La proposta di “ateismo metodologico” di Giulio Giorello, avanzata nel suo ultimo libro Senza Dio, non è particolarmente piaciuta ad Avvenire. Il te9ologo Vittorio Possenti ha infatti lamentato l’altro ieri il fatto che Giorello “non si attarda a mostrare che Dio non è”, preferendo privilegiare un’etica che non ha bisogno né di dogmi, né di un Dio-padrone, e che in quanto tale può dunque essere fatta propria anche dai credenti. Possenti ha domandato a Giorello “dove e come l’individualista libertario troverà un canone per agire”. Giorello gli ha replicato ieri dalle colonne del Corriere della Sera: “non vedo proprio perché io o qualsiasi altro «libertario» dobbiamo indicarne un qualche «fondamento» a cui sottometterci con spirito di «servizio». La possibilità di costruire un’autentica solidarietà senza «fondarla come su solida roccia» (cioè, detto senza retorica, senza imporla a chi la pensa diversamente) non è un dettaglio accademico, ma una questione cruciale per qualsiasi democrazia matura”. Oggi la controreplica di Possenti, che ha sostenuto che il riconoscimento dell’altro “deve essere fondato nella verità, quanto meno a verità antropologica della persona umana: senza la verità antropologica la democrazia matura o meno non va da nessuna parte”.
L’ateismo metodologico di Giorello alla prova di “Avvenire”
51 commenti
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Esiste un solo fondamento della morale, quello individuato da quell’ateo di Schopenhauer, a cui non ci si deve sottomettere con spirito di servizio.
O uno ce l’ha, oppure non ce l’ha. Anche nel campo della morale virtuosi non si diventa.
“Godere e far godere, senza far del male nè a te nè agli altri. Questa è tutta la morale.”
Michel Onfray (un vero filosofo)
Godi e fa’ godere, senza far male a te stesso o a qualche altro: ecco qui, credo, tutta quanta la morale. (Nicolas de Chamfort, Massime e pensieri, 1795)
Il bello è che “Ama, e fai ciò che vuoi” lo disse già Agostino, che pure sarebbe un “padre della chiesa”.
Boh, si vede che in vaticano soffrono di amnesie selettive… A me questa frase piace molto, pure da ateo. Dice tutto: se ami, non puoi fare del male. Tutto qui, non c’è bisogno di aggiungere altro.
ma nessuno puo’ imporsi di amare il prossimo.
Qui sta il punto.
Lo si puo’ fare solo se si è predisposti naturalmente a farlo.
Per questo, anche nel campo della morale, virtuosi non si diventa.
E scommetto che Possenti quando dice “verità antropologica” intende quella che la Chiesa Cattolica Romana Apostolica (o anche CCAR) spiattella o tenta di spiattellare ogni giorno ai gonzi… 🙁
RAmen
Credo che tu abbia centrato il punto cruciale.
immagino che sia proprio quello che intede
la “verità antropologica della persona umana”, ammesso che questa espressione abbia qualche significato, ha ben poche probabilità di avere a che fare con la teologia e con dio (ammesso che l’espressione “dio” abbia a sua volta qualche significato)
Dio: dall’indoeropeo *djew da cui anche Zeus (=*D(j)e(W)-ous), Iupiter (=*(D)ju(W) + *piter), Dyau Pita e Diev nonchè in termini più generali quali Deva, Daeva, Theos etc. Il termine significa “cielo” e “luminoso”, in quanto riscontra la stessa radice in Dies, Day e altri….
In poche parole se dici “Dio” intendi Il “Luminoso” (il Sole? La/e stella/e?)…. 😉
Scusate la mia ignoranza, ma cosa sarebbe la “verita’ antropologica della persona umana”?
tutto ciò che al momento è gradito al Vaticano, fino al prossimo ribaltone…
Il principio è un amplesso, non il verbo.
Prima che mia madre e mio padre andassero a letto assieme io non esistevo.
La risposta più onesta che posso dare alla domanda “Cos’è la vita?” è “Non so!”.
Significa: “sbiricuda come se fosse antani”.
Parole prive di significato sparate per incantare i gonzi. E’ la tattica B16!
Per certe persone ci vorrebbe la laurea ad honorem in fuffologia teorica.
Ma cosa sarebbe mai la ‘verità antropologica’ se non la verità sulla condizione umana? E se per i credenti la condizione umana è ‘condizionata’ dalla trascendenza mentre per un non credente dipende solo dall’uomo storico affrontarla e viverla per quel che è… su cosa mai si potrà tenere in piedi un dialogo? Almeno a livello di principi ci si arenerà sempre su questa contrapposizione.
In quanto alla morale, credo valga pur sempre quanto affermava Kant (quale che fossero le coseguenze che lui poi ne traeva) e cioè che deve essere ‘autonoma’ (venire ‘da dentro’), e non eteronoma (venire ‘da fuori’)… e l’unico criterio che posso trovare ‘dentro’ è quello suggerito dalla ragione. Una ragione che è la facoltà di cui l’evoluzione ha dotato l’uomo per la sopravvivenza della specie. Che poi è la sopravvivenza degli individui nei limiti dell’esistenza individuale.
E’ su queste basi che si può fondare una vera etica. Se si abbandona la ragione perchè se ne temono i limiti, l’alternativa è solo l’irrazionale. Con quel che segue.
Che “la sopravvivenza della specie” sia poi “la sopravvivenza degli individui nei limiti dell’esistenza individuale” forse è vero per l’uomo, ma non è vero in natura in generale.
Basta guardare api e formiche.
Analizziamo la frase: “il riconoscimento dell’altro deve essere fondato nella verità, quanto meno a verità antropologica della persona umana” .
Se con “riconoscimento dell’altro” intendiamo il fondamento del diritto, la frase starebbe a significare che se il diritto deve servire all’Uomo almeno il problema di cosa sia l’Uomo deve porselo.
Se la mia interpretazione è corretta non mi pare che l’affermazione sia proprio sciocca.
Discutibile forse, ma non sciocca.
“Che “la sopravvivenza della specie” sia poi “la sopravvivenza degli individui nei limiti dell’esistenza individuale” forse è vero per l’uomo, ma non è vero in natura in generale.
Basta guardare api e formiche.”
Senza per questo elevere l’uomo al di sopra degli altri esseri viventi (coi quali ha in comune il destino riservato dalla specie agli individui, cioè nascere e morire), sua peculiarità – almeno per quel che è dato sapere – è la consapevolezza (la coscienza, il ‘prodotto’ della razionalità) di questo destino. Ciò lo porta a mettere in primo piano più di ogni altra speciel’individuo, la cui singola esistenza rappresenta, per tutti e per ognuno, l’inizio e la fine del mondo, della realtà.
Per cui l’uomo à contemporaneamente un ‘animale sociale’ (vigono anche per lui i vincoli necessari alla sopravvivenza della specie) e un ‘animale individuale’… e spesso queste due dimensioni entrano in conflitto (l’individuo ‘contro’ la società e la socitò ‘contro’ l’individuo)
Io credo che sia solo sulla base di questa consapevolezza che si possono stabilire le norme del vivere civile, di un’etica condivisa. Se non si trova il giusto equilibrio tra le due dimensioni, tre le esigenze dell’una e dell’altra (dell”individuo e della specie – della società come tale e di ogni suo singolo componente) la conflittualità… tendenzialmente autodistruttiva della specie stessa… non avrà mai fine.
In soldoni: o ragione o si autodistrugge. Tutto il resto è solo fuga dalla condizione umana, cioè ‘garanzia’ della sua distruzione.
“Analizziamo la frase: “il riconoscimento dell’altro deve essere fondato nella verità, quanto meno a verità antropologica della persona umana .
Se con “riconoscimento dell’altro” intendiamo il fondamento del diritto, la frase starebbe a significare che se il diritto deve servire all’Uomo almeno il problema di cosa sia l’Uomo deve porselo.”
Certamente, ma è proprio la divergenza radicale tra credenti e non credenti circa la ‘verità’ dell’uomo, della condizione umana, che – almeno sul piano dei principi – renderà impossibile ogni convergenza.
” Oggi la controreplica di Possenti, che ha sostenuto che il riconoscimento dell’altro “deve essere fondato nella verità, quanto meno a verità antropologica della persona umana: senza la verità antropologica la democrazia matura o meno non va da nessuna parte”.
praticamente l’antropologia è un dogma adesso, ma Possenti non ha idea di cosa sia la democrazia e conosce solo un punto di vista, quello vaticano.
Mi è piaciuta la frase di Giorello:
“non vedo proprio perché io o qualsiasi altro libertario dobbiamo indicarne un qualche fondamento a cui sottometterci con spirito di servizio”
Infatti, mica sobbiamo essere al servizio di dio, cioè, del vaticano.
Possenti, la prego, ci risparmi che dobbiamo essere devoti del papa e obbedianti a santa romana chiesa. Lo so che lei era smanioso di dirlo, e ha cercato di dirlo a modo suo, ma non pretenderà che le si dica di si e conseguentemente arrendersi al potere del vaticano.
Dovrebbero soprattutto spiegare cos’è la “verità” visto che i filosofi ci si accapigliano da secoli senza arrivare a una conclusione sensata o senza appellarsi a una “verità rivelata”
“Verità antropologica” è un bel fuffologismo che i cattolicisti usano per intendere “i nostri granitici e ottusi pregiudizi sulla natura umana”…
[OT:on]
Ragazzi, non ci credereste 😯
Su Ponticess ho visto cose che voi non potete neanche immaginare: discussione degni dei più infini neofascisti con le orecchie tappate e le fette di prosciutto sugli occhi, apologia della teocrazia (ipocritamente chiamata “Regalità Sociale di Cristo”), elogi a papi delle crociate e peggio alle stesse, vittimismo e ipocrisie.
E a esser sincero sono felice che certi momenti verranno dimenticati come battiti di farfalla nell’Universo, a volte è davvero liberatorio… 😉
😯 😯 😯 😯 😯 😯 😯 😯 😯 😯
[OT:off]
Si è vero, ormai han tolto le maschere della diplomazia e son passati all’oltranzismo sfacciato e spudorato, ora hanno finalamente detto chi loro sono in realtà e osa vogliono.
C’era tempo un tipo di cattolici che volevano scrollarsi di dosso i crimini della chiesa del passato dicendo “è mutata la destra dell’altissimo” (salmo 76).
A me non pare che sia mutata quella destra, solo forse ha cercato di dialogare con la modernità ma una grossa fetta della ccar non l’ha mai voluto veramente fare ed oggi ecco Pontifex.
Che devo dire, sono al delirio quella gente ma almeno sappiamo che è la chiesa di oggi, quella che vuole che tutti siano sudditi del papa.
Sai una cosa?
I tuoi OT su Ponticess sono come uno scoperchiamento di fogna.
Quando il post finisce, è come averla tappata e aperto una finestra.
Vacci piano con questi post. Non posso comprare un Gled Assorbiodori al giorno.
Se solo i post sono una chloaca, i commenti sono dellle fosse di coltura batteriologica…. 🙁 🙁 🙁 🙁
il riconoscimento dell’altro “deve essere fondato nella verità, quanto meno a verità antropologica della persona umana: senza la verità antropologica la democrazia matura o meno non va da nessuna parte”
sta dicendo ossessivamente “ho ragione io perche’ ho ragione io”
anzi, peggio, sta dicendo “abbiamo ragione noi e avete torto voi”, dove “voi” = tutti quelli che non sono “noi”, dove “noi” = bene, “voi” = male
sintatticamente non dice proprio nulla, concettualmente sì, concordo, hanno sempre ragione loro 😉
Tradurre i documenti del papa dal latino in altre lingue sarà assai ancor più difficile, ma il senso delle sue parole rimane alterato, in qualsiasi lingua il papa è inequivocabile.
correzione.
Tradurre i documenti del papa dal latino in altre lingue sarà assai ancor più difficile, ma il senso delle sue parole rimane inalterato, in qualsiasi lingua il papa è inequivocabile; ho sempre ragione io anche se non avete capito una mazza di ciò che ho detto.
io mi sono rotto di postare sempre la stessa cosa; quando uno mi porterà dio in una provetta, inteso come forma di vita al di là della vita (mi si deve convincere che viene dall’ “aldilà” 😉 altrimenti potrebbe essere un trucco), capace di creare e trasformare la materia usando soltanto la sua superiore volontà allora ci crederò.
ogni altra forma di fideismo è uno stupido, direi masochistico, deliberato atto di sottomissione non a dio che nn esiste ma al prete (o al mullah o altro esponente religiso) che si è inventato dio per manipolare mente e coscienza degli uomini a proprio esclusivo vantaggio.
“spirito santo? non conosco nessun giovanotto con questo nome”- Schopenauer.
Verità antropologica?
Come diceva Totò: “ma mi faccia il piacere!”
Carino il bisticcio:
“senza la verità antropologica la democrazia matura o meno…”
Quindi può esistere una democrazia matura senza verità antropologica.
Fondamentale dev’essere, questa verità.
La casta papale deve ancora riprendersi dallo shock anal-filattico del 1870.
La democrazia, la pluralità, il pluralismo di vedute ancora non gli vanno giù, nononono…
Giocherella con i dogmi, nonnetto, chè tra poco ti mettono il pannolone.
“verità antropologica della persona umana”?
Questo delira!
Mutatis mutandis, il concetto è analogo a “verità gallinologica dell’animale gallinaceo”! 😆
Verità™
Marchio registrato dai cattolici
…
Quando non si hanno argomenti si inventano idiozie tautologiche come la “Verità antropologica della natura umana” l’unica “Verità” è che l’uomo è nato per essere libero, senza padroni e teocrazie.
sarebbe interessante che ci indicasse alcuni testi di riferimento che trattano di questa “verità antropologica”.
Levi Strauss? Mary Douglas? Marc Augé? Marco Aime? Marcel Griaule?
Il Libro di Geremia? Paolo di Tarso? Ambrogio da Milano? Pio IX? Josemaría Escrivá de Balaguer?
Piuttosto sarebbe meglio Sigmund Freud, che un tantino avrebbe da dire sull’antropologia religiosa e sulla mente umana; ma non penso proprio che sia alcuno dei suoi testi il “riferimento”, poichè nessun ecclesiastico lo ha mai citato (era di origine “ebraica moderna” (quella antica sarebbe stata tollerata…), era ateo, e ha scritto libri “brucianti” per la religione cristiana come “Totem e tabù”).
“Natura umana, evoluzione, etica”, editore Guerini, Milano 2007.
A cura di…
VITTORIO POSSENTI!
😉
Autoreferenziale! 😐
Be’, personalmente sulla verità dell’uomo non sarei così scettica, il problema sta solo nel fatto che questi iniziano con la verità antropologica per approdare chissà come alla verità divina.
Infatti i “ragionamenti” teologici finiscono inevitabilmente nel delirio! 😉
La religione è delirio!
Forse è un po’ OT, ma a me è piaciuta molto:
DIFFERENZA FRA UN FILOSOFO E UN TEOLOGO:
– Il filosofo è un cieco che, in una stanza buia, cerca un gatto nero che non c’è
– Il teologo lo trova.
mario
Il Teologo lo trova e pretende di convincere gli altri che il suo gatto sia di rara bellezza.
E chiudere un teologo con un gatto VERO in una piccola stanza buia?…
Credo che sarebbe il GATTO a trovare per primo il teologo!…
Se il libro di Giorello, non è particolarmente piaciuto ad Avvenire, significa che sara’ unn bestseller ateo! 😉
Insomma, un motivo in piu’ per correre in libreria a comprarlo! 😉
“dove e come l’individualista libertario troverà un canone per agire ?
Io sono un Druido e trovo un canone per agire nella religione dei Celti.
La parola druido denota la classe dei sacerdoti attraverso buona parte dell’Europa centrale e nelle isole britanniche e costituivano l’elemento unificante e i depositari della cultura di quel popolo gallico peraltro così disgregato e discorde sul piano politico.
Le pratiche druidiche erano parte della cultura di tutte quelle popolazioni chiamate Keltoi e Galatai dai greci e Celtae e Galli dai romani.
vorrei pagare anche un canone meno salato alla RAI, visto che è come dare i soldi alla chiesa cattolica.
TG2 delle 13: la visita di Sarkozy è stata data a 10 minuti dalla fine.
Se Fester XVI, passando per Tor Pignattara, fosse sceso dalla barby-mobile per pi§ciare contro un albero, avrebbero dato la notizia in apertura: per il vaticano 200.000 spettatori, per la questura due pastori (di pecore)…