Algeria, cristiani non digiunano durante Ramadan: assolti

Due operai di religione cristiana protestante, Salem Fellak e Hocine Hocini, erano stati sorpresi in un cantiere a mangiare durante il periodo del digiuno del Ramadan, ad Ain El-Hammam in Algeria. Sono stati arrestati il 12 agosto dalla polizia, con l’accusa di aver violato precetti islamici. Il giudice del tribunale locale li ha però assolti, in quanto non esistevano presupposti legali per condannarli, nonostante il pm avesse chiesto tre anni di carcere. Altri due processi su casi simili verranno discussi nelle prossime settimane.

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36 commenti

Kaworu

immagino sia una buona cosa, questo dovrebbe far riflettere “i nostri” su quel che succede quando una religione influenza lo stato e soprattutto sul fatto che non si è sempre in maggioranza.

Io ero Sai

Nah, gli farà “capire” che i cristiani sono meglio dei mussulmani perchè li non c’è la liberta di religione.
Senza notare che qui la libertà c’è grazie all’illuminismo, e che nei paesi africani dove il cristianesimo ha il potere le altre religioni spesso sono illegali.

Kaworu

infatti ho usato il condizionale, so bene che il pensiero comune sarà quello da te illustrato…

Tino

Scusa ma io non sono d’accordo nei paesi africani dove c’è il cristianesimo l’islam non è per nulla illegale. Trovamene uno, anzi il Gabon che è in maggioranza cristiano il presidente è da due generazioni musulmano. Ti dirò di più nel Sudafrica dell’apartheid i musulmani bianchi o indiani non sottomessi al regime di discriminazione se ne sono fregati alla grande della discriminazione dei neri.
Comunque buona notizia speriamo che qualcosa si muova in Algeria.

Io ero Sai

Tino non palravo dell’illegalità dell’islam, ma di non permettere la libertà religiosa.

Es.

Eritrea (da Wiki)
Religioni
La popolazione è equamente divisa tra musulmani (50%) a nord e cristiani (50%) a sud.
Lo Stato ha ufficialmente riconosciuto quattro confessioni:

1. Cristiani ortodossi
2. Musulmani sunniti
3. Cattolici
4. Chiesa evangelica di Eritrea.

Lo Stato non ammette altri culti religiosi.

Angola (da Wiki)
Religione
Il governo riconosce come religioni del paese il Cattolicesimo e l’Animismo. La religione più praticata è la Cristiana Cattolica (oltre il 50%). Maggiore è la percentuale di cattolici (in aumento in tutto il Paese) a Luanda dove sorge l’Arcidiocesi di Luanda. Seguono l’Animismo (30%) e le altre religioni Cristiane (circa 20%). Sono presenti altresì numerose sette di matrice brasiliana, che però sono illegali e perseguite dallo Stato.

E comunque in algeria il cristianesimo è legale, ma discriminato. Stessa cosa succede per i non cristiani in Zambia, Gabon ecc…

Tino

In Gabon ne dubito fortemente dato che il presidente è musulmano da due generazioni (convertito), per il resto certo la libertà religiosa fuori dalle confessioni religiose più potenti è malvista, ma in Congo per esempio è molto potente una chiesa cristiane che dice che gesù era nero ecc.

Massimo

@ Tino

Sta di fatto che, mentre si appellano al “sacro principio” della laicità (in bocca loro…) nei paesi in cui sono in minoranza (vedi ad esempio Egitto e Nigeria nel gennaio e marzo di quest’anno ed altri episodi in Pakistan, con relative uccisioni di cristiani), i gerarchi soprattutto cattolici non spendono mezza parola (ed anzi contribuiscono attivamente) affinché la condizione della donna continui a restare quella che sappiamo e l’omosessualità continui ad essere considerata reato (e grave – ergastolo e pena di morte compresi). Le manovre del Vaticano all’ONU e il ribadimento dell’impossibilità di concedere il sacerdozio a preti femmina ne sono ulteriore conferma. In sostanza: dove nessuno li disturba nella “difesa” delle loro discriminazioni, ma li limita nel potere d’impatto sulla società per altri versi, i capi religiosi cristiani adottano il criterio di sempre: “laicisti” dove serve; fondamentalisti (e alleati) dove conviene.

Marcus Prometheus

A me non risulta attualmente nessun paese al mondo dove i cristiani o i cattolici restringano le liberta’ dei mussulmani.
Neanche in Filippine o Nigeria o Uganda dove ci sono scontri e guerrigle.
Risultavano fino a poco tempo fa in Sudan razzie arabo mussulmane per la presa di schiavi nel sud nero, cristiano ed animista. Ma nessuno di sinistra se ne e’ mai preoccupato, solo dei protestanti inglesi fino a pochi anni fa, adesso non so piu’, si occupavano di raccogliere fondi e RICOMPRARE a caro pezzo la liberta’ degli schiavizzati.
Anche in Eritrea il feroce dittatore che perseguita tutti, si sta allineando all’islamismo e perseguita con piu’ gusto i cristiani.
I cristiani al massimo si permettono di discriminare atei ed animisti
(In fondo la conversione del mondo greco romano avvenne per pesantissimo favore imperiale sotto Costantino eppoi tramite imposizione statale dei successori (in primis Teodosio) con ferocissime pene di morte per ogni accenno di paganesiono anche puramente culturale e residuale privatissimo.
Certo non e’ merito di matirazione spontanea autonoma dei cristiani se questi non perseguitano piu’ i non cristiani, ma merito dell’illuminismo liberalismo, democrazia ecc. comunque ormai un po’ interiorizzati.
L’islam invece arriva a condannare a morte “per blasfemia” semplicemente chi non riconosce Allah o il Corano in Pakistan, di solito per rivalita’ coi vicini o avidita’ degli stessi di impadronirsi delle terre del malcapitato cristiano proprio come avveniva sotto Teodosio ed imperatori successori.

pollo

Invece, per fortuna con Stalin e compagnia Briscola, grazie all’illuminismo, venivi deportato se eri cristiano, come ancora oggi succede nei paesi con la laità come religione di stato (cina, nord corea, ecc.) – ma secondo i nostri laici dell’UAAR sono TUTTI SANTI (grazie al caso – Dio non esite)

bradipo

una prova dell’esistenza di Dio potrebbe essere in effetti il miracolo di far capire la differenza tra laicità e ateismo di Stato anche ai polli.

Crebs

Se ci arrestassero con l’accusa di aver violato il precetto pasquale e un giudice del tribunale ci assolvesse, in quanto non esistono presupposti legali per condannarci, lo Stato italiano farebbe ricorso in appello come ha fatto per il crocifisso nelle scuole?

Tino

Ma dai crebs che paragone ridicolo su se in Italia si dovesse arrestare chi non rispetta il precetto pasquale pure la stragrande maggioranza dei cattolici sarebbe in prigione. Non confondiamo battaglie per la libertà di vivere la propria fede o la propria non fede, con battaglie simboliche come quella del crocifisso. In Alsazia, proprio a Strasburgo ci sono i crocifissi nelle scuole perché è rimasta concordataria, non è che gli atei scappano per frequentare le scuole delle regioni laiche, anzi è una regione prospera e ricca che attira. Dico questo perché benché condivida la vosta battaglia, mi sembra che ultimamente vi state troppo fissando su qualcosa che rimane simbolico e soprattutto con l’odio anti-unione-europea che imperversa in tanti paesi rischia di essere malvista.

davide

vedi però, io non credo sia più una battaglia contro il crocifisso (anzi penso non lo sia mai stata se non nelle idee di qualcuno); a mio avviso è una battaglia per affermare un principio (prendila come una “scusa”), la legge c’è, le leggi vanno rispettate, la legge non la rispettano, sopratutto proprio chi rappresenta il governo, autore della legge.

sinceramente parlando neanche a me da’ troppo fastidio, anzi, fino a l’altro ieri non mi ero nemmeno accorto che in portineria (sono in uno stabile ministeriale) ci fosse; ma la questione non è se mi dia fastidio o no (non sono disposto comunque a tollelare quest’ingerenza) la questione per me è “che li non ci deve stare” punto.

io sarei anche disposto nella mia stanza, luogo di lavoro se il collega me lo chiedesse, forse forse (ho detto forse), a farglielo mettere (o non togliere) ma un conto è chiederlo e vediamo se te lo concedo (mi arrogo il diritto di scelta visto che la legge dovrebbe essere dalla mia…dovrebbe..); un altro conto è imporlo coattamente e se provi a dire qualcosa sembra che tu stia anche dalla parte del torto…un cavolo! io sto dalla parte giusta, almeno a giudicare dalla legge che in italia esiste

moreno03

Sarà che l’Alsazia non è l’Italia e che i simboli cambiano di significato e di potere a seconda del contesto in cui sono presenti.
In Italia il crocifisso non sta ad indicare alcun ché di storico o di tradizionale, ma solo una sorta “ricompensa” data alla Chiesa dopo l’unificazione d’Italia, e ora rappresente pure una assoggettazione della Stato nei confronti del Vaticano.

Tino

D’accordo davide ma io non metto in discussione la giustizia della battaglia solo che ci sono norme più gravi in italia che non vengono rispettate e ripeto mi sembra che con questo processo alla corte, si rischia di avere più crocifissi di prima e di lanciare una battaglia su un simbolo di fatto. Quando è stata lanciata magari il momento era giusto ora no. L’unione è malvista in molti paesi europei come un entità che non ti protegge economicamente come fanno per esempio gli usa, e a torto o a ragione, un’istituzione che ti bacchetta ma non ti da nulla in cambio. La mia è solo una analisi che non mette in discussione la strategia piuttosto il principio.
@ moreno
sarà semplicemente che rispetto hai problemi con l’islam radicale in tutta la francia la gente ha altre cose a cui pensare rispetto al crocifisso. Guarda che statisticamente se togli il crocifisso non è che i musulmani si integrano di più anzi in questo momento c’è un boom di musulmani nelle scuole private cattoliche che cominciano anche loro ad avere problemi non tanto con il crocifisso che lo espongono ma su questioni di storia, letteratura preghiera nell’ora di lezione

luca06

Il crocifisso è un simbolo che va abbattuto, è uno spot pubblicitario imposto ai ragazzi. Come posso dire a mia figlia che DIO è una balla se l’istituzione lo avvalla senza se ne ma? Come potremo avere una società più libera se la scuola continua a dire che quel simbolo è LA VERITA? Possibile che non ve ne rendiate conto?

bradipo

Abbattuto mi sembra un po’ eccessivo… preferisco “non favorito”.
Non mi piace molto l’idea (spesso ingigantita per demonizzare) che si è contro i simboli religiosi, mi ritengo semplicemente a favore della laicità.

Tino

Se fossero stati atei li avrebbero sbatutti dentro. I cristiani algerini si salvano perché ultimamente hanno l’appoggio delle chiese protestanti americane e l’Algeria fa parecchi affari con gli USA. Invece di criticare il cristianesimo (in questo caso) dovremo chiederci perché noi non riusciamo a tessere legami di solidarietà con gli atei dei paesi musulmani.

Stefano Bottoni

In parecchi stati musulmani se una persona osa dichiararsi atea viene ostracizzata se gli va bene, ma in alcuni rischia anche la galera e la condanna a morte. Ecco perchè sono costretti a nascondersi. E’ di pochissimi mesi fa la notizia del suicidio alle Maldive di un cittadino che si era dihiarato ateo, e aveva dovuto subire ritorsioni di ogni genere. Così atei nei paesi musulmani ce ne saranno anche, ma sono costretti a non rivelarsi apertamente o, in alternativa, emigrare se ne hanno la possibilità. Ecco perchè è difficile tessere legami con loro, cosa che pure credo sarebbe molto interessante

Stefano Bottoni

Era un’osservazione all’intervento di Tino, ho scordato di premere il tasto “rispondi”.

Tino

Sì ovviamente la situazione non è uguale dappertutto, credo anche che nelle repubbliche musulmane ex sovietiche l’ateismo sia tranquillamente accettato (ma sempre meno). Mi domando però come mai stentano in questi luoghi a emergere gruppi di atei consistenti e influenti.

Stefano Bottoni

Non sono mai stato nelle repubbliche ex-sovietiche (che comunque differiscono notevolmente fra di loro: indubbiamente la Lettonia è profondamente diversa dal Turkmenisthan solo per fare un esempio), ma ho frequentato per nove anni la Romania. Il giorno in cui venne il prete per la benedizione pasquale della casa di mio (ora ex) suocero e mi rifiutati di baciare il crocefisso in quanto ateo, a momenti volevano farmi un esorcismo! Giuro! E quante discussioni dopo: -Hai mancato di rispetto al prete!- dicevano. -Sì, perchè il prete ha avuto rispetto di me?- ribadivo.

Gérard

Lei conosce il sito ” Islam La ” che significa ” Non à la sottomissione ” ma anche ” Non à l’Islam ” ? Si tratta d’un sito di musulmani atei …

Magar, bieco illuminista,

Polizia e pm algerini, pigliate e portate a casa!

Purtroppo però temo anch’io che nel caso di due atei i timori di una reazione della comunità internazionale sarebbero stati minori.
Anzi, per i motivi spiegati da Stefano Bottoni, dubito proprio che i due atei si sarebbero fatti riconoscere come tali, in una situazione simile.

Marcus Prometheus

Non solo, ma va chiarito in modo assoluto che a due atei il tribunale di un paese mussulmano non avrebbe MAI riconosciuto la esenzione dalle regole del Ramadan.
NEPPURE trattandosi di un paese mussulmano che non vieti espressamente l’ateismo, come l’Algeria che passa per un paese laico e che infatti ha dovuto vincere una guerra civile jihadista con ben 200.000 morti appena finita e portatale dagli integralisti islamisti e combattuta dai mussulmani non islamisti solo per non diventare *integralmente* paese soggetto a SHARIA.
Ma pur vincendo tale sanguinosissima e tragicissima guerra hanno dovuto transigere su tantissimi principi laici e diventare parzialmente shariatici.

Rendiamoci anche conto che essere arrestati e sottoposti a processo penale per mancata osservanza del Ramadan per i malcapitati e’ stato certo molto piu’ traumatico di un pur stressante duello processuale sulla legalita’ o meno di un crocifisso in classe.

Il nostro meritevolissimo e coraggioso socio Massimo Albertin e sua moglie che hanno portato avanti la lotta per la scrocifissione delle aule scolastiche hanno dovuto sopportare psicologicamente e socialmente ostracismi insulti e reazioni gravi, ma certo nessuno li ha arrestati ne’ minacciati di galera.

Ricordiamoci sempre la distinzione fra le due bestie monoteistiche, una semiaddomesticata dall’illuminismo e dalla democrazia ed in ritirata ovunque, purtroppo salvo che in Italia, e l’altra che rilancia la conquista del mondo con la demografia e con la jihad terroristica.

Tino

È utile capire anche il contesto regionale, qui siamo in Cabilia, il cristianesimo è diventato una forma di rivolta dei berberi contro il colonizzatore arabo. Probabilmente finanziato anche dagli USA (anche se alcuni pastori americani sono stati espulsi) , ma le radici sono nell’abbandono di questo popolo da parte della sinistra radicale che i nome del nazionalismo arabo ha sempre difeso i palestinesi ma non i berberi che stati dove praticare la loro lingua non ne hanno, rischiando un vera e propria morte linguistica. Qui in Francia sono stati recuperati dalla destra.

Mario

@ Tino

Sicuramente la situazione dei berberi cabili in Algeria (che ammetto di conoscere poco) non è rosea, e spero che possano riscattarsi con dignità, possibilmente senza cattive amicizie come quelle delle quali tu parli. Comunque, il fatto che la loro situazione sia meno conosciuta di quella dei palestinesi in israele è dovuta alla situazione di disagio oggettivamente meno stringente che i cabili hanno dovuto subire rispetto ai palestinesi. Per onestà d’informazione, va anche specificato che la sinistra antagonista in passato ha guardato con speranza ed orgoglio all’Algeria che lottava contro i colonialisti francesi, tra l’altro il movimento di Resistenza anticolonialista algerino venne strutturato soprattutto in Cabilia, poi purtroppo col tempo la sinistra ha visto affievolirsi pesantemente il proprio spirito internazionalista e questi contesti di lotta, da possibili laboratori, sono ahimè diventati degli scaffali dimenticati in soffitta.
Comunque sia, il mio maggiore rammarico nei confronti della situazione cabilo-algerina è che la messa a silenzio della comunità berbera sia avvenuta nel nome del nazionalismo arabo dell’ammirevole Nasser, questa è per me una situazione veramente spiacevole.

Soqquadro

I berberi hanno una situazione meno difficile dei palestinesi in Israele??? E’ una barzelletta, vero? E, i palestinesi in Israele (ossia gli arabi non di cittadinanza israeliana, chè quelli di cittadinanza israeliana sono invece in situazione avvantaggiata rispetto agli arabi di tutti gli altri Paesi medio-orientali) hanno una situazione meno difficile che in qualunque altro Paese arabo fratello (guardare le legislazioni di Libano, Siria, e le modifiche legislative della Giordania, in merito).

Fiorenzo Nacciariti

Quando lavoravo in Libia (tra il 1975 e il 1981) le cose funzionavano così, ramadan forzato per i presunti musulmani, nessuna imposizione ai presunti non musulmani; io avevo ufficialmente dichiarato di essere ateo.

Ho parlato di presunti musulmani a causa di questo episodio, nel 1979, andavamo al mare nei pressi di Tripoli, nel pulmino della ditta eravamo tre italiani e un pakistano, il guidatore italiano stava fumando, dalla distanza di alcune decine di metri un poliziotto ci fa cenno di fermarci e accostare, in perfetto italiano il poliziotto intima al guidatore di spegnere la sigaretta, aggiungendo “brutto sfacciato, vedi che c’è il pachistano che deve osservare il ramadan e tu fumi”. L’autista spegne la sigaretta e riprende la via, dopo un po’ commenta “ma come avrà fatto quello, da quella distanza, a riconoscere che c’era un musulmano a bordo?”

Nel 1977, durante un breve conflitto armato tra la Libia e l’Egitto, mi trovavo a Cufra, ai piloti da caccia libici veniva imposto il ramadan e loro, di soppiatto, venivano ad elemosinare una minestrina alla mensa della ditta per cui lavoravo che si trovava vicinissima all’aeroporto.

A me nessuno ha mai imposto il ramadan e nessuno ha mai avuto da ridire sul mio ateismo.

Nel 1982 lavoravo in Egitto e c’era il ramadan in corso, lavoravamo insieme agli egiziani, un mio collega italiano mi offre una fetta d’anguria, mordendola soddisfatto, era luglio o agosto, mi giro e vedo un gruppetto di colleghi egiziani che mi guardano con una faccetta talmente triste che subito chiedo scusa e corro a riporre il gustoso ristoro, ma uno di loro corre verso di me e mi assicura che il ramadan è per loro e che non c’è niente di male che io mangi l’anguria, insistendo affinché io continuassi a mangiare tranquillo; sono rimasto molto contento dell’atteggiamento dei colleghi egiziani.

Per contro, a quell’epoca, tornando dall’estero mi fermo a mangiare al self service della stazione Termini di Roma, una signora di colore chiede con petulanza che vuole cibo senza maiale “c’è maiale lì?”, il vivandiere risponde affermativamente, “e dove non c’è maiale?”, “abbiamo il pollo, vuole il pollo signora?”, e infilza il pezzo di pollo con la stessa forchetta con cui prima aveva infilzato l’arrosto di maiale, non l’avesse fatto mai, la signora va su tutte le furie “ah, l’hai toccato con la stessa forchetta, ora il pollo ha visto il maiale è si è dannato, non lo voglio!”

Purtroppo alcuni musulmani odierni assomigliano di più a quella signora di colore che ai miei colleghi egiziani o ai libici con cui avevo a che fare a quei tempi.

Gérard

Confermo : purtroppo i musulmani odierni, sopratutto quelli che vivono in Europa, si comportono sempre di piu come la signora di colore che Lei ha visto alla stazione Termini di Roma . Ho visto una volta un musulmano in un bar chiedere un bicchiere di carta perchè non voleva bere in un bicchiere di vetro, utilizzato da gente ” Kofar ” …

Fiorenzo Nacciariti

Nota confidenziale:
Il “Lei” non è un’offesa, per carità, ma anche il “tu” per me va bene, senza volermi allargare, per carità.

Diocleziano

…operai sorpresi a mangiare… 🙂 mortadella batte dio 2 a 0!

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