Andrea Leone*
Per rendersi conto del declino inesorabile del nostro paese basterebbe solo prestare un po’ di attenzione ai dibattiti e alle discussioni di questi giorni presenti sui giornali e in televisione. A innescare il fuoco delle polemiche è stata questa volta la seconda puntata di Vieni via con me, la trasmissione condotta da Fabio Fazio e Roberto Saviano su Rai 3. Tralasciando qui la reazione spropositata del Ministro degli Interni Maroni, che se l’è presa con lo scrittore campano per aver raccontato l’inflitrazione delle mafie in Lombardia, a scagliarsi contro il programma ci ha pensato anche l’Avvenire.
Il quotidiano cattolico non ha digerito la “propaganda eutanasica” andata in onda, criticando i conduttori per aver dato voce alla moglie di Piergiorgio Welby, Mina, e a Beppino Englaro, il padre di Eluana, e definiti per questo come “profeti dell’eutanasia”. Nell’articolo, a firma del direttore Marco Tarquinio, l’obiettivo è rivolto all’utilizzo improprio della televisione pubblica “pagata da tutti gli italiani (almeno quelli che versano il canone), eppure l’uso che ne fa, in compagnia dei suoi ospiti, è di un salotto privato dal quale diffondere e inculcare quelli che ritiene ‘valori’ e ‘principi di civilta’ (è suo diritto), ma che per la gran parte degli italiani sono disvalori gravissimi (e tener conto di questo è invece suo preciso dovere)”.
È divertente e inquietante allo stesso tempo sentir parlare il giornale dei vescovi di tv pubblica pagata con i soldi di tutti, quando è proprio sulle spalle della collettività che si mantiene la lobby ultra-secolare e mondana, il Vaticano, da loro stessi rappresentata. 8 x 1000 ed esenzioni fiscali dicono forse qualcosa a questi signori? Semmai, proprio perché pubblica, la Rai ha il diritto, se non il dovere, di fornire agli utenti un punto di vista laico, svincolato da qualsiasi logica religiosa e dare spazio a chi ha vissuto in prima persona, come parente, il dramma dell’eutanasia. Soprattutto a chi, come Mina Welby e Beppino Englaro, è stato vittima durante tutto il loro calvario di un vero e proprio massacro mediatico, lasciati alla mercé dei salotti televisivi infarciti di preti e soubrette, attaccati senza sosta dai politicanti cattolici e dai prelati di ogni specie che facevano a gara per accaparrarsi un microfono e denigrare Piergiorgio Welby e lo stesso Beppino, colpevoli solo di aver preso una decisione non conforme ai dogmi della dottrina cattolica. L’acrimonia nei confronti di Welby si è poi tradotta dopo la sua morte nel fermo rifiuto di concedergli il funerale cattolico, come da lui stesso richiesto. Un rito accordato, invece, a personaggi del calibro di Francisco Franco (responsabile di 250.000 oppositori fucilati), Augusto Pinochet (condannato per crimini contro l’umanità) e al boss della banda della magliana Renatino De Pedis, sepolto nella basilica di San’t Apollinare a Roma. Loro si che sono stati bravi cattolici in vita!
Fatti reali, raccontati nel corso della puntata da Saviano e che hanno per questo indotto l’Avvenire a parlare di “Chiesa nel mirino”. Un piagnisteo ricorrente, inevitabile ogni qualvolta si tirino in ballo fatti storici riguardanti la Chiesa e interpretati, chissà perché, come vilipendio del cristianesimo.
Ora, mettendo da parte le questioni storiografiche e lo spinoso dibattito sull’eutanasia, il punto su cui riflettere semmai è un altro e riguarda la difficoltà di larga parte dei settori cattolici di accettare e di rispettare il pensiero altrui. Le dure parole dell’editoriale hanno confermato una volta di più il modus vivendi e operandi con cui i vescovi tentano continuamente di imporre e non di proporre le loro opinioni, saggiamente spacciate da secoli per “verità”. Una differenza non da poco che sfugge ancora oggi ai liberali più accaniti o ai finti laicisti che spopolano nel nostro paese. Ma d’altronde, non lo scopriamo certo oggi il senso dell’esistenza della Chiesa sulla terra, e cioè quello di evangelizzare le masse, di giungere all’omologazione dei cervelli. La Chiesa non dialoga, finge. Quando fa sentire la propria voce non è certo per alimentare il dibattito, ma per riportare la discussione nell’alveo del suo pensiero (non a caso si parla spesso di principi non negoziabili). Più che diffondere la parola di Dio, la Chiesa appare oggi preoccupata di allungare i suoi tentacoli su tutto ciò che è possibile, vivendo nel lusso, godendo di soldi pubblici e privilegi fiscali che le permettono di mantenersi in vita e di esercitare la propria influenza.
* Laureato in scienze della comunicazione a Bologna, frequenta l’ultimo anno del corso magistrale “Mass media e politica”
Devo dire che nel caso di Welby la chiesa ha ragione.
La famiglia Welby si è dichiarata cattolica, ma, all’ italiana, pretendeva che la chiesa modificasse i suoi principi e le sue regole adattandole alle necessità dei singoli.
Sono regole cervellotiche, ma chi si proclama cattolico deve accettarle in toto; non può mettersi a sfogliare la margherita, dicendo: questo mi va bene, questo no ecc.
La chiesa dice che un mascalzone, morto per cause non dipendenti dalla sua volontà potrebbe aver avuto in extremis un pensiero di pentimento, per cui anche il delinquente più incallito ha diritto al funerale religioso.
Ovviamente e notoriamente il caso Welby è diverso.
Punto.
L’ errore l’ ha fatto la famiglia, la quale ha giustamente rivendicato il diritto di Piergiorgio a non voler più vivere nelle condizioni che sappiamo, ma poi ha sbagliato nel pretendere funerali religiosi, ben sapendo che non potevano, nella fattispecie, essere autorizzati.
Che poi, dopo tutta la vicenda, i Welby si siano dichiarati e continuino a dichiararsi cattolici, è cosa lascia perplessi: essere cattolico e dichiararlo ufficialmente, significa sottoscrivere l’autorità e il magistero della chiesa, accettandone l’ intero “pacchetto” ma, come detto sopra, specialmente nel nostro paese, abbiamo un’ infinità di cattolici “a mezzo servizio”, del tipo: si credo in Gesù e nel Vangelo, ma devo essere lasciato libero di divorziare, ecc. ecc. facendo intendere che operano una distinzione tra la chiesa e l’insegnamento evangelico.
Dimenticano, clamorosamente, che il vangelo, così come oggi lo conosciamo, è stato praticamente “redatto” proprio dalla chiesa, e pertanto non si capisce perché da esso debba essere ritenuta separata !
Ma ai fini statistici, il Vaticano mette tutti nel calderone, e saltano fuori percentuali di “cattolici” di tipo bulgaro !
sono d’accordo con quanto scrivi
al Vaticano tutto sommatto conviene conservare i grandi numeri che garantiscono i privilegi di cui gode
ci vorrebbe la scomunica automatica per i divorziati
Funerali accordati ,invece per l’avvocato milanese suicida Corso (stessa sorte per una mia cugina suicidatasi a 20 anni). La risibile esimente addotta dalla ccar è che il suicidio sia stato d’impeto e perciò in uno stato di non coscienza. Basta non dichiararlo prima, e tutto è fattibile. Somma ipocrisia , della più bella ipocrisia che accompagna da sempre l’operato della ccar. Il vero motivo è la pubblicizzazione dell’evento che appare alle gerarchie sfida in campo aperto. Tu puoi abortire, suicidarti, violentare, ma tutto in ombra perchè alla luce del sole tutti i cristiani e i capoccioni in primis devono sembrare più candidi del dash! CULI IMMERDATI ,MA MUTANDINE DI PIZZO. Per funzionare, il brand “CRISTO” può avere difetti di cucitura, ma non di immagine…….
Ho conosciuto due persone cattoliche che si sono suicidate, ma hanno avuto il funerale cattolico. Mi ricordo i salti mortali del prete per non dire durante l’omelia che si erano suicidati. Il problema per la chiesa è la visibilità: se per Welby fosse stato fatto in silenzio gli avrebbero fatto il funerale cattolico, lo stesso discorso vale per Eluana, così come per aborto e contraccezione.
I Vangeli per la chiesa cattolica sono solo un supporto, quello che fa testo è il catechismo della chiesa cattolica e le due cose non sono coincidenti. I Vangeli consentono tante interpretazioni, come dimostrano i protestanti che loro, almeno, li leggono direttamente.
Infatti, il peccato per la chiesa non è la violazione al precetto, è l’insubordinazione all’autorità.
Il vero principio morale per la chiesa è l’autoritarismo. Lo stesso principio che gelosamente custodisce è paradossalmente quello che ne sta minando la credibilità: se ci fosse piu’ democrazia nella chiesa, e quindi piu’ competizione tra idee diverse, all’interno dell’organizzazione non ci sarebbero scollature e successivi imbarazzi provocati da dichiarazioni papali di cui i sottoposti sono all’oscuro.
L’autoritarismo pero’ non è il principio che viene insegnato, e quindi chi si sente cattolico, secondo me, ha diritto di protestare. E’ un caso di marketing disonesto, non è il cliente a dover cambiare, ma il venditore. Se vendi amore, perdono e uguaglianza, è quello che il cliente si aspetta e a cui ha diritto. Ci si puo’ sentire cattolici per abitudine, per tradizione familiare, per alcune persone è probabilmente un’idea confortante fare gli stessi gesti dei propri genitori. Perché devono rinunciare e cambiare chiesa, cioè ambiente e luoghi (io alla cosiddetta “fede” non credo nemmeno per quelli in buona fede) a cui si è affezionati, in cui si è anche investito, nel senso proprio del termine? In fondo le chiese sono patrimonio del territorio, sono stati tutti costruiti a spese delle popolazioni locali. E’ la gestione che va cambiata. Se fosse per vera “fede”, come dici giustamente, per principio, basterebbe diventare protestanti o valdesi. Ma la coerenza con un principio non ha niente a che vedere con le religioni.
Andrea Leone bell’articolo ma quando affermi “più che diffondere la parola di dio” dimentichi
che dio non parla e quindi non hanno niente da diffondere se non le loro baggianate.
Tommaso affermi che bisogna prendere “l’intero pacchetto”.
Non sarebbe più corretto dire “il pacco all’italiana” perchè negli altri paesi (vedi Germania)
l’episcopato la pensa in modo un pò diverso!
Concordo con le considerazioni espresse da Andrea Leone. Purtroppo ci troviamo di fronte ad una strategia mediatica ostinata e diffusa per tappare la bocca e criminalizzare chi chiede semplicemente che venga riconosciuta la legittimità della libertà di scelta per se stesso, senza intaccare diritti altrui. L’articolo di Avvenire è solo l’ultimo della serie. C’è da aggiungere la stucchevole e strumentale manifestazione inscenata dall’UDC ieri a Roma davanti alla RAI, Casini in testa, contro Saviano e Fazio, per rivendicare una “par condicio” televisiva assolutamente superflua perchè nessuno vuol sopprimere chi vuole continuare a vivere; e la legislazione attuale tutela il diritto di utilizzare ogni mezzo per sopravvivere in qualsiasi condizione, se lo si vuole (anzi costringe anche chi non vuole…). E’ dell’altro ieri la levata di scudi contro il video circolato su internet a favore della libertà di scelta, che esponenti cattolici e politici volevano oscurare. Ieri è stata diffusa su Quotidiano.net , nel blog di Mister X, una lunghissima lettera tratta dal blog di Antonio Socci che pure lui ha scritto a Saviano per invitarlo a fare visita a sua figlia Caterina, in stato di invalidità grave dopo un incidente.
“… vieni via con me, vieni a trovare mia figlia Caterina e non parlerai più di eutanasia” è intitolata la lettera, in cui Socci non si limita a magnificare ed esaltare l’impegno con cui si prodiga per prendersi cura della figlia, ma sparge veleno e disprezzo contro chiunque sostenga la causa della libertà di scelta e dell’eutanasia come fossero animati da odio e cultori di morte.
Ho mandato un commento in cui, tra l’altro, avevo scritto: ” Mi spiace doverlo dire, ma nella lettera di Antonio Socci, apparentemente ispirata da amore per il prossimo, per i più deboli che chiedono di essere aiutati, mentre racconta al mondo delle amorevoli cure per la figlia, delle sue lacrime mentre ascolta musica sacra, del suo far beneficenza, in realtà mette ancora una volta molto veleno contro tutti quelli che non la pensano come lui o vogliano fare scelte diverse, tra l’altro per situazioni diverse. E coglie l’occasione per accusare “il regime mediatico del politically correct” (quello minzoliniano e berlusconiano no?), per scagliarsi contro gli “arroganti mezzecalzette che civettano nei salotti radical chic…”, contro Michele Serra, Fabio Fazio, lo stesso Saviano, blandito e criticato perchè lavora per Mondadori e Endemol mentre lui pubblica per Rizzoli , ancora tira fuori “lo spettro del comunismo”, per fare un panegirico del Cristianesimo unica luce del mondo, come se solo coloro che si professano cristiani fossero buoni e santi, facessero beneficenza e fossero portatori di tutte le virtù e senza alcun vizio.
Con tutto il rispetto per la sua tragedia di padre, non condivido il modo “politico” di usarla pubblicamente per mancare di rispetto a chi porta avanti altre istanze che comunque non sono in contraddizione con la cura con cui lui sta seguendo la figlia Caterina, come del resto stanno facendo tante famiglie in situazioni simili, credenti e no”..
Il mio commento è rimasto in pagina pochi minuti poi è sparito.
Quoto.
Anchio! 😉
Socci, che adorabile personcina…. Ho letto la lettera a Saviano, dai toni amichevoli, del 19 novembre. Evidentemente rimasta senza risposta, Socci sul suo blog passa all’attacco con il titolo “Serra e compagni: vergogna”, in cui lamenta che per i malati “Serra, Saviano, Fazio e compagni, hanno decretato che costoro non hanno diritto di parola nella “loro” televisione.”
Sicuramente Socci ha i mezzi e i contatti per dar voce ai malati e alla loro “richiesta d’aiuto”. Ne aveva la possibilità durante la stagione televisiva di Excalibur, ma evidentemente gli stava piu’ a cuore dar voce a gente tipo la madonnina di medjugorje…. C’è sat2000 della Chiesa cattolica italiana, sicuramente qualche “fratello” amorevole potrebbe rischiare una caduta d’audience e affidare una trasmissione a Socci. Dovrebbe pero’ prima convincere i SUOI AMICI che i malati valgono la prima serata: Sat2000 è cosi’ sensibile ai problemi dei malati che domani trasmetterà “Convegno: il dono dei disabili per la comunità cristiana”: alle 2 di notte!!!!!
Il tuo commento è troppo civile per loro.
Prediligono, fanatismo, ignoranza, malafede, dogmi e ciarpame vario!
Noi dialoghiamo, loro pontificano verità assurde, inculcabili in menti deboli !
Hanno ragione, è ingiusto trattare simili delicati argomenti senza contraddittorio! Per dare l’esempio infatti il papa ha dichiarato che la messa domenicale trasmessa dalla rai nonchè le varie altre produzioni televisive di approfondimento religioso saranno da domani arricchite dalla presenza di rabbini, pastori, umanisti, indù, buddisti, satanisti, occultisti, ufologi, negazionisti (ah no, quelli li hanno già da un po’), ecc. che potranno intervenire nei momenti che riterranno più opportuni per specificare eventuali altri punti di vista in contrasto con la posizione vaticana.
Scusate se non sono in argomento, ma quando leggo commenti civili come i vostri ho il conforto della conferma di essere dalla parte della RAGIONE!
Credo sia ormai palese (e quindi invisibile) che la famosa diversità Italiana ha una spiegazione banale: l’influenza pervasiva del potere secolare del Vaticano. Facendo un “benchmark” tra noi e tutti i paesi di democrazia liberare, questo è il fattore sostanziale che ci differenzia.
La questione viene da lontano (anzi da lontanissimo).
La battaglia contro la modernità della chiesa cattolica che dura almeno da un secolo e mezzo, ha avuto pieno successo in Italia in moltissimi modi diverisi, culturali ed economici: dal disprezzo e l’ignoranza diffusa nei confronti della scienza, alle imponenti concessioni economiche (8×1000, ici, distruzione della scuola pubblica a favore delle confessionali, sistema della sanità privata sempre dello stesso giro) nonchè ruolo della donna, eccetera.
Venendo all’oggi, credo sia altrettanto evidente che una svolta un pò più laica e “razionale” del contesto politico è impossibile perché troverà sempre fattori bloccanti piccoli e grandi. Hanno i soldi (diretti e le Banche sono loro), sono capillari sul territorio e posso far leva facilmente su settori dell’elettorato ubbidienti. Sempre a sufficienza per essere determinanti e boicottare.
La Chiesa Cattolica tiene molto alla par condicio.
Dopo aver fatto parlare quelli a favore del rispetto della libertà di autodeterminazione vorrebbero dare voce anche alla controparte, cioè quelli che vogliono decidere della vita del prossimo.
Diciamo che la par condicio è sbagliata solo quando ad aver parlato per prima è stata proprio la Chiesa stessa, perché allora è “becero relativismo”… Ed ecco perché dopo l’angelus non segue mai il contraddittorio!
LOSNA
Perchè il commento di Cassandra non è civile?
Lo è quello di Socci?
Così solo per capirci!
A me pare che Losna stia dando ragione a ‘tutti’ quelli che hanno scritto qui.
“la Chiesa appare OGGI preoccupata di allungare i suoi tentacoli su tutto ciò che è possibile, vivendo nel lusso, godendo di soldi pubblici e privilegi fiscali che le permettono di mantenersi in vita e di esercitare la propria influenza.”
OGGI???
Non solo oggi, ma da quando ebbe il potere, quasi due millenni fa.
E anche da molto prima, dai tempi di Saulo di Tarso, c’erano forti dissidi su quale fosse il “vero” insegnamento del defunto insegante, dissidi che si concretizzavano in rivalità e odi tra le città “visitate” da “apostoli” diversi…
Aggiornamento:
http://it.notizie.yahoo.com/19/20101125/tpl-fazio-saviano-perche-diciamo-no-a-re-1204c2b.html
Mi domando perchè discutere di cose che non si conoscono nemmeno un pò.La Chiesa siamo noi.
Immaginiamo che ci voglia del tempo per diventare bravi Crisitiani.Come andare all’università.Si va alle lezioni si studia e si passano gli esami.Quanti si sono applicati nell’esserlo?Chi di voi ha frequentato la Messa almeno la Domenica , confessato i propri peccati per essere nuovamente libero e poi ha pregato durante il giorno rivolgendo il proprio pensiero ad un Dio in croce che non aspetta altro che una parola di conforto….chi lo ha fatto?Bè sappiate che anche se lo aveste fatto come l’ho fatto io per tanto tempo , esattamente come la laurea non serve a fare di voi dei saccenti ,scoprireste di non essere meritevoli di essere chiamati Cristiani.Dio può far nascere Cristiani dalle pietre se volesse.I Cristiani non sono diversi da voi.Sono uomini che peccano e sbagliano e si confondono e pregano e soffrono come voi che siete un “gruppo”.Uno pseudo gruppo perchè poi in realtà vi trovate soli , ognuno a casa sua la sera a riflettere sulla crudeltà della vita che vi lascia morenti e “viventi” allo stesso tempo.Tutto perchè credete di essere soli.Ma non siete soli.Io voglio essere Cristiano perchè di “Cristo” , solo per questo. E se Lui è il capo della Chiesa io amo la Chiesa.Vi ricordo nelle mie preghiere per la sofferenza che ci unisce.Tutti