Indonesia: l’applicazione della sharia nella provincia di Aceh

La provincia di Aceh è la sola in Indonesia esplicitamente autorizzata dalla legge nazionale ad adottare leggi derivate dall’islam. Questa concessione ha permesso che venissero introdotte cinque leggi ispirate alla sharia, che coprono argomenti quali la carità, le scommesse, i rituali islamici e il comportamento che un musulmano deve tenere.
Human Rights Watch denuncia in una relazione pubblicata ieri due di queste cinque leggi: quella che impone un rigido codice di vestiario conforme all’islam, e quella che proibisce a uomini e donne non sposati né parenti di appartarsi tra loro. Human Rights Watch dichiara di non voler prendere posizione sulla sharia in sé, ma sostiene che le due leggi violino sia la legge costituzionale indonesiana che le leggi internazionali sui diritti umani. Trattati internazionli che l’Indonesia ha ratificato sanciscono infatti il diritto del singolo all’autonomia personale, alla libertà religiosa, di pensiero, espressione e coscienza, e stabiliscono che l’associazione consensuale tra adulti in privato, di natura sessuale o meno,  è un aspetto protetto della privacy.
Le leggi in questione sarebbero inoltre applicate abusivamente da pubblici ufficiali ma anche da privati cittadini, e in modo selettivo: di rado o quasi mai su individui benestanti o con amicizie politiche. Nel documento di Human Rights Watch sono riportate diverse esperienze di abusi, anche gravi: interrogatori aggressivi, rilascio di sospettati solo a condizione che questi contraggano matrimonio, esami di verifica della verginità, un caso di stupro da parte della polizia, aggressioni da parte della comunità con la complicità delle forze dell’ordine.
Rusydi Ali Muhammad, responsabile del dipartimento sulla sharia ad Aceh ha commentato alla BBC che alcune persone potrebbero aver male interpretato le leggi. L’applicazione della sharia è un processo graduale, sostiene, e migliorerà. “Credo che sia ingiusto che Human Rights Watch abbia pubblicato una relazione unilaterale, voglio sapere dove sono accaduti i fatti che riportano”, dice.

Silvia Righini

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7 commenti

ser joe

Un paese invitante per il turismo internazionale. ci sono già pacchetti vacanze?

Kaworu

beh alle maldive la gente fa la fila per andare, ed è pure peggio

Painkiller

Poi però torna lamentandosi perchè non poteva andare in giro col crocifisso al collo! Poverini! Cosa vuoi che conti un apostato impiccato o un’adultera ammazzata difronte al disagio di non poter indossare il proprio feticcio preferito.

Federico Tonizzo

La provincia di Aceh è quella devastata dallo tsunami del 26 dicembre 2004.
Un guaio dopo l’altro… 🙁

Secondo Wikipedia “La situazione politica è tesa a causa dei movimenti separatisti islamici che rivendicano l’indipendenza. Il gruppo più numeroso è quello del Movimento per l’Aceh libero (GAM). (…) Aceh ha una lunga storia di resistenza al controllo da parte di forze di occupazione; dall’Indipendenza indonesiana, questo ha significato la resistenza contro il governo di Giacarta. Questa resistenza ha sia radici economiche sia culturali.”
Guerre in vista? 🙁

Ciccio

“Human Rights Watch dichiara di non voler prendere posizione sulla sharia in sé, ma sostiene che le due leggi violino sia la legge costituzionale indonesiana che le leggi internazionali sui diritti umani.

ma insomma! prendiamola anche una posizione ufficiale contro la sharia!
è solamente barbarie in totale contrasto con i più basilari Diritti dell’Uomo e della Donna.

Soqquadro

HRW ha beccato dei grossi finanziamenti dall’Arabia Saudita, che è notoriamente in prima fila nella difesa dei Diritti dell’Uomo, della Donna e Di chi ancora non ha deciso.
Non la prenderà una posizione ufficiale contro la sharia. Perchè non è tanto una barbarie, ma una barbarie molto potente e ben oliata.

antoniadess

anche se si parla di un paese lontano, la notizia è interessante perchè ci ricorda che i problemi che suscita non sono poi così lontani: pensiamo ai danni che ha fatto certo malinteso multiculturalismo (multiconfessiomalismo) in paesi come l’Inghilterra, per esempio, dove gli islamisti hanno avuto buon riscontro alle richieste di applicare la sharia nelle loro comunità; e se prende piede l’idea comunitaristica, che purtroppo si insidia anche al nostro interno, l’Italia non sarà da meno, se non faremo vigilanza laica e non attiviamo anticorpi culturali, prima che sia troppo tardi!

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