Suicidio di Mario Monicelli, polemiche alla Camera

Il suicidio del noto regista Mario Monicelli, che più volte ha manifestato la sua non credenza, fa discutere anche il mondo della politica. Monicelli, affetto da un cancro alla prostata in fase terminale, si è gettato dal quinto piano del reparto di urologia dell’Ospedale San Giovanni in Roma la sera del 29 novembre. Per volontà del regista e della famiglia non sono stati celebrati funerali e il corpo verrà cremato. Solo una banda ha seguito il feretro che percorreva il rione romano di Monti, dove Monicelli abitava. Mentre il feretro si allontanava, dalla chiesa di Santa Maria dei Monti si sono sentite le campane. Il parroco, don Francesco, si è così giustificato: “Queste campane erano anche sue, era una brava persona”.
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha reso omaggio al cineasta da poco scomparso, presso la camera ardente allestita alla Casa del Cinema di Roma. Il suo gesto è stato così commentato dal presidente: “Se n’è andato con una ultima manifestazione della sua forte personalità, un estremo scatto di volontà che bisogna rispettare”.
Anche alla Camera il cineasta è stato ricordato con un lungo applauso. Ma non sono mancate le polemiche, con un duro scambio di battute tra la radicale Rita Bernardini e la cattolica Paola Binetti. Secondo la Bernardini, il regista ha infatti scelto il suicidio “per porre fine a una vita che non riteneva più di dover continuare”. Per questo, “l’aula dovrebbe avviare una riflessione su come alcune persone che non ce la fanno più siano costrette a lasciare la vita, anzichè morire con i propri familiari vicini, con il metodo della dolce morte”.
Paola Binetti ha risposto con veemenza: “Non si può approfittare della disperazione di un uomo per fare uno spot pro-eutanasia”. “Monicelli era stato lasciato solo”, ha detto la Binetti, “non è stato un gesto di libertà, ma di solitudine e di smarrimento”. “Basta credere che morire sia libertà perchè qualcuno non ti dà una mano”, ha aggiunto.
Anche Massimo Polledri (Lega Nord) ha parlato di “elogio del suicidio”, mentre il ministro per l’Attuazione al Programma Gianfranco Rotondi ritiene che la stampa abbia trasmesso “un messaggio non di carità ma di ammiccamento alle scelte assolutamente non esemplari”. Tali gesti “non debbono essere un esempio”, continua Rotondi, “procurarsi la morte e rifiutare i funerali non significa laicità, ma rifiuto del mistero della morte e penso all’impatto che tutto ciò ha sui giovanissimi”. Rotondi ha anche risposto a Fabio Evangelisti, deputato Idv che lo criticava: “io non taccio perchè nè Monicelli nè alcun maestro su questa terra ha diritto assoluto sulla propria vita, a prescindere da ogni scelta religiosa”. Secondo il ministro, “la vita è qualcosa che non ci appartiene, che ci è stata data da Dio” e questo rappresenta “il limite alla libertà umana”. Il ministro contesta quindi “l’andazzo mediatico per cui la scelta del suicidio ha una qualche solennità tragica che presso i giovani può pericolosamente divenire un modello”. Il deputato Pdl Rocco Girlanda, pur elogiando l’artista, auspica che il suo suicidio “non finisca per costituire un’occasione di mitizzazione di tale approccio alla morte, una sorta di ‘manifesto’ o la ciclica riproposizione del dibatitto sull’eutanasia, con una contrapposizione faziosa tra laici e credenti”.
Più discreto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. “Mi attengo all’invito, come sempre molto saggio, del presidente della Repubblica: ci vuole rispetto”. Letta ha espresso dispiacere per il fatto che “una persona che ha dato tanto agli altri e ha fatto sognare, sorridere, ridere sia scomparsa così tristemente, in maniera cosi’ amara”. Spera che “il Signore nella sua misericordia infinita possa restituirgli ciò che lui non ha avuto, almeno negli ultimi tempi, e che invece ha così generosamente dato a tutti”.

Valentino Salvatore

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