Nuova recensione sul sito: “Perché Dio non esiste”

Una nuova recensione si aggiunge a quelle presenti nella sezione Biblioteca del sito UAAR: il testo presentato questa volta e Perché Dio non esiste, libro-intervista di Claudio Sabelli Fioretti a Piergiorgio Odifreddi (ed. Aliberti).

6 commenti

Stefano Bottoni

Non solo lo comprerò per me, ma è anche un’ottima idea regalo per mia madre che fra un po’ compie gli anni (72, ancora per fortuna in ottima salute). Moderatamente credente, ma anticlericale al massimo, ha apprezzato molto “Il matematico impenitente” che le avevo regalato l’anno scorso.

Paul Manoni

Dalla recensione…

“come ricorda il libro, gruppi di CL si mettono talvolta a volantinare davanti agli edifici dove Odifreddi tiene conferenze, pretendendo il contraddittorio: l’ironica risposta è che «allora anche a messa ci vuole il contraddittorio. E anche a scuola, nell’ora di religione».”

LOL!!!
Ah, ah, ah!! 😆
Ah, ah, ah!! 😉
Questa chiara e semplice risposta di Odifreddi ai ciellini, da sola vale l’acquisto del libro! 😉

Federico Tonizzo

In effetti anche quando andavo a messa, cioè fino ai 16-17 anni, pensavo “Ma perchè quando la gente va a messa e sente la predica nessuno ha niente da dire, sono tutti lì come bacucchi inermi (talvolta attenti, talvolta annoiati, talvolta contrariati, talvolta inespressivi) a sentire qualunque cosa si dica dal pulpito? E perchè poi almeno fuori dalla chiesa la gente non parla della predica?”.
Mi sono dato alcune risposte:
A) A nessuno importa realmente di quei discorsi fuori dalla realtà di ciascuno, quindi li vanno a sentire per “senso del dovere” o per “non essere criticati dagli altri, che ci vanno” o perchè altrimenti alla successiva confesssione avrebbero dovuto forse rispondere con imbarazzo alla domanda “Da quanto non vieni a messa?” o altro del genere.
B) In qualche modo qualcuno si sforza, volenterosamente e con “fede”, di dare alle prediche un significato che perduri anche poi, fuori dall’edificio della chiesa, ma lo sforzo è troppo grande (in fondo si tratta di conciliare favole e realtà) e ne permane soltanto una sensazione di “Bisogna essere buoni”, qualunque fosse stata la predica.
C) Oppure magari qualcuno avrebbe qualcosa da dire o da ridire, ma “ovviamente” se ne trattiene sul momento, altrimenti sarebbe ricordato “dagli altri” per decenni come una persona strana (!), salvo poi, con qualcuno in privato, criticare il prete.

andrea

Caro Federico, andare a messa non è obbligatorio, non c’è alcuna legge che ti imponga di farlo. Purtroppo, mi sembra di capire che chi non crede, e beninteso, non è affatto costretto a farlo, si senta autorizzato a criticare aspramente chi invece possiede la fede che tu metti fra virgolette. Fra l’altro non mi risulta che Gesù abbia mai puntato una colt alla tempia di nessuno 🙂 Il vangelo non è una favola, quindi capirai bene, perchè il tuo scrivere denota una certa arguzia, che i cristiani si possano anche stufare di sentire sempre le stesse cose. Non c’è bisogno di formare partiti ideologici o di contrapporsi tra atei e credenti. Non è necessario, anzi francamente è un’enorme perdita di tempo che potremmo senz’altro impiegare per migliorare questo mondo che è già sufficientemente contorto. Non molto tempo fa, la pensavo come te, anzi forse perfino peggio, ma ho avuto anch’io, come alcuni santi ( e lungi da me l’idea di volermi paragonare a loro) una rimbombante caduta da cavallo che mi ha fatto completamente cambiare idea, la presenza di Dio nella vita dell’uomo non è opinabile, se la si percepisce in un certo senso la ricerca di un’interiorità è giunta al termine. Per questo, al di là di tutto quello che può essere proferito dall’alto di un pulpito e degli immensi errori che perfino il clero commette, in fin dei conti parliamo pur sempre di uomini, fallaci e peccatori come noi tutti, ciò che mi interessa è continuare a utilizzare il raziocinio con quel pizzico di fede che rende la mia vita migliore. Essere cristiani non significa diventare degli stupidi automi che ascoltano un “saggio infallibile”, né invasati che predicano ad ogni angolo, né perseguitatori di atei. Ti assicuro che mi dispiace leggere certe cose, perché comunque io credo e non vorrei essere insultato per questo. Vorrei lo stesso rispetto che io porto a chi non crede perchè è liberissimo di agire secondo coscienza.

Con affetto

Commenti chiusi.