Indiana (USA): una causa per l’affidamento dei figli

L’Herald Bulletin online dell’Indiana dà notizia nella cronaca locale della causa in corso fra i genitori divorziati di tre bambini piccoli; il giudice nella sua decisione favorevole alla madre – cristiana praticante – ha preso in esame diversi motivi, fra i quali le convinzioni agnostiche del padre. Questo ha dato adito alla contestazione della sentenza da parte del padre, che prevede di presentare ricorso, e a commenti nello stesso senso da parte dei lettori, oltre a sollevare dibattiti in altri giornali e blog. A loro volta sia il giudice, sia l’avvocato della madre nel difendere la sentenza negano che siano state determinanti le considerazioni che in essa compaiono circa l’agnosticismo del padre, citato solo come uno dei motivi di contrasto fra i genitori. Appare, anche dai commenti riportati circa questo fatto di cronaca, l’importanza che negli Stati Uniti si riconosce alla neutralità in materia di religione dello stato, costituzionalmente garantita.

Ermanno Morgari

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12 commenti

andrea pessarelli

i bambini sono tutti atei prima che venga loro inflitto il condizionamento religioso. non esistono bambini primitivamente cristiani o musulmani o in altro modo credenti i qualche dio. in questo senso le convinzioni agnostiche dovrebbero garantire maggior rispetto dell’autonomia dei figli, e quindi essere criterio preferenziale nelle decisioni di affidamento.

Eco

Controllare le mentidei fedeli, lo hanno capito tutti ormai.
Se crei schemi mentali da bambino, non te ne disferai tanto facilmente da grande…

Qui non so, siamo alle solite del “buon cristiano” vs “il cattivo agnostico”.
Sa di presa per i fondelli.

SilviaBO

Non so se i bambini nascano atei, temo che una certa tendenza alla superstizione sia insita nell’uomo, altrimenti sarebbe difficile spiegare il proliferare delle religioni.
E’ però senz’altro vero che non si nasce credenti di una certa religione e che non ha senso considerare un bambino appartenente a una certa religione solo perché lo sono i genitori.
Credo che l’educazione dei bambini dovrebbe essere improntata il più possibile allo sviluppo della loro capacità di ragionamento autonomo. Ma in fondo anche questa è una convinzione personale, la cui validità è indimostrabile.

faber

Dico di più: la superstizione è insita in molti esseri viventi e biologicamente può essere spiegata come la tendenza, sviluppatasi nel corso dell’evoluzione, ad assegnare a tutti gli eventi un meccanismo (o un agente) causale. Questo porta ad attribuire, in maniera del tutto arbitraria e irrazionale, dei rapporti causa-effetto inesistenti ad eventi che sono del tutto casuali o le cui cause reali ci sono sconosciute. Basta vedere il celebre esperimento di Skinner del 1948 (penso che molti già lo conoscano), in cui dei piccioni venivano prima addestrati a premere una leva per ricevere del cibo. Successivamente il cibo iniziava ad essere somministrato ad intervalli di tempo ben precisi, in maniera del tutto indipendente dal comportamento del piccione. Che succedeva? Che il piccione iniziava a ripetere i comportamenti che aveva casualmente effettuato prima della somministrazione del cibo, nonostante nei tentativi successivi questi comportamenti non fossero “premiati” (se non ancora una volta, casualmente) con la somministrazione di cibo.

Flavio

Nasciamo creduloni. Ovvero il cervello si e’ evoluto per bersi qualsiasi cosa ci dicano gli adulti durante l’infazia. E’ una buona strategia per evitare di morire da bambini gettandosi in un fiume o nel fuoco, ma e’ stata sfruttata da ogni religione per indottrinare.
Il senso critico a volte riesce a rimediare ai danni, ma temo che sia la minoranza dei casi…

c.j.

beh in effetti hanno semplicemente applicato l’amore cristiano:

Noi cristiani amiamo moltissimo i cristiani punto- Tutti gli altri: andrete all’inferno-

AMEN

moreno03

I bambini non nascono di certo atei, anzi: credono a tutto quello che gli viene detto da un’autorità (genitori, insegnanti, anziani, ecc.) e senza farsi tanti perché, poi crescendo iniziano a discriminare le informazione in base al raziocinio, se gli viene insegnato ad usarlo; ecco qui è la distinzione tra ateo e credente.

c.j.

ma questa non è la risposta che darebbero i cristiani, loro direbbero:

I bambini nascono tutti nell’amore di Gesu’ Cristo, alcuni pero’ hanno paura di Dio e crescono nel’invidia, nel’odio e imparano a voltare le spalle a Nostro Signore che vive sulle nuvole. Poi arrivano gli atei ed insegnano ai bambini che i muri dovrebbero rimanere spogli, vuoti e privi di splendide immagini dell’età della pietra, perché loro propongono il nulla. Ma noi cristiani insegniamo l’amore universale ed è proprio attraverso la ragione che arriviamo al mistero della vita; ecco qui è la distinzione tra ateo e credente. Noi crediamo almeno in qualcosa, gli atei non credono a niente e questo hanno da proporre, il nulla.

E’ come discutere con un asino, lascia perdere…

Stefano Bottoni

Credo che tu ti sia espresso non del tutto correttamente nella tua prima proposizione: i bambini nascono atei nel senso che non hanno pregiudiziali, ma solo elementari istinti dettati dalla genetica esattamente come qualunque altro animale. In seguito viene l’istruzione, e un bambino piccolo è effettivamente come una spugna che assorbe quanto gli viene detto (il senso critico verrà in seguito, e in ogni caso va sviluppato anche grazie all’insegnamento).
Così, se a un bambino vengono insegnate almeno le basi della scienza (ad esempio, un fulmine è una scarica elettrostatica, anche potenzialmente pericolosa, può certo far paura, ma non è nulla di inspiegabile) e non favolette, poi rifiuterà la favolette (a me avevano cercato di far bere la storiella che quando nevica è la madonna che scuote il velo… peccato che mi interessassi di scienza non appena cominciata la prima elementare!).
Ecco perchè i preti vogliono indottrinare i bambini ben prima che possano sviluppare uno spirito critico. Senza alcun dubbio affiderei i tre bambini al padre.

Federico Tonizzo

Nella maggior parte delle coppie di persone di diversa religione, o di cui un membro era religioso e uno non credente, di cui ho avuto notizia, è finita a pesci in faccia e a liti per l’affidamento dei figli.
Mi dispiace per gli ottimisti, ma secondo me le persone di “convinte” diverse convinzioni riguardo alla religione farebbero meglio a essere prudenti e non unirsi in coppia, e TANTOMENO generare figli insieme.

Giorgio Villella

Proprio ieri sera il giurista Francesco Onida, nel suo intervento nella tavola rotonda organizzata dall’Uaar in una aula dell’universita’ di Firenze, ha citato la sentenza di un tribunale italiano, in un caso di separazione, che affidava i figli alla madre cattolica invece che al padre agnostico, all’incirca quando entro’ in vigore la costituzione nel 1948; fece molto rumore e alla fine la sentenza fu ribaltata in appello.

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