Francia, 11 persone si gettano dalla finestra per paura del diavolo, bambino muore

“Re delle cose,
autor del mondo,
arcana malvagità,
sommo potere e somma
Intelligenza, eterno
dator de’ mali e reggitor del moto,
io non so se questo ti faccia felice, ma mira e godi ec. contemplando eternam. ec.
produzione e distruzione ec. per uccider partorisce ec. sistema del mondo, tutto patimen. Natura è come un
bambino che disfa subito il fatto. Vecchiezza. Noia o passioni piene di dolore e disperazioni: amore.
I selvaggi e le tribù primitive, sotto diverse forme, non riconoscono che te. Ma i popoli civili ec. te con diversi
nomi il volgo appella Fato, natura e Dio. Ma tu sei Arimane, tu quello che ec.
E il mondo civile t’invoca.
Taccio le tempeste, le pesti ec. tuoi doni, che altro non sai donare. Tu dai gli ardori e i ghiacci.
E il mondo delira cercando nuovi ordini e leggi e spera perfezione. Ma l’opra tua rimane immutabile, perché p.
natura dell’uomo sempre regneranno L’ardimento e l’inganno, e la sincerità e la modestia resteranno indietro, e
la fortuna sarà nemica al valore, e il merito non sarà buono a farsi largo, e il giusto e il debole sarà oppresso ec.
Vivi, Arimane e trionfi, e sempre trionferai.
Invidia degli antichi attribuita agli dei verso gli uomini.
Animali destinati in cibo. Serpente Boa. Nume pietoso ec.
Perché, dio del male, hai tu posto nella vita qualche apparenza di piacere? l’amore?… Per travagliarci col
desiderio, col confronto degli altri e del tempo nostro passato?
Io non so se tu ami le lodi o le bestemmie. Tua lode sarà il pianto, testimonio del nostro patire. Pianto da me
per certo Tu non avrai: ben mille volte dal mio labbro il tuo nome maledetto sarà.
Ma io non mi rassegnerò.
Se mai grazia fu chiesta ad Arimane, concedimi ch’io non passi il 7° lustro. Io sono stato, vivendo, il tuo maggior
predicatore, l’apostolo della tua religione. Ricompensami. Non ti chiedo nessuno di quelli che il mondo chiama
beni: ti chiedo quello che è creduto il massimo de’ mali, la morte (non ti chiedo ricchezze, non amore, sola
causa degna di vivere). Non posso, non posso più della vita.”
-Giacomo leopardi, Innoa da Arimane

Beh… il diavolo appare, loro si gettano e gli angeli non li salvano ? Strano

Non ho voglia di commentare la credenza nel diavolo…

Però questa storia mi fa venire in mente che tante volte si va incontro ad un guaio proprio cercando di sfuggirgli, o fuggendone un altro.

Ricordate la canzone “Samarcanda” di Roberto Vecchioni? In breve, racconta di un soldato che, per sfuggire alla morte che ha visto come una “nera signora che lo guardava” durante una festa per la fine di una guerra, ottiene dal suo re un cavallo veloce e scappa a rotta di collo molto, molto lontano. Dopo due giorni di fuga, ormai stanco, si ferma e rivede la “nera signora”, tranquilla tranquilla, che gli dice: “Ti aspettavo qui per oggi a Samarcanda: cosa ci facevi l’altro ieri là? Io non ti guardavo con malignità, era solamente uno sguardo stupito: ho temuto che per ascoltar la banda non facessi in tempo ad arrivare qua…”

Oppure quel proverbio (chiedo scusa se è “un poco maschilista”, mi fu raccontato così da uno di Trinidad che mi disse che era un proverbio locale; lo trovo interessante per il “principio generale” che se ne può indurre mutatis mutandis) che dice: “Le donne servono per risolvere i problemi degli uomini, ma gli uomini non hanno problemi senza le donne!”. (Ovviamente si potrebbe dire l’inverso, o farne mille varianti, ecc.).

In generale: a volte il vero problema/guaio sta proprio nel rimedio.

Peccato che l’unico ad averci rimesso è solo il piccolino che non ha avuto scelta nel credere o meno a queste assurdità