L’anomalia italiana: il Vaticano

Franco Buffoni*

Franco Buffoni

Lo scorso 3 luglio 2010, mentre nella ormai completamente laicizzata Londra un milione di persone sfilava in festa commemorando il primo Gay Pride di quarant’anni fa, a Roma alcune migliaia di persone erano costrette a sfilare accanto a uno striscione affisso da una associazione cattolica – fortemente protetta dalle gerarchie vaticane e sovvenzionata coi proventi dell’8 per mille – che definiva i diritti civili reclamati dagli omosessuali come “diritti alla perversione”.
 Nulla di nuovo, mi si può replicare. Gli autori dello striscione sono in linea col Parlamento italiano che boccia la proposta di legge Concia contro l’omofobia. Ovvio che – se l’Italia si comportasse da paese civile e la legge contro l’omofobia fosse approvata – gli appartenenti a tali organizzazioni e i loro ispiratori e mandanti diretti e indiretti sarebbero immediatamente passibili di sanzioni. 
Intanto proseguono, senza più fare notizia, le quotidiane aggressioni verbali e fisiche a cittadini omosessuali che hanno la sola colpa di essere, di esistere… A meno che non si comportino come i signori autori dello striscione e i loro mandanti desiderano. E cioè, leggiamo nel comunicato successivo allo striscione: “Come quegli omosessuali onesti che vivono la propria condizione con disagio”.
 E’ palese che siamo di fronte a un passo avanti: anche i militanti di Militia Christi sono approdati ormai al più recente catechismo vaticano: gli omosessuali esistono, ma devono vivere la loro condizione con disagio.
Perché in Italia non si riesce a fare saltare il tappo dell’ipocrisia nei confronti dell’omosessualità? Perché l’Italia non può avvicinarsi legislativamente a Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna? Perché deve restare allineata a Cipro, Malta, Lituania e San Marino? Mi limito a ricordare la direttiva approvata dal parlamento europeo il 26 aprile 2007 che – riprendendo l’articolo 13 del trattato di Amsterdam, sempre disatteso dall’Italia – ribadisce l’invito agli stati membri “a proporre leggi che superino le discriminazioni subite da coppie dello stesso sesso”, e condanna “i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali”.
L’anomalia italiana è ormai luogo comune in Europa: chi ne frequenti le istituzioni sa bene quali sguardi e parole di accorata sympathy i rappresentanti italiani siano costretti a subire da parte dei colleghi: “… ma voi, in Italia…” è diventato un leitmotiv per chi si occupa di diritti civili e non solo. E non si capisce nemmeno più se l’interlocutore stia pensando a Berlusconi per arrivare a Ratzinger, o stia pensando a Ratzinger per arrivare a Berlusconi: per l’appunto Italy, Vatican State, come intitola il suo ultimo libro Michele Martelli (Fazi editore).
Quali fondamentali elementi apporta il Vaticano all’anomalia italiana? Anzitutto un elemento storico: perché è vero che con la presa di Roma nel 1870 l’Italia cancellò dall’Europa una delle più ottuse monarchie assolute dei tempi moderni, che motivava la sua intolleranza e il suo dominio sulle coscienze e sui corpi non solo con il richiamo ad un generico diritto divino, ma con la pretesa che il sovrano fosse il vicario del figlio del dio unico degli abramitici. Il governo italiano – che quel giorno avrebbe dovuto cancellare per sempre anche i privilegi della chiesa cattolica – diede però subito inizio, con la legge delle Guarentigie e “l’assegno di congrua”, alla lunga serie di concessioni economiche e legislative al Vaticano culminata in anni recenti nel vergognoso imbroglio dell’8 per mille. Occorre comunque distinguere alcune fasi: fino al 1929 – se non altro – i matrimoni dovettero, tutti e comunque, essere celebrati in comune. Poi chi voleva celebrava anche i propri riti religiosi. (Già questo, oggi, sarebbe un bel passo avanti sulla via dei Pacs). Coi patti lateranensi il fascismo per autolegittimarsi riportò in gioco i clericali (obbligo, per esempio, di crocifisso come “arredo” in ogni aula scolastica e di tribunale). Ancor più fece la Realpolitik togliattiana nel 1947 con l’art. 7 della Costituzione, che inglobò i patti lateranensi. Va tuttavia ricordato che – fino agli anni Cinquanta – il 70% dei cittadini italiani si recava compattamente a messa la domenica: oggi tale percentuale si è ridotta al 20%. Ma i nostri attuali politicanti si comportano legislativamente come se le percentuali fossero ancora quelle degli anni Cinquanta.
Una svolta parve giungere nel 1984, con la cancellazione del cattolicesimo come religione di stato. Ma tale raggiungimento fu pagato con la mela avvelenata dell’8 per mille. In sintesi, quindi, se il XX settembre portò a naturale conclusione il Risorgimento, aprì anche le porte dell’Italia tutta alle ingerenze vaticane. Perduto il potere temporale in un’area ristretta del paese, i clericali lo recuperarono di fatto e con ben maggiore efficacia in tutto il Paese, spacciandolo per potere spirituale, grazie all’ignavia e all’opportunismo dei governanti italiani. Simbolicamente quest’anno il comune di Roma e il governo italiano hanno delegato al Segretario di Stato vaticano cardinale Bertone la commemorazione dell’anniversario, inviando la Digos a Porta Pia a identificare e poi disperdere i laici che intendevano semplicemente rendere la propria testimonianza.
Impostata in questo modo la riflessione, non è difficile inquadrare numerosi episodi della recente cronaca politica italiana all’interno dello schema prima definito di “ricerca di autolegittimazione”. Dal micro al macro: ricordo per esempio l’espressione assorta di Francesco Rutelli con gli occhiali – biro in mano e quadernetto di appunti – mentre fantascientificamente smontava i quesiti relativi al referendum abrogativo sulla fecondazione medicalmente assistita e la ricerca scientifica sulle cellule staminali. E abbiamo tutti in mente quel notturno consiglio dei ministri da cui fuoriuscì il monstrum che avrebbe condannato a morte-in-vita sine die Eluana Englaro. Ma si pensi anche ai provvedimenti in favore della scuola privata (in grande maggioranza cattolica); al sistematico boicottaggio di ogni proposta legislativa nel campo dei diritti civili; alla progressiva sostituzione del welfare (a misura di singolo cittadino) con modelli vetero-familisti: una costruzione normativa spacciata per “naturale” e invece mirata a perpetuare violenza e oppressione sui soggetti ritenuti non-conformi, in primis sugli omosessuali.
Va ricordato che la lobby vaticana è sempre stata sessuofobica, perché traumatizzare le persone sul sesso è un modo molto efficace per tenerle legate, innescando il collaudato meccanismo peccato-confessione-assoluzione. Ma oggi che – con la sessuofobia, proprio non si va più da nessuna parte – la lobby si è specializzata in omofobia: un vero e proprio nervo scoperto per un’organizzazione sostanzialmente omosessuale, dominata da persone che nella loro formazione hanno incamerato quintalate di omofobia interiorizzata.
La ricerca di autolegittimazione presso il Vaticano da parte dei politicanti italiani ha la sua radice nella convinzione che senza l’appoggio (o almeno l’acquiescente neutralità: quella che venne meno al secondo governo Prodi quando fu presentato il disegno di legge sui Dico) di quella potente lobby, in Italia un governo non possa essere varato o comunque non possa durare. I privilegi così acquisiti portano sempre maggiore potere alla lobby stessa; e come il potere della lobby cresce, aumenta nei rutelli (intesi come categoria) il bisogno di autolegittimarsi.
Non si deve però pensare soltanto ai mastodontici privilegi dovuti ai meccanismi dell’otto per mille, o al regime di totale impunità e assenza di controlli in cui opera lo Ior – Istituto Opere di Religione, la banca centrale vaticana -, o all’abbuono dell’Ici sull’intero patrimonio immobiliare della lobby, stimato al 40 per cento del totale nella città di Roma e al 25 per cento nell’intera penisola. Si rifletta anche su più sottili e repellenti ingiustizie quali le forniture gratuite di acqua, luce e gas al Vaticano, o gli stipendi agli insegnanti di religione cattolica nelle scuole di stato.
Ovvio che oggi occorrerebbe un grande atto di coraggio resistenziale e risorgimentale: nel nome della Repubblica Romana del ‘49 personalmente io sogno un leader giovane, sinceramente laico, in grado di impostare un serio programma di abolizione dei privilegi. Un leader capace di ricordare sempre che – quando si afferma che il Vaticano fa il suo mestiere difendendo la sua concezione della vita personale e sociale – questo diritto deve valere – con pari opportunità – anche per le altre confessioni e religioni, nonché per gli agnostici e gli atei. E che a nessuna lobby deve essere riconosciuta dall’ordinamento giuridico una posizione di privilegio che neghi agli altri di poter vivere secondo i propri valori e le proprie convinzioni. Un leader capace soprattutto di tenere presente che la funzione pubblica – esercitata in piena libertà da lobby religiose, ideologiche e morali – pertiene solo all’ambito della società civile: qui le varie lobby e associazioni possono – attraverso un dialogo alla pari – cercare di convincere i cittadini sulla bontà delle loro proposte. Ma così come non è ammissibile che un partito politico, per quanto maggioritario, possa imporre le proprie preferenze in materia di cure terminali o di scelte affettive e sessuali, negando ai cittadini diritti costituzionalmente sanciti, allo stesso modo questo principio deve valere per una lobby che non ha avuto dagli elettori alcun mandato di governo.
Invece, nell’ultimo decennio, si è formato in Italia un nuovo “partito vaticano” guidato dalla ricchissima (per i proventi dell’8 per mille) Cei, alacremente seguito da gruppi trasversali aggressivi e arroganti di politicanti e giornalisti teocon, teodem, atei devoti, postsecolari, islamofobi, che – sulle linee tracciate dall’autore del discorso di Ratisbona – spregiando le conquiste scientifiche e soprattutto il metodo della scienza (della prova e della verifica) estendono la loro avversione dall’Illuminismo al Relativismo, influenzando le frange più vulnerabili persino delle giovani generazioni.
Grazie al Vaticano e alla complicità di tali politicanti e giornalisti – pronti a svendere i princìpi del nostro essere “nazione” e del nostro essere “democrazia”, conquistati col sangue del Risorgimento e della Resistenza – l’Italia è oggi diventata un bizzarro laboratorio politico, osservato con cinico interesse dalle più oscene destre dell’Occidente: un laboratorio dove si ricerca come soffocare diritti civili e libertà di pensiero, di stampa e di ricerca, parlando sempre e solo al ventre dei ceti culturalmente più sprovveduti senza provare il minimo senso di vergogna.
Questo immondo connubio tra lobby vaticana e politicanti senza scrupoli – rafforzando l’anomalia italiana – soffoca e conculca basilari principi (in primis quelli di stato costituzionale di diritto e di laicità dello stato), trascinando nel fango il rispetto dei diritti umani, la libertà di coscienza e ovviamente la libera ricerca.
Cito due soli episodi altamente emblematici. L’invocazione al quorum nel 2005 da parte del cardinale Camillo Ruini, allora presidente della Cei, per boicottare il referendum su fecondazione assistita e cellule staminali. Andò a votare il 25% dei cittadini e oltre il 90% di costoro si dichiarò favorevole alla abrogazione di norme che – di fatto – tengono l’Italia al di fuori del consesso delle nazioni civili. Per il resto della popolazione fu evidente la saldatura tra clericalismo, menefreghismo e ignoranza. Il cardinale Ruini, il giorno dopo, raggiante, invece parlò di “maturità del popolo italiano” per il mancato raggiungimento del quorum. L’allora capo dei vescovi avvalorò poi il proprio atteggiamento antiscientifico affermando: “Il popolo italiano ama la vita e diffida di una scienza che pretende di manipolarla”. Così concludendo: “Il cattolicesimo popolare italiano ha dato ottima testimonianza di sé. Il mondo cattolico è stato quanto mai compatto, dimostrando di comprendere fino in fondo le ragioni per le quali bisognava seguire una certa linea. Questo risultato è l’espressione – pubblicamente più significativa e più rilevante – del Progetto culturale della Chiesa italiana”. Dopo cinque anni, un primo bilancio dell’iniziativa di Ruini&co parla di oltre cinquantamila coppie italiane (dunque centomila persone) costrette ad emigrare per poter procreare, pagando mediamente ottomila euro in Spagna, seimila in Grecia, ventimila in Russia e cinquemila in Ucraina.
Oppure irridetela, la ricerca. Come è avvenuto nel 2009 presso la sede del Cnr – Consiglio Nazionale delle Ricerche, Roma. Quando, contro la volontà del suo presidente (un vero ricercatore), il vicepresidente Roberto de Mattei organizzò un convegno sul creazionismo dal titolo “Evoluzionismo. Il tramonto di una ipotesi”, invitando i più inverosimili ciarlatani in circolazione con i denari dei contribuenti italiani. (E’ disponibile il volume degli Atti). Designato alla carica di vicepresidente del Cnr nel 2004 dal presidente 
del Consiglio Berlusconi su proposta dell’allora ministro dell’istruzione Moratti,
 de Mattei non fu rimosso dall’incarico nei due anni del governo Prodi (evidentemente piace anche ai cattolici adulti). De Mattei – che recentemente ha dichiarato: “Adamo ed Eva sono 
personaggi storici e sono i progenitori dell’umanità” – è professore associato di Storia del Cristianesimo in una università privata, direttore del mensile
 fondamentalista “Radici cristiane” e dirigente di “Alleanza Cattolica”.
Distruggete le centrali elettriche e avrete il buio subito; distruggete scuola laica e ricerca, e il buio totale delle coscienze e delle intelligenze lo avrete dopo qualche anno.
In effetti, in mancanza o quasi di valori civili condivisi, il Vaticano in Italia opera come una specie di banca dei valori assoluti, senza la quale gli italiani, per quel poco che gliene importa, probabilmente si sentirebbero più soli. 
L’etica vaticana è predeterminata, assoluta, rivelata, autoritaria. Dunque è deresponsabilizzante.
 Per questo piace tanto a un popolo arretrato e superstizioso, cattolico, cialtrone e mafioso, con Padre Pio nel portafoglio e il gratta e vinci in mano.
Esistono società meritocratiche (in genere quelle anglosassoni), società socialdemocratiche (con lo stato in funzione di nume tutelare dalla culla alla tomba: in genere quelle nord-europee) e società familistiche come quella italiana, per la quale il primato dei valori è nell’ambito famigliare.
 E il Vaticano – questo stato nello stato – presidia tale primato con assoluta determinazione, gestendo praticamente in toto il variegato e redditizio mondo della solidarietà e dell’assistenza sociale.
 Nei passaggi fondamentali, nei momenti di inizio e fine vita, il Vaticano incombe: negli ospedali e nelle scuole, negli ospizi e negli asili. In cambio chiede solo proselitismo, potere e denaro. 
E lo stato italiano glieli concede, a palate, in quantità industriale.

* Poeta e scrittore. Ultimi suoi libri pubblicati: Zamel, Marcos y Marcos 2009 (narrativa), e Roma, Guanda 2009 (poesia). In ottobre uscirà per Transeuropa il suo nuovo libro: Laico alfabeto in salsa gay piccante.

NB: le opinioni espresse in questa sezione non riflettono necessariamente le posizioni dell’associazione.
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86 commenti

MASSIMO

1) Per quel che riguarda Il discorso dell’omosessualità, consiglio a tutti gay di guardarsi il film “Milk” con Sean Penn. Descrive chiaramente quello che i bigotti vorrebbero fare ai gay ed alle lesbiche.

2) Non so se l’anomalia è il Vaticano o l’Italia. Rendetevi conto che l’Italia è un paese povero che regala fiumi di denaro al Vaticano che è lo stato più ricco del mondo (pro/capite). Quindi il discorso è: siamo anomali noi (troppo fessi) o anomali loro (troppo furbi)?
A questo proposito la cosa che mi meraviglia è la mentalità dei credenti. A me sembra ovvio che la religione è tutta una cosa per ottenere soldi e potere, eppure a loro non gli viene il minimo sospetto di tutto questo.

3) I politici sanno benissimo che l’Italia non è più così cattolica come negli anni ’50. Ma non gliene frega niente. Molti di loro, se sono arrivati lì, devono ringraziare il Vaticano e quindi gli devono obbedienza.

4) Il partito che difende i diritti degli atei è già nato e si chiama Democrazia Atea. Alle prossime elezioni bisogna sostenerlo senza se e senza ma.

Third Eye

Completamente d’accordo, a parte per democrazia atea: a parte che mi pare operazione di dilettnati allo sbaraglio, ma vabbè, simili azioni legittimano fondamentalismi religiosi dall’altra parte…

paola

l’ho guardato ieri sera…adoro sean penn. il film fantastico! dovrebbero proietterlo nei licei italiani!

Barabba

Domenica mattina lenta, eh?

Vediamo un po’: Franco Buffoni è uno scrittore. Scrive per lavoro. Cosa dovrebbe fare per “andare a lavorare”, di grazia?
Oppure sostieni la magnifica, maleodorante teoria che fare lo scrittore non è un vero lavoro? Come, che so, lavorare la terra, guidare un tram, fare il troll su internet?

Bof, sto perdendo tempo. Anzi, stiamo perdendo tempo entrambi…

Federico

Io per alcuni anni scrivevo. per alcuni quotidiani.
Cronaca locale. In alcuni casi ero molto clericalista.
È un mestiere non banale, ma devo ammettere che ero più riposato allora che adesso che lavoro.

Barbara

Pensa che fatica alzarsi la mattina per andare a dire Messa! Quasi quanto scrivere!

Mario

@ Federico

Io da alcuni anni scrivo, ma per nessun quotidiano.
Per lo più, compiti di scuola. In diversi casi sono molto anticlericalista.
È un mestiere non banale, che spero possa, un giorno, diventare il MIO mestiere. Il quale è anche uno dei lavori (non mestieri, ma proprio LAVORI) più belli, appassionanti e gratificanti, se condotto con professionalità (un po’ come quasi tutti i lavori, insomma).

Ma se tu dici che prima, quando di mestiere scrivevi, non lavoravi, cosa potrà mai significare, che eri un pennivendolo? E se sì, di quale stile? “Alla Feltri” oppure “alla Giuliano Ferrara”?

robby

tu non scrivevi,impiastravi l inchiostro di scontate bigotterie,fatte è rifatte,piu che clericale,mi sembri alla canna …..se stai qui

fab

@ Barbara

In realtà, chi dice messa fatica (relativamente), ma non lavora: chi lavora, oltre a faticare, deve anche produrre uno straccio di qualcosa.

moreno03

E un intervento che condivido parola per parola, dall’inizio alla fine.

Osvaldo

Che bello leggere ogni tanto come stanno davvero le cose riguardo alla situazione del Vaticano in Italia!

Le cose vere vanno ripetute spesso altrimenti passano inosservate o finiscono nell’oblio.

Bruno Gualerzi

“Una svolta parve giungere nel 1984, con la cancellazione del cattolicesimo come religione di stato. Ma tale raggiungimento fu pagato con la mela avvelenata dell’8 per mille.”

La ‘mela avvelenata’ fu sicuramente l’8×1000, ma non solo. In linea di principio è ovvio che è preferibile una religione equiparata alle altre che non una religione di stato… se non fosse che la schiacciante preponderanza della religione cattolica… intanto le consente di beccarsi la fetta maggiore dell’8×1000 lasciando agli altri le briciole… e poi può – paradossalmente ma non tanto – volgere a proprio vantaggio anche in altro modo il ‘non essere religione di stato’. Una religione di stato (come la chiesa anglicana che ha a capo, anche se formalmente, la regina) o l’equiparazione dei religiosi ai pubblici ufficiali (come per chiese protestanti), obbliga pur sempre l’istituzione religiosa a rispettare le leggi dello stato. Non così per il Vaticano, che di fatto conserva tutti i privilegi della chiesa di stato, ma all’occorrenza rivendica la propria autonomia sostenendo – come si dice nell’articolo – i propri valori anche se in aperto contrasto con la laicità dello stato. In altre parole, attua la sua versione del ‘libera chiesa in libero stato’… cioè fa ‘liberamente’ i propri comodi
Dando vita oltre tutto alla ingenua proposta di molti laici (v. Eugenio Scalfari), cioè auspicare che la chiesa come tale, proprio con le sue strutture ecclesiastiche (non con le organizzazioni cattoliche ‘laiche’) venga di fatto considerata un’associazione come tutte le altre con i diritti e i doveri di tutte le altre… non rendendosi conto che per quanto riguarda i diritti di fatto già li detiene, mentre per quanto riguarda i doveri il vaticano rivendica la propria autonomia. Quindi gli sta benissimo così.

Bruno Gualerzi

Ma il famoso ‘libera chiesa in libero stato’, cavallo di battaglia laico, non si è rivelato un’arma a doppio taglio? Almeno per quanto riguarda il vaticano significa, in italia, fare ‘liberamente’ i propri comodi.
Anche nel rapporto stato-chiesa il liberalismo è degenerato in liberismo?

stefano f.

la vera anomali è l’italia che si porta dietro un fardello enorme, un secondo stato nello stato, dal 1861 ad oggi i cui privilegi non vedranno mai la parola fine.
sic est, inutile farsi delle illusioni.

Enrico

Io mi chiedo come è possibile credere che gli omosessuali possano formare una famiglia? Questo non lo pensano solo i cattolici ma tutte le persone che ragionano infatti tutte le culture rifuggono l’omosessualità.
Ritengo poi che i rappresentanti del popolo eletti in parlamento rappresentino il paese reale che non vuole i matrimoni gay e ritiene omosessuali sia maschi che femmine danno un cattivo esempio.

Sandra

O forse è una personalità paranoide:
“Be’, in due parole, è quella di un teologo di una qualsiasi tra le religioni rivelate. … i processi mentali sono gli stessi. Nella mentalità paranoide non è la nostra visione del mondo che si adatta alla realtà, ma è la realtà che deve piegarsi alla nostra visione del mondo… Il mio discorso vale per tutte le religioni monoteiste rivelate: formano personalità paranoidi. Intolleranti, inflessibili e terribilmente logiche nella rigorosa perversità dei loro meccanismi mentali”.
Hans Tuzzi

Enrico

No non sono omosessuale, e poi non parlo solo di omosessualità.

Kaworu

no è vero, parli anche di altre cose che non conosci (come l’omosessualità).

ma hai una certa predilezione per questo tema in particolare. che è una curiosa coincidenza.

Barbara

Nenmono quando è un vescovo che sodomizza un omosessuale? Ah già, ma il vescovo non deve formarsi una famiglia, lui è l’eletto di dio, mica come il povero plebeo di Enrico mandato allo sbaraglio a difenderli tout court e costretto a procreare, così lontano dal paese reale.
Su tutte le culture che rifuggono l’omosessualità, studierei un po’ di più.

Mario

@ Enrico

Quando leggo cose come quelle che hai scritto, spero sempre ardentemente che questi messaggi siano opera di qualche troll, mentre invece mi tocca constatare amaramente che le persone che scrivono pensieri come il tuo credono VERAMENTE in ciò che dicono. E devo dire che è una situazione molto snervante trovarsi a contatto con individui del genere, anche solo tramite un sito web.

Ma volendo rispondere nel merito delle offensive sciocchezze che propugni (perchè un accanito difensore dei diritti della comunità LGBT come me non può proprio astenersi dal farlo), si può dire che:

1) è possibile credere che gli omosessuali possano formare una famiglia perchè anche gli omosessuali provano i sentimenti degli eterosessuali. Ciò che cambia nelle persone omosessuali è soltanto l’impulso sessuale, fattore secondario che non cambia minimamente (nè in meglio, nè in peggio) il valore sociale, umano, fisico, psichico e affettivo di una persona;
2) gli omofobi, credenti e non credenti, sono dei poveri disgraziati che non sanno accettare gli altri (e a volte neanche sè stessi). Gli omofobi sono questo, nè più nè meno.
Anzi, in tutta franchezza ti dico che se dipendesse da me, tali persone dovrebbero essere punite per questa loro propensione alla discriminazione, così come vengono puniti coloro che denigrano gli handicappati e i disabili;
3) non è vero che “tutte le culture rifuggono l’omosessualità”, perchè la cultura del rispetto dell’individuo non la rifugge, nè la osteggia, ma semplicemente la accetta;
4) anche se fosse vero che “tutte le culture rifuggono l’omosessualità”, ciò non significa che tali culture avrebbero ragione nel farlo, nella stessa maniera in cui non sarebbe accettabile la pratica dello stupro anche se “tutte le culture” lo giustificassero;
5) i “rappresentanti del popolo eletti in parlamento”, come tu li chiami ingenuamente (facendo così capire che credi alla favole dei partiti, oltre che a quelle della chiesa), rapprensentano semplicemente i porci comodi di sè stessi e di chi li ha fatti eleggere DALL’ALTO, e non dal basso. Pertanto, anche se il 95% degli italiani fosse a favore del riconoscimento delle unioni omosessuali, tale legge non verrebbe comunque promulgata perchè tanto i parlamentari rispondono, in larga parte, ai gonnelloni d’oltretevere (o, in alternativa, ai capi di partito asserviti/compiacenti ai gonnelloni d’oltretevere);
6) non sono gli omosessuali, a dare “un cattivo esempio”, come dici con volgare e grettissima stupidità.
In realtà, a dare il “cattivo esempio” di come un essere umano possa essere meschino, sprezzante dei diritti altrui, oltre che assolutamente mancante di empatia (cosa, questa, che per me è una dei maggior insulti che io possa fare ad una persona), è la gente come te, della quale purtroppo il Mondo è pieno.

E qui mi fermo, altrimenti comincio a sfoderare parole pesanti… se non lo faccio è perchè ho già impiegato 15 minuti a scrivere questo messaggio, per cui mi hai rubato già abbastanza tempo, e anche inutilmente credo, perchè tanto rimarrai attaccato alle tue idee bigotte e reazionarie riguardo l’omosessualità.

Comunque sia, concludo parafrasando un noto spot delle carte di credito:

“Leggere il commento di un omofobo bigotto: 2 minuti di tempo, con UaarCard”
“Rispondergli per le rime e dimostrare che ha detto madornali fesserie: 15 minuti di tempo, con UaarCard”
“Sentire schifo ed indignazione verso tutti gli omofobi e sentirti una persona migliore di loro: non ha prezzo!” 😉

P.s.= buona domenica a tutti gli amici dell’UAAR, e complimenti al signor Franco Buffoni per questi suoi brillanti articoli che puntualmente mettono con le spalle al muro i filoclericali buffoni (con la minuscola 😉 ).

murdega

Ma quale legge umana o divina può leggitimare questo mare di soldi
sottratte agli italiani ?
E quale è lo scopo della elargizione di tante risorse sottratte alla disponibiltà
della società italiana ?

Osvaldo

Liberissimo di credere quello che vuoi dell’omosessualita’.

L’importante e’ che chi fa le leggi abbia una visione piu’ accurata, intelligentemente critica, libera da pregiudizi e razionale della tua.

Osvaldo

Da quello che scrivi non sembra proprio.
Altrimenti capiresti che non c’e’ alcun motivo razionale per cui coppie omosessuali non possano diventare una famiglia.
Certamente, non il presunto fatto che la famiglia si basi sulla funzione riproduttiva, in quanto vi sono coppie di eterosessuali che non vogliono o non possono avere figli, eppure nessuno nega loro il diritto di essere famiglia.
Certamente, non l’idea che, concedendo il matrimonio agli omosessuali, si
arrecherebbe qualche danno alle famiglie “normali”, in quanto nessun loro diritto verrebbe toccato in alcun modo; viceversa, verrebbe affermato il diritto di uguaglianza dei cittadini per lo Stato. Tutt’ al piu’, gli omosessuali che nella presente situazione legislativa devono sforzarsi di nascondere la loro natura e fare un matrimonio di facciata per avere una famiglia, avrebbero invece la possibilita’ di vivere la loro condizione apertamente e vedere riconosciuta loro piena dignita’ dallo Stato.

Ci sono poi da considerare tutti i diritti di tipo economico-legale concessi ai membri di una famiglia che vengono negati alle coppie omosessuali, oltre al fatto che la realta’ omosessuale costituisce una parte estremamente consistente della popolazione, alcuni milioni di persone, di cui uno Stato serio non puo’ ignorare le esigenze, sia per una questione democratica di principio, sia per rendere piu’ pacifica la convivenza con la maggioranza etero.

Quindi, se non trovi validi motivi razionali per essere contro la famiglia omosessuale, la tua e’ una posizione irrazionale.

Massimo

@Enrico

A quanto detto da Kaworu, aggiungerei solo una precisazione: essere X-fobo (agorafobo, claustrofobo, xenofobo, omofobo, aracnofobo) significa farsi vincere dalle sensazioni irriflesse e non avere la minima propensione né per il dominio razionale di sé né per i sentimenti. Si tratta insomma di malattie mentali (non sempre curabili). Se è vero (come è vero) che l’intelligenza di un individuo poggia su due pilastri fondamentali: la capacità analitica e la possibilità di empatia (senza la quale si è autistici), l’X-fobo (del tutto privo di entrambe)… è semplicemente un macaco (ma di quelli tanto tristi e mal messi da non meritare nemmeno che si paghi il biglietto per lo zoo…)

Kaworu

@massimo

ti correggo per dire che i primati non umani mostrano empatia spesso superiore a quella di certi individui primati umani 😉

robby

perche,gli omosessuali non possono avere una famiglia,enrico.che fastidio ti da se ai gay vengano riconosciuti magari matrimoni civili,no religiosi,è magari condividessero insieme la loro vita,che problema enorme ti si aprerebbe nel tuo cuoricino……

Kaworu

ah la grande ossessione di enrico… l’omosessualità 🙂

davvero tesoro, fossi in te indagherei sul perchè di questa tua ossessione. forse, nemmeno troppo sotto…

Kaworu

come gli omosessuali possono creare una famiglia? semplice: se io e la mia compagna andiamo a vivere insieme, ecco fatta la famiglia. se decidiamo di avere figli, ecco allargata la famiglia.

cosa togliamo agli eterosessuali?

che cattivo esempio diamo?

siamo persone oneste (e questo in effetti in italia è un disvalore), lavoriamo (e questo in effetti in italia è un disvalore, dove il lavoro è quello dei preti e quello del grande fratello), abbiamo una cultura direi alta (e questo in effetti in italia è un disvalore)…

ah già, forse per te l’esempio corretto sono i mafiosi, i ladri, i fanfaroni, i corruttori, quello che mantengono il giro del turismo sessuale e via dicendo.

beh basta capirsi 😉

Enrico

Per tutti ricordo che il popolo che fà le leggi tramite i suoi rappresentanti può decidere quali comportamenti privati sono leciti e quali no, quali comportamenti sono degni di essere riconusciuti legalmente.

Kaworu

ricordalo, ricordalo.

ricordatelo soprattutto quando critichi questo in paesi che invece riconoscono le coppie omosessuali dal punto di vista legale.

ricordatelo, mi raccomando 😉

andrea pessarelli

“il popolo che fà le leggi tramite i suoi rappresentanti può decidere quali comportamenti privati sono leciti e quali no”
ogni volta che decide che un comportamento privato è illecito però, se non supporta tale decisione con motivazioni razionali incontrovertibili, cessa di essere un popolo democratico

AndreA

“infatti tutte le culture rifuggono l’omosessualità.”

Ma che idiozia.

Kaworu

devi capire che enrico probabilmente non è mai uscito da casa sua… o forse ha fatto le vacanze a dubai.

Enrico

No sono stato in almeno una decina di paesi europei per turismo, ed anche in USA per lavoro, inoltre dirigo un reparto di produzione con 40 operai con almeno 5 diverse nazionalità

Kaworu

non mi risulta che le “culture” belga/tedesca/francese/spagnola/svedese/norvegese/finlandese/danese/islandese/britannica/etc rifuggano l’omosessualità (che poi, rifuggere… bah).

Enrico

No industria farmaceutica per il viaggio in USA, in Italia industria chimica.

fab

@ Enrico

Scusa, ma non sai niente. Mi limito a informarti che se non altro nell’antica Grecia l’omosessualità era del tutto normale e Armodio e Aristogitone, una coppia di guerrieri, erano addirittura eroi popolari.

Non che questo sia l’unico punto da contestare del tuo intervento, ma una cosa alla volta.

florasol

sono più una famiglia la mia migliore amica e la sua compagna, che si amano e si rispettano e si trattano con affetto e supporto, di tante coppie eterosessuali legalmente sposate che conosco, che stanno insieme per ragioni meno nobili (che vanno dall’abitudine al non potersi permettere un divorzio e una conseguente nuova abitazione, al timore del giudizio delle famiglie o dei conoscenti in caso si lasciassero…)

Fri

Pensa che io mi chiedo sempre come sia possibile credere che gli omosessuali NON possano formare una famiglia!

Massimo

@Fri

Questa è gente che crede in serpenti parlanti, madri vergini, cereali che diventano proteine umane, sanguinacci liquefatti a tappe cicliche ricorrenti, persone che campano fino a novecento anni, papi nominati da fantomatici spiriti, camminatori idrici, padri che sono figli di se stessi (ma anche un po’ cugini), donne che partoriscono a più di novant’anni, immacolate che appaiono rivelendo enigmi post eventu, diavoli incarnati, fiamme dell’inferno, creatori che sputano nell’argilla, tavole delle leggi (ben apparecchiate, perlopiù) e compagnia cantante… non ce ne scordiamo!… Su queste basi, potranno ben credere che gli omosessuali NON possano formare una famiglia, non trovi?

paola

bisognava cacciare il papa punto. allora sarebbe nata una vera italia! signor Franco le sue sono parole così vere…grazie del contributo

Losna

Sull’anomalia italiana non si può far altro che concordare, è un fatto!

Lorenzo Galoppini

Non so voi, ma ogni uscita degli integralisti cattolici come quelli che via via si leggono qui rafforza in me la convinzione che si tratti di gente mentalmente disturbata, e nemmeno poco.

Mario

@ Lorenzo Galoppini

Puoi dirlo forte. Ma a tal riguardo, il commento dell’utente “Massimo” lasciato appena qualche riga sopra il tuo, fa capire ottimamente quale sia la situazione mentale di quei casi umani chiamati “cattolici”, triste fardello della nostra già poco piacevole società.

POPPER

Ecco un’altra anomalia molto grave: Visita del papa-re di Vaticalia a Palermo.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/03/papa-benedetto-xvi-in-sicilia-ma-le-polemiche-sui-costi-non-si-fermano/67359/

Su uno terrazzo, proprio di fronte al palco al Foro Italico, avrebbe dovuto esserci uno striscione, con una frase tratta dal Vangelo di Matteo, che invece non c’è. Un gruppo di palermitani lo aveva esposto ieri notte, dopo averci lavorato per giorni. Sullo striscione si leggeva: “La mia casa è casa di preghiera, ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri”. Le forze dell’ordine sono intervenute immediatamente, hanno prima tentato di farsi ammettere in casa, ma erano sprovvisti di un qualsivoglia ordine di un magistrato e sono stati lasciati sulla porta. Sono quindi intervenuti i vigili del fuoco, su richiesta delle forze dell’ordine, e sono saliti con le scale mobili a strappare lo striscione. Ci sono riusciti solo per metà, l’altra metà (ma praticamente inservibile) è stata ritirata dalle persone in casa.

“E’ un regime, neppure in casa nostra possiamo esprimere liberamente il nostro pensiero” afferma Franca Gennuso, una delle persone presente nella casa “incriminata”, tenuta sveglia tutta la notte da continue telefonate delle forze dell’ordine che tentavano, con le buone e con le cattive, di persuaderli a ritirare lo striscione. “La verità è che non vogliono sbavature. Vogliono dare l’immagine di una visita perfetta, tra un consenso perfetto”. E’ chiaro che è tutt’altro che così.

Forse per quelli che vogliono continuare ad essere cristiani ma vogliono prendere le distanze dal papa è bene che si sbattezzino ugualmente, poi potranno essere accanto all’UAAR per vincere quelle battaglie civili contro lo strapotere della ccar nella nostra nazione.

POPPER

A tagliare il nastro inaugurale è stato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che ha salutato l’iniziativa raccontando che se potesse ”mettere insieme tutta la birra bevuta nella sua vita si potrebbe riempire il Lago Trasimeno”. Ciò per dire che spesso la birra o gli alcolici accompagnano il divertimento ma ”se non si ha nulla da dire o di esprimere una birra tira l’altra ed è per questo che la cultura dello sballo ammorba i giovani”.

Infatti si spiega come mai Alemanno non ha più nulla da dire in mdo intelligente, con un Transimeno di birra che ha bevuto e con tutti quegli alcolici è pieno di spirito divino, dovrebbero ritirargli la patente o ci saranno delle attenuanti anche lì.

POPPER

Franco scrive: L’anomalia italiana è ormai luogo comune in Europa: chi ne frequenti le istituzioni sa bene quali sguardi e parole di accorata sympathy i rappresentanti italiani siano costretti a subire da parte dei colleghi: “… ma voi, in Italia…” è diventato un leitmotiv per chi si occupa di diritti civili e non solo. E non si capisce nemmeno più se l’interlocutore stia pensando a Berlusconi per arrivare a Ratzinger, o stia pensando a Ratzinger per arrivare a Berlusconi: per l’appunto Italy, Vatican State, come intitola il suo ultimo libro Michele Martelli (Fazi editore).

Anche mio fratello che lavora all’estero sente di queste battute sull’Italia, direi che è più colpa del vaticano e di Berlusconi che l’Italia ha questa reputazione, altro che Bondi che bacchetta Draquilia o altri film per sosptetto vilipendio della nostra patria, ma anche la maggioranza degli italiani a dare fiducia a

POPPER

Franco scrive: L’anomalia italiana è ormai luogo comune in Europa: chi ne frequenti le istituzioni sa bene quali sguardi e parole di accorata sympathy i rappresentanti italiani siano costretti a subire da parte dei colleghi: “… ma voi, in Italia…” è diventato un leitmotiv per chi si occupa di diritti civili e non solo. E non si capisce nemmeno più se l’interlocutore stia pensando a Berlusconi per arrivare a Ratzinger, o stia pensando a Ratzinger per arrivare a Berlusconi: per l’appunto Italy, Vatican State, come intitola il suo ultimo libro Michele Martelli (Fazi editore).

Anche mio fratello che lavora all’estero sente di queste battute sull’Italia, direi che è più colpa del vaticano e di Berlusconi che l’Italia ha questa reputazione, altro che Bondi che bacchetta Draquilia o altri film per sosptetto vilipendio della nostra patria, ma anche la maggioranza degli italiani a dare fiducia a questo governo è una auto-gol in fatto di reputazione all’estero.

Ha ragione la Margherita Hack che la chiama la “maggioranza rinbecillita”.

Ho già un libro di Martelli, Senza dogmi, l’antifilosofia di Ratzinger.

Andrea

“L’anomalia italiana è ormai luogo comune in Europa:…”

Pare che fra qualche anno, se continua il trend politico di queste ultime tre/quattro elezioni, vi toccherà parlare anche di anomalia svedese…

Massimo

Sugli xenofobi in Svezia:

Qualcuno pregherà che ciò accada. I più superstiziosi fra gli altri (anche se dubito che, “fra gli altri”, siano numerosi)… si toccheranno i così detti – per chi non ne ha, può andare bene il “tocca legno”, il sale dietro le spalle o il classico aglio intorno al collo 😉

Ratio

L’anomalia italiana non è il vaticano. L’anomalia italiana non esiste. Esiste, purtroppo, un popolo incapace di vivere democraticamente e al quale la democrazia è stata regalata in seguito a una disfatta bellica.
Questo è il paese delle stragi sulle quali non è mai stata fatta luce, delle bustarelle e delle raccomandazioni, delle varie mafie e dello IOR.
Praticamente è il paradiso terrestre della CCAR che prospera grazie alla corruzione.
Ogni popolo ha il governo che si merita, la classe politica che si merita e l’opposizione che si merita.

Bruno Gualerzi

“Una svolta parve giungere nel 1984, con la cancellazione del cattolicesimo come religione di stato. Ma tale raggiungimento fu pagato con la mela avvelenata dell’8 per mille.”

La ‘mela avvelenata’ fu sicuramente l’8×1000, ma non solo. In linea di principio è ovvio che è preferibile una religione equiparata alle altre che non una religione di stato… se non fosse che la schiacciante preponderanza della religione cattolica… intanto le consente di beccarsi la fetta maggiore dell’8×1000 lasciando agli altri le briciole… e poi può – paradossalmente ma non tanto – volgere a proprio vantaggio anche in altro modo il ‘non essere religione di stato’. Una religione di stato (come la chiesa anglicana che ha a capo, anche se formalmente, la regina) o l’equiparazione dei religiosi ai pubblici ufficiali (come per chiese protestanti), obbliga pur sempre l’istituzione religiosa a rispettare le leggi dello stato. Non così per il Vaticano, che di fatto conserva tutti i privilegi della chiesa di stato, ma all’occorrenza rivendica la propria autonomia sostenendo – come si dice nell’articolo – i propri valori anche se in aperto contrasto con la laicità dello stato. In altre parole, attua la sua versione del ‘libera chiesa in libero stato’… cioè fa ‘liberamente’ i propri comodi
Dando vita oltre tutto alla ingenua proposta di molti laici (v. Eugenio Scalfari), cioè auspicare che la chiesa come tale, proprio con le sue strutture ecclesiastiche (non con le organizzazioni cattoliche ‘laiche’) venga di fatto considerata un’associazione come tutte le altre con i diritti e i doveri di tutte le altre… non rendendosi conto che per quanto riguarda i diritti di fatto già li detiene, mentre per quanto riguarda i doveri il vaticano rivendica la propria autonomia. Quindi gli sta benissimo così.

Fiorenzo Nacciariti

“omosessuali onesti che vivono la propria condizione con disagio” fa il paio con “e tu donna partorirai con dolore”: sta nel DNA di tutti i seguaci delle religioni del libro.

Complimenti a Franco Buffoni per aver riassunto efficacemente alcuni dei problemi che, secondo me, derivano dal riconoscimento al Vaticano della qualifica di “Stato”, mentre non dovrebbe essere altro che la sede di un’organizzazione internazionale (come la sede della FAO).

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