Nuovo sondaggio sul sito UAAR

Un nuovo sondaggio è iniziato oggi sulla home page del sito UAAR. La domanda è la seguente: “Si parla molto di multiculturalismo. In quale forma ritieni sia accettabile, nella società italiana?”
Otto le opzioni tra cui scegliere la risposta preferita:
– Soltanto il monoculturalismo cattolico è accettabile, in Italia
– In qualunque forma compatibile con il riconoscimento della preminenza cattolica
– Con il riconoscimento, in primis, dei diritti dei cittadini italiani
– Con il riconoscimento, in primis, dei diritti degli individui, anche immigrati
– Come riconoscimento in primis delle comunità, anche religiose, ma soltanto quelle presenti da tempo in Italia
– Come riconoscimento in primis delle comunità, anche religiose, che mantengono solo le tradizioni compatibili con le nostre leggi
– Come riconoscimento in primis delle comunità, anche religiose, accogliendo le loro tradizioni all’interno delle nostre leggi
– Non so / altro

Si è nel frattempo concluso il precedente sondaggio. Il quesito era il seguente: “Come giudichi l’atteggiamento del presidente Napolitano sul 20 settembre e sui simboli nella scuola di Adro??”
Questi i risultati (1247 voti):
41% Meglio che non mi esprima, altrimenti mi arriva la polizia a casa
26,5% Istituzionale, ma non molto incisivo
15% Clericale
7,5% Un po’ troppo confessionista
4% Ineccepibile
2% Un po’ troppo laicista
4% Non so / altro

16 commenti

Io ero Sai

– Con il riconoscimento, in primis, dei diritti degli individui, anche immigrati!

Ma al sondaggio precedente chi è il cattotaliban che ha votato: 2% Un po’ troppo laicista ???

Bruno Gualerzi

Gli individui, gli individui. Puntare sulle singole persone, su quel tanto (in realtà poco, spesso pocchissimo, ma bisogna farlo bastare) che li trova ‘liberi’ da qualsiasi appartenenza, etnica, religiosa, genericamente culturale. E lasciando perdere la propria di appartenenze, se non quella che si riconosce nella Costituzione.
Quindi la n. 4.

LoneWolf

Concordo, ma io ho votato per la 3 : “Con il riconoscimento, in primis, dei diritti dei cittadini italiani”, perchè banalmente se certi diritti fondamentali vanno ovviamente garantiti a chiunque, esistono anche dei diritti di “cittadinanza” i cui beneficiari sono per l’ appunto coloro che hanno la cittadinanza, distinzione questa che esiste ovunque, in tutti i paesi del mondo…

stefano f.

la cancelliera Merkel ieri ha rilasciato una dichiarazione del seguente tenore “in germania il multiculturalismo ha fallito” 🙁 questo perchè al di là della predicazione di filosofi iperarunici in buona fede ma assai poco pratici di antropologia l’integrazione di più etnie e di più culture spesso lontanissime tra loro necessita di secoli a volte millenni.
sic est e non ci possiamo fare proprio niente.

SilviaBO

Tutte le opzioni sono piuttosto insoddisfacenti.

Che cosa significa multiculturalismo? Significa che io preferisco i tortellini e il mio vicino immigrato preferisce il kebab o significa che io sono per la parità di diritti e doveri tra uomo e donna, come stabilito anche dalla legge italiana, e lui invece ritiene di essere superiore a sua moglie, di poter decidere per lei, e di quel che dice la legge italiana non gli importa nulla?
Entrambe le cose sono indice di cultura diversa, ma mentre la prima non è un problema, la seconda lo è.

Quando la differenza tra due culture diventa troppo grande, riguardando anche principi ritenuti inderogabili da una o da entrambe, il multiculturalismo è deleterio.

Due opzioni parlano di diritti. E i doveri?

fab

Come si fa a votare per le “comunità”! Mica siamo formiche o babbuini!

Batrakos

Anche io voto per gli individui, la numero 4.
Se alcuni in nome di una presunta loro ‘cultura’ o religione attaccano i diritti individuali come spiegavano Silvia e Tino, i diretti responsabili vanno perseguiti proprio perchè violano i diritti individuali.
In verità esistono anche diritti di gruppo o sociali, come il diritto di associazione o il diritto allo sciopero , ma in questo caso il gruppo sociale è un’estensione dell’individuo non la sua sussunzione o la sua negazione.
Nel momento in cui una persona vive nella società, in essa lavora (se c’è lavoro) o ad essa contribuisce che sulla carta sia italiano o meno poco importa.

hexengut

con il riconoscimento dei diritti degli individui, anche immigrati. E praecipue, praesertim, ante omnia; ma non “in primis”, perché mi son beccato le stagioni del “cioè”, di “al limite”, di “nella misura in cui”, del “diciamo” del “ma anche” ecc.ecc.; e, tra tutti, in bocca a veline, grandifratelli e politicanti d’infimo livello, che il latino non sanno manco che è, “in primis” mi risulta particolarmente insopportabile, pur se usato da Cicerone (a dire il vero anch’egli non particolarmente simpatico).

Paul Manoni

– Come riconoscimento in primis delle comunità, anche religiose, che mantengono solo le tradizioni compatibili con le nostre leggi

L’auspicio e’ che col tempo poi, le cose possano cambiare nelle mentalità reciproche, e non ci si ponga piu’ come comunità differenti, ma cittadini uniti e solidali, con stessi diritti e stessi doveri, a prescindere dalle convinzioni religiose diverse.

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