Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha annullato l’assoluzione di mons. Renzo Cavallini, ex direttore della struttura d’accoglienza “Casa del giovane La Madonnina” a Milano, condannato in primo grado a 4 anni per concorso in violenza sessuale ma poi assolto.
Secondo la corte, il sacerdote che presiede una struttura d’accoglienza, proprio in base al “ruolo di autorità e di responsabilità” deve adottare subito i “provvedimenti più opportuni” nel caso venisse a conoscenza di casi di abusi all’interno della stessa. “Già di fronte alla prima e anche più modesta segnalazione”, chi ha autorità deve “intervenire, chiarire e adottare i provvedimenti più opportuni del caso per prevenire il rischio di ripetersi di episodi del genere (e ciò ancor prima che si valichi la soglia del penalmente rilevante)”.
In particolare, il sacerdote pur avendo ricevuto numerose segnalazioni non ha impedito a Massimiliano Azzolini, un operatore laico nella struttura, di abusare di due giovani di 18 e 17 anni. Tanto che la corte parla esplicitamente di “totale inerzia dell’imputato a qualsiasi livello, anche il più modesto intervento verbale censorio”.
Cassazione: “prete deve denunciare abusi in strutture che presiede”
19 commenti
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questo è lo spirito cristiano: occultare e aiutare i criminali.
il problema è che per loro il modo corretto di intervenire è far fare il tour di diverse strutture a gente come il tipo qui sopra, in modo che possano abusare in maniera itinerante di altre persone.
Questa sentenza sancisce il concorso nel reato di violenza sessuale da parte del prete o vescovo che, al corrente degli abusi di un prete, non li impedisce.
Se le procure volessero essere coerenti dovrebbero sbattere in galera centinaia di vescovi conniventi.
Niente di nuovo direi. Sapere e stare zitti dovrebbe equivalere ad essere complici (perchè ciò deve valere per chi non denuncia di essere vittima del pizzo e non per loro ? )
OT. Scienza, blog contro cattiva informazione in temi scientifici di grande impatto; l’Italia e’ presente con numerosi blogger e con l’Unione Astrofili Italiani (Uai), che ha attivato il portale ”Scienza in tv” http://scienzaintv.ning.com. L’obiettivo e’ spiegare gli errori scientifici divulgati.
E’ più o meno su queste basi che il buon Dawkins ritiene possibile l’arresto del papa durante la sua visita in UK, egli è responsabile di non avere preso misure sufficientemente drastiche per sradicare la pedofilia dal clero e portare di fronte alla giustizia civile i responsabili di abusi.
Dawkins e altri non puntano solo sul fatto che il Papa non abbia preso misure contro la pedofilia ma che anzi abbia preso misure per insabbiare il tutto.
sbaglio o parlano solamente di provvedimento più opportuno e non di denuncia?
per loro sarà sufficente spostare il prete in questione in un altro luogo..
In realtà ci vuole poco a capire che l’inerzia è una decisione e come tale può essere sanzionabile, alcuni esempi:
1) l’omissione di soccorso in un incidente
2) coloro che hanno girato la faccia vedendo i vicini ebrei portati via dalle SS
3) e via dicendo.
Purtroppo i porporati, come anche le nostre alte cariche della politica, rimarranno impuni.
L’impunità dei porporati, e l’insabbiamento dei reati, sarà fonte di vergogna per l’umanità (migliore) di domani.
C’è ben poco di che gioire, per la verità, ma vederli impiccarsi da soli dà una certa soddisfazione.
Sentenza giusta.
Bel tipo il prete: 2 ragazzi distrutti gli raccontano di aver subito violenza… e lui sta zitto per proteggere il mostro.
Un altro esempio degli alti standard morali e della capacità di amare cattoliche.
Come sapete tutti,se gli annullamenti di condanne da parte della Cassazione si contano a grandine,quelli di assoluzioni sono molto piu’ rari.
In questo caso sorge un dubbio:un simile gesto, che ovviamente provochera’ il “malumore”
della Curia,e’ frutto di onorevole serieta professionale,o invece e’ semplicemente un
ammonimento a quest’ultima a non sottovalutare l’indipendenza della Cassazione,in modo
da poter contrattare futuri “favori” da posizioni di maggiore forza?
Non dimentichiamo che per anni la Corte di Cassazione e’ stata il regno di un maestro del
diritto del calibro di Corrrado Carnevale,detto l'”ammazzasentenze”,o “un uomo chiamato cavillo” !
E mo so cavoli amari!!! 🙂
La domanda è: ma quale corte d’appello lo aveva assolto in precedenza?!
@Maurizio
Una delle tante corti d’appello che regolarmente ribaltano le sentenze di condanna di primo
grado,contando sul fatto che l’attenzione del pubblico per il caso trattato e’ ormai scemata.
Oppure praticano riduzioni di pena stratosferiche :ricodate il caso dell’imprenditore che aveva bruciato vivo un suo dipendente,e che si vide dimezzare la pena iniziale da 30 anni a 15?Evidentemente i magistrati lo trovarono simpatico.
La cosa paradossale e’ che in altri paesi l’appello e’ concesso solo in due casi :
1)Presentazione di nuove prove di innocenza.
2)Presentazione di prove che il primo appello presentava vizi procedurali tali da invalidarlo.
In entrambi i casi le prove debbono essere valutate in un’apposita seduta e possono
essere rifiutate.
L'”appello automatico” in uso qui significa a tutti gli effetti che il primo processo viene
celebrato “pro forma”,dato che contera solo il secondo (Cassazione permettendo),e che
il carico di lavoro dei tribunali viene raddoppiato inutilmente,dato che molto di rado
emergono in realta nuovi elementi.
Ma in un paese di furbi…!
“prete deve denunciare abusi in strutture che presiede”
…………..MA VA?!?!!?!?!?
Non dire falsa testimonianza …
Sono due gli elementi interessanti in questa sentenza:
a – Che si riconosce al prete un “ruolo di autorità e di responsabilità”. Praticamente lo si equipara a un pubblico ufficiale.
b – Che chi (non necessariamente prete cattolico, ovviamente) riveste cosiffatto “ruolo di autorità e di responsabilità” (attribuibile, in ultima analisi, a chiunque in qualunque modo presieda qualcosa, bocciofile comprese) “nel caso venisse a conoscenza di casi di abusi … già di fronte alla prima e anche più modesta segnalazione … deve intervenire, chiarire e adottare i provvedimenti più opportuni del caso per prevenire il rischio di ripetersi di episodi del genere (E CIO’ ANCOR PRIMA CHE SI VARCHI LA SOGLIA DEL PENALMENTE RILEVANTE)”. Deve cioe’ farsi attento custode della moralita’ e dei buoni costumi intesi, evidentemente, secondo una legge non scritta, piu’ severa di quella scritta.
Addirittura la Cassazione ritiene obbligato il dirigente ad intervenire sui suoi sottoposti, almeno, come predicatore (“appello verbale censorio”: “censorio” ovviamente in base a criteri morali posti al di fuori della “soglia del penalmente rilevante”).
Tutto questo a me sta benone, e spero, anzi, che sia applicato ovunque e alla lettera.
Ma voi?
Saluti.
@ Cesare b(i.sch.ero?)
Premetto che ritengo sempre e comunque apprezzabile il tentativo di rigirare la fritatta (tendenza insopprimibile e geneticamente inculcata nello stercorario – a prescindere dal materiale “di lavoro”). Tuttavia, il senso della sentenza non sembra essere “Se noti qualcuno con la scriminaturatura dei capelli dalla parte sbagliata e/o provvisto di dread lock e/o senza divisa d’ordinanza; se scorgi qualche segnale del fatto che un tizio nei tuoi paraggi non è un bacchettone puritano col lato anteriore come Ciccio Bello o ha l’aria di mangiare San Daniele il venerdì… colpiscilo sul groppone con la Verga Chiodata del Signore” – con tutte le conseguenze del caso e la relativa “sutura in piombo fuso inquisitorio” della voragine che (troppo) spesso si apre fra il concetto di “autorevolezza” e quello di “autorità”, così caro ai Sacri Appecoronati. Il senso sembra piuttosto: “Contrariamente a quanto ribadito nel testo di ‘De Delictis gravioribus’, versione ‘aggiornata’ [sic!], imporre qualcosa a qualcuno con la forza e contro la sua volontà è più grave che ‘riporre nella vaschetta’ un’ostia ciancicata. Questo, perché TUTTE le persone contano – in sé e di per sé – più delle cose INVENTATE da poche altre. Se tu o qualche tuo amico (/servo/schiavo – come più ti piace) di cui sei responsabile allunga una mano verso una ch.i.ap.pa minorenne, è opportuno rilevare il dato ANCOR PRIMA che si debba passare per vie legali”. “Prevenire è meglio che curare”.
…E ora – “se dio vuole” – lo sa anche il… CURATO! 😉