trattata l’ Irlanda nei secoli. Gia’ … Perche’ non se ne parla mai?
Saluti.
che preti cattolici nell’Ulster abbiano dato “una mano” al movimento di liberazione nazionale contro l’occupazione britannica è risaputo e assolutamente vero. Io stesso ne ho conosciuti un paio quando per ragioni sindacali mi trovavo a Belfast qualche anno fa. Del resto la cosa è vera anche per l’ETA nei Paesi Baschi all’epoca del franchismo. Erano preti che dovevano agire su due fronti: contro il fascismo e di nascosto dalla Chiesa Cattolica che appoggiava Franco (molto attiva con i dotti spirituali della Compagnia di Gesù apologeti del Caudillo assassino…)
E poi che dire di Camilo Torres e del Cura Perez in Colombia?
Certo che la domanda è intrigante: meglio un prete che (di nascosto anche dal Vaticano) aiuta i movimenti popolari di liberazione o il “laico” D’Alema (con i suoi “laici” soci di centrosinistra) che come premier bombarda con l’imperialista NATO i popoli della Jugoslavia e come ministro degli Esteri la popolazione dell’Afghanistan e dell’Iraq ?
beh a dir la verità per noi repubblicani irlandese la chiesa è un nemico come gli inglese. Spesso i preti hanno rifiutato di celebrare i funerali. La nostra guerra nn è mai stato per la religione…….
La Chiesa non coprì un sacerdote coinvolto in un massacro dell’IRA
fonte: http://zenit.org/article-23446?l=italian
Dichiarazione congiunta del Cardinale Brady e del Vescovo di Derry
ARMAGH, mercoledì, 25 agosto 2010 (ZENIT.org).- La Chiesa non ha mai coperto il sacerdote James Chesney nel suo presunto coinvolgimento nell’attentato di Claudy (Londonderry) negli anni Settanta, né si è opposta a che venisse arrestato e interrogato per questo fatto, anche se ciò non è accaduto.
Lo affermano il Cardinale Seán Brady, Arcivescovo di Armagh e primate d’Irlanda, e monsignor Seamus Hegarty, Vescovo di Derry, in un comunicato congiunto diffuso questo martedì, in risposta a un comunicato della polizia dell’Irlanda del Nord in cui si espongono le conclusioni delle nuove indagini sul caso Claudy.
Il 31 luglio 1972, tre autobomba esplosero nella via principale di Claudy, un piccolo paese di circa 1.000 abitanti nella contea di Londonderry (Irlanda del Nord). Morirono 9 persone, tra cui un bambino di nove anni, e varie rimasero ferite.
Anche se nessun gruppo paramilitare rivendicò l’attentato, si sospettò dell’IRA. Secondo un rapporto pubblicato questo martedì dalla polizia dell’Irlanda del Nord (RUC), padre James Chesney, allora parroco a Cullion, fu direttamente coinvolto nel massacro, e già allora si sospettò di lui, anche se non venne mai interrogato o arrestato dalla polizia.
Venne invece interrogato dall’allora Vescovo di Derry, monsignor Neil Farren, e dal suo successore, monsignor Edward Daly, e in entrambi i casi il sacerdote negò la sua partecipazione ai fatti. Venne informato anche il Cardinale William Conway, allora Arcivescovo di Armagh.
Nel 1978 fu deciso il trasferimento di Chesney in una parrocchia della contea di Donegal, dove morì due anni dopo.
Nel loro comunicato di questo martedì, i Vescovi affermano che la Chiesa non ha mai coperto questo caso, ma che questo “avrebbe dovuto essere studiato in modo adeguato e risolto durante la vita di padre Chesney”, e che “se c’erano prove sufficienti che lo collegavano all’attività criminale avrebbe dovuto essere arrestato e interrogato alla prima occasione, come qualsiasi altra persona”.
In questo senso, il comunicato cita uno dei passi del rapporto della polizia, secondo il quale “la Chiesa cattolica, quando è stata informata delle preoccupazioni relative a uno dei suoi sacerdoti, ha interrogato padre Chesney sulle sue presunte attività, che questi ha negato. Nel corso di questa indagine, la RUC non ha trovato prove di intenzione criminale da parte di alcun rappresentante della Chiesa (6.24)”.
In seguito, la Chiesa “ha informato la Segreteria di Stato dei risultati del suo interrogatorio a padre Chesney sulle sue presunte attività. Le azioni del Cardinale Conway o di qualsiasi altra autorità della Chiesa non hanno impedito la possibilità dell’arresto e del successivo interrogatorio di Chesney”, afferma il comunicato dei Vescovi.
Come riconosce lo stesso rapporto della RUC, “si sa che fino al momento della sua morte nel 1980 padre Chesney ‘viaggiava regolarmente attraversando la frontiera, ma non è mai stato arrestato o interrogato, né la RUC ha indagato più a fondo in relazione agli attentati di Claudy o ad altre attività terroristiche’ (6.12)”.
In quegli anni difficili, ricordano i presuli, “la Chiesa cattolica, insieme ad altre Chiese dell’Irlanda del Nord, è stata costante nella sua condanna del male della violenza”.
Per questo “il fatto che un sacerdote fosse sospettato di essere coinvolto in una violenza simile ha un impatto così forte”.
Scoprire la verità
I Vescovi chiedono anche ai fedeli di collaborare nel chiarire chi sia l’autore di quell’attentato, e affermano che le informazioni che la Chiesa aveva su padre Chesney sono già nelle mani della polizia.
L’attentato di Claudy “è stato un crimine orrendo”, sottolinea la nota. “Non possiamo perdere di vista il terribile costo umano di questa atrocità. Nove persone sono morte, tra cui bambini. Molti sono stati feriti”.
“Padre Chesney è morto e, come sospettato dell’attentato di Claudy, è al di là della giustizia dei tribunali umani. E’ chiaro che ci sono state altre persone coinvolte nella pianificazione e nella realizzazione di questa terribile atrocità, e alcune di loro devono essere ancora vive”.
I presuli dichiarano che le vittime “hanno il diritto di sapere la verità”, e per questo rivolgono un appello “a chiunque abbia informazioni collegate a questo crimine orribile, perché le consegnino al Servizio di Polizia dell’Irlanda del Nord”.
“Solo con coraggio potremo affrontare come comunità questi casi dolorosi e fare tutto il possibile per assicurare che le terribili lezioni del passato vengano imparate e fatti simili non tornino a ripetersi”, conclude la dichiarazione.
Il comunicato in inglese è disponibile su http://www.catholicbishops.ie.
Io personalmente a Cardinal Brady mi fiderei poco visto come ha aiutato i pedofili nella chiesa nei anni 70 80 e 90. Una cosa che dovete sapere, in certi circi sociale in irlanda del nord, le voce sono normalmente 99% affidabile. Se dal 1972 in quei circi girano la voce che è stato Chesney allora potete scommettere che è stato Chesney. Se il vaticano ha coperto questo fatto nn è una cosa nuova purtroppo la chiesa irlandese son maestri a coprisi il sederino quando ne hanno combinato tanto guai.
un’aggiornamento sul caso. Sembra che la polizia nn abbia arrestato il prete perche la chiesa li ha promesso che loro avrebbe pensato a punirlo…..
It later transpired that talks between the Catholic Church, the police and the government led to Fr Chesney being moved to a parish in Donegal.
http://www.bbc.co.uk/news/uk-northern-ireland-11091255