Indonesia, cresce il numero dei non credenti

Nonostante nella costituzione indonesiana ci sia un articolo che recita “tutte le persone hanno il diritto di culto in accordo alla loro religione o credo”, è innegabile che nel paese il conflitto interreligioso sia in aumento. In questo clima, scrive il Jakarta Globe, la piccola comunità dei non credenti non si accontenta più di stare in silenzio, e sta prendendo una posizione chiara su quello che percepiscono essere un sistema arcaico e repressivo. I non credenti in Indonesia sono ancora molto pochi, ma in crescita; questo per merito degli strumenti di social networking offerti da internet che offrono la possibilità di un confronto anonimo di opinioni, senza pericolo di rappresaglie. Si sta scoprendo così che esiste una notevole quantità di indonesiani che non aderisce ad alcun credo religioso. Alcune comunità basate sul social networking sono Indonesian Atheists, Indonesian Freethinkers and Indonesian Atheist Community, e il grande numero di accessi indica che questi siti sono diventati un terreno d’incontro per una categoria di persone nient’affatto convenzionale per gli standard indonesiani.

Daniele Stefanini

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34 commenti

POPPER

Sono davvero felice per questa notizia, auspico un significativo aumento per i prossimi anni e di certo maggiore visibilità anche per loro senza più timori di rappresaglie fondamentaliste, ma per questo anche i nostri atei-amici indonesiani dovranno ancora aver pazienza, sono con con loro.

#Aldo#

Ovvio. Fornisci uno strumento di aggregazione a sette miliardi di individui e scoprirai che esiste la possibilità di individuare numerose “comunità omogenee” di qualsiasi genere e in qualsiasi campo. Qualsiasi. Prova ad aprire, che so, un sito dedicato allo scaccolamento tantrico, aprilo in versione multilingue, e sicuramente raccoglierai almeno qualche migliaio di adesioni. Vuoi aprirne un altro sull’uso terapeutico del catarro di yak? Senza dubbio avrai lo stesso risultato. E’ un pazzo mondo che è senz’altro vario ma che avrei qualche problema a definire bello (alla faccia del detto «il mondo è bello perché è vario»).

Se la cosa vale per queste sciocchezze, figurati se non deve valere per un tema come l’adesione o la non adesione ai credo religiosi più svariati, o alla loro negazione!

Congo

Proprio ieri seguivo la trasmissione “Che tempo che fa” e l’intervista a Roberto Calasso sull’India e i Veda.
Mi ha colpito quando ha detto che per i Veda non esisteva la parola “religione”, perché tutto era considerato religioso.
Ebbene, in molte parti del mondo sembra impossibile supporre la non esistenza di dio, o semplicemente la sua non ingerenza.
Attraverso la rete, le chat, i social netwoork, molte persone scoprono almeno l’ipotesi della non esistenza di dio. Cioé, la possibilità di un nuovo ruolo nel mondo alla luce dell’ateismo.

Federico Tonizzo

“Attraverso la rete, le chat, i social netwoork, molte persone scoprono almeno l’ipotesi della non esistenza di dio. Cioé, la possibilità di un nuovo ruolo nel mondo alla luce dell’ateismo.”
Esatto, infatti nei millenni scorsi le religioni si erano sorrette anche sulla difficoltà delle popolazioni di parlarsi a distanza. Secondo me Internet è una delle cose che ci potrà salvare dalle religioni.

Anonymous

Senza offesa, ma tu non hai capito un tubo di ciò che intendeva Calasso e di ciò che è la “religiosità” non-abramitica.

diego

la religione e quindi dio è la risposta che gli uomini antichi che non conoscevano tecnologia e scienza davano alle domande: che senso ha la vita? cosa c’è dopo la morte? Al giorno d’oggi credere in dio per rispondere a queste domande è del tutto inutile, superfluo, ma in alcune parti del mondo che non hanno avuto o non hanno conosciuto il nostro percorso storico e di pensiero per arrivare fin qui la religione è ancora l’unica risposta.

Anonymous

@Diego: la tua è una visione positivista, ottocentesca, viziata di Weltanschauung giudaica, decisamente superata, della necessità “religiosa” dell’essere umano. La religione (naturale ovviamente, non quelle giudaiche) non è nata come risposta alle cose che i “primitivi trogloditi” non conoscevano perché gli mancavano “tecnologia e scienza”, ma come espressione degli archetipi della psiche umana, espressione del lato più atavico e profondo dell’essere umano. Nelle mitologie e nelle spiritualità etniche dei popoli, guardacaso, è racchiusa la chiave per la lettura più autentica e pura della psiche (mitopsicologia) e anche dell’universo. Se provassi a studiare le filosofie e i miti autoctoni dei popoli della Terra scopriresti come questi insegnino, in forma allegorica, archetipica e quindi direttamente assimilabile dalla mente di qualsiasi uomo poiché conforme alla struttura della stessa, le stesse cose (e anche di più) che la tua amata “scienza” (che nell’antichità non era distinta dalla “religio”) ha scoperto solo negli ultimi secoli.

Stefano

@ Anonymous

“Se provassi a studiare le filosofie e i miti autoctoni dei popoli ”
“scopriresti” “le stesse cose” “che la tua amata “scienza” “ha scoperto”

O non rileggi cosa hai scritto o non capisci quel che scrivi…

“La religione (naturale…”

Naturale? Qual è? Me ne citi una non istituzionalizzata?

Tanto per cominciare si nasce atei…

“è racchiusa la chiave per la lettura più autentica e pura della psiche”

Chi l’ha deciso?

Anonymous

Religione naturale = religione etnica

Mito è diverso da dogma, naturale è diverso da soprannaturale. Il vostro grande errore è quello di mettere sullo stesso piano questi due concetti: il primo è fondamento delle culture etniche naturali ed è un racconto allegorico che spiega la psiche e il mondo, non c’è nulla di soprannaturale, non c’è alcuna pretesa verità assoluta; il secondo appartiene alle religioni rivelate, ed è la credenza nella verità assoluta di un avvenimento soprannaturale verificatosi nella storia (es. il teatrino di Geovo che si incarna in Gesù per redimere l’umanità dal peccato).

L’involuzione spirituale, il cancro dell’umanità, ciò che ha alienato l’uomo da sé stesso e dal mondo che lo circonda non sono state le vie etniche al sacro, all’indagine intuitiva della natura, all’apoteosi e alla pietas nei confronti delle qualità dell’uomo e delle caratteristiche della natura (gli “dèi”), sono state le religioni storiche, rivelate, monoteistiche, le religioni del sopra-naturale!

hexengut

Anonymous: ma guarda, chissà perché ero convinto che certe apodiditticità junghiane e soprattutto le loro eccessive e dilatate applicazioni fossero, oggi, un tantino superate…Religione naturale-etnica sempre religione è: più strettamente compartecipe degli eventi naturali, non antropologica come i grandi monoteismi, con un sovrannaturale più variegato e più interagente con la realtà fenomenica ma sempre in dimensione superiore e/o diversa e/o parallela rispetto al naturale. E sempre, pur senza, questo è vero, il monolite dogmatico (ma ci sono, in compenso, le tante restrizioni tabuali), comunque, religione.

Stefano

@ Anonymous

oltre ad essere in accordo assoluto con hexengut noto che non hai risposto a nessuna delle mie domande….
Il tuo è un proclama.

Lorenzo Galoppini

@ Aldo

“…E’ un pazzo mondo che è senz’altro vario ma che avrei qualche problema a definire bello (alla faccia del detto «il mondo è bello perché è vario»)…”

Quotone. E’ una di quelle non poche frasi giustissime in linea di principio, ma che purtroppo devono anche fare i conti con la realtà dei fatti, che troppo spesso é un tantino più complicata.

Batrakos

Il problema sarà passare dalla militanza virtuale a quella reale, che è un po’ ad oggi un problema di tutte le latitudini, figuriamoci dove ci sono rischi di incolumità. Sull’incolumità, non conosco la situazione indonesiana ma mi rifaccio alle ultimissime .

Diocleziano

Chi pensa con la propria testa fa sempre paura.
(notizie di Annina?… 😉 )

Batrakos

Scusa Diocleziano ho collegato solo ora! No, Annina è uccel di bosco in questi giorni…

Scusate tutti, non è un messaggio in codice, è un riferimento ad una discussione precedente, finisce subito qua!

Stefano Grassino

Batrakos, quando mai la storia dell’umanità ha vissuto cambiamenti pacifici? Chi detiene lo status quo non è mai disposto a cedere se non ad un prezzo altissimo.
Fiumi di sangue sono sempre scorsi e probabilmente scorreranno sempre. Nonostante ciò, la storia va avanti perchè ci sono donne e uomini che non hanno intenzione di abbassare la testa. Mai.

Batrakos

Verissimo Stefano, per questo sostengo che il passaggio dal virtuale al reale sarà ancorp più difficile.

Lorenzo Galoppini

Chi detiene lo status quo lo detiene perchè molti lo sostengono, molti sono con lui. Da qui l’estrema pericolosità (e la non legittimità, morale, etica e sociale, almeno) di determinate idee.

Eco

Vai da uno che ha la certezza di dio, e digli che non esiste.
O ride o ti taglia la gola…

Dove non cìè cultura anche se sei fuori dal coro conviene spacciarsi per credente, o ti ti fanno la basetta al collo.

Internet permette di non avere questi timori, e l’unione fa la forza.

Paul Manoni

La notizia, a prima vista e’ piu’ che buona, ma in un paese come l’Indonesia, sarà oltremodo diffile la costituzione di gruppi Atei militanti, che agiscono alla luce del sole. Oltretutto penso che tale costituzione, sara’ da considerare un progetto a lunghissimo tempo. Le leggi di quel paese sono abbastanza categoriche, purtroppo. 🙁

Federico Tonizzo

Si può ben attendere ancora 10-20 anni, dopo che l’umanità è rimasta schiava delle religioni per millenni 🙂

Paul Manoni

Aspettare ancora 10-20 anni?…DOVE DEVO FIRMARE!?!?! 😉

romeno1182

internet ha il potenziale di rendere liberi i popoli di tutto il mondo.. nel prossimo futuro avremmo certamente i governi di tutto il mondo che cercheranno di limitare la rete, questo sara il pericolo maggiore e la sfida piu grande, mantenere libera la rete.. i vari centri di potere/governi non hanno scampo se rimane libera.. i governi di ogni epoca non hanno mai fatto gli interessi del popolo.. adesso inizia una nuova era: e’ l’ era del popolo di wikileaks o chi prendera il suo posto, e’ l’ era dei combattenti informatici per portare la verita alla luce, TUTTE LE VERITA, qualsiasi siano, portare luce nel buio dei segreti che certi poteri vogliono tenere al oscuro. IN UNA SOCIETA LIBERA IL POPOLO DEVE VENIRE A CONOSCENZA DELLA VERITA, IN UNA SOCIETA DOVE VERITA E’ TRADIMENTO, SIAMO IN UN MARE DI PROBLEMI.

Federico Tonizzo

Concordo.
Speriamo solo che, in mezzo alla foresta di Internet, non diventi sempre più difficile distinguere chi sta parlando sinceramente da chi sta mentendo allo scopo di disorientare i lettori.

romeno1182

su internet e’ vero si puo leggere tutto e il contrario di tutto, e questo promuove la cosa piu magnifica di questo mondo: il dubbio

Marcus Prometheus

Caro Romeno, un conto e’ la liberta’ di parola e di diffusione del pensiero grazie alla Rete di Internet che condivido totalmente ed in cui spero come te per una maggiore liberalizzazione e democratizzazione del mondo intero. Un altro conto (sempre positivo) poi e’ criticare e anche sputtanare i politici, ma tutt’altro conto invece e’ rivelare segreti di militari e civili di stato. e Wikileaks ha passato ogni limite con la pubblicazione della lista dei possibili obbiettivi piu’ sensibili agli atti di terrorismo del governo americano fornendo cosi’ una collaborazione spionistica di enorme e pericolosa importanza ad ogni possibile nemico terrorista.
Anche il mettere a rischio (di rivoluzione da parte delle minoranze sciite e di rappresaglie da parte dell’Iran naziislamista) i governi dei paesi arabi del Golfo che sono terrorizzati dalla prospettiva di una teocrazia totalitaria iraniana dotata di armi nucleari, mi pare un atto di tradimento dell’Occidente nei confronti del naziislamismo inammissibile eticamente.

Inoltre
1
La maggior parte delle sue notizie sono informazioni gia’ apparse sulla stampa e riprese semplicemente da rapporti dei diplomatici di basso rango ai loro governi, che pero’ proprio per questo vengono rilanciate da wikileaks come se fossero le consolidate opinioni di quei governi stessi, invece che rassegne stampa!
2
Wikileaks si fa pagare le informazioni dai giornali a cui le vende prioritariamente, e pertanto e’ una semplice agenzia di informazioni giornalistiche a pagamento, solo con un battage pubblicitario preventivo di grande successo.
3
Infine, leggete questo:
Il 07/12/2010 10.27, info@fondazionecdf.it ha scritto:

Che cosa non va in Wikileaks
la perdita della privacy è un sintomo del totalitarismo

Di Theodore Darlymple, pubblicato sul City Journal il 2 dicembre 2010.

Di certo non avevamo bisogno che WikiLeaks ci dicesse che Nicolas Sarkozy, il presidente francese, è un uomo volgare di tendenze autoritarie, o che a Silvio Berlusconi, il primo ministro italiano, piace il sesso. Non è nemmeno così rassicurante sapere che i nostri giudizi sono confermati dai diplomatici americani: anche se avessero detto qualche cosa di diverso non gli avremmo creduto ugualmente.

Ora che sta scemando la soddisfazione generale per la ‘pugnalata alle spalle’ ai potenti del mondo e all’autorità – la stessa che si prova quando un uomo elegante scivola su una buccia di banana – si inizia a capire che cosa significhi divulgare documenti ufficiali da tutto il mondo. Il punto non è che la rivelazione di segreti sia inaccettabile o eticamente ingiustificabile: non è di certo la prima volta che una grande potenza viene tenuta in scacco da qualcuno che minaccia di esporla al pubblico ludibrio. WikiLeaks però non si limita a denunciare errori – veri o presunti – ma si comporta secondo una visione totalitaria dello stato.

Secondo la filosofia di WikiLeaks la vita dovrebbe essere un libro aperto, nulla dovrebbe essere tenuto nascosto: nell’ottica puritana di WikiLeaks nessun’organizzazione dovrebbe avere nulla da nascondere. Non vale nemmeno la pena discutere un’opinione così puerile.

L’effetto ottenuto però è esattamente il contrario di quello che intendeva perseguire: invece di rendere il mondo più aperto, rischia di renderlo più chiuso. Il segreto, o la possibilità di tenere un segreto, non è il nemico ma la precondizione della sincerità. WikiLeaks invece semina dubbi, paure e paranoia: le persone non si esprimeranno mai liberamente sapendo che l’interlocutore sta registrando tutto e si riserva il diritto di utilizzare prima o poi la conversazione come prova. […] E questo non riguarda solo la sfera pubblica, ma anche quella privata, che verrà annichilita. La cortina di ferro calerà non solo sui paesi dell’Est, ma su tutto il mondo, facendo emergere una realtà virtuale dove le persone diranno soltanto quello che non pensano e terranno per sé le cose da non rivelare.

La totale fusione fra sfera pubblica e privata è uno degli obiettivi del totalitarismo. Non c’è molta differenza fra aprire e leggere le e-mail dei potenti o aprire e leggere le lettere inviate ai normali cittadini: WikiLeaks ha assunto il ruolo di censore del mondo con un pizzico di megalomania e molta arroganza. E anche se sono venuti a galla alcuni mali e alcune verità, il fine non giustifica i mezzi.

Marcus Prometheus

Caro Romeno, un conto e’ la liberta’ di parola e di diffusione del pensiero grazie alla Rete di Internet che condivido totalmente ed in cui spero come te per una maggiore liberalizzazione e democratizzazione del mondo intero. Un altro conto (sempre positivo) poi e’ criticare e anche sputtanare i politici, ma tutt’altro conto invece e’ rivelare segreti di militari e civili di stato. e Wikileaks ha passato ogni limite con la pubblicazione della lista dei possibili obbiettivi piu’ sensibili agli atti di terrorismo del governo americano fornendo cosi’ una collaborazione spionistica di enorme e pericolosa importanza ad ogni possibile nemico terrorista.
Anche il mettere a rischio (di rivoluzione da parte delle minoranze sciite e di rappresaglie da parte dell’Iran naziislamista) i governi dei paesi arabi del Golfo che sono terrorizzati dalla prospettiva di una teocrazia totalitaria iraniana dotata di armi nucleari, mi pare un atto di tradimento dell’Occidente nei confronti del naziislamismo inammissibile eticamente.

Inoltre
1
La maggior parte delle sue notizie sono informazioni gia’ apparse sulla stampa e riprese semplicemente da rapporti dei diplomatici di basso rango ai loro governi, che pero’ proprio per questo vengono rilanciate da wikileaks come se fossero le consolidate opinioni di quei governi stessi, invece che rassegne stampa!
2
Wikileaks si fa pagare le informazioni dai giornali a cui le vende prioritariamente, e pertanto e’ una semplice agenzia di informazioni giornalistiche a pagamento, solo con un battage pubblicitario preventivo di grande successo.

romeno1182

secondo me e’ assurdo quello che scrivi. in italia come nel resto del mondo non sono gli indagati (in questo stato i governi) ad essere bersaglio di indagini, ma i denunciatori. viviamo nel mondo orwelliano..

“e Wikileaks ha passato ogni limite con la pubblicazione della lista dei possibili obbiettivi piu’ sensibili agli atti di terrorismo del governo americano fornendo cosi’ una collaborazione spionistica di enorme e pericolosa importanza ad ogni possibile nemico terrorista.”

altra cosa ridicola questa.. non hanno previsto l’ attacco alle torri non credo che abbiamo le facolta mentali per fare liste di possibili bersagli.. io dico che i posti in quella lista siano i piu sicuri

“Anche il mettere a rischio (di rivoluzione da parte delle minoranze sciite e di rappresaglie da parte dell’Iran naziislamista) i governi dei paesi arabi del Golfo che sono terrorizzati dalla prospettiva di una teocrazia totalitaria iraniana dotata di armi nucleari, mi pare un atto di tradimento dell’Occidente nei confronti del naziislamismo inammissibile eticamente.”

altra accusa orwelliana.. questi intrecci di politica estera mondiale non risolveranno nessun problema. peggioreranno i problemi. chi siamo noi per dare giudizi morali, noi che abbiamo roversciato governi eletti e aiutato dittatori.. basta cospirazioni che venga fuori la verita tutta.. solo quella rendera libera i popoli

“Wikileaks si fa pagare le informazioni dai giornali a cui le vende prioritariamente, e pertanto e’ una semplice agenzia di informazioni giornalistiche a pagamento, solo con un battage pubblicitario preventivo di grande successo.”

sul punto 1 concordo con te.

terza ed ultima accusa orwelliana.. se i giornalisti non fanno il proprio dovere, d’ ora in poi ci pensera qualcun altro

Federico Tonizzo

E’ stupendo quello che dice l’articolo del Jakarta Globe:

“Still, despite the overwhelming odds, the rank of non-believers is growing — largely thanks to the INTERNET which offers an anonymous meeting place where non-believers can gather without the fear of reprisal.”
INTERNET AIUTA A LIBERARSI DALLE RELIGIONI! 🙂

“One can choose to believe in something because they were taught to believe in it. But I choose to keep questioning things because I want to progress. This is my path to a happy life.”
SEMPLICEMENTE MERAVIGLIOSO! 🙂

Southsun

La notizia farà sicuramente saltare i nervi al Governo indonesiano, e specialmente a tutte le Chiese, compresa quella cattolica.

Di conseguenza, mi aspetto a breve o una demonizzazione di internet come “strumento del Maligno” (con annessa richiesta di censura preventiva), oppure una rinnovata propaganda anti-ateistica tout-court (della serie, stana l’ateo e brucialo in piazza).

Da Paesi fintamente democratici e veramente clericali non c’è da aspettarsi niente di buono.

Kahani

MA COME?

In Indonesia non ci sono GLI ISLAMICI???????

Ma…allora…quello che dicono tutti i fallaci islamofobi filosionisti e filoimperialisti di casa nostra…non é vero!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

romeno1182

ci sono e sono un cancro e te lo dice un anti-sionista islamofobico.. per quanto mi facciano schifo i sionisti, i regrediti celebrali islamici sono anche peggio.. ti sfido a trovare un paese islamico dove ce pluralismo.. semplicemente non esiste quindi TACI

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