Quarant’anni fa entrava in vigore la legge 898/1970, che introduceva anche in Italia la possibilità di divorziare.
La redazione
Quarant’anni fa entrava in vigore la legge 898/1970, che introduceva anche in Italia la possibilità di divorziare.
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Quarant’anni fa.
Quanta strada indietro é stata fatta da allora!
Diritti dei lavoratori, consapevolezza e responsabilità sociale, solidarietà con chi nel mondo lottava per la propria libertà.
Vi siete rinchiusi in casa, a guardare la televisione e la pubblicità, avete preso il mondo della pubblicità per il mondo reale, il mondo dei luca l’intenditore, di ambrogio e dei ferrero rocher, degli uomini che non devono chiedere mai e delle mille oche giulive e poco vestite che ammiccano in ogni spot.
Bel lavoro che avete fatto.
tu dov’eri? su marte?
La mia modesta impressione e’ che l’onorevole Kahani ritenga suo dovere morale
scagliare polemiche politicamente impegnate contro qualunque affermazione appaia sui media,
compreso il bollettino meteorologico,l’orario ferroviario e il segnale orario.
Io ero nei pensieri dei miei genitori che si erano innamorati da poco, comunque lo scopo del mio post é che, in barba a tutti i corifei dell’individualismo e del liberismo ogni volta che qualcuno se ne esce fuori con l’idea che “é meglio pensare ai propri interessi”, anziché impegnarsi per quelli della collettività (ivi comprese le persone diverse da noi) allora TUTTA LA SOCIETA’ FA PASSI INDIETRO PAUROSI.
I fatti mi danno ragione…gli anni ’60 e ’70 sono stati animati da grandi movimenti (guarda caso! Di Sinistra) che propugnavano l’idea che “Ovunque nel mondo c’era un ingiustizia, essa riguardava tutti” e contemporaneamente le nostre società progredivano: divorzio, aborto, diritto di famiglia, autodeterminazione…
…poi gli anni ’80 si sono aperti con Vasco Rossi che cantava: “Ognuno perso dietro ai fatti suoi” e puntualmente, grazie all’individualismo e all’edonismo sparso a piene mani dalla pseudocultura consumista e televisiva…abbiamo iniziato a perdere quasi tutto…
…ma voi mi raccomando, continuate a fare gli illuminati atei di osservanza strettamente borghese e filodestrorsa…vedrete i successi!!!!
E allora kahani che ca##o vuoi dagli altri se neanche tu hai fatto niente? Oh, per carità, a sentenziare sei bravissimo per essere così giovane.
se era solo nei pensieri dei suoi genitori parla a vanvera, perchè non ha la pià pallida idea di cosa fosse la fine degli anni 60 e l’inizio degli anni 70…ma tant’è ad alcuni piace parlare di cose che manco sanno.
ma poi..illuminati ate di osservanza strettamente borghese e FILODESTRORSA?!?! mi sa che non ha capito proprio un cazzo
Non capisco se il tuo sia uno sfogo contro chi di quegli anni ha dimenticato lo spirito oppure se addossi la colpa di tutto ciò che hai elencato alla legge sul divorzio…
Non capisco cosa c’entrino queste cose con il divorzio! Non penserai mica che sia colpa sua,no?
E’ stato il primo passo per distruggere un certo modo di concepire la vita, e pochi anni dopo è arrivato l’aborto. Fra poco ci saranno eutanasia e suicidio assistito, per quanti sforzi i cattolici faranno per fermarli…
Il concetto di famiglia è stato finalmente estirpato in quasi tutto il mondo occidentale, e la Chiesa sta perdendo tutte le sue battaglie, a poco a poco. Rimarranno quattro gatti dietro al Papa e gli integralisti islamici a difendere valori indifendibili. Il resto del mondo sarà libero e felice.
“Il concetto di famiglia è stato finalmente estirpato in quasi tutto il mondo occidentale” e cosa ci sarebbe di positivo in questo?
spero intendesse la famiglia tradizionale col pater familias.
@Blackfox: ovviamente credo si riferisse al modello (strafinto) di famiglia stile mulino bianco ( dove i problemi basta nasconderli sotto il tappeto l’importante è essere tutti sorridenti ) che le gerarchia ecclesiali hanno voluto imporre al mondo per 2000 anni.
Sicuramente si riferiva a questo modello artificiale che non rispecchia la realtà dei fatti.
Mulino bianco a parte è proprio la famiglia in sé che è una gabbia: leggete Mario Mieli cosa dice, e ditemi se non siete d’accordo che è lì, dove ci sono un padre e una madre, che si inizia ad essere schiavi! per questo la Chiesa la difende strenuamente: più è “stabile” più schiavi ci sono! solo quando saranno disgregati i legami familiari l’individuo sarà davvero libero! solo quando una donna capirà che non è sua madre che deve imitare sarà libera… per questo la chiesa è contro l’aborto! solo quando un uomo capirà che la sua forza non è nel fare figli che potrà costruire un mondo per tutti gli altri uomini liberi! solo quando un vecchio, come Monicelli, sarà senza legami famigliari (pure lui li aveva molto, ma molto allentati…giustamente!!) potrà uccidersi senza paura di far soffrire qualcuno…per questo la chiesa raccomanda di stare vicini agli anziani!!
La libertà dell’individuo passa attraverso la soppressione della famiglia!
dipende se una famiglia è o meno disfunzionale.
Volendo dire che la famiglia è un modello vecchio di socializzazione di cui si intravedono i limiti, ci credo.
Ma ormai questo modello non ha più lo stesso potere formativo (non inteso come violenza morale, ma come proprio formativa delle basi di sopravvivenza).
Le persone si trovano con idee vecchie di gestione dei rapporti, quando proprio questi rapporti subiscono una evoluzione, evoluzione che li sorpassa e modifica.
Non sono più cristallizzati in ambiti territoriali ristretti, in scarse quanità di cibo, poca istruzione, diritto vetusto e via dicendo.
Tutti gli ambiti di vita che prima richiedevano una certa “stratificazione” e “stabilità” dei certi gruppi – le famiglie – stanno scoppiando a causa della – concetto economico che ben si sposa – “esternazionalizzazione” dei processi produttivi, educativi e socializzanti/-tori.
Questa, per i ben noti propugnatori della teoria della famiglia indissolubile, porta a volersi da un lato rendere indipendenti come momento di “fuoriuscita” dal nucleo della famiglia abbraciando l’idea di formare la propria, e dall’altro quello di non capire fino in fondo cosa sia tale modello e cosa significhi proprio il concetto di “famiglia”.
Quest’ultima, rende il matrimonio un gioco per alcuni, una galera per altri, un sogno per altri ancora: ma spesso alla bese sta una immaturità dei coniugi, dato che questi tendono a vedere il solo momento fattuale della processione, del rito, del “siamo sposati”, come se tutto poi venisse da sè.
Come una tappa e via, come ci si diploma, ci si laurea…
Ma la complessità della società, di tutti i rapporti che vi si svolgono, portano presto a fratture che se vengono ricomposte dalla coppia, può portare a maturità nuova, se invece non esiste e non si ricompone, crea crisi. E l’uomo è portato ad allontanarsi dalla crisi, e poi per questi aspetti non vagliati dalle coppie in procinto di matrimonio, si trovano a volere il divorzio, come riflesso opposto del matrimonio.
Come si allaccia si slaccia.
Insomma, i giovani d’oggi non riescono a trovare nei valori, diciamo, “tradizionali” (che poi tali non sono ma non vorrei innescare una diatriba che non interessa qui), quel modo di gestire i nuovo insiemi di regole che reggono le modificazioni dei rapporti moderni, a noi contempoiranei.
“Il concetto di famiglia è stato finalmente estirpato in quasi tutto il mondo occidentale”
Al contrario, annina, è proprio nei paesi occidentali dove la religione organizzata è meno forte, dove la società è piu’ secolarizzata, che ci sono politiche per la famiglia migliori!!!
Vai a vedere di che servizi e di che libertà di scelta hanno gli svedesi, per esempio: possono sposarsi, convivere, etero e omo, avere figli, scegliere chi se ne occuperà, avere assegni familiari…. E’ proprio il contrario!! Per chi vuole, ovviamente, non lo ordina mica il medico. Ma se vuoi avere una famiglia, lo stato ti mette in condizione di farlo bene, anche per rispetto dei bambini che in fondo la scelta non l’hanno ancora fatta!
“vi” chi, scusa?
Peccato non si possa dire lo stesso del lavoro del tuo psichiatra.
Non guardando praticamente mai la televisione, non conosco tutti questi spot che tu, invece, a quanto pare conosci molto bene.
Si, ma quanta importanza a questo troll stiamo dando……
caro Kahani, aggiungi pure il premiere dei bunga bunga, che ha tradito la moglie e si fa paladino della morale cattolica assieme ai suoi ministri del culto del governo vcaticaliano, che fa prediche come i preti ma razzolano male.
E tu dove eri fino ad oggi? nel Limbo?
troll
Kahani,
ma com’è brutto il mondo dove vivi… Esci, là fuori ce n’è un altro… migliore… diverso…
Per parlare di cose serie, il diritto al divorzio è stato un passo fondamentale per la libertà dei cittadini, così come il diritto all’aborto. Speriamo che, nonostante le pressioni clericali e un governo (si spera al capolinea) indegno, si riescano a fare ulteriori passi avanti in modo da allinearsi agli altri paesi europei.
Lo vuoi capire che le pressioni clericali sono più forti in una società in cui tutti pensano al loro orticello privato?
Ok, allora cosa proponi?
Fai anche il passo successivo e almeno di come la pensi.
Ci lasci con un cliffhanger?
Una fondamentale tappa di civiltà, così come la legge sull’aborto (o quella precedente sull’obiezione di coscienza al servizio militare) e altro, la cui fondamentale importanza dovrebbe essere ben insegnata alle nuove generazioni.
Caro Galoppini concordo.
Purtroppo i diritti, se non si lotta per mantenerli, non sono mai acquisiti una volta per tutte e si rischia di perderli.
E non conoscere la propria Storia -come tu evidenzi giustamente- è la prima tappa per perdere.
Giusto. Ora dobbiamo combattere per l’ultimo traguardo fondamentale da raggiungere: la libertà di morire come e quando decidiamo noi! W Monicelli che ha deciso di lasciare il mondo finchè era in grado di fare da sé: diventare un “malato” è una cosa orribile. Meglio morire (quasi) sani come e quando si decide che diventare un pezzo di carne marcia in un letto, magari “curato” dalle mani “amorevoli” di qualche suora gongolante di fare un’opera di carità!
quanto sarebbe meglio, da tanti punti di vista, anche economico, che i vecchi potessero prendere una pastiglietta e, invece di deperire giorno per giorno lentamente, soffrendo e facendo soffrire i propri famigliari, morire dignitosamente quando ancora possno prendere una decisione autonoma! Non dico che ci toglieremmo il problema dei cronicari ma, almeno, lo si alleggerirebbe consentendo a chi proprio si ostina a vivere anche gravemente infermo a cure dignitose.
Sono d’accordo Annina.
Purtroppo non è però l’ultimo.
I primi traguardi -oltre il fine vita che dici tu- che mi vengono in mente: c’è da migliorare la legge sul divorzio, come sottolineano gli altri; c’è da lottare per le unioni civili per tutte e tutti; c’è da rivedere il meccanismo dell’adozione che è assurdo… e tante altre cose (ovviamente escludendo la lotta politico/economica in senso più esteso che non è argomento di questo blog e parlando solo di diritti politici e non economici, che comunque presupporrebbero la fine dei privilegi clericali).
Insomma abbiamo ancora di che rimboccarci le maniche.
ci sono alcune sottili allusioni nelle parole di Annina su cui non concordo affatto, ma vabbè… abbiamo capito che tipo è.
a bradipo
cioè?
Bradipo,
anch’io a volte ho l’impressione di vedere un lupo sotto le sembianze di tenero agnello…
Insomma dite che mi sono fatto amabilmente prendere per il c…?
A me pare un intervento ragionevole; riguardo ad altre volte non ci ho fatto caso quindi non so che dire.
mah, a me sembra più che evidente… in tono suadente e fintamente ingenuo cerca spesso di distorcere in maniera piuttosto estremista quasi tutti i concetti che tocca. E’ da un po’ che leggo i suoi commenti e mi sembra siano praticamente tutti su questa linea… fastidioso/a dopo un po’.
Forse un troll che usa il metodo socratico?…
Più che altro l’intervento delle 18:27 mi pare abbastanza estremista. La chiusura poi sui vecchi che, par di capire, dovrebbero essere abbandonati per uccidersi senza far soffrire nessuno, si commenta da sè.
Sinceramente io quel ‘potessero’ l’ho letto come una libertà di scelta e, anche se non esplicitato, credevo si legasse ad un discorso di anziani malati ormai in modo irreversibile o destinati a patologie invalidanti della maente (‘quando ancora possono prendere una decisione autonoma’).
Sul discorso dei malati terminali o vegetativi l’ampliamento futuro della scienza potrebbe davvero creare seri problemi, con ospedali invasi da persone senza speranza di vita e risorse lavorative ed economiche sottratte giocoforza alla cura di patologie più curabili. Per cui una libertà di scelta sul fine vita è auspicabile anche in termini di qualità dell’assistenza sanitaria.
In questo senso concordavo con Annina: voglio speci f i Karlo non per fare l’ermeneutica altrui ma perchè, leggendo Galoppini, ci tenevo a non far pensare che io concordassi su una forzata eliminazione degli anziani; io avevo letto il commento di Annina in questo modo.
Sul resto non saprei dire, parlavo per me più che altro.
Batrakos, il problema non è nel “potessero” ma nel “punti di vista, anche economico”.
Perché insiema al non “deperire giorno per giorno lentamente”, che credo inizi verso i 50, suona piuttosto lugubre, oltre che inumano. Di risparmio ce ne sarebbe certo per l giovani generazioni, se potessero risparmiare sulle pensioni…. magari già “operando” sui sessantenni. Non vorrei che facendo quattro conti qualcuno iniziasse ad avere strane idee…
Uno scenario da “eutanasia sociale” anticipato in “La morte moderna” di Wijmark.
Hai ragione Sandra; difatti ho tenuto a precisare cosa intendevo proprio perchè, rileggendolo meglio, è vero che così come è scritto l’interevento di Annina suona piuttosto ambiguo.
Semplicemente non volevo che un lettore potesse pensare che il sottoscritto stesse manifestando simpatie per qualche aberrante ‘soluzione finale’ come poteva sembrare avendo scritto ‘concordo’ all’inizio della discussione.
Insomma, se Annina stava trollando ho abboccato in pieno!
@Batrakos
Tranquillo, io avevo capito perfettamente il senso delle tue risposte…è che già da un po’ ho inquadrato il personaggio annina e subodorato la sua attitudine a far rientrare ciò di cui si discute qui sopra nella tipologia “ateo=persona senza scrupoli”, magari per riportare altrove quanto sia cattivo e pericoloso il pensiero ateo/laico… e noto con piacere che non ero l’unico ad aver avuto la stessa impressione.
La legge sul divorzio ha aggiunto ancora più competitività alla vita, chi non è in grado di mantenere degli impegni non dovrebbe prenderli perchè poi si rischiano delusioni e si creano problemi che danno , è questa è una constatazione scientifica .
L’attuale legge sul divorzio, purtroppo, è una cacca unica al mondo, sicuramente ispirata dal vaticano. Io stesso ho dovuto vivere sulla mia pelle tre anni di purgatorio (chiamato separazione) prima di poter divorziare (un altro anno di lungaggini), per un totale di quattro anni per un divorzio consensuale. Purtroppo le proposte di legge sul cosiddetto “divorzio breve”, che ci avrebbero voluto portare alla pari del resto del mondo occidentale, sono presto cadute e rimangono ben lontane dai programmi dell’attuale classe politica.
ci provassero i preti a sposarsi, vedi come cambiano le cose… invece loro stanno sempre sul loro mondo a parte pieno d’oro e diamanti. Vogliono imporre le loro malsane idee e si tengono l’oro.
ma perchè poi ci si sposa? BOH???
tutele legali essenzialmente
perchè è una convenzione sociale. Come la famiglia. e l’essere umano è conformista per istinto
“ci provassero i preti a sposarsi, vedi come cambiano le cose… invece loro stanno sempre sul loro mondo a parte pieno d’oro e diamanti. Vogliono imporre le loro malsane idee e si tengono l’oro”
e poi pontificano su famiglia e sessualità come se loro ne fossero i massimi esperti mondiali (pur non conoscendole nè praticandole affatto, almeno in teoria se non sono ipocriti e non razzolano male) e scienziati, biologi e psicologi fossero gli opinionisti da bar….
Data importante è vero, ma i tempi oggi per il divorzio sono da rivedere radicalmente e anche gli avvocati matrimonialisti e divorzisti, per modo di dire, chiedono tempi più rapidi e snellimento burocratico e non vedo come dar loro torto a questo punto, sono ormai tonellate i documenti da risolvere.
Le libertà sono una gran cosa, inclusa quella di interrompere un matrimonio mal riuscito. Il problema è quando, come è accaduto ed accade nel caso del divorzio, si abusa di una scappatoia che dovrebbe essere eccezionale per farne una prassi comune. Probabilmente ci vorrebbe più cautela prima del matrimonio, ovvero stare molto accorti a quale persona si intende legarsi, anche perché il divorzio è molto spesso una “tempesta” (anche economica) che coinvolge molte persone oltre ai due coniugi. Chissà quanti ci pensano veramente con attenzione, prima di lasciarsi andare a quel “sì” e a quella firmetta apparentemente tanto promettente.
In effetti é vero. Diverse volte mi è venuto da pensare che negli ultimi anni aumentano i divorzi perchè aumentano i matrimoni! Ci si sposa talvolta con eccessiva facilità.
Si anch’io penso che molta gente si sposi con troppa leggerezza, forse vittima anche della retorica della società che idealizza e mitizza il matrimonio (anche perchè è un bell’affare economico), che confonde il matrimonio col cerimoniale della festa, o forse vogliono sentirsi “inquadrati”, “normali”. Ho conosciuto ragazze “programmate per matrimonio e figli”, per le quali quello era ragione di vita, che quando si sono scontrate con la realtà hanno cambiato visione, altre per le quali il non essere sposate veniva vissuto male. In passato le cose erano più facili perchè ci si aspettava meno dal matrimonio ed una parte, la donna, si trovava in una situazione di inferiorità. Oggi la parità crea inevitabilmente maggiori aspettative e tensioni e, quindi, sarebbe bene che la gente si ponesse preventivamente i problemi con una visione reale e non distorta, in modo che solo chi è più convinto ed adatto faccia questa scelta, riducendo le probabilità di successivi dolorosi fallimenti. Questo implica anche dover poter accedere a vari livelli di legami riconosciuti. Ed anche prevedere la possibilità di sciogliere in tempi ragionevoli questi legami quando nonostante tutto falliscono. Non ha senso protrarre per anni la sofferenza, lo stress di un matrimonio fallito (nella cattolica Austria quando si va dal giudice si divorzia, non si passa prima attraverso una separazione: se non ci si è messi d’accordo prima, decide il giudice).
fondamentale ricordare che le leggi su aborto e divorzio furono introdotte durante il cinquantennio democristiano, mentre ora il clericalismo e’ bipartisan (o tripartisan, se spuntasse il “grande centro”)
si stava meglio quando si stava peggio 🙁
Non diamo ai democristiani meriti che non hanno.Le leggi su aborto e divorzio furono introdotte dopo i ’68 e le conseguenti lotte popolari di emancipazione e liberazione sessuale.
…Certamente NON per merito e volontà della DC.
A quei tempi la chiesa si esponeva meno, oggi la barca affonda e si devono dar da fare più sfacciatamente.
Ma anche allora il clericalismo era bipartisan, sia dc che pci non volevano arrivare ai referendum, che infatti sia per aborto che per divorzio furono successivi e abrogativi. Se c’è qualcuno da ringraziare, sono i radicali!!
Comunque si’, si stava meglio, erano meno arroganti e ignoranti….
Concordo anch’io, e ultimamente lo penso sempre più spesso, vista la situazione italiana: sotto diversi aspetti si stava sicuramente meglio (non tutti, naturalmente, non dobbiamo commettere l’errore di pensare che fosse, per così dire, un’epoca felice, questo é chiaro, ma non credo che nessuno lo pensi).
Poi si sono susseguite tutte le tappe di un lento ma inesorabile sprofondamento nel baratro, per ripercorrere le quali occorrerebbe un libro di storia contemporanea.
@ Sandra
che non si volesse arrivare (come PCI, per quello che mi riguarda) ai referendum era abbastanza evidente.
Un referendum,sul divorzio soprattutto, era allora come ridicolo l’equivalente del bunga bunga odierno….
Poi si doveva tener conto della necessità di non andare a contrapposizioni frontali tipo quelle odierne.
Comunque, una volta andati ai referendum, proposti dalla controparte,è stato il PCI a sostenere il massimo sforzo organizzativo, casa x casa . I radicali : non pervenuti…
E comunque sono conquiste da difendere, oltre che da migliorare: avete presente il tentativo di far entrare i pro vita nelle strutture che praticano l’aborto?
Avete presente gli obiettori di coscienza sull’aborto?
Le questioni relative alla pillola del giorno dopo?
Ripeto che secondo me i laici – razionalisti hanno bisogno di una rappresentanza politica ben strutturata che inserisca la laicità in una visione della società completa.
Si’ è evidente che la democrazia non s’aveva da fare, meglio (per loro) che scegliessero i piccoli padri della repubblica. Credo che in democrazia un popolo abbia diritto alle contrapposizioni frontali, perché l’alternativa sono le fregature non frontali.
casa x casa i comunisti, ma per che referendum, scusa? Hai qualche fonte o documento? Sull’aborto il pci si oppose alla proposta radicale di rendere meno restrittiva la legge. Anche sul divorzio il pci fece il possibile per evitarlo. Che poi l’abbia usato (io non ricordo, ma aspetto tue fonti) attivandosi tardivamente, mostra un partito interessato a giochi di potere e contrasto con la dc, non al progresso sociale.
Secondo me invece la democrazia rappresentativa, i partiti con l’assegno in bianco per capirci, non sono cosi’ tanto democratici, sono corporazioni che curano il proprio interesse, fingendo di fare il nostro. Come la chiesa non amano la scelta diretta, il referendum, la libertà.
Sto parlando del referendum sul divorzio, e non ho altre fonti che la mia esperienza diretta di partecipazione e le informazioni dello stesso tenore ricevute da altre sezioni a me vicine e federazioni nel nord Italia.
Certo che si fece il possibile per evitare i referendum : ti ricordo che erano referendum ABROGATIVI di leggi esistenti. Mi sembra logica elementare non rimettere in discussione quello che hai già in tasca. O suona troppo un ragionamento da grigio burocrate che riceve ordini (e rubli sporchi di sangue) da Mosca ?
Non sono d’accordo sulla tua critica della democrazia rappresentativa e del ruolo dei partiti:se qualcuno mi spiegasse i vantaggi e la possibilità REALE di governare un paese con referendum, mi farebbe una grossa cortesia.
Tra l’altro, NON credo che sia una gran libertà dover scegliere tra due sole possibilità contrapposte : in genere la realtà è più complessa e deve ammettere una mediazione di sintesi tra le varie istanze, per evitare quella che definirei una dittatura della maggioranza.
Ti ricordo inoltre la costante diminuzione dei votanti nel corso dei vari referendum che ha portato negli ultimi casi al mancato raggiungimento del quorum. Quindi in questo attuale contesto il referendum NON funziona. Vogliamo abolire il Quorum?
OK, ma lo facciamo con un altro referendum,probabilmente senza quorum? O tramite una legge del Parlamento, quindi rimettendoci in mano all’odiata democrazia parlamentare?
Lo sapevo anch’io che erano abrogativi (what else?), se avessi letto meglio il mio primo post. Ti sei scomodato per nulla. E in federazione non ci sono documenti di questa attività di “casa x casa” da “massimo sforzo organizzativo”?
In che senso non è una gran libertà scegliere tra due possibilità? Un referendum su un tema si puo’ indire anche a piu’ voci, come fu fatto per l’aborto, allora le scelte erano tre, estendere, mantenere, ridurre. Certo che la realtà è piu’ complessa, ma per esempio un referendum sul fine vita o sulle coppie di fatto sarebbe un esercizio di democrazia, e doveroso. Sempre meglio che lasciare decidere ai politici o ai preti, no? O a politici che si perdono in questioni ideologiche o manovre di partito, piuttosto che rendersi conto che una legge sul divorzio era un argomento popolare, e non una questione borghese come fu per pci: forse con un pci piu’ pragmatico, piu’ interessato alla realtà e ai diritti individuali che ai privilegi del partito, non si sarebbe reso necessario il solito cerchiobottismo filoclericale che caratterizza purtroppo ancora oggi i suoi uomini.
Non so dei rubli da Mosca, è secondario, invece gli uomini del partito comunista (e non solo, se ti puo’ consolare) mi hanno spesso dato, e sempre piu’, l’idea dei grigi burocrati, soprattutto mediocri: un po’ come per la chiesa, i partiti non raccolgono gli elementi piu’ brillanti della società, ma appunto individui scialbi, con poca personalità, molta ambizione personale, e un disperato bisogno di un’organizzazione per emergere, se non quando proprio per sopravvivere. Un d’alema per esempio cos’altro potrebbe fare?
Anche quella sul divorzio fu una battaglia per la libertà di scelta.
Una battaglia che i cattolici combattevano, proclamandosi contrari al divorzio… non solo il PROPRIO ma anche quello ALTRUI.
Quando invece uno che è contrario al divorzio… basta che NON DIVORZI! Pur potendolo fare, non lo fa per rispettare i precetti della sua fede.
In questa ottica, la libertà di divorziare nulla toglie ai credenti che possono, semplicemente, non avvalersene.
Un ragionamento che si può ripetere per il fine vita: diamo a tutti la possibilità di lasciare la vita in modo umano quando lo desiderano, e poi i cattolici potranno non avvalersene se pensano che la cosa non sia giusta.
no, dimentichi che loro vogliono il POTERE e stop. le altra baggianate sulla fede non interessano