Velo, insegnante licenziata in Francia

Un’insegnante tirocinante in una scuola elementare di Tournefeuille, vicino a Toulouse, in Francia, ha rifiutato di togliersi il velo in classe. Per questo motivo è stata licenziata. La notizia è riportata dall’edizione on line di Le Figaro.
L’insegnante, entrata in ruolo nel 2001, non aveva mai prestato servizio a causa di vari congedi per maternità e parentali. Nel frattempo convertitasi all’Islam, ha iniziato a insegnare quest’anno in una scuola elementare a Tournefeuille. Al suo arrivo, i funzionari dell’istituto le hanno chiesto di togliersi il velo, ma lei si è rifiutata; si è quindi allontanata dalla scuola senza aver alcun contatto con gli alunni. Un comitato disciplinare ad hoc, formato da rappresentanti dei sindacati, degli insegnanti e dell’amministrazione, si è riunito il 19 novembre e ha proposto il licenziamento, invocando il principio di laicità espresso dall’articolo 1 della Costituzione: “il principio di neutralità è imposto pubblici ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni e vieta loro di esprimere, materializzare, esternare le loro convinzioni religiose”. La giovane donna, la cui identità non è stata rivelata, non ha ancora contestato la decisione, ma ha tempo due mesi per presentare un ricorso davanti al tribunale.
Il principio della neutralità dei pubblici ufficiali è già stato sollevato in casi precedenti. La commissione di disciplina della Prefettura di Polizia ha proposto nel marzo scorso una pena di due anni d’interdizione dalle proprie funzioni nei confronti di un’agente di sorveglianza di Parigi (ASP), già sospesa dalla carica per aver indossato il velo islamico in servizio. Nel 2009, una dottoranda di 25 anni che continuava a portare il velo, è stata licenziata per colpa grave da parte dell’Università delle Scienze di Toulouse per la violazione del suo dovere di neutralità.

Daniele Stefanini

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65 commenti

Volo alto

ineccepibile!
ma, ad esempio, un insegnante che si presenta con una croce al collo come va considerato?
Idoneo o non idoneo?
Mi sembra un argomento un pò controverso, ma forse non ho le idee chiare!

Roberto Grendene

da relativista, misurerei la sostanza

una collanina? con croce, simbolo ateo o simbolo islamico? Ok

Un crocifisso di 15 cm al collo, oppure un simbolo di partito, sopra l’abito, non ok

Kahani

E nelle scuole delle suore?

Questo provvedimento é chiaramente islamofobo e prevaricatorio, mica faceva lezione col burqa, avrà avuto un foulard!

Paul Manoni

Le scuole gestite dalle suore, sono scuole paritarie o private.
Hanno uno statuto tutto loro e quindi i professori possono anche andarci vestiti da astronauti o sbirulino, se rientra nel regolamento.
Lo scandalo semmai, e’ che queste scuole vengono finanziate con i soldi pubblici.
Sono certo che se esistessero in Francia, scuole gestite da imam, le maestre o le professoresse, sarebbero autorizzate ad indossare il burqua o il niquab o quant’altro.

Fri

Le scuole private possono fare quello che gli pare. La scuola pubblica no.

Tino

@ Kahani
Ma che sei l’avvocato dell’islam sul forum? Guarda che molto prima dell’arrivo in Francia sia i professori ebrei sia le suore erano obbligate a smettere la kippah o il velo se insegnavano nella scuola pubblica in ottemperanza con le circolari (la prima è stata fatta nel 1920). Tu hai fondamentalmente una mentalità provinciale pensi di poter giudicare da qui provvedimenti che vengono presi in un paese in cui la laicità è un principio importantissimo. Nelle scuole private, poi suore o donne musulmane hanno diritto al velo. Ed esistono scuole musulmane in Francia.

Tino

@ Paul
Le scuole islamiche esistono già in Francia e sono come le scuole cattoliche o ebraiche finanziate dallo stato, però l’ora di religione non è obbligatoria e sono obbligate ad accettare tutti gli alunni indipendentemente dalla confessione. Di fatto poi nelle scuole ebraiche e nelle scuole musulmane vanno solo rispettivamente ebrei e musulmani, mentre nelle scuole cattoliche in certi istituti si trovano veramente persone di tutte le religioni. Per ottenere il finanziamento occorono 5 anni dall’istituzione, per cui le scuole islamiche per ora sono in poche ad essere finanziate perché di recente costituzione, ma se si installano in un quartiere classificato come zona di educazione prioriataria possono ottenerle dopo un anno. Ci sono poi i comuni che possono aiutare tramite la concessioni di affitti simbolici la costituzione di nuove scuole islamiche.

Tino

@ Kahani
E poi l’insegnante rifiutava pure di stringere la mano ai colleghi maschi, quindi provvedimento giusto per una persona che discrimina gli altri in base al genere.

Kahani

Sono l’avvocato dell’umanità e del buon senso, che qui vedo diminuire sempre più.

Da dieci anni a questa parte Uaar.it é stato INVASO da una marmaglia di razzisti che pensano che l’ateismo sia una comoda scusante per vomitare affermazioni intolleranti e velenose degne dei comizi di Borghezio e delle feste della lega nord.

Il che mi schifa e mi indigna.

jsm

della differenza tra collanina e crocefisso di 15 cm non sono molto convinto. ritengo che ognuno debba avere il diritto di portare su di sè i simboli che crede più opportuni. secondo la tua logica cosa dovremmo fare con uno studente che porta una maglietta con disegnato un grande crocefisso o il volto di gesù? per la stessa logica, dovremmo vietare la maglietta.

il problema del velo lo percepisco in modo diverso: agli studenti non è consentito di portare cappellini o berretti in classe nè di coprirsi il volto. è giusto che questo valga anche per il velo perchè non si può pensare che un motivo religioso possa porre al di sopra delle regole.

Tino

@ kahani
Se ti fa schifo puoi pure andartene perché non credo che l’uaar sposerà mai la tua linea antisemita omofoba e maschilista da megafono di hamas.

Dalila

@ Volo alto

In Francia non si può portare neppure una croce al collo a scuola.
Caso realmente accaduto almeno 40 anni fa e raccontatomi da una signora di Amiens.
Il tutto per garantire il principio di neutralità.
Io sarei d’accordo.

Mario 47

“L’insegnante, entrata in ruolo nel 2001, non aveva mai prestato servizio a causa di vari congedi per maternità e parentali.”

Ritengo che – date le premesse – il velo sia stato un (giustificato) pretesto per liberarsi di un lavativo.

Relativamente a croci, spille etc. non penso si possa appellarsi ad un regolamento: vengono portate da religiosi, da truzzi, e – salvo ostentazioni spinte – quasi sempre sono estranee ad un credo religioso.

Il discorso poi si allargherebbe a distintivi, fazzoletti colorati etc.

E se uno si tatua un simbolo politico?

Purtroppo bisogna creare leggi perchè non si può applicare il buon senso.

mario

Jeeezuz

ma smettila di fare il comunislamico. In 9 anni non ha mai preso servizio. Amen.

Sandra

Qual è il diritto al lavoro, secondo te, in questo caso? Questa ragazza studia, a spese dello stato: vince un concorso ma per nove anni non si presenta al lavoro, posto che le viene conservato, e nel frattempo, immagino trattandosi di congedo parentale, che abbia anche gli assegni familiari (che in francia sono piuttosto generosi, se ben ricordo): poi torna al lavoro, e in modo da essere licenziata: sapeva che sarebbe finita cosi’, dati i precedenti, quindi mira probabilmente ad altri “diritti”. Ma in corrispondenza di tutti questi diritti, c’è il dovere di tutti gli altri che nel frattempo lavorano di pagarla. In questo sistema il suo diritto al lavoro è in realtà solo un suo privilegio, e sulle spalle altrui. Perché anche chi paga le tasse ha il diritto che il proprio denaro sia speso in modo giusto dal welfare, e chi frequenta una scuola ha diritto a un’insegnante preparata: che in questo caso, avendo passato nove anni senza aver mai insegnato, difficilmente poteva essere.

Paul Manoni

I Maori abitano, vivono e lavorano a 19000Km da qui.
Sicuramente le leggi Neozelandesi o Australiane, faranno delle eccezioni.
In Italia, no. Come dice Kaworu, alcuni lavori non puoi farli con i tatuaggi in evidenza.

Kahani

Secondo me gli italiani che si tatuano simboli cinesi, tribali, polinesiani, giapponesi, ebraici ed arabi su braccia, gambe, collo, schiena, tette e chiappe sono solo dei disgraziati che non hanno idea “di quanto stanno andando su questa tera”, per dirla con ‘Quelo’; ma volevo farti notare che ci sono popolazioni per cui il tatuaggio ha importante valenza culturale E RELIGIOSA e che se un maori venisse qua noi dovremmo RISPETTARE il suo diritto a fare ogni lavoro per cui sia qualificato ANCHE COI TATUAGGI IN FACCIA.

RISPETTO, é tanto difficile da capire miei ‘illuminati’ amici?

jsm

sinceramente, che non si possa fare l’insegnante perchè si mostra un tatuaggio è solo una limitazione della libertà di espressione.

lo trovo molto cattolico….

jsm

per kahani,
non so se sei credente ma meglio che lasci perdere il discorso del rispetto…..

se per noi “illuminati” è tanto difficile portare rispetto secondo te, allora il cervello di certi credenti non solo non è illuminato ma è decisamente spento

jsm

per kahani

e, a proposito dei disgraziati che si tatuano simboli di varie culture, anche qui meglio lasciar perdere: ci sarebbe molto da dire su quegli italianiche piangono di fronte al sangue di san gennaro o alla tomba di padre pio.

ti consiglio argomenti più solidi….

Kahani

Io credo solo nella capacità dell’Uomo di imparare e migliorarsi e, leggendo i vostri commenti, la mia fede viene messa a dura prova.

Ma insisto! Sono pertinace e ostinato!

JSM

l’uomo, credente o non credente, ha sempre saputo migliorarsi ma non è certo la religione che lo ha reso possibile. il cristiano, l’ebreo, il musulmano o chiunque altro non è migliore di me per ciò in ci crede. come io non sono migliore di qualsiasi credente in quanto ateo. convivo con molte persone credenti in dio e porto loro rispetto nella misura in cui loro lo portano a me.

se qualcuno viene a dirmi, come accade spesso, che in quanto ateo non ho valori, per me è solo un povero cretino che vuole solo insultarmi.

Paul Manoni

@Kahami
Prima cosa, disgraziato/a ci sarai te. Se basta farsi un tatuaggio per essere considerati da te, sua altezza avvocato della fuffa, dei disgraziati, significa che sei tu, il/la primo/a che non ha ben chiaro il concetto di RISPETTO.
Secondo. Ad un Maori con i tatuaggi in faccia che si dovesse trasferire qui, vengono concessi tutti i suoi diritti, tranne quello di poter fare alcuni lavori, che per la loro delicatezza e riservatezza, devono rendere anonimo e non riconoscibile, la persona che li svolge…Ce li hai presente i NOCS…Ce li hai presente i CATTURANDI della DIA??? E’ una tutela del lavoratore stesso, quella di non avere segni particolari visibili di riconoscimento. A detta tua e della tua mirabile intelligenza, si dovrebbe garantire anche il diritto ad un uomo alto 1 metro e 45 cm, di fare il Corazziere per il Presidente della Repubblica. Aripigliati, perche’ si vede lontano un miglio che hai la coda di paglia, con la storia della discriminazione e del razzismo che si respira su questo blog.
Terza ed ultima cosa, ti consiglio di imparare a migliorare le opinioni che hai, non solo nei confronti degli Atei scriventi qui, ma anche di Ebrei e Americani…E a correggere anche quelli che hai su Hamaslandia ed il mondo islamico in generale. Prova a spedire in una cassa, Magdi “Cristiano” Allam, in Palestina, e poi vediamo in quanti secondi emettono una Fatwa. Cio’ che voglio dire e’ che trasudi ragionamenti da “Ogni erba un fascio”…E questo e’ tutto tranne che rispetto o miglioramento.

Paul Manoni

Dite alla signorina che si convertisse di nuovo e contattasse il Ministro Frattini, che sono sicuro gli troverà un buon lavoro…Anzi, per una riconversione dall’islam al cattolicesimo, potrebbe anche metterci una buona parola, per farla assumere al posto della Carfagna! 😉

Paul Manoni

Magdi “Cristiano” Allam e’ un assenteista dell’Europarlamento, che appoggia le sue natiche sulla poltrona, solo grazie alle raccomandazioni della CCAR o di qualche suo amico (Lupi) di CL.
Kahani, ad Asia Bibi e’ stato offerto l’asilo politico ed un lavoro in Italia, da Frattini…Non dal Magdi lecca-lecca Allam. Se ho fatto riferimento a Frattini, e’ perche’ c’e’ un motivo.

Gérard

Quando ero ragazzino, un alievo si presento in scuola con una collana alla quale era appesa una croce ( piuttosto piccola ) Ebbene l’insegnante chiese all’alievo di nasconderla sotto la maglia . Non ci sono due pesi e due misure .
Ho avuto insegnante che andavano ogni sera in chiesa ma ho mai visto una con la collanina .

Paul Manoni

I commenti dei lettori, riportati sotto l’articolo di “Le Figaro”, valgono 100 volte piu’ della notizia stessa. Incredibile vedere con gli occhi di cittadino italiano, come viene recepita ed interpretata la laicità in Francia!
Qua e’ diventata quasi un’utopia…! 🙁

Triceratops

La differenza tra il portare una cresta punk variopinta e una croce (o il velo) sta nel messaggio del simbolo. Croce e velo sono simboli di religioni che quando ne hanno modo, combattono o hanno combattuto i diversi anche in modo cruento. I punk, così come molti altri movimenti, non hanno mai imposto la propria visione dl mondo. Nessuna limitazione alla libertà di espressione, quindi. Solo autotutela nei confronti di chi usa gli strumenti democratici per demolire la democrazia.

Kahani

Esistevano anche i punk nazisti, sai…quelli per cui i Dead Kennedys avevano composto “Nazi Punks f**k off”.

Eco

Esiste anche il nazi metal… che poco ha a che vedere con il movimento originario.

Ci sono sempre derive ideologiche in ogni genere musicale.
Rap isalmico, cristiano, ebraico… nazista, comunista… ogni ragione è buona per darsele.

Kahani

A me piacciono i Satanic Warmaster (come sound), ma siccome il mainman é nazi i loro dischi li ho solo scaricati dal Mulo.

jsm

se è per questo, esistevano pure le SS islamiche……

kahani,
guarda che le moschee in italia sono i cristiani a non volerle, mice gli atei. aggiornati un po’…..

Kahani

Erano musulmani bosniaci…lo so benissimo, sono anche un esperto di IIa Guerra Mondiale…comunque erano inquadrati nelle SS non certo per fanatismo nazista loro ma per cause legate alla bizantina politica interna del III Reich…

JSM

ah già, se son bosniaci non contano. ridicolo!

e comunque il comando era affidato al gran muftì di gerusalemme. molto più vicino a te che ai bosniaci. e poi è un dato di fattoche tutto l’islam era simpatizzante con il 3° reich…

JSM

kahani,
noto ora che sulla questione delle moschee non hai detto niente.

io non ho alcun problema se i musulmani costruiscono le moschee in italia. so benissimo che in ogni paese musulmano ci sono chiese.

per cui prenditela coi cristiani.

a volte penso che esponenti delle religioni monoteiste predichino il dialogo interreligioso contro l’ateismo solo perchè temono la forza delle nostre ragioni

Kahani

JSM,

non ti ho detto ‘se sono bosniaci non contano’ é solo che é piuttosto sciocco dire, come fanno certi propagandisti anglosassoni: “C’erano delle Waffen-SS ISLAMICHE…ergo, tutti gli ISLAMICI sono naZZisti!!!!!”.

L’arruolamento di truppe musulmane balcaniche ha una tradizione che risale ai tempi dell’impero Austro Ungarico (l’uniforme era uguale ma il fez era rosso)…i bosniaci, minoranza debole premuta fra serbi ortodossi e croati cattolici (tutti piuttosto fanatici) erano abbastanza felici di farsi “proteggere” dall’autorità della duplice aquila asburgica.

Durante la guerra del 1941-45 per gli stessi motivi di sopravvivenza spicciola in uno scenario di lotta partigiana dove villaggi e cascine venivano razziati/bruciate da tutta una serie di eserciti e milizie (ustasha, cetnici, titoisti, italiani, etc…) loro cercarono di sostituire il III Reich alla vecchia ala protettrice viennese…poi per le faide interne fra Himmler e la Wehrmacht su ‘chi controlla più truppe’ vennero assegnati alle Waffen-SS.

Non c’era adesione ideologica ai tenets del credo nazista, né vennero impiegati in operazioni connesse con la Shoah.

Questa é la verità storica, poi se vuoi raccontarti la favola degli ‘Islamici Nazzisti’ accomodati nel post su christopher hitchens…

Dalila

Esatto, Triceratops.
Farlo capire a chi non è di assai larghe vedute è difficile, me ne rendo conto.

MicheleB.

Secondo me la differenza non sta nelle dimensioni del simbolo, bensì nel ruolo del portatore: a mio modesto avviso, uno studente -come un qualsiasi altro privato cittadino- deve aver diritto a girare con la svastica tatuata in fronte; un insegnante -come ogni titolare di pubblico ufficio- non dovrebbe espore altro se non i simboli dell’ufficio stesso, dello stato o dei suoi princìpi espressi.
In questo sono abbastanza d’accordo con Kant, nella misura in cui chi si accolla un ruolo pubblico deve accettarne le regole -poteri, oneri e restrizioni- relegando il doveroso diritto di dissenzo e critica fuori da orari e contesti di servizio.
Ciò vale per simboli, nomi e motti di natura religiosa, politica e filosofica, a meno che non si tratti di principi integrati nel sistema statuale (come quelli costituzionali).
Altrimenti, se un consigliere porta la collanina con la croce, nessuno si lamenti se un altro indossa la maglia dell’UAAR.

#Aldo#

Mica tanto, invece! Non dimenticate che l’insegnante è un cittadino e un lavoratore, e come tale ha diritto a non essere molestato sul posto di lavoro, ovvero in una condizione che gli preclude molte delle comuni possibilità di reazione imponendo regole di comportamento a volte molto restrittive.

Batrakos

Io fino alla svastica in fronte non ci arrivo, poichè apologia di nazismo, comunque il principio è giusto.

Tino

C’è da dire che l’insegnante in questione rifiutava pure di stringere la mano ai colleghi maschi (= sessimo, discriminazione in base al genere). Quanta gente però che si converte all’islam… ed è un fenomeno trasversale, attori, cantanti, sportivi, persino un prefetto, e qui in Francia cominciano ad essere maggiorenni anche i figli dei convertiti, chissà…

Federico Tonizzo

Secondo me, già per convertirsi all’Islam da adulti (da qualunque religione o non-religione si provenga) occorre essere poco informati e/o persone strane (N.B.: più o meno la stessa cosa direi per la conversione ad altre religioni). Se poi addirittura alla prima uscita come pubblico funzionario francese si indossa il velo, ci stanno sotto problemi psicologici abbastanza pesanti… Potrei sbagliarmi, ma mi viene da pensara ad una completa sottomisssione mentale ad un marito islamico “un po’ fondamentalista”, quindi ad una personalità della donna di tipo “dipendente”.

Tino

Secondo me no, Guideroni è un astrofisico e non mi sembra per nulla strano come persona, definiamolo convertito all’islam conservatore. Quello che mi colpisce è che la sinistra ha tendenza a mettere su un piedistallo chi rivendica l’islam identitario (sto parlando qui in Francia) e a insultare chi se ne discosta. Mentre per i convertiti che cambiano spesso pure nome nessuno li accusa di “rinnegare la propria cultura”, in realtà per me una persona non è obbligata a nessun tipo di rispetto nei confronti delle proprie radici, ho sempre concepito la sinistra come emancipazione e non tradizione. Sarebbe interessante si facessero delle inchieste sociologiche approfondite sulle conversioni all’islam.

Federico Tonizzo

@ Tino:
La “stranezza” delle persone talvolta non è visibile da molte cose, ma solo da qualche piccola cosa che può anche passare inosservata. Non conosco il Guideroni di cui parli, ma se lo si conoscesse di persona potrebbe essere interessante proporgli qualche chiacchierata sull’argomento della sua conversione.
Concordo con il resto del tuo discorso; in particolare sulla frase “Sarebbe interessante si facessero delle inchieste sociologiche approfondite sulle conversioni all’islam.”

Lorenzo L. Gallo

Kahani, per fortuna che ci sei tu… una volta di più, con la scusa del velo, atei e cattolici integralisti danno sotto agli islamici.

Kahani

Fa piacere che i miei post siano apprezzati ogni tanto da qualcuno.

Spero anche che si capisca che difendo i diritti dei musulmani in quanto persone, poi a me della fede musulmana importa quanto mi importa delle altre…cioé tanto dal punto di vista storico/culturale/sociologico, molto molto poco dal punto di vista personale.

Tino

No tu come Lorenzo (siete dello stesso bordo politico) non difendete i musulmani li strumentalizzate.

@ Lorenzo
Sappi che kahani difende anche movimenti omofobi come hamas e i neturei karta non si sutpisce che difenda pure una tizia che rifiuta di stringere la mano agli uomini.

c.j.

io le avrei anche chiesto di restituire tutti gli stipendi dal 2001 al 2010 che ha percepito senza fare una mazza.

“L’insegnante, entrata in ruolo nel 2001, non aveva mai prestato servizio a causa di vari congedi per maternità e parentali” …incredibile…

Massimiliano Ortolani

1) “entrata in ruolo nel 2001, non aveva mai prestato servizio a causa di vari congedi per maternità e parentali”…su questo non discuto poiché bisognerebbe saperne di più. Mi auguro solo che non siano stati usati argomenti meritocratici da parte della commissione. Argomenti molto cari agli abolizionisti nostrani della Legge 300….

2) “ha rifiutato di togliersi il velo in classe”…beh, c’è una legge e qualcuno la fa rispettare istituzionalmente. Però….però le leggi possono essere abrogate, sostituite, modificate. In fondo, gli ordinamenti giuridici in vigore non sono gli stessi del passato: cioè non sono eterni. Incluso quello della Repubblica francese che non è neppure lo stesso del 1957 (ultimo anno della Quarta repubblica).

Quello che voglio dire è che, a mio modesto avviso, se la signora indossava solo un foulard la cosa mi sembra del tutto innocua (fermo restando l’astinenza da ogni attività proselitista). E quindi l’attuale legislazione è bacchettona: qualcuno già ricordava l’esempio dei crocefissi al collo. Qualcuno ha persino introdotto il criterio della grandezza del crocefisso come unità di misura del rispetto della laicità….…
Io potrei aggiungere: si vieti di fare gli auguri di natale e capodanno come difesa della laicità nelle scuole pubbliche! Pure si vietino i festini dell’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di natale!…..Anzi, si vietino le vacanze scolastiche di natale in quanto tali!

Con queste illazioni giocose intendo sottolineare, stante l’ordinamento sociale esistente, come la difesa seria della laicità di una scuola pubblica debba limitarsi all’opposizione dell’esposizione istituzionale di simboli religiosi negli ambienti scolastici, all’opposizione del proselitismo religioso e delle visite pastorali imposte dalle burocrazie confessionali e dai loro alleati politici, difendere le basi scientifiche del sapere scolastico dalle pretese del ciarlatanesimo creazionista (anche nella sua versione “acculturata” dell’ID o del principio antropico), ingrandire per quantità e qualità l’agibilità all’ora alternativa a quella dell’insegnamento religioso (qualora questo sia ancora previsto), ma non può pretendere di intervenire in maniera sistematica sulla libera espressività personale qualora questa non sia usata per fini di sopraffazione della coscienza della popolazione studentesca e della scientificità dell’insegnamento.
Una siffatta invasività rischia di alimentare una mentalità da collegio giudiziario calvinista!

Tino

Ti ho risposto qui sotto, aggiungo che tu intendi la laicità bachettona solo contro la chiesa cattolica, le feste religiose sono un po’ diverse da un insegnante con il velo che non stringe la mano agli uomini.

Tino

Aggiungeri che non si capisce come mai in Francia dove è sempre stato così questi discorsi spuntano in giro solo adesso che c’è di mezzo l’islam.

Tino

In sostanza la laicità è uno strumento contro il cattolicesimo se si tratta di islam zitti, zitti. Tenendo conto che la signora in questione rifiutava di stringere la mano ai colleghi uomini, il licenziamento ci sta eccome. Mentalità italiana applicata a problemi francesi di cui ortolani non ha la minima idea.

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