Christopher Hitchens, che si sta sottoponendo a un ciclo di sedute di chemioterapia dopo che gli è stato diagnosticato un cancro all’esofago, ha chiesto che i credenti non preghino più per la sua guarigione. In un articolo scritto per Vanity Fair, lo scrittore ha ironicamente ripercorso la vicenda che lo coinvolge concludendo con un invito a “non disturbare un cielo sordo con grida inutili. A meno che, naturalmente, pregare per me non vi faccia sentire meglio”.
Hitchens: “Non pregate per me”
76 commenti
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le preghiere servono a chi non fa nulla per sentirsi minimamente utile (a volte, indispensabile)
Magari la gente volesse sentirsi anche solo minimamente utile. Qui sembra più una questione di pesi nella coscienza.
Come quando vanno al cimitero “a far visita ai propri cari”…..ma n’dove? Io non ricordo neanche dove è sepolta mia madre perche dopo il funerale non sono mai andato a parlare con dei mattoni. Qui sta il punto: se ti vedono parlare davanti ad un muro, chiamano il 118 ma se ti vedono parlare di fronte ad un muro dove un prete ha detto dio ti accolga in cielo, allora va tutto bene. Mah !!!!!!!!!
Personalmente credo che anche un ateo possa andare al cimitero in quanto visitare i morti significa dedicare un parte del proprio tempo a chi ha dedicato la propria vita an noi. In fin dei conti tutte le società ricordano i propri morti.
tra le altre cose, il 99% ci va soltanto il “giorno dei morti”, e il resto dell’anno se ne strabatte
Io fin da quando sono bambino vado almeno una volta a settimana al cimitero.
Il tuo ricordo delle persone care ce l’hai con te, appunto è un ricordo, non serve andare a ricordare davanti ad una lastra di marmo.
non c’è bisogno di andare fino al cimitero per ricordare una persona amata.
Curare una tomba è un atto di pietà concreto, le tombe abbandonate al cimitero non sono infatti tristi?
La tomba resta pur sempre il luogo dove si trovano i resti di una persona cara. Non me la sento di giudicare chi va a “visitarla” di tanto in tanto, anche se sono d’accordo sull’inutilità del gesto.
Non per nulla molti preferiscono tenere la stanza della persona morta intaccata e polverosa.
le tombe abbandonate sono inutili. anche quelle curate, se è per quello.
semplice vanità degli eredi.
@reiuky
se parliamo dell’elaborazione del lutto, è un altro discorso
I cimiteri sono i luoghi più inutili del mondo, che senso ha tenere da parte sali minerali, grassi e proteine in putrefazione? sarebbe enormemente meglio farli diventare parchi pubblici.
Le sepolture e le tombe sono astute invenzioni per celare la realtà della morte, che è putrefazione.
Di gran lunga meglio la cremazione: costi meno agli eredi e per di più non lì obblighi a venir a farti da badanti alla tua non-casa anche quanto sei schiattato.
* Kaworu
Andare di persona costa certamente pià fatica (si perde parte del proprio prezioso tempo) che ricordarsi i morti a casa.
@enrico
ma è comunque perfettamente inutile.
poi se serve a farti sentire immensamente buono, per quel che mi riguarda puoi fare pure.
del resto a voi i sepolcri imbiancati piacciono
Enrico, se ti senti piu’ sereno e felice dopo una visita in cimitero, non è affatto una perdita di tempo, anzi, direi che è un sistema pratico e anche economico per raggiungere un certo benessere spirituale, e se ci riesci meglio per te. Non a tutti pero’ fa lo stesso effetto: hai mai visto cosa c’è sotto un mucchio da compostaggio? Ecco, per me il pensiero che sotto una lapide ci sia tutto quel brulichio si sostituisce a qualsiasi immagine della persona che non c’è piu’. Non potrei ricordare serenamente nessuno.
Forse si assolve a un debito morale visitando il cimitero, è un modo di elaborare il lutto o di lenire il senso di colpa per non aver dedicato tempo (allora si’ quello prezioso e anche molto piu’ scomodo) alla persona quando era viva, magari cercando di capire o ascoltarla: parlare con una lastra di marmo non presenta conflitti. Oppure l’idea di essere vicini a un corpo che non si puo’ piu’ abbracciare porta verso una tomba, ma appunto quale corpo? A me fa proprio effetto immaginare quello che so c’è sotto.
Ho una conoscente che ha sepolto due figli piccoli dall’altra parte dell’oceano, e non credo non li pensi pur non pregando ( è credente) sulla loro tomba: quando scrive un biglietto, aggiunge anche i loro nomi, con una piccola croce vicino, nonostante siano morti da piu’ di 15 anni. Non credo che li ami meno perchè la loro tomba è abbandonata, nè che si senta in colpa per questo. La responsabilità vale con i vivi.
@ Sandra
“Forse si assolve a un debito morale visitando il cimitero, è un modo di elaborare il lutto o di lenire il senso di colpa per non aver dedicato tempo (allora si’ quello prezioso e anche molto piu’ scomodo) alla persona quando era viva
La responsabilità vale con i vivi.”
Quoto tutto.
“dedicare un parte del proprio tempo a chi ha dedicato la propria vita a noi.”
un’altra parte del proprio tempo sarebbe utile utilizzarla per decostruire l’immagine idealizzata dei propri genitori, in modo da non continuare a rimanerne schiavi anche dopo ke sono mortui
I cimiteri non sono inutili per più di una questione igienica. Certo, è più efficiente cremare i cadaveri, per le stesse questioni igieniche.
Ad ogni modo se dobbiamo giudicare le cose in base alla loro utilità, visitare i propri morti in un cimitero è tanto inutile quanto andare in quattro a Liverpool per attraversare in fila indiana Abbey Road. Il ricordo è sì qualcosa di cerebrale e può sopravvivere senza lapidi, targhe, etc… Però credo non ci sia nulla di male nell’aiutarsi a ricordare tramite oggetti e\o costruzioni.
Parlare con i mattoni è poi un altro discorso, praticamente una fesseria. Purtroppo c’è ancora molta gente con convinzioni religiose.
francamente nemmeno io sento la necessità di visitare il luogo dove, per come la vedo io, il corpo di mi padre si decompone, che certamente non è il luogo “dove si trova mio padre”. Quando voglio ricordarlo lo faccio dovunque io sia, i cimiteri e i funerali mi sembrano un inutile spreco di spazio e di denaro, tant’è che nel mio testamento chiedo che mi siano evitate cerimonie, tombe e simili. Mio padre è nel mio ricordo, non uin un buco per terra.
I cimiteri servono ai vivi, non ai morti. Così come i funerali.
Ho sempre pensato che fosse roba inutile, ma partecipando al funerale (non religioso) di mio zio ho capito che non è così: per mia zia è stato importante accompagnare il corpo del marito dalla camera mortuaria al cimitero e avere vicino coloro che avevano conosciuto il marito in vita. E’ stato un rito di passaggio, che l’ha aiutata a separarsi dal marito in modo meno brusco. E anche andare a visitare una tomba è un modo per mantenere in qualche modo un legame con la persona deceduta, per rendere meno traumatica la separazione. C’è chi riesce a mantenere il legame in altri modi, ma per molti avere un luogo dedicato al ricordo è importante.
I riti hanno un potere rassicurante anche per chi non è credente. E a volte, nella vita, si ha bisogno di essere rassicurati.
A rigore, per un credente le tombe hanno molto meno significato che per un ateo: la persona morta è in paradiso (o forse all’inferno o al purgatorio), non certo per terra o in un loculo.
Non trovo niente di brutto nella decomposizione: ci consente di restituire alla terra ciò di cui siamo composti, in modo che altri esseri viventi possano beneficiarne. E’ un ritorno estremo alla natura. Mi piace.
La differenza basilare tra chi crede e chi non crede sta proprio nell’esistenza della vita dopo la morte.
Se pensi che dopo la morte non c’è niente è ovvio che diventi ateo.
Infatti perchè mai uno dovrebbe annoiarsi con i rituali ripetitivi delle religioni se non ha un adeguato compenso dopo la morte? Sarebbe come lavorare senza essere pagati.
Molta gente è religiosa proprio perchè nopn accetta il fatto dela nullità della morte e vorrebbe continuare a vivere anche dopo.
Mah, non vorrei sbagliare, non sono un esperto, ma mi sembra che gli ebrei non abbiano un paradiso (e quindi una vita dopo la morte).
Credo che abbiano “solo” una resurrezione, alla fine del mondo, che non credo sia mai stata chiarita e non credo che interessi come un ipotetico paradiso.
Ma forse mi sbaglio.
Dipende dalla corrente ebraica che prendi… di base non ci sarebbe. Poi ci sono correnti più vicino allo gnosticismo (kaballah) che credono in una unio mistica, altre che hanno una sorta di parcheggio per anima in attesa della resurrezione, ecc…
Anche se in realtà divinità e esistenza dopo la morte sono concetti totalmente indipendenti.
Beh, non saprei se non credere in un aldilà con relativa ricompensa causi necessariamente l’affacciarsi nella mente di una persona dell’ateismo.
Pensa alla religione micenea, che è dipinta abbastanza chiaramente nell’Iliade (messa su carta nell’VII secolo prima che iniziasse il computo cristiano, ma ben più antica), non c’è nemmeno un accenno al valore dell’essere “buoni” in vita per meritarsi una posizione post-mortem migliore. Tutti non vogliono morire indistintamente, la virtù e il valore sono quelli guerrieri e li si persegue solo per non sfigurare davanti agli uomini e addirittura gli dèi si disperano quando gli muoiono i figli semidivini perché sono perduti per sempre.
Quindi non c’è nessun sistema di merito trascendente, ma certo si può continuare a parlare di religiosità, per quel popolo.
Infatti il punto e’ quello, la gente prega per sentirsi ascoltata. Ne’ piu’ ne’ meno.
Persona davvero coerente e tollerante.
Naturalmente Hitchens ha fatto benissimo a chiedere ai credenti di non pregare per lui, oltre tutto con la dovuta ironia… ma temo che proprio questa sua richiesta stimolerà lo spirito ‘filantropico’ di tanti credenti che vedranno l’occasione per perorare la sua salvezza in extremis presso dio.
Presso il quale riterranno così di essersi procurati dei meriti.
Lasciamoglielo credere…..è un pò come quando si da ragione ad uno per tenerlo buono e non pagargli il dovuto.
in effetti penso che sia un regalo che Hitchens fa a loro.
e penso che sia pure consapevole di questo.
Se non fosse che a spazzare via il concetto stesso di ‘meritarsi la salvezza’ non ci avesse pensato Gesù .
Personalmente mi piace visitare i cimiteri, specie quelli monumentali o antichi perché è possibile. farsi un’idea storica del luogo attraverso le date, i luoghi di nascita e le dediche. Ma per ricordare le persone care scomparse invece che andare al cimitero, dove per altro incombe sempre una croce mastodontica alla faccia dei non credenti o di diversa fede, faccio ogni tanto qualche cosa che loro facevano in vita e mi sembra il modo migliore per onorare la loro memoria.
Beh, sarà piu’ contento se noi ateacci facciamo un bel brindisi alla sua e alla nostra salute, che Satana ci conservi 🙂
Giusto! Un brindisi alla sua salute con un bicchiere di quello buono.
Per la sua guarigione servirà esattamente quanto una preghiera (ossia a nulla), ma credo che Hitchens apprezzerebbe molto di più.
Pregano per dimostrare la loro magnanimità verso un ateo immeritevole di salvezza.
Non vado al cimitero, sono per la cremazione, ricordo i miei cari nella vita quotidiana ogni qualvolta faccio cose che me li riportano alla memoria. Detesto i cimiteri:una occasione infame di speculazione, costa caro anche morire, trovi gente che ti vende fiori a prezzi spaventosi, devi dare il sottobanco per una fossa,e trovi pure il venditore di frittelle all’uscita( che rispetto per il luogo sacro!): mors tua vita mea. D’altronde l’angoscia di morte e il timore dell’imponderabile sono i principali supporti delle religioni.
Belle parole ma un po’ ingenue, purtroppo.
Mi fa schifo infatti constatare quotidianamente una certa soddisfazione per la sua malattia nelle parole di molti miei conoscenti credenti. Altro che preghiere e altro che perdono e amore per il prossimo! Quelli ci godono proprio.
la religione è amore no?
però strano… anche a me di solito sembra un modo socialmente accettato di esternare la parte più vile, cattiva, viscida e meschina dell’essere umano…
Perché “purtroppo”? Un bel “chissene” non è più coerente?
a parte i discorsi cimiteriali (il tributo più importante è il ricordo, tutto il resto è superfluo e macabro), m’inchino di fronte alla coerenza e all’uso dell’ironia che Hitchens dimostra nonostante la sua situazione
E’ di fronte alla coerenza di uomini simili che mi domando se, di fronte alla morte, morte che volenti o nolenti incute terrore, avrò mai la sua grande dignità.
A incutere terrore non è la morte, ma il patimento che la precede. Prova a pensarci bene e dimmi se ritieni che io abbia torto.
@ Grassino
Ma quale dignità!
Ancora non è morto.
Nessuno saprà mai cosa vorrà Hitchens in punto di morte. Per abbracciare Dio, e farsi abbracciare da Lui, basta una frazione di secondo. Purché si chieda perdono dei propri peccati. Proprio per questo qualcuno ha detto che l’inferno potrebbe essere vuoto….
potrebbe (modo condizionale).
#Aldo#
Hai perfettamente ragione. Quando sei morto, tutto è finito e non funzionando più il tuo cervello non esisti e non esistendo non pensi. Si inizia a soffrire quando inizia l’età della ragione ma in maniera lieve, poi man mano che il boia monta il patibolo ti assale il terrore e ad ogni colpo di martello trasali e sbianchi.
> Nessuno saprà mai cosa vorrà Hitchens in punto di morte.
Sarà probabilmente pieno di morfina, e incosciente per la maggior parte del tempo. Potrebbe sognare di tutto, dalla madonna vestita da biancaneve a ratzinger che gli offre la mela avvelenata nel giardino dell’eden. Un paio di anni fa ho dovuto sottopormi a una leggera anestesia per un esame, e ho sognato Giuliano Ferrara vestito da elfo che volava circondato da buffi pupazzetti colorati: invece di un bel trip, lo sgradevole trippone … percio’ puoi anche immaginare i suoi ultimi istanti come piu’ ti fa comodo, ma sarà merito della morfina.
Solidarietà a Hitchens e complimenti per la coerenza!
RAmen
Infatti le preghiere sono più un boomerang illusionistico per i credenti, non certo la guarigione reale per qualcuno, in particolar modo il notro amico Christopher Hitchens.
Secondo me la figuraccia degli illusi la fanno i credenti che pregano il nulla, non certo Hitchens rispondendo loro di non pregare per lui.
Io li lascerei pregare ugualmente, li ignorerei del tutto, liberi di sprecare il loro tempo, tanto non fanno danno, dal momento che le preghiere non incidono nemmeno lontanamente sulla struttura della materia, ma solo producendo sgradevoli suoni da gracchie ingrugnite, quasi avessero un captus tra le chiappe.
Obseleti suoni di recite e canti che nemmeno incidono sul clima, nemeno con il più potente totem riuscirebbero a mutare il clima londinese, e avete visto come dio ha scoltato lepreghiere dei pope in Russia, una catastrofe clinatica ignorata del tutto dall’altissimo.
Christopher Hitchens ha il diritto di dire di non pregare per la propria malattia, ma questi credenti sono cocciuti come muli, sono di un esibizionismo farisaico fanatico e non certo evangelico, anche perchè Gesù nel vangelo invita alla preghiera privata e discreta e contesta le forme di preghiera esibizioniste e vanagloriose dei farisei, sadducei e chi per loro.
citazione di mr. bean!
Si mi piace molto, presa da Mr. bean, l’ultima catastrofe.
Io lo trovo arrogante il fatto che un credente, voglia pregare per una persona che non crede. Insomma, ma fatevi gli affaracci vostri e basta!…Si tratta di rispetto verso chi non crede. E’ troppo chiedere che non si preghi a proprio nome?!?Quand’e’ che riuscirannoa capirlo!?!!?
Paul, un credente dice di pregare per te, in realtà prega per se stesso, per sentirsi meglio o confortato. Se io fossi ammalata per esempio, avrei sicuramente offerte di preghiere da parte di conoscenti o “amici”, che se la caverebbero con poco sforzo (mentre mi sarebbe per esempio piu’ utile una dimostrazione di vicinanza concreta e impegnativa); poi avrei le persone davvero care, che mi aiuterebbero anche praticamente, e che si rifugerebbero nella preghiera per disperazione o superstizione. Ma in nessuno dei due casi credo mi riterrei offesa, perché in entrambi i casi la preghiera è o alibi o stordimento ma a solo beneficio di chi la pronuncia. Non ci vedrei cattiveria, al massimo ipocrisia o ignoranza, condivido l’atteggiamento comprensivo e distaccato di Hitchens.
Il tuo discorso fila, che e’ una meraviglia, e lo condivido alla grande.
Ma se una persona gli chiede esplicitamente che non vuole essere ricordato in nessuna pregiera, perche’ andargli a dire in faccia, “Preghero’ per te” ????
Vuoi pregare per lui?…Fallo, ma abbi almeno il rispetto per le sue non-credenze, ed evita di andarglielo a dire!
…Anche perche’, sai quanto gliene frega ad Hitchens, delle preghiere e degli abracadabra dei credenti??
Si’, è vero, ma puo’ capitare di ricevere preghiere non richieste e nemmeno apprezzate, perché per alcune persone di fronte all’ineluttabile la preghiera dà l’illusione di rendersi utili. Allo stesso modo penso che io non preghero’ per la malattia di parenti cattolici o sulla loro tomba, e questo verrà probabilmente malvisto. Del resto è inevitabile quando si hanno visioni tanto diverse.
E’ vero che si dovrebbe pregare con discrezione, addirittura nel segreto della propria stanza secondo il vangelo. Ma tacendo si perderebbe quel sottile subdolo filo di “hai-visto-cosa-ho-fatto-per-te” che è tutto il punto di queste preghiere da anime pie. Un po’ come quelle anziane parenti che non sanno come passare il tempo e confezionano orribili golfettini per i quali i parenti sono obbligati a ringraziarle. E chi ha il coraggio di dire, non lo mettero’ mai ma almeno hai passato qualche ora sentendoti utile …. E’ quello che ha detto Hitchens, piazzando le preghiere nella categoria dei regali sbagliati!
Bello, mi piace il paragone coi regali sbagliati.
Apprezzo anche i regali sbagliati, sempre che lo sbaglio non sia intenzionale.
@ Manoni
Proprio perché a Hitchens non importa un tubo delle preghiere, non pensi che il suo sia solo un esibizionismo strumentale?
Altro che manifestazione di dignità!
Perchè l’iniziativa cristiana del 20 settembre “Everybody Pray for Hitchens Day” non ti sembra una esibizione strumentale, e per giunta della malattia di un altro? Hitchens ha semplicemente reagito a una invadente e indelicata provocazione. Cogliendo l’occasione per ricordare che l’unico studio fatto sull’efficacia delle preghiere ne ha mostrato l’effetto nullo ai fini della guarigione, e persino negativo nelle persone che avevano un’aspettativa che poi è stata delusa.
Non prendertela Paul, anche se hai ragione; qualcuno in passato mi aveva detto che pregava per me, io risposi con una domanda:
– Ma il tuo dio violerebbe davvero il mio libero arbitrio usandomi divina violenza?
– Rispose che nella bibbia a volte dio usava la forza per evitare l’inferno al suo servo, e prendeva l’esempio di Giona.
– Poi gli dissi che Gesù contestava spesso forme esibizioniste di preghiera e atti di carità farisaica, quindi che altrettanto non poteva aver ispirato lui di pregare per me.
– Mi rispose che avrei dovuto apprezzare meglio un gesto così disinteressato.
E’ come parlare con un annuncio pubblicitario telefonico, solo che certi messaggi prima ti chiedono se vuoi sentirli integralmente dando il suo consenso, questi don Chisciotte alla don Camillo nemmeno te lo chiedono il consenso, e se il loro cuore fosse un cannone ti sparererebebro addosso le preghiere credendo in ciò di rendere culto a dio.
Io non gradirei per niente se qualcuno pregasse per me, per quanto “buone” potessero essere le intenzioni dichiarate.
Mi sembra infatti che sarebbe un altro tentativo, l’ennesimo, di scavalcare le mie scelte e di sovrapporvi qualcosa di diverso ed opposto, violando così non solo la parte più intima del mio essere ma anche, se fossi in un momento difficile quale quello attuale di Hitchens, la mia serenità.
Concordo! 😉
Riguardo la discussione sulla pietà cimiteriale (che nella nostra famiglia non è sentita) sto finalizzando con l’università di Padova la donazione post mortem del mio cadavere per trapianti (improbabili data la mia età e stato di salute) e per pratica anatomica, utile e necessaria. Il problema di cerimonie religiose non si pone (io e mia moglie sbattezzati – le due figlie mai battezzate). Il ricordo dei vivi – in loro, non in me – sarà quello che rimane.
mario
Finché durano quei pochi vivi che ti ricorderanno… (e non è una cattiveria, sia ben chiaro)
Già. Ci preoccupiamo tanto che qualcosa di noi sopravviva, ma invano: il DNA si diluisce, dopo poche generazioni i nostri discendenti sono come estranei; chi ci ricorda muore; le nostre eventuali opere servono solo a tramandare idee che potrebbe benissimo aver avuto qualcun altro.
Grande eroe del pensiero umano fino in fondo!
Solo se si scrivono parole accondiscenti alla chiesa cattolica pubblicate i commenti,sennò vengono gettati alle ortiche.E’ questa la libertà di pensiero all’interno dell’UAAR? Questa è “OLIGARCHIA” !
prego?
Ti è chiaro il significato di “accondiscen(den)ti”, sì?
e questo da dove è saltato fuori? O_O
Perdonatelo, perchè non sa quello che scrive! ihihihihihihihihih
Hitchens: “Non pregate per me”
Christopher Hitchens, che si sta sottoponendo a un ciclo di sedute di chemioterapia dopo che gli è stato diagnosticato un cancro all’esofago, ha chiesto che i credenti non preghino più per la sua guarigione. In un articolo scritto per Vanity Fair, lo scrittore ha ironicamente ripercorso la vicenda che lo coinvolge concludendo con un invito a “non disturbare un cielo sordo con grida inutili. A meno che, naturalmente, pregare per me non vi faccia sentire meglio”.
Ha ragione gengiscan,mi è successo anche a me che se non vengono postati commenti accondiscendenti più delle volte alle scelte cattoliche o “pseudo” si viene esclusi dal circuito.Sono convinto che all’interno della nostra Unione (che dovrebbe essere come una famiglia seria) non ci sia più molta democrazia e spazio per i vari pensieri.Quando questo si verifica si arriva all’oligarchia ( e questo per favore,lasciamolo ai partiti politici)! Sono altresì convinto che è questo il vero problema che dovremmo dibattere al prossimo congresso nazionale di Varese e se ci fosse la necessità di cambiare la nostra dirigenza è una cosa più che giusta da fare,con coraggio e con lealtà intellettuale.
Voler pregare un Dio, per guarire o far guarire, da una malattia che egli stesso ti ha procurato è di una contraddizione spaventosa!!!!
fosse l’unica in cui incappano i credenti…
Richiesta corretta e posta con un’ironia fuori dal comune.
Sia detto per inciso: premesso che, ovviamente, ognuno può fare quello che vuole, sia non mettere mai piede al cimitero in tutta la sua vita, che passarci giornate intere, quello che francamente mi urta é questa sorta di “disprezzo” e compatimento, quantomeno di diffidenza e distanza, verso i cimiteri e chi ci va a visitare le tombe dei propri defunti che pare circolare qui. E lo dico da ateo anticlericale, sia ben chiaro.
E’ vero senz’altro che non importa andare al cimitero per ricordare una persona scomparsa, ma d’altronde, almeno per alcuni, si ricorda meglio quando ci si sente fisicamente più vicini e in raccoglimento dinanzi al corpo della persona amata, o meglio, a quello che ne rimane (ceneri comprese).
Quest’idea che, siccome un ateo alla morte “deve” sempre farsi cremare e spesso far disperdere le ceneri, per sancire la fine di tutto nel modo più assoluto, da vero materialista coerente fino in fondo con le sue idee, con il conseguente, tendenziale rifiuto di qualsiasi idea di cimitero e di visita ai defunti, come se i cimiteri in sè fossero “non atei”, fuori dalla cultura atea, ebbene, lo vedo come una specie di “luogo comune ateo” (purtroppo anche noi li abbiamo..), che sa di esagerato, settario ed eccessivo. Poi, ripeto, é chiaro che ognuno può fare quello che vuole, in vita e alla morte. 😉
Io fino ad alcuni anni fa ci andavo via via, a trovare i miei nonni e altri parenti, e il luogo non mi ha mai messo tristezza, ma anzi, devo dire in certo qual modo serenità: mi sentivo, come dicevo prima, più vicino al loro ed al loro ricordo, nonchè agli anni che abbiamo vissuto insieme, specie nel caso di persone scomparse da più tempo. Poi ho un po’ smesso, ma solo per sopraggiunta pigrizia o per cambiamento di abitudini, e non per ateismo. E quando ci andavo non c’entrava niente il discorso del “sentirsi in pace con la coscienza”.