Francesco D’Alpa *
Il mio precedente intervento sui ‘cristiano-panda’ (ma anche sugli ‘ateo-panda’!) ha suscitato l’indignazione di un lettore per l’uso di questo termine nel definire i martiri della fede (o comunque i perseguitati); atteggiamento legittimo, se il termine provenisse dai carnefici (o da compiaciuti spettatori) e non piuttosto dal campo stesso delle vittime. L’abbinamento fra cristiani e panda nasce infatti da un articolo pubblicato proprio da un giornalista cattolico su di un quotidiano che più cristiano non si può (anche perché in sostanza esprime il punto di vista della gerarchia cattolica attuale), e vuole indurre alla commozione (oltre che all’indignazione) per la sorte di chi appare ingiustamente destinato alla estinzione.
Miglior suggerimento non poteva venirne a chi ha sempre ben presente l’altro articolo cui facevo riferimento, ovvero quello sugli Atei del 1998 a Congresso a Trento, descritti come ometti ridicoli, come illuministi retrò, o come dopolavoristi; senza alcun rispetto per le loro oneste proposte e rivendicazioni.
Vorrei tornare sul contenuto di questo articolo del 1998. Esso prospetta come evidenza la sconfitta delle teorie ateo-agnostiche; ma non si chiede come e perché solo così pochi atei e agnostici sentano il bisogno di organizzarsi in associazione, nonostante il loro numero reale sia ben maggiore (il giornalista quasi finge del resto di ignorare la grande presenza ateo-agnostica in Italia). Gli atei a congresso vengono dunque definiti panda, proprio per sottolineare la loro inevitabile estinzione, rispetto alla quale l’articolista appare assolutamente indifferente e di fatto lieto (se non irrispettoso).
Il secondo e molto più recente articolo mostra un atteggiamento ben diverso. I panda a rischio di estinzione, stavolta cristiani, vengono compianti; se ne vuole scongiurare la fine, causata da motivazioni politico-religiose. L’impianto espositivo è fortemente di parte, coerente con una lunga tradizione cattolica, che impone uno schema preciso: i cattolici possiedono la verità assoluta e sono l’unica religione vera, che va difesa; le altre sono religioni false o imperfette; di conseguenza (e per volontà divina) gli uomini debbono migrare dalle religioni imperfette (o dall’ateismo) verso la ragione ‘Vera’. Per questo motivo l’estinzione del cristiano-panda è un evento catastrofico, non tanto e non solo per la sorte dei singoli cristiani martirizzati o espulsi delle loro terre, ma soprattutto in quanto impedisce alla ‘Verità’ di proporsi liberamente ai popoli. In una prospettiva di lungo termine, l’allarme è sul rarefarsi dei cristiani più che sulla loro personale uccisione.
In buona sostanza, i due articoli ripetono un antico ritornello apologetico-propagandistico: la libertà di espressione agli atei è al più una concessione; la libertà di espressione (e di culto) dei cristiani è una necessità.
Ma il problema sollevato è più ampio, ed il mio articolo ha giusto inteso proporre alcune riflessioni generali sulla presenza ed il ruolo delle culture fortemente minoritarie: come si sono costruite storicamente queste minoranze? qual è l’atteggiamento delle culture maggioritarie rispetto a quelle minoritarie (protezione, compressione, tolleranza)? qual è l’atteggiamento delle minoranze culturali rispetto alle maggioranze?
Se guardiamo al Medio Oriente (è il caso dei cristiano-panda), la cultura oggi minoritaria in quei luoghi non si può dire si sia affermata (lì come altrove, salvo eccezioni) per pure ragioni di contenuti di fede. Essa si è imposta soprattutto per imposizione (‘cuius regio, eius religio’), o come esito di lotte (anche militari) all’interno della stessa fede cattolica e contro le culture e le fede religiose preesistenti. Nulla di strano che, nel rimescolio dei tempi, gli aggressori di ieri si siano trasformati negli aggrediti di oggi, per ragioni storico-religiose simmetriche.
La posizione ‘politica’ della cristianità riguardo al rapporto maggioranza-minoranza è ben evidente nello sviluppo della sua vicenda storica. Il cristianesimo emergente ha cercato spazio nel mondo romano invocando la libertà religiosa e di coscienza; ma poi il cristianesimo al potere ha proclamato ideologicamente il diritto-dovere, in nome della ‘Verità’, di reprimere quanto non conforme a sé, realizzando il suo proposito con ogni mezzo (dalla compressione dei diritti individuali alla eliminazione dei dissenzienti). La posizione laica ha parimenti sempre invocato e invoca tuttora la libertà religiosa e di coscienza, ma su basi universali; la compressione del diritto altrui e financo l’uccisione (molte volte verificatesi, purtroppo) sono risultati accadimenti storici contingenti, ma non rientravano e non rientrano nell’idea (o, se si vuole, nell’ideologia) di fondo. La radicalità di certi interventi (uno per tutti l’esempio infausto della Rivoluzione francese) ha acquisito particolare virulenza solo perché saldatosi a gravi problematiche sociali.
Un lettore ha invece colto nel mio articolo un “tono sarcastico” verso i cristiani, a suo dire fuor di luogo di fronte ai crimini cui essi soggiacciono in Medio Oriente. E per questo motivo ha scritto: “Mi ha dato fastidio perché manca di un minimo di empatia nei confronti di popolazioni che soffrono e non è perché la chiesa è sgradevole con gli atei che bisogna scendere al suo livello definendoli cristiani-panda. Sembra quasi che provi uno smaliziato piacere. […] Un articolo del genere sulla stampa anglofona o francofona che definisce panda i cristiani in medioriente lo trovi solo su siti islamisti o di estrema sinistra ma proprio marginale. Ripeto la scarsa presenza di cristiani del medioriente in Italia permette questo tipo di articoli che si divertono della loro situazione”.
La maggioranza dei lettori, più attenti al senso, non ha tuttavia percepito, e con ragione, alcun tono denigratorio. Oggetto del mio commento è infatti proprio la battaglia in favore delle minoranze, e dunque anche in favore della minoranza cattolica in Medio oriente, che assolutamente rispetto, e che giustamente ha il diritto di invocare la libertà di espressione. Ma i cattolici, in altre parti del mondo, usano lo stesso metro? Il caso che ci preme è ovviamente quello dell’Italia, dove è costituzionalmente prevista una piena libertà di opinione, ma dove i cattolici non tollerano affatto noi atei (vedi la vicenda degli Ateobus), così come non tollerano omosessuali e via dicendo; e dove auspicano (anche ‘ex-legis’) l’uniformarsi di tutti alle norme morali da loro proposte in quanto supposta maggioranza culturale; marciando, di fatto, contro quei principi che vorrebbero invece introdotti in Medio oriente. Ed è così da sempre.
Giustamente un avveduto lettore commenta: “a me non pare che D’Alpa irrida o dileggi le persone che subiscono violenza, semplicemente enfatizza con l’ironia la posizione spesso ipocrita o strumentale della CCAR […] guarda che non mi pare che si usi la parola ‘panda’ in senso spregiativo, tanto che parla anche di ateo-panda e, prima, di ’sindrome del panda’. La metafora zoologica non mi pare di per sè un insulto”.
Un altro lettore aggiunge, sulla stessa linea: “Cristiano-panda” non è (non vuol essere) un’espressione offensiva, tant’è vero che l’autore la applica anche al proprio gruppo di appartenenza, gli atei. Qui “panda” significa semplicemente “minoranza che tende a ridursi ulteriormente. L’articolo non sembra animato da livore anti-cattolico, tantomeno da volontà di dileggio nei confronti delle comunità cristiane/cattoliche perseguitate (In particolare non sta usando la storia antica per giustificare le persecuzioni di oggi. Rileggete meglio, non è un discorso “giustificazionista”). Prende invece di mira il doppiopesismo dei vertici vaticani e dei loro organi di stampa, che applicano un metro di giudizio ai paesi a maggioranza cattolica, e il metro di giudizio opposto ai paesi in cui i cattolici sono minoranza. Semmai il livore anti-cattolico lo leggo in certi commenti sottostanti, che davvero mancano di empatia verso i perseguitati per motivi religiosi. Ma di quelli Francesco D’Alpa non è responsabile”.
Un ulteriore lettore conferma: “Il confronto era tra l’articolo (anche condivisibile) di Franco di oggi, a favore delle minoranze cristiane perseguitate in Oriente, e quello di Beretta del 1998, pieno di dileggio per la minoranza atea in Italia. Certamente non vittima di violenze sistematiche, quest’ultima, ma comunque meritevole di rispetto, totalmente assente negli sghignazzi di Beretta. Più in generale, al di là dei due specifici articoli di giornale considerati da D’Alpa, la tendenza del Vaticano ai due pesi e alle due misure, in materia di diritti civili, a seconda dei rapporti di potere, è un fatto incontestabile, oserei dire”.
Ed un ultimo lettore coglie più compiutamente il senso del mio articolo: “Ho apprezzato molto l’articolo di Francesco D’Alpa, in particolare ho apprezzato le analogie che elenca riguardanti fatti non legati tra loro per cronologia ma, appunto, per similitudine”.
Detto questo, alcune puntualizzazioni (stavolta di un ateo) meritano un’accurata riflessione: “Penso che sia profondamente sbagliato far ricadere sui figli le colpe dei padri, o sui discepoli quelle dei maestri. Il fatto che i cristiani si siano resi colpevoli di persecuzioni ai danni di chi professava altre religioni mi interessa dal punto di vista storico e per l’insegnamento che se ne può trarre sulla natura umana, ma non giustifica in alcun modo la violenza odierna degli islamici nei loro confronti […] Anch’io ho amici cattolici che sono ottime persone. Immagino, peraltro, che esistano ottime persone anche tra gli islamici, ma mi pare che per molti versi la loro cultura sia incompatibile con la nostra”. In parte sono d’accordo: le colpe dei padri non debbono ricadere sui figli, come in una perenne faida. Ma stiamo attenti. Purtroppo la Chiesa Cattolica pontifica, oggi e sempre, sulla base dei suoi documenti. Dunque, le Sacre Scritture (o almeno una loro parte) ci insegnano giusto il contrario: le colpe ricadrebbero sui figli “fino alla settima generazione”. Non essendo mai state rinnegate queste scritture, la loro brace è sempre pronta, anche da noi, ad infiammare gli integralisti.
C’è un altro aspetto che mi preme sottolineare. Si compiange la morte dei cristiani in Medio Oriente, ma poi si attaccano sempre e solo gli atei; le colpe di tutto vengono trasferite dalle religioni alla non credenza. Non a caso il cristianesimo viene attualmente presentato dai vertici cattolici come cultura ponte con l’islamismo, e si sostiene che “meglio musulmani che atei”, in sgradevole sintonia col “meglio cristiani che atei” dei fondamentalisti iraniani. Ma non sono gli atei a uccidere oggi i cristiani o i musulmani (o a limitarne i diritti sociali); sono proprio i cristiani ed i musulmani a scannarsi sempre e comunque fra di loro (non dimentichiamo i crimini di parte cristiana durante la guerre civile in Ruanda, e l’attacco ai paesi islamici guidato dai ‘religiosi’ Stati Uniti del credente Bush).
Concludo con un dovuto commento alle oneste osservazioni di quel lettore che lamenta una certa mia unilateralità di giudizio: “L’articolo di Francesco d’Alpa mi pare giustificato e corretto. Aggiungerei solo un paio di considerazioni […] mi pare un po’ ingeneroso da parte di Francesco d’Alpa il limitarsi a criticare giustamente l’ipocrisia Cattolica e Vaticana senza spendere qualche chiara parola ci solidarieta’ verso i perseguitati ed i macellati, ripeto non perseguitatori mai, ne’ proselitisti da 14 secoli e mezzo. E questo anche perche’ noi atei agnostici, apostati e liberi pensatori in genere veniamo ancor prima nella lista dei nemici da sterminare (neanche da opprimere) da parte degli islamisti. Non solo un po’ stona questa mancanza, ma anche c’e’ una esagerazione e vera fallacia laddove si attribuisce alle giuste (ma ipocrite, vero anche questo) lamentele della Chiesa Cattolica “pro cristiani panda”, anche una valenza di “appello a ripopolare” le zone dei “cristiani Panda” stessi. No, questo una chiesa cattolica educata maturata contrastata e limitata quasi da 3 secoli di opposizione da parte di illuminismo laicismo progresso civile, democrazia, liberalismo, socialismo, non succede. La Chiesa non lo chiede proprio. […] Siccome tutto questo sta accadendo in contemporanea alla estensione e pubblicazione del pur valido articolo di Francesco D’Alpa, non c’e’ da meravigliarsi che omissioni su questi fatti eclatanti, scandalosi, gravissimi e minacciosissimi appaiano come segni di squilibrio, di laicismo a senso unico, piuttosto che applicato a 360 gradi. Sarebbe opportuna una sua presa d’atto e condanna anche di questo, magari in un secondo articolo”.
Non posso certo dare torto a questo intervento e mi impegno, come suggerito, a tornare sull’argomento. Per il momento mi limito a sottolineare quanto il mio articolo fosse rivolto alle questioni di ordine generale, alle grandi tematiche storico-religiose, piuttosto che ai risvolti politico-sociali. In buona sostanza, per il momento ho voluto ridurre le stragi a mero accidente storico rispetto al fondo ideologico che le sottende. Ed in questo senso non vedo diversità nell’atteggiamento di oggi dei musulmani rispetto all’atteggiamento storico dei cristiani: l’assassino di oggi non può venire condannato più o diversamente di quello di ieri. Purtroppo l’assassino di oggi non è (o non è solo) un uomo, o un popolo, ma piuttosto una ideologia (l’islamismo) che la chiesa condanna soprattutto (nonostante i reciproci inchini) in quanto ideologia ad essa contrapposta.
A questa ideologia e al cristianesimo stesso come ideologia (e conseguentemente a tutti i reciproci sicari) ritengo di dovermi opporre con le sole armi della consapevolezza e della ragione.
* Medico chirurgo, neurofisiopatologo, redattore de “L’Ateo” , studioso critico dei fenomeni religiosi
Se qualcuno è interessato a una visione un po’ meno ideologizzata, vi propongo questa trasmissione in lingua francese però, ditemi se è visibile pure in Italia:
http://www.france5.fr/c-dans-l-air/index-fr.php?page=resume&id_rubrique=1574
Si, Tino, si vede. Me la sto ascoltando con interesse.
Sappimi dire le tue impressioni.
Beh, una su tutte: uno dei partecipanti cita la frase di un autore: “Il dialogo non è parlare di qualcuno, ma parlare *con* qualcuno”. Ma nella trasmissione erano notevolmente assenti rappresentanti qualificati dell’altera parte, a parte Mohammed Sifaoui la cui presenza è stata complessivamente inutile (e in un’occasione addirittura irritante).
Si è parlato della paura e della costernazione di fronte a tanta violenza, ma per quanto riguarda le azioni da adottare sul futuro, che tutti i presenti concordavano nel dire vedrà la continuazione della violenza e degli attacchi e quindi il rafforzarsi del fenomeno di fuga dai paesi islamici dei non islamici (ma la trasmissione era incentrata sui soli cristiani quali vittime), sostanzialmente nessuno sapeva dire qualcosa di preciso ed incisivo. Si è parlato di storia e di cronaca, ma il futuro appare coperto da un sipario di velluto nero. C’era paura anche nel dire che cosa sarà necessario fare in futuro per arginare la violenza. Strategie sociali, culturali e tecniche per rafforzare quelle parti delle società direttamente coinvolte ad opporsi con efficacia al dilagare delle dottrine dell’aggressione e della pulizia contro gli “impuri” non ce n’erano, o troppo vaghe e quindi inconcludenti.
Comunque il succo è che dopo gli ebrei ora ai cristiani non resta che l’esilio e l’estinzione in quelle terre. Dopotutto l’esodo è cominciato dall’inizio del secolo. Quello che vogliono è un mondo islamico puro e salafista. Senza cristiani, senza ebrei, senza omosessuali e senza atei.
“A questa ideologia e al cristianesimo stesso come ideologia (e conseguentemente a tutti i reciproci sicari) ritengo di dovermi opporre con le sole armi della consapevolezza e della ragione.”
Se togliamo la frase tra parentesi, concordo pienamente con lei ma se la teniamo, non ho dubbi sulla tattica da seguire. Certo, in uno stato di diritto devono essere le forze dell’ordine su mandato dell’autorità giudiziaria che fanno rispettare la legge.
La stessa autorità giudiziaria applica quello che a sua volta il legislatore emana dal parlamento seguendo i principi costituzionali ma qui nasce il problema: lei crede che il legislatore, sia sempre all’altezza dei tempi e dei metodi? Concorderà con me che paesi all’avanguardia sull’accoglienza ed il rispetto dell’altrui idee come l’Olanda e la Svezia, vedono crescere tra la popolazione una crescente quanto seria e pericolosissima, a mio avviso, forma di xenofobia.
Una xenofobia molto più allarmante di quella grezza in salsa padana in quanto derivante dalla convinzione di aver sbagliato ad aver portato per primi accoglienza e rispetto per l’Islam; sbagliato perchè hanno ricevuto o credono di aver ricevuto (questo è da valutare) in cambio solo atteggiamenti arroganti, violenti e del tutto incivili. La convivenza deve essere alla base di una società che vuole vivere nel pieno rispetto dell’individuo ma per attuarla occorre la collaborazione di tutti e non di uno solo. Fin tanto che i religiosi si sentiranno in diritto di calpestare chi non la pensa come loro, arrivando a farsi giustizia da soli in nome del loro dio (vedi caso Theo Van Gogh o Hiina) personalmente non avrò problemi a chiedere leggi ben più severe di quelle che furono chieste al tempo degli anni di piombo.
La tolleranza. Questa bestia nera tra “diversi” (politicamente diversi, religiosamente diversi, sessualmente diversi, razzialmente diversi, ecc, ecc), che ardirebbero ad una convivenza civile pacifica, auspicata e mai completamente raggiunta, se non in rarissimi casi, la si cerca e la si vuole, quando cio’ che ci circonda non corrisponde piu’ al buonsenso, di cui l’uomo pensante dovrebbe essere dotato. Sono infatti la tolleranza, il rispetto reciproco e l’accettazione dell’altro, i valori alla base di qualsivoglia costrutto civile e fondamento di coabitazione tra popoli.
Si parla di tolleranza infatti, troppo poco e solo a seguito di uccisioni, attentati, torture, detenzioni umanamente illegittime e odio dilagante tra chi ha diverse visioni del mondo e della vita, mentre invece bisognerebbe parlarne di piu’.
Cosa realmente minaccia la tolleranza e quindi la convivenza pacifica tra esseri umani?
Il fanatismo, il razzismo, il fondamentalismo, l’estremismo di vario genere e via dicendo (a cui mi sento personalmente di aggiungere anche il negazionismo ed il revisionismo storico, di cui si e’ parlato parecchio, negli ultimi articoli di “Ultimissime”). Tutto cio’ che mina quindi la stabilità di un equilibrio necessario per vivere sereni come esseri umani, gli uni accanro agli altri. Se un popolo diventa con coscienza, fanatico, razzista e estremista politico o religioso, automaticamente questo ottiene l’intolleranza verso una parte di se stesso o una parte che lo compone.
Come si combatte il fondamentalismo, il razzismo ed il fanatismo?
Ragione soprattutto. Buonsenso appunto, e la messa in ridicolo delle sacche che vengono a crearsi e che sono portartrici di quei disvalori propri delle intolleranze di qualsiasi genere.
Se si mostra il “Re” nudo e lo si fa’ conoscere per cio’ che realmente e’, difficilmente questo potrà imporre una sua autorità “fanatica” sui suoi sudditi.
Se si mostrano gli estremisti, per esempio quelli di destra, i cosidetti “skinheads” per cio’ che realmente sono, e cioe’ una manica di bevi birra vestiti uguali, con gli scarponi in pieno Agosto ed il cuoio capelluto in evidenza a coprire un cranio vuoto, capace solo di riproporre ideali morti, sconfitti e perdenti in partenza, ecco che magicamente, gli estremisti di destra, non sono piu’ un problema…Vengono da prima derisi, poi arginati ed infine piu’ nessuno tiene conto di loro e oggi, non sono piu’ nemmeno da considerare dei “Panda”, perche’ estinti quasi del tutto. Ci sono persone che cercano di scremare gli ideali di destra dai loro estremismi e riproporli in chiave piu’ dolce e costruttiva, e’ lecito accettarli come si deve accettare qualsivoglia forma di pensiero, ci mancherebbe. Ma difficilmente ci si troverà a concedere spazio ad idee estremiste di destra e a cio’ che risulta controproducente alla comunità e a cio’ che risulta vinto in partenza. Perche’ sono cose gia’ viste, gia’ note e che non portnao a nulla e a cose dannose alla società.
La laicità, e’ un’altro ottimo antidoto all’intolleranza. Sicuramente il migliore. Permette che un popolo riesca a darsi delle regole, sulla base dell’accettazione dell’altro. Sulla base cioe’ del rispetto delle posizioni e delle idee degli altri. Con la laicità concreta, cosciente e conclamata di un popolo, difficilmente si concede spazio all’intolleranza ed alle forme estreme di qualsiasi tipo o a prevaricazioni di maggioranze su minoranze.
Per me personalmente, cio’ che serve a livello globale, sono queste le “medicine” di cui questo pianeta umano ha bisogno. Ragione, laicità, buonsenso e la messa in ridicolo di tutto cio’ che risulta estremo e controproducente, e che ha una base completamente falsata, e quindi per nulla razionale.
Paul,
su un punto, peraltro marginale al thread, la fai troppo facile a parer mio: i naziskin -o meglio la loro ideologia al di là dell’abbigliamento- non sono estinti, basta vedere il fenomeno Casa Pound che è in via d’espansione in tutta Italia.
E se hanno avuto una forte ridimensionata è stata anche e soprattutto opera della legge Mancino che li ha ‘silenziati’ notevolmente (al di là delle critiche radical chic alla Wu Ming/Luther Blisset che contrastano coi dati) più che della coscienza democratica che tra l’altro in Italia è a livelli di latitanza preoccupanti.
Anzi, ti dirò di più, da quando si è allentata la morsa, proprio per la ‘mimeticità ideologica di Casa Pound, stanno tornando a proliferare come funghi.
Non esageriamo a dare troppo potere alle idee e ai dibattiti, quelli servono solo tra persone democratiche e civili.
Bene…Che la società ricominci a sbertucciare “Casa Pound” &C. 😉
Tanto, per quanto si possono mascherare e riciclare, si riconoscono lontano un miglio.
Caro Paul, non sono quttro “skinheads” che mi preoccupano. Le persone senza cervello le sistemi subito. No, quello che mi terrorizza letteralmente sono le persone normali, quelle come noi, madri e padri di famiglia che si vedono arrivare a casa la figlia stuprata da un mussulmano solo perchè attraversava il “suo” quartiere senza velo (vedi fatti di Malmoe) o non sono padroni di rientrare in casa perchè nel cortile è l’ora della preghiera e non si passa. “Ma come, sono Svedese da generazioni, sono sempre stato una persona onesta, pago le tasse da sempre, li ho accolti con rispetto ed hanno avuto alloggi dignitosi appena arrivati (vero) ed ora vogliono imporre a me, sul mio territorio la loro legge?” – “e mia figlia, allora che oltre ad essere stata stuprata come la sua l’hanno presa a sassate ed è in gravi condizioni all’ospedale?” Caro Paul, caro Prof. D’Alpa, non voglio insegnare nulla a nessuno. Sappiate solo che amo tutto ciò che è conoscienza, cultura ed in particolar modo l’arte, la poesia e la musica ma credo che, tutti noi, posti di fronte ad una intolleranza come quella di Malmoe o simili, e vedendo il rischio di finire in grossi guai, saremo pronti per uno spirito di sopravvivenza ad accettare quello che in condizioni normali non avremo mai pensato di volere. Sappiamo che i partiti xenofobi stanno crescendo. Fermiamoli finchè siamo in tempo; fermiamoli con l’uso della ragione, una ragione che però non può agire solo con le solite tavole rotonde tanto inutili, quanto deleterie ma dimostrandogli che lo stato di diritto è pronto ad applicare leggi severe contro l’intolleranza religiosa anche correndo il rischio di oltrepassare l’umana decenza. Con la repressione rischiamo di fare dieci morti, è vero. Con un governo xenofobo domani, di morti potremo vederne diecimila, ad essere ottimisti.
Un attimo…
Guardate Verona: comanda una giunta in cui c’è l’ex leader della tifoseria veronese Lomastro, quello che ha mostrato il manichino del nero impiccato e ora si è convertito alla religione e alla Lega Nord. Guardate i fascisti che ci sono a Verona…
Guardate il proliferare di gruppi di estrema destra nel milanese, nel varesotto fortissimi e in tante altre città d’Italia.
Guardate i borgheziani della Lega e ricordate il discorso dell’entrismo che lo stesso Borghezio fece alla riunione dell’estrema destra europea (‘dobbiamo rimanere gli stessi macherandoci; fingerci un partito regionalista e cattolico portando avanti nostri contenuti’ ripreso da telecamera nascosta).
Occhio ai pestaggi che subiscono i gay, e non sono i preti a menarli (nè per ora gli islamici di nessuna fazione, va detto per onestà) anche se ci mettono del loro (preti e imam) dal punto di vista ideologico: sono i fasci come Svastichella che poi in molti casi, come per quelli di FN, sono cattolici ultratradizionalisti.
Ci sarebbero tantissimi dati e casi da portare ma mi fermo qua perchè siamo off topic.
Inviterei solo a non liquidare e semplifiKare la destra neonazista e neofascista come un gruppo di disadattati senza cervello, chè facciamo il loro gioco. Questi sono fascisti organizzati e con una tattica precisa, non un branco di sempliciotti con problemi (quello semmai fanno da manovalanza), e come tali vanno considerati con più attenzione.
Peraltro fino a pochi anni fa anche la Lega veniva considerata come costoro ed è arrivata dove è arrivata; tempo ancor più addietro anche Berlusconi veniva considerato un fenomeno folkloristico; in tempi ancor più remoti (ma nemmeno troppo) Mussolini venne sottovalutato come pericolo dallo Stato liberale.
Solo questo: temo che si tenda a sottovalutare il fenomeno.
@ Batrakos
Hai ragione ed allora chiarisco meglio, sperando di farmi capire. Dimmi poi tu.
E’ vero quello che dici ma le due cose se ci pensi bene sono compenetranti.
Questi sono cresciuti perchè hanno fatto presa sulle persone comuni e La sinistra ha fatto un’enorme sbaglio quando ha sostenuto che chi votava lega era solo uno senza cervello.
Senza cervello (e soprattutto senza cultura) sono i capi della lega ma non tutti coloro che li hanno votati. Quelli che li hanno votati, in larga parte, hanno avuto paura dell’estraneo, paura ingiustificata per molti aspetti, paura che nessuno gli ha spiegato quanto lo fosse, paura dovuta anche al comportamento degli stessi immigrati.
La sinistra caro Batrakos ha purtroppo un grosso difetto: è piena di intellettualoidi (non intellettuali) i quali leggono tanti libri, dopodichè vanno dai minatori del Sulcis ad insegnargli come funziona la vita e poi quando arrivano a casa se la mammina non gli ha scaldato la minestra, muoiono di fame.
Teorie, teorie, teorie e null’altro che teorie senza andare a vedere come mai gli operai che hanno in tasca la tessera della CGIL-FIOM votano lega tanto per fare un esempio semplice semplice.
Sì Stefano, concordo; paradossalmente la Lega è diventata un partito fortemente proletario e il PD il partito dei borghesi.
Rifondazione e gli altri gruppi sono praticamente inesistenti al momento e ne parleremo il giorno che troveranno un progetto reale.
Ma proprio uno come Bertinotti, che RC la ha affossata, mi dà la misura del personaggio che tu descrivi: paroloni, bell’eloquio, elogio del clero ma mancanza di analisi serie sulle dinamiche sociali che la Lega ha invece saputo capire e sfruttare ed ecco quello che è successo.
Il successo della Lega e’, oltre che dovuto ad un vuoto cosmico della sinistra, e’ un’altra forma di escalation che deriva dall’intolleranza dei cittadini verso il “diverso”…Il migrante a cui vengono assegnate patrone nelle stazioni da dove partono o arrivano peraltro. I partiti xenofobi prendono piede in paesi simbolo della tolleranza e di rispetto reciproco (Svezia) proprio perche’ i fatti di Malmoe da te riportati sopra, o fatti analoghi e simili, che sono stati strumentalizzati e dipinti come un fenomeno da attribuire ad una pseudo invasione islamica.
Mi dispiace Paul ma qui la pensiamo in modo diametralmente opposto. Gli islamici non hanno la minima voglia di adattarsi. Sono una delle principali cause della crescente xenofobia.
Allora, che gli islamici siano per essenza religiosa restii ad integrarsi è vero; c’è da vedere però quanti islamici qua in Italia attuino realmente i dettami coranici.
Ad ogni modo la Lega e la sua idea di ‘invasione’ (che significa progetto di conquista non semplice immigrazione, non c’entrano i numeri sono concetti diversi) sono una voluta esasperazione dovuta al fatto che essa ha bisogno di capri espiatori: le stesse cose che dicono degli islamici fino a poco tempo fa’ le dicevano dei meridionali, anche qua riprendendo alcuni problemi che l’immigrazione dei meridionali aveva costituito.
Ma quando si costruisce un luogo comune da capro espiatorio c’è sempre qualcosa di vero, ma, appunto, il luogo comune è ingigantire ed esasperare qualcosa di vero fino a ricondurre ad esso tutti i mali ed i problemi.
Io starei ben attento a questa deriva del ‘luogo comune’: la propaganda nazista costituiva il suo antisemitismo riprendendo alcuni passi del Talmud ben poco concilianti verso i ‘gentili’ (è altresì vero che nell’ebraismo si trovano anche passi decisamente volti all’integrazione, cosa diversa dall’Islam) e strumentalizzava il discorso della finanza e dell’usura fino ad addossare agli ebrei ogni colpa storica della crisi tedesca.
Mutatis mutandis è un po’ il gioco che fa la Lega (mutuandolo dai neonazisti se ci si pensa) equiparando Islam e singoli musulmani che in molti casi a renderci dhimmi o a sterminarci nemmeno ci pensano) , ma appunto bisogna stare attenti ai revanscismi di casa nostra più che ad un’ ‘invasione musulmana’ che ad oggi, almeno qua in Italia, non è definibile in questi termini.
@Stefano
Che gli Islamici facciano sicuramente fatica ad integrarsi e’ un dato di fatto. Che non vogliano piegarsi alle legge dello stato che li ospita e’ altrettanto evidente. Forse e’ questa la causa della xenofobia crescente, ma e’ anche vero che si fa’ sempre un gran baccano quando questi combinano reati, e se ne fa’ decisamente di meno quando gli stessi reati, vengono combinati da criminali “nostrani”. Il gran baccano mediatico crea malumore nell’opinione pubblica che susseguentemente diventa diffidente nei confronti dei mussulmani…Il giochino Noi/loro insomma, che fa’ crescere l’intolleranza nei loro confronti. Basterebbe parlare chiaro senza ricamarci troppo intorno, dicendo chiaramente che chi non rispetta o non si adatta alle leggi dello stato, puo’ benissimo accomodarsi altrove. Senza quindi creare uno scontro di tipo etnico/culturale, ma semplicemente facendo rispettare le comuni leggi di convivenza civile. La deriva xenofoba del noi/loro, l’intolleranza e gli estremismi che si porta dietro conseguentemente, altro non sono che il frutto della mancanza di rispetto nei confronti dell’altro…E questo viene sia da parte di chi arriva (mussulmani), e sia da parte di chi opita (noi).
Non credo che gli atei in Italia sono come i panda, Da come sono aumentati negli ultimi anni penso più come ……conigli.
@ Batrakos
Non penso all’Italia, quanto all’Europa. Là dove sono diventati numerosi (vedi Regno Unito) stanno creando seri problemi e stai pure tranquillo che farebbero altrettanto da noi. Personalmente preferisco aver paura che prenderle e tenere la situazione sotto controllo. Fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio: sono religiosi, non te lo scordare mai; sono religiosi che non hanno subito il vaccino dell’Illuminismo.
Stefano,
Che non si debba concedere nulla in materia di ‘diritti separati’ sono d’accordissimo.
Che si debbano evitare quartieri ghetto di soli islamici è passo fondamentale.
Che si debba fornire ai loro figli un’istruzione laica e scientifiKa è il passo che ne segue (i più accesi sono contrari alla muscia e al disegno).
Che non debba esistere nessun principio di attenuante religiosa in sede penale è altra mia convinzione.
Ciò posto (e sorvolando su altri punti per ragioni di spazio) ritengo che unifiKare come unica categoria -gli islamici- gente che viene da paesi, etnie e culture diversissime sia fuorviante non perchè l’Islam sia buona religione, tuttaltro, ma solo perchè ci sono tantissime etnie e persone diversissime in ballo.
Dunque l’Islam, se praticato fedelmente, è pericoloso; d’altronde se tutti coloro che si professano musulmani fossero jihadisti ci avrebbero mazzolato da un pezzo o comunque la situazione sarebbe ben più critica, vista la grossissima diffusione della religione musulmana.
Questo è ciò che mi differenzia dal qualunquismo leghista senza farmi diventare un filoislamico; cerco solo un po’ di freddezza e tanquillità nell’osservazione del fenomeno per sapere meglio come affrontarlo.
Io credo che nel considerare il rapporto con gli immigrati da paesi islamici si confondano e mischino diverse cause che sono presenti anche per altri immigrati e che non sono legate alla loro religione che in questo caso acuisce il problema. Questa gente è più arretrata culturalmente e civilmente ed è in genere povera. Già questo genera nei popoli ospitanti un atteggiamento di rifiuto e ostile che non ne facilita certo l’integrazione, come abbiamo già visto in altre immigrazioni storiche. Proprio pochi giorni fa l’ambasciatore turco a Vienna ha scatenato una sorta di incidente diplomatico affermando che i turchi venissero discriminati e costretti a vivere in quartieri ghetto. E io credo che un fondo di verità ci sia dopo aver visto come sono stati trattati negli anni ’70 gli immigrati della allora yugoslavia e i polacchi negli anni ’80 e ‘90. Quando sono stato nel ’92 in Sud Africa, nonostante l’aparthaid fosse finito da qualche anno, i neri continuavano a vivere nei loro quartieri perché c’erano ostacoli economici, ma anche culturali e di accettazione per trasferirsi nei quartieri dei bianchi. E, quindi, il fatto che gli immigrati vadano a vivere in quartieri poveri, sia perché più accessibili economicamente, sia perché accettati da vicini simili a loro, sia una scelta obbligata. E che in questi quartieri si creino situazioni simili a quelli dei quartieri della camorra di Napoli, in cui una mafia di fondamentalisti fornisce aiuto e sostegno ed aizza la popolazione per i propri fini approfittando del loro disagio, dettato anche da una elevata disoccupazione e delusione per le attese non realizzatesi. Sappiamo che in tutte le nazioni i quartieri ghetto sono un ricettacolo (e scuola) di malavita in cui in questo caso dei fondamentalisti ben finanziati dall’estero alimentano lo scontento popolare e lo fanno utilizzando in modo eversivo la loro religione (un po’ come altre situazioni portino occidentali a simpatizzare con i neonazisti e fascisti). Per questo ritengo che anziché accusare tutti questi immigrati facendo di tutta un erba un fascio si debbano colpire i finanziatori e bloccare i finanziamenti e i fondamentalisti attivi: gli altri sono solo dei trascinati o gente che subisce la situazione ed invece vorrebbe vivere una vita tranquilla e possibilmente migliore di quella che stanno conducendo.
Si pensava tempo fa che, anche al livello psichico e psicologico, la trascendenza, la capacità di trascendere fossero un buon modo intellettuale per aiutare a superare i problemi, le incomprensioni, le asperità della vita quotidiana, gli accidenti dell’esistenza; ma guarda adesso in quali condizioni ci siamo trovati, tutti si traspostano o si traspongono con il pensiero in questa dimensione trascendente religiosa, ma che fanno infine: si collocano in una dimensione religiosa unica, assoluta, e iniziano ad esercitare l’intolleranza contro chi si trova, in relazione al loro metro trascendente, in una posizione, seppure intellettuale, ma fideistica e religiosa appena differente! E’ quasi incredibile oltre che drammatico, nei casi peggiori: si è passati dalla opposizione politica a trascendere tutto nel piano religioso! Con il risultato di sollevare timori ed intolleranze a livelli tali da registrare forme di xeno omo ed etnofobia tra stessi connazionali concittadini, elevate poi ad un livello internazionale e mondiale. Si stenta a credere quello che possono le organizzazioni religiose: trascendere anche gli ordinamenti ed i governi nazionali per favorire e soffiare sul fuoco del contrasto ideologico religioso! E vedere governi nazionali identificarsi con una unica religione e volerla imporre totalitariamente ai cittadini, quello che sta succedendo in Italia, caso però più unico che raro, per le vicende nefande del cattolicesimo romano, con conseguenze di corruzione e degrado progressivo generalizzato del nostro paese. E’ pazzesco, ma auguriamoci e sollecitiamo i nostri connazionali a comprendere che la sola trascendenza religiosa per una unica sola religione non è capace di risolvere i problemi, perché non li affronta materialmente e concretamente per quello che sono, ma solo per quello che rappresenterebbero in una visuale favoleggiata, ossia su un livello onirico, irreale, narcotico, ingannevole e distorto.