La difficoltà di parlare di pedofilia a Savona

Con l’inchiesta che, circa un anno fa, ha coinvolto il sacerdote di Alassio don Luciano Massaferro sospettato di essere pedofilo, a Savona e provincia si sono estese le indagini e molte vittime hanno cominciato a parlare. ll 25 novembre l’associazione “Le vittime di pedofilia nel savonese” ha fatto affiggere a Savona e provincia, un manifesto che in modo esplicito accusava i vertici della curia savonese per l’omissione di sorveglianza e anche per l’incauta assegnazione a preti sospettati di pedofilia di comunità per minori in difficoltà, oltre che per gli atteggiamenti omertosi. I pedofili sarebbero alcuni sacerdoti e, secondo fatti recentemente emersi, anche laici attivi nelle parrocchie. Potrebbe anche essere stato favorito il soggiorno di un prete pedofilo inglese, recentemente scomparso, che era fuggito dal suo paese quando era libero su cauzione e in attesa di processo. Nel manifesto si invitava la curia savonese a uscire allo scoperto e, provocatoriamente, a sporgere eventuale querela contro gli estensori del manifesto. La speranza era quella di costringere la curia ad ammettere pubblicamente di essere stata al corrente delle situazioni che per anni hanno interessato ambienti giovanili cattolici, cioè degli abusi sessuali subiti da ragazzini da parte di sacerdoti che in qualche caso sono anche stati condannati in via definitiva o hanno ammmesso gli abusi. L’iniziativa serviva a sensibilizzare la cittadinanza che avrebbe potuto approfondire gli eventi nel corso di un incontro pubblico previsto per sabato 27 in cui il coordinatore del movimento, Francesco Zanardi, insieme alle associazioni con lui solidali intendeva rendere pubbliche alcune registrazioni audio che potevano dimostrare come la curia effettivamente fosse a conoscenza dei fatti ed anche alcune responsabiltà dirette.
L’incontro è poi stato annullato perchè il sindaco di Savona, Federico Berruti, che già in altre situazioni si e dimostrato compiacente con le gerarchie cattoliche più che sensibile ai problemi dei suoi concittadini, ha prima oscurato i manifesti e poi revocato la concessione della sala comunale in cui avrebbe dovuto tenersi l’incontro. Si è tenuto invece un sit in davanti al palazzo del comune con la partecipazione di alcune vittime ora adulte con le loro famiglie e alcuni cittadini solidali.

Francesca Marzadori, referente UAAR di Savona

16 commenti

Giorgio Villella

Si può aggiungere la foto del manifesto in coda a questa ultimissima?

Kaworu

io continuo a rimanere dell’idea che il mestiere del sacerdote è la copertura perfetta (perchè i pedofili sono estremamente lucidi, calcolatori e capacissimi di intendere e volere) per un pedofilo puro.

– permette di non dover rendere conto a nessuno se non si hanno relazioni paritarie sentimentali con persone grosso modo coetanee (di ambo i sessi, pcoo importa);

– anzi, se non hai relazioni sentimentali mature sei un virtuoso;

– permette di avere d’ufficio una “moralità più alta” che rende più difficilmente sospettabili;

– permette di poter stare senza destare sospetti a contatto con bambini, anche da soli senza altre supervisioni;

– permette di avvicinare bambini “disagiati” che sono i più a rischio in fatto di abusi;

– offre una comoda copertura in caso di sgamo.

Batrakos

Scusa Kaworu.
C’è una cosa nell’elenco che non capisco.
A mio avviso nessuno se non ha relazioni sentimentali dovrebbe mai essere nella situazione di dover rendere conto a nessun altro; credo, avendo compreso che sei persona tollerante, che converrai con me; lo dico solo perchè imboccare una china del genere potrebbe creare psicosi… pensa se chiunque ha difficoltà ad avere relazioni fosse sospettato, anche solo dall’opinione pubblica, di essere pedofilo a che conseguenze di ingiustizie e problemi a chi non lo merita potrebbe portare.
Sugli altri punti sono d’accordo.

Batrakos

Per prevenire un punto: ho letto che hai sempre specifiKato ‘paritarie’ e ‘mature’…ma nemmeno i preti possono apertamente mostrare di avere relazioni impari e immature; possono solo giustifiKare il fatto di non averne, apparentemente o realmente poi dipende dai casi.
In questo senso ho fatto il distinguo.

Kaworu

mi spiego meglio: una persona che non mantiene né cerca relazioni sentimentali mature con persone adulte e sta “troppo” appresso ai bambini, tendenzialmente (specie se uomo) suscita un minimo di sospetto.

se invece ha un alibi d’oro quale è il celibato pretesco, nessuno (anzi) si fa domande o altro ed è perfettamente plausibile che questa persona, affettivamente immatura, stia a contatto con dei bambini.

forse è più chiaro? non so.

(parlo sempre nell’ottica del “il paese è piccolo, la gente mormora”, forse in questo contesto la cosa assume un diverso peso)

ad ogni modo generalmente i pedofili sono persone insospettabili (no vecchio con l’impermeabile un po’ disadattato, per capirci).

chiaro che comunque una persona può non riuscire (ma nel caso del pedofilo esclusivo non c’è nemmeno la ricerca) ad avere relazioni durature per una serie di motivi che esulano dalla faccenda eh 😉

Batrakos

Grazie Kaworu.

Generalmente, per il livello mediamente bassissimo dell’opinione pubblica chi non ha relazioni stabili, nè le cerca (esiste anche gente così, più tendenzialmente libertina che monogama o comunque meno interessata alla sfera affettiva normale) è di solito identifiKato più come omosessuale che come pedofilo, a patto che non stia troppo dietro ai bambini ovviamente, ma come tu dici il pedofilo non è così facile da notare.
D’altronde molti pedofili non preti, proprio perchè scaltri come dici tu, tendono ad avere una regolare famiglia, basti pensare a tutti i pedofili del turismo sessuale.

Kaworu

vero, ma quelli sono pedofili occasionali, non esclusivi (quelli occasionali riescono ad avere una patina di normalità).

poi chiaramente non è che tutti quelli esclusivi fanno i preti eh, è solo che a parer mio è una copertura a dir poco ottima 😉

The Best Emmia

In realtà dà copertura per qualsiasi tipo di molestie e nefandezze (IOR, servizi delle Iene nel napoletano…) E’ il sistema “Don Zauker”: l’abito FA il monaco, e chi lo porta lo sa benissimo.

Paolo Turco

…e poi c’è il crimen sollicitationis (ad turpia), se non mi sbaglio quello che si commette in confessione. L’idea che i preti raccolgano nel confessionale i primi turbamenti sessuali adolescenziali di fanciulli ancora ingenui è per me insopportabile. Il fatto che la confessione dei minorenni non sia proibita dalla legge mi fa pensare che la legge italiana creda in dio, e consideri davvero i sacerdoti cattolici suoi “ministri”.

Eco

Già personale specializzato, come psicologi e psichiatri e altre figure, hanno delle difficoltà con questi argomenti, figurarsi un prete fresco di seminario o comunque non maturo sull’argomento cosa possa subire come riposta a queste “confessioni”.

Se manca la conoscenza del mondo, non basta farcire le teste di religione e parabole…

Eco

In Italia l’abito FA il monaco, e lo sanno benissimo soprattutto i religiosi.
Mettono la loro tonaca morale e via a prendere per i fondelli il mondo intero…

FSMosconi

Due cose che accomunano la criminalità organizzata e la CCAR:
i crimini
l’omertà.
E ho detto tutto…

MissXD

Il clima dominante purtroppo è quello… è un prete, quindi non può fare nulla di male, di certo è qualche miscredente che vuole nuocergli, povera stella!
Ricordo con orrore quando per la faccenda di Don Luciano Massaferro citata all’inizio dell’articolo venne indetta una fiaccolata a sostegno non della vittima, bensì del prete, e ci andò un mezzo migliaio di persone…. ovviamente il tutto era sulle locandine dei giornali, e nessuno la interruppe… brutta storia!

rik

Don Luciano Massaferro apparteine alla diocesi confinante di Albenga – Imperia. Comunque la sua posizione sembra piuttoto grave ed è probabile la condanna.

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