Calo di vendite per l’Osservatore Romano

La rubrica Il Monsignore di Repubblica riporta come le vendite dell’Osservatore Romano, quotidiano ufficiale della Santa Sede, siano in calo. Se ne venderebbero sulle quindicimila copie al giorno, numero confermato dalle Poste vaticane che lo diffondono: la maggioranza di queste a parrocchie e ordini religiosi che vi sono abbonati, una minima parte nelle nelle edicole.
La direzione pensa ad un rilancio, attraverso le versioni settimanali in lingua italiana, inglese, francese, spagnola, portoghese, tedesca, polacca. Le edizioni in lingua straniera dovrebbero contare almeno 200 mila copie settimanali, dato stavolta non certo. Sarebbero in aumento le vendite in Gran Bretagna, dopo la visita del Papa, e al contempo in calo negli Stati Uniti per via dei recenti scandali sulla pedofilia. L’Osservatore Romano ha anunciato a inizio mese che a partire dal 2011 vi sarà una collaborazione col settimanale Tempi diretto da Luigi Amicone, vicino a Comunione e Liberazione, uscito negli ultimi messi abbinato al Giornale di Vittorio Feltri. Tempi si occuperà della stampa e della diffusione (che sarà “senza precedenti”, scrive l’Osservatore) del settimanale vaticano, abbinato allal proprio periodico.
La scelta, sostiene Repubblica, sarebbe più politica che economica: l’intento sarebbe di avvicinare l’immagine del giornale vaticano a quella di Comunione e Liberazione.

Silvia Righini

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43 commenti

POPPER

Questa è una bella notizia, un calo significativo che andrà peggiorando e portandosi dietro anche le collaborazioni varie; se la barca di Pietro dovrà affondare almeno è in buona compagnia, il peso della nave più grossa trascinerà giù quello che gli sta intorno, auspico che per Tempi e Feltri sia una lunga agonia.

La chiesa non è inaffondabile, la presunzione di esserlo le procurerà ancora momenti difficili e agonizzanti. Il prossimo passo sarà Radio Vaticana che spero proprio perda la causa, e la si chiuda una buona volta.

Third Eye

Quello che dici sarebbe tutto molto giusto e bello se non ci fosse il discorso dei rimborsi/contributi per l’editoria…

Pensa a quanto succhiava il ridicolo campanile di mastella…

faber

Peccato che puntualmente ogni baggianata pubblicata sul suddetto giornale sia oggetto di diffusione da parte dei tg nazionali. Per la serie se maometto non va alla montagna…

Diocleziano

Il calo di vendite è la naturale conseguenza della sovraesposizione della chiesa.
Hanno inondato tutti i notiziari con la loro presenza, e anche il bigotto ortodosso alla fine si stufa.

fiertel91

Per me il calo delle vendite è il riflesso reale dell’indifferenza generale verso ciò che dice la Chiesa.

fabrizio

A ottobre l’Osservatore ha anche firmato un accordo con i responsabili del progetto Il Quotidiano in classe, venendo a far parte del gruppo di testate (mi sembra dieci o dodici, fra le quali in Corriere della Sera, La Nazione, Il Resto del Carlino) che saranno letti e studiati nelle classi (moltissime)delel superiori che aderiscono al progetto. La notizia è passata sotto silenzio, ma a me sembra assai sgradevole, anche perché nessun altro giornale compreso in questo progetto è così smaccatamente di parte: occorrerebbe un giornale di partito per controbilanciare la cosa (ma, ovviamente non ci sarà!). Merita un approfondimento la cosa, secondo voi? Magari un qualche commento ufficiale dell’UAAR rivolto soprattutto alle scuole?

http://www.primaonline.it/2010/10/15/84794/editoria-anche-osservatore-romano-per-il-quotidiano-in-classe/

Federico Tonizzo

“Un progetto, “Il Quotidiano in Classe”, che coinvolge oggi ben 17 prestigiose testate giornalistiche italiane che hanno compreso come investire sullo spirito critico delle giovani generazioni sia importante per garantire la democrazia di un Paese. L’Osservatorio Permanente Giovani-Editori porterà a scuola gratuitamente, una volta alla settimana, più’ quotidiani a confronto: Il Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore, La Stampa, Il Gazzettino, La Nazione, Il Giorno, Il Resto del Carlino, L’Unione Sarda, Il Tempo, La Gazzetta del Sud, L’Adige, La Gazzetta di Parma, L’Arena, Il Giornale di Vicenza, Bresciaoggi e La Gazzetta dello Sport.”
( da: http://www.osservatorionline.it/index.php?id=185583 )
A parte il fatto che a me paiono 16 nell’elenco (hanno dimenticato l’Osservatore Romano?), ma come si fa a includere La Gazzetta dello Sport e escludere (per esempio) La Repubblica o L’Unità? E’ un’iniziativa leggermente (diciamo così…) “sbilanciata”?
In ogni caso mi sembra un’iniziativa proveniente dal marketing dei giornali, più che dalla scuole, alle quali è stato tagliato già quasi tutto e non dovrebbero avere grandi fondi… 🙁 Tanto più che le scuole che volessero educare i giovani alla lettura dei giornali potrebbero benissimo accedere ai giornali online!!!

fabrizio

Ci avevo pensato anch’io… ; ) Però il Vernacoliere non è un quotidiano, mannaggia!

denis

non mi ha mai invogliato a leggerlo prima, e men che meno ora un quotidiano parruccone e in “cattedra” su ogni cosa che pronuncia come se fosse il verbo. Gia OSSERVATORE da l’idea di qualcuno che guarda e che con aria supponente squote il capo da dx a sx in segno di disapprovazione. Grazie ma non ne ho bisogno. Mi conforta che viene distruibuito nelle parrocchie e conventi e poco attraverso le edicole. Mi sconforta invece vederlo nelle rassegne stampe in TV. anzi no.. ho cambiato idea CHE LO FACCIANO VEDERE BENE.. piu lo si mostra piu sono sicuro che la gente lo tiene a distanza. Non per niente giornalacci beceri e vergognosi che vengono mostrati in tutte le rassegne stampa hanno perso il 6.5 e il 13 % di vendite. ovviamente sono il “giornale” e “libero”.

FSMosconi

Il quotidinao della CEI cala nelle vendite, e verrebbe da chiedersi il perchè. Chissà se i trolld i suì l’hanno mai fatto… 😉

Kahani

Il quotidiano della Cei veramente sarebbe ‘Avvenire’…ma speriamo che sia in calo anche quello!

c.j.

…spesso parlano degli atei cone di una “infima minoranza”… dimostrando di non credere nella democrazia e nell’idea di una giustizia che mira all’inclusione anche delle minoranze.

Adesso come la mettiamo?? 10.000 copie?? Ma non si tratta anche in questo caso di una infima minoranza??

http://www.facebook.com/note.php?note_id=179728887635

Stefano Grassino

In questo caso trattasi di una minoranza di menti illuminate che vale molto di più di quel povero gregge di atei senza sentimenti, cultura e intelligenza……tzè.
P.S. perchè noi ccar siamo noi e voi non siete un…….. 🙂

c.j.

ma sai… raccontanto tante di quelle min.chiate che alla fine inciampano su se stessi

Matelda

Tutti i quotidiani sono in calo di vendite. Non è mai un buon segno se si vendono meno giornali. La crisi economica riduce per primi questi consumi.

SilviaBO

Temo sia vero. Sarebbe utile confrontarne l’andamento con quello di altre testate.

Federico Tonizzo

Ecco i dati delle rilevazioni Ads sul periodo marzo 2009-febbraio 2010 rispetto a quello marzo 2008-febbraio 2009:

“Il Corriere della Sera scende a -14,7% attestandosi sulle 519.099 copie;
La Repubblica affonda anch’essa a -11% con 473.788 copie;
Il Sole 24 Ore viaggia come i gamberi -15,3% con 281.194 copie, alle prese col lancio del suo nuovo sito (se lo fanno con la filosofia della carta stampata dureranno poco: perché non chiedi consulenza, Riotta?).
Si passa poi al Messaggero (200.000 copie e -4,6%).
Il Secolo XIX mantiene un buon numero di 90.466 lettori ma perde comunque il -11,3% (anche qui avrei qualcosa da dire, visto che è un quotidiano col quale collaboro).
Scoppia anche la bolla della free press: E Polis (va a -3,5% con 463.238 copie).
Il Giornale di Feltri contiene le perdite con un -1,5% (con 185.873 copie), mentre Libero perde (-7,4% e 112.944 copie).
La Stampa è a -4,1%”

(da: http://lapulcedivoltaire.blogosfere.it/2010/05/crollo-delle-vendite-per-i-quotidiani-i-dati.html )

Federico Tonizzo

Nota: i commenti nel brano di articolo che ho copiato non sono ovviamente miei; in particolare, io non collaboro con Il Secolo XIX.

fab

Vabbe’, basta rendere obbligatorio abbonarsi. Non credo che qualche parlamentare si sdegnerebbe. Anzi, sarebbe salutato come un segno di laicità positiva.

Alfonso

Finanziamento pubblico già inaccettabile per l’editoria italiana, ancor più inaccettabile per lo Stato straniero vaticano che ci costa per l'”osservatore romano” € 361.949
e per “avvenire” € 10.293.832 all’anno. senza contare i giornali clericali meno conosciuti…..e noi paghiamo!!!!

Federico Tonizzo

Ho letto… 🙁
Deprimente la predominanza di titoli religiosi…. Uno dei titoli più impressionanti è l’ ECO DI S. GABRIELE !!! 🙁

Celestino v°

15000 copie ogni giorno?! Così tanta gente vuol farsi del male tutti i santi (si fa per dire)giorni della settimana? Masochisti

Nightshade90

non credo che sia perchè sono masochisti, è che il prezzo della carta igenica è salito molto…..

Nikolaus

Pensate che per incrementare le vemdite allegheranno a quel giornale dei gadgets?

Nightshade90

non ha preso l’ultima parte del collegamento a causa dell’apostrofo, qiondi il link non funziona, si deve scrivere direttamente l’url

c.j.

…ma poi che hanno da scrivere sull’Osservatore Romano??

“Il Papa si è affacciato dalla finestra per l’ennesima volta per lanciare una nuova Fatwa contro i gay” ??

“la Cei si è riunita per affermare che loro hanno sempre ragione e chi non è d’accordo brucerà tra le fiamme dell’inferno in eternità” ??

“Dio è buono e misericordioso e se non ci credi Satana si impossesserà della tua anima” ??

E non è meglio la Settimana Enigmistica?

Alessandro S.

Notizia che va a braccetto con quest’altra, letta sull giornale gratuito Metro di Roma, nel numero odierno, disponibile su /www.metronews.it/components/com_remository_files/Roma.pdf, che riporta a pagina 3 una statistica interessante: la corruzione percepita dai cittadini italiani per settore istutizionale e sociale.
Il grafico riporta in particolare quanto la percezione di corruzione è cambiata nel pubblico dal 2004 al 2010.

Partiti politici: 71% nel 2004
80% nel 2010 differenza: +9%

Parlamento: 59% nel 2004
61% nel 2010 differenza: +2%

Polizia: 57% nel 2004
59% nel 2010 differenza: +2%

Enti religiosi: 28% nel 2004
53% nel 2010 differenza: +25%

Settori privati: 47% nel 2004
52% nel 2010 differenza: +5%

Enti Giudiziari: 54% nel 2004
43% nel 2010 differenza: -11%

Media: 44% nel 2004
41% nel 2010 differenza: -3%

Mondo dell’educazione: 39% nel 2004
39% nel 2010 differenza: 0%

ONG 26% nel 2004
31% nel 2010 differenza: +5%

Militari: 33% nel 2004
30% nel 2010 differenza: -3%

c.j.

se posso darti un link da brividi:

Transparency International corruption perceptions index 2010 (results):

http://www.transparency.org/policy_research/surveys_indices/cpi/2010/results

Puoi andare giu’ con la barra di scorrimento per vedere la lista delle nazioni in base alla corruzione, oppure cliccare su -Home- per conoscere meglio il sito-

l’Italia è al 67 posto (!) dopo paesi come: Rwanda, Samoa, Ghana, Macedonia, Tunisia, Turchia, Namibia, Kuwait, Arabia Saudita, Giordania, Bahrein, Macau, Oman, Brunei, Bhutan, Botswana, Emirati Arabi Uniti, Uruguay, Qatar e l’intera europa occidentale (oltre a tutti i paesi occidentali).

Il Rwanda w la Namibia (!!!) sono meno corrotti dell’Italia. Pero’ in Italia c’è il vaticano…

Se poi clicchi su -Interactive- …cerca un po’ l’Italia e fatti una certa idea…

c.j.

Errata Corrige: Il Rwanda e la Namibia (mi è scappata una w 🙂 )

ps.: Se clicchi su -RESULTS- puoi direttamente cliccare su una nazione in particolare (tipo l’Italia) e vedere l’orrore… …ehm… …la situazione nel dettaglio.

Alessandro S.

Si, d’accordo per l’Italia, ma volevo mettere l’accento sul fatto che la considerazione che gl’italiani hanno della pulizia morale delle istituzioni religiose ha avuto un tonfo fenomenale.

Variazione nella percezione di corruzione che gli italiani hanno nei confronti di:

Enti religiosi: 28% nel 2004
53% nel 2010 differenza: +25%

Federico Tonizzo

@ Alessandro S.:

“Enti religiosi: 28% nel 2004
53% nel 2010 differenza: +25%”

E’ la % di incremento maggiore! Seguita da quella dei partiti politici! 🙂
Ottimo, la gente si sta svegliando! 🙂

Alessio

D’accordo sulla sovraesposizione della Chiesa nella società. Ma cosa pensare se fosse anche una conseguenza della crescente difficoltà degli italiani nella lettura?

Diocleziano

Penso che sia il risultato di cause concomitanti: il fastidio generato dal decadimento di tutte le classi responsabili della vita civile, l’impoverimento culturale diffuso. Prendo a esempio Wikipedia, a parte ‘voci’ di argomento scientifico ben fatte e approfondite, la massa delle pagine mi sembra mediocre e disseminata di errori e strafalcioni. Chi non ha una cultura superiore alla fonte come potrà mai superare la fonte stessa? Ciò vale anche per la televisione, se i programmi di successo sono i vari ‘Grande fratello’ o la De Filippi, chi spiegherà alla gente che esiste un teatro di qualità? Mi fermo qui ma ci sarebbe molto da dire.

Alessio

Condivido quanto hai detto. L’impoverimento culturale è, secondo me, inarrestabile.
Un mio amico, professore universitario, mi dice che i giovani che gli arrivano non sanno scrivere in italiano, che fanno madornali errori di grammatica e sintassi e che hanno difficoltà ad esprimere un pensiero complesso. Mi viene una rabbia immensa se penso che la scuola è stata riformata per renderla accessibile a tutti e che l’esito della riforma sia questo: un vergognoso appiattimento verso il basso.
Una manovra voluta? Per poter manovrare sempre le menti ignoranti?

Halftrack

Con l’occasione segnalo il libro di Ferruccio Pinotti “La lobby di Dio” sottotitolo: “Fede, affari e politica. La prima inchiesta su Comunione e Liberazione e la Compagnia delle Opere”.

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