Nuovo sondaggio sul sito UAAR

Un nuovo sondaggio è iniziato oggi sulla home page del sito UAAR. La domanda è la seguente: “Quale pensi sia il rapporto prevalente tra i boss mafiosi e la religione?”
Otto le opzioni tra cui scegliere la risposta preferita:
– Nessuno: un assassino non può che essere ateo
– Sono sostanzialmente atei, anche se non se ne rendono conto
– Non sono credenti, ma hanno interesse a mostrarsi tali
– Sono blandi credenti, ma non ritengono la religione importante
– Sono credenti convinti, e sperano nella clemenza ultraterrena
– Sono veri credenti, convinti di agire cristianamente
– Non si può scavare nei pensieri più intimi degli individui
– Non so / altro

Si è nel frattempo concluso il precedente sondaggio. Il quesito era il seguente: “Cosa pensi delle morali religiose?”
Questi i risultati (1393 voti):
42% Quanto contengono di positivo si può trovare anche in morali di origine non religiosa
30% Sono deleterie per l’umanità
16% I contenuti possono essere positivi o negativi, ma è sempre un errore appoggiarsi su testi ritenuti sacri
7% Vi si può trovare di tutto, dallo spunto felice al concetto violento
3% Seguo la morale della mia religione: delle altre do giudizi diversi, anche pessimi
2% Ogni morale religiosa contiene qualche perla di saggezza
0% Non so / altro

22 commenti

Bruno Gualerzi

Più che ‘veri credenti convinti’ (per cui comunque indicherei le risposte 5 e 6, sia pure per esclusione delle altre), il mafiso (dando per scontata la risposta n.7) vive la sua religiosità come – in definitiva – la vivono i credenti, cioè come superstizione. Solo che in lui è manifestata senza filtri, in modo tragicamente molto concreto.

Kaworu

sono credenti all’italiana, ovvero fondamentalmente dei cialtroni superstiziosi che si adattano la religione ai loro comodi.

come fa fondamentalmente il 99% dei cattolici italiani.

Christian d'IOR

Credenti o no, è comunque certo che hanno tutto l’interesse a mostrarsi credenti.

Christian d'IOR

Come del resto la maggior parte dei politici e di chi vuole contare in vatikaglia.

silvietta

la mafia è una cosa orribile che fa cose orribili
crea paura e morte, dolore e povertà
il suo oscuro potere si nutre delle sofferenze di persone indifese
è cospirazione, ignoranza, violenza
nega la libertà e la giustizia
non conosce pietà, non conosce umanità

sostituisci chiesa cattolica (o religione) e non troverai differenze

Batrakos

Io voto ‘non si può scavare nei pensieri più intimi’ e vale per tutti non solo per i mafiosi i quali, a livello comportamentistico, sono solitamente cattolici devoti a santi e madonne ma poi bisogna vedere come la pensano dentro di loro.

silvietta

a Batrakos
vero. lo stesso vale per papi cardinali vescovi monsignori preti parrochi monaci suore ecc ecc

Batrakos

Silivetta
come no! L’avevo esplicitamente scritto ‘vale per tutti non solo per i mafiosi’ , ma hai fatto bene a sottolineare il discorso dei chierici.
Insomma concordo e ringrazio dell’attenzione.

Stefano Grassino

Io ho messo la n° 5. Visto il livello culturale di questa gente, la cattiveria che hanno e conoscendo la violenza che è bibbia, per me tutto torna.

moreno03

Io direi che “sono credenti convinti” ma non “sperano nella clemenza ultraterrena” nel senso che – per loro – per quel che fanno non credono di aver bisogno di alcun tipo di clemenza: sono dei cattolici con una visione un po’ calvinista, secondo cui il “successo” che hanno in terra è segno di una predestinazione positiva anche per dopo la morte in paradiso, che si assicurano attraverso attraverso le loro manifestazioni di fede o di vicinanza a tutto ciò che sa si santità.

faber

Io ho messo altro perchè secondo me manca una risposta importante: sono credenti perchè così è la tradizione. In generale la criminalità organizzata trova nell’attaccamento alla tradizione (oltre che chiaramente nel terrore generato dalle ritorsioni) un fortissimo collante per la “loro gente”. Non parlo solo di tradizione religiosa ma più in generale degli usi e costumi su cui si basa la vita del territorio in cui si sviluppano. Questo li fa apparire agli occhi della gente comune (non affiliata) come un qualcosa di proprio,qualcuno che sta dalla propria parte, opposto a chi viene dall’esterno (in questo caso lo Stato o anche altre organizzazioni criminali) che in questo modo è più facilmente individuabile come nemico. E’ un meccanismo che non funziona solo per le organizzazioni criminali, ma per tutti quei gruppi che hanno bisogno dello scontro e non del confronto con la controparte per sopravvivere. Chiaramente essendo la religione cattolica profondamente radicata nei territori in cui si sono sviluppate le organizzazioni criminali nostrane, questo si riflette nella religiosità ostentata a volte in modo anche eccessivo e spettacolare dai boss.

test

e questo rende ancora più grave la mancanza di una scomunica esplicita, con nome e cognome.

la scomunica in tempi meno recenti, eliminava l’aura di potere divino attorno ai re.
una scomunica esplicita a un mafioso gli farebbe perdere gran parte della rispettabilità agli occhi della propria gente.

chissà perchè però nessuno ci ha mai pensato…

Giovanni Bosticco

Il rapporto mafia-chiesa non è nato oggi, ma è vecchio di
cinque secoli, se non di dieci.
Questi ultimi, dall’anno 1000 in poi, hanno visto il tramonto
del sistema feudale e l’avvento del sistema imprenditoriale
e bancario. E dato che, cosa per noi odierni incredibile, non
si faceva nulla senza la religione, si è spaccato in due il
cristianesimo, proprio cinque secoli fa, tra i cattolici, che
avevano strumentalizzato il Vangelo per mantenere il
Medioevo, ed il protestanti, che l’avevano utilizzato per
costruire l’Era Moderna.
L’Italia, essendo una stretta penisola con il Vaticano messo
proprio a metà, può essere una valida verifica di quanto
fin qui ho detto. Il Sud-Italia è rimasto un luogo dove il
tempo si è fermato, e sono oggi considerati normali
comportamenti tipici di altri luoghi, ma molti secoli fa.
Prendiamo, ad esempio, i Promessi Sposi.
Il clima di don Abbondio, che trova i due sgherri del boss,
sembra un ambiente di mafia, tra lombardi figli di lombardi.
Tipico è poi l’incidente che porta Cristoforo a farsi frate.
Due congreghe s’incontrano, sullo stesso lato della strada.
Certi reclamano la precedenza, in quanto viaggiano a
destra, gli altri perché “più nobili”. Non si usava compilare
il CID: mano alle spade, “per l’onore”.
Queste idee troglodite, che non avrebbero fatto grandi danni
in un Sud separato dal resto d’Europa, hanno trovato linfa
vitale nei capitali portati dal Nord.
In sostanza, questo è la Mafia.
Non è il fatto che in certe regioni esistano delinquenti.
Quelli si trovano in qualsiesi Pese.
La disgrazia è che il grande capitale abbia trovato strumenti
ideologici medioevali, come la famiglia patriarcale, per
usarli come vaicolo, e rafforzarli, per suo interesse,
Fino a che ci saranno i “valori della Famiglia”, predicati
da chi sapete, avremo sempre mafia.

MicheleB.

Per me è un mistero, stretto fra follia sociale ed ipocrisia. Certo è che ognuno la fede se la gira come gli fa più comodo.

SilviaBO

Un conto è chiedere quali sono i rapporti tra mafia e Chiesa (domanda complessa alla quale non so rispondere, ma altre persone più informate di me magari sì), un altro conto è chiedere qual è il rapporto tra i boss e la religione.
Nel secondo caso, credo che si possa solo rispondere “non so”, a meno che non si conosca di persona un campione rappresentativo di boss mafiosi. Come si fa a dire se sono veri credenti o no? Lo sapranno loro!
E’ come chiedere quali sono i rapporti tra i commercialisti e la religione o tra i lanciatori del peso e la religione. E chi lo sa? Occorrerebbe un’indagine statistica.

Rainbowman56

D’accordo con silviaBo. Gli atti dei boss mafiosi sono in gran parte crimini contrari alla religione. Molti boss mafiosi ostentano religiosità. Ma come la mettano nella loro animaccia nera non so. E non mi interessa. L’importante è prenderli e punirli come meritano. Con Dio se la vedranno loro.

Lorenzo Galoppini

Pur con qualche riserva, ho scelto la n° 5 (sono credenti convinti e sperano nella clemenza ultraterrena). D’altronde é anche vero che non si può scavare più di tanto nei pensieri più intimi degli individui, di certi individui, poi..

Federico Tonizzo

Una volta ho letto di un “mafioso credente” che diceva ad un complice di aver sentito, a messa, la predica del parroco che affermava veementemente che la mafia è peccato, è contro la legge di Dio, eccetera. Tale mafioso concludeva: “E cosa posso fare io allora adesso? Non vado più a messa!”.

Il mafioso rappresenta all’estremo la categoria di persone che crede in un “dio personale” a PROPRIA immagine e somiglianza e che giustifica tutto quello che il mafioso fa, se non addirittura lo “favorisce” o addirittura lo “comanda”.
Il mafioso alternativo è quello per cui la “religione” è poco più che un fatto scaramantico o addirittura del tutto formale, privo di contenuti che non siano il semplice presenziare alle messe pensando al precedente o al prosssimo delitto.

Paul Manoni

– Non si può scavare nei pensieri più intimi degli individui

Soprattutto perche’ un’altra risposta congrua con le motivazioni per le quali un mafioso e’ di fatto credentissimo, non e’ inserita in modo esplicito.
Questi soggetti criminali infatti, oltre ad essere stati allevati in un ambiente ed in una cultura totalmente Chiesa dipendente (Sud Italia), e che quindi contribuisce inevitabilmente a far di loro degli uomini perennemente alle prese con statuine, santini, madonne, rituali messe e processioni, hanno la necessità sia di dimostrare a chi hanno accanto (gregari, picciotti, ma anche le loro stesse vittime!), la loro profonda religiosità, per essere altresi ritenuti “uomini di onore” e sia eventualmente di ricevere il perdono nell’aldilà.
Direi che la risposta potrebbe essere un mix delle risposte 5 e 6. 😉
E’ escluso che queste persone possano essere blandi credenti, non credenti o addirittura Atei. La correlazione che c’e’ tra la diffusione delle associazione a delinquere di stampo mafioso sul territorio, e la forte religiosità che caratterizza lo stesso territorio, e’ così evidente che viene quasi da domandarsi se le associazioni mafiose, avrebbero avuto lo stesso strapotere nel Sud Italia in assenza di uno strapotere della Chiesa.
Questa domanda ovviamente, non sono l’unico che se l’e’ posta…Qualcuno ha pensato bene di scriverci un libro. Si intitola “Preti e Mafiosi” ed e’ di Isaia Sales. Lo segnalo qualora vi sentiste di approfondire l’argomento. 😉

maddalena spanò

secondo me il rapporto fra mafia e religione ha a che fare con il senso del potere e con un desiderio di identificazione fra il mafioso e dio: essere onnipotenti-ognuno nel suo ambito-, sapere tutto quello che avviene, dirigere il mondo- anche se circoscritto ad un quartiere o una regione-, avere un codice “d’onore” al quale, come i comandamenti, non si può disobbedire se non a costo della vita ( o della scomunica nell’altro caso); comunque la pena è essere al di fuori della comunità- ammazzati o scomunicati.
la religione e la mafia vivono il potere come libidine suprema (vecchio detto siciliano”megghiu cumannari ca futtiri” traduco per i non terroni-meglio comandare che fare l’amore-): non per nulla preti e mafiosi rinunciano alla felicità della libertà del sesso.

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