Il suicidio del noto regista Mario Monicelli, che più volte ha manifestato la sua non credenza, fa discutere anche il mondo della politica. Monicelli, affetto da un cancro alla prostata in fase terminale, si è gettato dal quinto piano del reparto di urologia dell’Ospedale San Giovanni in Roma la sera del 29 novembre. Per volontà del regista e della famiglia non sono stati celebrati funerali e il corpo verrà cremato. Solo una banda ha seguito il feretro che percorreva il rione romano di Monti, dove Monicelli abitava. Mentre il feretro si allontanava, dalla chiesa di Santa Maria dei Monti si sono sentite le campane. Il parroco, don Francesco, si è così giustificato: “Queste campane erano anche sue, era una brava persona”.
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha reso omaggio al cineasta da poco scomparso, presso la camera ardente allestita alla Casa del Cinema di Roma. Il suo gesto è stato così commentato dal presidente: “Se n’è andato con una ultima manifestazione della sua forte personalità, un estremo scatto di volontà che bisogna rispettare”.
Anche alla Camera il cineasta è stato ricordato con un lungo applauso. Ma non sono mancate le polemiche, con un duro scambio di battute tra la radicale Rita Bernardini e la cattolica Paola Binetti. Secondo la Bernardini, il regista ha infatti scelto il suicidio “per porre fine a una vita che non riteneva più di dover continuare”. Per questo, “l’aula dovrebbe avviare una riflessione su come alcune persone che non ce la fanno più siano costrette a lasciare la vita, anzichè morire con i propri familiari vicini, con il metodo della dolce morte”.
Paola Binetti ha risposto con veemenza: “Non si può approfittare della disperazione di un uomo per fare uno spot pro-eutanasia”. “Monicelli era stato lasciato solo”, ha detto la Binetti, “non è stato un gesto di libertà, ma di solitudine e di smarrimento”. “Basta credere che morire sia libertà perchè qualcuno non ti dà una mano”, ha aggiunto.
Anche Massimo Polledri (Lega Nord) ha parlato di “elogio del suicidio”, mentre il ministro per l’Attuazione al Programma Gianfranco Rotondi ritiene che la stampa abbia trasmesso “un messaggio non di carità ma di ammiccamento alle scelte assolutamente non esemplari”. Tali gesti “non debbono essere un esempio”, continua Rotondi, “procurarsi la morte e rifiutare i funerali non significa laicità, ma rifiuto del mistero della morte e penso all’impatto che tutto ciò ha sui giovanissimi”. Rotondi ha anche risposto a Fabio Evangelisti, deputato Idv che lo criticava: “io non taccio perchè nè Monicelli nè alcun maestro su questa terra ha diritto assoluto sulla propria vita, a prescindere da ogni scelta religiosa”. Secondo il ministro, “la vita è qualcosa che non ci appartiene, che ci è stata data da Dio” e questo rappresenta “il limite alla libertà umana”. Il ministro contesta quindi “l’andazzo mediatico per cui la scelta del suicidio ha una qualche solennità tragica che presso i giovani può pericolosamente divenire un modello”. Il deputato Pdl Rocco Girlanda, pur elogiando l’artista, auspica che il suo suicidio “non finisca per costituire un’occasione di mitizzazione di tale approccio alla morte, una sorta di ‘manifesto’ o la ciclica riproposizione del dibatitto sull’eutanasia, con una contrapposizione faziosa tra laici e credenti”.
Più discreto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. “Mi attengo all’invito, come sempre molto saggio, del presidente della Repubblica: ci vuole rispetto”. Letta ha espresso dispiacere per il fatto che “una persona che ha dato tanto agli altri e ha fatto sognare, sorridere, ridere sia scomparsa così tristemente, in maniera cosi’ amara”. Spera che “il Signore nella sua misericordia infinita possa restituirgli ciò che lui non ha avuto, almeno negli ultimi tempi, e che invece ha così generosamente dato a tutti”.
Valentino Salvatore
vabbè questi sono al delirio.
Ma se leggono solo quel che scrivono loro!
Concordo, questi sono al delirio. E sono pure irrimediabilmente esaltati.
Sarebbe molto interessante vedere come si comporterebbero loro nella situazione di Mario Monicelli.
Esistono ancora radicati pregiudizi nei riguardi del suicidio. Chi ama Elisabetta d’Austria non può non amare il declino (che è cosa ben diversa dall’abbrutimento, si badi bene), il tramonto, quel senso di languida estenuazione che precede la fine.
La vita è volgare; che la si ami è fisiologico, ma la fisiologia ha poco a che spartire con il buon gusto.
Anche chi legge Hagakure e sa un po di’ cultura orientale non è da meno: il suicidio nel Giappone feudale può considerarsi l’atto pratico ed estremo del “Vuoto e la Forma”…
Per non parlare di Seneca, secondo cui era da preferire ficcarsi uno scopettone del cesso (sì, esisteva pure quello) giù per la gola, piuttosto che alla carriera di gladiatore, in quanto “alla schiavitù più pulita è preferibile la morte più sozza”.
Voglio pensare che il gesto di Monicelli sia stato anche un atto politico, volto a smuovere le coscienze sul discorso del fine vita. Si sa, i personaggi celebri fanno più clamore.
conoscendo il suo impegno politico, può essere; senza dubbio è stato un atto di coerenza e di dignità
In effetti, mentre i più diatribavano da tempo immemore su “eutanasia sì / eutanasia no”, lui senza una parola e in pochi secondi ha detto definitivamente la sua. Potrebbe essere.
Purtroppo poi quasi nessun diatribante ha rispettato almeno per un po’ il suo silenzio.
C’è un film poco noto – non di Monicelli, ma il tema del “suicidio per dignità” vi è ben presente – in cui un patrizio romano decide di togliersi la vita immergendosi nell’acqua dopo essersi inciso i polsi. Mentre sta per andarsene, fino all’ultimo, espone lucidamente le ragioni della sua scelta. La scelta di un uomo che vede sgretolarsi sotto gli occhi il proprio mondo – esattamente come sta succedendo a Pompei fuor di metafora. La scelta di un uomo di ampie vedute, compreso della valore dell’individuo, che si vede accerchiato da una nuova era di esaltati all’insegna del cristianesimo. Il film è tratto dal “De reditu” di Claudio Rutilio Namaziano e porta lo stesso titolo. Ci ritrovo delle assonanze, da più di un punto di vista…
ERRATA CORRIGE “del valore” non “della valore” (avevo cancellato un ‘altra parola)
Grande Mario! Si, non hai resistito alla tentazione di “girare” la tua ultima scena nel modo più spettacolare! Ma quando uno ha Vissuto con la V maiuscola per ben 95 anni, ha tutto il diritto di scegliere il suo finale.
Alla morte non sarebbe sfuggito comunque, nè aveva poi nulla più da vivere nel suo futuro. E allora perchè non appropriarsi di quello che senti che sta per sfuggirti di mano? Perchè non fare PROPRIA una morte che nessun altro ha il diritto di gestire per noi?
E mi farebbe piacere che da questo episodio si prendesse spunto, come ha giustamente suggerito la deputata radicale, per una discussione su come rendere più “umano” il fine vita.
Che poi se i cattolici ritengono sbagliato o peccaminoso porre fine alla propria vita, restino liberi di non farlo! Intanto diamo questa possibilità a chi cattolico non è, e del soprannaturale se ne frega, come Monicelli!
UN GESTO DI GRANDE COERENZA DA PARTE DEI UN DEI GENI DELL’ARTE DEL 19° SECOLO, UNA PERSONA CHE AVEVA FATTO DELLA COERENZA UNA SCELTA DI VITA A DIFFERENZA PER ESEMPIO DELLA BINETTI CHE OGGI ALLA CAMERA HA FATTO UN INTERVENTO DA FAR LETTERALMENTE ACCAPPONARE LA PELLE !!!
Forse la Binetti è una delle poche persone che la testa la porta sul collo.
@gero
Già: dare dell’infelice ad uno che manco conosceva, che intelligenza, non c’è che dire…
probabilmente la porta sul collo, il problema però è che è un contenitore vuoto.
La Binetti sopra al collo ha la tessera dell’opus dei, le è bastata quella per occupare il posto che ha.
Ineccepibile Sandra 🙂
@ gero(nto)
Dev’essere triste avere la testa sul collo e sentirsela bersagliata dalle voci.
Soprattutto se, come nel suo caso, l’apparente benessere fisico si accompagna ad un disturbo psicotico (evidente, ad esempio, quando ha sostenuto di essere stata ispirata niente meno che dallo Spirito Santo – conservo le maiuscole per sottolineare l’enormità della cosa – in occasione del primo voto/spallata contro Prodi). Quel cranio così ben assestato sul collo ci ha infatti regalato la bella situazioncina in cui ci stiamo dibattendo in Italia, “malati terminali” della democrazia…
ammiro gero per il coraggio di presentarsi qui nonostante le sue credenze dementi che dovrebbero farlo vergognare
Speriamo che almeno all’estero altri artisti si ispirino alle sue opere e ne riprendano qualche concetto, perché qui in Italia è fuori discussione.
i poveri di spirito come gero,è la binetti,subito concludono che uno come monicelli,si e suicidato,perche era solo,come se fossero informati.
io abito a monti a 50 metri da dove abitava lui,e si poteva dir tutto,meno che non fosse solo, e poi anche sè fosse?’stato solo dentro al suo animo,questo non leggitima le parole di quel prete travestito di rotondi,-che la vita non appartiene a nessuno,è allora mi dico cose il suicidio?’non è la testimonianza che la vita era un”diritto”,e adesso non lo è piu,propio perche si puo decidere,ed avere il diritto anche di farla finita,come tanti suicidi ,ne danno prova.binetti,rotondi,tutta gente che non pensa,parla in automatico,con idee,di cui ne anche loro sanno,perche nè sono cosi presi,e loro parlano di diritti,ma diritti di che???,il diritto in sè a una spiegazione che va al di fuori di idee convenzionali e pregiudizievoli,e il gesto di monicelli,non e un mesaggio,ma un atto di monicelli,e basta.ciao popper
“procurarsi la morte e rifiutare i funerali non significa laicità, ma rifiuto del mistero della morte e penso all’impatto che tutto ciò ha sui giovanissimi”.
soprattutto rifiutare i funerali religiosi (e conseguente obolo al prete) è un atto gravissimo!! ma vaffff…
Non ho nulla da aggiungere ne nulla da togliere: hai detto tutto… 😉
Più che altro ha rifiutato il mistero di sapere dove poi finiscono quei soldi dell’obolo.
a capito rotondi-rifiutare i funerali non è,laiceta,vorrei,vedere lui un giorno se si trova in certe condizioni.se lui potra pensare ai funerali,in certi momenti,..pieta sta gente che magna colla panza piena,e la miseria del mondo,e mi ispiace che molti personaggi del spettacolo,pur di scroccare qualche euro,per fare i propi fims,non contrabattono a queste pietose e classiche cattiverie,di tipi umanamente mediocri.e rotondi
“io non taccio perchè nè Monicelli nè alcun maestro su questa terra ha diritto assoluto sulla propria vita, a prescindere da ogni scelta religiosa”.
No Egr. Sig. On. Rotondi, lei deve proprio tacere e come lei tutte le persone che vivono il sentimento religioso ai livelli suoi e della sua collega la cattolica Paola Binetti; sentimento fatto di arroganza e presunzione che nulla ha a che vedere con la parte più sana di quell’insegnamento di uomini come Don Milani o di quei sacerdoti ammazzati dalla criminalità organizzata.
Con quale diritto, le chiedo, parla a nome mio, cittadino ateo e che lei non prende neanche in considerazione visto che sottolinea “a prescindere da ogni scelta religiosa”. Vada per la sua strada, ne ha pieno diritto, ma, la prego, lasci stare le mie scelte, scelte che non la riguardano in alcun modo e se la incontra, dica alla sua amica Paola, che noi atei abbiamo la nostra etica. Non sarà migliore della vostra ma sicuramente neanche peggiore.
Un individuo vomitevole, come lo sono, per definizione, tutti quelli che dicono che “la vita non è nostra”. Una delle peggiori atrocità che si possa dire, una dichiarazione esplicità di dittatura e di schiavismo del tutto intollerabile e inconcepibile in qualsiasi società civile. Sono pazzi squilibrati pericolosi, la dimostrazione più lampante che i talebani ce li abbiamo anche qui in Italia, anche se non islamici e anche se non lapidano le donne, e non dovrebbero assolutamente occupare cariche pubbliche, tantomeno parlare alla Camera o in Senato.
anche perchè quel che davvero intendono è “la VOSTRA vita è NOSTRA”.
Già:
se si dice che “la vita è di chi la possiede”, se ad esempio uccidi passa il concetto di levare/rubare/togliere la vita, ergo di responsabilià individuale e la vergogna
Se si dice “la vita è di X”, sempre nello stesso caso, e in più si aggiunge “dopo la morte avrà di sicuro una vita eterna e migliore” e/o “tanto poi mi confesso”, mi sa che la VERGOGNA e il senso di RESPONSABILITA’ INDIVIDUALE vengono fortemente depenalizzati, essendoci una fuga facile ai problemi…
@ FSMosconi: Aggiungici poi che dovremmo tenerci dal giudicare e abbiamo detto tutto sul sistema giudiziario proposto dal Cristianesimo.
secondo questi talebani la vita non è “nostra”, ma appartiene a dio. Chi è però che, in Italia, inventa le parole di questo dio e dice di parlare in suo nome e, conseguentemente, di decidere delle nostre vite? Risposta facile…
Che sequela di assurdità… il livello di certi portavoce politici è veramente squallido. Ma penso che quel “rifiuto del mistero della morte” che in realtà vuole dire “rifiuto della nostra Verità sulla morte” le batte tutte sia per incoerenza che per mancanza di senso.
Quella che le batte tutte é “la vita é qualcosa che non ci appartiene”, che, come giustamente diceva Kaworu, tradotto significa “la vostra vita è qualcosa che appartiene a noi”: nè più nè meno che la logica dei dittatori e degli schiavisti. E degli assassini, come ricordo che fu detto già una volta qui su questo blog, parlando di questo tema.
Sì, appunto. Che mistero c’è sulla morte? Mah, in bocca loro ogni evento è un mistero. Sarà che questi non sono ignoranti come capre.
più che altro, se qualcosa è un mistero, è ingiudicabile ogni atto compiuto in merito, mancando appunto riferimenti per poter dire cosa perde/guadagna… sarebbe un po’ come discutere le scelte di qualcuno in fatto di numeri giocati al Lotto prima dell’estrazione, pura fuffa…
L’altra sottolineata da Galoppini è invece preoccupante e quasi minatoria… fa meno divertire perché un senso ce l’ha e non promette nulla di buono…
“quando la morte arriva noi non ci siamo più, quando noi siamo vivi la morte non c’è, quale paura può quindi incutermi la morte?” Epicuro 2400 anni fa…
Quale paura? Il preciso istante del passaggio da una condizione all’altra, ovvero la sofferenza estrema ed il terrore che l’accompagna. Prendi il lancio dalla finestra del quale si parla in questa ultimissima: quali garanzie si hanno d’un “passaggio” istantaneo, senza sofferenze atroci in piena consapevolezza? Magari ci sono buone possibilità di riuscita, ma in altri casi si rischia di incorrere in momenti assai tormentosi prima della morte, quella che “quando arriva noi non ci siamo più”. Mentre arriva ci siamo eccome, e senza un adeguato supporto può essere un “mentre” tutt’altro che godibile. Ecco, oggigiorno la medicina, che è impotente in una miriade di casi, può garantire un passaggio certamente senza tormento. Almeno quello, la medicina ce lo deve e la legge non deve impedirle d’offrirci il servizio.
Bravo Aldo! Quoto al 100%.
Aggiungo che senza l’euta nasia legalizzata, come ora, si presenta una crudele disparita’ fra chi e’ abbiente e puo’ andare all’estero** (o pagare, a Milano c’e una signora che opera per 5 mila eu.) e chi rimane a soffrire come un c..e con grandi difficolta’ anche ad avere solo la mor fina. Anestetico che si ottiene praticamente solo se una persona cara capisce la situazione e si fa carico di fare pressing continuo sui medici…
** un po’ la stessa situazione delle fecondazioni artificiali.. sempre colpa della ccar !
@ Aldo: quoto al 100%.
Aggiungo che in mancanze dell’eutarasia, si presenta una ingiusta disparità fra chi e’ abbiente e puo’ andare all’estero (o pagare) e chi rimane a soffrire con grandi difficolta’ anche ad avere solo la monfina. Anestetico che si ottiene praticamente solo se una persona cara capisce la situazione e si fa carico di fare pressing continuo sui medici…
“Secondo il ministro, “la vita è qualcosa che non ci appartiene, che ci è stata data da Dio” e questo rappresenta “il limite alla libertà umana”.”
Signor ministro, lei sottometta pure la sua vita al suo amico immaginario preferito. Io, che per fortuna non ho amici immaginari a cui sottomettermi, mi tengo il possesso della mia vita, e lei, così come chiunque altro, non ha alcun diritto di rendermi schiavo delle sue personali illusioni.
“la vita è qualcosa che non ci appartiene, che ci è stata data da Dio”
Io trovo veramente scandaloso e immorale che si possa giudicare e influenzare la vita altrui sulla base di un’affermazione del genere. Gratuita.
Sì, è semplicemente osceno.
Ma soprattutto, che dono è se devo rispettare la sua policy d’utilizzo? Mi pare più una licenza d’uso, altro che dono. Al massimo una PS3 su cui non si possono applicare modifiche.
Come il modem che ti da fastweb: in comodato d’uso; o un terreno non tuo su cui hai l’usufrutto; un dio generoso insomma!
tra l’altro, se proprio gli appartiene, non vedo perché arrabbiarsi se uno la restituisce al legittimo proprietario…
PER CHI FOSSE INTERESSATO: HO LETTO UN’INTERVISTA DI MONICELLI RILASCIATA QUALCHE TEMPO FA E PUBBLICATA SU MICROMEGA.
A proposito di “ammiccamento alle scelte assolutamente non esemplari”, Rotondi, classe 1960, non si fa dare lezioni da nessuno:
“Il ministro Gianfranco Rotondi ha compiuto cinquant’anni lo scorso 25 luglio, ma ha deciso di festeggiare con qualche giorno di ritardo per avere alla sua tavola Silvio Berlusconi.”
Il premier era stato suo testimone di nozze nel 2003. Chissà se ha mai davvero pensato all’impatto sui giovani…
ahhhhhhhhhhhhhhhh
“Rifiuto del mistero della morte”? Mistero per loro. Si chiama ignoranza.
dopo il “rifiuto del mistero della morte”, mi aspetto una condanna nei confronti delle centrali elettriche che “rifiutano il mistero del fulmine”.
siamo tornati all’elogio degli stregoni: la morte e il suo funzionamento sono qualcosa di perfettamente spiegato dalla scienza da migliaia di anni. se uno vuole inventare un mondo immaginario che ne sia collegato e chiamarlo “mistero”, faccia pure, ma non venga a sparare simili vaccate pubblicamente. mistero della morte, ma figuriamoci.
Circa il fulmine non ho notizie, ma la Chiesa è sempre stata contraria a ogni tipo di novità. Se non ci fosse stata la Rivoluzione Protestante del 1500, oggi l’ energia elettrica sarebbe stata considerata demoniaca.
Se uno decide di morire dovrebbe avere il diritto di farlo dignitosamente e non essere costretto a sfracellarsi dal 5 piano
Un po’ come per Karol Józef Wojtyła.
“Nè Monicelli nè alcun maestro su questa terra ha diritto assoluto sulla propria vita, a prescindere da ogni scelta religiosa”. (Per inciso: prestate più attenzione agli accenti!)
Quando dire non è fare: aver emanato questo diktat non implica che verrà applicato. Tant’è che più di qualcuno il diritto assoluto sulla propria vita se l’è preso, eccome!
Alcune considerazioni a margine. Mario Monicelli non è il primo personaggio del mondo dello spettacolo in Italia che si toglie la vita: ricorderete, andando indietro nel tempo, perlomeno fra gli artisti di valore, i casi di Luigi Vannucchi e Alighiero Noschese, e poi, in anni più recenti, i meno famosi Luigi Pistilli e Tino Schirinzi (altri in questo momento non mi vengono a mente). Si trattava di persone diverse, credo, da Monicelli, e ognuno pure avrà avuto le sue motivazioni per farlo. Ma allora in nessun caso ci furono le reazioni di oggi, dispiacere e cordoglio a parte; in nessun caso, mi pare di ricordare, ci furono discussioni in Parlamento e nessun tipo di polemiche o dibattititi sull’eutanasia, sul fine vita e sul diritto a morire, a parte il fatto che erano tutti molto più giovani di Monicelli e nessuno era malato in fase terminale – tranne Schirinzi malato di cancro da molti anni – e poi negli anni in cui avvennero questi fatti, di questi temi praticamente non se ne parlava (specie i primi due, fine anni ’70). Prima l’eutanasia era un tema che poteva affiorare nell’opinione pubblica occasionalmente, di tanto in tanto: ricordo vagamente, sempre per inciso, che una volta, saranno stati gli anni ’80, la Rai mandò in onda un film di cui rammento solo il titolo, “Di chi è la mia vita?”, e il soggetto, quale, appunto, quello dell’eutanasia, e, a seguire, una trasmissione con dibattito sull’argomento. Ma erano appunto solo episodi occasionali, e niente più.
Oggi, in tempi di continuo scontro laici-clericali, le cose, come é evidente a tutti, sono molto cambiate, e il dibattito – chiamiamolo così – é molto più frequente ed aspro, alla luce soprattutto di storie di persone non famose ma che purtroppo lo sono diventate loro malgrado come Pier Giorgio Welby ed Eluana Englaro. Un segno dei tempi che dovrebbe indurci a riflettere. Su come eravamo e come siamo cambiati, (per usare una frase fatta, ma appropriata), e sul nostro futuro.
Addirittura Schirinzi si uccise insieme alla compagna Daisy Lumini ma, come ricorda lei, non vi furono né reazioni polemiche né discussioni.
Al di là della maggiore notorietà di Monicelli, quanto accade oggi è forse il segno che certi temi stanno arrivando a maturazione nell’opinione pubblica.
Direi di più. A me sembra addirittura che – e non è la prima volta -, quello che dicono i clericali più accaniti e monotematici vada sempre tenuto in conto. Ciò che sostengono/predicano, infatti, è assai più utile ed interessante di un semplice argomentare “un po’ lontano dalla realtà/un po’ distante dal buon senso”. Quanto sostengono, infatti, è l’ESATTO OPPOSTO DIAMETRALE delle cose come stanno: basta rovesciarlo di segno e otterremo qualcosa di assolutamente saggio. “Non si può approfittare della disperazione di un uomo per fare uno spot pro-eutanasia” è infatti una frase che contribuisce molto ad una corretta lettura del sottotesto, perché pone il dito nel posto giusto nei termini più sbagliati; l’esatta interpretazione che suggerisce anche ai meno accorti e agli indecisi è appunto: “Non si può approfittare della disperazione di un uomo per fare uno spot che imponga l’al di là a chi ha solo l’al di qua (e gli basta e avanza!)”… Pierrot si confessò piangendo – verrebbe di dire per parafrasi. Come sempre, grazie per l’aiuto alla comprensione, cara Binetti! 😉
All’opinione pubblica (ovvero al popolo sovrano) verrà data soddisfazione solo quando le dirigenze potranno averne un tornaconto. Vi dico io quando sarà: tra una trentina d’anni, quando i figli del baby boom (gli attuali 40-50enni che pagando l’assistenza senza speranza generano PIL) per motivi di numero, di disponibilità e di “convenienza” non potranno accedere allo stesso trattamento, un trattamento che in quel futuro prossimo sarà diventato un motivo di perdita anziché di guadagno per il ristretto mondo delle dirigenze.
All’opinione pubblica (ovvero al popolo sovrano) verrà data soddisfazione solo quando le dirigenze potranno averne un tornaconto. Vi dico io quando sarà: tra una trentina d’anni, quando i figli del baby boom (gli attuali 40-50enni che pagando oggi l’assistenza senza speranza generano PIL) per motivi di numero, di disponibilità e di “convenienza” non potranno accedere allo stesso trattamento, un trattamento che in quel futuro prossimo sarà diventato un motivo di perdita anziché di guadagno per il ristretto mondo delle dirigenze. In un mondo basato sul Mercato, la vita appartiene al Mercato e a nessun altro.
Le dichiarazioni dei politici cattolici dimostrano, ancora una volta, la protervia e la stupidità della religione.
“la vita è qualcosa che non ci appartiene, che ci è stata data da Dio”
Ma quale dio?
Sapessero almeno definirlo univocamente…
alla faccia della laicità dello stato: politici che affermano l’inammissibilità giuridica assoluta di qualcosa sulla base del fatto che è “donata da dio”. e poi la chiamano “laicità positiva”. e magari il nazismo era “democrazia positiva”…….
o non taccio perchè nè Monicelli nè alcun maestro su questa terra ha diritto assoluto sulla propria vita, a prescindere da ogni scelta religiosa” E’ ovvio che questo non riguarda coloro che ti ammazzano, con la diossina , la miseria. etc. loro hanno diritto assoluto sulla vita… ma degli altri si capisce sulla propria sarebbe immorale.
“procurarsi la morte e rifiutare i funerali non significa laicità, ma rifiuto del MINISTERO DELLA MORTE e penso all’impatto che tutto ciò ha sui giovanissimi”
…E io che pensavo che questo signore un po’ tetro presiedesse – credo temporaneamente, non per l’eternità – al più prosaico e italiota “MINISTERO PER L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA”…
“Rispetto sempre, chi un giorno ne ha abbastanza, e si rifiuta di vivere di speranza.”
(Claudio Lolli)
Letta ha espresso dispiacere per il fatto che “una persona che ha dato tanto agli altri e ha fatto sognare, sorridere, ridere sia scomparsa così tristemente, in maniera cosi’ amara”.
già, perche’ invece scomparire consumato dalla malattia, dal dolore, in stato di demenza, questo no, non sarebbe una maniera amara
il bello e’ i laicisti difendono il diritto di Letta di morire tra i piu’ atroci tormenti fisici e psicologici, se questo e’ cio’ che vuole
E’ lui che non concede il diritto ad altri, fosse anche uno solo, di decidere in altro modo per la propria vita
Purtroppo l’ipocrisia e il timore, la mancanza di riflessione e per finire in alcuni casi l’ignoranza spinge le persone a parlare a sproposito, come se arrivare al suicidio fosse per chi lo fa un divertimento e non la fine di un dolore, una sofferenza. Quando non si vedono altre soluzioni quella rimane la migliore e purtroppo anche l’unica percepita.
E poi, è mai possibile che una persona non ha neanche la libertà di disporre della propria vita nel 2010?
follia
Monicelli aveva già praticamente espresso le sue idee nei suoi film, basta ricordare come faceva ridicolizzare il neo battezzato Melandri(Gastone Moschin) convertitosi al cattolicesimo per una sbandata amorosa verso una vergine bigotta…Ritengo molto stupida la moda italiana d’applaudire durante i funerali o consimilari. Per fortuna abito in Finlandia. Un saluto a tutti i miscredenti.
http://www.youtube.com/watch?v=gGmoCnFu-I4&feature=player_embedded
“io non taccio perchè nè Monicelli nè alcun maestro su questa terra ha diritto assoluto sulla propria vita, a prescindere da ogni scelta religiosa”.
al solito l’unica verita’ e’ la loro…
Letta ha espresso dispiacere per il fatto che “una persona che ha dato tanto agli altri e ha fatto sognare, sorridere, ridere sia scomparsa così tristemente, in maniera cosi’ amara”
a me non sembra cosi amara… Monicelli ha avuto una “bella” vita, e’ stata una bella persona, ha fatto delle cose che hanno arricchito il mondo (al contrario di tanti che oggi sputano giudizi su di lui), e ha scelto come uscirne, cosa c’e’ di amaro in questo? (se non il fatto che ha DOVUTO farlo in solitudine… su questo ha ragione la Binetti, forse Monicelli avrebbe avuto piacere essere circondato dalle persone che amava mentre moriva, ma la legge non lo permette!)
“procurarsi la morte e rifiutare i funerali non significa laicità, ma rifiuto del mistero della morte
ma che vuol dire? il “mistero” della morte lo sentono solo quelli che per primi dovrebbero, al contrario, essere piu’ contenti di morire per tornare nelle braccia del “padre loro”! incoerenti e patetici!
Che Monicelli fosse un vero laico e una persona di grande coerenza, è cosa certa.
Sul fatto che il suo suicidio sia da considerarsi un atto politico, ho invece qualche dubbio; era un malato terminale e, purtroppo, ritengo più probabile che la sua decisione sia stata dettata dalla volontà di fuggire ad una sofferenza atroce e senza speranza. Che, a tale comprensibilissimo scopo, una persona di 95 anni sia costretta a raccogliere le ultime forze per gettarsi dalla finestra, anziché poter spirare serenamente nel suo letto, è cosa semplicemente vergognosa. Ma certa gente è patologicamente incapace di vergognarsi.
segnalo su Liberazione del 1 dicembre diversi interventi in ricordo di Monicelli e in particolare quello di Ferrero che mi sembra ben chiosare, più di altre parole, la scomparsa di un grande Uomo: “…L’antipatia per il potere, per l’arroganza, per la sopraffazione, per il cinismo e un interesse vero per tutto ciò che riguardi la dignità umana. Lo stesso senso della dignità umana che l’ha portato probabilmente a togliersi la vita pur di non finire, malato, a dover dipendere da chissà quale meccanismo medico”.
Nemmeno io sono sicuro che sia stato un atto politico, ho infatti scritto ‘voglio pensare’ come per dire ‘mi piace pensare’.
Però di fatto, voluto o no, un atto politico lo è stato visto quello che ha mosso; e l’effetto alla fin fine conta sempre più delle intenzioni.
Immagino le risate che si sarebbe fatto il grande Monicelli a sentire questi nanerottoli del pensiero come Binetti o Rotondi: vedere lui e Camilleri (180 anni in due) alle manifestazioni antiberlusconiane era una gioia.
Ho raccolto con fastidio, dai tg, come Monicelli si sentisse “solo” (colpa della famiglia!) e “depresso” (colpa della malattia!): mettono le mani avanti, come se non fosse nel diritto di ciascuno di sentirsi al capolinea e agire di conseguenza.
I cattolici sentono che la sensibiltà sta cambiando: sono convinta che la maggior parte degli italiani ha pensato che ha avuto coraggio, e loro non lo sopportano.
brava ai ragione
una cosa mi consola:
fra anche solo 20 anni tutto il mondo si ricorderà di Monicelli, mentre invece di Rotondi e la Binetti…chi erano costoro?
Diceva Leonardo da Vinci: “Alcuni uomini non sono altro che transito di cibo, e di loro non rimarranno che cessi pieni”.
Appunto.
Questi piliticanti quando sono in carica dovrebbero ricordarsi che indossano l’ uniforme dell’ istituzionalità come fà Bungasconi..AH!AH!AH! e quindi rispettare la laicità e la pluralità del pensiero dei cittadini, si bonanotte! e prima di sparare certe assurdità dire almeno : per chi crede, la vita appartiene a dio, a proposito scommetto che Bungondi in cuor suo pensa che a Pompei le mura crollino per volontà divina!
A Monicè, se così t’ andava, hai fatto bè.
visto che si parla del grande Monicelli ritengo doveroso riportare quanto da lui dichiarato in un intervista pubblicata su micromega – per buona pace dei cattolici che vogliono imporre la loro visione del mondo a tutti: vivi e morti !
“io considero l’avvento del monoteismo, e del cristianesimo in particolare, come una sciagura per l’umanità”
credo che ogni commento sia superfluo !!
Nelle scuole si dovrebbe studiare più Filosofia e meno religione!
Basta confrontare la reazione di Socrate alla sua condanna a morte rispetto a quella di Gesù. Mi pare di aver letto tempo fa un articolo a riguardo…
Come si permette la Binetti di dire che Monicelli era stato lasciato solo? E’ una grave offesa alla famiglia, che già è provata dal lutto e da tutto ciò che lo ha preceduto. Mi pare un atto di preoccupante insensibilità per il dolore altrui.
Ho l’impressione che chi è contrario all’eutanasia non lo sia tanto per fede, quanto per paura della morte, che peraltro è uno dei motivi per cui si sceglie di credere. Sono loro che rifiutano la morte, non chi si suicida.
Posso anche avere comprensione per questa debolezza umana, la paura non è una colpa, ma non accetto che debbano essere gli altri a pagarne le conseguenze.
Il suicidio fa paura perché, andando contro l’istinto di sopravvivenza, costringe a pensare, fa venire il dubbio che la vita possa non essere così bella come amiamo credere. Chi si suicida squarcia il velo di ipocrisia che ci rassicura. Ci sono persone che non riescono a sopportare il venir meno delle illusioni, allora reagiscono con rabbia, senza curarsi dei danni che fanno.
Dio: “Siete liberi di fare tutto ciò che vi comando di fare.”
Dio: “Vi dono una vita che non vi appartiene.”
“rifiuto del mistero della morte…” mmmmmmmmm
1. Abbiamo deciso che la morte sia in realtà un mistero, non permettetevi di contraddire, è cosi’ e basta, in una sana democrazia laica non è concesso pensarla diversamente.
2. Non è nemmeno concesso avere dubbi, altrimenti siete dei laicisti relativisti. Guai se rifiutate di accettare la morte come mistero.
“e penso all’impatto che tutto ciò ha sui giovanissimi…” mmmmmmmmmm
Dunque secondo Rotondi (i giri a vuoto dei 5 neuroni nel cervellino) se uno si suicida, i giovanissimi sono cosi’ dementi da pensare: “Wao figo… adesso mi suicido perché è alla moda”. Forse i giovani cristiani ragionano cosi’ visto che per loro c’è l’esempio del seguire come le pecore qualsiasi indottrinamento religioso. Magari dovrebbero insegnare ai giovani a ragionare a riflettere e ad essere critici. Certo se continuano ad insegnare ai giovanissimi ad accettare passivamente tutto… bah!
“l’andazzo mediatico per cui la scelta del suicidio ha una qualche solennità tragica che presso i giovani può pericolosamente divenire un modello”
…già perché i giovani sono proprio scemi, e questa è la considerazione che hanno i cattolici dei giovani italiani. ok…
Ancora una volta, come se ce ne fosse stato bisogno, questi pseudo autoproclamatisi difensori della vita dimostrano tutta la loro grettezza e meschinità, come si ricava dalle parole dell’acida bigottona Binetti e dei vari Cota e Rotondi. Dimostrano un’assoluta insensibilità e freddezza, una mancanza di compassione e comprensione, nonostante la loro retorica religione. Stupisce che una che è dottore faccia finta di non conoscere le sofferenze (fisiche e psichiche) dei malati di tumore e pensi che con un po’ di amore famigliare e da parte degli amici questi problemi possano essere risolti. Anzi certe volte la vicinanza dei cari aumenta la sofferenza del malato che sa di dover morire e di doversi separare. Conoscevo un cattolico malato di tumore che nonostante le cure dei cari si è buttato giù dal balcone con le ultime sue forze perché non voleva passare gli ultimi giorni della sua vita a soffrire senza potersi più muovere dal letto. Altri malati di tumore hanno fatto le stesse scelte o hanno implorato di aiutarli a morire, di poter porre fine alle loro sofferenze: e non si sa se hanno trovato qualche medico compiacente che gli ha iniettato una dose di morfina più forte del dovuto aiutandone la dipartita. Alcuni si sono già accomiatati dal mondo, ma possono resistere ancora giorni o settimane soffrendo prima che arrivi la fine della loro vita. A chi giova questo protrasi di una sofferenza inutile prima di spegnersi definitivamente? Perché non poter scegliere come morire quando ci si rende conto che è finita? Certo per chi crede che la sofferenza “nobilita l’uomo” il discorso è differente, ma nessuno nega loro il diritto di soffrire per se stessi, ma qui il problema è perché alcuni devono decidere che altri debbano continuare a soffrire anche se non lo vorrebbero più? La soglia della sofferenza per ogni uomo è differente, perché non voler prendere atto che quando diventa intollerabile ed inutile, si possa decidere nel modo meno traumatico possibile come uscire di scena? Sarebbe un dio crudele, per chi ci crede, un dio che non comprendesse le debolezze umane e pretendesse dagli uomini una gara delle sofferenze inutili per dargli il paradiso.
Il cattolicesimo abbonda, di simboli feroci, quasi si compiacesse della sofferenza: ricordo ancora le suore dell’asilo che ci mostravano santa Lucia con gli occhi nel piatto, tanto per abituarci da subito.
Un ragionamento come il tuo, così semplice e pieno di buonsenso, viene rifiutato da un cattolico, assuefatto com’è al suo repertorio di atrocità. (Vorrei vedere, però, quando gli tocca veramente, quando la teoria diventa veramente sofferenza disumana: lì lo aspetto.)
“la vita è qualcosa che non ci appartiene, che ci è stata data da Dio”
allora dio è un arrogante incompetente e certo non onnipotente, in quanto non è capace di badare alle sue cose ma persiste nel volerlo fare
“io considero l’avvento del monoteismo, e del cristianesimo in particolare, come una sciagura per l’umanità”
Sono d’accordo che monoteismo e cattolicesimo sono una una sciagura per l’umanità. In particolare il cattolicesimo lo è nonostante non sia assolutamente una religione monoteista.
mario
Potete mettere un qualche correttore ortografico che segni SEMPRE “perché” e “né” con gli accenti giusti? Così do un senso pure a questo topic sulle ultime mestizie parlamentari, via…
per favore smettiamo di chiamare questa gentaglia “pro-vita”.
Il nome corretto è “pro-sofferenza(altrui)”
Giusto.
Oooh, quanto sarebbe giusto che Binetti Roccella Rotondi & marmaglia cattofascista assortita finiscano in un letto come Welby, accessoriati di sondino e catetere!
Come Welby, ma SENZA potersene andare come lui. Prigionieri in un letto per 30 anni, nutriti a forza di “cibo” liquido farmaceutico (mmmm… che bontà!).
Sarebbe una Nemesi perfetta per tutta questa gentaglia, che si permette di dire agli altri che la vita non appartiene a chi la vive, ma al loro dio di cartone e bugie.
Io vidi due miei zii morire di cancro incurabile in un letto d’ospedale, in un’orrendissima straziante agonia, per mesi e mesi.
Mi basta aver visto quella tragedia (ridordo ancora i loro visi ossuti con gli occhi fuori dalle orbite, i corpi scheletrici) per mandare affa.nchiulo tutte le Binetti ciliciate d’Italia.
Monicelli ha evitato tutto quel film horror cattolico, e ha fatto benissimo. Riposi in pace.
… come capisco e condivido la sua rabbia; assistendo allo sproloquio arrogante, idiota, violento, pieno d’odio di quella fanatica, bigotta, masochista “tutta frusta e cilicio” della Binetti, confesso di aver sadicamente pensato la stessa cosa.
Parafrasando una vecchia battuta fulminante di Altan, di fronte a questi laidi personaggi “mi vengono in mente pensieri che non condivido”, faccio fatica e devo impormi per coerenza di cacciare via tentazioni da fascista o da nazista (che non sono mai stato e mai sarò, mi auguro) nello stile della famosa battutaccia di Goebbels quando in altro contesto disse “..la mano mi corre alla fondina della pistola..”
Questi luridi personaggi stanno mettendo a dura prova la nostra tolleranza di laici, che non è infinita e non può esserlo; in altro post giustamente è già stato citato il filosofo Karl Popper quando parlava di “suicidio democratico della tolleranza infinita”, ovvero:
“la tolleranza infinita porta alla scomparsa dei tolleranti”
Le parole del ministro Rotondi mostrano chiaramente come, per certi cattolici, la libertà di culto è solo un’inezia, una specie di diritto “concesso” che però si arresta immancabilmente di fronte alla supposta “superiorità” del culto cattolico. Cis ono leggi scritte circa la libertà di culto e la laicità, ma poi c’è SEMPRE quest’altra legge “ascritta” che stabilisce che il culto cattolico, in ultima analisi, è “più eguale degli altri”.
“[ nessuno] ha diritto assoluto sulla propria vita, a prescindere da ogni scelta religiosa […] la vita è qualcosa che non ci appartiene, che ci è stata data da Dio”.
Ovvero: “sì sì, siete liberi di professare la religione che volete, ma per lo Stato l’unica vera resta sempre e solo quella cattolica”. Grazie per la falsa libertà allora, signor Ministro.
Le persone come la Binetti credono di sapere tutto di tutti, anche meglio dei diretti interessati. Non mi stupisce che individui tanto convinti di possedere la verità assoluta ritengano di aver capito tutto (sono gli altri che non capiscono…). Per questo sono persone fastidiose e prepotenti.
Quando si fa un dono questo diventa proprietà di chi lo riceve che può farne quello che vuole.Per i creduli invece non è così: ma vaffa!
Il diritto alla propria vita.
Contrariamente a quello che ha affermato il ministro Rotondi, ritengo invece che tutti abbiamo un diritto assoluto sulla nostra propria vita. È un diritto inalienabile che acquisiamo nel momento stesso in cui veniamo al mondo e nessun credo religioso o politico ce lo può contestare. Sono piuttosto gli altri che non hanno nessun diritto su di essa.
Purtroppo per molta gente la vita può essere o può diventare una tragedia. Nel caso di Mario Monicelli e di un mio carissimo amico, Gianfranco, che alcuni anni fa fece la stessa scelta uccidendosi esattamente allo stesso modo, io ho il massimo rispetto e la massima comprensione. Sono invece profondamente offeso e indignato per quel prete che si è permesso di suonare le campane al passaggio del feretro Mi sembra un segno di quanto poco rispetto ha la ccar per la persona umana.
Ho invitato i miei figli ad impedire qualsiasi manifestazione di tipo religioso alla presenza del mio feretro, quando il tempo verrà.