Piattaforma laica all’Europarlamento

L’intergruppo europarlamentare per la laicità in politica (European Parliament Platform for Secularism in Europe, EPPSP) da un mese a questa parte ha aperto un sito internet. La Piattaforma difende e promuove i diritti fondamentali dell’uomo, con particolare attenzione alla libertà di religione (ivi compresa la libertà dalla religione), la libertà di coscienza e la libertà di parola. E’ presieduto dall’olandese Sophie In’t Veld (del gruppo liberaldemocratico) e da quattro vicepresidenti: la socialista polacca Joanna Senyszyn, il centrista francese Jean-Marie Cavada, Jean-Luc Mélenchon del Fronte della sinistra francese e la verde austriaca Franziska Brantner. Il sito dedica una pagina anche al caso Lautsi vs. Italy.

Raffaele Carcano

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18 commenti

Federico Tonizzo

Bene, speriamo continuino come hanno iniziato! 🙂

POPPER

“Il sito dedica una pagina anche al caso Lautsi vs. Italy.”

ecco a noi interessa proprio questo caso Lautsi in particolare, come altri argomenti laici di altrettanta priorità, per la libertà e autodeterminazione nelle scelte personali, quelli in occasoione degli ultimi istanti della propria vita, l’informazione sullo sbattezzo, l’infomazione sull’8×1000 alla ccar, ecc…ecc…..

Spero che l’ordine del giorno siano i paesi europei ancora medioevali perchè sottoposti a pressing asfissiante del vaticano e dei politici cattolici genuflessi, per esempio l’Irlanda e l’Italia, poi ovviamente la Polonia sulla questione della Privacy e a proposito dello sbattezzo da pronuovere anche in altre realtà di stati confessionalisti.

Spero che si tenga conto di tutte le realtà lache che sofforno, gli attacchi, l’invasione e l’appropriazione indebita da parte della chiesa cattolica.

Ciccio

ma quando arriverà il pronunciamento definito della Grand Chambre?

c.j.

non si potrebbe sostituire libertà di religione con libertà di religione e di ateismo?

Bisogna tutelare sia la libertà di chi crede, sia quella di chi NON crede, non trovate?

limitarsi alla libertà di religione significa implicitamente porre l’ateismo in posizione di seconda classe, no? Forse gli atei agnostici razionalisti dovrebbero battersi anche per questo (forse soprattutto per questo, visto che per noi è sotinteso, ma per loro no!)

Roberto Grendene

la “libertà religiosa” include anche libertà di agnosticismo e ateismo

La Corte costituzionale ha esteso il concetto di libertà religiosa espresso nell’art. 19 della Costitituzione anche alla «libertà di coscienza dei non credenti» (sentenza n. 117/1979)

c.j.

No! Perché per la maggior parte dei cattolici libertà di religione significherà unicamente libertà di professare di credere di esser fedeli e di seguire un determinato culto. E’ per questo che bisognerebbe specificare bene e nel dettaglio.

Purtroppo con le persone un po’ ehm diciamo lente (o cristiani ma fa lo stesso) bisogna mettere i puntini sulle i in ogni occasione, 24 ore al giorno e sette giorni la settimana.

…secondo me…

Congo

Sarebbe necessario effettivamente trovare una forma esaustiva, chiara e coincisa per tutte le posizioni religiose e no.
Per esempio, prendendo spunto dalla sentenza stessa:
“libertà di professare, o di non professare, una religione”.

Oppure, forse ancora meglio:
“libertà di ADERENZA religiosa”.
Che sottointende anche che uno è libero di NON aderire a una religione.

Roberto Grendene

@ c.j.

ho riportato il significato giuridico di “libertà di religione”, che include appunto la libertà di agnosticismo e ateismo

@ Congo
“libertà di religione e dalla religione”

sauro

Secondo me la parola religione andrebbe omessa in quanto implicita nella libertà di parola e di coscienza.
Altrimenti bisognerebbe specifi care anche la libertà di tifare la squadra di calcio preferita.

Roberto Grendene

esatto

la libertà di religione e’ un tipo di libertà di coscienza
la libertà di culto e’ un tipo di libertà di espressione

la sola ragione per definire religione e culto a parte e’ per riconoscergli privilegi, perche’ il diritto gia’ esiste

Stefano Grassino

Caro c.j.
quello che dici tu lo chiarì molto bene a suo tempo, Gaetano Salvemini:

“La realtà è che quando un clericale usa la parola libertà intende la libertà dei soli clericali (chiamata libertà della chiesa) e non le libertà di tutti. Domandano le libertà a noi laicisti in nome dei principi nostri, e negano le libertà altrui in nome dei principi loro”.

c.j.

ma sai… mi viene una grande tristezza se penso alla fine che ha fatto l’Italia negli ultimi 10 anni. negli anni novanta, quando ero nei miei vent’anni, non erano certo tutte rose e fiori, ma comunque l’Italia almeno per certe cose era all’avanguardia. La migliore musica internazionale in inglese era interamente di produzione italiana, anche se molti non lo sanno, e la gente era abbastanza aperta mentalmente… e poi l’italia era comunque la quinta potenza mondiale, un paese tutto sommato ricco… oggi i giovani scappano, religione ovunque, i fascisti al potere, non so, forse sbaglio o esagero, pero’ penso che l’Italia anziché andare avanti sia affondata in un mare di m.

Ma da dove sono usciti tutti sti bigotti??? E pure i giovani, mamma mia ma i ventenni negli anni novanta ballavano la techno, fumavano le canne e se ne sbattevano le 00 di tutte ste cagate religiose. oggi i peggiori mi sembrano proprio i giovani, piu’ chiusi mentalmente e davvero arretrati. Qualcuno è daccordo con me? O forse mi sbaglio, non so… ma mi sembra che in Italia ci sia stato un imbarbarimento inverosimile. L’Italia faceva ballare l’intera Europa negli anni novanta, oggi fa la guerra alla laicità con squallidi battibecchi, cioè se leggo Italia vs lautsi (una nazione democratica contro una donna finlandese la cui unica colpa è quella di aver cercato di far rispettare la legge e la laicità dello stato…) ma sono l’unico a provare vergogna? Allora non era meglio l’Italia di 15 anni fa che portava l’intero continente a ballare in discoteca, oggi l’Italia trascina l’intero popolo alla rovina, costringe alla religione, e insomma fa vergognare.
-Sfogo- pero’ ogni tanto ci vuole…

lucia

Quando sento che il pessimismo si fonda su l’idea che il proprio momento era migliore, mi viene voglia di contraddire. O meglio di avvertire che forse l’errore di fondo é assumere un momento storico o un comportamento o una persona come modello; per gradi successivi si può arrivare al santino sacro da adorare. Penso che invece dovremmo essere capaci di capire di più la storia (a parte le meraviglie di matematica e geometria): quella grande, ma molto di più quella piccola: la storia dei nostri padri e nonni (e della loro epoca) e di coloro che vediamo più giovani di noi .Più capibile della storia di Napoleone perché “fatta” dai nostri padri e nonni e figli e nipoti, appunto. (Verum ipsum factum) Se non voglio assumere modelli, il che non vuol dire non aver alcuna idea di un possibile “dover essere”o non avere ideali, le azioni degli altri mi parranno innanzitutto interessanti come paesaggi pieni di particolari: da analizzare molto più che da osannare o condannare. Genereranno quindi più curiosità e voglia di capire che pessimismo. E’ chiaro e convincente questo ragionamento?
I giovani d’oggi non hanno più la rabbia in corpo che avevano molti giovani di quaranta cinquanta anni fa, ma affrontano comunque i sacrifici che sono della loro epoca e condizione: sacrifici che li aspettano comunque anche se quasi tutti i genitori si sono prodigati nel risparmiar loro il dolore e nel fornirgli, anzi, più gioia possibile. ( Ogni lavoro infatti, se svolto con responsabilità é ancora massacrante, un mix micidiale di fatica e stress).
Cambiando il mondo, le modalità educative erano da inventare, i genitori procedevano per tentativi col rischio continuo di errori, non ripetevano quasi mai, passivamente, il modello educativo subìto (storico anch’esso, in qualche modo inevitabile). I giovani che riescono a mettere a fuoco le innovazioni che i propri genitori hanno quasi sempre operato, rispetto alla loro propria esperienza di vita infantile, adolescenziale, adulta, hanno sicuramente capito che cos’é quella particolare vera storia di cui ho parlato sopra.
Capire é immensamente più interessante e confortante che giudicare. Capire nei dettagli la storia di ognuno la storia di tutti (per ripetere uno slogan) porta a vedersi più eroi che vittime e ad assumere, se necessario, rispetto a qualsiasi problema individuale o sociale ci si pari davanti. posizioni ben più coraggiose, radicali e difendibili di quelle che si dispiegano quando si diventa solo dei fan che ripetono slogan. AUGH!

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