Frate indagato a Palermo per pedo-pornografia

Il sito Agrigento Flash dà notizia che un frate 37enne, ex parroco della Basilica di San Calogero di Sciacca, è indagato dalla Procura di Palermo per pedo-pornografia e istigazione alla prostituzione minorile.
Secondo l’accusa avrebbe anche acquistato materiale pornografico con i soldi della parrocchia. Sono state perquisite le sue abitazioni a Sciacca e a Palermo ed il suo PC è stato sequestrato per verificare le accuse mossegli da alcuni suoi ex parrocchiani. L’opinione pubblica è divisa, come di consueto, fra colpevolisti e innocentisti.

Mario Guzzardi

Archiviato in: Generale, Notizie

13 commenti

FSMosconi

Già immagino il commento di Enrico: “se ha sbagòliato è giusto che paghi”, mamma mia quant’è ripetitivo…

Paul Manoni

Se riesci a vedere uno di questi troll che commenta una notizia sulla pedofilia clericale, puoi gia’ gridare al miracolo! 😉

Federico Tonizzo

Se il frate ora è 37enne, è nato nel 1973; quindi, se supponiamo abbia scelto di farsi frate a 20 anni, l’ha fatto nel 1993: ma come cavolo ha fatto uno, nel 1993 o più tardi, a decidere di farsi frate?
Per poi venire indagato per pedo-pronografia non più di 17 anni dopo?

Paul Manoni

Ogni 2 o 3 giorni, ne salta fuori uno…
Cio’ che mi chiedo e’ che fine facciano, dopo le accuse, le indagini, i processi – quando ne fanno – e via dicendo. Vorrei tanto avere la certezza che questi soggetti vengano assicurati alla giustizia e sbattuti dietro le sbarre!

Painkiller

E pensa a tutti i casi che non vengono denunciati perchè le famiglie hanno p aure di ritorsioni.

RobertoV

Purtroppo tutti gli esperti del mondo segnalano come in questo tipo di reati (e vale con qualche differenza anche per gli stupri) è difficile far emergere i sopprusi, per le vittime è difficile uscire allo scoperto. Quindi si sa che c’è parecchio di nascosto ed il problema è di cercare di creare le migliori condizioni perché i misfatti emergano. Questo avviene anche nelle nazioni che per prime hanno iniziato a combattere la pedofilia come gli USA dove già negli anni ’80 le denunce erano al massimo ed oggi sono in calo (ma lo scandalo pedofilia nella chiesa si è verificato 20 anni dopo), ma comunque si ritiene che una cifra almeno pari a quella denunciata sfugga al rilevamento. Lo stesso in Germania, Gran Bretagna, Francia dove hanno in genere raggiunto il massimo le denunce negli anni ’90 ed oggi sono in calo, ma le stime dei casi indicano valori decisamente superiori al denunciato. Lo si è visto quest’anno in Germania con lo scandalo pedofilia quanto sia emerso. E sullo slancio è bastata l’istituzione di un centro di raccolta (oltre a quelli specifici della chiesa per la pedofilia tra i preti) sulle vittime della pedofilia nella società per raggiungere in pochi mesi le 8200 segnalazioni, quando nel 2008 comunque già 12000 casi venivano denunciati alla polizia. Quindi quando si creano le condizioni si scopre quanto viene nascosto o taciuto.
L’Italia ha preso coscienza del problema più tardi degli altri, nel ’90 le denunce erano attorno allo zero, nel 2000 attorno a 200-300 (quando una stima fatta dall’associazione arcobaleno per le vittime della pedofilia parlava di oltre 20000 casi in Italia), oggi siamo saliti a quasi 1000 (quasi 10 volte meno delle altre nazioni europeee) e continua a salire (come le denunce per stupro). Eppure nonostante il ritardo l’Italia sta facendo poco, ha varato nel 2008 una legge che ostacola la scoperta della pedofilia on-line (secondo quanto segnala la società arcobaleno), in cui noi risultiamo 5° al mondo (e nei primi posti per il turismo sessuale con minori).
Pochi giorni fa è uscita l’analisi fatta dall’associazione austriaca vittime della pedofilia nella chiesa sulle segnalazioni pervenute a loro (c’è un riassunto anche in inglese). E’ interessante per comprendere le difficoltà per le vittime a denunciare, difficoltà che in molti casi sono simili a quelle al di fuori della chiesa. Purtroppo spesso sono le stesse famiglie (40 %) ad impedire la denuncia delle violenze) http://www.betroffen.at/wp-content/uploads/2010/11/Bericht20111122.pdf

Southsun

Il “kiakkericcen” ha ricevuto un’altra secchiata in faccia di liquame marron.

Oppure anche questo qui “non sapeva” che molestare i bambini e la pedopornografia sono reati, come il suo collega belga?

Avanti un altro.

RobertoV

Riguardo al chiacchiericcio è interessante quanto oggi ammette secondo le indiscrezioni del famoso libro intervista:
“Plötzlich so viel Schmutz. Es war wirklich wie ein Vulkankrater, aus dem plötzlich eine gewaltige Schmutzwolke herauskam, alles verdunkelte und verschmutzte, so dass vor allen Dingen das Priestertum plötzlich ein Ort der Schande erschien.” “Die Sache kam für mich nicht ganz unerwartet. Ich hatte schon in der Glaubenskongregation mit den amerikanischen Fällen zu tun; ich hatte auch die Situation in Irland aufsteigen sehen. Aber in dieser Größenordnung war es trotzdem ein Schock.”
Für mich jedenfalls war es eine Überraschung, dass der Missbrauch auch in Deutschland in dieser Größenordnung existierte. (S. 44)

Stupito dall’estensione della pedofilia (come fuoriuscita da un vulcano in eruzione) tra il clero anche se un po’ se l’aspettava dopo gli USA e l’Irlanda, ma non in questi termini, uno shock per lui. E che fosse così estesa in Germania è stata una sorpresa per lui.
Ma dopo essersi elogiato per come sono intervenuti lui e la chiesa negli USA, la perla secondo me è questa:
“Ob es dann Aufgabe Roms gewesen wäre, allen Ländern eigens zu sagen: Schaut, ob es auch bei euch so ist? Vielleicht hätten wir das tun sollen.”
Dove si chiede se fosse poi compito di Roma di chiedere alle varie chiese nazionali di controllare se anche da loro fosse così. E si chiede: “Forse dovevamo farlo”.
Quindi non l’hanno fatto, hanno aspettato i nuovi scandali, cioè sono intervenuti solo quando lo scandalo è scoppiato e allora dovevano correre ai ripari. E probabilmente dove non c’è ancora lo scandalo è perché non stanno indagando ancora. Va detto a loro difesa che se le vittime non collaborano è difficile far emergere le cose, ma se non si cerca di creare le condizioni favorevoli non ci si può aspettare che le vittime si muovano visto tutti gli ostacoli che devono superare per denunciare.

Painkiller

@Roberto V

Per quanto riguarda i crimini sessuali in Italia aggiungi che siamo una società che percepisce ancora lo stupro con un crimine minore, una ragazzata conseguenza inevitabile di comportamenti tenuti dalla vittima.
Cito 3 sentenze scandalo fra tante:
– la sentza secondo la quale chi indossa i jeans è instuprabile e quindi epr forza consenziente
– se un patrigno violenta la figliastra quattordicenne ha diritto alle attenuanti se lei non era più vergine al momento del fatto.
– gli stupri del branco di civitavecchia (una devina di ragazzi ha abusato per mesi si una quattordicenne) fù punito con 80 (OTTANTA) ore di servizi socialmente utili.

Se tu fossi una vittima, ben consapevole che i tuoi carnefici al massimo otterranno una pena ridicola(e che quando usciranno te la vorranno far pagare), denunceresti? Se poi fossi consapevole che, anche se hai 6 anni, tutti si e ti chiederanno cos’hai fatto per porvocare quel poverino, tu denunceresti?

Quanto agli italiani e turismo sessuale ne ho viste di cotte e di crude a Malindi (Kenia): i bravi papà cattolici di giorno in spiaggia a giocare coi figli e la sera, sempre in spiaggia, a stuprare bambini\e con al scusa “son negher e poi qui è normale”. Ne potrei raccontare a tonnellate.

Commenti chiusi.