Oltre alla consueta assistenza religiosa, ora i pazienti atei e agnostici dell’Istituto oncologico europeo di Milano e delle Molinette di Torino possono finalmente disporre dell’assistenza morale laica, assicurata dall’Uaar. Il servizio torinese sarà presentato domani, martedì 26 ottobre alle 14.00 nell’Aula Magna Dogliotti delle Molinette di Torino. L’incontro è rivolto al personale sanitario del nosocomio, ma è aperto a tutti. Nel corso della presentazione interverrà anche Marina Sozzi, Direttore scientifico della Fondazione Fabretti di Torino.
I progetti sono frutto di convenzioni tra l’ospedale e l’Uaar, che stabiliscono come l’assistenza morale non confessionale sia parte integrante dell’assistenza sanitaria generale, da assimilare all’assistenza spirituale religiosa dal momento che le convinzioni non confessionali in materia di religione sono estrinsecazione della libertà di religione protetta dall’articolo 19 della Costituzione. Per questo, i pazienti atei o agnostici che si interrogano su questioni esistenziali come il senso della vita, della malattia e della morte, troveranno qualcuno ad ascoltarli e a dialogare con loro.
Comunicato stampa UAAR
” Per questo, i pazienti atei o agnostici che si interrogano su questioni esistenziali come il senso della vita, della malattia e della morte, troveranno qualcuno ad ascoltarli e a dialogare con loro.”
Ascolto e dialogo: proprio le due cose che finora o riscontrato molto poco nei credenti quando si parla della loro religione…
Ad ogni modo: auguroni per l’iniziativa! 😉
L’iniziativa è tra i fiori più belli. Ho fatto purtroppo esperienza di grande sofferenza e sono stato – come si dice – tra la vita e la morte. La persona che aggiungeva sofferenza a sofferenza era proprio il prete quando passava a muover l’aria con i piedi e con le mani. Non riuscivo a disgiungere la sua umanità dalla sua funzione divina: lo ritenevo proprietà del suo dio, non della comune umanità. Eppure… in certi momenti si sente tanto il bisogno di una presenza, un sorriso ed una parola. Ma queste sono cose che mancano al dio dei preti…e di conseguenza a loro.
come ho già detto altre volte, allo IEO già c’è un servizio aconfessionale e suppongo competente fatto da psicologi.
imho non si dovrebbe aggiungere ma sottrarre: eliminiamo preti, suore e combriccola e lasciamo solo chi (senza togliere a chi si fa un corso eh, non vogliatemene. per due chiacchiere va anche bene. per un supporto di altro tipo magari anche no) ha effettivamente studiato per affrontare determinate situazioni e questioni che possono essere esacerbate poi (psicologi. clinici, nella fattispecie).
se si può fare solo l’aggiunta, vabbè meglio così piuttosto che il monopolio ecclesiastico. però resto dell’idea di cui sopra 😉
Ma Cota lo sa?
Potrebbe bloccare la convenzione tra l’ospedale e l’Uaar?
Mi sembra che in Veneto la Regione paghi queli che forniscono l’assistenza cattolica.
Sono pagati quelli che forniscono assistenza aconfessionale in Piemonte?
Meglio che il polentone non lo sapppia… 😉
se son volontari, non sono pagati. mi sembra ovvio 😉
anche se credo che, pure se fossero loro a pagare, a certi cattolici non andrebbe bene uguale.
La mia non era polemica.
Intanto nella notizia non mi sembra compaia che sono volontari.
In secundis, se la regione veneto paga i preti cattolici per fare assistenza morale ai malati credenti, perchè non si dovrebbe pagare chi lo fa ai non credenti?
perchè imho chiunque ha il diritto di chiamare chi vuole al suo capezzale, ma il servizio offerto da un ospedale deve essere fondamentalmente di carattere clinico. quindi se voglio pagare qualcuno, pago uno psicologo che ha le competenze per aiutare in situazioni spiacevoli (più che per le morti “tranquille”, per fatti tipo morti violente, lunghe malattie, tumori e cose così che sono un pelo più difficili da gestire che il nonno giuseppe che s’è addormentato tranquillo. sia per il diretto interessato che per i familiari).
se poi i familiari o l’interessato vogliono chiamare un esponente della loro religione oppure un volto amico diciamo, possono tranquillamente farlo. magari estendendogli l’orario di visita a “quando serve al malato” in modo tale da stargli vicino.
riguardo al punto 1 scusa, pensavo si sapesse che erano volontari dato che già in un’altra ultimissima lo avevano detto 😉
per me c’è una differenza sostanziale nel ruolo che svolgono preti e volontari e quello che svolgono invece dei professionisti. ruolo che per carità, può essere complementare ma secondo me non sullo stesso piano.
poi ovviamente tizio può desiderare la vicinanza del prete o appunto del volontario ateo, caio può dire che non vuole nessuno in assoluto, sempronio può volere l’aiuto di uno psicologo…
dipende da ogni paziente, l’importante è non imporre nulla. cosa che non avviene nel caso di psicologi e immagino volontari uaar, ma che purtroppo avviene quando si tratta di preti. che non dovrebbero affatto esser stipendiati.
Grazie per gli auguri
@Kaworu ne avevamo discusso in altra sede, gli specialisti sono una bella cosa ..e costano ,in genere, a meno che ora non spuntino gratis come i funghi, e comunque non dobbiamo escludere la qualita’ del volontariato non specialistico.
@ Crebs, i volontari ,in effetti non sono pagati, anzi NON siamo pagati! Magari pero’ Cota non se ne accorge…
lo so certo, eliminando i preti PAGATI, salterebbero fuori parecchi soldi 😉 per questo parlavo di sottrazione 😆
comunque figurati, ho detto che dal punto di vista umano eccetera è molto bello e senza dubbio utile, ma che allo stesso modo dubito che un corso dia le stesse competenze e mi auguro che (siccome sono certa che il prete eventualmente NON lo faccia) gli operatori comunque sappiano a chi rivolgersi in caso di patate bollenti eccessive per le loro competenze/capacità, tutto qui 😉
in bocca al lupo, lo ieo è un bell’ambiente comunque, dal punto di vista dell’umanità degli operatori 🙂
Concordo su tutto 🙂
In bocca al lupo!!
Poco sopra ho risposto a kaworu sulla stessa cosa.
@Kaworu, io non intendevo polemizzare, perche’ le polemiche tra noi servono a niente anzi, volevo far capire che i volontari si occuperanno di casi non obbligatoriamente problematici dal punto di vista clinico, come ad es. assistere un malato non credente, con credenti in famiglia, che abbia bisogno di qualcuno con cui si senta in sintonia per parlare, ma in realta’ ho fatto un appello, forse troppo velato, per sensibilizzare i nostri amici a farsi avanti, a darci una mano, noi qui in Piemonte non abbiamo grossi nomi (ancora) e ci basiamo solo sulle nostre forze, quindi , se qualcuno ha voglia e capacita’ di fare…e’ il benvenuto!
Grave! grave! urge subito un celere intervento di Cota per far cessare questo spreco di denaro pubblico: soldi pubblici non dati ai preti, ma di può!?
guarda che isoldi pubblici noi non ne abbiamo visti cosi’ tanto per chiarire
Mi sa che moreno03 fosse ironico… -_-‘
Questa notizia è una ripsosta civile e altamente laica all’ateofobia intollerante del governo berlusconi nella perona di Fratitni.
Esistono molte persone che han bisogno di questa assistenza laica aconfessionale e sempre più emerge la loro esigenza di rispetto per le loro convinzioni alle quali non deve essere imposta la tortura cattolica in forme e modi acchiaccianti.
E intanto nelle Marche succede quanto segue, altro che assistenza laica…
è una notizia tratta da “Il Resto del Carlino” edizione Ancona. Forse gli si può dedicare uno spazio apposito tra le Ultimissime…
“Crocifisso in ospedale,
Montesi presenta un esposto
Lo scrittore jesino, durante un ricovero in ospedale, aveva chiesto ai medici di rimuovere il simbolo religioso. Al rifiuto della Direzione sanitaria, il presidente di ‘Democrazia atea ha deciso di rivolgersi alla Procura
Jesi (Ancona), 25 ottobre 2010 – Lo scrittore jesino Ennio Montesi, dirigente di Democrazia atea e ‘sbattezzato’, lo aveva annunciato e ha mantenuto la promessa: ha presentato un esposto alla procura di Ancona contro l’ospedale di Jesi, per essere stato costretto durante un ricovero a “subire l’imposizione forzata del simbolo del crocifisso”, nonostante le continue richieste scritte e verbali perché quel “simbolo di morte” venisse rimosso. Ma la Direzione sanitaria rifiutò di accogliere la sua richiesta.
Montesi ha trasmesso l’atto anche al presidente della Repubblica e al Tribunale dei diritti del malato in quanto sostiene di aver subito “un’ingiustificata discriminazione religiosa”. E oltretutto la presenza del simbolo gli avrebbe procurato “uno stato di angoscia, stress e indignazione nefasto, proprio in un momento delicatissimo, pre e post intervento chirurgico”.
“Il simbolo del crocifisso – spiega – non mi rappresenta, offende la mia libertà di pensiero e in ogni istante mi ricorda che la nostra sovranità nazionale è limitata, per essere stata parzialmente ceduta alla ‘Chiesa Cattolica’, e allo Stato straniero del Vaticano. Non esiste alcuna legge italiana che induca la direzione di un ospedale pubblico a imporre la presenza del crocifisso a un paziente”, conclude lo scrittore.”
Io mi chiedo solo quali intransigenti e altamente scientifiche motivazioni potesse addurre la direzione sanitaria per rifiutare la rimozione del crocifisso…manco fosse stato chiesto di togliere una flebo o un farmaco salvavita….in quel caso la cosa era diversa.
Per il paziente era un suppellettile quel crocifisso, e il mancato rispetto della volontà del paziente va giustificato “senza se e senza ma”…e senza le contorte e soprattutto egoistiche e irrispettose visioni dei cattolici.
Ennio Montesi è anche l’autore dell’articolo su Axteismo, che io condivido:
http://nochiesa.blogspot.com/
Ennio Montesi è in qualche modo in contatto con l’UAAR?
Cerchiamo di non dividerci su queste questioni.
Si può fare, con questo caso Montesi, lo stesso percorso che ha portato alla Corte Europea per il crocifisso nelle aule scolastiche?
Ho offertom il mio sostegno “morale” a Montesi, visto che Jesi dista solo 15Km dalla mai cittaà. Sono costantemente in contatto con lui che mi tiene aggiornato. Ti assicuro’ pero’, che Ennio se la cava benissimo da solo! 😉
Ricordatevi di informare i pazienti:
http://archiviostorico.corriere.it/1996/gennaio/08/preghiera_cura_anche_infertilita__co_0_9601082560.shtml
avresti il link pubmed? sai, per me le notizie “mediche” non sono tali se non leggo l’originale (l’ultima sensazionalata che ho letto parlava di condizionamento della mente tramite calamite. di fatto era un semplice studio tms… quindi sai com’è, la diffidenza…).
tra l’altro potresti evitare di fare il troll come tuo solito ed intervenire in maniera pertinente all’ultimissima, se non è chiedere troppo alla tua onestà intelletuale.
Solita fuffa… al credente pregare rilassa, il relax fa bene, blah blah… anzi, proprio secondo queste sparate sarebbe inutile e controproducente costringere un non credente a pregare, così come costringere un credente a pregare una divinità non sua. Ergo, dandogli credito, è ancora più da appoggiare un servizio orientato alla pluralità di credi, non-credi compresi.
Peccato che l’articolo è vecchiotto, ma sempre buono per dimostrare come questi tifosi della fede non sappiano fare 2+2.
beh ma devi capire che per loro 3 equivale a 1, quindi…
lol, la maTEOmatica 😆
Mi è piaciuto il passaggio: “La preghiera e il relax hanno mostrato efficacia anche per la cura dell’infertilità….il 40% delle coppie ….ha registrato gravidanze nel giro di pochi mesi dopo ripetute pratiche di preghiere e meditazioni trascendentali”.
L’articolo non dice con chi.
Alla ricerca scientifica seria si oppone una interpretazione fideistica, che guarda caso non apparirà mai su Nature, e che per farla apaprire scienza devono inventarsi gruppi di ricerca che sospetto siano tutt’altro che scienziati.
allora, dato che sono un abbonato, ho trascritto alcuni risultati su questo sito http://www.uaar.it/news/2010/10/25/risultati-del-sondaggio-sulla-fiducia-nella-scienza/
il post in fondo.
Le Scienze e Nature sono riviste internazionali di grande e ampia stima da parte della Comunità Scientifica, su di esse appaiono temi e informazioni precise e particolareggiate, approfondimenti a tutto campo e i cui questionari sono attendibili come i loro risultati.
Soprattutto serve che il maestro di meditazioni trascendentali non sia sterile…
Azzo un articolo del 1996, deve essere stato uno studio veramente poco c a g a t o per non aver avuto seguito