Si conclude un caso sul velo integrale iniziato nel gennaio 2009 in Svezia, riporta Swedish Wire. A una studentessa iscritta ad un corso annuale da insegnante di asilo era stato comunicato che non avrebbe potuto frequentare se non avesse rinunciato al niqab.
Il difensore civico Katri Linna, dell’ufficio di garanzia incaricato del caso, ha reso nota la sua decisione: l’episodio viola la legge sulla discriminazione. Non è possibile escludere uno studente dalle lezioni solo perché indossa un niqab, senza prendere in considerazione le specifiche condizioni necessarie per la partecipazione.
Il Ministro dell’istruzione Jan Bjoerklund, leader del partito liberale, ha commentato ribadendo l’intenzione del suo schieramento di chiedere una legislazione che permetta agli istituti l’esclusione delle donne che indossano un velo integrale, sostenendo l’importanza dell’interazione faccia a faccia tra insegnanti e studenti. Il primo ministro svedese non ha fatto commenti sulla decisione.
In attesa del verdetto alla studentessa era stato comunque concesso di proseguire gli studi, quindi Linna non procederà con azioni legali contro la scuola e la città di Stoccolma che la gestisce. Linna ha sottolineato che la ragazza ha terminato il corso, con buoni voti e mantenendo buoni rapporti con insegnanti e colleghi, il che indicherebbe che il suo niqab non è stato un ostacolo.
La decisione presa non prende in considerazione se la donna, indossando il niqab, potrà o meno lavorare in un asilo.
Silvia Righini
Di un paese se ne rispettano le leggi.
Se queste sono tolleranti è un vantaggio per tutti.
Non si deve strumentalizzare. Anche se poi decidessero di fare una legge di senso opposto, è la sovranità di un paese.
Non esiste un punto finale con i segni e comportamenti religiosi.
E almeno non l’hanno allontanata dalla classe.
Il “tutti” non include i bambini svedesi. Nell’educazione, come in qualsiasi altro ambito delle interazioni umane e` importate poter avere anche la comunicazione non verbale.
Ci se ne rende conto dalla quantita` di incomprensioni a cui si assiste nelle mailing list e nei forum, in cui la comunicazione non verbale manca.
Cosa potra` comunicare una persona completamente invisibile?
Metti in conto inoltre, che i bambini svedesi non sono abituati ad avere persone velate in famiglia. Questa situazione e` discriminatoria due volte: verso i bambini in generale e verso gli svedesi in particolare.
Hai mancato la nota di sarcasmo, comunque era un discorso in generale.
Per quanto riguarda il discorso del corpo, hai ragione. Si eviterebbero flame inutili nei forum. Tanto qui siamo tutti sul pacato, tranne i soliti agitatori “atei” 🙂
Per l’abitudine, direi che hai impostato male il discorso ma ho capito cosa vuoi dire.
Bisogna stare attenti alle chiusure, con cautela si può fare molto.
Insomma, il percorso è lungo.
Impostato male… come?
Se hai esperienza di bambini piccoli, saprai anche che una maschera puo` spaventarli.
Una donna velata potrebbe essere un incubo per molti.
Che il mio punto non è quello di dire che una velata va bene in classe, che tanto gli svedesi, soprattutto bambini, gli va bene tutto.
Ma anche di dire, che se in un paese sono più tolleranti, che quello non significhi doversi bere qualsiasi cosa in nome della tolleranza, che non si esasperi una situazione che poi altri (destraioli forcaioli), sfruttano ad arte per farne un caso gigante per interventi puramente di discriminazione.
I bambini sta tipa l’hanno vista affiancata, non da sola. Per quello che posso pensare gli avrà fatto strano, ma poi vedendo che era tratta da pari, i bambini avranno anche imparato che non per forza si sarebbe falta saltare in classe.
Ora si va a cena.
Non capisco dove sta la discriminazione contro i bambini. Secondo il tuo principio, dovrebbero trovarsi un maestro replica. Parli con un localismo e tradizionalismo da leghista di prim’ordine.
Al pari di una donna velata, x quanto riguarda la facile impressionabilità dei bambini, pure una persona sfregiata o rovinata sembra orribile. Tu vuoi insegnarli a disprezzare il diverso e ad adorare il simile?
Don’t feed the troll.
@ fiertel91
“Tu vuoi insegnarli a disprezzare il diverso e ad adorare il simile?”
Veramente è la donna in niqab ad insegnare ai bambini che il corpo della donna è fonte di peccato. Questo è il significato storico ideologico di questi vestiti. Inanzittutto il niqab non permette la visualità della labbra e come ha stabilito la giustizia inglese è una discriminazione nei confronti dei bambini. I bambini a scuola devono imparare innnazitutto la lingua e ragionarare con la propria testa, i concetti di diverso e simile sono concetti astratti. Per una donna in niqab non è una diversa, è una persona che ha fatto un certo tipo di scelta religiosa ideologica e che non è disposta a nessun compromesso con me. Un naturista al contrario sa benissimo scendere a compromessi. Può darsi che quando la maggioranza delle donne in Europa porterà il niqab non ci saranno più questi problemi e il natuismo sarà vietato ovunque compreso nei luoghi dov’è adesso tollerato. Per adesso non è così.
Fondamentalmente non riuscite a disgiungere il niqab dalle implicazioni ideologiche.
Ed è da stupidi definirmi un troll dopo che partecipo qualche volta alle discussioni e nel modo più argomentato possibile. Se poi non sopportate le provocazioni…
Sei tu che non riesci a distinguere un niqab che è un comportamento, una scelta ideologica da non confondere con una persona che è sfregiata nel viso.
Fiertel non so se tu sia un troll e non mi interessa quello che so è che hai un atteggiamento supponente nei confronti di chi non la pensa come te come se fosse qualcuno da disprezzare ignorante. Mentre spesso si tratta di persone che si sono trovate più spesso rispetto a te a situazioni di questo genere. Hai pochi argomenti al tuo attivo, credi veramente che le sfide della scuola pubblica oggi siano sostenere chi va in niqab ma anche nudi a questo punto? E poi cosa facciamo discutiamo se sia meglio il niqab o il burka, depilata/o non deplilata/o? No la scuola pubblica è emancipazione, elezione chi vuole la regressione vada nelle scuole private.
Completamente d’accordo con fiertel,
fa piacere vedere che c’é gente per cui “libertà” non vuol dire solo “facoltà di portare i jeans a vita bassa”.
@fiertel91
Vediamo un po’: oggi tra le 0:43 e le 1:07 hai scritto 9 messaggi, che affibbiavano ai tuoi interlocutori epiteti del tipo:
“La tipica pettegola mediasettara media.”
“Parli con un localismo e tradizionalismo da leghista di prim’ordine.”
“Cercate di giustificare le vostre tendenze violente e fasciste”
“Siete degli integralisti”
“mi dispiace vedere come anche atei possano ragionare a compartimenti stagni”
La frase di oggi invece da` dello stupido a chi ti ha definito un troll, perche’ no, non le sei.
Certo.
@ Kahani
I jeans a vita bassa sono stati inventati per gli uomini nella comunità nera americana, non per coprire le donne impure.
Tra l’altro vi risulta che all’asilo le maestre mettano i jeans a vita bassa? Da noi usano il grembiule.
@ frithnanth
Bravo!
Fino a che punto può arrivare l’alienazione religiosa se una persona che sta in Svezia, è discretamente istruita, è gentile con gli altri arriva a voler indossare un niqab?
Il considerare la fisicità, soprattutto femminile, un qualcosa di malvagio e atto a corrompere la morale pubblica inducendo l’uomo a pensieri lussuriosi: ecco il topos più tragico dei monoteismi abramitici che in molte concezioni dell’Islam (esistono anche musulmane che girano senza velo, io ne conosco moltissime, poi che siano davvero musulmane o no poco mi cale: loro tali si definiscono e per me tali sono) oggi come oggi trova molto seguito anche se il cattolicesimo in passato non è stato da meno, e anche oggi non scherza.
E a chi obietta che la civiltà occidentale di oggi che spesso tratta i corpi femminili come merce o come carne da esposizione stile macelleria non è meglio, io rispondo che trattare i corpi come merci viene anche dalla negazione del corpo femminile, che secoli e secoli di religione (nella fattispecie il cattolicesimo da noi in Italia dove abbiamo addirittura un premier campione di questa mentalità) hanno ispirato ed è un modo, altrettanto maniacale e morboso, di negare la serenità dei corpi intesi in tutte le loro possibilità (ad esempio la comunicazione facciale e non verbale di cui parla l’ultimissima).
La svalutazione del corpo femminile come merce è sempre una concezione malata, come lo è quella del corpo femminile come oggetto tentatore da nascondere: sono entrambe morbose e la seconda è figlia della prima vista anche la successione cronologica delle due.
Scusate, ho sbagliato alla fine: la prima è figlia della seconda.
A pensarci bene a me appare sempre più evidente che oscene sono le menti maschili che si difendono dalla presenza femminile , oscurandola, velandola, cancellandola, limitandola.
Essi in realtà temono se stessi e la propria immaturità di fondo.
E di questo dovrebbero convincersi le donne islamiche per aiutare ad emanciparsi da se stessi e dalle proprie ossessioni i propri maschi.
Certamente Mulligan; infatti gli inventori dei monoteismi abramitici e gli ideatori della mercifiKazione mediatica del corpo femminile sono in entrambi i casi uomini.
Il problema è quando, nelle religioni come nella ‘società dello spettacolo’, le donne assumono esse stesse la mentalità di chi le denigra.
Ogni forma di schiavitù e oppressione prima che sulla repressione si regge sulla cooptazione del consenso dei sottomessi, tramite la ‘parola di Dio’ o lo stereotipo sociale (nonchè il guadagno) a seconda dei due casi trattati.
Il niqab non è dimostrazione d’ignoranza (se non la tua ad affermarlo). Può essere una scelta, quando non è imposto, e da liberi pensatori e atei è doveroso rispettare il diritto di scelta. Così nello stile di vita, nella fede e nell’abbigliamento.
Ah d’accordo, se un’insegnante domani decidesse di presentarsi nuda davanti ai bambini dell’asilo i liberi pensatori atei dovrebbero sostenerla… inoltre a quell’età la comunicazione non verbale è importantissima, in Inghilterra ad esempio un’insegnante è stata licenziata perché il niqab non permetteva ai bambini di vedere le labbra importantissime per l’apprendimento della lingua. A difendere troppo queste estremità si rischia di veder partire in fumo la scuola pubblica laica il cui obiettivo non è il rispetto del modo di vestirsi e il servizio degli insegnanti ma l’insegnamento e la trasmissione del sapere.
È evidente che la nudità ora non è accettata e spesso nemmeno tollerata. Ci vorrà molto tempo, forse. Non sono naturista, ma odio questo tabù. E che tu lo difenda…
Se specialisti riterranno inadatto l’abito per motivi tecnici come dici tu, ben venga l’esclusione. Vorrebbe dire che non c’è stata una motivazione ideologica. Invece spesso portate pretesti.
Io non difendo nessun tabù difendo un compromesso, tra l’altro conoscendo diversi naturisti e essendolo a tempo perso (quando sono con loro in spiaggie) francamente stanno bene e sono felici nellla società occidentale e ne accettano i compromessi, quindi non vedo perché dovresti “odiare” questo tabù visto che tu stesso non lo pratichi… se non per arrampicarti sugli specchi.
Gli Svedesi hanno il diritto di fare le leggi che vogliono. Gli stessi hanno il diritto di votare chi vogliono. Avanti così e grazie al non voler discriminare nessuno (a questo punto mi chiedo se anche i pedofili potranno accampare questo diritto) la Svezia si consegnerà nelle mani di un partito xenofobo, così come l’Olanda. Ricordiamoci che sono due nazioni guida nell’insegnamento dell’accoglienza, della dialettica e del rispetto delle idee altrui. Roviniamo tutto con i pricipi astratti….come cantava Bennato: come siamo bravi, come siamo bravi……!!!!!
“la Svezia si consegnerà nelle mani di un partito xenofobo, così come l’Olanda”
“Grazie” alla pesante emigrazione islamica, l’estrema destra xenofoba aumenta in tutta europa.
“Grazie” alla pesante emigrazione islamica, l’estrema destra xenofoba aumenta in tutta europa.
Questo lo condivido solo in parte. Certamente più saranno, più forza avranno ma il problema principale resta il lassismo dei nostri legislatori. Mi spiego meglio: coloro che vengono per lavorare e rispettano le leggi ed i costumi del paese che li ospita .
Coloro che pensano di farla da padroni perchè il “loro dio” glielo concede, arrivando a compiere atti efferati, si debbono prendere tante di quelle randellate da rimpiangere la miseria che hanno lasciato a casa loro. A casa mia l’ospite è sacro ma se mi urina in sala da pranzo, lo caccio a pedate.
A casa di Ferrero (e di altri esponenti della sinistra nostrana) se l’ospite gli urina in salotto si offrono di reggerglielo e di pulirlo pure! Il problema è che bisogna smetterla col pietismo e col poverini, l’altro giorno in tv raccontavano la storia di una africana che quindici anni fa aveva speso l’equivalente di 15 milioni di lire per venire in Italia, ora una che in Africa a 15 milioni di lire ha un discreto patrimonio a disposizione e lo spende per venire qui a fare a prostituta?
Ma moreno, magari erano tutti i suoi risparmi! Ma cosa ne sai poi che è venuta qui con l’intenzione di prostituirsi?? Ma che ne sai, e chi sei tu per giudicare la situazione di queste persone?
Sono un “pietista” di sinistra come avrai già intuito.
I soldi glieli hanno prestati e lei batte per ripagare un debito a strozzo.
Purtroppo è così, altrimenti che ci veniva a fare in Italia?
Un mio collega partecipa regolarmente all’azione di una ONG che opera in Mozambico, ove rimane per circa sei mesi l’anno. Costui mi ha riportato che a Mogadiscio assumi una governante per un mese intero con una giornata lavorativa senza orari con una cifra che oscilla tra i 25 e i 30 euro/equivalenti al mese (più il vitto quotidiano, sotto forma di pasti in casa). Certe cose vanno tenute presenti, quando si analizza la questione. Si potrebbe capire meglio le ragioni che spingono gli avventurieri a lasciare casa propria per farsi “sfruttare” (ovvero per arricchirsi) in Italia.
@Paolo ed eco: se hai così tanti risparmi o te li fai “prestare” (da chi poi? da altro che non hanno nemmeno i soldi per piangere…), hai praticamente un patrimonio considerando il valore che hanno là 15 milioni di lire, quindi perché li spendi per andare in un paese estero dove sai che non avrei nulla?
In quei paesi c’è chi chiede il micro credito per mettere su piccole imprese e gente con una fortuna del genere prende e si gioca il certo per l’incerto in cerca di ventura? Mi spiace ma io non sono solidale con chi viene qua sputando sulla fortuna che ha là, restano a casa loro e si danno da fare là per far qualcosa.
A Maputo, non a Mogadiscio (che è in Somalia e non in Mozambico).
Moreno, mi sembri un po’ ingenuo: quei soldi erano prestati, come detto, oppure si trattava di una persona che viveva in zone di alti conflitti sociali; dire Africa vuol dire tutto e nulla, vista la vastità del continente e le differenti situazioni che là si trovano.
Nessuno in una situazione di benessere lascerebbe la sua casa e i suoi affetti per affrontare un futuro che definire ‘incerto’ è un eufemismo.
Mica si tratta di una vacanza, ma di un biglietto di sola andata…
Se sono “ingenuo” io, e chi sogna l’America venendo qua che cos’è? Quella donna non parlava di conflitti ma semplicemente che ha speso l’equivalente di 15 milioni di lire per venire in Italia, io al suo posto sarei rimasta là a creare qualcosa nel mio paese piuttosto che inseguire chimere.
In Olanda non c’è un partito xenofobo. C’è un partito che dice le stesse cose che dici tu. (e anche io)
Quindi delle due l’una: o tu sei xenofobo, o i nostri giornali sono un po’ troppo religiosamente corretti.
(Se hai ancora il dubbio, leggere il programma dei partiti olandesi pls 😉 )
Un diritto astratto? Come quello della laicità x i clericali. Cercate di giustificare le vostre tendenze violente e fasciste travolgendo fenomeni di integrazione culturale e spacciandoli per buonismo. Solo creando l’esatto opposto potete giustificare il vostro estremismo.
Siete degli integralisti in quello che dite. E mi dispiace vedere come anche atei possano ragionare a compartimenti stagni al pari degli istruiti credenti.
Mi spieghi dove sta l’integrazione culturale nel mettere davanti il diritto al niqab rispetto al diritto dei bambini a ricevere un’educazione laica? Ti sei scelto la posizione più comoda, difendi il diritto delle musulmane a essere integraliste anche quando sono insegnanti, ma ti dimentichi di quelle che da queste forme di integralismo vogliono affrancarsi. Comodo no? Se poi ti dispiace vedere atei che la pensano così crea il tuo proprio movimento “atei per il diritto al niqab al burka al velo” ma non stupirti poi se ti coprirai di ridicolo e ti ritroverai con gente che ti faranno rimpiangere presto questi famosi atei integralisti.
Non mi sento affatto ridicolo. Così nel dichiararmi diverso per quanto riguarda la fede all’interno delle mie conoscenze, così per quanto riguarda le mie posizioni rispetto all’abbigliamento.
Che poi definirle posizioni è ingiusto, non sono ideologiche.
Non sei ridicolo in questo momento perché agisci solo su internet non sei a contatto con donne in niqab e non partecipi alle loro pseudobattaglie. Non basta dichiararsi “diversi” per esserlo vuoi solo fare polemica e basta, senza riflettere alle implicazioni concrete dell’ideologia che persegui. Diciamocelo chiaramente se mi vuoi imporre insegnanti in niqab per i miei figli allora sarà la scuola privata perché per i miei figli voglio una scuola libera da l’opprressione religiosa, se riuscirai a trasformare la scuola pubblica in un rifugio per islamisti come sta succedendo in diversi paesi europei, sarà la tua stessa ideologia a dovermi garantire la libera scelta, scelta di scuola.
Non sei ridicolo in questo momento perché agisci solo su internet non sei a contatto con donne in niqab e non partecipi alle loro pseudobattaglie. Non basta dichiararsi “diversi” per esserlo vuoi solo fare polemica e basta, senza riflettere alle implicazioni concrete dell’ideologia che persegui.
Certo se questa insegnante col niqab venisse affiancata da un’altra insegnante senza velo, giusto per far vedere ai bambini entrambi i modelli di vita forse non sarebbe male.
Poi sono d’accordo anch’io che l’interazione faccia a faccia è importantissima, il volto umano è la prima forma di comunicazione
io spero nella diffusione (pacifica) dell’ateismo umanista contro l’oppressione delle religioni monoteiste..però sono pessimista.
Paolo non c’è da affiancare un bel niente, vuoi fare la maestra allora ti rendi tempre riconoscibile, per quanto ne so sotto un niqab un giorno potrebbe celarsi qualcun altro ed entrare così un pedofilo occasionale nell’asilo. Ti sembra una cosa sensata? Come sempre uno a casa sua fa qual che vuole, ma quando sei in mezzo agli altri le proprie stramberie personali vanno riposte nei cassetti e ci si adegua alle regole del convivere sociale, non ti va? allora emigri da un’altra parte, ma non pretendi di imporre agli altri le tue stramberie nascondendoti dietro il paravento della religione, perché altrimenti son tutti buoni di inventarsi una religione su misura.
sono completamente d’accordo, moreno
Potrebbe nascondersi un pedofilo? Che troll. La tipica pettegola mediasettara media.
Che vergogna. Per me.
Se ti vergogni creati il tuo sito di atei per il diritto al niqab. Nel frattempo c’è urgenza di creare le famose scuole atee, se la scuola pubblica diventa al servizio degli insegnanti musulmani a poter vivere la loro religione quando vogliono e dove vogliono.
Non mi vergogno per la divergenza di vedute rispetto al niqab, ma per come stiate esagerando con allarmismi e finzioni.
Gli allarmismi e le finzioni ci sono anche quando si parla di italia teocratica eppure non ti vedo molto imbarazzata in quelle situazioni. Comunque ricapitolanda la giustizia inglese ha stabilito che insegnare ai bambini senza l’uso delle labbra è discriminazione. Noi mettiamo davanti l’interesse dei bambini tu quello delle donne musulmane al niqab dove voglio e quando voglio persino come insegnante statale. Tutto qui.
Non si può far passare il niqab come una manifestazione della propria religione, quando da nessuna parte il Corano lo impone strettamente (è soltanto un vezzo culturale), e poi se anche fosse un’imposizione della mia religione, è pacifico che non ci si può parare dietro d’essa e la scusa della non-discriminazione per legittimare qualsiasi comportamento, se la mia religione mi imponesse la nudità potrei allora appellarmi ad essere per andare in giro nudo o insegnare nudo in un asilo?
In effetti il tuo esempio è molto calzante.
alcuni giainisti girano effettivamente nudi per precetto religioso
Magari ci fosse una rivoluzione culturale anche sul nudismo.
Magari ci fosse una rivoluzione culturale anche sul nudismo.
Ma scusa perché vuoi imporre ai nostri figli professori nudi o in niqab a scelta a scuola? La scuola pubblica è un ambiente dove premia l’interesse collettivo, se vuoi veramente difendere la libertà individuale, non farlo solo per gli insegnanti, ma anche per i genitori ad avere a disposizione scuole dove possono scegliere il tipo di educazione che viene data ai loro figli sia essa religiosa o filosofica. Molto spesso non è così, tutto ciò finirà con l’esplosione della scuola pubblica.
Però io vieterei una serie di lavori anche ai cattolici tradizionalisti (anche se non portano il velo).
Ad esempio io tremerei al pensiero di un’insegnante d’asilo che ragiona come Paola Binetti o Eugenia Roccella.
E penso che un cattolico antiabortista non dovrebbe fare il ginecologo, non in una struttura pubblica. So bene che la legge garantisce (pure troppo) l’obiezione di coscienza, ma io la penso così.
la legge consente l’obiezione di coscienza, ma doveva essere solo un provvedimento temporaneo per non discriminare chi, all’introduzione della L.194, era ginecologo o si stava specializzando il ginecologia
poi, questo originale diritto si e’ trasformato un privilegio
E un’opportunità di affari.
Vorrei capire una cosa:
la donna col niqab ha ottenuto di poter seguire le lezioni con il velo, ma è esplicitato che non ha ottenuto la stessa possibilità di tenere il velo durante il suo insegnamento ai bambini.
Ora, volevo chiedere a chi conosce più approfonditamente il mondo islamico.
Può una donna che indossa il niqab toglierselo senza problemi in presenza di soli bambini?
Cioé, fanciulli in età prepuberale?
Perché se così fosse, il problema si ridurrebbe all’incontro con i genitori dei bimbi.
Finisco dicendo che non sono favorevole al niqab, in qualsiasi situazione, però volevo capire meglio il problema per non avventurarmi in opinioni non aderenti ai fatti.
In attesa di una risposta, sono andato su Wikipedia e ho trovato questo riferimento coranico:
« E di’ alle credenti di abbassare i loro sguardi ed essere caste e di non mostrare, dei loro ornamenti, se non quello che appare; di lasciar scendere il loro velo fin sul petto e non mostrare i loro ornamenti ad altri che ai loro mariti, ai loro padri, ai padri dei loro mariti, ai loro figli, ai figli dei loro mariti, ai loro fratelli, ai figli dei loro fratelli, ai figli delle loro sorelle, alle loro donne, alle schiave che possiedono, ai servi maschi che non hanno desiderio, ai ragazzi impuberi che non hanno interesse per le parti nascoste delle donne. E non battano i piedi, sì da mostrare gli ornamenti che celano. Tornate pentiti ad Allah tutti quanti, o credenti, affinché possiate prosperare. »
(verso 31 della sura XXIV)
Si parla di “ragazzi impuberi”, quindi credo che potrebbe togliere tranquillamente il velo in loro presenza.
Quello che chiedi ha un senso ma per me rimane valido il concetto della laicità dello stato. Tra l’altro io genitore ho il diritto di vedere in faccia la persona che educa i miei figli. Se è pur vero che non si deve giudicare una persona dall’aspetto, quando si ha un contatto è sempre bene guardarsi negli occhi. Almeno a casa mia e questa “è casa mia”.
Laicità? Il niqab non è certo azione di proselitismo. E la Svezia non è casa tua. O comunque non t’appartiene. Come l’Italia a me.
Se non sapevi rispondere alla domanda, bastava che non rispondessi.
In compenso è una discriminazione contro i bambini come ha stabilito giustamente l’inghilterra approvando il licenziamento di un’insegnante in niqab perché non permette di vedere le labbra importantissime per la trasmissione della lingua.
Il problema è un altro, posso io per motivi del tutto estranei alla religione pretendere di insegnare in un asilo indovinando un cappuccio in testa? Mi pare di no, verrei licenziato, allora se io non ho questa “libertà” per motivi miei personali non deve averli qualcun altro per la semplice scusa della religione.
La religione non può diventare una scusante per ammettere stramberie, e le concedi anche a me perché “così mi va” o non le concedi a nessuno, altrimenti la religione diventa fonte di indebito privilegio.
Io rimango dell’idea che certe manifestazioni rimangono lecite solo finchè si opera da privati cittadini senza pubbliche responsabilità -pur minute che siano- cioè: da allieva o studentessa o comunque utente privata può anche travestirsi da Zorro, ma se volesse poi esercitare il ruolo pubblico di maestra allora dovrebbe toglersi non solo il niqab, ma anche qualsiasi altro stemma, logo, motto o colore rappresenti una posizione religiosa, ideologica e/o filosofica che non rientri nei principi cardine dell’istituzione stessa. Ciò vale non solo per uno stato laico, ma per qualsiasi stato ed istituzione, essa sia democratica, autocratica, teologica od altro.
A me danno fastidio anche quelli che vanno allo stadio con le bandiere di partito. Non comprendo lo scambio di ruoli, mi sembra un’atteggiamento ridicolo.
Una donna ha tutto il diritto di farsi apprezzare per il suo bell’aspetto ma lo fa ad una festa o per strada a passeggio. Se il suo lavoro è quello dell’anestesista non può entrare in sala operatoria in minigonna con i tacchi a spillo e la camicetta attillata. tra l’altro poi, chi l’addormenta quello? 🙂
Senzaltro, però, rallegrerebbe un ambiente che di allegro ha ben poco. Diciamo che solleverebbe il morale; e non solo quello (oh, come sono malizioso!).
“Il Ministro dell’istruzione Jan Bjoerklund, leader del partito liberale, ha commentato ribadendo l’intenzione del suo schieramento di chiedere una legislazione che permetta agli istituti l’esclusione delle donne che indossano un velo integrale, sostenendo l’importanza dell’interazione faccia a faccia tra insegnanti e studenti.”
Concordo assolutamente con il Ministro dell’istruzione Jan Bjoerklund: accidenti, ma è così difficile capire che a scuola, e NON SOLO a scuola, si deve esere certi dell’identità delle persone? E in generale si deve perlomeno poter vedere in viso le persone quando camminano per la strada per capire almeno un pochino che intenzioni hanno? Mica siamo tutti pazzi assatanati che rischiano di saltare addosso ad una donna che “mostra” il suo viso, come presuppongono i faurori di niquab et similia?
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2010/01/23/visualizza_new.html_1676660817.html
Peraltro, accidentaccio, che accadrebbe se – per “par condicio” – una qualche “tradizione” imponesse il niquab o il burqa sia alle donne sia agli uomini? Bisognerebbe riconoscere le persone dalla voce? E la carta di identità sarebbe una registrazione sonora???
http://download.kataweb.it/mediaweb/image/brand_repmilano/2010/02/19/1266575763651_101.jpg
Comunque io vorrei sapere quanti di noi sarebbero disposti ad accettare una maestra d’asilo con cui i nostri figli passano 4 ore al giorno in niqab… io sarò non politicamente corretto ma la risposta è no. Non credo tra l’altro che sia in questo modo che si impari il “rispetto del diverso”, nel senso che ci sono persone che difendono le donne in niqab ma poi non sopportano i gay. Dunque se ci fossero delle leggi per evitare questi problemi tanto meglio, in caso contrario scuola privata, nelle scuola pubblica tutti devono fare uno sforzo per stare insieme, non può essere unilaterale, il niqab quando voglio e dove voglio non va bene come slogan per uno spazio pubblico delicato come le scuole d’infanzia. Chi difende all’estremo oggi queste manifestazioni bigotte e retrograde è complice dell’affossamento della scuola pubblica, che non è solo una questione di finanze, ma di preparazione degli insegnanti e coesione sociale.
Ragazzi ma la Chiesa Cattolica non vi ha insegnato nulla? Non sapete che quando i clericali chiedono diritti separati vogliono arrivare a imporli o perlomeno ad aumentarli sempre di più?
Ora, per i musulmani sunniti più radicali il niqab fa parte della cosidetta sunnah esteriore, comportamenti sociali islamici che debbono essere tenuti.
Questo è un primo passo per aprire spazi di sharia, cioè di legislazione coranica differente, se non addirittura contraddittoria alle leggi dello Stato laico (poligamia, macellazione halal, rinuncia all’ora di musica e disegno).
Infatti, se ci fate caso i tanti musulmani più laici o comunque meno radicali non si sognano nemmeno di volere niqab o sunnah esteriore, anzi spesso preferisono i bar o i circoli all’ambiente della Umma e alla moschea.
Bene: io non vedo perchè, per una presunta solidarietà, dovremmo favorire pratiche tendenti alla sharia, dato che ciò non signifiKa venire incontro alle singole persone (gli immigrati) ma favorire un comportamento religioso che sulla società si riflette, ovvero favorire un clericalismo.
Prima protestiamo per i crocifissi e le ore di scuola date al clero, poi in nome della tolleranza verso gli immigrati tolleriamo comportamenti ancor più fondamentalisti di un’altra religione (cosa diversa dal fatto che i migranti abbiano pari diritti)?
Io, da anticlericale, di farlo non mi sogno nemmeno.
Batrakos mi sorprendo di leggere simili “fallaci” assunti in un tuo post, pochi giorni dopo che ti avevo espresso il mio apprezzamento per le tue posizioni più sensate e moderate rispetto a quelle degli islamofobi in denial.
Non temere…non si aprono ‘spazi di sharia’ o simili deliri Allamian-Panelliani, si tratta solo di rispettare le scelte altrui.
Che in quanto libere hanno tutto il diritto di essere diverse dalle nostre.
Scusa Kahani, ma le organizzazioni come l’Ucoii secondo te non tendono a voere spazi di sharia? In Inghilterra non si è verifiKato? Il portare il niqab e rifiutarsi di stringerti la mano non è una sunnah perfettamente adattata alla sharia?
Svusa ma un conto è la dozzinalità e il razzismo, un conto affrontare un clericalismo: perchè i clericali islamici dovrebbero essere diversi da quelli cattolici?
Mah…un conto è l’islamofobia, un altro pensare che dei religiosi siano migliori di altri e siano ‘democratici’.
Che poi, Kahani, chiaro che non lo dicono esplicitamente, ma che devo pensare quando italiani di mia conoscenza convertiti all’islam e militanti dell’ucoii dicono che sarebbe doveroso che il figlio di un musulmano non faccia muscia o disegno?
Ma comunque, ucoii o meno su cui posso essere impreciso e non vorrei accusare chi non dovesse meritarlo, è ammissibile che in Italia gente si rifuti di far fare disegno o musica ai loro figli?
Fossi islamofobo come tu dici, penserei che questa sia una volontà di tutti i musulmani, mentre, come già scritto, so benissimo che non è così, ma gli islamici radicali questo vogliono e questo si chiama sharia.
Ecco, io sono clericalofobo e sarei ottuso se mi limitassi solo al clericalismo di casa mia, cioè quello cattolico.
La Svezia ormai è “andata”…
http://dotsub.com/view/27ed1cee-1584-42f1-a970-8c9697c2f711
Mi pare che qui solo pochi (qualcuno si’) abbiano tenuto distinta la condizione di studentessa che aspira ad una formazione teoricamente abilitante ad insegnare, da quella di insegnante.
Che come studentessa la donna in questione abbia tutto il diritto di portare il Niqab, a me sembra ragionevolissimo. Come insegnante, ovviamente no. Ma cio’, in concreto non avverebbe, poiche’ le musulmane non sono affatto tenute a portare il velo quando sono in presenza soltanto di altre donne e di bambini impuberi, e in un asilo infantile, di solito, ci sono maestre e bembini.
Quanto a combattere l’estremismo islamico, non lo si fa con i dispettucci. Tanto meno con la ghettizzazione. Gli uni e gli altri lo rafforzano e basta. Prendiamo il caso specifico. Voi pensate che quella donna, se esclusa dalla possibilita’ di seguire quel corso, di rendersi economicamente autonoma lavorando, di uscire ogni giorno da casa per studiare prima e per lavorare poi, butterebbe il Corano alle ortiche? O non vi sembra piu’ verosimile che si rintanerebbe in casa, in tutto e per tutto dipendente dal parentado? E in quale delle due condizioni vi sembra che vi siano maggiori probabilita’ che possa pervenire a una mentalita’ piu’ compatibile con una societa’ europea?
Saluti.
Cesare
Io credo che per integrare -cosa diversa dall’assimilare come vedremo poi- i giovani sia necessaria un’altra via:
– eliminare quartieri ghetto composti da esclusive minoranze (in stile banlieue) in cui rischia di rinfocolarsi il revanscismo religioso
– una scuola pubblica e laica uguale per tutte e tutti senza deroghe religiose (o comunque culturali) per nessuno
– integrare attraverso attività comuni, come lo sport.
Lo Stato ha bisogno di cittadini che mettano, nella sfera pubblica, la Costituzione e l’uguaglianza di diritti e doveri sopra ogni cosa e se le religioni vanno in contraddizione con esse bisogna limitare le pretese religiose.
Non credo che lasciar portare il niqab favorisca l’integrazione, ma la ricerca di diritti separati, quindi lo stato laico deve rigettarlo senza troppo porsi da ‘assistente sociale’.
L’integrazione signifiKa questo: non è giusta nè l’assimilazione (ovvero volere che i musulmani smettano di mantenere i loro usi nei loro luoghi, questo non va bene) nè l’idea di favorire costumi incompatibili con lo Stato laico e il niqab non lo è, per il signifiKato che ha e per l’assurdo che in presenza di uomini adulti si debba mascherare il volto. Io avessi la maestra dei miei figli che mi riceve col niqab e si rifiuta di darmi la mano per le regole di purità non sarei felice, non so tu.
Altrimenti ogni religione (e non solo) potrebbe chiedere deroghe e diritti separati, col conseguente crollo dell’unifomità giuridica.
@Cesare
Il che ti rende piu` estremista degli islamici egiziani che hanno vietato l’uso del niqab nelle loro universita`.
Tieni conto che alcuni stati a maggioranza islamica, tipo Kossovo, Siria, Tunisia, Turchia, vietano il velo integrale.
Ah, per la cronaca, il velo integrale non e` neanche contemplato nel Corano, ma e` solo un’usanza tribale.
Come studenti Allora si ha anche il diritto di assistere alle lezioni con il volto completamente coperto da una maschera di Dart Fener? perché non capisco come mai il niqab sarebbe un diritto mentre un qualsiasi altro copricapo che cela integralmente l’identità no.
Il niqab e il burqa non sono obblighi religiosi (seppure abberranti) per nessuno, e quando siano portati in occidente neanche simboli di nostalgia tribale, ma o strumento di feroce oppressione sulle donne o piuttosto sono simboli del nazi islamismo politico ovvero bandiere con iscritta sopra una totale dichiarazione di ostilita’ antioccidentale e di separatismo dal mondo occidentale proclamato inferiore e degno di guerra (dal Corano stesso).
Essendo questa la situazione e trascurando coloro che chiaramente vogliono la fine della civilta’ occidentale, e che sono coscienti di volerla svendere al totalitarismo islamista, dato che non sono riusciti a trasformarla in totalitarismo comunista, resta da porre una domanda per gli altri, quelli che si siano sentiti ingenuamente di classificare le prigioni ambulanti per donne cioe’ burqa e niqab, come un liberta’ di abbigliamento.
La domanda e’ questa:
come mai anche i riformatori ed i laici che quella civilta’ vogliono mantenere e migliorare si dovrebbero ostinare a suicidarsi solo per il piacere di sostenere il rispetto di presunte “scelte” religiose ultrareazonarie ed offensive per le donne ?
E soprattutto: perche’ mettere a grave rischio tutta la nostra sottile vernice di civilta’ dei diritti laici e democratici conquistata solo recentemente per svuotare il mare con un cucchiaino?
Si’, poiche’ non puo’ essere che classificata come pura follia l’illusione di rimediare alla fame nel mondo offrendo lavoro ai primi che si presentano illegalmente senza distinguere fra: 1 persone portatrici di una ideologia ufficialmente ostile (leggere il Corano) e, 2 persone davvero bisognose di aiuto per sfuggire a quella ideologia totalitaria e che potrebbero rafforzare invece che minare la nostra civilta’.
Cordiali saluti a tutti i liberi e laici
Marcus Prometheus.
Accogliere solo i profughi laici dall’Islamismo Espellere tutti gli islamisti.
Combattere il masochismo antioccidentale, che mina liberta’ e democrazia.
Prometeus,
però scusami, ma che signifiKa espellere tutti gli islamisti e accogliere solo i profughi laici?
Cioè, il mio vicino di casa è musulmano ed è una persona tranquillissima, così come ne conosco tanti.
Questi non sono profughi laici nè integralisti islamici: sono musulmani di buon senso.
Se islamista signifiKa genericamente musulmano come lo sono loro, per me possono stare come tutti perchè rispettano gli altri e lavorano più di me e tanti altri.
Basta che lo Stato non conceda nulla sul piano della separazione e dei privilegi, piuttosto che arrivare a soluzione estreme: quello sì rinfocolerebbe l’odio.
Rispetto delle leggi e laicità dello Stato: non credo servano espulsioni di massa (anche perchè gli italiani convertiti che spesso sono i più integralisti e anche se pochi magari sono più fanatici di tanti altri che facciamo li espelliamo contro ogni principio giuridico? se sì è una forzatura molto grave, se no è una disparità coi non italiani), e vale la presunzione di innocenza fintanto che non si provano intenzioni o piani eversivi, altrimenti qualcosa non torna più nel modo di valutare il problema.
Islamista (che una volta significava studioso dell’islam) ormai significa soprattutto estremista seguace dell’islamismo politico rivoluzionario.
Per intenderci Salafiti – wahabiti, fratelli mussulmai (in Italia Ucoii).
Esattamente quelli le cui prime vittime non siamo ne’ io ne’ te, ma in Italia i tuoi conoscenti e vicini, e nei paesi di origine le donne, i gay , i moderati ed i riformisti mussulmani per non parlare degli atei che secondo loro sono apostati e blasfemi da lapidare.