Il Tribunale di Milano: “necessari catechismo e messa domenicale”

Il caso del bambino non battezzato e in affido congiunto, che la madre ha deciso di inviare al catechismo nonostante il padre, che si era rivolto al tribunale (cfr. Ultimissima dell’11 luglio) si è conclusa, almeno per ora, con la sconfitta del genitore. La nona sezione civile del tribunale di Milano ha infatto respinto il ricorso, stabilendo che “il catechismo e la partecipazione alla messa domenicale” costituiscono un “percorso formativo di maturazione personale utile e stimolante per socializzare con altri anche nell’apprendimento di quei valori morali e religiosi (solidarietà fraternità uguaglianza condivisione ecc.) che sono universali e radicati nella cultura umana e, comunque, di necessaria conoscenza per effettuare -domani- quelle consapevoli ed autonome scelte personali “di fede” oppure “non confessionali” che lo stesso ricorrente vuole consentire al figlio di compiere”. La corte ha inoltre criticato il padre perchè “non ha indicato alcuna opzione alternativa, di tal che non è possibile alcun giudizio comparativo fra concrete proposte”. Il padre ha preannunciato ricorso.

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127 commenti

Kaworu

se sono universali e radicati nella cultura umana, non dovrebbe esserci bisogno del copyright cattolico.

mi sfugge poi perchè il bambino deve aspettare la maggiore età e conoscenza per scegliere l’ateismo o altro, ma il cattolicesimo glielo si può inculcare anche ora.

del resto, la lombardia è la seconda casa di CL.

Federico

Infatti nessuno ha mai affermato che siano principi di esclusiva pertinenza della Fede cattolica.
La dottrina cattolica in merito afferma altro, ma questo a voi non interessa per cui andiamo oltre.

Se poi c’è un disaccordo tra i genitori,ed essi evidentemente si sono dimostrati incapaci di trovare un accordo, allora ha deciso il tribunale.

Nelle questioni fondamentali le religioni concordano nei principi etici, che nella Bibbia, almeno in prima approssimazione, sono codificate con i dieci comandamenti. E la sentenza fa riferimento a valori morali e religiosi e non a questioni soprannaturali che non sono pertinenza del tribunale.
Se il tribunale poi decretasse che i dieci comandamenti sono sbagliati, per esempio, dovrebbe chiudere e i giudici dovrebbero andarsene a casa.
Quindi il tribunale non può dare torto alla madre.

Il padre ha tutto il diritto, nelle ore in cui sta con il figlio, di impartirgli la sua visione morale. Fare il ricorso non giova di sicuro al bambino.

Kaworu

il bambino se non altro imparerà presto il significato della parola “coerenza”: quello che manca alla madre.

moreno03

Federico è logico che ha voi cattolici piaccia l’imposizione coatta dell’indottrinamento cattolico, ma la cosa ancora più grave è che non emerge che il tribunale abbia chiesto il parere dell’interessato, cioè del bambino, sul fatto se volesse frequentare la messa e il catechismo, ma gli sono praticamente imposto da un tribunale e da mammà

Kaworu

@moreno
come ho detto, da un lato è meglio che al bambino non sia stato chiesto nulla (oltretutto se vive con mamma è assai probabile che l’avrebbe accontentata, volente o nolente per quieto vivere), dato che già si sentirà uno schifo per il fatto che i genitori stanno litigando “a causa sua” (non è così, ma un bambino questo percepisce) in tribunale.

fiertel91

Non avrai altro Dio al di fuori di me. Eh sì, se il Tribunale non lo riconoscesse sarebbe davvero contraddittorio ai principi della nostra società. (Vale anche per “Non pronunciare invano il nome del Signore tuo Dio”, “Onora tuo padre e tua madre”, etc.)

La Chiesa e il Catechismo non insegnano i principi della civile convivenza, ma della religione cattolica. L’educazione può essere insegnata anche al di fuori di attività “concrete”. Il giudice ha negato questo, ed è grave.

Federico

@fiertel: Chiaramnete i primi tre comandamenti costituiscono il lato “esclusivo” della religione prima ebraica e poi cristiana.
Ma non la rappresentano nella sua totalità.

@Kaworu.
Normalmente in un tribunale si ascoltano varie testimonianze prima di emettere sentenze del genere. Le due parti chiamano a testimoniare le persone che ritengono di voler far testimoniare. Ora occorrerebbe leggere gli atti per capire chi ha testimoniato e cosa ha detto. E per capire se il bambino è stato o no interpellato.
Su internet la notizia non risulta, a parte che su alcuni blog di laicisti. Non è disponibile nemmeno il numero della sentenza. Quindi non so come tu possa giungere a tali conclusioni.
Le tue supposizioni poi restano tue ipotesi non confermabili senza poter accedere agli atti.

Kaworu

@federico

non c’è bisogno di conoscere la madre per pensare che una persona che divorzia e manda il figlio a ricevere un’educazione religiosa è per lo meno incoerente (la tua religione dice una cosa, tu ne fai un’altra).

riguardo alle conseguenze sul figlio, si sono supposizioni, mi sembrava ovvio.
ma è assai probabile che ci saranno.
poi se per voi i bambini contano poco, io non posso certo farci molto (contano poco non perchè non vengono interpellati, ma perchè sono tirati in ballo in diatribe tra genitori per questioni di principio). per me contano di più, ma fa niente.
leggendo quel che hai scritto poi, immagino che tu non abbia letto quello che ho scritto io, dato che ho detto che se al bambino non è stato chiesto nulla, è molto meglio.

Gianc

@Kaworu e @fiertel e @moreno

ma perché gli date retta? E’ un trol e come tale va solo ignorato. Tra l’altro: vedere un cattolico che difende una donna, o uomo, divorziata è già abbastanza divertente 🙂

moreno03

Gianc se vai a vedere la precedenza notizia, scoprirai che la donna e il marito erano sposati soltanto in comune, quindi per un cattolico non sono nemmeno sposati ma semplici concubini.

Red Passion

ma non ti vergogni? Si impone la messa ad un bimbo ed un percorso di indottrinamento e a te va bene solo perchè è la tua fede? Per scegliere davvero, non si può prima indottrinare quando si è piccoli e pretendere, quando si è grandi di riflettere con il proprio cervello. Per qualcuno ha funzionato ed è diventato ateo, da grande, per altri, come te no. Non hai potuto scegliere, perchè l’indottrinamento ti ha plasmato in modo definitivo. Non sei libero di scegliere proprio niente, ma sei il prodotto della lavorazione cerebrale della chiesa.

Third Eye

Fai pure la prima, guarda…

Non ha fatto un po’ troppo velocemente il tribunale, dal 11 Luglio già pronunciatosi ora? Qualcuno mi sa dire se è regolare?

Federico

@kavoru. Col “mi sembrava ovvio” si può dire tutto e il contrario di tutto.
@Third Eye. Tutto può essere. Può essere anche che esiste già un fascicolo redatto in precedenza dal tribunale dei minori, e il tribunale civile si è basato su quello.

La notizia è stata diffusa dall’associazione Figli Per Sempre, che difende i diritti dei padri separati (http://www.figlipersempre.org/). Mi sembra di capire che l’associazione difenderebbe il padre anche se lui volesse mandare i figli al catechismo, mentre la madre lo proibisce.

Quindi mi sembra che l’intento di chi ha diffuso la notizia non sembra essere quello di attaccare la scelta religiosa della madre, ma il suo comportamento che non tiene conto della sensibilità del padre.

Ma il tribunale non si è espresso tanto a favore della fede cattolica in generale.
Ha semplicemente detto che le attività inerenti al catechismo possono essere utili al bambino. C’è una parte che completa la notizia che dice che il padre non ha fornito una scelta alternativa. Ora il tribunale non si sostituisce ai genitori. Una è l’opzione; l’opzione non è in contrasto con la pubblica morale, allora l’opzione deve essere ammessa. Se il padre avesse proposto in alternativa qualcos’altro, che contiene anche un insegnamento etico, allora il tribunale avrebbe potuto esprimersi in senso opposto.

Mi sembra che i commenti i su questa notizia non tengano affatto conto di quest’elemento. Ma classifichino l’insegnamento della Chiesa come un qualcosa di sconveniente e immorale. Tale affermazione è falsa.
Per immorale intendo contrario al retto agire.
Quanto la Chiesa afferma alla luce delle scritture e della tradizione è conforme al retto agire.

bardhi

Mi dispiace per il bambino perche non è mai bello che i genitori litigano anche dopo il divorzio per “causa” del bambino, ma detto questo avrei preferito a sapere la decisone della stessa tribunale nel caso che la madre lo volesse mandare in catechismo, con il padre di parere opposta, e la madre non in accordo con la controproposta del parere di mandare il bambino in una medrese, in una “scuola ebraica”, “scuola del ateismo” ect ect ???

moreno03

Federico, non mi pare che sia obbligatorio fornire un’alternativa, dal momento che il catechismo non è normalmente un’attività obbligatoria; fuorché per questo bambino a cui ora il tribunale l’ha fatto diventar tale. Ci sono bambini che non vanno a catechismo e a messa, e non svolgono neppure attività ad essi alternative, eppure nessuno si scandalizza o pensa – a parte i cattolici forse – che cresceranno come bestie privi di valori morali o asociali; quella del tribunale è stata soltanto una forzatura per giustificare un’imposizione di conformismo dal momento che i due genitori erano in contrasto, ma scommetto che se la madre al posto di essere cattolica, come ha già avanzato qualcuno, fosse una convertita a qualche religione minoritaria come i TdG o anche mussulmana, il pronunciamento del tribunale sarebbe stato diametralmente opposto

Federico

Infatti il tribunale non obbliga il bambino ad andare a catechismo.
Dice che il genitore non può opporsi.

Comunque il tribunale ha deciso perchè i genitori si sono rivelati incapaci di giungere a una decisione comune. Non perchè il catechismo è obbligatorio.
Se tra i genitori ci fosse stato un accordo, tale sentenza non avrebbe avuto luogo.

Ora anche dall’intervento che sta giù del padre non si capisce cosa vuole fare il bambino.
Se il bambino vuole, e l’attività non è illegale, il padre non può opporsi, ma almeno proporre un’alternativa.

Io non ho mai detto che se il bambino non va a catechismo cresce privo di valori morali. I valori morali possono anche essere appresi da altre fonti. In primo luogo la famiglia, poi c’è la scuola, lo sport. e così via. E secondo me l’insegnamento religioso riveste una forte importanza in ciò.
Tanto meno penso che un’adeguata formazione porti sempre la persona ad assimilare questi valori.

Quella che se la mamma invece di essere cattolica era un’altra cosa e bla bla bla è come la storiella del nonno che ha 5 palle che si racconta dalle mie parti.

moreno03

E quale accordo si può raggiungere se un genitore vuole e l’altro no: dividono il bambino in due e metà va a catechismo e l’altra no? inventano il semi-catechismo? cerca di non essere ridicolo.
Se i genitori non trovano l’accordo, e per fare una cerca cosa invece serve, il tribunale non può accampare scuse pretestuose e del tutto opinabili come l”utilità per lo sviluppo morale e valoriale”, o la cosa è di assoluta necessità per lo sviluppo del bambino oppure il tribunale non deve prendere parte, anche perché così di fatto ha obbligato il bambino al catechismo dando ragione solo al genitore che lo vuole mandare senza prima aver appurato la sua volontà.

“Quella che se la mamma invece di essere cattolica era un’altra cosa e bla bla bla è come la storiella del nonno che ha 5 palle che si racconta dalle mie parti.” capisco che preferisci negare la realtà, ma non è la prima che in coppie miste cattolico-islamica il tribunale abbia dato ragione guarda caso al genitore di religione cattolica per far fare tutti i sacramenti ai figli. Ma è logico che dove sapete di aver la cosa di paglia vogliate glissare il discorso.

Federico

A proposito del bambino:
Qui non si capisce in effetti quale è la volontà del bambino.
Il padre sempre in questo thread ha scritto le sue ragioni, ma su quello che vuole fare il bambino, neanche da lui nemmeno una riga.
Ora se il bambino vuole andarci a catechismo è giusto che ci vada. Se invece non vuole allora è oggetto di un’atto coercitivo.

Il comunicato dell’associazione che ha difeso la notizia parla di una tipologia di caso che si giudica per la prima volta in italia. Comunque si parla sempre si cause per l’affido dei figli e non ho mai sentito di cause per l’educazione religiosa.

Comunque in ogni caso andrebbe tenuto conto delle aspirazioni dei figli, cosa che, almeno in questa faccenda, sembra che passi totalmente in secondo piano.

Godverdomme

Non puó darsi che abbiano deciso cosí perché la madre é piú importante nell’educazione del figlio? Magari se i voleri delle parti fossero stati al contrario, cioé se il padre fosse stato bigotto e la madre laica, il pargoletto ora potrebbe andare a giocare a pallone o restare a casa a fare ció che piú gli aggrada. Ricorso legittimo proporzionalmente alla reale attenzione che il genitore pone nei confronti del figlio. Riguardo alla “mancanza di alternative”, sicuramente non é colpa del padre in questione. Se effettivamente non c’é niente che venga fatto percepire come valida attivitá pomeridiana a parte la parrocchia, la colpa non é nostra.

gianfranco

ma perchè nn fargli fare il giro di sinagoghe, moschee, cartomanti, bestie di satana fino a 18 anni e poi farlo scegliere?

Sopravvissuto

ma no!
mente sgombra fino all’esame di maturità, poi un bel campo estivo dell’UAAR dove gli si spiega un paio di cosette e gli si da una bibliografia decente sulla quale basare eventuali approfondimenti. Dopo il compimento dei 21 anni può fare quello che vuole.

Magar, bieco illuminista,

Se catechismo&messa costituiscano o meno un “percorso formativo utile e stimolante” per il bambino non dovrebbero deciderlo i tribunali, bensì i genitori (che ad esempio, potrebbero avere da ridire sull’imparzialità del messaggio trasmesso da quei “formatori”…). Mancando in questo caso l’accordo, non dovrebbe essere possibile per uno dei due ex-coniugi decidere “in solitaria” per il percorso formativo.

Mi domando se i giudici avrebbero avuto le stesse parole per un’ipotetica “scuola di partito” per bambini. Per qualche strano caso, inculcare idee politiche ai bimbi è (diffusamente) visto come un’eresia, ma propinare loro brodaglie religiose è reputata cosa perfettamente normale…

Barbara

Cioè, la prospettiva per il futuro data dal giudice è tra: “scelte personali di fede” o “fede non confessionale”? Ma il padre è ateo o cosa? Mancanza di alternative? La scuola, il gioco, lo sport non basta?

Ernesto

Decisioni ingnobilmente disoneste come queste mi ricordano Antonin Scalia quando cerca di convincere i suoi colleghi della Corte Suprema che i riferimenti a Dio nei giuramenti statali e sulle banconote NON sono riferimenti religiosi.

CloroAlClero

Un esempio di magistratura sanamente laica….ma i giudici di Milano non erano comunisti e ostili alle forze del bene (leggi: PDL)?

Adele Orioli

Un altro passo dell’illuminante decisione dei giudici milanesi: “Anche l’insegnamento specifico della dottrina cattolica, così come l’insegnamento di ogni altra disciplina e materia di valenza culturale, non costituisce una imposizione dogmatica, ma la corretta spiegazione di eventi e concetti religiosi, di principi teologici, che arricchisce il bagaglio culturale e umano di ogni individuo”.
Non commento. Anzi, un po’ commento: quale sarebbe la corretta spiegazione che so, dell’immacolata concezione o della transustanziazione? e come è possibile parificare una tematica strettamente religiosa a qualsivoglia altra disciplina? molto ci sarebbe da aggiungere…

POPPER

Cara Adele, mi metto nei panni di quel padre e sono molto preoccupato e arrabbiato, tengo a precisare che il tentativo della CCAR in Polonia di tenere sequestrati nel recinto i bambini battezzati è stato attuato con questa sentenza, è vergognoso e inaccettabile.

Adesso cosa accadrà seconte te? ci sono ancora possibilità di annullare la sentenza?

Adele Orioli

Il genitore ha intenzione di ricorrere in appello, staremo a vedere…

POPPER

Contesto questa sentenza, poiché non rispeccchia il Principio di laicità dello stato, al contrario rispecchia la nuova tendenza a ricattolicizzare tutte le istituzioni e violare in ciò i diritti più elementari del cittadino, avvallando valori teocratici e assoluti, non aperti al contraddittorio culturale e che pesano come mecigni anche in questioni giuridiche e che poi le pagano tutti i cittadini anche quelli che non credono.

Sono amareggiato e posso sono vicino all’amico uarrino il cui figlio è stato sequestrato dalla religione di stato fatta sentenza giuridica confessionalista.

POPPER

Anzi dirò di più sono molto inc…ato…e non mi capacito di questa sentenza confessionalista, sono molto arrabbiato e molto preoccupato.

libero

Le imposizioni provocano reazioni contrarie, in Russia c’è un ritorno alla religione perché era praticamente proibita, invece in Francia il catolicesimo è in via di estinzione, prova questa che la laicità vera è meglio dell’ateismo di stato per cambiare la società.

Dalila

Del tutto d’accordo con te, Popper.
Questa sentenza puzza di regime teocratico in cui il catechismo si rende garante unico di valori non meglio specificati ed indipendenti da qualsiasi fede.
Questa almeno sarebbe la linea di condotta di un vero paese laico, ove la libertà religiosa esiste davvero.
Questo monopolio cattolico deve finire.

Alessandro Bruzzone

Delirio puro. Un percorso formativo non ha niente a che vedere con la sottomissione ai dogmi di una religione specifica.

fab

Mi piacerebbe sentire il parere tecnico di Luigi Tosti.

Comunque, se quei “giudici” sperano di invertire il presente corso della storia con ‘ste miserie, si illudono non poco.

Manuele

Leggendo prima il sito Riscossa Cristiana,non ho trovato parole di fratellanza,solidarieta’,ugualianza…

Kaworu

mi auguro che come prima cosa impari quello che la chiesa pensa di divorziati e conviventi.

giusto per far due domandine alla madre

Fabio FLX

Potrebbero dire qualcosa come “i tuoi genitori sbagliano ma dio è buono e li perdona”. Lo so che è un messaggio contraddittorio, ma da quando in qua i messaggi della chiesa cercano di non esserlo?

Raskolnikov

Ditemi che si tratta d’una vecchia storia risalente al ottocento…

FSMosconi

Scommetto che il figlio non l’hanno neanche ascoltato…

Kaworu

non è così facile tirare in ballo il bambino in una situazione del genere.

si rischia semplicemente di dare vita a un sacco di sensi di colpa verso i genitori (probabilmente tenderebbe a decidere “pro” quello che vuole il genitore con cui vive).

non che i sensi di colpa non siano già stati messi in moto con questo ridicolo teatrino…

scommetto quel che volete che si sente già colpevole della lite tra mamma e papà.

andrea

chissa come sarebbe stato il verdetto nel caso la madre fosse stata muaulmana…

Cassandra testarda

Sentenza discutibile , piena di contraddizioni e viziata da una visione assolutamente di parte, poichè attribuisce validità educativa esclusiva ai contenuti di una religione, che si basa tra l’altro su misteri difficili da spiegare e dogmi arcaici, accettabili solo per fede personale. Dubito che un tribunale di uno Stato democratico e laico per Costituzione possa obbligare qualcuno, tanto più se minorenne, ad andare a messa o seguire il catechismo, se uno dei genitori non è d’accordo. I valori morali di solidarietà, fratellanza ecc. possono essere insegnati benissimo anche al di fuori di una religione. E peraltro, non è affatto assodato che chi ha avuto un insegnamento religioso poi abbia avuto una corretta formazione e maturazione e sappia o voglia mettere in pratica i valori morali, di onestà, solidarietà, fratellanza. Basti vedere gli esempi negativi che vengono da tanti cattolici dichiarati e pure tra gli ecclesiastici. .
Il problema vero viene purtroppo dal condizionamento sociale- ambientale che , in Italia, soprattutto nelle località di provincia, fa sì che chi vuol dare un’educazione laica e libera da imposizioni religiosa ai propri figli si trova isolato, come isolati e segnati a dito dai compagni si trovano i figli. Per cui in genere si finisce per adeguarsi e far quello che fan tutti.
Se anche il ricorso di quel padre non avrà successo, l’unica alternativa per lui , e credo sia un suo diritto, è far conoscere al ragazzo che ci sono altri modi di impostare la propria vita spirituale e morale, abituarlo a ragionare e a dubitare. Del resto, già la situazione di separazione dei genitori (in contraddizione con le regole del cattolicesimo) lo pone nella necessità di capire e accettare (probabilmente anche con sofferenza) modi diversi di pensare e vivere.

libero

Io avrei obiettato al giudice che l’educazione religiosa cattolica è contro i preservativi e quindi espone a rischi per la propria salute e quella della società, pertantol’educazione cattolica non è adatta ad una società civile ed evoluta, nè alla salute morale e materiale dei bambini.

Paul Manoni

Ottima osservazione libero! 😉
Sarebbe stato opportuno, stilare una bella lista delle cose che in qualche modo irretiscono la CCAR, o in cui la CCAR e’ in qualche modo contraria.
Giusto per far prendere nota ai giudici sordi e ciechi, che non e’ tutto oro quello che luccica. 😉

Lukino

Se la madre vuole mandare il figlio a catechismo, perchè mai il padre dovrebbe poterlo impedire? Semmai chieda di poter passare più tempo con lui, per spiegargli quanto stupida sia la dottrina che gli viene propinata. Impedire il catechismo per intercessione del tribunale sarebbe una prevaricazione pari a quelle che tanto sbraitiamo (e sottolineo il NOI) per eliminare!

Insomma, se il padre volesse iscrivere il figlio a calcio, suppongo sarebbe logico che la madre opponendosi dovrebbe almeno portare un’alternativa, chessò, la pallavolo, e spiegare chiaramente perchè preferirla.

Poi qualcuno dirà che tra lo sport e la religione ce ne corre, tirando fuori un dicorso logico sul perchè si debbano usare due pesi e due misure solo per quello che interessa a noi…

POPPER

Caro Lukino, forse non ti è chiaro o non hai letto bene, ma è il tribunale ad avere imposto l’indottrinamento a suo figlio, ovviamente la madre sarei curioso di sentirla se è soddisfatta e il figlio soprattutto se è contento.

Lukino, non è il padre che vuole tramite il tribunale impedire al figlio di andare a catechesi ma è il tribunale che ve lo vuole mandare per forza. Capisci la differenza? Perchè altrimenti, rileggiti tutto e ne riparleremo.

Luca

caro Popper, testualmente:”che la madre ha deciso di inviare al catechismo nonostante il padre, che si era rivolto al tribunale”
Dunque i miei presupposti e la mia opinione rimangono invariati.

nightshade90

il bambino però è contrario ad andare a catechismo. quondi la ragione vorbbe che fosse lui a decidere, in caso di disaccordo tra i genitori. ed invece la madre ed il tribunale se ne sono sbattutti della sua contrarietà.

Flavio

Perche’ i genitori dovrebbero concordare sull’educazione da dare al figlio. Se ci fosse un disaccordo irreparabile sulla pallavolo potrebbero chiedere a un giudice di decidere. Niente due pesi e due misure.

Luca

ma visto che in questo caso NON concordano, non è più giusto fornire al pargolo entrambe le versioni e lasciare che sia lui a decidere ?

nightshade90

e difatti il pargolo ha deciso che non voleva andarci. la madre se ne è sbattuta e ha ricorso al giudice. che parimenti se ne è fregato della volontà del bambino.

#Aldo#

Questo mi fa venire una voglia matta di comprarmi una cassa di corani, bibbie, talmud e altri testi “sacri” che neanche conosco e usarli al posto della carbonella per fare una bella braciolata tra amici. Siete tutti (virtualmente!) invitati.

Nietzsche

Ray Bradbury disse:
“chi comincia col bruciare libri finisce bruciando persone…”

#Aldo#

Nietzsche, una volta procurato il combustibile, con cosa credi che le farei, le braciole? 🙂

MEVI

Mi ricorda un po la mia situazione – ogni tanto litigo con il marito,lui vuole che il bambino ricevesse l’educazione religiosa 🙁 …

POPPER

Se non sono troppo indiscreto, avete chiesto a vostro figlio cosa vuole lui? Quanti anni ha se posso permettermi? Comunque è meglio che discutiate tra voi tenendo conto dei sentimenti che ha per voi vostro figlio più che per mandarlo o no a catechismo.

Vo sentite che i sentimenti per voi sono al centro del cuore di vostro figlio, l’educazione deve basarsi su questo per ora e il vostro figlio deve formarsi un carattere che in futuro deve gestirsi autonomamante e assumersi le conseguenze delle proprie scelte, ma per arrivare a ciò, voi ora dovreste accantonare alcune divergenze, mettervi d’accordo su ciò che più vi unisce nell’educare vostro figlio.

Faccia capire a suo marito che lo scopo dell’educazione non è l’indottrinamento da parte di una fonte religioso, ma il crescerlo per metterlo in grado di affrontare le scelte del futuro, quindi, la disciplina giusta forgia il carattere ma la dottrina cattolica non ha questo scopo, perchè il concetto di carattere che ha il cattolicesimo oggi è “in ginocchio e in atteggiamento a sua volta di metetre in ginocchio altri”, è un circolo vizioso che dura da quando c’è l’educazione religiosa nelle famiglie cristiane, perchè esse non discutano mai la pastorale familiare del papa, quindi, indottrinamento delle nuove generazioni perchè siano pecore da tosare e siano a loro volta tosatori della propria prole.

Faccia quello che può, ma lo faccia coraggiosamente e senza cedere sull’importanza della dignità che deve avere suo figlio davanti a chi lo vorrebbe inginocchiato davanti a dio, davanti al nulla.

MEVI

E ancora troppo piccolo,ha solo 1 anno.Pero fa lo stesso,i genitori di lui sono molto religiosi e secondo loro (vogliono comandare) il bambino gia deve essere portato in chiesa

#Aldo#

Se proprio educazione religiosa deve essere, almeno fatevela da voi, non appoggiatevi ad un’istituzione. I genitori siete voi, non un estraneo del quale non sapete praticamente nulla e che solitamente non ha alcuna qualifica che ne garantisca le capacità di rapportarsi con dei bambini. (questo punto non viene quasi mai preso in considerazione: per insegnare nella scuola occorre superare fior di concorsi e dimostrare di possedere determinati requisiti; ai catechisti quali qualifiche vengono richieste?)

Fabio FLX

Queste storie di persone che vogliono far seguire un percorso religioso al figlio prima che lui sappia scegliere in maniera indipendente mi fanno a dir poco arrabbiare.
Dico arrabbiare perché dovrebbe essere ovvio che l’indottrinamento lo fanno ai bambini solo per forgiarne le coscienze, visto che difficilmente un adulto si mette a credere a delle favolette raccontate per di più da gente in maschera.
Già solo questo dovrebbe essere sufficiente a negare la possibilità di seguire un percorso religioso in caso in cui almeno uno dei due tutori – normalmente genitori – siano in disaccordo, e non al contrario come ha fatto questo tribunale moralmente corrotto.

Alessio Mameli

A mio avviso il padre ha completamente ragione: nessuno ha il diritto di inculcare stupidaggini nella testa dei bambini. Il Catechismo non serve a niente, visto che si basa su cose non dimostrabili e prive di senso. Dovrebbe essere vietato l’indottrinamento religioso dei minorenni.

Del resto, vi parrebbe sensato mandare bambini al corso di comunismo o a quello di ateismo? e allora non va bene neanche quello di cattolicesimo o di islamismo.

Se l’individuo, crescendo, sentirà bisogno di qualcosa di trascendentale, si avvicinerà volontariamente a una religione, ma non può sussistere NECESSITA’ del catechismo, dato che semmai esiste la CONTINGENZA del catechismo, come per l’indottrinamento relativo a qualsiasi religione e ideologia.

I valori di civile convivenza li devono impartire la Famiglia e lo Stato operando in singergia!!! la civile convivenza, l’educazione alla cittadinanza va fatta a prescindere dall’esistenza di una divinità!!!

Questo mio intervento contro il catechismo imposto ai minorenni vale per qualsiasi religione; io sono anche contrario alle scuole private di matrice religiosa, e non vedo di buon occhio le madrase (in cui i bambini sono costretti a imparare a memoria il Corano).

The Best Emmia

Ma che schifo. Notare che una sentenza, quindi lo Stato in nome del Popolo Italiano, stabilisce la bontà dei dogmi cattolici.

Maurizio_ds

Sentenza assolutamente contestabile, discutibile e non condivisibile. Che il catechismo e la messa siano necessari alla formazione di un bambino è una pura opinione non suffragata da nulla; tanto è vero che ci sono bambini che non frequentano chiese e messe e crescono benissimo.
D’altra parte la tendenza in questo tipo di cause è dare ragione alla madre a prescindere, anche quando dice fesserie. Speriamo che il padre faccia ricorso (l’UAAR non potrebbe aiutarlo?)

#Aldo#

Una concreta proposta sarebbe potuta essere semplicemente portarlo con sè in delle belle uscite in bici nel corso dele quali fare lunghe chiacchierate tra genitore e figlio. Una soluzione “diretta” di questo genere dovrebbe essere considerata almeno altrettanto degna di qualsiasi soluzione delegata, tipo quella del catechismo (che in effetti molte volte si riduce ad uno “sbolognamento” dei figli per “liberare” qualche ora dei genitori meno presenti, e sono tanti). Ma forse una soluzione tanto lineare ed autonoma non è al passo con il nostro tempo, che ci vuole tutti intruppati, omologati ed “istituzionalizzati”. Il “fai da te” non rende, per cui non è più un gran che apprezzato.

Tommaso W.

Ma se la madre fosse stata mussulmana e avesse deciso di avviare il pargolo alla

Scuol,a Coranica ??????????

nightshade90

ovviamente il giudice avrebbe dato ragione al padre. o ingenuamente pensavi ancora che il cristianesimo davanti alla legge non fosse “più uguale degli altri”?
benvenuto sulla Terra, nel distretto della repubblica delle banane, patria dell’ipocrisia e dei due pesi e due misure.

Alfonso

Spero che qualcuno cominci a rendersi conto che ricorrere ad un tribunale italiano è come rivolgersi alla stanta inquisizione. Non è un esagerazione, è la realtà e gli esempi sono talmente tanti (vedi casi Luigi Tosti). Non sono un avvocato, quindi non ne sono certo, ma se non ricordo male le sentenze poi fanno giurisprudenza….. a tutto vantaggio del vaticano. Infine, in riferimento a questo caso specifico, ritengo che sia stato dettato da azioni isteriche da parte di entrambi i genitori; campione adeguatamente rappresentativo di coppie in guerra che troppo spesso utilizzano come arma i figli indifesi, uniche e vere vittime delle paranoie di genitori irresponsabili.

Nietzsche

Le sentenze fanno giurisprudenza in America, non in Italia…

Painkiller

Se la madre fosse stata una mussulmana che avesse voluto mandare il figlio ai corsi in moschea oppure una wiccana che voleva far studiare “fatinologia” al figlio scommettiamo che la sentenza sarebbe stata diametralmente opposta?

Federico Tonizzo

“percorso formativo di maturazione personale utile e stimolante per socializzare con altri”: per queste cose la religione non serve!!!
“anche nell’apprendimento di quei valori morali e religiosi (solidarietà fraternità uguaglianza condivisione ecc.) che sono universali e radicati nella cultura umana” Questa è una bugia colossale!!! Quando mai nel catechismo si insegnano “solidarietà fraternità uguaglianza condivisione”? Al catechismo si insegna solo “Non fare questo, non fare quello, vai a messa, ecc.”), infatti quelli sono “valori” che uno impara o non impara – a seconda delle persone che frequenta – nella vita fuori dalla chiesa. Il clero stesso NON si comporta secondo quei valori!!!
Infine, come è stato già detto da Kaworu all’inizio, se quei valori fossero universali e radicati nella cultura umana non occorrerebbe impararli in alcuna scuola o chiesa.
SENTENZA VOMITEVOLE, FALSA E ANTI-LAICA, ANTICOSTITUZIONALE PERCHE’ CONTRARIA ALLA “LIBERTA’ DI PENSIERO”!!! Ma il catechismo stesso agisce in senso contrario alla libertà di pensiero, perchè tenta di condizionare le persone fin dall’infanzia (fortunatamente senza riuscirci molto, ultimamente).
Infine: e se quel bambino si imbattesse in un prete pedofilo, la madre cambierebbe poi idea?

Sal

Alla 9a sez.penale di milano si sono dimenticati la laicità dello stato ma non è una novità che quella categoria è ormai fuoi di testa. Ha deliri di onnipotenza e crede di essere ormai assisa sull’alto dei cieli disponendo a suo gradimento se le donne con i jeans possono essere palpate perchè provocanti e altre sottigliezze di tipo talebano.
Potrebbero andare a lavorare in Iran, non c’è una sezione distaccata in trasferta ? Si troverebbero bene così abituati ad essere tappeto dei religiosi.

Io ero Sai

“(solidarietà fraternità uguaglianza condivisione ecc.)”
Eh si, tutto questo te lo insegna il cattolicesimo! Ma va…

Ma poi un cristiano può fare il giudice? Dove va a finire il “non giudicare se non vuoi essere giudicato”?

Andrea

“Io avrei obiettato al giudice che l’educazione religiosa cattolica è contro i preservativi e quindi espone a rischi per la propria salute e quella della società”

A dire la verità, pare che chi espone la salute individuale e pubblica a pericoli sia chi propaganda il preservativo come “sesso sicuro”, quando invece sicuro non è.

Kaworu

si vabbè ma andrea è uno che crede ai disastri naturali come castigo divino…

devi anche capire

faber

Io penso che gli anatemi periodici contro il preservativo siano esemplari della strategia su cui da millenni si basa l’autorità morale della CCAR (ma più in generale delle religioni del “peccato”): tutto ciò che è piacere è peccato! Questo porta ad una doppia reazione: coloro che si chinano all’invettiva dogmatica anti-edonistica saranno eterni infelici e frustrati, alla ricerca di quella felicità eterna che spudoratamente le religioni continuano a promettere. Dall’altro la maggioranza eternamente perseguitata dal senso di colpa per aver semplicemente amato la propria umanità e che in base a tale senso di colpa sarà propensa a cedere parte della propria indipendenza morale pur di espiarlo. Questo meccanismo però ha un importante prerequisito: per funzionare bisogna inculcare la mentalità della rinuncia (ben diversa e da non confondere con quella del sacrificio) a botte di catechismo, sermoni e lavaggi del cervello vari. Nel frattempo le gerarchie si sollazzano in mezzo agli ori e ai piaceri più vari!

busta

La cosa triste è che dei genitori non siano in grado autonomamente e senza infrastrutture religiose di attuare un “percorso formativo di maturazione personale utile e stimolante per socializzare con altri anche nell’apprendimento di quei valori morali e religiosi (solidarietà fraternità uguaglianza condivisione ecc.) che sono universali e radicati”.
Se davvero sono così incapaci, vi dirò… o li tolgano ai genitori o benvenga anche il catechismo se è in grado di farlo, perché di bambini e ragazzini privi dei valori morali di cui sopra ne vedo troppi per le strade del mio quartiere.

Soqquadro

Ma in mancanza di accordo tra i genitori, la logica non vorrebbe che ognuno dei due, personalmente, senza intromissioni esterne? In più, catechismo, messa…. e come la mettiamo con i sacramenti? Speriamo nel ricorso in appello, ma da come conosco la Lombardia, c’è poco da sperare.

Busarasca

Cari amici, sono il papà del bambino in questione. Sono stato informato del dibattito e vorrei, pacatamente, puntualizzare alcune cose:
1- mia moglie, finchè ci siamo frequentati, non era credente e, per certo, anche ora non è praticante e non frequenta tuttora la Chiesa. Il suo atto è stato semplicemente una ripicca verso di me che sono ancora meno credente di lei. In tribunale ha recitato la scena della donna devota e i giudici hanno abboccato come alla pesca sportiva.
2- nesun teste è stato sentito dai giudici ma neppure c’era la necessità di sentirlo: lo Stato è -come dimostrano molte sentenze di cassazione- aconfessionale e non dovrebbe privilegiare nessun credo rispetto ad altri punti di vista.
3-Il collegio ha, secondo me scientemente, travisato la frequenza dell’ora di catechismo del mercoledì con il fatto che io volessi (cosa falsissima) impedire al bambino di entrare in oratorio.
4- le nozioni su Gesù e il cristianesimo vengono ricevute comunque nell’ora di religione cattolica che viene svolta a scuola e cui non mi sono mai opposto. gesù e il cristianesimo non mi fanno paura e fanno parte del nostro bagaglio culturale.
5-Il giudice relatore ha dimostrato dalla prima frase di essere fervente cattolico e non ha saputo spogliarsi del credo nella veste di gidice laico di uno stato aconfessionale (vi risparmio le frasi perché stentereste a credervi)
6-La conseguenza è che io sarò autorizzato a fare vedere con energia le cose al bambino da un altro punto di vista anche se non credo che ciò gioverà molto. Finora mi ero astenuto. ma se questo è l’interesse del minore…così sia. CONTROINFORMAZIONE!
7-Premesso che in appello questa sentenza a dir poco ridicola nelle motivazioni (chi va all’oratorio non sta davanti al pc…sic!) non potrà essere confermata così com’è, credo di avere avuto contro prima ancora che la religione cattolica il fatto di essere padre. I tribunali italiani sono sessualmente discriminanti. Chi vi è entrato come padre sa cosa intendo. Comunque andremo avanti: ora della cassazione probabilmente miofiglio sarà giaà stato…cresimato contro il volere del genitore ma voglio vivere nel mio Paese convinto di non essere in Iran..
PS: NON E’ UNA LOTTA DI CREDI O RELIGIONI: TANTI AMICI MIEI, CHE SONO TEOLOGI O INSEGNANTI DI CATECHISMO O FERVENTI CREDENTI MI HANNO ESPRESSO SOLIDARIETA’ CRITICANDO LA SENTENZA DI PRIMO GRADO.

Busarasca

ah, dimenticavo: mi hanno condannato pure a pagare, oltre al mio legale, anche 1500 euro più spese accessorie!!

SilviaBO

Adesso bisognerebbe sentire anche l’altra campana.
Ma possibile che siate dovuti arrivare a questo? Per il bene di vostro figlio, non avreste potuto trovare un compromesso? Non è colpa sua se non andate più d’accordo e non è giusto che sia lui a pagarne le conseguenze.
E’ vero che i padri sono una parte debole nel divorzio, ma una parte ancora più debole sono i figli.

Soqquadro

SilviaBo, tra FARE o NON FARE una cosa (una qualunque), non c’è un compromesso. O la si fa, o non la si fa.
Una cosa che poteva essere vista come compromesso direi che era già l’IRC che il bambino frequenta regolarmente a scuola (a parer mio lo è, “fosse mio figlio” non la farebbe)

SilviaBO

Ma qui la religione era solo un pretesto. Su quante altre questioni, anche ben più serie, litigheranno? E chi ne farà le spese?

nightshade90

in caso di dubbio su queste questioni, il comportamento ragionevole sarebbe far decidere al figlio. da quanto ho capito il figlio non aveva intenzione di frequentare il catechismo. la madre se ne è fregata. quindi mi pare che sia stata lei a rendere impossibile il compromesso.

Federico

Suo figlio quanti anni ha?
Le ha chiesto a suo figlio cosa ne pensa di fare o non fare la cresima?
In merito alle attività che svolge in oratorio, lei ha un dialogo con suo figlio, e le racconta di ciò che svolge li?

Se suo figlio non vuole fare la cresima, lei può parlarne con il sacerdote, spiegando la situazione e vedere come si comporta il sacerdote.
Se suo figlio vuole fare la cresima, allora che la faccia.

Soqquadro

Caro Busarasca, permettimi di contraddirti sulla questione. Non sei stato discriminato in quanto padre, ma in quanto non cattolico: mi è capitato di vedere qualcosa di simile al tuo caso, a ruoli invertiti… Se fossi stato un buon devoto cattolico (o presunto tale), avresti trovato un buon codazzo di addetti ai lavori a tuo sostegno anche se come padre fossi stato una bestia e la mamma sarebbe stata “messa in croce” a ogni piè sospinto (indipendetemente).
Ma, scusa, la “formazione” è una cosa, ma almeno i sacramenti non dovrebbero essere sospesi? Almeno finchè siete in Tribunale… o no?

Busarasca

Così stanno le cose… a Messa il bambino ce lo portano i nonni materni… non credo di avere detto niente di rabbioso, o gonfio di acredine nei confronti della ex… per completezza aggiungo (anche se non ha nessuna valenza giuridica) che il prete mi ha detto che, pur potendolo fare, personalmente non se la sente di procedere al Battesimo forzato contro la volontà del padre.

Dalila

Paradossalmente il prete si è dimostrato uomo di buon senso, forse più del giudice.
Complice anche il diritto ecclesiastico (almeno credo, lo dico da non giurista).

Soqquadro

No, non l’hai detto. Ho fatto solo un esempio pratico che ho visto.
Ma quindi, il bambino legalmente potrebbe ricevere i sacramenti anche se siete ancora in tribunale per autorizzarli/bloccarli? Ma non ha alcun senso. :-O

Busarasca

Nessun tribunale può bloccare un sacramento. Per via giudiziaria si può solo bloccare il percorso di formazione che conduce al battesimo.

moreno03

Bisogna vedere tuo figlio che cosa vuole fare, non credo che possano battezzarlo, cresimarlo eccetera, se lui non vuole ricevere tali sacramenti, perché ho viene costretto con l’intimidazione a dare il suo “assenso”, oppure non penso che possano comunque andare contro la sua volontà. I nonni potranno anche costringerlo ad andare a messa e a catechismo parcheggiandolo là, ma non a ricevere i sacramenti.

moreno03

PS una cosa è certa: se si trattasse di un’altra religione il tribunale avrebbe senz’altro dato torto alla madre, la discriminazione su base religiosa nei tribunali batte persino quella per sesso.

Soqquadro

Speriamo che l’appello ribalti le cose. Ma temo dovrai arrivare alla CEDU, saremmo l’unico Paese Occidentale con un battesimo imposto da un tribunale civile. Poi potranno mandarci a fare la Comunità Della Sana Laicità con l’Egitto e la Siria.

Alfonso

Il crocefisso nei tribunali ed in tutti i lughi pubblici altro non è che un mònito per tutti coloro che osano mettersi contro la chiesa cattolica: gli fanno fare la fine di Gesù!

stefano f.

direi che commentare una notizia simile sia impossibile…i bambini hanno diritto ad una istruzione laica e imparziale mentre (come insegnava quel cattivaccio di Rousseau) e dovrebbero accostarsi alla religione solo da adulti, e spontanemente, senza essere indotti a freqeuntare chiese e simili dagli adulti, ma ormai chi lo legge Rousseau? e chi insegna i valori della laicità qui in vaticalia…

tonii

sentenza mostruosa. evidentemente i giudici usano il loro potere per imporre la loro fetida religione.

MetaLocX

Hanno la verità assoluta in tasca, sanno cosa è meglio per il prossimo e ritengono che questo gli dia il diritto di imporre la propria volontà su tutti.
Hanno gioco facile: il credo (dicono loro…) non si domostra.

Gigi

“solidarietà fraternità uguaglianza…”
andateglielo a raccontare a Welby…

gero

Io sono convinto che i primi educatori sono i genitori. Quindi danno quell’educazione che intendono impartire secondo ls loro coscienza. In questo caso i genitori sono divisi. Prevale a mio avviso il parere del bambino allorchè abbia raggiunto l’uso di ragione: prima elementare. Che sia per i sacramenti, che sia per il rifiuto degli stessi.

Kaworu

ah quindi per te dalla prima elementare un bambino può obiettivamente decidere per sé stesso?

Tizio

Beh sì, a me da piccolo han detto “vuoi fare come ti pare o te lo vuoi far dire da un prete?” e io ho scelto, e tuttora sono incorreggibile, faccio quello che mi pare… che fottuto senzadio!

Paolo

Secondo me se i genitori sono divisi l’unica è far decidere al genitore che convive col bambino.
Che invece il tribunale si permetta di dire che il catechismo e la messa fanno maturare e apprendere i principi morali lo trovo aberrante. Sembra di tornare agli anni ’50 quando la Cassazione sentenziava che l’ateismo era un “disordine morale”.

Sandra

In grado di decidere dalla prima elementare? Caspita, fai concorrenza all’ormai sciolto partito cosiddetto dei pedofili: nel loro programma c’era tra l’altro il diritto dei bambini di scegliere con quale genitore vivere in caso di divorzio e quale scuola frequentare, pero’ dopo i 12 anni!
A 6 anni ce ne sono che non sanno nemmeno allacciarsi le scarpe, e tu pensi che possano decidere sui sacramenti, per di piu’ prendendo la parti di un genitore contro l’altro! E’ un bambino, non si puo’ scaricare su di lui la responsabilità di una decisione che non gli compete.

moreno03

Certo che rimango allibito quanto vedo adulti giudicare i bambini dei subumani incapaci di decidere

Tizio

“percorso formativo di maturazione personale”, e che c’entra col catechismo?

Mah, meno male che sono anarchico e i tribunali li considero l’ennesimo luogo di culto per la religione-Legge.

maxalber

Busarasca scrive:
8 settembre 2010 alle 9:45

5-Il giudice relatore ha dimostrato dalla prima frase di essere fervente cattolico e non ha saputo spogliarsi del credo nella veste di gidice laico di uno stato aconfessionale (vi risparmio le frasi perché stentereste a credervi)

Non stento a crederci.
Io da tempo ritengo che esista una categoria di persone che fanno parte del pubblico impiego (giudici, insegnanti, politici, giornalisti, ecc.) e che agiscono come infiltrati.
In pratica come *quinta colonna* di una potenza straniera, che operano non per servire le leggi e le regole il loro paese (che spesso per primi calpestano), ma nell’interesse di uno stato straniero (indovina quale…).

Questo è uno di quei casi in cui il giudice non ha saputo operare silenziosamente, come avviene molto spesso, ma ha clamorosamente dimostrato il suo status di “traditore della costituzione” e della laicità che ne è principio supremo.

marco

“percorso formativo di maturazione personale” che tradotto in cristiano vuol dire mettere in ginocchio un bambino davanti a una miseria criminale messa in croce? Se non è malattia patologica questa…..

StefanoM

nell’apprendimento di quei valori morali e religiosi (solidarietà fraternità uguaglianza condivisione ecc.) che sono universali e radicati nella cultura umana e, comunque, di necessaria conoscenza per effettuare -domani- quelle consapevoli ed autonome scelte personali

—-TRADUZIONE—-

nell’ insegnamento forzato di valori in cui noi crediamo o siamo stati obbligati a credere alla tua età (solidarietà solo tra di noi, fraternità solo tra di noi, uguaglianza solo tra di noi, condivisione solo tra di noi, ecc.) che dovrebbero essere e diverranno universali e radicati nella cultura umana con tutti i mezzi leciti e illeciti e, comunque, di necessaria conoscenza perchè tu possa effettuare -domani- quelle inconsapevoli e non-autonome scelte personali che noi vogliamo tu faccia. Amen.

Spero vivamente che qualcuno mi dica che ho torto ^^

POPPER

ecco, bravo, StefanoM, adesso è molto più chiaro ed esplicito, girargli intorno come han fatto i giudici, serve solo a Ravasi come idea per il suo cortile dei gentili o atei devoti.

Soqquadro

Beh, io a tanti cattolici tiepidi del “io gli faccio fare i sacramenti, poi da grande fa quel che vuole”, ho chiesto semplicemente “ma visto che una volta fatto, è fatto, non è meglio se tu prima semplicemente gli spieghi, e una volta che è grande, fa direttamente quello che vuole, cioè si battezza o no, a seconda?”. Risposta ingenuamente sconcertante e sincera: “eh, ma poi così da grande mica li farebbe più”. Ops-

Angelo

La sentenza è semplicemente ridicola ed è specchio di una mentalità satura di pregiudizi derivanti (che novità!?) dalla religione. Nelle istituzioni c’è di sicuro chi ha ricevuto “educazione” cattolica e penso sia impossibile che non ne sia influenzato, o quantomeno non si può garantire che non lo sia. Come si può pensare quindi che un giudizio possa essere imparziale, con queste premesse? Poi sembra che chissà cosa combinerebbero ‘sti bambini se non venissero “educati”… Secondo me, se sono a contatto con egoismo, discriminazione, moralità preistorica è solo colpa della stessa “educazione” di stampo assolutista tramandata da secoli (o millenni), che molti ancora cercano di impartire, con il sostegno di “chierichetti di alto rango”. Riportare l’educazione a livello “umano”, comprendere e rispettare senza giudicare in nome di canoni assoluti potrebbe (sempre a mio parere) liberarci e restituirci la dignità che “dio ci ha rubato”.

RobertoV

La gente è talmente imbevuta della retorica e propaganda della chiesa che da per scontato che il catechismo abbia una valenza comunque positiva o al limite innocua, ma non è così. In realtà rappresenta l’indottrinamento dei ragazzi, la loro etichettatura, ed infatti ogni religione ci tiene ad avere il proprio insegnamento perché sa quanto sia importante l’imprinting culturale per legare le persone alla propria religione. Non riescono neanche a considerarsi fratelli tra cristiani, figuriamoci con gli altri. Basta vedere quanta antipatia e insofferenza ci sia tra protestanti e cattolici (l’abbiamo vista anche in diversi interventi qui), ma anche l’avversione (intolleranza) contro chi non è allineato con la gerarchia dominante tra i cattolici come nel caso di Noi siamo chiesa o di alcune uscite del cardinale Martini. Il catechismo insegna una logica di gruppo, che deve essere obbediente alla gerarchia dominante ed il concetto di obbedienza e di Autorità è un concetto militare, di chi non deve porsi domande perché altri gli dicono cosa credere e fare. Ed i cosiddetti valori non sono universali neanche tra i cristiani, abbiamo visto le notevoli differenze coi Valdesi, ma anche coi luterani: per esempio il vescovo tedesco donna Margot Kaessmann nel dialogo ecumenico ha parlato in una chiesa cattolica della sessualità e della pillola anticoncezionale come di “un dono di dio” suscitando le veementi reazioni della gerarchia cattolica per i quali l’argomento è tabu. Quindi ai ragazzi, in un’età dove non hanno i mezzi per comprendere, vengono inculcati i tabu cattolici e sensi di colpa (creando una dipendenza verso la chiesa che poi si offre come tramite per alleviarli). Vengono instillate paure nella mente di bambini sensibili, meccanismo educativo tipico delle religioni: paure di dio, della chiesa, del peccato, di cui faranno fatica a liberarsi in età adulta. Verrà instillato tutta la struttura superstiziosa di devozione a santi, madonne, miracoli, alimentando tale commercio. Viene instillato in modo acritico, retorico e ripetuto fino alla nausea che la chiesa è buona, la chiesa fa del bene, che essere credenti sia una cosa positiva, che la loro religione è amore (anche Berlusconi dice di non odiare nessuno, che il suo è il partito dell’amore). Invece bisogna che la gente si chieda e provi ad analizzare i dati concreti per vedere quale sia la vera realtà: e ci si renderà conto che i contro di tale educazione settaria sono decisamente superiori ai vantaggi che vengono millantati.

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